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#rose gialle
praline1968 · 4 months
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photos perso (my photos)
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petalidiagapanto · 2 months
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«Non tutti quelli che vuoi nella tua vita ti vogliono nella loro. Quindi non ti consumare cercando di fare bella figura o facendo loro favori quando in realtà non gli importerebbe un accidente se ci sei o no. Concentra la tua energia su coloro che apprezzano davvero la tua presenza e ti apprezzano per quello che sei. La vita è troppo breve per investire tempo e sforzo in persone che non ti ricambiano. Circondati di coloro che ti fanno sentire prezioso e ti sostengono in ogni passo del cammino»
(Robert De Niro)
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sefaiunbelrespiro · 1 year
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Oggi così 💐💛
Non ero mai stata amante dei fiori da ragazzina ma in questi ultimi anni sento che le cose stanno cambiando e potrei amarli alla follia.
Vediamo come procederà l’esperimento!
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ilpianistasultetto · 1 year
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La vita e' un giardino di rose sempre pronto per nuove primavere e Dolores O'Riorden e' la custode di quel giardino magico e offre rose. Rose rosse che simboleggiano l'amore; bianche il sentimento, quello puro e ultraterreno; gialle la gelosia. Ogni canzone e' un bouquet. Ne senti il profumo ad ogni nota, in ogni parola. Ogni canzone e' un dream-pop, una rosa regalata sottovoce, carezze morbide e gemme sussurrate in punta di piedi. Certi gruppi musicali vanno amati come l'astronauta ama la luce quando e' sospeso nell'universo buio. Yesterday, Today and... Tomorrow.
@ilpianistasultetto
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crocodilesareboring · 8 months
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Tra l'altro, sacrosanta l'attenzione di Ghali sulla Palestina e sul genocidio, per carità, ma io tutti sti consensi sul far finire l'invasione ucraina mica li ricordo. Polemiche senza fine su Zelensky a Sanremo - che infatti non ci andò, sulla canzone di Tananai, sulle rose gialle e blu, non guardavo nemmeno Sanremo eppure erano arrivati perfino a me. A voler pensare male sembra che ci siano morti di serie A e di serie B.
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ilguardianodelfaro · 11 months
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Un maledetto
Ottobre di farfalle
e rose gialle.
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gregor-samsung · 1 year
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“ Seduta sul letto, con la camicia da notte scomposta sul corpo e le gambe nude fino al biancore dei fianchi, lasciavo che la brezza della notte arrivasse dal balcone aperto sulla strada silenziosa. Stava esplodendo l’estate, benché si fosse ancora in maggio, e l’odore passo e carnale di certe rose gialle che fioriscono in quel mese giungeva fino a dentro la stanza, e si mescolava all’odore stralunato del mio corpo. A tratti, quand’anche non sudassi, sentivo giungere gli effluvi delle mie ascelle, laddove una tenue peluria bionda era cresciuta a proteggere l’incavo che, dalle braccia, sale fino alla morbidezza dei seni. Se infilavo le mani in quel punto segreto e pudico della mia femminilità, scoprivo di non sapere quand’era accaduto che avessi dismesso le sembianze fanciulle per divenire una donna. Mi annusavo lentamente, con una voluttà senza memoria, scoprendomi a me stessa per la prima volta; mi cullavo dolcemente, come si culla un bambino stretto fra le braccia, e ripetevo piano il mio nome, come se a chiamarmi fosse lui: “Chiara!” sussurravo, “Chiara! ” E nel sentire il suono del mio nome, immaginavo che lui tremasse intenerito. “Chiara! Moglie mia!” ripetevo, mentre le braccia incrociate attorno al corpo, mi stringevano con forza dolorosa. Sentivo aggiungersi, all’odore della pelle, un aroma pungente di succhi segreti che il corpo, languidamente, scioglieva. Dondolavo profondamente cullandomi nell’abbraccio, e l’aria della notte mi accarezzava con un brivido meraviglioso. Oh! Mi sarei amata anch’io: ero bella, e la bellezza mia non era muta. Un piacere sottile si irradiava per tutto il cammino dei nervi, e le tempie, mano a mano, battevano un ritmo denso e convulso. Le mani, sciolto l’abbraccio con cui mi cingevo, corsero al cuscino che ristava abbandonato sul letto. Con un gesto impetuoso, lo abbracciai come fosse stato il mio amato, e mi volsi a esso affamata d’amore. Lo accarezzavo come se, sotto le mie mani, ci fosse non il grezzo lino, ma la sua cara pelle sconosciuta ai miei sensi; chiudevo gli occhi e lo cercavo con la punta sensibile delle dita: qua c’era l’incavo leggero del naso, proprio dove la fronte diritta e breve inizia correndo fino all’attaccatura dei capelli riccetti e lucidi che gli coronano il capo, come un’aureola cupa. Qua ci sono le orecchie grandi e attaccate alla testa, con i lobi carnosi e tondi che si arrossano lievemente per l’eccitazione; se li sfioro per caso, mi giunge l’ondata del loro calore. Qua, seguendo a occhi chiusi la linea degli zigomi, si giunge fino alla mascella dura, da zingaro e, accarezzando con un brivido la barba che cresce ruvida e insieme tenera, si tocca la fossetta sul mento; un ammicco lievissimo di quella più aperta che ha sulla guancia. No! Non gli tocco le labbra carnose e sanguigne che si chiudono sui denti bianchi e aguzzi da animale carnivoro. Lentamente, inghiottendo saliva arida, percorro la linea struggente degli occhi; quel richiamo doloroso al mio sangue che fiammeggia sotto la sua fronte. Questi occhi catturanti dei D’Auria: così belli e così malinconici; così appassionati e così vuoti; così avveduti e così folli. In questi occhi vorrei perdermi per sempre, anima mia! Così sussurro, mentre cerco la bocca che intanto si è schiusa sui denti che illuminano la notte. Poso le mie labbra sulle sue in un bacio casto come il primo suggimento di un neonato. “Vita mia!” lo imploro, e sento che non vivrò senza di lui. “
Mariateresa Di Lascia, Passaggio in ombra, Feltrinelli (collana I Narratori), 1995¹; pp. 241-242.
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aliceisinchains · 1 year
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stanotte ho sognato una parete piena di rose di tutti i colori: io, in piedi su una sedia di legno, fotografavo alcune rose rosse e gialle. qualcuno alle mie spalle dava consigli.
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Quello che avrei voluto era qualcosa di semplice, come un sorso di caffè dalla tua tazzina, una mano sulla tua mentre cambiavi le marce, mezzo sorriso nascosto fra la gente che inventava storie fantastiche su noi e sul mondo intero, le dita intrappolate nei miei ricci, un incrocio di occhi che non si lasciano, che stanno incollati un minuto, dieci, mille.
Quello che avrei voluto era presenza, una telefonata per chiedermi se avevo trovato parcheggio, un mazzo di rose gialle comprate al supermercato, una bottiglia di vino bianco aperta sul tavolo, un biglietto scritto con una grafia sgangherata e lasciato sul parabrezza, una fotografia distratta mentre guardavo il mare.
Quello che avrei voluto era piccolo, insignificante, banale forse. Un abbraccio ricambiato, un respiro corto vicino al mio orecchio, un battito accelerato che può sentirsi attraverso un maglione, un verso rubato ad un poeta famoso e regalato proprio a me.
Una direzione verso cui guardare, un cielo che si tinge di rosa, una solitudine interrotta, dita intrecciate alle mie che mi accompagnano, con il mio passo, senza sentire il tempo, senza sapere esattamente dove.
Forse troppo. Forse no.
Laura Messina
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sainztander · 1 year
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Io e Carlos uguali quando si tratta di farci i colossal mentali sulle nostre crush
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per niente la faccia di uno che si sta immaginando il 🍋 dal gradino più alto di le mans con l'inno di mameli in sottofondo mentre i meccanici lanciano petali di rose gialle e rosse e antonio giovinazzi accanto a loro che li guarderà con la stessa espressione dell'addetto stampa
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argan-g · 1 year
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INDEX
CLASSICO E ROMANTICO
William Blake, Newton
Jöhan Heinrich Füssli, L'incubo
Étienne-Luoise Boullée, Progetto per il cenotafio di Newton
Claude-Nicolas Ledoux, Casa delle Guardie campestri
John Constable, La chiusa
e il mulino di Flatford
William Turner, Mare in tempesta
Francisco Goya, Fucilazione
Jacques-Louis David, La morte di Marat
Antonio Canova, Monumento di Maria Cristina d’Austria
Jean-August-Dominique Ingres, La bagnante di Valpingon
Théodore Géricault, La zattera della Medusa
Eugène Delacroix, La Libertà guida il popolo
Lorenzo Bartolini, Monumento funebre della contessa Zamoyska
François Rude, Rilievo dell'Arco di trionfo di Parigi Camille Corot, La cattedrale di Chartres
Théodore Rousseau, Temporale; veduta della piana di Montmartre
Honoré Daumier, Vogliamo Barabba
Constantin Guys, Per la strada
Honoré Daumier, Il vagone di terza classe
François Millet, L’Angelus
Camille Pissarro, Sentiero nel bosco in estate
LA REALTA' E LA COSCIENZA (l’Impressionismo; La fotografia; Il Neo-impressionismo; Il Simbolismo; L’architettura degli ingegneri)
Gustave Courbet, Ragazze in riva alla Senna (Estate)
Edouard Manet, Le déjeuner sur l'herbe
Alfred Sisley, Isola della Grande Jatte
Claude Monet, Regate ad Argenteuil;
Claude Monet, La Cattedrale di Rouen
Auguste Renoir, Le Moulin de la Galette 
Edgar Degas, L'absinthe
Paul Cézanne, L'asino e i ladri
Paul Cézanne, La casa dell'impiccato ad Auvers (Non Aversa)
Paul Cézanne, I giocatori di carte
Paul Cézanne, La montagna Sainte-Victoire 
Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande-Jatte
Paul Signac, Ingresso del porto a Marsiglia
Paul Gauguin, Te Tamari No Atua
Vincent van Gogh, Ritratto del postino Roulin 
Henri de Toulouse-Lautrec, La toilette
Henri Rousseau detto il Doganiere, La Guerra 
Odilon Redon, Nascita di Venere
Gustave Moreau, L'apparizione 
Pierre Bonnard, La toilette del mattino
Auguste Rodin, Monumento a Balzac
Medardo Rosso, Impressione di bambino davanti alle cucine economiche
I pittori della cerchia di Mallarmé
Edouard Vuillard, La pappa di Annette.
James MeNeill Whistler, Notturno in blu e oro: il vecchio ponte di Battersea
L' OTTOCENTO IN ITALIA, IN GERMANIA, IN INGHILTERRA
1. Giovanni Fattori, In vedetta
IL MODERNISMO (Urbanistica e architettura moderniste; Art Nouveau; La pittura del Modernismo; Pont-Aven e Nabis)
1. Antoni Gaudí, Casa Milá a Barcellona
2. Adolf Loos, Casa Steiner a Vienna
3. Antoni Gaudi, Il Parco Güell a Barcellona
L’ARTE COME ESPRESSIONE (Espressionismo; La grafica dell’Espressionismo)
1. Edvard Munch, Pubertà
André Derain, Donna in camicia
Ernst Ludwig Kirchner, Marcella
Henri Matisse, La danza
Emil Nolde, Rose rosse e gialle
Oskar Kokoschka, Chamonix, Monte Bianco
L’EPOCA DEL FUNZIONALISMO (Urbanistica, architettura, disegno industriale; Pittura e scultura; Der blaue Reiter; L’avanguardia russa; La situazione italiana; École de Paris; Dada; Il Surrealismo; La situazione in Inghilterra; La situazione italiana: Metafisica, Novecento, anti-Novecento)
Le Corbusier, Villa Savoye a Poissy
Le Corbusier, Cappella di Nötre-Dame-du-Haute a Ronchamp
Walter Gropius, La Bauhaus a Dessau
Ludwig Mies van der Rohe, Plastico di un grattacielo in verro per Chicago
Ludwig Mies van der Rohe, Seagram Buildings a New York
Tre progetti per il Palazzo dei Soviet. Le Corbusier e Pierre Jeanneret,
Walter Gropius, Bertold Luberkin,
Teo van Docsburg e Hans Arp, Cinema-ristorante L'Aubette a Strasburgo.
Thomas Gerrit Rietveld, Poltrona con elementi in nero, rosso, blu
Pier Mondrian, Composizione in rosso, giallo, blu
Aivar Aalto, Sanatorio a Paimio - Poltrona
Frank Lloyd Wright, Casa Kaufmann a Bear Run 
Pablo Picasso, I saltimbanchi; Les demoiselles d’Avignon; Natura morta spagnola
Georges Braque, Narura morta con l’asso di fiori
Robert Delaunay, Tour Eiffel
Juan Gris, Natura morta con fruttiera e bottiglia d’acqua
Georges Braque, Natura morta con credenza: Café-bar
Marcel Duchamp, Nu descendant un escalier n. 2
Umberto Boccioni, Forme uniche nella continuità dello spazio
Giacomo Balla, Automobile in corsa
Vasili; Kandinsky, Primo acquerello astratto; Punte nell'arco
Paul Klee, Strada principale e strade laterali
Anton Pevsner, Costruzione dinamica
Naum Gabo, Costruzione nello spazio; Il cristallo
Fernand Léger, Composizione con tre figure
Joan Miró, La lezione di sci; Donne e uccello al chiaro di luna
Giuseppe Terragni, Progetto dell'Asilo Sant'Elia a Como
Atanasio Soldati, Composizione
Constantin Brancusi, La Maiastra 
Amedeo Modigliani, Ritratto di Léopold Zborowski 
Georges Rouault, Cristo Deriso
Marc Chagall, A la Russie, aux anes et aux autres
Pablo Picasso, Guernica
René Magritte, La condizione umana Il
Man Ray, Motivo perpetuo 
Henry Moore, Figura sdraiata
Alexander Calder, Mobile
Ben Nicholson, Feb. 28-53 (Vertical Seconds)
Francis Bacon, Studio dal ritratto di Innocenzo X di Velázquez
Diego Rivera, L'esecuzione dell'imperatore Massimiliano
David Alfaro Sigueiros, Morte all'invasore
Giorgio De Chirico, Le Muse inquietanti
Carlo Carrà, L'amante dell'ingegnere 
Alberto Savinio, Nella foresta
Osvaldo Licini, Amalasunta su fondo blu
Giorgio Morandi, Natura morta con fruttiera
7. LA CRISI DELL'ARTE COME "SCIENZA EUROPEA" (Urbanistica e architettura; La ricerca visiva; La pittura negli Stati Uniti)
Ellsworth Kelly, Verde, blu, rosso
Morris Louis, Gamma Delta
László Moholy-Nagy, Composizione Q XX
Julius Bissier, 25 settembre 1963?
Josef Albers, Omaggio al quadrato
Arshile Gorky, Giardino a Sochi 
Jean Fautrier, Nudo
Jean Dubuffet, Orateur
André Masson, Les Chevaliers
Hans Hartung, Composizione 
Jackson Pollock, Sentieri ondulati
Mark Rothko, Rosso e blu su rosso
Albero Burri, Sacco B. 
Antoni Tápies, Bianco e arancione 
Giuseppe Capogrossi, Superficie 114
Lucio Fontana, Concetto spaziale: attesa 
Alberto Giacometti, Figura
Ettore Colla, Officina solare 
Mark Tobey, Circus transfigured
Georges Mathieu, Cast 
Victor Vasarély, Composizione. 
Kenneth Noland, Empireo 
Clyfford Still, 1962-D
Emilio Vedova, Plurimo n. 1; Le mani addosso 
Robert Rauschenberg, Letto
Mimmo Rotella, Marilyn 
Roy Lichtenstein, Il tempio di Apollo
Andy Warhol, Marilyn Monroe
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praline1968 · 4 months
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petalidiagapanto · 2 months
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scorcidipoesia · 2 years
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"Ti devo i giorni grandi,
nella cui tela azzurra sono attaccati
soli rotondi e ridenti;
ti devo le labbra umide,
la coda del giaguaro e la saliva dei serpenti;
ti devo lo stagno dove bevono le fiere assetate;
ti devo, Tropico,
questo entusiasmo fanciullesco
di correre nella pista
del tuo profondo cinturone pieno di rose gialle
ridendo sopra le montagne e le nubi,
mentre un cielo marittimo
si frantuma in interminabili onde di stelle ai miei piedi."
Nicolás Guillén
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pier-tuveri01 · 2 years
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“Le mie rose rosse e gialle si sono completamente schiuse.
Mentre ero là, in quell’inferno, hanno continuato silenziosamente a fiorire.
Molti mi dicono: come puoi pensare ancora ai fiori, di questi tempi.
Ieri sera, dopo quella lunga camminata nella pioggia, e con quella vescica sotto il piede, sono ancora andata a cercare un carretto che vendesse fiori e così sono arrivata a casa con un gran mazzo di rose.
Ed eccole lì, reali quanto tutta la miseria vissuta in un intero giorno.
Nella mia vita c’è posto per tante cose.
E ho così tanto posto, mio Dio.
Oggi, mentre passavo per quei corridoi così affollati, ho sentito improvvisamente un gran desiderio d’inginocchiarmi sul pavimento di pietra, in mezzo a tutta quella gente. L’unico atto degno di un uomo che ci sia rimasto di questi tempi è quello d’inginocchiarci davanti a Dio...”
Dal 'Diario' di Etty Hillesum, olandese, ebrea, ma non osservante, confinata a Westerbork, campo di transito da cui sarà mandata ad Auschwitz dove muore il 30 novembre 1943, poco prima dei 30 anni.
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Come un’isola in un mare di dubbi posso, qui e ora, dire che il pensiero è sempre attuale!
Le mie rose di ieri e di oggi
Buonanotte in Armonia
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klimt7 · 2 years
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Storia al futuro
( Prima parte )
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Tuttto nasce dagli occhi. Due occhi che si fermano un giorno e indugiano su un'immagine piena di verde.
Da lì nasce una Storia al futuro che potrebbe iniziare da un semplicissimo :
"Ci sarà una volta..."
L'immagine trabocca di verde.
È una casa ma è anche un giardino. Probabilmente è una Casa-Giardino dai colori tenui, quasi trattenuti, rispetto alla allegra baldanza del verde acceso che splende nel prato.
Poi le piante. Le rampicanti a decorare le pareti esterne fino all'inizio del tetto ed i fiori e i cespugli sparsi un pò ovunque ad abbellire la vista del cortile.
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Poco lontano c'è uno specchio d'acqua vibrante e più oltre, in distanza, altre case del borgo immerso nel verde di alberi e piante.
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Dall'altro lato della casa, s'aprono sentieri che s'inoltrano nella campagna più selvaggia e meno coltivata ma fitta ugualmente di chiazze di fiori che splendono di una calma allegria fra il giallo ed il viola
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E' il luogo, è l'insieme dei colori, è il sentirsi a casa in queste immagini, che inducono a sentimenti di tenerezza. Ad desiderio di ritorno alle nostre radici più antiche e più solide.
Il mio essere cresciuto in campagna dai nonni, il mio essermi sempre sentito una persona libera soprattutto a contatto con la natura.
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È il ritorno alle origini. Al bambino che correva scalzo sulla terra tiepida. Quella soffice perchè appena lavorata dalla motozappa che inspiegabilmente mi creava una spiaggia di morbida terra friabile, al posto della sabbia che conoscevo la domenica in riva al mare.
Questo era un altro mare. Un mare verde sotto la carezza del vento di certe giornate d'aprile col cielo scabro, di azzurro vivo e il paesaggio d'erba alta e tenere foglioline sui rami.
Ecco in queste immagini stava racchiuso un oceano di ricordi e sensazioni a pelle e più vividi ancora, i profumi, gli odori, la sensazione tattile dell'erba sotto la mano di un bambino che corre sul pendio che porta alla collina e alla vigna.
Tutto questo all'improvviso si sprigiona nella mia testa che fissa quelle immagini.
E all'improvviso lo so. Lo so perfettamente cosa voglio. Cosa desidero.
E il mio desiderio è simile al pensiero dell'aria libera del cielo e del sole, che si fa strada nella mente del Sub che risale dal fondo del mare, verso la superficie.
Io so con chiarezza cosa desidero. E lo desidero con la stessa forza con cui si desidera tornare ad inalare l'ossigeno dell'aria libera.
Il mio desiderio - all'improvviso lo so - è tornare a respirare come facevo da bambino
E' là che voglio proclamare la mia Patria. Laggiù è la mia casa.
Improvvisamente lo so con una precisione da far male. Con l'esatta consapevolezza di una lama conficcata nel petto.
Nel futuro voglio dare seguito e realizzazione a questo istinto di cui ora trabocco.
Vivere in campagna. Abitare una casa con tante finestre e vetrate rivolte al giardino.
Desiderare una casa-giardino e un giardino che sia ugualmente la "mia casa".
Là non vi è contrasto, non esiste contrapposizione, come esiste invece nella abitazioni di città la discontinuità fra interno ed esterno.
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In futuro voglio quest'alto privilegio di abitare in una casa come quella sognata e poi realizzata da Monet a Giverny.
Il bambino che sono stato, si era fin troppo appassionatp alla poetica pittorica di Monet. Fin troppo mi ero identificato con la sua idea di casa-giardino ravvivato tutto l'anno dagli ospiti colori.
Il giallo delle rose gialle, l'azzurro delle ortensie, i rossi ed i rosa delle peonie.
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