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"Il Viaggio Silenzioso" di Marco Rossi: Un Romanzo di Emozioni Profonde e Silenzi Ineffabili (Recensione di Fantasia) di Alessandria today
Un'opera che esplora la complessità dei sentimenti umani attraverso un viaggio intimo e riflessivo.
Un’opera che esplora la complessità dei sentimenti umani attraverso un viaggio intimo e riflessivo. Recensione di fantasia: “Il Viaggio Silenzioso” è il nuovo romanzo, frutto della fantasia, di Marco Rossi, autore immaginario. Quest’opera toccante e profonda conduce il lettore in un viaggio interiore attraverso emozioni non dette e silenzi carichi di significato. Ambientato in una piccola…
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Scelti per voi
Fonte: pixabay.com
Una piccola scelta di libri “certificati” dai bibliotecari per distrarvi nel migliore dei modi durante le vacanze. Si tratta di novità, di titoli non recentissimi ma che magari vi sono sfuggiti e meritano attenzione, e di opere da cui sono stati tratti ottimi film.
Se non l’avete ancora letto vi consigliamo L’animale più pericoloso di Luca D’Andrea, del 2020. Ma qual è l’animale più pericoloso? Se non ci si lascia sviare dall’immagine di copertina, si può intuirlo fin dalle prime righe di questo avvincente giallo che ha come tema (argomento di scottante attualità) la salvaguardia dell’ambiente. A parte l’idea di fondo dell’adolescente rapita che ricorda il pregevole La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi, la storia si dipana in maniera diversa, dalla location (le montagne della Val Pusteria), ai moventi dei crimini, allo stile, agile, moderno, mai banale. Anche il finale diverge, ma su questo, naturalmente, non sveliamo nient’altro. Rispettata in pieno l’unica regola cui i gialli dovrebbero essere sottoposti: quella di inchiodare il lettore alle pagine, fino alla conclusione.
Pare che le case di ringhiera della vecchia Milano siano una continua fonte di ispirazione per scrittori e assassini: dopo i gialli di Francesco Recami orientati sulla figura dell’ex tappezziere in pensione Amedeo Consonni, è il vice-commissario Enea Zottìa che deve occuparsi di una serie di crimini in un vecchio stabile malandato nel cuore di Milano nell’ultimo libro di Marco Polillo I delitti di corso Garibaldi. Ma le indagini ci porteranno anche a Viboldone, frazione di San Giuliano Milanese e sede di un’antica Abbazia, e all’isola di San Giulio sul lago d’Orta (ebbene sì, proprio nel luogo in cui C’era due volte il barone Lamberto!), dove le vicende, soprattutto sentimentali, dei protagonisti troveranno il loro più naturale scioglimento.
Ambientato sul lago di Como è I milanesi si innamorano il sabato di Gino Vignali, il cui titolo si ispira al famosissimo I milanesi ammazzano al sabato di Scerbanenco (da cui è stato tratto anche un film per la regia di Duccio Tessari). “Dopo la fortunata tetralogia riminese con protagonista Costanza Confalonieri Bonnet, Gino Vignali cambia atmosfere e personaggi ma mantiene intatti il tono scanzonato e il ritmo incalzante che contraddistinguono i suoi fortunati gialli. Suspense, erotismo, umorismo sono gli ingredienti vincenti di un romanzo che, giocando abilmente con dubbi e ossessioni, incertezze e desideri, incanta il lettore in un riverbero di luci e ombre. Come l’acqua del lago, quando sembra calma ma non lo è”.
Non intendiamo certo tralasciare l’ultimo Simenon, L’orsacchiotto, anche questa opera di introspezione, di scavo profondo nella psiche umana aperto a più interpretazioni, una delle quali può essere che non è possibile mantenere sempre il controllo su tutto, anche ad altissimi livelli professionali: dopo una intera esistenza trascorsa all’insegna del più assoluto dominio di sé, una sola deroga al perfetto meccanismo esistenziale che il protagonista si è imposto può costare un prezzo inestimabile.
Torna nell’ultimo romanzo di Fabio Stassi, Notturno francese, il simpatico counselor della rigenerazione esistenziale Vince Corso, ma in questo caso, come per Simenon, l’indagine è introspettiva: un viaggio parallelo nei ricordi dell’infanzia e in treno, lungo la Costa Azzurra, terra d’origine del nostro detective-bibliofilo, trapiantato in Via Merulana. Finalmente sarà svelato il mistero del padre mai conosciuto a cui Vince indirizza cartoline nell’unico luogo che di sicuro aveva frequentato, almeno per una memorabile notte, ovvero il mitico Hotel Negresco.
Folgorante fin dall’incipit, la lettura di Perle ai porci (il titolo originale suona: God Bless You, Mr. Rosewater, or Pearls Before Swine) rende pienamente ragione a Umberto Eco che annoverava Kurt Vonnegut tra i suoi scrittori preferiti:
Uno dei protagonisti di questa storia, storia di uomini e donne, è una grossa somma di denaro, proprio come una grossa quantità di miele potrebbe essere, correttamente, uno dei protagonisti di una storia di api.
Ironico, dissacrante, politicamente scorretto, bizzarro, surreale, a metà strada fra America di Kafka e i racconti di Carver; uno stile veloce, tagliente; un lessico moderno e spiazzante. Se poi vi affezionate a questo autore, allora vi consigliamo Ghiaccio-nove, anche questo composto in una forma originalissima che sconcerta il lettore con la sua imprevedibile fantasia che scardina completamente gli schemi narrativi tradizionali. Strutturato a brevi capitoli sullo stile del Tristram Shandy di Sterne è un libro trasgressivo, esilarante fino al demenziale, davvero “uno dei tre migliori romanzi dell’anno scritto dal più grande scrittore vivente” come lo accolse Graham Greene nel 1963, anno della pubblicazione. Una potente satira della società contemporanea, che punta in particolare alla condanna della guerra, argomento quanto mai tristemente attuale.
Lo spaccone di Walter Tevis è un romanzo di formazione in cui il protagonista svolge il suo “apprendistato” (come lo definisce Fabio Stassi nella prefazione all’edizione minimum fax) nelle sale da biliardo dove sbarca il lunario spennando ‘polli’ grazie al suo non comune talento. Ma la conquista della consapevolezza comporta un prezzo molto alto: la coscienza del proprio valore si paga con la perdita della libertà. Un libro con i fiocchi che non poteva non ispirare un capolavoro come il film di Robert Rossen del 1961 con un Paul Newman perfettamente incarnato nella parte di Eddie Felson, The Fast, ‘lo svelto’. A voi il piacere di scoprire le differenze (che ci sono, e anche notevoli) tra il libro e il film. Newman rivestirà lo stesso ruolo nel 1986 come mentore del giovane Tom Cruise in Il colore dei soldi, per la regia di Scorsese, sempre dal sequel di Tevis.
Da La morte corre sul fiume di Davis Grubb è stato tratto nel 1955 per la regia di Charles Laughton un film talmente bello e originale proprio dal punto di vista tecnico da far rimpiangere che si tratti dell’unico exploit come regista da parte del celeberrimo attore britannico. Tratto da una drammatica storia vera, il romanzo si dispiega su più piani narrativi: il tema fiabesco, reso da Laughton con splendide immagini dello sfondo naturale notturno, il noir e la denuncia del fanatismo religioso. “La storia è qualcosa di più, se possibile, dei fatti che la compongono, è un’omelia nera, una lunga e cupa ballata atroce almeno quanto le filastrocche infantili che di tanto in tanto la interrompono, risuonando nel vuoto”.
Non è una storia dell’orrore, come il precedente Dracula, che tanta popolarità diede al suo creatore, Bram Stoker: Il gioiello dalle sette stelle è soprattutto un racconto d’avventura, i cui protagonisti, sorta di Indiana Jones tra le mummie, sono morbosamente infatuati dalla passione per la storia egizia. A metà tra il romanzo gotico di stampo ottocentesco e l’egittomania molto diffusa all’epoca, tanto da influenzare anche Conan Doyle e Poe, è un romanzo piacevole e adatto come lettura per le vacanze. Tra culto della reincarnazione, sarcofagi, ricerche archeologiche, luoghi affascinanti come il misterioso Egitto e la nebbiosa Londra, abbiamo anche la possibilità di scegliere tra due finali, perché il pubblico non gradì il primo e costrinse l’autore, pare, a riscriverne uno nuovo nella seconda edizione uscita nel 1912, anno della sua morte. In questa ristampa di ABEditore del 2022 sono presenti entrambe le varianti.
#luca d'andrea#francesco recami#marco polillo#gianni rodari#gino vignali#Georges Simenon#fabio stassi#kurt vonnegut#walter tevis#paul newman#martin scorsese#davis grubb#charles laughton#Robert Mitchum#bram stoker
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Saga di Riftwar di Raymond E. Feist
Oggi voglio presentavi una saga fantasy di cui negli ultimi anni si parla molto poco, il CICLO DI RIFTWAR, dell’autore Raymond E. Feist.
Questa ciclo formato da 10 serie in tutto e da una trentina circa di libri, scritti a partire dal 1982 fino al 2013, è ambienttao nel mondo di Midkemia, e in particolare, per buona parte, nel regno delle Isole, uno dei regni di questo mondo. Un mondo pieno di magia, valorosi guerrieri, principi, regine, draghi, elfi, nani, demoni....tutto ciò che il fantasy classico domanda ed è ispirato ai mondi delle campagne dei giochi di ruolo Dungeons&drangons a cui l’autore giocava durante l’università quando ebbe l’idea per il primo romanzo della saga. Protagonista della saga è il mago Pug dall’aspetto normale, quasi insignificante, ma dai grandi poteri, che insieme con i suoi amici e alleati, dovrà affrontare durante un periodo di circa un secolo ben 5 guerre causate da 5 rift, da cui il nome della saga. I rift sono passaggi interdimensionali che purtroppo permetteranno ai popoli di lontani pianeti e dimensioni di invadere Midkemia.
I primi tre libri della Saga di Rftwar mi sono piaciuti. Lo stile usato è chiaro e scorrevole e i personaggi interessanti. Forse mi è mancata un pò di introspezione psicologica, i personaggi a volte sono fin troppo perfetti o forti, ma al tempo stesso l’autore non ha paura di uccidere anche persone importanti a livello di trama e riesce a sorprendere il lettore o a commuoverlo. Anche se prevale l’intrattenimento sopra il sentimentalismo. Tutto è ben dosato, forse persino troppo. Quello che probabilmente mi è mancato di più in questi libri è l’imperfezione che a volte fa sì che il lettore possa capire chi era il personaggio preferito dell’autore o chi o cosa si era divertito di più a scrivere e decrivere. Le scene sono belle, l’azione è descritta benissimo, ma questa è una delle poche serie fantasy di cui non ricordavo praticamente nulla.
Nella mia vita ho letto molte serie fantasy, e naturalmente non posso ricordarmi la trama particolareggiata di tutti i libi di una serie letta decine di anni fa, ma alcune scene sono indelebili. Dei libri di Tolkien o Terry Brooks, o Lois Mac Master Bujold o Marion Zimmer Bradley ricordo molte cose, di alcuni quasi tutto, ma della saga di Rftwar non ricordavo nulla. Perciò prima di preparre questo post ho dovuto rileggere la recensione che ne avevo fatto, rileggere i libri, ristudiare la saga nella sua totalità e i vari seguiti, perchè avevo veramente tabula rasa. Nemmeno una singola scena era rimsta nella mia memoria. Eppure la mia recensione di allora era stata molto buona mi era piaciuta, ma ahimè non ha lasciato alcun segno su di me. E quetso a mio avviso significa qualcosa.
Probabilmente non mi ha colpito o coinvolto abbastanza mi ha solo intrattenuto, e nemmno in modo memorabile. Naturalmente tutto questo è soggettivo, resta il fatto che è una serie fantasy molto famosa e acclamata che consiglio comunque a tutti gli amanti del fantasy classico di leggere assolutamente
La magia è molto presente non toglie spazio alle azioni militari, ma è veramente importante e decisiva in quasi ogni libro e soprattutto è molto forte in Pug. e molto vasta, non viene limitata da così poi tante regole o vincoli e forse questa sua poca specificità è una delle cose che la rende meno personale meno memorabile. Allo stesso modo abbiamo tutti gli elementi classici del fantasy: il maghi, le sacerdotesse, gli elfi, i predecessori degli Elfi, gli dei, i nani, gli artefatti, i dragi e chi più ne ha più ne metta, ogni elemento classico del fantasy è presente così come l’impronta di Tolkien. Ma nulla prevale nulla spicca tutto è egualmente bello e interessante. I draghi ci sono ma non sono findamentali sempre solo in alcune occasioni,gli elfi idem....quasi tutti sono coraggiosi, quasi tutti sono potenti....non che non ci siano i cattivi ci sono eccome e anche loro sono forti e ben dectti con motivazioni veramente sensate e chiare ma....nessuno spicca. A parte Pug, che sovrsta tutti per importanza e presenza in quasi ogni libro e per essere spesso decisivo....ma anche lòui è persino troppo forte e importante per il suo aspetto che viene decritto come assolytamente normale. E’ potente ma anche piuttosto umile. ....e’ il protagonista ma sempre insieme a altri. Spicca ma al tempo stesso è come se l’autore nopn volesse farlo spccare troppo e questo non me lo ha reso simpatico o affascinante credetemi. Sono rimasta coinvolta dalla sua storia personale, non mi stava antipatico, anzi mi sono commossa per lui....ma non è mai stato affascinante o sorprendete ai miei occhi.
Ai miei occhi era molto più interessante il suo amico Thomas e tutta la sua storia con gli elfi che per carità è importante nella saga principale ma non viene super approfondita. come arei voluito Per me la parte affascinante di questa serie sono stati gli elfi e l’dea che due dimensioni entrino in comunicazione. Due mondi, diversi e distanti entrano in contatto e scoppia la guerra. Questo sì era qualcosa di nuovo o comunque di così non tanto già visto in altre saghe fantasy.
Comunque la trama della serie è avvicente e se amate il fantasy classico non potrete non apprezzarla. Vi sconvolgerà la vita? Probabilmente no, ma ricordiamo che è una serie nata nella mente dell’autore mentre andava all’università e giocava a Doungeons&Dragons con i suoi amici. Tutto parte da questi giochi di ruolo e soprattutto nei primi libri della saga si sente, è inutile negarlo. Poi l’autore col passare degli anni è cresciuto con essa è maturato e socuramente i libri più belli sono quelli più recenti.
All’interno di questo ciclo la prima serie da leggere, la serie pricipale da cui tutto ha inizio è la SERIE di RIFTWAR, una trilogia fortunatamente tradotta anche in italiano.
SERIE DI RIFTWAR:
1.Il signore della magia (1982)
Autore: Raymond E. Feist
Titolo originale: Magician
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Trama: Sulle rive di Crydee, un tranquillo avamposto di frontiera del Regno delle Isole, su Midkemia, un orfanello di nome Pug si sforza di apprendere i segreti dei grande Mago Kuigan. Il giovane - che grazie al suo coraggio si è conquistato un posto a corte e le simpatie di una giovane principessa dimostra un notevole talento magico, però si trova misteriosamente a disagio con gli incantesimi più comuni e consueti. Poi, un giorno, in modo del tutto inatteso, le annate di un popolo proveniente da un altro mondo si affacciano alle porte del Regno, minacciandone il futuro… Neanche l’inesperto Pug potrà sottrarsi ai conflitto e, insieme con l’amico guerriero Tomas, affronterà una lunga serie di avventure, che lo porteranno a ottenere il controllo di una magia mai vista, eppure da sempre presentita, nonché a scoprire il segreto dei misteriosi nemici e dello scontro in atto tra Midkemia o l’oscuro mondo di Kelewan…
2. L’incantesimo di Silverthorn (1985)
Autore: Raymond E. Feist
Titolo originale: Silverthorn
Link: https://amzn.to/3MGfN5C
Trama: La guerra tra i mondi di Midkemia e Kelewan si è conclusa: il Regno delle Isole si prepara a vivere un periodo di pace e a festeggiare il matrimonio tra il principe Arutha di Krondor e la principessa Anita. Ma la tragedia è in agguato: nel giorno delle nozze, la principessa e colpita da una freccia imbevuta di un’erba velenosa nota come Silverthorn, così rara e misteriosa che tutti i rimedi conosciuti per contrastare i suoi effetti risultano inutili. E mentre la vita della giovane si spegne lentamente, Arutha si convince che l’unica speranza per salvarla sia spingersi fino nella lontana Sarth, dove sorge un’antica abbazia che custodisce più conoscenze di qualsiasi altro luogo del Regno. Così, in compagnia di un mercenario. di un menestrello e di un giovane ladro, il principe si mette in cammino…
3. Scontro a Sethanon (1986)
Autore: Raymond E. Feist
Titolo originale: A Darkness at Sethanon
Link: https://amzn.to/3Oo7kFq
Trama: Le legioni delle tenebre si sono risvegliate per annientare il Regno delle Isole. Il mago Pug e Tomas devono scoprire l’origine della forza malefica che rischia di inghiottire il loro mondo. Dal tempo dei Signori dei Draghi di Midkemia, mai le forze del Caos hanno raggiunto tanto potere, quindi Pug e Tomas devono intraprendere l’ultima impresa che li porterà dalle remote terre di Kelewen fino all’alba del tempo, per combattere la battaglia finale contro chi vuole annientare il loro mondo.
A QUESTA TRILOGIA SI SONO POI AGGIUNTE TANTE ALTRE SERIE CHE SONO SIA SEQUEL DELLA SAGA PRINCIPALE SIA SPIN OFF MENO DIRETTTAMENTE E CRONOLOGICAMENTE COLLEGATI AD ESSA.
MA IO RITENGO CHE SOLO 4 di queste serie arricchiscano la serie principale in modo importante, introducendo nuove figure che si riveleranno fondamentali ai fini della trama e raccontando eventi muteranno per sempre le vite dei personaggi della serie, e sono naturalmente le 4 serie corrispondenti ai 4 RIFT che avvengono nel ciclo dopo la serie princpale, poichè ogni volta che un rift, un passaggio verso un’altra dimensione, si apre ne segue sempre caos e guerra:
The Serpentwar Saga
Ambientata circa 50 anni dopo la trilogia principale, dopo un secondo Rift, dopo che si è creato un secondo pasaggio con un altra dimensione. Midkemia è invasa da uomini lucertola, che stanno sfuggendo a un invasione di demoni sul loro mondo d’origine.
Shadow of a Dark Queen, 1994
Rise of a Merchant Prince, 1995
Rage of a Demon King, 1997
Shards of a Broken Crown, 1998
The Darkwar Saga
Ambientata poco dopo la serie Conclave e quindi circa 30 anni dopo il Secondo Rift, e la serie Serpentwar. Accade un Terzo Rift e stavolta la Conclavedelle ombre deve cercare di fermare l’invasione dei Dasati; una razza proveninte da un altra dimensione dominata dalle forze del male.
Flight of the Nighthawks,2005
Into a Dark Realm,2006
Wrath of a Mad God,2008
The Demonwar Saga
Solo 10 anni dopo il Terzo Rift, ecco aprirsi un Quarto Rift, e stavolta dal passaggio pronti a invadere Midkemia arrivano degli elfi guerrieri in fuga da forze demoniache che finiscono pure loro per arrivare su Midkemia.
Rides a Dread Legion, 2009
At the Gates of Darkness, 2010
The Chaoswar Saga
Ambientata dopo un Quinto Rift subito dopo la Demonwar serie di cui è un diretto seguito vede l’invasione del Regno delle Isole da parte dell’Impero Kesh.
A Kingdom Besieged, 2011
A Crown Imperiled, 2012
Magician's End, 2013
LE ALTRE 5 SERIE che FEIST ha scritto, arricchiscono certamente la serie, ma li vedo come più degli spin off che potrebbero anche venir saltati senza togliere poi molto alla trama principale. Opinione mia e vi consiglierei di leggerli solo se avete amatoin modo particolare alcune parti dei libri principali.
Ad esempio vi appassionano le lotte politiche di Midkemia, gli intrighi di corte, L’impero Kelean e Krondor, allora certamente vi consiglio di leggere le serie:
Kelewan Empire
con Janny Wurts, Daughter of the Empire, 1987
con Janny Wurts, Servant of the Empire, 1990
con Janny Wurts, Mistress of the Empire, 1992
Krondor's Sons
Prince of the Blood, 1989
The King's Buccaneer, 1992
The Riftwar Legacy
Krondor: The Betrayal, 1998
Krondor: The Assassins, 1999
Krondor: Tear of the Gods, 2000
Vi interessa invece di più il lato magico della storia, i maghi, la scuola di magia? Allora dovete certamente leggere la serie:
Il Conclave delle ombre:
L'artiglio del falco d'argento (Talon of the Silver Hawk, 2002), Nord, 2003
Il re delle volpi (King of Foxes, 2003), Nord, 2004
L'esilio del tiranno (Exile's Return, 2004), Nord, 2006
Per quanto riguarda la serie Legends of RIftwar, questa poi non la chiamerei neppure serie sequel, è proprio uno spin off ed è formata da libri tra loro scollegato tra l’altro che invece si legano da ltri libri della saga approfondendone alcuni personaggi molto secondari. Quindi la lettura di questa potete saltarla a meno che siate veri fan di questa serie e volete leggere tutto ciò che c’è da leggere su questo universo.
Legends of the Riftwar
con William R. Forstchen, Honoured Enemy, 2001 (pubblicato anche come Honored Enemy)
con Joel Rosenberg, Murder in LaMut, 2002
con S. M. Stirling, Jimmy the Hand, 2003
Jimmy and the Crawler, 2013
SE INVECE VOLETE IMMERGERVI TOTALMENTE IN QUESTO MONDO e LEGGERE L’INTERA SAGA IN ORDINE CRONOLOGICO DEGLI AVVENIMENTI NARRATI, L’ORDINE GIUSTO E’ QUESTO
1. Serie di Riftwar (la serie principale il fulcro del ciclo)
2. Serie Legends of the Riftwar (ambientata tra il primo e il secondo libro della trilogia principale)
3. Serie Kelewan Empire (ambientata durante la prima trilogia principale)
4. The Riftwar Legacy (ambientata 10 anni dopo gli avvenimenti di Scontro a Sethanon)
5. Serie Krondor's Sons (dedicata alle avventure dei figli del principe Arutha e ambientata 20-30 anni dopo la trilogia principale).
6. Serie The Serpentwar Saga (ambientata 50 anni dopo la fine della trilogia principale dopo il secondo Rift)
7. Serie ll Conclave delle ombre (ambientata circa 30 anni dopo la serie Serpentwar)
8. Serie The Darkwar Saga (ambientata qualche anno dopo il Conclave dopo il terzo rift)
9. Serie The Demonwar Saga (ambientata dopo il quarto rift, 10 anni dopo Darkwar)
10. Serie The Chaoswar Saga (ambientata dopo il quinto rift poco dopo la Demonwar serie)
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Recensione … Anime di M.C. Buoso
Ringrazio la Redazione di Radio Rovigo Net per aver parlato del mio libro Anime. Grazie e Buona Lettura… …. L’autrice polesana, con “Anime”, ci offre una narrazione profonda e complessa, tessuta di introspezione e di relazioni familiari. Questo romanzo, pubblicato per la prima volta nel 2017 e riedito nel 2023, si presenta come un dialogo a tre voci che indaga la difficile scelta del…
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Francesco Chiavazzo - Il romanzo “Utopia - Zero Money”
Un viaggio introspettivo fra l’oscurità e l’incanto della città
Lo scrittore Francesco Chiavazzo pubblica il suo romanzo in self “Utopia - Zero Money”, disponibile per l’acquisto dal 12 gennaio 2024. La storia è ambientata nella città di Utopia, dove il protagonista Leonardo trova un vero e proprio rifugio. Nonostante il cielo riesca a mantenere i segreti di chiunque lo fissi, ad un certo punto, il passato torna a bussare alla porta di Leonardo e l’incanto della città svanisce, mostrando una tela intricata fra il tempo scorso, il presente e il futuro. Leonardo diventa un viaggiatore intrappolato tra mondi, che si ritrova a fronteggiare il proprio destino fra le ombre minacciose della città. Quando l’uomo trova riparo nella grotta dietro la cascata, con il fuoco come unico compagno, decide di scoprire qualche dettaglio in più sul suo passato e cerca di mettere ordine a tutti quei frammenti confusi.
Il destino ha in serbo per lui un incontro magico: seduto attorno al fuoco, Leonardo arriva alla consapevolezza che la vita è come un falò, dove ogni scintilla rappresenta un momento irripetibile, una scelta fatta, un'emozione vissuta. Tuttavia, ogni fiamma si dissolve nel buio, portando con sé una parte di sé stessa. La realizzazione fa nascere in lui l'urgente necessità di fare i conti con il suo passato, di abbracciare le sfide e lasciare andare ciò che è destinato a perdersi, decide di coltivare quella fiamma, e trovare un senso al caos che lo circonda.
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In “Utopia” il lettore è invitato a seguire il viaggio di Leonardo attraverso mondi incantati e introspezione, dove il fuoco diventa un catalizzatore per la rinascita e la scoperta di un significato più profondo nella trama intricata della sua esistenza.
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“L'appuntamento” di Klaus Zambiasi, un viaggio tra passione e introspezione.
Esce in libreria in questi giorni il nuovo romanzo di Klaus Zambiasi “L’appuntamento” (Youcanprint), un libro che esplora la bellezza degli incontri casuali che lasciano un segno indelebile e la complessità delle emozioni che ne scaturiscono. Klaus Zambiasi è nato a Castiglione delle Stiviere (Mantova) ma vive e lavora in provincia di Bolzano. Apprezzato pittore, ha lavorato nella pubblica…
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Amori, lettura e scrittura in estate al lago
Estate al lago Amori, lettura e scrittura in estate al lago, un articolo che analizza il romanzo Estate al lago di Alberto Vigevani, con un estratto di alcune pagine del testo. Attorno agli anni '90 avevo trovato allegato ad una rivista, in omaggio, il libro Estate al lago di Alberto Vigevani e benché non fossi un grande amante dei romanzi, visto che non potevo andare in vacanza e poiché in gioventù avevo trascorso spesso delle giornate estive sul lago di Garda, benché in questo caso si trattasse del lago di Como, memore di qualche rifermento ai Promessi Sposi del Manzoni, decisi di leggerlo. Il lago in ogni caso ha comunque un fascino particolare, e come dicevo anch'io ho trascorso in questi ambienti un bel po' di giornate, prima con mia mamma che mi accompagnava per andare a pescare attorno ai 12-13 anni, nelle acque di Salò, Maderno, Desenzano, poi con i miei amici negli anni turbolenti della mia adolescenza, principalmente a Toscolano Maderno, Manerba, Padenghe, e poi ancora sul Lago d'Idro, e infine ancora con mia mamma alle terme di Sirmione. Ora a distanza di più di trent'anni da quel periodo e a ben 66 anni dalla pubblicazione del libro avvenuta nel 1958, ho deciso di dedicargli questo articolo, anche perché, visto che siamo in estate e la gente in genere legge sempre meno, mi sento di affermare che leggere "Un'estate al lago" di Alberto Vigevani è come concedersi una vacanza letteraria, ricca di emozioni, riflessioni e bellezza. Direi per prima cosa che consigliare questo romanzo, snello ma succulento, significa suggerire un viaggio emozionante nella nostalgia e nella bellezza del passato. Ed ora vi elencherò diversi punti per cercare di convincere qualcuno a non perdere questa occasione letteraria. 1) Vigevani è un maestro nel creare atmosfere che trasportano il lettore direttamente nelle calde estati italiane, tra paesaggi lacustri incantevoli e la quiete della natura. 2) I protagonisti del romanzo sono descritti con una profondità psicologica che permette al lettore di immedesimarsi nelle loro vite e nei loro sentimenti. Le loro storie e interazioni sono il cuore pulsante del libro. 3) La prosa di Vigevani è elegante e poetica, rendendo la lettura un'esperienza estetica oltre che narrativa. La sua capacità di descrivere i dettagli con delicatezza e precisione arricchisce ogni pagina. 4) Il romanzo esplora temi come l'amore, la memoria, la perdita e la ricerca di sé, offrendo spunti di riflessione che risuonano profondamente con i lettori di ogni età. 5) Ambientato negli anni '30, "Un'estate al lago" offre un affascinante spaccato di un'epoca passata. Vigevani riesce a catturare l'essenza del tempo e del luogo, permettendo al lettore di vivere un pezzo di storia italiana attraverso gli occhi dei suoi personaggi. 6) Il libro è pervaso da una dolce nostalgia, che invita il lettore a riflettere sulla propria infanzia e sui ricordi estivi. Questa introspezione rende la lettura profondamente personale e toccante. 7) "Un'estate al lago" è stato accolto favorevolmente dalla critica, che ne ha lodato la qualità narrativa e la profondità emotiva. È un'opera apprezzata sia dai lettori che dagli esperti letterari. 8) La descrizione dei paesaggi, delle giornate estive, e delle piccole gioie quotidiane crea un'esperienza immersiva che consente al lettore di "vivere" l'estate al lago insieme ai personaggi.
Alberto Vigevani Alberto Vigevani (1918-1999) è stato uno scrittore, poeta ed editore italiano. Nato a Milano, si distinse per la sua produzione letteraria caratterizzata da una prosa elegante e malinconica. Oltre a numerosi romanzi e racconti, Vigevani pubblicò poesie e si dedicò all'editoria, fondando la casa editrice Il Polifilo, specializzata in libri d'arte e di alta qualità tipografica. Le sue opere riflettono spesso la nostalgia per un mondo perduto e la complessità delle relazioni umane. Vigevani è ricordato come una figura importante nel panorama culturale italiano del XX secolo. Oltre a Estate al lago ha pubblicato Un’educazione borghese; La casa perduta; L'abbandono; La breve passeggiata. Ha ottenuto, tra altri, il Premio Bagutta. Estate al lago. L'estate era stata diversa da quelle passate: le ultime vacanze dell'infanzia. Era maturata per Giacomo una nuova età: dalla suggestione dei sensi alle delicate immagini del suo amore puerile. Tutto si poteva dire in silenzio e tutto si scioglieva in contemplazione. Come ha scritto Geno Pampaloni nell'introduzione al testo, la verità del libro è in questo attimo di sospensione vitale, in questo (doloroso e insieme corroborante) diritto al segreto di fronte alla violenza della realtà. E, la sua, una sospensione magica, illusa e labile com'è proprio dell’adolescenza. Ma non è solo sua: è anche l’illusione ansiosa del silenzio e della contemplazione, quella lieve vertigine fatta di insicurezza, di angoscia e di nostalgia che caratterizzò la cultura europea tra le due guerre al cospetto delle dittature e nell’imminenza della tragedia. Pampaloni spiega molto bene la natura del romanzo e tutti i suoi risvolti, come si evince da queste sue riflessioni. " Intendiamoci. La qualità poetica del racconto del Vigevani attinge a una cultura riflessa. Tutto è già alle sue spalle. «Tutto è accaduto», come dice un titolo di Corrado Alvaro, che sentì come pochi altri scrittori, con intelligenza amara, la transizione esistenziale propria del nostro tempo. Non per nulla Alberto Vigevani è libraio antiquario, ed è editore di testi preziosi e dimenticati della più raffinata tradizione, quasi che la sua vocazione di uomo sia dedicata al recupero, all’assaporamento di valori non mercificabili, alla fedeltà della memoria. Dietro di lui scrittore si staglia la grande ombra di Proust, il fascino della grande borghesia colta, intenta a cogliere l’ultima essenza di un mondo stremato dai suoi stessi valori... Perciò, contrariamente allo schema usuale, per cui l'adolescente passa dalla innocenza alla torbida scoperta del sesso, egli supera abbastanza rapidamente l’accensione sensuale, e sublima la sua ricchezza affettiva in un amore impossibile per la bionda e gentile madre del suo compagno di giuochi. Ma ecco che qui racconto d’amore e storia di un’educazione sentimentale si saldano.
Lago di Como in estate Che cosa rivela a Giacomo l’incontro con la giovane donna e il suo figliolo malato e ardente? 1. La forza della passione, così profonda e coinvolgente da risultare rasserenante anche se dolorosa; 2. L’« armonia e tenerezza» che unisce madre e figlio in un legame meraviglioso, compatto, inscindibile; 3. L'ambiguità della figura materna, ove si mescolano la dolcezza sensuale e il tepore protettivo, oscuro modello e | presagio di un’ambiguità esistenziale che accompagna l’intera vita; 4. La gioia pura e malinconica della bellezza, che invita al silenzio e alla contemplazione; 5. Gli rivela infine la possibilità stessa della rivelazione dell’io profondo, vertiginosa «come se si trovasse sull’orlo della propria vita ». Tutto questo lo prepara all’intuizione finale: «com'era complesso l’amore; non solo desiderio d’armonia, di bellezza, ma anche aspirazione a non esistere più, ad annientarsi. E ancora: vi era qualcosa di crudele, d’irrimediabile, qualcosa che non si sarebbe nemmeno potuto confessare, anche se lo avesse veramente compreso ». Questo è, mi pare, il tratto originale del personaggio (e del libro): la perdita dell’innocenza, momento fatale di ogni adolescenza, si trasforma, come in dissolvenza, nella consapevolezza della complessità dell'amore, con tutto ciò che di ambiguo, di doloroso, ma anche di certo e, in qualche senso, di supremo, tale consapevolezza porta con sé. Mentre si chiudono, tra le prime piogge e i colori spenti dell'autunno, le «ultime vacanze dell’infanzia », l'educazione sentimentale di Giacomo può dirsi compiuta, ma nel senso che il velo d’ombra di un’incompiutezza infinita si proietta a occupare ogni possibile futuro. Il crepuscolo di adolescenza, la lacerazione tra innocenza e maturità, che egli ha vissuto nell’estate al lago, è destinata a durare per sempre. Ma si capisce che, avviandosi ignaro verso i tempi della violenza e della devastazione che si affacceranno alla storia, egli entrerà nella vita non sotto il segno della conquista ma sotto il segno della poesia." Ma ora lasciamo lo spazio ad alcune pagine del libro. I primi giorni di vacanza seguirono rapidi, come una febbre che accalori le guance e svanisca lasciando una stanchezza, un senso di sonnolenza, e ancora fame di nuova stanchezza e di sonno. I cugini erano arrivati: l’Elisa, gentile e non bella, dal corpo pesante, la fronte a bauletto sporgente sopra gli occhi; Aldo, che aveva l’età di Stefano e dipingeva all’acquarello; Mario, un ragazzo calmo, maggiore di Giacomo di due anni. Stavano sempre insieme: nuotavano, andavano in barca, a volte salivano sulla strada di Porlezza, dov'era una valle segnata da un fiumiciattolo incassato, il Senagra. Altre partivano per Cadenabbia o, dalla parte opposta, per Acquaseria e Gravedona, in bicicletta, con la merenda al sacco, e dopo aver fatto il bagno si riposavano sui prati. Formavano una compagnia allegra, con altri giovani che s'erano aggiunti: la bruna che Stefano aveva conosciuto al Lido, Elsa, figlia del padrone dell’albergo Victoria, e il fratello, un giovane basso, il tuffatore migliore della spiaggia, che anche fuori portava una calottina rossa sui capelli impomatati. Poi le due ragazze Lanfranchi, già da Milano amiche dei cugini: la maggiore slanciata, con occhi verdi luminosi; la minore, grassottella e addormentata, con gli stessi occhi, ma sbiaditi e gonfi, che le davano l’espressione attonita di un pesce... Giacomo aveva scoperto per conto suo che l’Elsa non era tutta muscoli, ma d’una bellezza così piena e persuasiva che se ne sentiva attirato. Tuttavia la sua inclinazione non andava oltre il piacere degli occhi e quel senso di vergogna che lo istupidiva se gli capitava di rimanere solo con lei. La presenza di Clara, d’altra parte, riusciva a rendere leggera l’aria che li avvolgeva, nulla in essa s’incideva con troppa asprezza, appena vi si accennavano le amicizie ancora incerte. L’Elisa e la minore delle Lanfranchi divennero inseparabili, Mario stava insieme con Giacomo che era il più giovane ma non stonava in mezzo agli altri, in quei primi giorni in cui tutto scaturiva con spontaneità, come se per le vacanze fossero tornati ragazzi anche i grandi. Forse non badavano alla differenza di età, o lo ammettevano perché li faceva ridere con uscite in cui, incitato dal desiderio di farsi notare, caricava il suo senso dell'umorismo di una capacità d’invenzione che si smentiva di rado. Le zitelle che aveva spaventato in bicicletta erano divenute dei personaggi, così Antonio, il custode, di cui rifaceva la voce e imitava i discorsi farciti d’interiezioni, di proverbi detti a sproposito. Ma forse erano gli altri, a completare o ad accrescere il ridicolo dei suoi accostamenti, delle trovate che gli nascevano spontanee dal troppo parlare, quando si eccitava: la verità era che avevano voglia di ridere, di sentirsi disinvolti e spensierati prima d’addentrarsi nel terreno sfuggente e sconosciuto delle nuove amicizie.
Cartina del lago di Como Finirono anche quei giorni d’attesa: Stefano ora lo respingeva, se gli andava vicino mentre aveva al braccio l’Elsa; rispondeva a monosillabi. Durante le gite Giacomo e Mario restavano indietro. Prima, avevano tutti riso delle sue immagini, si era sentito ammirato dalle ragazze, invidiato da Mario, in brevi momenti di esaltazione che lasciavano adesso il posto a un risentimento. Supponeva d’essere condannato a portare i calzoni corti in eterno, come un segno d'’inferiorità. Tra loro due e i grandi duravano lunghi silenzi, le parole di Giacomo cadevano senza che nessuno le raccogliesse, e a un tratto s'’accorgevano che i giovani camminavano avanti, sulla mulattiera lungo il monte, o rimanevano solo loro sulla spiaggia, mentre gli altri se n'erano andati in barca senza chiamarli. Li ritrovavano poi che ballavano nella sala a pianterreno della villa o all’albergo Victoria... Presto arrivò luglio. Negli alberghi si davano i primi balli: la stagione vera sarebbe venuta a settembre. Clara si metteva in abito lungo e veniva a farsi ammirare prima di uscire. Stefano vestiva lo smoking e Giacomo gli faceva compagnia mentre si preparava in bagno e annodava la cravatta davanti allo specchio. Forte e giovane, le sopracciglia folte, gli occhi vellutati e scuri uguali a quelli del padre, pareva lontano come mai, e proprio nel momento in cui gli offriva maggiore confidenza. Delle feste parlavano a tavola, il giorno dopo. Gli rimanevano nella mente episodi e nomi di persone, uditi nei discorsi dei fratelli, con il prestigio delle cose inaccessibili. Se la festa era a Menaggio, andava con le domestiche a vedere l’entrata dai cancelli. L’Emilia gli metteva una mano sulla spalla; diceva: «Ti piacerebbe vestirti da sera, ballare anche tu? »... A metà d’agosto il padre tornò per fermarsi una settimana. Giacomo quasi non s’accorgeva di lui. Gli era toccato ancora deluderlo: non aveva mai adoperato gli attrezzi e aveva fatto pochi progressi nello studio. Si sentiva in colpa, guardandolo: come provasse il sentimento che il padre fosse, senza sospettarlo, esposto a subire le conseguenze di ciò che a un tratto poteva insorgere nel suo animo. Gli appariva incapace di difendersi, nell’abito di tela un po’ ottocentesco, con la camicia di seta cruda aperta sul collo e il leggero copricapo di panama che sbiancavano ancor più la sua carnagione cittadina. Del resto non stavano mai insieme: usciva con la madre a visitare parenti o conoscenti che poi venivano a prendere il tè in giardino. A Giacomo sembrava che tra loro due qualcosa fosse già cambiato. Forse temeva per il suo segreto, quando gli occhi del padre si posavano sopra di lui, schiariti da un’ironia dolce e penetrante che avrebbe voluto sfuggire. Eppure, durante il giorno, tra Giacomo e l’Emilia tutto si svolgeva come prima, di nuovo non c'era che la carezza più ardita, le poche sere, ormai, che andavano a passeggio insieme. Spesso lei voleva uscire con l’Elvira, dicendo che si recavano al cinema, dove lui non poteva seguirla. Incontrandolo, sorrideva sempre, lo sfiorava col fianco come per scherzo, forse per vedergli in faccia il turbamento che non riusciva a nascondere. Era come fosse per abbandonarsi a piangere, e non potesse trovare comprensione se non in lei che già mostrava di evitarlo. Ma la notte, prima di addormentarsi, era diverso: come un appuntamento, ogni volta si ripeteva il lungo istante in cui, col respiro disordinato, il capo fitto nel guanciale, brancolava sopra un’immagine di lei oscura e avvincente. Se la raffigurava nuda, nella sua ricchezza segreta, lambita dal buio, le spalle e il petto candidi in luce, il ventre affondato in una macchia. Confusa e incerta ossessione, come confuse e incerte le reminiscenze, il negativo del nudo tra le rocce finte, i corpi femminili alla spiaggia, ogni nutrimento anonimo e frammentario della sua fantasia. A sfiorare quella immagine con una carezza, qualcosa entro di lui si rompeva in una breve liberazione che lo lasciava intontito e vergognoso. Infine una sera, appena partito il padre, che tutti erano usciti - l’Elvira aveva voluto andare al cinema da sola -, udì il passo dell'Emilia nella stanza che occupava all’ultimo piano, sopra la sua. Giacomo aveva già un poco dormito e quei passi gl’illuminarono d’improvviso la figura di lei, i suoi gesti mentre andava spogliandosi. Gli pulsavano le tempie; senz’accorgersene si trovò fuori della porta. Salì le scale nell’oscurità, cercando di non far rumore. Si sentiva un ladro, temeva che qualcuno potesse sorprenderlo. Una striscia di luce bagnava il pianerottolo, da sotto la porta. Non udiva nemmeno più il passo della donna. S’appoggiò alla maniglia, la porta cedette. Dalla finestra ovale entrava la luna e illuminava il letto. Il suo volto era quasi al buio: pareva ancora più pallido. Vide che i suoi occhi lo fissavano. « Giacomo », disse a bassa voce, « sei tu? ». Siccome non si muoveva, rigido contro la porta, il cuore che gli batteva di furia, lei riprese, con una voce alterata che sembrò una carezza: «Vieni qua». Andò verso il letto in punta di piedi. Si muoveva in quella luce quasi irreale come in una delle apparizioni che venivano a sorprenderlo la notte, quando non riusciva a dormire. Lei gli prese i polsi, l’attirò a sé. Piegando le ginocchia contro la sponda del letto, premette la guancia sulla spalla nuda. Il suo profumo lo confondeva. Dietro la testa di lei, sopra il candore del guanciale colpito dalla luce, i capelli sciolti addensavano un bosco oscuro e segreto da cui si staccava il suo volto smorto, senza più quel sorriso che sempre lo pungeva, sulle labbra adesso aride e schiuse. Gli occhi, scintillanti, sembravano vetri in cui la luce acquistasse profondità.
Grand Hotel Victoria Liberò le mani per cercarle il seno: annaspavano contro la tela un po’ ruvida della camicia. Fu lei a offrirglielo, scostando la spalla, e gli sembrò che bruciasse; poi quel fuoco gli entrò nella pelle. Lo palpava intero senza sapere dove indugiare. Si riempiva le mani della ricchezza che lei gli aveva ‘nascosto, e non cedeva alla carezza ripetuta ma la chiamava ancora, rinnovandogli come uno spasimo. Era entro un sentiero buio che lo faceva trasalire, e morbido, in cui ritrovava pungente l’odore dei capelli che gli coprivano le guance, la fronte. Un alito resinoso di terra e di donna che pareva quello del suo sangue. «Giacomo », aveva detto, due, tre volte, irosamente, gli era sembrato, muovendo il petto per svincolarsi. Ma s’avvinghiava a lei come se dovesse spremere, succhiare tutto il profumo e il calore che emanava. Poi gli si abbandonò, ansimante. Gli aveva cercato la bocca, la mano, ma appena raggiunte si era scossa, l’aveva allontanato con violenza, accendendo la piccola lampada sul tavolino. Era rimasto in fondo al letto. La fissava, nella debole luce elettrica, i capelli e la camicia in disordine, il volto quasi cattivo, mutato, con le labbra tremanti e tumide. La sua bellezza pareva a un tratto non più lontana, ossessiva, ma come rozza e affranta. Il torpore lo avvolgeva, allontanando ogni cosa nel tempo: si sentiva quasi spettatore di quel suo risveglio. Vide il seno scomparire nello scollo e gli parve una macchia, un fiore raggrinzito, la punta violacea che esitò un istante sull’orlo della camicia. Contrastando con la pelle chiara del petto somigliava a un oggetto immaginato nel sogno, che alla luce reale stupisca. Anche i suoi occhi erano diversi: lo sfuggivano come fosse lei, ora, a provare vergogna e a temere il suo riso. Gli pareva anche un'illusione il sussurro, quasi un gemito, che aveva colto sulle sue labbra. Si era seduta e aveva preso il pettine. Mentre ravviava i capelli si tolse la forcina dalle labbra e disse, a bassa voce: «Ti voglio bene, però sei un bambino ». Parole così fragili gli avevano fatto l’effetto che le avesse pensate, più che dette. Non capiva perché tornava ora un bambino, quando per un lungo momento era stata lei a soffrire sotto il suo abbraccio, e le sue labbra avevano perduto ogni voglia di sorriso. Read the full article
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Brigitte Reimann
Brigitte Reimann, scrittrice inquieta e appassionata, ha avuto un impatto significativo sulla letteratura della Germania Est nel periodo della Guerra Fredda.
Autrice ribelle dalla vita tormentata, il suo stile è caratterizzato da una profonda introspezione e un’attenzione alle questioni sociali e politiche della sua epoca.
I suoi diari Non rimpiango nulla. Diario 1955-1963 e Tutto sa di partenza. Diario 1964-1970, sono molto apprezzati per il loro resoconto chiaro della vita nella DDR.
Il suo romanzo più famoso è Franziska Linkerhand, del 1974, che narra la storia di una giovane architetta che lotta con la burocrazia e le limitazioni della società socialista. Diventato un classico della letteratura, affronta temi come l’individualismo, l’alienazione e il conflitto tra aspirazioni personali e ideologie socialiste.
Politicamente impegnata, claudicante a causa della poliomielite infantile, ha avuto ben quattro matrimoni, non si è mai iscritta al Partito che ha spesso contestato e che ha censurato le sue opere.
Nata il 21 luglio 1933 a Burg, in Sassonia, in una famiglia medio borghese, aveva affrontato, sin da piccola sfide e difficoltà. Ha iniziato a scrivere a quattordici anni, mentre si stava riprendendo dalla poliomielite. A diciassette anni aveva già pubblicato un libro di opere teatrali che le era valso il primo premio in un concorso di teatro del Volksbühne di Berlino.
Per mantenersi, mentre scriveva, ha svolto diversi lavori, è stata libraia, insegnante e giornalista. Quando era impiegata in una miniera di lignite, ha scritto il racconto Ankunft im Alltag, considerato un capolavoro del realismo socialista.
Nel 1963 dopo diverse revisioni da parte della censura, è uscito Fratelli la cui trama si ispira alla fuga del fratello Lutz a Ovest, nel 1960. Il romanzo aveva suscitato clamore perché aveva osato descrivere una Repubblica Democratica Tedesca povera e incerta la cui cittadinanza era alla ricerca di libertà e giustizia.
Nel 1964 ha vinto il premio Heinrich Mann.
Il volume Un’amicizia in lettere 1964/1973 contiene il carteggio con l’altra grande Maestra della letteratura tedesca contemporanea, Christa Wolf.
Dopo amori travagliati e coraggiose prese di posizione politiche, è morta a soli 39 anni di cancro, il 22 febbraio 1973.
Nel 2022, durante i lavori di ristrutturazione di un edificio in Sassonia, è stato rinvenuto il manoscritto di Fratelli che, l’anno seguente, è stato ristampato integralmente, riportando alla luce il valore della sua scrittura.
In un suggestivo scontro tra idealismo e repressione, lealtà familiare e desiderio di autonomia, tra personale e politico, le sue pagine sono tra le più vere e toccanti sui conflitti umani nella Germania divisa.
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2022 in books
I discovered I like Sellerio’s collections of detective stories - that’s it, I’m done. This is my new addiction. I already own Una notte in giallo and I already have Un anno in giallo and Una giornata in giallo in my sights. Help?
For context: Sellerio Editore is very well know in Italy for its excellent selection of mystery and detective story authors, the most famous of whom is Andrea Camilleri. They have this very recognizable editorial collection of books in the format you can see above: small, dark blue, with a picture or painting in the middle square and amazing paper for its pages (it smells amazing). One of the cutest phrases I read about Sellerio is that the format is so iconic and the content so reliable that the Italian word for detective story (”giallo”, meaning yellow, because in the 30′s a well-known publisher, Mondadori, started selling a very popular collection of detective stories all with a yellow cover) should become “blu”.
Sellerio regularly publishes this type of collection, with eight to ten of their authors all providing a story with a common theme: in this case, they need to solve a mystery in exactly one week. The titles of the installments of this series are a play on “in giallo” = in yellow. A week in yellow, a night in yellow (each story takes up only one night), a year in yellow (twelve stories, each one in one month from January to December), the holidays in yellow (either the detectives/protagonists or the victims are on holiday at the time of the crime), New Year’s Eve in yellow and so on.
My favorites of the stories in Una settimana in giallo have been:
Alessandro Robecchi’s story, which made me find out the lovely Monterossi mini series on Amazon Prime and convinced me to go buy at least a couple of his books (during the next Sellerio sale, next August - I swear I’ve resisted up to now!); the protagonist is a TV content writer (despite his wishes) and, with his actual-detective-friends, he is tasked with finding a reluctant heir to a furtune; all of Robecchi’s books with Monterossi as a protagonist are noirs set in Milan and, if the miniseries is even remotely close to the first two novels, they are delightful. The style is ironic and quick, a pleasure to read and I am definitely hooked
Santo Piazzese‘s idea was a nice detour from the usual organized crime storiline - it was the funniest story of the bunch, incredibly enough, considering the theme! Basically an up-and-coming mafia family use their influence to have a girl employed as a cook in a restaurant long-loved by the protagonist, Lorenzo La Marca (a university biology professor in Palermo), and owned by an old friend of his - except, she’s terrible at it but she has this idea of being a misunderstood genius and the owner cannot get rid of her without fearing repercussions on his restaurant; basically, La Marca finds a way to get her own relatives to remove her from the restaurant and the ending is particularly satisfying for a little mention of a certain character
Fabio Stassi’s search of missing characters from novels. His protagonist, Vince Corso (not a detective, but a psichologist who treats people by prescribing specific books depending on what ails them), falls asleep and dreams of meeting a dead author, who got a leave of absence from Heaven to come back for a few days and help Corso find the characters who started disappearing from books in protest, so they find, for the announced closing of a little library nearby, in Rome. They also find the time to go be interviewed by Fabio Fazio at Che tempo che fa, but only after saying hello to a very friendly Robert De Niro and starting a brawl
The other stories featured actual investigators/policemen or the usual curious-journalist/writer-who-finds-death-wherever-they-go or random people solving small-scale mysteries. Some were more entertaining than others, but the the three above are totally the winners, for me.
A remarkable thing that was actually very touching is the final editor’s note: this is the first “in giallo” collection designed and published after Camilleri’s death and, to honor him, all authors were asked to slip a reference to him or his work in their stories: sometimes it’s the name of a book, sometimes his most famous police commissioner, Montalbano, is mentioned (or disappears from his own novels), other times it’s a quote (book titles slipped in the dialogue or hidden quotes). That was so sweet!
Anyway, I got hooked both by the format (the stories in this are 50 to 70 pages long, more or less, so readable in a quiet lunch break) and by how this lets you have a little taste of authors’ writing style, so that you can see if you would actually like their novels (I am so glad I never picked up Savatteri’s stuff!). So expect to see more pictures like this in the future!
#2022 in books#una settimana in giallo#alicia giménez-bartlett#(la sua storia: non male la trama ma il fatto che la sua protagonista 'abiti' in altri romanzi e quindi sia fatta e finita#e non abbia bisogno di presentazioni non mi ha dato molte info; ho fatto fatica a immaginarmi sia petra che il suo compare#quindi non ero molto interessata alla risoluzione del mistero né ho trovato la narrazione particolarmente brillante - buono a sapersi)#andrej longo#(la sua: la più triste della raccolta; non mi è dispiaciuto il pov e alcune scene sul lungomare e nel baretto ma non mi ha preso granché)#marco malvaldi#(la sua: una storiella con il barista della serie del bar lume; non ho mai letto uno dei romanzi con lui e con i suoi vecchietti#il suo unico romanzo che ho letto è quello con pellegrino artusi come protagonista e quello fa schiantare dal ridere - c'è il sequel#ma sto aspettando che esca anche lui nelle edizioni promemoria come spero che accada per non averli di formati diversi#che mi darebbe fastidio - mentre questo.. sì aveva i suoi momenti simpatici ma non mi ha fatto affezionare al barista#mentre la vicequestore sua compagna è stata simpatica per lo scazzo assoluto dimostrato dalla pagina n. 1.. vedremo)#antonio manzini#(ho iniziato a vedere 'rocco schiavone' dopo aver letto questo racconto perché il tono mi è piaciuto ma diciamo che lo stile non è di quelli#indimenticabili e con i personaggi non ci sono stati momenti di introspezione o riflessione che mi abbiano fatto dire: voglio saperne di più#insomma - battute simpatiche ma vivo anche senza; è stato carino scoprire la sua corrispettiva francese e il finale è figo ma tutto qua)#santo piazzese#(ho adorato il tono di voce di la marca dall'inizio: è così irriverente ma da una visione colta e scanzonata della vita che ho apprezzato#e poi il fatto che [spoiler] abbia fatto leggermente avvelenare il piatto del cugino della ragazza per sputtanarla davanti alla famiglia#e farla licenziare per punizione - una soddisfazione! - e che poi finisca con la menzione di montalbano nell'operazione#che leva di mezzo definitivamene la famiglia dalla vita del suo vecchio amico - ah che bella stoccata!)#francesco recami#(la sua: divertente scoprire le macchinazioni della sorella e il colpo di culo del fratello ma niente di che non mi leggerei una serie così)#alessandro robecchi#(diciamo che quando carofiglio abbandona definitivamente guerrieri come protagonista - e già ha introdotto penelope#quindi manca poco con una serie nuova già avviata così - so a chi rivolgermi; è una delizia leggerlo e il pov è uno spasso)#gaetano savatteri#(la sua: ugh pov e pesonaggi secondari insopportabili - sono contenta che la serie tv sia fedele perché ho visto una sola puntata
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“ I marciapiedi erano affollati, la strada rigurgitava di veicoli, era il momento del massimo traffico; senza ombrello sotto la pioggia, Michele camminava con lentezza come se fosse stata una giornata di sole, guardando oziosamente le vetrine dei negozi; le donne, le réclames luminose sospese nell’oscurità; ma per quanti sforzi facesse non gli riusciva d’interessarsi a questo vecchio spettacolo della strada; l’angoscia che l’aveva invaso senza ragione, mentre se ne andava attraverso i saloni vuoti dell’albergo, non lo lasciava; la propria immagine, quel che veramente era e non poteva dimenticar di essere, lo perseguitava; ecco, gli pareva di vedersi: solo, miserabile, indifferente. Gli venne il desiderio di entrare in un cinematografo; ce n’era uno su quella strada, assai lussuoso, il quale sulla sua porta di marmo ostentava una girandola luminosa in continuo movimento. Michele si avvicinò, guardò le fotografie: roba cinese fatta in America; troppo stupido; accese una sigaretta, riprese il suo cammino senza fiducia, sotto la pioggia, tra la folla; poi buttò via la sigaretta: niente da fare. Ma intanto l’angoscia aumentava, su questo non c’era dubbio; già ne conosceva la formazione: prima una vaga incertezza, un senso di sfiducia, di vanità, un bisogno di affaccendarsi, di appassionarsi; poi, pian piano, la gola secca, la bocca amara, gli occhi sbarrati, il ritorno insistente nella sua testa vuota di certe frasi assurde, insomma una disperazione furiosa e senza illusioni. Di questa angoscia, Michele aveva un timore doloroso: avrebbe voluto non pensarci, e come ogni altra persona, vivere minuto per minuto, senza preoccupazioni, in pace con se stesso e con gli altri; “essere un imbecille“ sospirava qualche volta; ma quando meno se l’aspettava una parola, un’immagine, un pensiero lo richiamavano all’eterna questione; allora la sua distrazione crollava, ogni sforzo era vano, bisognava pensare. “
Alberto Moravia, Gli indifferenti, Bompiani (collana Tascabili n° 283), 2005; pp. 108-09.
[ 1ª edizione: Alpes editore, Milano, 1929 ]
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Aloha e komo mai (on Wattpad) https://www.wattpad.com/story/315948244-aloha-e-komo-mai?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_myworks&wp_uname=SarahWayne8&wp_originator=S9z1EBSnUEkK%2F6tcbH10yuZfB4dWu2Yk2Qx4QFB5iQ4JfFwNd%2Bm5yqXiPjaVDXxET997%2FOOg7DWyG%2F5M8CwdvoJJVkyYb%2Fgq57fBd14BjLywobkQVM59pNz1AdW7oWAe Storia scritta a quattro mani; Matt (personaggio ispirato a Spencer Reid di Criminal Minds) viene trasferito alle Hawaii e finisce con il lavorare con Alex (personaggio ispirato a Steve McGarret di Hawaii Five-0) nella Five-0. Matt scoprirà di essere una Guida e nello specifico la Guida di Alex, Sentinella di classe A.
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La Ragazza Nascosta: Il Mistero e il Fascino del Nuovo Romanzo di Lucinda Riley. Recensione di Alessandria today
Con "La Ragazza Nascosta", Lucinda Riley ci regala un ultimo, coinvolgente romanzo, carico di intrighi, misteri e legami familiari nascosti. Pubblicato postumo, questo libro conferma ancora una volta l'abilità dell'autrice nel costruire trame ricche di su
Un viaggio tra segreti familiari e verità nascoste nel libro postumo di Lucinda Riley. Con “La Ragazza Nascosta”, Lucinda Riley ci regala un ultimo, coinvolgente romanzo, carico di intrighi, misteri e legami familiari nascosti. Pubblicato postumo, questo libro conferma ancora una volta l’abilità dell’autrice nel costruire trame ricche di suspense e personaggi complessi. Ambientato tra il…
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“N. S. O. E.”, il nuovo romanzo di Vansky
“N. S. O. E.”, il nuovo romanzo di Vansky
Il Taccuino Ufficio Stampa
Presenta
“N. S. O. E.” di Vansky
Il misterioso scrittore Vansky presenta “N. S. O. E.”, un romanzo introspettivo che racconta il viaggio in assoluta libertà di sette personaggi, che si pongono l’obiettivo di riscoprire quei sogni che avevano dimenticato e che non avevano mai osato realizzare. Una storia “on the road” ambientata nei magnifici paesaggi naturali e…
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La lettrice di Cechov - Giulia Corsalini
La lettrice di Cechov – Giulia Corsalini
Tra gli scaffali della mia libraia preferita c’era questa copertina che chiamava Cechov, un autore che mi ha sempre affascinato alle superiori per i suoi racconti semplici ma diretti al punto, ed è stato un attimo sceglierlo ed avere curiosità della protagonista della storia!
La letteratura o meglio l’amore per la letteratura è un must di questo romanzo in cui la protagonista è una gran studiosa…
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Il blog consiglia "Aftermath" di Stefania Sperandio. Da non perdere!
Stefania Sperandio, caporedattrice di Spaziogames e critica esperta di videogiochi, torna a stupire il lettore con un thriller che guarda dentro l’animo umano. Aftermath, seguito del suo primo romanzo Corpo estraneo, è un thriller psicologico che ti terrà incollato alle pagine fino alla fine. Introspezione e colpi di scena sono gli elementi che lo caratterizzano. Quarta di copertina Manuela…
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#hikikomori il fenomeno dei #ragazziritirati in "Due fiocchi di neve uguali" di #lauracalosso #romanzo #introspezione #recensione @semlibri https://www.instagram.com/p/BtQG5ZcAXDC/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=ldd5lnwpv6kx
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