#rispettarsi
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Respirarsi, abbracciarsi, condividere quotidianità, rispettarsi e ridere insieme.
Esserci.
Semplicemente Amarsi
Breathe, hug each other, share everyday life, respect each other and laugh together.
To be there.
Simply love each other
#me soltanto me#pensieri miei al vento#ti sto ancora aspettando#a te che non esisti#poco prima di stringerti a me#soulversations#tienimi#sentimi#occhi profondi
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Toccare il fondo
senza perdere la dignità,
significa amarsi, rispettarsi.
Ed è questo che ci rende unici
in mezzo ad un branco
di finti leoni.
Luna Del Grande
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Sei la convinzione fatta persona! Sei più malato di tutte le ragazze di cui tu stesso parli. Ma ti leggi dopo che scrivi? Quanto ci credi? Sei solo un povero sfigato che non riesce a trovare nessuna per quel modo di arcaico di vedere la donna e pensi di far colpo qui con 4 ragazzine che aprono la bocca piene di stupore per 4 minchiate che scrivi.
Non avrai i coglioni nemmeno di pubblicare questa Ask come io non li ho non mostrandomi e rimanendo anonim* . Scelgo l'anon giusto perchè sei così pieno di ego e di te stesso che saresti capace di fare qualsiasi cosa
Facci una cortesia, evapora nuovamente e per sempre.
Eh no, invece mi spiace deluderti: resto qui, pubblico, e ti rispondo anche. Innanzitutto, tutto questo livore è sintomo di una certa insoddisfazione personale: a cosa è dovuto questo tuo malessere? Cosa ti impedisce di accettare l’opinione e la visione della vita degli altri? Andrebbe indagata quest’esigenza di (cercare di) gettare fango su una persona a te sconosciuta, e che personalmente nessun danno ti ha arrecato. E poi, suvvia, anche qualora ti fossi mostrata col tuo vero profilo non avrei fatto alcunché. Mi hai disegnato come un ‘ndranghetista! Rido. Gli asterischi puoi tranquillamente metterli dove ritieni più opportuno, ma la lingua italiana è un’altra cosa. Ed è molto piacevole leggerla, nella sua forma più corretta. I miei testi, logicamente, li rileggo sempre prima di pubblicarli. Anche più volte. Semplicemente perché ho più rispetto del mio pubblico, di quello che hai tu. A quelle che definisci “4 ragazzine”, sento di voler dedicare il meglio che posso. Ovvio, non tutte lo meritano, ma qualcuna c’è, c’è sempre. Quindi, non capisco bene dove col tuo appunto tu voglia andare a parare. Cosa dovrei pensare? Che sei invidiosa? Gelosa? Non vedo come e perché possa e debba darti fastidio ciò che narro in questo mio piccolo blog. È la mia vita, come tu hai la tua. Di malattie al mondo ce ne sono tante, e onestamente tirarle in ballo abbastanza a casaccio è una mancanza di rispetto per chi è malato veramente, se vogliamo metterla su questo piano. E io non sono affatto perbenista o politicamente corretto, anzi, ma mi limito a ribaltare il discorso per far luce su aspetti che certamente ti sfuggono. Hai mai pensato che possano esserci ragazze che, addirittura, possano trarre giovamento dalla lettura dei miei pensieri? Perché in alcuni casi, cara mia, è proprio ciò che accade. E lo so non perché l’ho sognato di notte nel silenzio più assoluto, ma perché mi è stato fatto presente. Eppure, tu, queste ragazze le definisci pateticamente e banalmente “malate”. E di conseguenza ritieni me ancor più malato perché, nella tua astrusa mente, io evidentemente le travio e corrompo. Quel “modo arcaico di vedere la donna”, è esattamente quel modo che ci ha permesso di arrivare fino a qui. Sì, anche a te. Per te è sbagliato? Va bene, qual è il problema? Per me invece è giustissimo e inevitabile e, paradossalmente, proprio tu lo dimostri. Che poi voglio dire, non vivo su Marte. E se un po’ questo blog l’hai “sfogliato”, lo avrei notato che mi chiamo “Ti aspetto altrove” proprio per questo motivo. Ovvero perché so che in questo mondo non è possibile trovare ciò che cerco. Non lo è più, quantomeno. E accetto questa sorte semplicemente con grande forza e maturità, isolandomi nella mia vita privata, professionale, e di tanto in tanto in questo piccolo spazio che (anche grazie a te) mi regala delle soddisfazioni. Perché quando si colpisce nel segno, ricevere “critiche” è la più diretta e naturale conseguenza. Non sono pieno di ego, sono solamente una persona che dopo tanti anni ha imparato a rispettarsi e volersi bene. E non sono nemmeno “la convinzione fatta persona”. Ho coltivato a fatica e nel tempo una buona autostima che mi accompagna nella vita di tutti i giorni, frutto di una grande introspezione che a tutt’oggi continua quotidianamente. Sono un povero sfigato, dici? Eppure vedo che sei stata tu, a voler sprecare tempo ed energie scrivendomi un messaggio anonimo senza capo né coda. Pensa che in quei pochi minuti avresti potuto uscire a prenderti una boccata d’aria, riflettere su un nuovo obiettivo per la giornata di domani, o dare un bacio alla persona amata. E invece, beata ingenuità, hai creduto di potermi ferire dandomi piuttosto la possibilità di emergere ancora una volta di più. Di risplendere, quindi. E sto sorridendo, mentre scrivo ciò. Perché vedi, se una sconosciuta qualsiasi pensa di poter arrivare qui e distruggere la mia corazza, be’, direi che sta sbagliando tutto. Ma grazie di cuore, per avermi permesso di farmi apprezzare ancora di più da quelle “4 ragazzine”. E ti salutiamo tutti assieme con la manina e un sorrisetto.
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"In queste nove stagioni di Formula 1 alle quali Max Verstappen ha preso parte, abbiamo conosciuto un ragazzo poco incline alla socializzazione, parzialmente freddo, distaccato e spesso irriverente anche nei confronti di chi - come Lewis Hamilton o Sebastian Vettel - ha scritto la storia recente della Formula 1.
A dirla tutta, Max non è mai stato tenero nei confronti di nessuno. O quasi.
Spesso accusato dalla stragrande maggioranza dei tifosi di essere saccente ed arrogante anche nei confronti degli stessi colleghi, il venticinquenne di Hasselt sembra infatti riservare (nelle dichiarazioni e non solo) un rispetto fuori dal comune nei confronti di un solo ed unico pilota: Charles Leclerc.
Tantissimi sono stati infatti gli attestati di stima espressi da Super Max nei confronti del coetaneo monegasco negli ultimi anni.
Da bambini si sono letteralmente odiati e non hanno mai avuto problemi ad ammetterlo.
Crescendo, tuttavia, si sono resi conto che il talento osservato nel rispettivo piede destro non ha forse eguali nel mondo delle competizioni motoristiche.
Una consapevolezza reciproca che ha portato i due non solo a rispettarsi, ma a difendersi vicendevolmente dagli attacchi giunti nei loro confronti da parte dei media.
E in questo Max è semplicemente straordinario.
Al termine del Gran Premio svoltosi in Austria poco meno di una settimana fa, alcuni giornalisti, nel tentativo di elogiarlo, hanno sottolineato come lui si fosse preso una bella rivincita nei confronti di Charles, vittorioso un anno fu sul circuito di Spielberg.
Max non ci sta, e attacca:
"Charles sa come battersi e ve lo ha dimostrato. Non posso considerare il nostro duello un vero duello. Le nostre auto hanno un ritmo diverso, e in quel momento avevano anche mescole diverse".
A Baku era accaduta la medesima cosa. A chi gli chiedeva se fosse sorpreso dalla pole del collega di Monaco, Max rispose così:
"Se sono sorpreso dal passo di Leclerc? No, di Charles non sono affatto sorpreso. Lui qui è sempre molto veloce, anzi, è sempre veloce ovunque. A Baku sono tre pole position consecutive se non mi sbaglio, giusto?".
Nel corso della scorsa stagione, Verstappen aveva invece speso le seguenti parole nei confronti di Leclerc:
"Penso che Charles sia uno dei piloti più talentuosi in Formula 1 e vincerà molte gare. Lui è davvero un bravo ragazzo. Abbiamo la stessa età, penso ci dividano solo settimane. Lo rispetto enormemente, è un piacere lottare con lui e con un team come la Ferrari".
Questi due ragazzi, per concludere, hanno tra le proprie mani le chiavi del futuro della Formula 1. La speranza (condivisa da entrambi e da tutti i tifosi) è che possano presto passarsele di mano in mano, dando vita ad un duello indimenticabile capace di durare a lungo.
Quello che tuttavia resta, delle parole di Max, è la lezione di vita offerta dal Campione del Mondo agli odiatori seriali, a chi segue la Formula 1 in modo superficiale, a chi commenta senza cognizione di causa inondando i social di insulti e opinioni che non meriterebbero alcuna visibilità.
Ecco, questa è la risposta più bella.
Ph. Red Bull Content Pool ©"
Articolo tratto da Hammer Time
A splendid article in Italian of how Max adores Charles and always defends him, which in his case rarely happens towards someone else because he tends to attack rather than protect others.
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Mi sembra che ci sia ormai una consuetudine molto diffusa a trasformare ogni argomento di politica internazionale in un confronto a chi è dominante, uno schierarsi privo della capacità di ascolto, su ogni tema. L'incapacità di affrontare - che dico, di accettare, piuttosto - la complessità, unita alla fretta irrazionale e immotivata di prendere parte, rifugiandosi sotto l'ombrello di parole d'ordine granitiche e prive della capacità di adattamento alla realtà. Le finte scelte che vengono proposte in ogni ambito e la logica secondo la quale "il nemico del mio nemico è mio amico" stanno creando storture cognitive che affollano la dialettica politica. Il massacro che Isr4ele sta facendo nell'indifferenza del mondo dovrebbe giustificare il terrorismo di H@mas? E a ruoli invertiti il 7 ottobre spiega la strage di bambini in corso a G4za?
Ieri Francesco Mazzucotelli , docente dell'Università di Pavia, ha descritto (in un incontro intitolato "Palestina, quale pace possibile?") una situazione disperante. Le mappe di un territorio - Isr4ele è poco più grande del Piemonte se si comprendono i territori occupati, poco più piccolo senza - diviso in decine di enclave, punteggiato di decine di colonie, dove ogni cambiamento di colore è un muro o un confine presidiato da eserciti e uomini armati. Dove qualunque percorso di pochi chilometri che si pensi di intraprendere deve mettere in preventivo di potere essere interrotto o deviato per motivi di sicurezza e perché le armi stanno sparando o le minacce si fanno pressanti. L'idea che si possa costruire la pace imponendo, se mai ce ne fosse la volontà, la coesistenza di due stati su questo territorio diventa, di fronte a qualunque mappa aggiornata, palesemente inconsistente. L'esercizio di fare passare la linea di confine di un chilometro più a est o a ovest provocherebbe un conflitto per ogni colonia o villaggio che rischi di restare aldilà o aldiqua.
L'unica alternativa a un nuovo esodo imposto con le armi e la disperazione è la convivenza nel rispetto reciproco. Una nazione nella quale ogni cittadino e cittadina abbia pari dignità, sia sottopostə alle stesse leggi, possa accedere in condizione di parità alle risorse. Utopia? Come, né più né meno, la fine definitiva della guerra in Palestina. Che si realizzerà, se si realizzerà, tra molto tempo, il tempo di generazioni probabilmente, solo lavorando da ora, ciascuno nel suo ruolo, a una cultura di pace e convivenza.
Il primo passo, ovvio, urgente e necessario, è il cessate il fuoco. Già per il secondo sarà utile e necessario ascoltarsi e rispettarsi... Marco Frigerio, Facebook
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A volte ci si rifugia nella solitudine per ritemprare la propria forza interiore per diventare migliori dopo aver riconosciuto i propri errori si serra la porta sul mondo per ritrovarsi.
Per amarsi, per rispettarsi e gioire della propria essenza, e della propria libertà.
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Ricordati che il tempo
è prezioso e non lo devi sprecare.
Dedicalo solo a coloro che hanno
avuto veri gesti di affetto, amore.
Dedicalo a coloro che sanno cosa
sia volersi bene, rispettarsi e stimarsi.
Non sprecare la tua vita per chi
non se lo merita e non sa dare il
giusto valore ad essa. Non ti
meritano e tu non hai perso niente!
@S. M.
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“Se hai la capacità di amare, ama prima te stesso.” (Charles Bukowski)
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Padrone e lavorante
«Finché non hai un cattivo padrone, di che ti devi lagnare?» […] Nella mente del nonno il padrone era un uomo da rispettarsi più d'ogni altro. Dava il lavoro e il lavoro è vita.
L. Guilloux, [La Maison du peuple, 1927], La casa del popolo, Milano, Feltrinelli, 1960 [Trad. L. Magrini]
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Bisogna tirarli fuori, lasciarli andare.
Famiglia, amici, ex, parenti, partner, colleghi, vicini e lontani, chiunque.
Per liberarsi.
Per tornare a vivere.
Per rispettarsi.
Perché come diceva Freud: "Eliminare le persone nocive dalla propria vita non significa odiarle. Significa avere rispetto per se stessi".
Claudia Florea
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Dedica il tuo tempo a chi merita.
A coloro che hanno avuto per te gesti e parole vere.
Dedica le tue attenzioni a chi sa cosa sia volersi bene,
rispettarsi e stimarsi.
Dedica te stesso alla vita in generale,
ma non sprecarla mai per chi non sa dare
il giusto valore ad essa.
Per chi non sa apprezzare niente di ciò che sei.
Il tuo tempo è prezioso,
tu sei prezioso,
ricordatelo...
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L'UOMO CHE NON CREDEVA NELL' AMORE
Voglio raccontarvi una storia molto antica su un uomo che non credeva nell’amore. Si trattava di un uomo comune, proprio come voi e me, ma ciò che lo rendeva speciale era il suo modo di pensare: era convinto che l’amore non esistesse.
Naturalmente l’aveva cercato a lungo, aveva osservato le persone intorno a sé, trascorrendo gran parte della vita in cerca d’amore, solo per scoprire che l’amore non esisteva. Dovunque andasse, diceva a tutti che l’amore è soltanto un’invenzione dei poeti e delle religioni, usata per manipolare la debole mente umana, per controllare le persone.
Diceva che l’amore non è reale e per questo è impossibile trovarlo quando lo si cerca. Era un uomo molto intelligente e riusciva ad essere convincente. Lesse una quantità di libri, frequentò le migliori università e diventò un rinomato studioso.
Poteva parlare dovunque, davanti a qualunque pubblico, e la sua logica era inoppugnabile. Diceva che l’amore è come una droga: ti fa sentire bene, ma crea dipendenza. E cosa succede se una persona diventa dipendente dall’amore. e poi non riceve la sua dose quotidiana ? Quell’uomo diceva che la maggior parte dei rapporti d’amore è come il rapporto che c’è tra un tossicodipendente e il suo spacciatore. Quello dei due che ha il bisogno maggiore è il drogato, e l’altro assume il ruolo dello spacciatore. Quest’ultimo è quello che controlla il rapporto.
E’ una dinamica facilmente osservabile, perché in ogni relazione di solito c’è uno che ama di più e un altro che si limita a ricevere, ad approfittare di chi gli ha donato il cuore. E’ facile vedere come si manipolano a vicenda, tramite le loro azioni e reazioni, proprio come un drogato e uno spacciatore. Il tossico dipendente, quello che ha il bisogno maggiore, vive con il terrore costante di non ricevere la prossima dose d’amore.
Pensa: “Cosa farò se mi lascia?” E tale paura lo rende possessivo. Diventa geloso ed esigente. Lo spacciatore comunque può sempre manipolarlo, dandogli dosi maggiori o minori, oppure negandogliele del tutto. La persona con il bisogno maggiore si arrende ed accetta di fare qualunque cosa pur di non essere abbandonata.
L’uomo della nostra storia continuava a spiegare a tutti perché l’amore non esiste. “Ciò che gli uomini chiamano amore è solo una relazione basata sul controllo e sulla paura. Dov’è il rispetto ? Dov’è l’amore che dichiariamo di provare ? Non esiste.” Le giovani coppie davanti ad un simulacro di Dio, e davanti alle loro famiglie e agli amici, si scambiano una quantità di promesse: di vivere insieme per sempre, di amarsi e rispettarsi l’un l’altro, di restare uniti nella salute e nella malattia.
Promettono di amare e onorare l’altro. Promesse e ancora promesse. La cosa stupefacente è che credono davvero a ciò che promettono. Ma, dopo il matrimonio, dopo una settimana, un mese o alcuni mesi, le promesse vengono infrante una dopo l’altra. Scoppia una guerra di potere, di manipolazione per stabilire chi è il drogato e chi lo spacciatore. Pochi mesi dopo le nozze, il rispetto che avevano giurato di mantenere l’uno per l’altra è scomparso. Resta il risentimento, il veleno, il modo in cui si fanno male a vicenda, finchè ad un certo punto, senza che se ne rendano conto, l’amore finisce.
I due restano insieme perché hanno paura di restare soli, temono i giudizi degli altri e anche i propri. Ma dov’è l’amore ? Quell’uomo sosteneva di conoscere molte coppie anziane che avevano vissuto insieme per trenta o quarant’anni, e ne erano molto fiere. Ma quando parlavano del loro rapporto, dicevano:”Siamo sopravvissuti al matrimonio”. Ciò significava che uno dei due ad un certo punto si era arreso all’altro. La persona con la volontà più forte aveva vinto la guerra. Ma dov’era la fiamma che chiamavano amore ? Si trattavano come una proprietà l’uno dell’altro. “Lui è mio”. “Lei è mia”.
L’uomo spiegava senza fine tutte le ragioni per cui non credeva nell’esistenza dell’amore, e diceva: “Io ho già vissuto situazioni del genere e non permetterò più a nessuno di manipolare la mia mente, di controllare la mia vita, in nome dell’amore.” Le sue argomentazioni erano logiche e convincevano molte persone." L’amore non esiste.
Poi un giorno, mentre quell’uomo camminava in un parco, vide una bella donna in lacrime, seduta su una panchina. S’incuriosì e, avvicinatosi, le chiese se potesse aiutarla. Potete immaginare la sua sorpresa quando lei rispose che piangeva perché aveva scoperto che l’amore non esiste. L’uomo disse: “Stupefacente. Una donna che non crede all’esistenza dell’amore.” Naturalmente volle subito sapere qualcosa di più.
“Perché dici che l’amore non esiste?” chiese. E’ una lunga storia rispose lei. “Mi sono sposata molto giovane, piena di amore e di illusioni. Credevo che avrei condiviso tutta la vita con mio marito. Ci giurammo reciprocamente fedeltà e rispetto, e creammo una famiglia. Ma presto tutto cambiò. Io ero la moglie devota che si occupava della casa e dei bambini. Mio marito continuò a seguire la sua carriera. Il suo successo e la sua immagine esteriore, erano più importanti della famiglia. Smise di rispettarmi, e io smisi di rispettare lui. Ci facevamo del male a vicenda e un giorno scoprii che non lo amavo più e che neppure lui mi amava.
“Ma i bambini avevano bisogno di un padre e quella fu la scusa che adottai per non lasciarlo, facendo anzi di tutto per sostenerlo. Ora i bambini sono diventati adulti e se ne sono andati. Non ho più scuse per restare con lui. Tra noi non c’è rispetto, né gentilezza. So che anche se trovassi un altro sarebbe la stessa cosa, perché l’amore non esiste. Non ha senso cercare ciò che non esiste e per questo piango.”
L’uomo la comprendeva benissimo. L’abbracciò e disse:”Hai ragione, l’amore non esiste. Lo cerchiamo, apriamo il nostro cuore, ci rendiamo vulnerabili e troviamo solo egoismo. Questo ci fa del male anche quando pensiamo di essere usciti indenni. Non importa quante volte ci proviamo, accade sempre la stessa cosa. Perché allora continuare a cercare l’amore?”
Erano così simili che diventarono grandi amici. Il loro era un rapporto meraviglioso. Si rispettavano e nessuno dei due cercava di prevalere sull’altro. Ogni passo che facevano insieme li rendeva felici. Tra loro non c’era invidia né gelosia, non c’era controllo né possesso. La relazione continuava a crescere. Amavano stare insieme, perché si divertivano molto. Quando erano soli ciascuno sentiva la mancanza dell’altro.
Un giorno, mentre l’uomo era fuori città, gli venne un’idea assurda. “Forse ciò che sento per lei è amore”, pensò.” “Ma è così diverso da ciò che ho provato in passato. Non è ciò che dicono i poeti o la religione, perché io non mi sento responsabile per lei. Non le chiedo nulla, non ho bisogno che si occupi di me. Non sento la necessità d’incolparla dei miei problemi. Insieme stiamo bene e ci divertiamo. Io rispetto il suo modo di pensare e lei non mi mette mai in imbarazzo Non mi sento geloso quando è con altri e non invidio i suoi successi. Forse l’amore esiste davvero, alla fine, ma non è ciò che tutti credono che sia.”
Non vedeva l’ora di tornare a casa e parlare con la donna, per raccontarle dei suoi strani pensieri. Appena cominciarono a parlare lei disse: “So esattamente a cosa ti riferisci. Io ho avuto la stessa idea tempo fa, ma non volevo parlartene perché so che non credi nell’amore. Forse dopotutto l’amore esiste, ma non è ciò che pensavamo che fosse.”
I due decisero di diventare amanti e di vivere insieme, e sorprendentemente le cose tra di loro non cambiarono. Continuavano a rispettarsi e a sostenersi, e l’amore cresceva sempre di più. Anche le cose più semplici davano loro gioia, perché si amavano ed erano felici.
Il cuore dell’uomo era così pieno d’amore che una notte accadde un grande miracolo. Era intento a guardare le stelle, e ne vide una bellissima. Il suo amore era così forte che la stella scese dal cielo e finì nelle sue mani. Quindi accadde un altro miracolo e la sua anima si fuse con la stella.
La sua felicità era intensa, e andò subito dalla donna per mettere la stella nelle sue mani. Non appena lo fece, lei ebbe un momento di dubbio: quell’amore era troppo forte. Non appena quel pensiero le attraversò la mente, la stella le cadde di mano e si ruppe in un milione di pezzi.
Ora c’è un vecchio che gira per il mondo giurando che l’amore non esiste. E in una casa c’è una donna anziana che aspetta un uomo, versando lacrime amare per il paradiso che aveva tenuto tra le mani, perdendolo in un momento di dubbio.
Questa è la storia dell’uomo che non credeva nell’amore. Di chi fu l’errore? Cosa non funzionò? Fu l’uomo a sbagliare, pensando di poter dare alla donna la sua felicità. La sua felicità era la stella e l’errore fu quello di mettere la stella nelle mani della donna.
La felicità non viene mai dal di fuori. L’UOMO ERA FELICE PER TUTTO L’AMORE CHE PROVENIVA DA SE’ STESSO. LA DONNA ERA FELICE PER TUTTO L’AMORE CHE PROVENIVA DA LEI.
Ma appena lui la rese responsabile della propria felicità, lei ruppe la stella, perché non poteva farsi carico della felicità di un altro essere. Indipendentemente da quanto lo amasse, non avrebbe potuto renderlo felice, perché non poteva sapere ciò che lui aveva in mente, non poteva conoscere le sue aspettative, i suoi sogni.
Se prendete la vostra felicità e la mettete nelle mani di un’altra persona, prima o poi quella persona la distruggerà. Se la felicità invece vive dentro di voi, siete voi ad esserne responsabili. Non possiamo rendere nessuno responsabile della nostra felicità, ma quando andiamo in chiesa e ci sposiamo, la prima cosa che facciamo è quella di scambiarci gli anelli.
Mettiamo la nostra stella nelle mani dell’altro, sperando che ci renda felice e che noi renderemo felice lui, o lei. Ma indipendentemente da quanto amate un’altra persona, non sarete mai ciò che quella persona vuole che siate. Questo è l’errore che quasi tutti facciamo fin dall’inizio. Basiamo la nostra felicità sul partner.
Trovate la vostra stella e tenetela nel cuore. Sarà la sua luce a trasmettere l’amore. PERCHE’ L’AMORE ESISTE !
♥️🔥
Don Miguel Ruiz
“La Padronanza dell’ amore"
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Toccare il fondo
senza perdere la dignità,
significa amarsi, rispettarsi.
Ed è questo che ci rende unici
in mezzo ad un branco
di finti leoni.
Fonte : Luna Del Grande
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Finisce tutto ciò che non è reciproco, cercarsi, ascoltare, parlare, rispettarsi.
(Cit.)
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La bellezza è soggettiva, non le cagate il cazzo se non è tipo Bradley Cooper o qualche altra star, per lei è bello, basta, rispettate i gusti degli altri
Sinceramente nemmeno io lo vedo "bello" ma non vado a rompere i coglioni, quindi smettetela e rispettate i gusti delle persone, l'importante è piacersi e volersi bene e rispettarsi, il parere di voi esterni se non è richiesto non datelo
qua il problema non è la soggettività o meno ma la gelosia e l’ insicurezza altrui💗💗💗
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