#riqualificazione capannoni
Explore tagged Tumblr posts
pier-carlo-universe · 2 months ago
Text
Bilancio Preventivo 2025: le priorità del Partito Democratico di Casale Monferrato. Lavoro, giovani e sanità al centro delle proposte per il futuro della città
Casale Monferrato, 2 dicembre 2024 – Con l’approssimarsi del Consiglio Comunale dedicato alla discussione del Bilancio Preventivo 2025/2026/2027, il Partito Democratico di Casale Monferrato presenta le sue priorità per affrontare le sfide più urgenti dell
Le sfide del Bilancio 2025/2026/2027 Casale Monferrato, 2 dicembre 2024 – Con l’approssimarsi del Consiglio Comunale dedicato alla discussione del Bilancio Preventivo 2025/2026/2027, il Partito Democratico di Casale Monferrato presenta le sue priorità per affrontare le sfide più urgenti della città. Questi punti, già centrali nel programma della coalizione “Casale Davvero”, si concentrano su…
0 notes
cinquecolonnemagazine · 5 months ago
Text
Agrivoltaico e PNRR: affari d’oro per le imprese agricole?
(Adnkronos) - Il contributo del PNRR consente di rientrare dell’investimento in un lasso di tempo fra i 3 e i 9 anni, ma il vero incentivo è dato dalla possibilità di produrre (e vendere) energia per oltre trenta. Salvalaio (GIFT Solutions): «Il valore dell’investimento iniziale? Viene triplicato». E per l’imprenditore agricolo l’intervento “congiunto” assieme a un partner specializzato è una garanzia ulteriore. Agrivoltaico e PNRR: gli impianti fotovoltaici È noto ormai che con gli impianti fotovoltaici si guadagni. Di fatto, questi impianti e la loro tecnologia non sono più una novità, come potevano esserlo all’epoca dei primi incentivi, concessi quasi 15 anni fa. Oggi l’investimento è ritenuto sicuro, i costi di manutenzione sono molto contenuti e lo spettro della “tossicità” dei pannelli fotovoltaici è acqua passata, dato che quelli più moderni sono totalmente riciclabili. Proprio la “tranquillità” con cui è possibile investire in questi progetti “green” sta spingendo sempre più persone a installare impianti fotovoltaici sui tetti di case e capannoni, ma motiva anche gli stessi agricoltori a puntare sull’agrivoltaico. E il motivo è semplice: si guadagnano molti soldi. Anche senza incentivi. Non è tanto il contributo del PNRR, statale o regionale, che permette di guadagnare - per quanto l’incentivo certamente consenta un allettante rientro dell’investimento in un lasso di tempo che può variare dai 3 ai 9 anni - ma è la durata della produzione di energia ultratrentennale a risultare, a conti fatti, la molla decisiva. «Vuol dire infatti che per oltre trent’anni sarà possibile vendere energia con un’efficienza garantita dell’impianto fotovoltaico di oltre l’80%», chiarisce Alessandro Salvalaio, AD di GIFT Solutions, società specializzata in impiantistica e riqualificazione. Investimenti «Questo fa sì che, ad esempio, a fronte di un investimento per un impianto agrivoltaico da 1MWp che oggi costa un milione e mezzo di euro, ci sia modo di avere un rientro pari al triplo della somma in trent’anni. Il tutto, appunto, senza considerare gli incentivi. Ovviamente i rischi ci sono. Quali? Potrebbe scendere vertiginosamente il costo dell’energia. Si tratta, però, di un’ipotesi oltremodo remota. Negli ultimi decenni questo non è accaduto e anche se, per assurdo, dovesse succedere, l’energia prodotta da fonti rinnovabili rimarrà comunque un asset importante, considerando le regolamentazioni europee e i nuovi standard ESG». I dati confermano quanto affermato, come sanno bene i consumatori tutti, sulla propria pelle. È sufficiente scartabellare negli archivi informatici della Borsa Elettrica Italiana per rendersi conto dell’ascesa dei costi. Considerando il PUN (Prezzo Unico Nazionale), ovvero l’indice del prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica scambiata fra produttori e fornitori sul mercato, non si può non notare la pressoché continua escalation. Esempio a campione Prendiamo qualche esempio a campione, a partire da un arco temporale sufficientemente lungo: il valore del PUN del 25 luglio 2004 - vent’anni fa - era di 0,03702 €/kWh; dieci anni esatti dopo, il 25 luglio 2014, è salito a 0,04958 €/kWh; dieci anni più tardi, arrivando sostanzialmente a oggi, ovvero al 25 luglio 2024, è aumentato a 0,11598 €/kWh. In altre parole, in vent’anni si è registrato un aumento del prezzo del 213%! E questo al netto delle oscillazioni anomale legate alle contingenze, che pure possono registrarsi, come a cavallo dell’estate 2022. Il punto è che niente lascia ipotizzare che la tendenza, ultradecennale, possa di colpo invertirsi: il prezzo dell’energia è destinato a salire, rendendo sempre più prezioso l’apporto delle fonti rinnovabili. Quello che frena, semmai, sono i vincoli o comunque la poca chiarezza normativa che rallenta le autorizzazioni e le connessioni alla rete elettrica degli impianti. Gli investitori e il PNRR Tuttavia per investimenti che hanno una vita utile così lunga anche questi fattori diventano marginali. Soprattutto se l’investimento viene realizzato non “da” ma “con” professionisti del settore. È questa infatti una possibilità molto interessante per gli investitori che possono realizzare gli impianti fotovoltaici assieme ad aziende specializzate, investendo in parti uguali e, ovviamente, traendone alla pari i profitti. Una garanzia in più, dunque, sulla qualità dell’impianto e sulla sua gestione. Questa metodologia di investimento “congiunto” è stata lanciata proprio da GIFT Solutions ed è aperta anche al settore agrivoltaico, dove l’esigenza per l’agricoltore di avere garanzie è maggiore. «L’investimento comune porta tutti a beneficiare di maggiori tutele e guadagni. Per l’agricoltore sapere che l’impianto agrivoltaico potrà contare su un partner che tiene ad assicurarsi la sua produttività è una garanzia», conclude Salvalaio. «Ma anche per noi che investiamo con loro, sapere che le lavorazioni agricole saranno svolte con particolare attenzione e secondo normativa è altrettanto rassicurante». [email protected] (Web Info) Foto di andreas160578 da Pixabay Read the full article
0 notes
rosetanamenteblog · 1 year ago
Text
Il mantra rosetano
Certo che fa strano leggere notizie così. E fanno comprendere, con immediatezza, il livello arcaico espresso dalla politica rosetana e soprattutto, della sua totale inconsistenza nel panorama politico regionale nonostante i vari deputati, assessori e consiglieri regionali e provinciali espressi negli ultimi 25 anni.
A Mosciano si annuncia, ed è un'azienda di livello europeo a farlo, un investimento per un importante centro logistico su dieci ettari e 200 dipendenti a regime: ripeto dieci ettari e 200 dipendenti, operativi entro 18 mesi.
A Notaresco si vocifera di nuovi insediamenti industriali e manifatturieri nelle contrapposte aree della Val Vomano e Val Tordino con accordi di programma.
Nella nostra Roseto, si brinda e si passerella per la riapertura del Centro comunale per il conferimento dei rifiuti in quella zona autoporto, oggi divenuta simbolo massimo della decadenza economica e politica del territorio rosetano.
All'uscita A14 Roseto e nell'attigua area autoporto, troviamo di tutto nell'ambito della tristezza. Si uso proprio il termine tristezza per definire il panorama: aziende chiuse, aziende in profonda crisi e in procinto di abbassar serranda, capannoni abbandonati, strutture in “affittasi” o “vendesi”, degrado, incuria, abbandono, asfalti colabrodo. E poi quel meraviglioso gran premio della viabilità virtuosa fatta di 3 rotonde in 300 metri e l'avanti/indietro per prendere l'autostrada. Roba da neuropsichiatria, ma non solo. C'è anche la profonda tristezza per l'incapacità di fondo, da parte delle amministrazioni degli ultimi 25 anni, non solo di combinar guai tra ente, proprietari terrieri e apparati produttivi, ma di dar adito a chiare proposte di sviluppo e investimenti mettendole su carta e su PRG.
Il nulla assoluto. Il nulla assoluto quando verifichi che il focus dell'urbanistica rosetana e dello sviluppo economico è tutto stranamente e ferocemente teso a chiudere portici o ad innalzare qualche piano di quello che prima era un albergo.
Il nulla assoluto anche quando un piccolo passo politico, come l'annunciato ponte sul fiume Vomano per il collegamento diretto tra la fiorenti zone industriali di Scerne di Pineto e di Atri e l'imbocco autostradale A14 Roseto, potrebbe essere opportunità e volano per una riqualificazione complessiva della depressa area rosetana. E non va avanti. Tutto fermo e nessuno capisce perché. Nessun scatto di dignità campanilistica, nessuna interlocuzione fattiva, nessun “pugno” sul tavolo per legittimare una necessità economica per il territorio.
Qualcuno mi ha detto che è ovvio che sia così per un discorso di collegamenti e infrastrutture presenti nel territorio della Val Tordino oltre al non trascurabile aspetto dell'anarchia politica di piccole e medie aziende che non vanno oltre un educato e poco politico grazie. Assolutamente vero, ma il pensiero beffardo poi corre subito ad un politico che si è dato giustamente merito della Teramo Mare, salvo poi rinnegare la costruzione dell'ultimo lotto con lo sbocco in quel di Cologna Spiaggia. E intanto la politica passa e le frazioni di Casal Thaulero, San Giovanni e Santa Lucia sempre meno restano. Un mantra da decenni. Un mantra tutto rosetano.
0 notes
corallorosso · 4 years ago
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Consumo suolo, in Veneto persi altri 682 ettari nel 2020. Vicenza maglia nera Il Veneto ha cementificato in un anno altri 682 ettari di suolo, dati 2020 dell’annuale Rapporto Ispra-Snpa, pubblicato oggi (qui i dati regione per regione). E questo nonostante il lockdown che ha stoppato per mesi i cantieri.Non stupisce quindi che la regione si flagellata ogni anno di più da eventi meteorologici intensi, che fanno saltato tutta la rete idrica nei centri urbani e provocano erosione del suolo in montagna. Complessivamente, nella regione a fine 2020 erano 217.743. Poco consola che la terra della Serenissima abbia perso (dopo tre anni) il primato di peggior regione italiana, dato che per il 2020 spetta alla Lombardia: tra le prime sei province italiane per consumo di suolo, ben tre sono venete: Vicenza terza (+172,5), Verona quarta (+166) e Padova sesta (+134,5). “Non sono certo numeri incoraggianti, destinati a crescere visto il boom della logistica, con nuove edificazioni anziché puntare sulla rigenerazione” commenta un paladino dell’ambiente come il consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Zanoni. “Nonostante ciò – prosegue Zanoni – dalla Regione non si registra la volontà di invertire la rotta. Basti pensare all’ultimo Pdl Cantiere Veloce approvato poche settimane fa, un provvedimento di cui il Veneto non ha assolutamente bisogno e che va ad aggiungersi all’inutile legge sul consumo di suolo con l’irraggiungibile obiettivo dell’azzeramento entro il 2050 grazie alle troppe deroghe e al il Piano casa e capannoni. Il Veneto, come sottolineato dal report, è saldamente in testa per la trasformazione di suolo agricolo dal 2012 al 2019, con 181 ettari, quasi tutti concentrati negli ultimi tre anni. Abbiamo migliaia di capannoni abbandonati e intere aree industriali dismesse, perché non si interviene sulla riqualificazione con adeguati incentivi?”. “Secondo i dati Ispra – aggiunge il consigliere dem – ad oggi circa un quattordicesimo della superficie italiana ha una copertura che non permette al suolo di respirare e all’acqua di venire assorbita, con conseguenze facilmente immaginabili e costosissime, sia dal punto di vista ambientale che economico. A livello nazionale si stimano tra gli 81 e i 99 miliardi di euro da qui al 2030 se il consumo di suolo dovesse crescere al livello attuale, per la perdita dei servizi ecosistemici. I cambiamenti climatici in Veneto hanno già fatto danni enormi, eppure la politica non ha reagito con la forza e il coraggio necessari. Ma continuare a far finta di non vedere non aiuterà a risolvere i problemi”. I dati del vicentino In numeri assoluti, Vicenza è il quarto comune del Veneto per ettari di suolo consumato (2.636, con +37 ettari solo nel 2020 è il Comune peggiore di tutta la regione), mentre Cassola (col 39,35%), Thiene (col 38,81%) e Zanè (col 35,88%) sono rispettivamente il quinto, il sesto e il decimo Comune del Veneto per percentuale di suolo consumato sul totale. Se si guarda invece il suolo consumato pro-capite, nella lista dei dieci Comuni maglia nera, troviamo Lastebasse (1.590.10 ettari) e (Laghi (1566,14 ettari). Fra i Comuni che hanno dato peggior prova di se, per aumento di consumo di suolo nel 2020, rispetto al 2019, troviamo anche Malo (con +11 è il nono fra i dieci peggiori, ed è probabile che il dato faccia riferimento all’impatto della Superstrada Pedemontana Veneta). Vicenza e Malo risultano rispettivamente anche sesti e ottavo Comune in Veneto per densità del consumo di suolo nel raffronto fra 2019 e 2020 (rispettivamente con 45,84 e 35,35 metri quadrati per ettaro). Da Mariagrazia Bonollo
4 notes · View notes
neroenonsoloonlus · 4 years ago
Text
COMUNICATO – APPELLO Squarciamo il silenzio che è sceso sui Beni Confiscati e la lotta alle mafie! Le istituzioni spezzino l'inerzia che ha fatto perdere i fondi alla Fattoria Sociale “Meta”
Tra la calura estiva e l'emergenza Covid rischiano di passare sotto silenzio attentati incendiari e responsabilità burocratiche, che entrambe distruggono anni ed anni di lavoro delle associazioni sui terreni confiscati al Clan dei Casalesi.
Prima la messa a fuoco di diversi ettari di grano nella masseria Abbate, poi l’incendio nella “Balzana” a Santa Maria la Fossa, ora l'incendio ai capannoni dell'Euromilk a San Marcellino, ma anche, come se non bastasse, la revoca di 1.400.000 euro per “La fattoria Meta per l’accoglienza e l’integrazione di immigrati” che l’Autorità di Gestione del PON Legalità 2014/2020 del Ministero dell’Interno ha disposto per il Comune di Santa Maria la Fossa.
 Inerzia e silenzio costituiscono il terreno in cui le mafie riprendono forza.
“Nero e non solo!” ha realizzato sui terreni confiscati ai camorristi Francesco Schiavone detto Cicciariello e ad Aniello Bidognetti, un impianto elicicolo, per l’allevamento delle chiocciole per scopi alimentari e per l’estrazione della bava.
In dieci anni centinaia di studenti e volontari provenienti da tutt'Italia, durante i campi di lavoro estivi insieme a giovani rifugiati politici accolti dall'associazione, hanno tenuto fertile il terreno e costruito l'impianto che oggi ha appena iniziato a creare lavoro.
 Abbiamo scritto al Ministro dell’Interno, al Presidente della Regione Campania, al Prefetto di Caserta, al Sindaco del Comune di Santa Maria la Fossa, alla responsabile dell’Autorità di gestione del Pon legalità 2014-2020 e al presidente di Agrorinasce, che nel 2011 affidò i terreni all'associazione.
 Il progetto “Fattoria Meta” prevedeva la costruzione di una fattoria sociale e la riqualificazione dell’intera area affidata all’associazione. Un progetto innovativo sul piano della sostenibilità ambientale e architettonico sviluppato da un gruppo di architetti vincitrici di un concorso pubblico. Il Comune di Santa Maria La Fossa, una volta realizzata la fattoria, ne sarebbe stato il proprietario.
 Oggi la delusione è fortissima. In questi ultimi anni la fattoria “Meta” ha rappresentato il sogno che poteva diventare realtà, il possibile segno concreto del riscatto di un intero territorio.
 La fattoria avrebbe portato a compimento gli investimenti che l’associazione ha già realizzato attraverso i finanziamenti della Fondazione con il Sud, la Chiesa Valdese, il 5 per mille e i contributi dei volontari che hanno partecipato ai campi e dei fondi raccolti dallo Spi CGIL per le attività dal 2011 ad oggi.
Più di 80.000 euro, senza considerare gli anni di impegno volontario profusi in questi ultimi 9 anni.
 Lo abbiamo fatto, con la consapevolezza che per cambiare le cose non sarebbero bastati i proclami ma che fosse necessario, sporcarsi faticosamente le mani nella terra e sotto il sole.
Abbiamo realizzato i campi della legalità “Terra di lavoro e dignità”, con l’ARCI Nazionale in collaborazione con lo Spi, la CGIL e tante altre organizzazioni locali e nazionali, facendo conoscere  la storia, le difficoltà ma anche la ricchezza, la dignità e la voglia di riscatto del nostro territorio, a centinaia di giovani e adulti di diverse parti d’Italia.
 Senza la fattoria Meta, non avremo più il laboratorio per l’estrazione e la trasformazione della bava di lumaca, il ricovero degli attrezzi agricoli, la possibilità della guardiania, l’accoglienza dei lavoratori stranieri, gli spazi didattici per i percorsi di educazione alla legalità.
 Nero e non solo! da quasi 30 anni è impegnata nella provincia di Caserta per promuovere i diritti degli immigrati per una società aperta e giusta. In tutti questi anni il dialogo interculturale, la lotta alla tratta degli esseri umani e allo sfruttamento lavorativo e sessuale sono stati al centro del nostro agire quotidiano. Nove anni fa ci siamo assunti la responsabilità di costruire su terreni confiscati un’esperienza di antimafia sociale per coniugare il rispetto dei diritti dei braccianti agricoli, l’agricoltura sociale e l’educazione alla legalità.
 In questi giorni ci siamo più volte chiesti:
 A cosa sono servite le migliaia di ore di impegno sotto il sole, il sudore e la fatica di tanti volontari, di centinaia di giovani provenienti da tante città d’Italia e non solo?
 A cosa sono serviti gli sforzi economici per provare a dare una opportunità, un futuro ai giovani braccianti rifugiati?
 A cosa sono serviti gli sforzi compiuti per ripristinare i danni dovuti ai danneggiamenti, furti, incendi dolosi, di cui siamo stati vittime sul terreno in questi anni?
 NO! Non possiamo accettare questo epilogo.
 Non lo possiamo accettare, soprattutto, perché questa non sarebbe solo una nostra sconfitta ma di tutte le persone della società civile che lottano e si impegnano quotidianamente contro le mafie, il caporalato e lo sfruttamento dei braccianti.
 La perdita di questo finanziamento rappresenta una sconfitta non solo per Santa Maria la Fossa, ma per tutta la provincia di Caserta.
 Un’altra opportunità persa per la provincia di Caserta, già martoriata da mille problemi.
 Chiediamo alle istituzioni e agli enti coinvolti di compiere il massimo sforzo per risolvere questa situazione, recuperare il finanziamento e realizzare l’opera.
 Abbiamo incontrato la Prefettura ed il Comune di Santa Maria La Fossa sollecitandoli a fare il possibile per recuperare il finanziamento. Siamo ancora in attesa di una risposta positiva.
 Chiediamo alle persone, agli operatori dell'informazione, alle organizzazioni del lavoro e al terzo settore di essere al nostro fianco per spingere le istituzioni e la pubblica amministrazione a non abbandonare l'impegno sui beni confiscati.
 NON TORNEREMO AL PASSATO E OGNI GIORNO CONTINUEREMO A COMBATTERE AFFINCHE’ LA NOSTRA PROVINCIA SIA “TERRA DI LAVORO E DIGNITÀ”.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
0 notes
sciscianonotizie · 7 years ago
Link
0 notes
paoloxl · 8 years ago
Link
La rotta balcanica si sarebbe chiusa nel marzo del 2016, quando l’Unione europea pagò il governo turco per fermare l’arrivo dei profughi sulle coste greche. Per alcuni, come la Germania e la Svezia, l’accordo ha funzionato e il numero dei profughi arrivati nel 2016 è drasticamente calato rispetto all’anno precedente. Tuttavia centinaia di persone hanno continuato a utilizzare questo percorso per raggiungere l’Europa nordoccidentale, affidandosi ai passeur e percorrendo sentieri pericolosi e impervi nel corso di uno degli inverni più rigidi degli ultimi anni. Secondo alcune stime, i profughi bloccati lungo la rotta balcanica sono al momento centomila. Per molti la rotta balcanica si è fermata a Belgrado. Migliaia di profughi, provenienti dall’Afganistan, dal Pakistan, dalla Siria, dall’Iraq vivono in un capannone abbandonato della vecchia stazione ferroviaria della capitale serba. Niente acqua, niente di niente, solo un pasto distribuito da alcuni volontari. E il gelo. In questi giorni le temperature notturne hanno raggiunto i meno 20. Quelli che arrivano a Belgrado sono i più fortunati: chi resta impigliato in Ungheria rischia la galera. Nel paese, secondo i dati dell’Unhcr, ci sono in questo momento circa settemila persone bloccate sulla rotta dei Balcani: la maggior parte sono migranti in transito che vorrebbero raggiungere il Nord Europa. Quest’estate si erano accampati nei parchi cittadini, da dove sono stati sgomberati con la forza. L’approdo nei capannoni della ex stazione è stato una scelta necessaria per prendersi un tetto, anche se precario e lurido, e per resistere ai tentativi di internamento nei campi. Il governo serbo ha minacciato più volte di cacciarli, nessuno di loro, compresi ragazzini e bambini, vuole andare nei centri ufficiali, perché sanno che calore e zuppa sarebbero l’anticamera della deportazione. Sull’intera area è pronto un progetto di riqualificazione, che comporterà lo sgombero dei rifugiati e la cacciata degli abitanti poveri della zona. Il “Belgrade Waterfront” è finanziato dallo Stato, che fornirà i terreni, e dalla Eagle Hills, società di Abu Dhabi specializzata nello “sviluppo di centri urbani”. Il nuovo complesso comprenderà case e alberghi di lusso, centri commerciali, uffici e una torre di 200 metri, il “Kula Beograd”. Trent’anni di lavoro e di 3,5 miliardi di euro di spesa. Intanto ogni notte qualcuno prova a passare in Croazia, incastrato sotto ad un camion, pagando qualcuno, ma solo pochi riescono a continuare il viaggio. Molti erano già arrivati in Austria, ma il feroce gioco dell’oca dell’Europa delle frontiere li ha ricacciati indietro. Invece gli arrivi dall’Ungheria continuano con lo stesso ritmo del periodo prima della chiusura delle frontiere. L’unica differenza è che oggi il passaggio è clandestino e i passeur si fanno pagare a caro prezzo. Nevica ormai da un mese. Molti sono morti assiderati lungo il viaggio. Vite che non valgono nulla, presto dimenticate. Da tutti, ma non dai parenti ed che li hanno visti partire e da quelli da cui non arriveranno più. Le frontiere d’Europa sono segnate dal dolore e dalla sofferenza della gente in viaggio. Dolore e sofferenza che potrebbero volgersi in rabbia e rivolta. Dipenderà da tutti noi che rabbia e rivolta non si declinino nel lessico della jihad ma in quello della libertà.
2 notes · View notes
tmnotizie · 5 years ago
Link
PESARO – Approvazione della Rendicontazione della gestione per l’esercizio finanziario 2019 e adozione del Programma Operativo di Riqualificazione Urbana, queste le delibere principali discusse oggi dal Consiglio comunale tornato a riunirsi in videoconferenza.
INTERROGAZIONI
L’assise si è aperta con l’interrogazione presentata dalla consigliera di Prima c’è Pesaro, Giulia Marchionni, sottoscritta dal consigliere Totaro, sulla vendita delle mascherine monouso da parte delle Farmacie comunali. A rispondere l’assessore Morotti, in forma scritta: «Il Presidente di Aspes Spa era a conoscenza che, in data 28.3.2020, nelle 9 farmacie comunali di Pesaro sarebbero state distribuite circa 400 mascherine per attività.
Per far fronte alle richieste, e alla difficoltà di reperimento dei dispositivi, si è deciso di vendere non più di due mascherine a persona, una soluzione per garantire una distribuzione regolare e capillare, evitando accorpamento da parte dei singoli privati malintenzionati per la successiva rivendita. Il messaggio WhatsApp, è stato inviato autonomamente del Presidente Aspes, come risposta di cortesia a quanti lo avevano contattato direttamente. La comunicazione “social”, non è stata contemplata perché avrebbe posto l’Azienda nelle condizioni di rischiare di non rispettare il divieto di assembramento di persone, ripetutamente richiamato dalle disposizioni governative ultime».
DELIBERE
Una delle prime delibere approvate (favorevoli 20 astenuti 12) riguarda l’adozione del PORU, Programma Operativo di Riqualificazione Urbana, costituito da cinque ambiti unitari. “Una proposta importante – sottolinea l’assessore all’Urbanistica Andrea Nobili – considerando l’iter svolto per arrivare fino a qui. Nello specifico il PORU riguarda cinque ambiti, zone già edificate, che prevedono interventi di riqualificazione”.  Tra questi:
– la realizzazione di un nuovo edificio in via Giolitti, (ex Coop) a destinazione terziario/residenziale, arretrato rispetto via Giolitti di circa 15 metri, in modo da consentire la realizzazione di una corsia di sosta e servizio con pista ciclopedonale. La proposta progettuale prevede inoltre, la realizzazione di parcheggi pubblici, percorsi/piazze e di un nuovo sistema di viabilità di accesso al comparto, negli spazi circostanti il nuovo edificio.
– riqualificazione di un’area produttiva sita in via Metauro. L’area produttiva in questione si caratterizza quale interruzione urbana, contraddistinta dalla presenza di impianti produttivi ed edifici in stato di degrado, in contrasto con il contesto urbanistico ed edilizio circostante. I manufatti esistenti sono costituiti prevalentemente da capannoni industriali di non recente costruzione caratterizzati da coperture in eternit, con numerosi corpi accessori quali: tettoie, pensiline, capanni in lamiera. Sono inoltre presenti degli ampliamenti con strutture prefabbricate più recenti.
– due aree non contigue tra loro, localizzate una in via Gagarin, nell’ambito della U.M.I. 8.5.1 del P.N. 8.5 “Il parco del Caprilino” e l’altra in via Paganini, nell’ambito della U.M.I. 1.3.4 del P.N. 1.3 “La piattaforma logistica”.
– la proposta progettuale in strada Fornace Mancini, consiste nella demolizione delle strutture obsolete presenti e nella riqualificazione dell’intera area nel rispetto del volume dei manufatti esistenti (deposito legnami e palazzina uffici) convertendo la destinazione in residenziale, come peraltro già previsto dal PRG vigente, in continuità con il contesto edilizio circostante.
– cambio di destinazione d’uso dell’immobile in via Guidi da Servizi a Residenziale, con una quota di terziario in corrispondenza del piano rialzato; la tipologia d’intervento prevista è ristrutturazione mediante demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria dell’edificio preesistente.
Le reazioni: “Riguarda 5 piani diversi tra loro per utilizzi e volumetrie – così Michele Redaelli, Forza Italia – associarli nello stesso iter è un percorso ad ostacoli, doveroso interrogarsi sullo strumento del PORU, nato nel 2012. Da un lato occorre la massima celerità per permettere a chi può e chi deve lavorare di poterlo fare senza doversi divincolare per anni nella burocrazia, dall’altro lato il massimo rigore perchè non possiamo permetterci di bypassare gli obiettivi di sostenibilità a cui Pesaro deve mirare, né uno spreco di risorse rispetto agli importanti interventi strategici che occorre portare avanti oggi per costruire il domani”, “Va fatta una riflessione ampia sullo strumento nato in un’epoca diversa – aggiunge Dario Andreolli, Lega – che ha portato, 7 anni dopo, alla luce di cinque progetti, lasciandone per strada altri cinque. Nello specifico penso che l’intervento di via Guidi non sia il migliore da realizzare in quella zona. Sul progetto di via Giolitti, riteniamo che l’edificio possa essere abbastanza impattante”. “Sono cinque aree della nostra città – è la dichiarazione del capogruppo Pd Massimiliano Amadori – che ci permetteranno di modificare cinque aree della nostra città: sono opere di compensazione, in alcuni casi parliamo di riqualificazione di aree abbandonate, da riutilizzare in nuovo modo. Costruiamo sul costruito e si diminuiscono i volumi”. “Votiamo un pacchetto di proposte – così Lugli, M5S – abbiamo molto a cuore il discorso dell’ambiente, per non bloccare lavori utili ci asterremo”.
Approvata, con 20 voti a favore e 9 contrari, astenuti 3, la Rendicontazione della gestione per l’esercizio finanziario 2019. “Il risultato della gestione finanziaria presenta un avanzo importante di € 41.667.482,00 – così l’assessore al Bilancio Riccardo Pozzi –. Un bilancio che in questi anni ha aumentato anche nella parte corrente investendo nel Welfare, servizi per i più deboli, i servizi sociali, la scuola, i servizi educativi, la cultura. E che se ne dica è un Bilancio con un indebitamento tra i più bassi d’Italia e con una pressione fiscale secondo le classifiche del Sole24ore tra le più basse d’Italia e che non ha toccato le aliquote fiscali.
Sul futuro, i Comuni rappresentano da sempre la parte della pubblica amministrazione più pronta a reagire e a rimboccarsi le maniche. Nell’emergenza si potrebbe dare il via libera alla loro forza e capacità operativa. I Comuni possono essere in prima linea per una ripartenza sprint, green e senza piagnistei. Chiedono solo di essere liberati dai tanti lacci e lacciuoli figli di una cultura del sospetto e di un bigottismo normativo, che rappresenta la principale palla al piede che ha finora frenato la crescita”.
Le reazioni: “Un momento molto delicato per questo assessorato – così il consigliere Sergio Castellani, Una città in Comune” – è bene che tutta l’Amministrazione si stringa attorno a questo ambito”, “Un bilancio molto complesso – spiega Andreolli, Lega –, ringrazio l’assessore Pozzi che ha parlato di bilancio sano, ma non so se sia virtuoso”. “Massima disponibilità per un intrvento condiviso”, commenta Giulia Marchionni Prima c’è Pesaro. Infine Biagiotti, Lega, chiede: “delucidazioni sulla posizione tra Pesaro e Monteciccardo, perché vengono investimenti anche a favore di Monteciccardo stesso”.
L’assise è poi passata all’esame della proposta di ratifica, con oggetto Variazione urgente al Bilancio di Previsione Finanziario 2020-2022 ai sensi dell’art 175, comma 4 del TUEL. Applicazione di quota dell’avanzo di amministrazione presunto vincolato e accantonato al 31.12.2019 (delibera approvata, con 20 voti a favore, 9 contrari e 3 astenuti). Approvata anche la proposta di variazione d’urgenza al Bilancio di Previsione Finanziario 2020/2022, in relazione al decreto ministeriale del 28 marzo 2020, con la quale sono state apportate, in via d’urgenza, variazioni al bilancio di previsione finanziario.
Nel caso specifico, il DPCM 28 marzo 2020 ha determinato una maggiore assegnazione a favore dei Comuni italiani, a valere sul Fondo di solidarietà comunale anno 2020, vincolata al finanziamento delle iniziative volte a fronteggiare il soccorso alimentare collegato all’emergenza Covid-19. La maggiore assegnazione per il Comune di Pesaro corrisponde a 503 484,24mila Euro.
“Il Comune si è attivato al più presto, consapevole che esistono situazioni d’emergenza dove le risposte servono subito – ha concluso l’assessore Pozzi – l’efficienza della risposta che ha dato l’Amministrazione dovrebbe essere un motivo d’orgoglio per tutti”. La delibera è stata approvata con 23 voti favorevoli, 8 astenuti e nessun contrario.
Il Consiglio approva anche la variazione del piano triennale delle opere pubbliche 20-22, che tra le altre cose prevede l’inserimento degli interventi alla scuola media Dante Alighieri per un importo complessivo di 6.600.000,00 euro. “Di questi – argomenta l’assessore all’Operatività Enzo Belloni – 4.343.998,70 vengono da finanziamenti regionali. I restanti 2.256.001,30 euro verranno recuperati con mutuo che il Comune andrà ad accendere, di questi, circa un milione sarà recuperato dal GSE”. Altri interventi inseriti:
–       risorse stanziate dalla Regione Marche per la difesa della costa e degli arenili nell’anno 2021 per un valore di 127.488,25 euro a favore del Comune di Pesaro
–       lavori di restauro al Teatro Rossini
–       lavori straordinari di manutenzione del Cavalcaferrovia di via Montegrappa
–       modifica dell’elenco dei progetti per la riqualificazione urbana e sicurezza periferie
–       incremento della previsione di finanziamento per lavori di straordinaria manutenzione delle strade.
Le reazioni. “Le variazioni andrebbero valutate singolarmente, ci sono voci condivisibili altre meno – spiega Nicola Baiocchi, Prima c’è Pesaro -. Sono perplesso per quanto riguarda il Cavalcavia di via Montegrappa, era stato previsto un restringimento della carreggiata che ad oggi non c’è. La perizia fatta ha evidenziato fenomeni degenerativi, penso che il nostro compito sia quello di graduare le esigenze dei cittadini. E questo penso che lo sia, chiedo che vengano subito messe in cantiere opere strutturali per questo ponte”. “Su questo piano triennale devo fare un grande plauso, soprattutto per quanto riguarda la scuola – afferma Anna Maria Mattioli, Pd -. Dobbiamo puntare sulla qualità degli edifici scolastici, è bene investire dei soldi su strutture più valide per tutti”.
Delibera approvata con 23 voti favorevoli e 9 voti contrari.
0 notes
gazzettadimodena · 7 years ago
Link
La natura si riprende l’area abbandonata: un’esplosione spettacolare di verde  nei capannoni al centro di vaghi progetti di riqualificazione e lunghi silenzi  https://ift.tt/2xxiKkA
0 notes
tmnotizie · 5 years ago
Link
ASCOLI PICENO – Deducibilità immediata dell’Imu dal reddito d’impresa e incentivi concreti sull’abbassamento del costo del lavoro. La Cna Picena riceve dalle imprese questi due forti segnali e li rilancia alle istituzioni invitandole a proseguire in un cammino di collaborazione e sinergia con l’Associazione e il mondo imprenditoriale dei “piccoli”.
A rafforzare l’impellenza di rispondere a queste richieste, il dato che le imprese del Piceno sono preoccupate per il futuro. Ora più che lo scorso anno. All’indomani della pubblicazione del dossier Cna sulla pressione fiscale, Cna Picena elabora, con dati e sondaggi fra le aziende, le previsioni di artigiani e pmi per l’ultimo quadrimestre 2019 e per l’avvio del 2020. Queste previsioni hanno un segno meno rispetto al fatturato, una lieve contrazione rispetto agli occupati, un lieve rallentamento rispetto agli investimenti.
La causa principale di queste previsioni pessimistiche è legato a un clima generale di sfiducia. E le aziende che reagiscono meglio sono quelle orientate all’export. Tenuta per le imprese che puntano sull’innovazione. Per quanto riguarda i singoli settori, quelli che prevedono maggiori cali di fatturato sono le imprese della meccanica, dei trasporti, delle costruzioni. Maggiore tenuta invece per le imprese legate ai servizi e al tipico-tradizionale del Made in Italy.
Analizzando nel dettaglio l’indagine (su un campione di 300 imprese del territorio della meccanica, dell’alimentare, del terziario, dell’impiantistica e dei servizi), per quanto riguarda l’andamento del fatturato nel primo quadrimestre del 2019, il 44% delle imprese indica che è avvenuta una crescita, il 25% una diminuzione e il resto una stabilità. Mettendo a confronto il risultato con lo stesso periodo del 2018, dodici mesi fa  il 37% aveva fatto registrare un aumento di fatturato. E come sarà il 2020? Le imprese per quanto riguarda la previsione sul fatturato dei prossimi 12 mesi si dichiarano pessimiste: il 36% prevede una riduzione, nello stesso periodo dello scorso era solo il 13% a prevederlo. E se l’anno scorso il 20% prevedeva un aumento di fatturato, quest’anno solo il 14% prevede maggiori entrate per i primi sei mesi del 2020.
La Cna Picena ha incrociato i dati del sondaggio a quelli emersi dalle statistiche sulla tassazione. Da qui una classifica sintetica delle maggiori aspettative degli imprenditori della provincia. La conferma delle detrazioni per ristrutturazioni/riqualificazione energetica e/o antisismica (Ecobonus) risulta la misura maggiormente desiderata (32,7% di preferenze), seguita dalla deducibilità dell’Imu dal reddito d’impresa (23,7%) e dalla proroga del super-ammortamento del 140% per gli investimenti in beni materiali strumentali nuovi (23,5% delle imprese). Anche le misure riguardanti la riduzione del costo del lavoro sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato (17,1%) o con contratti di apprendistato rientrano fra le più attese.
“L’immediata deducibilità dell’Imu sui capannoni – è la valutazione di Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – è uno dei punti salienti per la ripresa degli investimenti e dell’occupazione”. Nelle statistiche sulla pressione fiscale nel Piceno, infatti, Imu e Tasi, con un’azione immediata a favore delle aziende, “libererebbero” da soli ben il 10 per cento delle risorse economiche complessive di piccole e medie imprese. Questo considerando il fatto che nel 2010 l’azienda Picena “tipo” presa in esame per la statistica di Cna nazionale pagava per questa tassa 1.282 Euro l’anno. E nel 2019 ne pagherà 3.380.
Stesso discorso e stesso valore di recupero in liquidità per le aziende (circa il 10 per cento) agendo su erario e previdenza. La voce su cui porre l’attenzione, nella composizione del “pacchetto” tassazione, va secondo la Cna sotto la sigla Ivs e significa quanto devono, in aggiunta alla contribuzione standard Inps, versare gli autonomi per un’ulteriore copertura previdenziale. Nel 2010, sempre per l’impresa-tipo analizzata dallo studio Cna, per questo capitolo la spesa annua era di 8.518 Euro. Nel 2019 sarà di 10.924 Euro. “Il capitolo costo del lavoro – conclude  Balloni – è come si vede composto da svariati tasselli, ma anche piccoli aggiustamenti in favore delle imprese darebbero sia un segnale tangibile di risparmio che un maggiore ottimismo, con la conseguente rinascita della voglia di crescere e di investire”.
0 notes
tmnotizie · 6 years ago
Link
MACERATA – Giovani al centro. E’ questo il tema dell’accordo tra il Comune di Macerata e l’Istituto Salesiano “San Giuseppe” di viale Don Bosco, che sfocia ora in una convenzione decennale – scadenza fissata a dicembre 2028 –  firmata questa mattina dal sindaco Romano Carancini e dal legale rappresentante dell’Istituto, don Roberto Colameo.
Il rapporto tra le due istituzioni va avanti da tempo, grazie a un progetto sinergico per garantire alla città l’utilizzo delle strutture dell’Istituto a favore dei giovani, e solo il terremoto di due anni fa le ha portate a fare i conti con tempi e situazioni del tutto nuove.
L’intera operazione rientra nella più ampia visione dell’Amministrazione comunale di rigenerazione urbana della zona, con il risanamento dell’ex Gil, il progetto di riqualificazione degli ex capannoni Rossini e il trasferimento dell’Agenzia delle Entrate alla Caserma Papalina.
La convenzione, intitolata appunto “Giovani al Centro”, firmata questa mattina è frutto di una convergenza di intenti tra il Comune e l’Istituto Salesiano. Il Comune di Macerata, infatti, intende valorizzare, al centro della città, lo sviluppo di un ambiente attento ai bisogni dei giovani, accogliente e multiforme, che metta a disposizione dei ragazzi migliori spazi per l’edilizia scolastica e spazi aggregativi, finalizzati a creare relazioni e alla socializzazione, attraverso attività formative, culturali e sportive.
Da parte sua, l’Istituto Salesiano è impegnato in una revisione innovativa del ruolo che l’oratorio, strumento centrale della missione educativa salesiana, può svolgere nella società che cambia velocemente e in cui ragazzi, adolescenti e giovani cercano occasioni di incontro, crescita e condivisione secondo modalità nuove e originali, e in cui le famiglie richiedono una maggiore partecipazione all’educazione sociale dei giovani. Con questi obiettivi l’Amministrazione comunale e l’Istituto salesiano si impegnano così a fare rete e a progettare interventi sinergici.
E proprio la sinergia di intenti e di lavoro ha sottolineato nella conferenza stampa convocata per dare notizia del traguardo raggiunto, è stata sottolineata da Don Flaviano D’Ercoli: “E’ una esperienza significativa di collaborazione intorno al mondo dei giovani. Il pensare insieme è una speranza comune che vede i giovani al centro, una risorsa di tutti e della vita sociale della città”.
“I salesiani sono la storia della città – ha detto l’assessore Stefania Monteverde –  e il momento di oggi rappresenta un progetto che rafforza le sue radici, un giorno che guarda la presente ma dà linfa al futuro puntando sui giovani e le loro famiglie.”
“La convenzione che abbiamo firmato – ha affermato invece il sindaco Romano Carancini – è frutto di un lavoro corale della Giunta, al quale hanno contribuito in modo particolare gli assessori Monteverde e Casoni,  di un impegno progettuale che dura da tanti anni e che ha avuto un’accelerazione a causa del terremoto e ha tenuto conto  del prestigioso contributo educativo che l’Istituto ha da sempre offerto alla nostra città rappresentando la culla di tante figure che hanno costituito per Macerata punti di riferimento importanti. Oltre alla scuola, all’oratorio e agli impianti sportivi c’è il teatro che in un discorso di prospettiva, ci piacerebbe arrivare ad acquisire e questo per noi sarebbe motivo di grande soddisfazione”.
Nello specifico la convenzione prevede:
– la scuola
L’Istituto concede in comodato d’uso gratuito fino al 31 dicembre 2028 la porzione dell’immobile che ospita classi scolastiche.  Il Comune di Macerata si fa carico e sostiene tutti i costi riferiti alla sua porzione, incluse le spese tecniche e gli oneri concessori dove e se dovuti, inerenti alle opere e ai lavori necessari a rendere i locali fruibili ad uso scolastico mentre la rimanente porzione dell’edificio ad uso dell’Istituto per le attività di Oratorio Centro Giovanile e residenza della Comunità Religiosa Salesiana.
Il Teatro Don Bosco
Il Comune di Macerata e l’Istituto Salesiano S. Giuseppe di Macerata, nel febbraio 2005 hanno sottoscritto una convenzione per disciplinare la concessione in uso, a favore del Comune di Macerata, del cine teatro Don Bosco. La convenzione, che scadrà il prossimo 31 dicembre, verrà prorogata fino al 31 dicembre 2028.
Le clausole della convenzione prevedono il versamento da parte del Comune di un contributo annuo a favore dell’Istituto di 35.000,00 euro e la riserva d’uso a favore del Comune per 80 giornate annue. Infine,       entro il 31 maggio 2019 le parti verificheranno la possibilità di stipulare   un contratto di compravendita del Teatro Don Bosco.
Lo sport e le associazioni
L’Istituto  mantiene la proprietà e la gestione della palestra e del campo sportivo di calcio  a undici pur aprendone l’utilizzo ad altre associazioni e che si impegnino a rispettare le finalità educative proprie dell’Istituto. Inoltre, per tutta la durata della convenzione, e quindi fino al 31 dicembre 2028, l’Istituto si rende disponibile a ospitare su richiesta del Comune di Macerata, le attività delle scuole negli orari tra le 8 e le 13.
Il Comune di Macerata si impegna a garantire l’assistenza e la pulizia relative alle attività scolastiche, a sollevare l’Istituto da ogni responsabilità per le attività scolastiche e a valorizzare, secondo la Convenzione del 5 maggio 2010 denominata “Piano di Recupero Salesiani”, il significato sociale dell’utilizzo di questi impianti da parte delle associazioni, riconfermando in primis quelle che attualmente utilizzano gli impianti e assumendo le spese per le utenze di questi spazi per un massimo di Euro 35.000 annuali.
Oratorio
L’Istituto mette a disposizione del Comune i locali dell’Oratorio destinati a ospitare le associazioni indicate dal Comune e che si impegnino a rispettare le finalità educative proprie dell’Istituto. Il Comune di Macerata si impegna a farsi carico delle utenze relative e a garantire la pulizia , a sollevare l’Istituto da ogni responsabilità per le attività associative e infine a valorizzare le iniziative intraprese dall’Istituto a favore dei giovani riconoscendo allo stesso un contributo annuo di 12.500,00 euro.
0 notes
tmnotizie · 7 years ago
Link
SAN BENEDETTO – La questione Ballarin, anche dopo l’impegno di spesa di 80mila euro per la demolizione dei capannoni del Carnevale dietro la curva nord e l’annunciato dello stanziamento di 200mila euro per la demolizione di questo settore e dei distinti, tiene sempre vivo l’agone politico. In tal senso si registra l’intervento del consigliere comunale del Partito Democratico Tonino Capriotti.
“Novembre 2016 -scrive l’esponente democrat-  sono trascorsi quasi due anni dal nostro primo intervento pubblico in merito al decoro della zona Ballarin . Lo chiedemmo al sindaco con una interrogazione in consiglio comunale, raccogliendo il grido di tutto il quartiere. Sembrava che avessero accolto l’invito ma poi svanì nel nulla come tante altre promesse non mantenute da questa amministrazione. In occasione del carnevale 2017 tornammo alla carica denunciando lo stato di abbandono dei capannoni del carnevale e la denuncia della fine del carnevale sambenedettese se non si poneva un rimedio. Fine di una morte annunciata celebrata nel febbraio 2018. Dopo i pezzi di plastica caduti nel dicembre scorso, insieme al presidente della commissione lavori pubblici abbiano chiesto ufficialmente al sindaco un intervento per tutelare la sicurezza dei cittadini, indetto una commissione congiunta per affrontare con decisione il tema del Ballarin e chiesto con forza un crono-programma di interventi su capannoni e Ballarin, impegnando il sindaco sulle sue responsabilità”.
Capriotti prosegue così nella sua missiva. “Ho fatto tutta la storia per dire che forse ci siamo. Ieri in commissione bilancio è stato annunciato lo stanziamento di 200.000€ per la demolizione della curva nord ed est e l’impegno di spesa di 80.000€ per lo spostamento dei capannoni. Un piccolo successo per la città. Ristabilire il decoro dell’ingresso nord di SBT era un nostro obiettivo: speriamo che sia la volta buona e l’inizio di un percorso di riqualificazione di tutta l’area. Riguardo al carnevale non so se riusciranno a resuscitarlo, questa amministrazione è più brava a chiudere che ad iniziare percorsi, la speranza è che ci sorprendano e ci dicano “vi siete sbagliati”.
Ed inifine conclude così. “Caro sindaco in genere si parte dalle idee, poi si fanno i progetti, si rendono esecutivi ed infine si realizzano. Lei vuole sbalordirci invertendo le procedure, questa non è una novità, ma potrebbe essere l’ennesima scusa per non fare nulla”.
bty
0 notes
tmnotizie · 7 years ago
Link
ASCOLI PICENO – Delusi ed arrabbiati. La prima lettura in Senato della Legge di Bilancio, sulla quale Cna aveva chiesto correzioni importanti, non ha prodotto risultati. Ora la Cna auspica che Governo e Parlamento correggano queste “dimenticanze” nel prossimo passaggio alla Camera dei Deputati.  E intanto in tutta Italia, e qui da noi nel Piceno, parte la grande mobilitazione che va sotto il titolo di #bastablabla.
Secondo l’analisi della Cna, questa Legge di Bilancio dimentica gli artigiani e le piccole imprese. Artigiani e piccole imprese che rappresentano una parte fondamentale del Paese, già gravata da una delle più alte pressioni fiscali al mondo. La Legge di Bilancio, infatti, pur impedendo il previsto aumento dell’Iva e confermando il complesso delle incentivazioni sugli investimenti e il lavoro collegate a Impresa 4.0, non persegue quel processo di riduzione della pressione fiscale su artigiani e piccole imprese.
Rimangono disattese le richieste in materia di deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali, di esclusione dall’Irap per le attività di minore dimensione, di ripristino dell’aliquota al 65 per cento per gli interventi di efficientamento energetico. E non è tutto. Non solo non si migliora la situazione ma si fa addirittura retromarcia su importanti provvedimenti come l’Imposta sui redditi d’impresa e il regime per cassa con la previsione del riporto delle perdite, già introdotti lo scorso anno.
L’Imu su capannoni, laboratori e negozi è sicuramente il tributo più odiato dagli artigiani e dai piccoli imprenditori perché colpisce strumenti di lavoro, indispensabili a svolgere la propria attività, come se fossero seconde case, consentendo solo una molto limitata deducibilità dal reddito.
Nonostante le sentenze della Corte costituzionale e della Cassazione, che hanno sancito come artigiani e piccole imprese senza un’autonoma organizzazione dei fattori della produzione non debbano pagare l’Irap, continua a mancare un provvedimento di legge che li escluda definitivamente dall’applicazione, evitando gli attuali contenziosi.
Le agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici si sono dimostrate fin da subito uno strumento efficiente ai fini ambientali e, innescando un circuito virtuoso,  un robusto sostegno all’economia. Purtroppo, la parte più utilizzata di queste agevolazioni è stata inspiegabilmente tagliata dal 65 al 50 per cento della spesa, rendendo queindi la misura molto meno attrattiva per chi volesse utilizzarla.
L’Imposta sul reddito d’impresa (Iri) consente anche a una ditta individuale, a una società di persone, a un artigiano o a un commerciante di pagare le tasse separando il reddito d’impresa da quello personale, come già avviene per le società di capitali, permettendo un giusto risparmio fiscale ed evitando discriminazioni tra imprese. Tutto sembrava pronto per l’entrata in vigore l’anno prossimo. Ma nel disegno di Legge di Bilancio 2018, ora all’esame della Camera, è previsto lo slittamento di un anno del provvedimento.
Il nuovo regime di cassa per la determinazione del reddito in contabilità semplificata interessa 2,2 milioni di imprese. Imprese che hanno chiesto di pagare Irpef e Irap solo sui redditi incassati. Ma senza la possibilità di riportare le perdite all’anno successivo questo non è possibile.
“Tutte le Cna d’Italia – spiega Francesco Balloni, direttore generale della Cna di Ascoli Piceno – hanno deciso di sensibilizzare l’opinione pubblica con una grande campagna, simultaneamente, a mezzo stampa, radio, tv, social media. Un’azione forte e d’impatto, contraddistinta dalla sigla: #bastablabla con tanto di sito dedicato http://ift.tt/2j3RZO1. E questa è solo la prima iniziativa di una mobilitazione che, da adesso e fino a quando le nostre istanze non verranno prese nella giusta considerazione, coinvolgerà tutto il sistema nazionale dell’artigianato e delle Pmi”.
The post Bastablabla, inizia la mobilitazione della Cna sula legge di bilancio appeared first on TM notizie - ultime notizie di OGGI, cronaca, sport.
0 notes
tmnotizie · 7 years ago
Link
MACERATA – Lunedì 13 novembre il sindaco Romano Carancini e l’assessore all’Urbanistica Paola Casoni saranno a Brescia per firmare la convenzione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri che consentirà al Comune di Macerata di beneficiare del finanziamento previsto dal Piano nazionale per la riqualificazione delle aree urbane degradate riservato al progetto Quartiere Don Bosco, presentato dall’Amministrazione  nell’ambito del bando emanato nell’autunno 2015.
La cerimonia, presieduta dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Maria Elena Boschi, si terrà nel salone Vanvitelliano di palazzo Loggia a Brescia, prima città della graduatoria nazionale di 451 progetti – di cui 45 ammessi a finanziamento – nella quale Macerata, come è noto, si è classificata al 10° posto.
“Facciamo parlare i fatti che si traducono in risultati per la città dopo gli impegni assunti nel 2015 – afferma il sindaco Romano Carancini – quando i cittadini maceratesi ci hanno dato fiducia. In particolare vogliamo una città più bella, più attenta ai giovani, che sa scoprire e riscoprire i luoghi. C’è tutto questo nel finanziamento di 2.000.000 di euro che il Consiglio dei Ministri ha riconosciuto a Macerata sulla base di un progetto di recupero dell’architettura ex G.I.L. e degli ex capannoni Rossini dove potranno lavorare start up di giovani”.
“La firma della convenzione di lunedì prossimo – interviene l’assessore all’Urbanistica, Paola Casoni – ci consentirà di compiere un grande passo avanti nella rigenerazione degli spazi pubblici cittadini: accanto al restauro dell’ex G.I.L., i cui lavori procedono spediti, che restituirà ai cittadini la bellezza primaria di un’opera architettonica che era stata offuscata a lungo dai segni del tempo, potremo ora procedere al recupero di un altro grande contenitore nella zona gravitante intorno a viale Don Bosco e alla stazione: un complesso che attualmente è un non-luogo, un edificio abbandonato davanti al quale passare velocemente senza fermarsi, che diverrà invece un cuore pulsante di innovazione, servizi e spazi a disposizione dei cittadini: un’area che rinasce.”
Il progetto ideato dall’assessore all’urbanistica Paola Casoni e presentato dall’Amministrazione, che in Giunta ha approvato una delibera di ricognizione propedeutica alla firma della convenzione, ruota intorno a due progetti chiave di rigenerazione: il primo riguarda il restauro architettonico dell’edificio storico dell’ex G.I.L., futura sede APM, già avviato direttamente dal Comune, mentre il secondo, la rigenerazione degli ex capannoni Rossini in via Cincinelli, verrà realizzato con gli stanziamenti ministeriali pari a circa due milioni di euro.
Quest’ultimo intervento, denominato “OWL (Open Working Lab)”, si propone di valorizzare l’ex contenitore industriale ed è finalizzato a dargli  una nuova dinamicità sociale e produttiva.
All’interno del complesso verranno ricavati spazi e ambienti destinati a differenti finalità, ognuna delle quali potrà operare in autonomia, offrendo al tempo stesso una complessiva strategia di sinergia tra le parti: un incubatore d’impresa, in cui favorire l’insediamento di start-up innovative, un centro di servizi per la persona rivolto al mondo giovanile, aule per la formazione e spazi di socializzazione.
L’area potrà così diventare un’importante occasione di rivitalizzazione sociale e produttiva per l’intero quartiere che gravita intorno viale Don Bosco.
The post Macerata: rigenerazione ex capannone Rossini, lunedì a Brescia la firma della convenzione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri appeared first on TM notizie - ultime notizie di OGGI, cronaca, sport.
0 notes
tmnotizie · 8 years ago
Link
ROMA – Lunedì 8 maggio alle 23.10 su Rai 3 FuoriRoma racconterà Ascoli Piceno, “un’isola” nera in una regione tradizionalmente rossa e clericale. Concita de Gregorio (nella foto Rai)  intervisterà il sindaco di Forza Italia, Guido Castelli, eletto nel 2014 al secondo mandato.Una storia politica poco conosciuta ma fortemente connessa a quella del Paese. Negli anni ’70 sotto le logge di piazza del Popolo “rossi e neri” si scontravano. Poi ci sono stati i colpi, esplosi contro la libreria Rinascita, e il bandito Valerio Viccei, autore della rapina del secolo al Knightsbridge safe deposit di Londra. Gli ultras e la tifoseria violenta. Rimangono i racconti, Concita de Gregorio intervisterà Giulio Natali, ex esponente del Msi, e il filosofo Clio Pizzingrini.
Oggi anche gli ultras non sono più “cattivi”. Allo stadio a seguire l’Ascoli Picchio ci vanno gli esponenti di Casa Pound, che contestano al sindaco di essere moderato, ma anche Francesco Ameli, capogruppo del Partito democratico, esponente di una sinistra che dal dopoguerra ha governato la città per soli quattro anni.
Ascoli è stato il confine più a nord sul quale sono piovuti i fondi della Cassa del Mezzogiorno. Sono arrivate le grandi aziende che, finiti i contributi di Stato, hanno lasciato operai disoccupati e aree da bonificare. Un esempio è la Carbon, produceva derivati del carbone in uno stabilimento di 750.000 mq. Sono rimasti i capannoni vuoti, la discarica e gli impianti arrugginiti. Un gruppo di imprenditori ha rilevato i suoli e il consiglio comunale ha approvato un piano di riqualificazione che stenta a partire. Prevede nuovi lotti abitativi ma c’è un comitato cittadino che li giudica inutili.
La città è geograficamente collocata su un promontorio tra due fiumi, il Tronto e il Castellano. La morfologia del territorio ha contribuito a ridurre per secoli gli effetti catastrofici dei terremoti. La faglia si è mossa l’ultima volta a ottobre del 2016. Fuori casa ci sono finite circa 1.000 famiglie e anche il Vescovo ha dovuto abbandonare i suoi alloggi nella curia. Concita de Gregorio intervisterà Mons. Giovanni D’Ercoli, arrivato recentemente dopo essere stato a L’Aquila e aver lavorato a lungo nella segreteria di Stato Vaticana. A raccontare Ascoli anche Saturnino, il bassista che accompagna Jovanotti in tutti i suoi tour, il regista Giuseppe Piccioni e l’attore Neri Marcorè.
La diretta è anche social: commenta #FuoriRoma, @FuoriRomaRai3 su Twitter, Facebook e Instagram.
  Fuori Roma
di Concita De Gregorio
scritto con Gregorio Paolini, Carla Mellidi, Michele Alberico
Regia di Pietro Giampietro
  In onda tutti i lunedì su Rai Tre alle 23.10
The post Ascoli “isola nera” domani in onda su Fuori Roma di Concita de Gregorio (Rai 3) appeared first on TM notizie - ultime notizie di OGGI, cronaca, sport.
0 notes