#restare vivi
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darktimemachinechaos · 10 days ago
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[sul mio soggiorno in Olanda]
Nonna Ola (abbreviazione di "nonna olandese", anche se poi in realtà è mezza romana e toscana e di olandese c'ha solo il marito) è sempre stata molto brava in cucina: infatti oggi per pranzo c'ha rimediato dalla più vicina rosticceria cinese del sushi, su nostra precisa indicazione, perché ci teniamo a restare vivi e a tornare in Italia integri.
Il bigliettino del biscotto sputasentenze messo insieme al mio pranzo dice: " Date il giusto valore alla vera amicizia, è assolutamente gratuita ".
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angelap3 · 2 months ago
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La bellezza è quando non te ne accorgi.
Quando passi davanti a uno specchio
e non ti guardi, ma sorridi lo stesso.
E’ dove inciampi.
È nelle cadute
nelle risalite incerte
nei passi stanchi che diventano ballo.
È nei momenti in cui ti senti perso
e poi, d’improvviso, il vento ti accarezza
un amico ti abbraccia
e pensi che, forse, va tutto bene così.
La bellezza è nei difetti
nelle cose rotte
nelle storie spezzate
che nessuno vuole raccontare.
E’ nel restare anche quando potresti andartene,
nel credere ancora
che ci sia qualcosa di buono
anche in un giorno di dolore.
La bellezza è quando ti svegli e non sei di nessuno
e allora ti stringi più forte.
E’ nei sorrisi che si scambiano per strada
tra gente che non si conosce
ma si riconosce.
È nelle nuvole che non si fermano mai
nelle rughe che raccontano viaggi
nelle mani che si stringono
anche quando fa freddo dentro.
È nella gentilezza di chi non aspetta niente
nel fiore che sboccia tra le crepe del cemento,l
nelle parole che non dici
ma che senti dentro
pronte a fiorire.
La bellezza è stare,
restare
crederci ancora
anche quando il sole si nasconde
perché lo sai
prima o poi torna.
La bellezza alla fine
è ciò che resta, in ciò che resiste
nelle piccole cose, che ancora ci tengono vivi.
La bellezza è ovunque
anche dove non la cerchi.
Soprattutto lì.
Basta saper guardare.
(Andrew Faber)
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papesatan · 11 months ago
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E già qualcuno fra i parenti ha osato chiedermi del concorso. Ma come, non partecipi? Vedo già le mie zie insegnanti partir gagliarde con le solite domande cui non saprò cosa rispondere. La verità porterebbe a una bruta discussione, meglio tentar la via della cieca ignoranza o, peggio ancora, della menzogna compiacente. Ogni volta resto muto e interdetto, incapace di soffrirne a voce, perché ho un lavoro, cristo, un lavoro creatomi dal nulla, MI SONO DATO un lavoro e per loro non è abbastanza, perché non è un posto pubblico. Forse chi ha visto Quo vado? ma vive al nord non ha ben chiaro quanto quel film ritragga fedelmente la gretta mentalità della mia terra, ma è davvero così e non fa ridere per niente. Ricordo ancora benissimo i mesi precedenti l’apertura, il silenzio dei parenti, il vuoto intorno, le risatine di mia nonna: “Ma verrà qualcuno?” e l’insistenza di mia zia: “Hai mandato le Mad? Dovresti provare col sostegno, da lì è più facile entrare” (e di questa immonda realtà parleremo un’altra volta). Ci litigai, speravo d’aver chiarito una volta per tutte le mie intenzioni, ma puntualmente dopo qualche mese tornò a chiedermi: “Allora, hai mandato le Mad? Nessuna supplenza?” “Eh, no” mentii “purtroppo nulla”. Ci rinuncio, perché quella dei nostri genitori ormai è una generazione totalmente slegata dalla realtà, convinta di vivere ancora gli anni ‘90, dove tutto era possibile, dove entravi dove volevi con l’aiuto di zio Cosimino, dove il politichino di turno sistemava gli amici di amici, dove una laurea e un concorso significavano qualcosa. Oggi la mia dipendente, povera crista che quando non lavora passa le giornate a studiare, mi ha rivelato che per la sua classe di concorso i posti messi a bando per la Puglia saranno 3. Come dovrei non incazzarmi? Come si può restare calmi di fronte a tanto schifo? Capite perché ho mandato tutti al diavolo, aprendo la MIA scuola? Non possiamo star qui a invecchiare all’ombra di mamma e papà, in attesa che lo stato ci permetta di fare ciò che abbiamo sudato e studiato decenni per fare. In famiglia nessuno sa che ad aprile ho rinunciato all'orale. Non li ritengo stupidi, è probabile che qualcuno abbia capito (forse mia madre?), dall’Usr dell’Emilia Romagna si sono fatti vivi dopo un anno (un anno!) dal superamento dello scritto, questo sì, ma è poco plausibile che venga indetto un nuovo concorso senza aver posto fine al precedente. Almeno il dubbio deve averli sfiorati. Ma non ho il coraggio di dirglielo, lascerò che lo capiscano da sé, se vogliono, non sopporterei la cenere di quegli sguardi delusi, il ricordo di mio padre che dopo lo scritto esulta al telefono: “Volesse Iddio che ti sistemi”, la segretaria dell’Usr che alla rinuncia insiste incredula al telefono ed io che le rispondo: “Non posso, ho cambiato vita”. No, la verità li ammazzerebbe, non so manco perché poi. E la cosa che mi fa più ridere è che proprio loro, le mie care zie insegnanti, gente del mestiere, non capiscono che non potrei affiancarlo in nessun modo a ciò che già faccio, perché è già un lavoro a tempo pieno. Come potrei mai dedicarmi il pomeriggio al doposcuola e preparare al tempo stesso le lezioni del giorno dopo? Partecipare ai consigli, collegi vari, attività pomeridiane ed essere ubiquamente al mio locale? Gestisco un’attività, cazzo, non è mica il lavoretto dell’estate. Ma non lo capiranno mai tanto, meglio che m’abitui sin da ora a ripetere: “Oh, sì, eccome se ho sentito! Non vedo l’ora di tentar la sorte anch’io alla lotteria!”    
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worldofdarkmoods · 2 months ago
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L'amore non corrisposto
C’è un dolore che pochi riescono a capire davvero, un dolore che non lascia ferite visibili, ma ti scava dentro, lentamente, giorno dopo giorno. È l’amore non corrisposto. Di quel tipo di amore, io sono diventata una sorta di esperta. Non è un amore come gli altri, non è la favola di due persone che si innamorano l’una dell’altra e condividono sogni, passioni e paure. No, questo è un amore che ti lascia sola, in una stanza piena di pensieri che si rincorrono, domande senza risposta, speranze che si infrangono e dubbi che ti logorano l’anima.
Ho provato a capirlo, a capire cosa ci fosse di sbagliato in me, cosa mi portasse a fissarmi su qualcuno che non poteva, o non voleva, ricambiarmi. Ogni volta che lo vedevo, il cuore batteva più forte, le mani sudavano, la gola si stringeva fino a farmi mancare il respiro. Eppure, anche in quei momenti di pura emozione, una voce dentro di me continuava a ripetere che non c’era speranza. Lo sapevo, lo sentivo in ogni fibra del mio corpo, eppure non riuscivo a smettere. Mi odiavo per questo.
Odiavo quella parte di me che continuava a sperare. Odiavo come il mio corpo cercava involontariamente il suo, come ogni suo sguardo, ogni suo gesto, anche i più banali, diventavano per me un segnale da interpretare, una traccia di possibilità. E odiavo me stessa per permettermi di credere, anche solo per un attimo, che ci fosse una minima chance che lui potesse provare lo stesso.
Ma la parte peggiore è quando arriva quella la notizia. "ho sapute che si sente con lei." E lì, tutto si ferma. Il mondo crolla in un istante. Non capisco più niente. Mi sento stupida, fragile, inutile. Mi chiedo come ho potuto illudermi per tutto questo tempo. Il caos nella mia mente si trasformava in un silenzio assordante, e quel silenzio mi urlava dentro, ricordandomi che non ero mai stata abbastanza, che non lo sarei mai stata.
Eppure, c’era una parte di me che non riusciva a lasciar andare. Ogni volta che lui si avvicinava, ogni volta che accettava quel piccolo contatto fisico, era come se mi desse appena abbastanza per restare incatenata a quel sentimento. Bastava un tocco, uno sguardo, un sorriso, e io tornavo a credere che, forse, tutto non fosse stato solo un’illusione della mia mente. Che forse, in qualche angolo del suo cuore, ci fosse posto anche per me.
Ma era solo una trappola, una bugia che mi raccontavo per non affrontare la verità: lui non mi avrebbe mai amato. E questo mi distruggeva. Mi faceva sentire piccola, inutile, come se ogni mia emozione fosse sprecata, come se stessi dando tutto ciò che avevo per una battaglia che era già persa in partenza.
Mi sono chiesta tante volte perché continuiamo a farci questo. Perché continuiamo a innamorarci di persone che non ci ricambieranno mai, perché mettiamo il nostro cuore nelle mani di chi non lo custodirà con cura. Forse perché, in fondo, ci aggrappiamo a quel pizzico di speranza che, per quanto irrazionale, ci tiene vivi. O forse perché non sappiamo come fare a spegnere i sentimenti, anche quando sappiamo che ci stanno portando solo sofferenza.
E così, continuo a camminare in questo limbo, tra la speranza e la disperazione, tra il desiderio e la consapevolezza. So che dovrei andare avanti, so che dovrei lasciar andare, ma qualcosa dentro di me si rifiuta. Qualcosa dentro di me spera ancora che un giorno lui si accorga di me, che veda in me ciò che io vedo in lui.
Ma la realtà è che, probabilmente, non succederà mai. E forse, in fondo, il vero problema non è lui, ma sono io. Sono io che non riesco a smettere di sperare, sono io che non riesco a proteggere il mio cuore da qualcuno che non lo merita. Sono io che, nonostante tutto, continuo a innamorarmi di chi non mi amerà mai.
E mi odio per questo. Mi odio per non riuscire a smettere. Mi odio per aver permesso a un sentimento unilaterale di definire così tanto chi sono, di determinare così tanto il mio valore. Eppure, per quanto provi a combatterlo, per quanto cerchi di liberarmi, torno sempre al punto di partenza: a quella sensazione di vuoto, di mancanza, di amore non corrisposto che mi tiene prigioniera di qualcosa che non esiste.
E così, mentre i giorni passano e lui continua a vivere la sua vita, io rimango qui, a raccogliere i pezzi di un cuore che si spezza ogni volta che lo vedo, ogni volta che sento parlare di lui con qualcun’altra. E mi chiedo se un giorno riuscirò mai a liberarmi di questo peso, o se sarò condannata a portarlo con me per sempre.
-Anonimo🖤
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be-appy-71 · 3 months ago
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A cinquant'anni e oltre, i sentimenti diventano più veri, i sorrisi più onesti, e gli sguardi meno sorridenti... ma brillano più delle stelle!
A questa età, rompi stereotipi, distruggi pregiudizi, smascheri l'ipocrisia e pieghi i bugiardi. Non c'è pelle più saggia della tua, segnata dalle mille storie e dalle centinaia di vittorie.
Non credi più alle favole da quattro soldi, ma la passione nei tuoi baci è più intensa che mai. Le tue labbra non sono più semplici passeggeri, ora tremano e ti trasformano in poesia.
Il tuo corpo non è più lo stesso, plasmato da battaglie e glorie. Non ti interessano più le misure o i corpi perfetti, ma cerchi un'anima che combatta al tuo fianco con amore eterno.
Non hai più tempo per dubbi o codardi. Rischi e crisi sono opportunità. Preferisci le menti folli, contorte e leali. Non ramendi cuori spezzati, li ricostruisci, li modelli, e se non vogliono restare, te ne vai.
Il tuo cuore non è più un affare, non chiedi, non supplichi, non implori. Ora scegli, insegni e il tuo amore non è per i mediocri. Protegge, cura, e se non ti apprezzano... addio.
A cinquant'anni e più, diventi sogno, diventi magia. Non giochi più, vivi la vita fino in fondo, apprezzi ogni momento e non corri più alla cieca. Vai sul sicuro.
Goditi ogni istante... ♠️🔥
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susieporta · 3 months ago
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C’è una frase di un mio amico monaco che mi ha colpito:
“Non chiedetevi se ci sia vita dopo la morte.
Chiedetevi se siete vivi prima di morire.”
Caro Gonippo, io sono convinto che nel momento esatto in cui te sei andato,
tu fossi ancora vivo.
Vivo, e innamorato della vita.
E scommetto che ci sei rimasto male anche tu,
perché avresti voluto restare ancora qui accanto a tutti noi,
a tua madre, ai tuoi fratelli, al tuo immenso amore Sabina e a Dante.
Sono troppi i ricordi che mi legano a te, e solo io e te sappiamo quanto bene ci si voleva.
Un bene così profondo che ha attraversato questi dieci anni, senza mai sfumare nemmeno un momento.
Noi c’eravamo sempre, l’uno per l’altro.
Sei stato uno dei pochi a non giudicarmi mai.
Ti sei messo al mio fianco, mi hai accompagnato in questi anni senza far rumore, anche da lontano…
perché “l’importante - mi dicevi - è vederti felice”.
La sera prima di partire per il tuo viaggio verso la luce, mi hai mandato un messaggio su Instagram, il tuo ultimo saluto:
“Sei bello come il sole”, mi hai scritto.
Forse perché vedevi in quella mia foto un sorriso di serenità, quella serenità che ho sempre cercato, e che tu speravi tanto che io trovassi.
Ti prometto amico mio che farò del mio meglio per farti stare tranquillo anche lassù.
Ti prometto che sarò felice.
Io non credo nella resurrezione dei corpi, ma nell’eternità dell’anima.
E allora, il mio desiderio più grande, è che la tua anima continui a esserci non solo nel ricordo, nei nostri cuore, ma in ogni azione quotidiana che possiamo fare.
Soltanto noi possiamo compiere questo miracolo!
Ogni volta che saremo gentili con uno sconosciuto
Ogni volta che avremo cura di qualcosa
Ogni volta che ci toglieremo dal centro,
per metterci accanto
Ogni volta che aiuteremo disinteressatamente una persona in difficoltà
Ogni volta che non sprecheremo il tempo
con l’inutile
Ogni volta che ameremo gli altri incondizionatamente
Ogni volta che non saremo banali
Ogni volta che daremo valore
a ogni giorno che ci è concesso
Ogni volta che racconteremo
chi eri a chi non ti ha mai conosciuto.
Solo così resterai con noi, dentro di noi,
perché vivrai nei nostri gesti, nella nostra quotidianità.
È vero, amico mio: non hai lasciato scritto nemmeno due parole.
Ma voglio dirti che il tuo più grande testamento è qui, questa sera, davanti ai nostri occhi.
Sono queste duemila persone, questo “noi” che la tua presenza è riuscita a generare.
Questo “noi” che porterà avanti la vita anche per te.
Non siamo venuti dal caso.
Ma dall’amore.
Non siamo qui per caso.
Ma per amare.
Non andiamo al nulla.
Ma ritorniamo…all’amore.
Ovunque tu sia, amico mio…abbi cura di me.
FOTO con Sabina Romagnoli
di Ars Fotografia di Ruffali Santori Antonio
Arcidosso 30.8.2024
Simone Cristicchi
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sognidicarta · 3 months ago
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Troveremo Quel Qualcuno
Troveremo una persona che non ci faccia dubitare neanche per un singolo secondo dei nostri sentimenti. Qualcuno che sarà lì, saldo e presente, quando il mondo sembra crollare. Qualcuno che, con uno sguardo o un sorriso, ci farà capire che siamo nel posto giusto, accanto alla persona giusta.
Troveremo qualcuno che sappia leggere nei nostri silenzi, che capisca le nostre paure e che scelga, ogni giorno, di restare. Una persona che non solo accetti i nostri difetti, ma che li ami come parte di ciò che siamo. Che sappia che l'amore non è sempre facile, ma che è sempre, assolutamente, degno di essere vissuto.
Troveremo quella persona che ci farà sentire a casa, che ci farà sentire vivi. E in quel momento, sapremo di non aver mai avuto bisogno di dubitare, neanche per un attimo.
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canesenzafissadimora · 2 months ago
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La bellezza è quando non te ne accorgi.
Quando passi davanti a uno specchio
e non ti guardi, ma sorridi lo stesso.
E’ dove inciampi.
È nelle cadute
nelle risalite incerte
nei passi stanchi che diventano ballo.
È nei momenti in cui ti senti perso
e poi, d’improvviso, il vento ti accarezza
un amico ti abbraccia
e pensi che, forse, va tutto bene così.
La bellezza è nei difetti
nelle cose rotte
nelle storie spezzate
che nessuno vuole raccontare.
E’ nel restare anche quando potresti andartene,
nel credere ancora
che ci sia qualcosa di buono
anche in un giorno di dolore.
La bellezza è quando ti svegli e non sei di nessuno
e allora ti stringi più forte.
E’ nei sorrisi che si scambiano per strada
tra gente che non si conosce
ma si riconosce.
È nelle nuvole che non si fermano mai
nelle rughe che raccontano viaggi
nelle mani che si stringono
anche quando fa freddo dentro.
È nella gentilezza di chi non aspetta niente
nel fiore che sboccia tra le crepe del cemento,l
nelle parole che non dici
ma che senti dentro
pronte a fiorire.
La bellezza è stare,
restare
crederci ancora
anche quando il sole si nasconde
perché lo sai
prima o poi torna.
La bellezza alla fine
è ciò che resta, in ciò che resiste
nelle piccole cose, che ancora ci tengono vivi.
La bellezza è ovunque
anche dove non la cerchi.
Soprattutto lì.
Basta saper guardare.
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Andrew Faber
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me-soltanto-me · 3 months ago
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CiSonoAmori
che sanno unire
laForzaGentile
dellaTenerezza
allaPotenzaDelFuoco
dellaPassione
TiTravolgono
eNonSmettono
più di farlo
Che aiutano a restare
vivi l’UnoPerLAltro,
qualsiasiCosaSucceda.
Ferzan Özpetek (lo adoro!)
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occhietti · 10 months ago
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Mi dicesti:
"È bello".
"Che cosa?".
"I capelli, son vivi, non te li tagliare" .
Ruppi allora le forbici, li lasciai allungare, arrivarono al collo e alle spalle e dalla spalle alla vita, dalla vita ai polpacci, ai talloni, alla terra, dalla terra ai torrenti, ai fiumi in cascata fin verso la foce, dove l’acqua da dolce si tuffa nel sale e lì, che onda nell’onda, i ricci divennero ricci di mare.
E QUESTO L'HO FATTO PER FARTI RESTARE.
Mi dicesti:
"È bello".
"Che cosa?"
"Le mani, son farfalle allo sbando,
svolazzano al ritmo con cui stai parlando".
Fu quel giorno che imparai il linguaggio dei sogni, traducevo in diretta per i non dormienti. Entrai in un’air band e accordai i miei strumenti. Mi misi a dirigere orchestre inventate e poi il traffico urbano in punta di dita. Formai code ed ingorghi, non si poteva più uscire né entrare.
E QUESTO L'HO FATTO PER FARTI RESTARE.
Mi dicesti:
"È bello".
"Che cosa?"
"Il tuo sguardo, ogni tanto si perde
e quando si perde mi viene a cercare".
Lo allenai a guardare di notte come le civette, come le mie gatte. Si fece più forte, sbattendo le ciglia sbattevo le porte, con gli occhi spostavo gli oggetti, una piuma, una foglia, poi una bottiglia. Vedevo attraverso i vestiti, i muri, le case, ti spogliavo con gli occhi, imparai a distanza ad ipnotizzare.
E QUESTO L'HO FATTO PER FARTI RESTARE.
Mi dicesti:
"È bello".
"Che cosa?"
"Dal bagno, sentirti cantare".
Imparai ninne nanne da ogni parte del mondo. Conoscevo canzoni per ogni tipo di fame, che toglievano l’ansia, che saziavano il cuore, che ti veniva anche voglia di fare l’amore. Ebbi grandi maestre, le sirene del mare.
E ANCHE QUESTO L'HO FATTO PER FARTI RESTARE.
Mi dicesti:
"È bello" .
"Che cosa?"
"Le spalle, il sedere, quando vai, ti allontani" .
Un piede e poi un altro, impettita, mi misi in cammino, divenni un miraggio, un’ombra, un puntino. E alla fine più niente, una stella cadente. Poi persi la strada per ritornare.
E ANCHE QUESTO L'HO FATTO PER FARTI RESTARE.
-  E. Tesio
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donaruz · 1 year ago
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Ti ho pensato proprio ieri, quando ho scritto il mio post sull'Acca Laurentia e il possibile collegamento con la nostra Sacra Accabadora.
Ho pensato a quanti inorridiscono a sentirne parlare, come se fosse un'assassina legalizzata da una comunità di incivili, come spesso, ancora ci definiscono.
Pensavo a quanta Bellezza nelle tue parole, per raccontarla, e a quanto le parole hanno potere.
Parole che non si vogliono sentire.
Perché certe verità sono scomode, e la donna deve restare sempre un passo indietro.
Hai deciso di andare via e ritornare alle stelle, da cui sei arrivata, proprio nella notte di San Lorenzo.
Forse la tua 'Accabadora interiore, ti stava chiamando.
Perché ogni vera Donna Sarda, lo è.
Colei che capisce i Misteri della Vita e della Morte, perché è "bogadora" e "accabadora".
"Come sopra, sotto"
L'equilibrio è stato ristabilito
A me, mancherai. Tanto.
Grazie per tutta l'abbondanza e la dignità.
Buon ritorno, Michela💖🌟
"Parlare è un potere e dare potere alle donne è sempre stata una cosa problematica nei monoteismi. «L’unico femminismo che ci piace è quello silenzioso della Madonna, – scriveva nell’editoriale prenatalizio del 2020 il giornalista di un quotidiano sovranista improvvisatosi teologo, per poi proseguire – è una madre giovane, semplice, dolce, il cui pianto non diventa mai piagnisteo e che ci insegna l’importanza della riflessione interiore». Il silenzio è una virtú, ma solo se sono le donne a praticarlo. Agli uomini nessuno chiede di tacere le loro riflessioni interiori, anzi sono cosí sollecitati a condividerle che è lecito sospettare che prima di parlare parecchi di loro non abbiano riflettuto a sufficienza. Invece al sesso femminile è consigliato di fermarsi alla fase del pensiero afono, proprio come la Maria di Nazareth che, secondo una certa ermeneutica strumentale tradizionalista, ci venne raccontata come creatura talmente annichilita dalle conseguenze dell’unica volta che ha aperto bocca da non voler aggiungere piú una parola per tutta la vita, dalla mangiatoia di Betlemme alla croce del Golgota".
Tratto da "Stai zitta" di Michela Murgia
Sei nata tu forse da sola, Maria? Sei uscita con le tue forze dal ventre di tua madre? O non sei nata con l'aiuto di qualcuno, come tutti i vivi?
- Io ho sempre... - Maria accennò a replicare, ma Bonaria la fermò con un gesto imperioso della mano.
- Zitta, non sai cosa dici. Ti sei tagliata da sola il cordone? Non ti hanno forse lavata e allattata? Non sei nata e cresciuta due volte per grazia di altri, o sei così brava che hai fatto tutto da sola?
Richiamata alla sua dipendenza con quello che le parve un colpo basso assestato con cattiveria, Maria rinunciò a replicare, mentre la voce di Bonaria si abbassava fino a diventare una litania priva di qualunque enfasi.
- Altri hanno deciso per te allora, e altri decideranno quando servirà di farlo. Non c'è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada, Maria, e tu dovresti saperlo più di tutti.
L'anziana sarta parlava con la sincerità con cui si fanno le confidenze agli sconosciuti sul treno, sapendo che non si dovrà sopportare mai più il peso dei loro occhi.
- Non mi si è mai aperto il ventre, - proseguì, - e Dio sa se lo avrei voluto, ma ho imparato da sola che ai figli bisogna dare lo schiaffo e la carezza, e il seno, e il vino della festa, e tutto quello che serve, quando gli serve. Anche io avevo la mia parte da fare, e l'ho fatta.
- E quale parte era?
- L'ultima. Io sono stata l'ultima madre che alcuni hanno visto.
Tratto da "Accabadora" di Michela Murgia
Maldalchimia.blogspot.com
Tiziana Fenu ©®
Figlie della Madre
*Un grande libro che non si dimentica *
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Non mi interessa che cosa fai per vivere.Voglio sapere che cosa desideri davvero, e se sogni di realizzare ciò che il tuo cuore brama.
Non mi interessa quanti anni hai. Voglio sapere se avrai il coraggio di rischiare, di essere giudicato folle per amore, per il tuo sogno, per l’avventura di essere vivo.
Non mi interessa quali pianeti siano in quadratura con la tua Luna. Voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore , se le delusioni della vita ti hanno ampliato i tuoi orizzonti o se ti sei ripiegato su te stesso per paura di soffrire ancora. Voglio sapere se sopporti il dolore, mio o tuo, senza cercare di nasconderlo, attenuarlo, eliminarlo.
Voglio sapere se sopporti la gioia, mia o tua, se puoi danzare selvaggiamente e lasciare che l’estasi pervada ogni tua cellula senza raccomandarti di essere prudente, realistico e di ricordare i limiti della condizione umana.
Non mi interessa se la storia che mi stai raccontando è vera. Voglio sapere se riesci a deludere qualcuno per mantenerti fedele a te stesso; se sai sopportare l’accusa di tradimento e non tradire la tua anima, se sai essere senza fede e perciò degno di fede.
Voglio sapere se sai vedere la bellezza, anche quando non è piacevole, ogni giorno, e se riesci a trovare la sorgente della tua vita dalla sua presenza.
Voglio sapere se sai accettare i fallimenti, tuoi e miei, e restare ancora sulla riva di un lago e urlare “ Sì! “ all’argento della luna piena.
Non mi interessa sapere dove vivi o quanti soldi hai. Voglio sapere se sai alzarti, dopo la notte di travaglio e disperazione, stanco e ammaccato, fino all’osso, e fare il tuo dovere per sfamare i tuoi figli.
Non mi interessa sapere chi conosci o come sei giunto qui. Voglio sapere se resterai al centro del mirino insieme a me senza tirarti indietro.
Non mi interessa dove o che cosa o con chi hai studiato. Voglio sapere che cosa ti sorregge dentro quando tutto il resto crolla.
Voglio sapere se sai stare solo con te stesso e se davvero ti piace la compagnia che ti fai nei momenti di vuoto.
-Oriah Mountain Dreamer
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worldofdarkmoods · 2 months ago
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La vita continua, dicono. Ma non sempre è vero. A volte, la vita si ferma, resta sospesa in un vuoto che non riusciamo a colmare. Ci ripetiamo che il tempo guarirà ogni cosa, che domani andrà meglio, che con il passare dei giorni, il dolore svanirà. Ma la verità è che a volte la vita non continua. Sì, i giorni scorrono, uno dopo l'altro, in una monotonia senza fine. Il sole sorge, tramonta, e noi restiamo lì, fermi, incatenati a quel momento che ci ha cambiato.
Ci sono ferite che non si chiudono, cicatrici invisibili che ci portiamo dentro. Le persone ci dicono che dobbiamo andare avanti, che non possiamo restare intrappolati nel passato. Ma a volte, non è così semplice. Non si tratta di non voler andare avanti, ma di non riuscirci. È come se fossimo bloccati in una stanza senza porte, senza finestre, e tutto ciò che possiamo fare è osservare il mondo che continua a muoversi, mentre noi restiamo indietro.
E in quel silenzio, in quella solitudine, ci rendiamo conto che la vita non è solo una questione di giorni che passano. È fatta di emozioni, di significati, di legami che ci tengono vivi. E quando quei legami si spezzano, quando perdiamo qualcuno o qualcosa di importante, la vita si ferma. È come se una parte di noi rimanesse intrappolata in quel momento, in quel ricordo, e non volesse più andare avanti.
A volte, il peso di ciò che è stato è troppo grande da portare. Le speranze infrante, le promesse non mantenute, i sogni che non si sono realizzati… tutto si accumula, rendendoci incapaci di vedere un futuro. I giorni passano, certo, ma siamo davvero vivi? O stiamo solo sopravvivendo, trascinandoci da un giorno all’altro, in attesa di qualcosa che forse non arriverà mai?
Forse, la vita non è sempre un continuo movimento in avanti. Forse, ci sono momenti in cui dobbiamo fermarci, accettare il dolore, affrontare la nostra fragilità. Non c'è niente di sbagliato nel sentirsi persi, nel non avere tutte le risposte. A volte, il solo fatto di respirare è già un atto di coraggio. Forse non è vero che la vita continua per tutti. Forse, a volte, i giorni scorrono solo su di noi, mentre cerchiamo di trovare il senso in un mondo che ci sembra vuoto.
Ma in quel vuoto, in quell’apparente immobilità, c'è anche la possibilità di riscoprirci. Di capire chi siamo davvero, quando tutto il resto è crollato. Forse la vita non continua come ci aspettavamo, ma ci offre l’opportunità di ricostruire, di rinascere da quelle ceneri, anche se il processo è lento e doloroso.
Perché la verità è che, anche quando sembra che la vita si sia fermata, dentro di noi c'è ancora una scintilla. Un piccolo segno di resistenza, di desiderio di vivere. E forse, un giorno, riusciremo a farla brillare di nuovo.
-Anonimo🖤
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bru111271 · 1 year ago
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Non è tanto restare vivi, quanto restare umani che è importante.
George Orwell ~ 1984
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darktimemachinechaos · 10 days ago
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[sugli uomini tradizionalisti]
È logico che un uomo tradizionalista non dirà mai apertamente ad una donna emancipata "fai bene ad essere così", ma dove può la aggredisce pubblicamente per tornaconto; ricordo però che non sono nata ieri: so bene che gli uomini tradizionalisti sono poligami non meno di altri e cercano due tipi di donne: una donna fatta di coccio da sposare che dia loro sicurezza di restare in casa a prescindere da tutto (a prescindere dal loro comportamento corretto o meno), e una donna fatta di carne da incontrare fuori casa, in segreto, che li faccia sentire vivi.
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m596118 · 1 year ago
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L'obiettivo non è restare vivi, ma restare umani.
George Orwell
Buona domenica
🦖
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