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#residuo biologico
e1damgkp5 · 10 months
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cultura ambiental
La contaminación del suelo por residuos sólidos se produce cuando desechos no biodegradables, como plásticos y metales, se acumulan en la tierra, afectando la calidad del suelo y amenazando la salud ambiental. Este problema conlleva riesgos para la biodiversidad, la agricultura y puede resultar en la filtración de sustancias tóxicas al agua subterránea, exacerbando la degradación ambiental. La gestión adecuada de residuos sólidos es esencial para mitigar este impacto negativo en nuestros ecosistemas.
“Contaminación Del Suelo Por Residuos Sólidos En La Colonia Moderna De La Cruz”
La contaminación por sólidos de los suelos ocurre a través de diferentes elementos, como los lixiviados que se filtran a través del suelo afectando su productividad y acabando con la microfauna que habita en ellos
¿Qué es?
Cómo se dio entender se define como el aumento en la concentración de compuestos químicos, que provoca cambios perjudiciales y reduce su empleo potencial, tanto por parte de la actividad humana, como por la naturaleza.​​
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CAUSAS
las causas o contaminantes pueden ser quimicos fisicos y biologicos
FÍSICOS: se refiere a perturbaciones originadas por la radioactividad, calor, ruido, efecto y mecanismo.
BIOLÓGICOS: ha este grupo pertenecen los extremos, la sangre y los desechos de las fábricas como la cerveza.
CONSECUENCIAS
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bergamorisvegliata · 1 year
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LAURA C'E'!
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𝐋𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐥'𝐚𝐜𝐪𝐮𝐚 Ci pensiamo mai? ✅ La prima tappa al risveglio, è quella per la plin plin ✅ Poi ci laviamo il viso e i denti L'acqua è protagonista… Sempre❗️❗️❗️
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L'acqua è necessaria per contrastare i radicali liberi, particelle particolarmente aggressive che lavorano in ogni istante nel nostro organismo, utilizzando l'ossigeno come carburante per produrre la propria energia 😥😮 I radicali liberi sono molecole che si formano dal normale metabolismo cellulare quando la cellula trasforma i nutrienti alimentari e l'ossigeno in energia. La caratteristica che rende i radicali liberi potenzialmente dannosi per l'organismo è la loro instabilità energetica. Per raggiungere uno stato energetico più stabile, essi tendono a cedere il proprio elettrone e ad acquistarne un altro, rendendo in tal modo instabile una nuova molecola che, a sua volta, reagirà in cerca di stabilità con un'altra molecola, dando così inizio alla formazione ulteriore di metaboliti tossici.
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La loro instabilità determina l'insorgenza di diversi disturbi metabolici: ⬆️ Ipertensione. 🥐 Diabete. 🚰 Problemi Renali. ♥️ Problemi Circolatori. I radicali liberi determinano l'invecchiamento e il deterioramento di tutti i tessuti del corpo 🤦🏼‍♀️ determinando, di conseguenza, l'avanzare precoce delle malattie… Oggigiorno le malattie si manifestano sempre prima, purtroppo e, a livello biologico/fisiologico, responsabile è il tipo di acqua che beviamo. Molti di noi utilizzano acque trattate o assumono integratori 💊 alimentari utilizzando, però, l'acqua di rubinetto per preparare i pasti. Siamo disinformati circa i danni del residuo fisso delle acque che, 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐭𝐞 𝐚 𝐛𝐨𝐥𝐥𝐨𝐫𝐞, ➡️ 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐞𝐧𝐠𝐨𝐧𝐨 𝐢 𝐫𝐞𝐬𝐢𝐝𝐮𝐢 𝐝𝐢 𝐦𝐞𝐭𝐚𝐥𝐥𝐢 𝐩𝐞𝐬𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐮𝐜𝐢𝐧𝐚𝐭𝐢⬅️. Fino ad oggi noi come famiglia abbiamo sempre utilizzato l'acqua in bottiglia per cucinare…E tu?🤔
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🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️🤦🏼‍♀️ Pensaci e Rifletti
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scriptatly · 3 years
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Resido - Laravel Real Estate Multilingual System
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Receta casera para eliminar pesticidas de #frutas y #verduras Las frutas y verduras que consumimos hoy, desgraciadamente, contienen una gran cantidad de #pesticidas y #químicos. Algunas frutas, además, contienen ceras o abrillantadores para que resalten de entre las otras. Lo mejor que puedes hacer es #organico pero sienpre nos disparan los precios.... Es muy sencilla. Cuando regreses de hacer tus compras, esto es lo que puedes hacer: Deja remojar mínimo 20 minutos. En ocasiones se verá una nube opaca que flota en el agua y #residuos en el fondo. También puedes hacer la siguiente fórmula y guardarla en un rociador dentro del refrigerador para tenerlo siempre a la mano. (No es necesario enjuagar después) 🥛1 taza de agua 🍶¼ de taza de vinagre blanco o de manzana 🥄2 cdas de bicarbonato de sodio puro 🍋jugo de 1 limón Mezcla todos los ingredientes en tu rociador y utilízalo cada vez que compres un vegetal. #IsabelVazquez #Networklife #Isa_Tips #EspacioPanamera #Coaching #Staff #TemarioMultidisciplinar #NuevaVida #NoDiet #alimentacionConsciente #educacionConsciente #Aprendizaje #biologico #pesticida # #picofthday #AyudaalMundo #OpenYourEyes #MaternityCoqueta https://www.instagram.com/p/BxzKX2_CStd/?igshid=159pfloydud89
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burde · 5 years
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Lambrusco Emilia Igt rosso frizzante semisecco biologico "1936" Albinea Canali 🍷🍇🐖 • • • • • • • • • • • Ecco un classico lambrusco che unisce le varietà modenesi più scure ovvero grasparossa e maestri insieme a quelle del reggiano a dare un vino scuro con note dolci e ricche, frutti di bosco rosso maturi, glicine, fiori viola mammola e rosa canina. Il gusto morbido con residuo zuccherino naturale ma anche estrema piacevolezza e gusto che si allunga molto nel palato, rivelandosi perfetto sul capocollo di cinta senese cotto con mele cotogne e patate arrosto di @paologoriburde Gori #tuscany #toscana #burde #trattoriadaburde #recipe #ricetta #paologori #paologorichef #trattoria #italianrecipe #tradition #tradizione #florence #wheretoeatinflorence #andreagori #wine #vino #andreagorisommelier #vin #winelover #tasting #degustazione #assaggimemorabili (presso Trattoria Da Burde) https://www.instagram.com/p/B8i1kfbinyT/?igshid=e1o50ixvzxoh
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pangeanews · 5 years
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“Si deve entrare nel vero o rimanere al di fuori”: Jean Josipovici, il pensatore radicale che ha lottato contro “la scienza oscurantista” e la riduzione dell’uomo a macchina
L’uomo dimenticato. Penna dotta, graffiante, a tratti ironica e polemica; sguardo limpido, solare, impersonale ma unitario; questo, e molto altro, è stato Jean Josipovici, un grande studioso che, dopo una presenza importante nell’editoria italiana, con pubblicazioni numerose, anche presso case editrici del calibro di Fratelli Laterza e Rusconi, ha visto obliata la propria opera – saggistica e poetica –, che oggi risulta, per la maggior parte, introvabile.
A una riscoperta della figura di questo pregevole ricercatore è dunque votata la ripubblicazione di una delle sue opere più importanti: La scienza oscurantista (Iduna, Milano 2019). Al suo interno Josipovici propone un paradigma con cui valutare e criticare l’approccio antropologico, epistemico e gnoseologico dominante nella modernità occidentale. Un modello dominato dal riduzionismo razionalista, secondo Josipovici, che trova il proprio apice d’inveramento nella scienza moderna e, in particolare, in quelle branche scientifiche che hanno per oggetto del proprio studio l’uomo – dunque, fondamentalmente: biologia, medicina e psicoanalisi. In questi ambiti, infatti, diventa manifesto come la meccanicizzazione determinista e materialista del sapere, prendendo come proprio oggetto la forma più evidente della vita – ossia l’uomo –, riduca, secondo un processo di reificazione (à la Marx), il vivente a oggetto. Trasformandolo così nell’uomo a una dimensione che Herbert Marcuse duramente stigmatizzava, senza, tuttavia, riuscire a opporgli un’alternativa autenticamente costruttiva. «L’uomo ha smesso di porsi nella prospettiva del vivente», spiega Josipovici, intendendo “il vivente” in senso affatto biologista, piuttosto in modo plurale e gerarchico, secondo una prospettiva affine a quella espressa da Guénon ne Gli stati molteplici dell’essere.
Un uomo oggi dimenticato – Josipovici – ci conduce così nei meandri di una serrata critica alla scienza oscurantista, colpevole proprio di dimenticare l’uomo (L’uomo dimenticato è, non a caso, il titolo del primo capitolo del saggio). Lo fa, diversamente da molti antimoderni che si sono occupati della questione, con estrema precisione tecnica e con numerosi riferimenti ad autori, teorie e correnti che hanno variamente innervato l’approccio oggetto della sua critica. Se alcuni passaggi possono dunque risultare prolissi o eccessivamente puntigliosi per un lettore interessato alla storia delle idee più che alla storia della scienza, a emergere in ultima istanza è una grande competenza sull’argomento trattato – una dote che valorizza l’efficacia della critica, prevenendo obiezioni sulla competenza dell’autore rispetto a una materia tanto complessa. Proprio partendo dal metodo e dal linguaggio biologico, medico e psicoanalitico, Josipovici riesce a ribaltare dall’interno delle categorie del paradigma modernista le conseguenze che ne vengono solitamente tratte. Con un procedimento, quindi, per certi versi affine a quello di Horkheimer e Adorno, Josipovici mostra la dialettica dell’illuminismo scientista. È da queste premesse filosofiche, non organicamente delineate ma sempre emergenti nella fitta prosa dell’autore, che prende piede la pars destruens del saggio. La cui qualità permette, a nostro avviso, di “passare sopra” a taluni suoi riferimenti meno centrati, che paiono talvolta strizzare l’occhio a certa superficiale New Age.
*
In «viaggio verso l’oscurantismo estremo». La psicoanalisi moderna, di cui, citando Sigmund Freud e Carl Gustav Jung, ma anche Wilhelm Wundt, Oswald Kulp, Edward Bradford Titchener, James McKeen Cattel, Wilhelm Reich e moltissimi altri, Josipovici ricostruisce magistralmente genesi e sviluppi, è una forma di «chiusura all’essenziale»: anziché aprire in senso verticale l’uomo, connettere le sue possibilità realizzative soggettive alle condizioni oggettive dei ritmi cosmici, segna «il cammino dell’intelletto a spese dello spirito», la riduzione dell’uomo a macchina. Questo «è il prezzo pagato da chi, appoggiandosi pigramente all’intelletto, cerca di sostituire la qualità con la quantità, i valori con la materia scomponibile e misurabile». La dimensione psichica, che il Pensiero di Tradizione ci insegna situarsi su un piano dell’essere mediano fra la dimensione corporea (somatica) e quella spirituale (noetica), viene intesa come l’unica esperibile e, in tale accentratura monotonica, perdendo ogni possibilità di connessione e mediazione, viene del tutto disgregata. In questo senso, la serrata critica di Josipovici è complementare e integrativa rispetto alle interessanti osservazioni che Julius Evola dedicò all’«infezione psicanalista».
La biologia moderna risulta altrettanto castrante rispetto alle potenzialità insite nell’umano. Essa, infatti, riducendo l’uomo al puro piano biologico, commette un tradimento dell’essenza stessa del bios, che si struttura, certo, in elementi quantitativi, misurabili e meccanici, ma soprattutto – questo il suo tratto primario – si dipana in forme organiche, metamorfiche, relazionali, qualitative. Il Behaviorismo, secondo cui l’organismo agirebbe automaticamente in funzione della dinamica stimolo-risposta, ne è un esempio lampante. Parimenti la neurobiologia, pur partendo da premesse differenti, tende a ridurre l’uomo alla sola dimensione fisiologica, interpretata secondo schemi causali, razionalisti e deterministi. «L’uomo – spiega invece Josipovici – anche se dipende da fattori esterni e da fattori biologici – quando non c’è degenerazione o deficienza troppo grave –, conserva un margine in cui può esercitarsi la sua volontà personale, la quale deve consentirgli di crescere e di affermarsi spiritualmente». La natura, infatti, compie l’uomo solo parzialmente: per «divenire ciò che si è», nietzscheanamente, serve un intervento auto-creativo che completi la definizione della propria essenza.
Anche la medicina moderna che, olisticamente, dovrebbe interessarsi a tale compito, ne è del tutto aliena. Accompagnando la meccanicizzazione dell’umano agli sviluppi dell’industria e della farmacologia, la medicina «è divenuta un’immensa industria» e ha fissato l’immagine dell’uomo scisso e bisognoso di un surplus di chimica artificiale esterna come parametro antropologico – l’homo farmaceuticus.
Anche la sociologia, trattata più tangenzialmente nel volume, merita gli strali di Josipovici: ponendo al centro della propria speculazione la collettività, tale disciplina, frutto maturo della cultura della Rivoluzione francese, contribuisce alla distruzione dell’essenza della persona, identificandola con il semplice “ruolo” che l’individuo riveste nella società. È il ruolo impersonato nel sistema sociale che viene infatti da essa focalizzato: ancora una volta la multidimensionalità del singolo viene livellata dalle aspettative ed esigenze dei molti. Con una equazione: la società egualitaria sta all’io (diviso, molteplice, atomizzato – «i piccoli “ego”») come la comunità organica sta all’Io (plurale, differenziato, unitario). Non è un caso, nota l’autore, che «ogni qual volta si produce un vacillamento del quadro sociale, una nuova “apertura” spirituale compare; opera di un soggetto dotato d’una personalità totale, in rottura col suo tempo». La coscienza del singolo, la sua essenza sovra-personale, in questo caso cessa di essere un “residuo” e si fa fiamma.
Questa vampa, capace di disintegrare le certezze acquisite e verticalizzare lo scontro è a nostro avviso precisamente il superamento della visione del mondo d’orientamento modernista, stretta fra riduzionismi e monismi di ogni sorta – tutto è materia, tutto è sociale, tutto è psichico, per citarne alcuni –, soffocata da dualismi incapacitanti, contrari e convergenti, che conducono all’atomismo, alla parcellizzazione del mondo della vita e all’autismo dell’esperienza. L’oltrepassamento muove invece dalla possibilità, sempre vigente nell’estatica potenza dell’attimo, di «strappare i veli con cui Apollo nasconde la realtà originaria, osare di trascendere la forma per mettersi a contatto con la “atrocità” originaria di un mondo in cui bene e male, divino e umano, razionale e irrazionale, giusto e ingiusto non hanno più alcun senso essendo soltanto potenza, nuda, libera potenza fiammeggiante» (J. Evola, L’individuo e il divenire del mondo).
*
Nel cuore dell’Invisibile. La pars destruens della raffinata operazione culturale proposta da Josipovici tende a ravvisare nelle diverse discipline considerate il medesimo vulnus: il riduzionismo razionalista. Sotto questo profilo, la riflessione del nostro rientra perfettamente in quel filone culturale che nel Novecento ha affrontato il problema della crisi dell’Occidente e dell’avvento del nichilismo. I paralleli con le speculazioni elaborate dalla letteratura della crisi sulle questioni della tecnica, sull’atomizzazione dell’individuo, sui rischi insiti nel pensiero collettivista così come in quello liberaldemocratico e scientista, sarebbero infiniti. Il confronto con le intuizioni di Edmund Husserl, Martin Heidegger e René Guénon – fra gli altri – risulta su svariati temi spontaneo e fruttuoso. Raccogliendo a nostro avviso questa importante eredità, il saggio di Josipovici procede da tale retroterra culturale per considerare nello specifico, con rigore metodologico, la materia scientifica.
Anche qui il razionalismo appare il problema fondamentale. Riducendo il reale ai suoi aspetti quantitativi, meccanici e deterministi, l’uomo l’ha intrinsecamente lacerato. Ma la realtà è scissa perché, ancor prima, è l’uomo a essere in sé scisso: la sua percezione alterata delle cose trasforma le cose stesse, rendendo la res extensa una costruzione mentale astratta, incapace di rendere conto della discontinuità, che pure è peculiarità intrinseca della vita.
D’altra parte, nel Novecento, la vita ha intrapreso una vigorosa reazione contro il modello positivista. Il crollo delle certezze manifestatosi nel Secolo Breve, l’avvento di prospettive relativiste, la comparsa di “anomalie” scientifiche quali il Principio d’indeterminazione di Heisenberg e il Teorema d’incompletezza di Kurt Gödel, nonché le intuizioni di Max Planck, Albert Einstein, Louis de Broglie, Niels Bohr, hanno segnato la bancarotta della scienza “cartesiana”, che pure rimane dominante nella vulgata comune. «Il materialismo, estrema negazione d’ogni liberazione spirituale, ha compiuto la sua opera, ma ha anche fatto il suo tempo; e appare per quello che è: un’illusione. Cede ormai il posto ai furori di forze inferiori, sole capaci di partecipare alla finale opera di dissoluzione» (Jean Josipovici, Il Fattore L.). Fa il suo ingresso trionfale il postmodernismo, che vince nelle accademie e si manifesta rizomaticamente nella quotidianità, senza aver però ancora integralmente scalzato la Weltanschauung ottocentesca. Il mattino dei maghi, per dirla con Pauwels e Bergier, ha lanciato la sua sfida al razionalismo, rivendicando l’integrità organica del sapere. Della sua eredità dobbiamo ancora farci carico, tuttavia.
Alla critica di Josipovici, che i quarant’anni del saggio non rendono affatto superata – pur richiedendo talvolta aggiustamenti, precisazioni e aggiornamenti –, si sommano riflessioni sparse che ci offrono la possibilità di identificare un potente afflato propositivo. La pars costruens del saggio si muove, a nostro avviso, attorno a due principali coordinate: l’identificazione di un modello antropologico alternativo a quello oggi dominante nel sensus communis (che proprio dalla cultura scientista tende a generarsi) e, alla luce del nuovo paradigma proposto, una integrazione della metodologia – e deontologia – delle discipline mediche, biologiche e psicoanalitiche.
Per quanto riguarda la prima questione, Josipovici concorderebbe con l’Ernst Jünger di Oltre la linea: nella modernità, a mancare è la «principesca apparizione dell’uomo». Nell’era della mobilitazione totale, infatti, alla centralità dell’uomo integrale si sostituisce la “cosalizzazione” dell’uomo-ingranaggio. Ecco che allora si crede di conseguire la conoscenza mediante questionari, sondaggi e test, anch’essi espressione di quel delirio sperimentale che accompagna la scienza moderna.
Josipovici, col suo radicale antimodernismo, intende precisare che a questa modernità ne sarebbe possibile un’altra – organica, completa, spiritualmente innervata. Così, «colui che decide di progredire sulla strada giusta deve adoperarsi coraggiosamente per sostituire alla ragione chiusa, quantitativa, una ragione aperta, qualitativa». Questo uomo “diversamente moderno” potrebbe allora procedere a un arricchimento e a un completamento delle discipline scientifiche considerate.
Così, in ambito psicologico, spunti interessanti provengono dall’orientamento psicosomatico e da tutte quelle tendenze che intendono l’uomo in senso olistico. William James, stando a Josipovici, avrebbe dato indicazioni importanti in tal senso, possedendo egli «un’autentica conoscenza della vita interiore che egli denomina – prendendo in prestito da Eraclito l’immagine – the stream of thoughts: esperienza certo unitaria e globale, ma in continua trasformazione; movimento che è vano intestardirsi artificialmente a dividere, come è vano tentare di estrarne degli stati, con il rischio di operare contro il significato stesso della natura umana». Anche in ambito terapeutico ci sono possibilità altre; in questo campo Josipovici sembra richiamare l’importanza di una comprensione filosofica – prima che neurologica – del disagio esistenziale: «Condurre il paziente ad affrontare l’esistenza, vuol dire innanzi tutto attrarlo a operare su se stesso. Scoprirà allora che il presente contiene in germe le determinazioni future, e che i problemi del momento hanno il loro giusto valore».
Solo affrancandosi dai pregiudizi correnti l’uomo potrà realizzare integralmente la propria natura, superando tanto il parossismo delle sensazioni quanto il culto della ragione. «La posizione giusta è quella dell’intuitivo […]. Intimamente orientato secondo la sua evoluzione creatrice, vibrante all’unisono, obbediente a un ritmo uguale, tutto il suo sforzo tende a inserirsi nella Grande Corrente Vitale».
*
La verità dello sguardo mitico-simbolico. Il tipo intuitivo suggerito da Josipovici rimanda a una costituzione antropologica alternativa a quella moderna. Questa formula accende un’immediata catena di rimandi analogici ad altre grandi proposte di ribellione all’homo saecularis: dall’uomo dionisiaco di Nietzsche all’antropologia sapienziale di Rudolf Steiner, dal Dasein (esserci) di Heidegger all’uomo differenziato di Julius Evola, sino all’anarca di Ernst Jünger. Gli spunti offerti nell’opera di Josipovici sembrano tuttavia avvicinare ancor più il suo programma di rinnovamento interiore, tutto improntato a una mediazione feconda fra piano soggettivo, umano e animico (microcosmo) e dimensione oggettiva, vitale, spirituale (macrocosmo), a una prospettiva di ermeneutica mitico-simbolica, ossia a una interpretazione del reale imperniata su una lettura del “libro del mondo” mediata dalle forme del simbolo, dell’analogia e del mito.
Josipovici ci invita così a inaugurare uno sguardo differente sul reale: abbandonando gli affilati strumenti chirurgici del modernismo, l’uomo può riacquisire quella prospettiva simbolica fondata sulla corrispondenza fra la propria singolarità e i ritmi del cosmo. Il mondo può tornare a essere vissuto come flusso energetico, come epifania del divino, come concatenazione di una pluralità di stati essenziali, rappresentabili e conoscibili mediante miti, simboli, archetipi. È una ricerca dei segni e delle corrispondenze – visibili e invisibili – che rendono il cosmo un volume consultabile grazie a un’ermeneutica poetica e magica. In questo stadio «non si vive la propria vita: si è la vita, con quello ch’essa possiede di possibilità estreme. Fuori della portata del temporale e del caduco, essa assume valore di eternità» (Jean Josipovici, Iniziazione alla felicità).
L’esoterista prefigura così la possibilità di una esistenza totale, che così illustra ne La prigione esoterica: «C’è una dimensione magica dell’individuo, come c’è una dimensione magica dell’universo. Ma questa dimensione superiore, questo eterno presente, creatore di presente, appartiene solo all’uomo che si sia interamente liberato delle sue catene: le invisibili e le visibili. Ora, l’esser libero è poter attingere una seconda volta all’albero della conoscenza». L’esistenza totale trasfigura l’uomo interiore ma anche la natura, che è sinolo di potenze visibili e invisibili, concrezione fenomenica di istanze sovrafenomeniche, «il manifestarsi – insomma – d’una forza che circola distribuendo con generosità e conservando avaramente la vita in tutte le sue forme».
Il riduzionismo rimane, in tutta la riflessione di Josipovici, l’avversario più odioso. Alla conoscenza, infatti, ci si avvicina soltanto superando l’alternativa di affermazione e negazione, ossia affrancandosi «dall’“impasse” dualistica». Questa operazione necessita una trasfigurazione mistica del soggetto: significa tendere all’annullamento di quella rottura col Divino che è il principale stigma della modernità.
Tale passaggio è integralmente riposto nello sguardo in tensione con cui si coglie il mondo: la trasformazione parte tutta da lì. Come c’insegnano lo sguardo stereoscopico di Jünger e la prospettiva filosofica di Evola, l’Assoluto non c’è mai – spontaneamente, passivamente –, ma sempre può essere attivamente realizzato. «Si deve entrare nel vero o rimanere al di fuori» chiarisce Josipovici. Teoresi e prassi coincidono, si fanno Uno. È proprio qui che risiede il culmine realizzativo di un pensiero abissale. Lo sapeva bene il filosofo colombiano Nicolás Gómez Dávila: «Quando sentiamo che davanti a un oggetto o a un fatto, il nostro spirito si cristallizza e si rapprende; quanto sentiamo che le nostre attività calzano le une con le altre; quando sentiamo che una gioia secca e lucida ci invade, il significato è esploso nel nostro spirito» (Notas).
Luca Siniscalco
* Il presente saggio è una versione abbreviata dell’Introduzione a Jean Josipovici, “La scienza oscurantista”, Iduna, Milano 2019
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ivigilando · 5 years
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Ci sono settimane di lavoro particolarmente dure!
1200 ricette verificate con allergeni e relativi assaggi
45 miglia nautiche di campionamento di salinità con nuovi markers
100 tipi di assaggi di vini per capire markers biologico e solfiti
preso misure di circa 3600 costumi di dimensioni minime (dovuto usare dpi specifici)
2 tera di immagini da verificare effettovela da calcolare con specifici attrezzi
rumore, vibrazioni, mmc, ergonomia, benesseri vari in goal (146%) rispetto kpi definiti!
Grazie Abner's Riccione, grazie Francesco Bortone Radio Deejay @linus @nicosavi Riccione Spiaggia 71 Riccione Bagno72 grazie Ivano e Filippo
Grazie a tutti quelli che mi hanno permesso di tirare a lucido le lame delle mie nihontō e ti capire meglio il mio ikigai
Grazie a tutti quelli che si sono prestati alle mie sollecitudini e prove di stress!
Guerrieri si torna in vacanza a casa! GiuSiNo si scende giu solo se le condizioni sono tutti positive o i no hanno un rischio residuo accettabile! Qui troppo rischioso, si potrebbe credere al Paradiso che da noi si chiama Sognomatajur
Idefln Idersaltner Ivarnost Irekord
Arrivo per prepara la vendemmia, buon autorizzazione allo scarico a tutti!!! buon gdpr a tutti, buon dvr a tutti con tanta formazione!!!!
#sea #work #riccione #miami #love
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thesteamer · 2 years
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Idee tossiche
Putin e la sua cerchia sono solo il prodotto finale (si spera) e inevitabile dell’ideologia comunista, il residuo biologico della lunga digestione di quel veleno, i cui derivati - non così terribili come il composto che li ha originati, ma comunque assai dannosi - sono peraltro ancora oggi presenti in molte ‘ricette’ politiche occidentali.
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unalucedelluniverso · 3 years
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MENTALIST
Apparenza e logica.
Nel mondo oramai siamo quasi 8 miliardi.
Si presuppone come dicono molti tra pi ricchi che siamo in sovrappopolazione.
Si manifesta così la paura della mancanza di risorse e questo ha portato i governi a sviluppare un piano per ridurre le nascite ed interrompere le stesse per 3 generazioni,sterilizzato le donne e come se non bastasse, ridurre la razza umana per non incombere in una guerra planetaria.
La cosa più sorprendente è che questo fattore si ripete ogni cento anni da più di 200.000 anni ma la storia continua a cancellare prove e storia, modificandone la veridicità.
Cosa ti fa pensare che gli stessi che gestiscono ogni bene nel pianeta terra, abbiano realmente interesse per il bene del pianeta se gli stessi che oggi governano il mondo dichiarano che non vogliono più commettere gli errori del passato?
Quali errori?
L'aver gestito male le risorse ed essersi accorti che ora non bastano più?
Troppo inquinamento a causa della scelleratezza nel dare vita a tutte quelle tecnologie invasive e dannose per la salute?
La scelleratezza nell'aver permesso a chi governa sugli alimenti di poterne inquinare in numeri sempre maggiori?
La scelleratezza di non aver mai tenuto realmente conto del gravoso danno che andavano producendo con il consumo di rifiuti senza una reale organizzazione nel recupero e smaltimento?
Per la maggior parte, non abbiamo il controllo dei rifiuti tant e che le maggiori città del mondo sono anche i posti più inquinanti del pianeta ove la pericolosità supera di gran lunga qualunque forma di pericolo.
Molte città infatti come accade in Cina, abbisogna indossare mascherine per l'inquinamento.
In molti posti del mondo,le deforestazioni sono improntate al produrre un solo bene e quindi al posto di quei prodotti troveremmo palme oppure solo piantagioni di caffè e cacao.
Perdendo così milioni di forme di benessere per averne una sola in cambio che possa arricchire una sola tasca da cui molti dipendono laddove insieme avrebbero potuto produrre ben tanti più beni ma questo non è possibile dal momento che esiste un qualcuno che ha potere economico su molti e molti devono lavorare per consumare il bene.
Immagina se fossimo 4 gatti, gli operai a quel punto dovrebbero lavorare solo per consumare lo stesso bene che produce sotto il comando di un solo uomo che vive nella ricchezza di tutti gli altri beni proibiti.
Quindi possiamo evincere dal tutto cje in fin dei conti il problema reale non sia la sovrappopolazione ma la forma di ricchezza che ancora al giorno d'oggi viene perseguita!
- riconoscendo che ogni forma di risorsa concede non solo materie prime ma anche una sorta di riciclo come semi, e terreno ove gettare gli scarti biologici infatti non i materiali che recuperiamo da ogni forma di vita, possono essere ritrovati in molte forme di bene di consumo e di questi ci sono beni che possono essere utilizzati e restano di per sé biodegradabili ma danno un risultato maggiore rispetto alla chimica che non può essere smaltita facilmente ne recuperata.
Allora perché usiamo il chimico se madre terra ci da già tutto ciò ciò serve!
Che poi, per produrre chimica bisogna modificare la chimica stessa di una particella in residuo sterile del suo nucleo biologico, ottenendo così una stratificazione delle parti che mutate perdono gli elementi con cui si autobiodegradavano e grazie a questo intervento umano perdurato nei secoli ed alla mancanza d'attenzione verso se stesso e l'ambiente, come risultato oggi abbiamo uninquinamento planetario pari al 95% della sua portata.
Cioè; in un terreno puoi trovare su tre cose, due chimiche come residui di tipo mascherina o guanti e il terzo magari una buccia di banana.
Per cui due su tre sono inquinanti e cioè mutazioni create dall'uomo e questo ci fa perdere un consistente equilibrio planetario poiché ciò che non può essere ne rigenerato o smaltito, resta e ciò che non rigenera nella sua coscenza è quindi nella sua eterogenea consapevolezza come fanno piante e fiori e frutti; non può essere recuperato né riprodotto ulteriori volte per cui è perso.
Per cui, tenendo conto di tutto ciò è di come l'essere umano, lungo il tempo abbia metabolizzato la menzogna come verita e la verità come menzogna!
Constatando nell'ardire ed esporre tale quesito, riscontriamo che l'essere umano stesso ora, pensi di poter gestire la vita per ridurre i danni peovocati da sé stesso, lo stesso che ha perso il controllo delle sue cause ed azioni ma che può recuperare benissimo se solo si espone alla verita ultima.
Non bisogna dominare le masse oramai alla deriva di un'etichetta scomparsa e con ella pure la forma di rispetto ed intelligenza da cui derivano tutte le scienze lontane da quella forma di abuso che lo stesso chiama scienza e cultura!
Bisogna informarle e rendere le stesse consapevoli del danno per rimediare tu assieme, togliendo il potere agli stessi che vorrebbero continuare a tenerlo nonostante il grande ed apocalittico danno che anni ed anni hanno causato al pianeta qui presente.
Oltre 20 città sono vere ecatombe nucleari.
Oltre venti laghi sono stati isolati e recintati poiché pericolosi per la salute
Oltre sette isole di plastica nei mari di tutto il mondo
Piogge acide
Annichilimento della conoscenza e della cultura in cambio di tecnologia sempre più invasiva
Per controllare un problema che va dominato alla radice.
Possiamo dire che al contempo di uno sviluppo altresi in vigore delle leggi dell'universo e consono al vero rispetto della vita in tutti i settori e non quelli a comodo, potremmo raggiungere anche la bellezza di circa 75 miliardi di esseri senza contare creature vegetali e animali ed avendo in equazione matematica, il benessere per tutti senza lasciar nessuno a corto di cobo oppure acqua ma solo se rispettiamo ogni singolo essere vivente, producendo una tecnologia realmente all'avanguardia e progredita di grande tecnologia che permetta un evoluzione della specie e di tutte le specie, senza modificarne chimicamente il DNA così ottenendo altresi dalla madre terra, la sapienza vera il modus saphiens con cui evolvere meritocraticamente in simbiosi con le energie e le specie senza causare il minimo danno ma avendo il massimo dei risultati.
Magari avendo città galleggianti invece di isole di plastica
Adam
Mentalist
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carol-agostini · 4 years
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La Cantina di Enza Saldutti.
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Sto leggendo la storia vitivinicola di questa realtà che dice da azienda conferitrice a cantina produttiva per una propria linea di prodotti, vini naturali.
"Cantina senza alcun consulente, forti solo della loro esperienza e della generosità di una terra verso la quale hanno sempre mostrato grandissimo rispetto.
Qui il fiume Calore è responsabile di quelle escursioni termiche che permettono ai vini di sviluppare degli incredibili bagagli aromatici che, dopo lunghi anni di affinamento, riescono a regalare delle sensazioni di altri tempi, rimandando alla sana cultura contadina da cui provengono"; mi sembra una premessa che può raccontare molto, infatti mi ha immediatemente portata ad assaggiare una parte della campionatura.
Mi sto avvicinando al mondo dei vini naturali per curiosità non tanto per etica, voglio comprendere, capire le sfumature organolettiche, il lavoro che c'è dietro i punti di forza, di equilibrio e di parametri di vinificazione.
Leggo e riporto che Enza è presidentessa dell'associazione Le Cantine di Montemarano, attività con lo scopo di divulgazione la cultura del vino e rafforzare la rete montemaranese impegnata a fare quadrato intorno alla principale risorsa del comune della media Valle del Calore, abbinata al progetto che rappresenta lo studio scientifico- sociologico elaborato dal Dipartimento di Agraria della Federico II di Napoli sull’individuazione dei mercati internazionali in base alle connotazioni del vino e alle sue proprietà organolettiche, metodo americano WineXRay.
Interessante argomento, è il metodo in cui io stessa mi baso sulla selezione dei vini che inserisco nelle nostre attività, e nei mercati in cui sono una selezionatrice.
Come commissario internazionale ho strutturato da anni una scheda organolettica e commerciale in cui a seconda di alcuni parametri il vino viene classificato e di conseguenza selezionato per i vari mercati, con la finalità di posizionare i vini su requisiti richiesti a seconda della tipologia di clientela, gusti, tendenze e organoletticità richiesta.
Anche i vini della cantina che sto assaggiando vengono degustati e analizzati compilando tale scheda.
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Ho iniziato gli assaggi con il vino rosato da Aglianico nel pieno della maturità, per il residuo zuccherino scaturito dalla maturazione naturale delle uve, l'ho accompagnato ad un entrée a base di mazzancolle e salsa rosa con leggero tabasco, direi abbinamento goloso.
Al primo sorso compaiono note di rosa e ginestra, ciliegia e fragolina di bosco, ha una leggera rifermentazione che svanisce ossigenandosi, esce la spalla acida, in bocca dopo lo zucchero esce una nota di pino mugo mescolata alla frutta rossa.
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Vino estremamente particolare, inaspettato per essere un aglianico in purezza, ma la mia cultura in questa tipologia è agli esordi.
Direi che è un buon inizio, sta aumentando la mia curiosità.
Lo trovo un vino deciso, di grande spessore, estratto secco pronunciato, bella massa, di carattere.
Sono sempre più portata a fare visita direttamente alla cantina, per conoscere, capire ed apprezzare il lavoro di Enza e famiglia.
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Sono ben quattro generazioni di storia vitivinicola, portata saldamente sulle spalle di questa giovane produttrice, grande dignità e duro lavoro caratterizzano la vita di questa azienda.
Prendendo notizie sull'attività, come faccio sempre quando degusto i vini, percepisco la filosofia di Enza, credo che il suo mondo sia proprio la vigna, credo che tutto abbia inizio e concentrazione proprio dalla cura della vite per arrivare ad ottenere dei vini buoni.
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Appena potrò andare in azienda ne avrò sicuramente la conferma.
Per ora non ho avuto un grande scambio di chiacchiere con lei, quasi fosse una scelta: "parlano i vini", per la prima volta inefetti mi sto lasciando trasportare proprio da questo meccanismo.
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Assaggerò tutti i suoi vini, farò le mie considerazioni, schede tecniche, dopodichè parlerò con Enza, dettata da curiosità o da perplessità questo lo staremo a vedere assaggio facendo.
La realtà possiede 7 ettari di terreni di cui solo 5 a vigneto, il resto coltivato a oliveto e cereali.
Dal 2016 ha ottenuto la conversione del vigneto in biologico proseguendo verso il biodinamico.
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Si producono circa 3500 bottiglie annue con una conduzione dell’azienda esclusivamente familiare.
Sarà strano a dirsi ma potrei definire Enza colei che parla e ascolta la vigna, conosce nello specifico ogni esigenza della pianta e sa donarle ciò che serve per arrivare alla massima resa qualitativa.
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Al giorno d'oggi questa tipologia di produttore che mira al benestare della terra, della piante, del frutto e del prodotto finale dev'essere raccontato e aiutato nella divulgazione, perchè non deve rimanere solo una filosofia produttiva ma di vita.
Proseguo gli assaggi, incuriosita e desiderosa di conoscere il mondo di Enza.
Grazie per la campionatura.
Di Carol Agostini
#enzasaldutti #vininaturali #biologico #biodinamico #vini #viticoltura #madeinitaly #carolagostini #sommelier #foodandwineangels #degustazione #ricette #aglianico #irpinia #coronavirus2020 #covid19 #COVID19PH
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olitaly · 5 years
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Valorizzazione degli scarti agricoli "La soluzione è il Biometano"
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II Biometano: "Combustibile del futuro" Opportunità per l'agricoltura di trasformare letame e reflui agricoli in concime biologico  Che Cos'è' il Biometano?  II Biometano è un gas che ha le stesse caratteristiche del gas naturale: infatti, è costituito principalmente da metano ed in tracce da altre sostanze. II Biometano è prodotto mediante un processo di raffinazione del biogas. Le materie prime utilizzate per la produzione di biometano, sono gli scarti agricoli di aziende locali, come ad esempio:  1. Reflui zootecnici (liquame, letame, pollina) 2.  Acque di vegetazione 3. Sansa 4. Siero di latte 5. Vinacce/raspi/feccia  Questi scarti considerati come Biomasse, sono introdotti nel fermentatore "Digestore" nel quale la sostanza organica viene trasformata in biogas e digestato attraverso la Digestione Anaerobica. La Digestione Anaerobica è un processo biochimico attraverso il quale la sostanza organica contenuta nella materia prima viene degradata mediante colture batteriche che operano in assenza di ossigeno. II Digestato è il residuo finale del processo di digestione anaerobica composto da una frazione solida e da una liquida. E' utilizzato principalmente come fertilizzante organico da distribuire sul terreno in sostituzione di fertilizzanti chimici, come fertilizzante biologico. E' un eccellente concime Certificato biologico UE n°354/2014. Valore Agronomico:  1. Adatto alla restituzione di sostanza organica al terreno e degno sostituto dei concimi di sintesi 2. Proprietà ammendanti: concentrazione di molecole recalcitranti humus-precursori 3. Proprietà fertilizzanti: concentrazione di elementi nutrienti N, P, Ke di micronutrienti 4. Aumento della frazione ammoniaca prontamente disponibile 5. Prodotto salubre con possibilità di quantificare i nutrienti presenti ed affidargli un valore di mercato.  In fondo da parte nostra, che siamo soggetti vicini al mondo agricolo e all'ambiente, ancorché legati da problematiche diverse, abbiamo in comune un solo obbiettivo, offrire opportunità per migliorare la qualità della vita degli operatori agricoli anche nel rispetto dell'ambiente. E così vivendo in un'area vocata all'agricoltura, l'opportunità offertaci da società che producono energia rinnovabile dagli scarti agricoli, ci è sembrata fare proprio al caso nostro. Questo significa non solo trasformare in risorse energetiche un materiale che a volte rappresenta un problema di gestione, ma anche ottenere bio-fertilizzanti che possono sostituire i concimi chimici ed innalzare il contenuto di sostanza organica del suolo agricolo. Stiamo provando a innescare la più elementare peculiarità ed essenza del commercio: far incontrare l'offerta con la domanda, proprio mediante i sottoprodotti agricoli! Per cui da una parte c'è la società che produce energia e nello specifico biometano che ha bisogno di alimentare il suo impianto con i sottoprodotti agricoli, e dall'altra parte ci siete voi, gli agricoltori che avete la necessità, nonché l'obbligo di smaltirli nel modo corretto! Per Informazioni ed adesioni inviare un email all'indirizzo Read the full article
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crodiswine-blog · 5 years
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Dalle uve #Prosecco #verdiso #bianchetta #perera coltivate in questo vigneto in località #colmellere sulla collina di #Combai otteniamo il nostro #proseccodoc brut San Vittore. Uve provenienti da vigneti coltivati a guyot, quindi con basse rese, vinificate separatamente e assemblate successivamente. Vino con un residuo zuccherino sotto il g/lt ottenuto con uno charmat lungo.... Se siete curiosi di assaggiarlo... contattateci!! Oppure ci trovate a @lasbocceria o Ostaria “Al Contadin” #vignaioliindipendenti #bottiglie #vignaioliindipendentitrevigiani #proseccodoc #colmellere #combai #verdiso #bio #biologico #wine #organicwine #winelovers #tastingwine #degustazioni #degustazionivino #fivi #crediamoinbio #natura #vigneto #vigneyard (presso Ostaria al Contadin) https://www.instagram.com/p/By7n8bFiR1s/?igshid=17s1gigr6ad0a
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purpleavenuecupcake · 6 years
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Ridotta la mortalità per cancro del sangue: novità dal congresso di ematologia USA
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(Nicola Simonetti) Da San Diego (Usa) l’American Society of Hematology (ASH) riunita per il “più importante evento scientifico dell’anno in materia”, afferma che, grazie alle nuove terapie, la mortalità per neoplasie del sangue risulta ridotta. Attualmente, la maggior parte di queste patologie presenta una diagnosi infausta ma, negli ultimi decenni, sono stati fatti passi da gigante nell’allungamento della prospettiva di vita e nel miglioramento della qualità di quest’ultima, grazie soprattutto all’introduzione di terapie di prima linea che vedono l’impiego di combinazioni di trattamenti classici (chemio) con l’immunoterapia. E fanno ormai testo i progressi, a livello biologico e terapeutico, in tema di linfomi, CAR-T cell, leucemie acute, leucemia linfatica cronica, mielodisplasie e mieloma multiplo. Se ne fanno portavoce anche gli oncoematologi italiani e stranieri di fama internazionale nel post-ASH di Bologna. Anche per gli oltre 33 mila gli italiani che, ogni anno, sono colpiti da un tumore ematologico, certezze e speranze a portata di mano. Numerosi studi hanno validato l’impiego di anticorpi monoclonali in associazione ai classici farmaci chemioterapici. L’uso della tecnica chiamata CAR-T, ancora su un numero basso di pazienti, ha aperto la strada – dice Pier Luigi Zinzani, professore ematologia, università Bologna che ne è stato uno dei primi utilizzatori presso l’ist. Seràgnoli” dell’università di Bologna - a una promettente strategia di cura che potrebbe rivoluzionare il decorso e la prognosi di queste neoplasie maligne. Le risposte globali e complete sono soddisfacenti. “La CAR-T, acronimo dall’inglese Chimeric Antigen Receptor T-cell, si riferisce ad un procedimento che riguarda il prelievo dal paziente di alcune cellule del sistema immunitario (linfociti T), alla loro modifica genetica in laboratorio per addestrarle a riconoscere le cellule tumorali e poi alla reinfusione delle cellule, così istruite, nello stesso paziente. Queste cellule attivano la risposta immunitaria e distruggono il tumore. Confermata anche l’attività delle CAR-T nei linfomi ad alto grado il cui controllo dura anche dopo due anni di follow-up senza necessità di fare ulteriori trattamenti. Rilevati segni di efficacia nel mieloma multiplo con malattia ricaduta e refrattaria, e studi in corso per l’uso nel linfoma di Hodgkin, linfoma anaplastico e leucemia linfatica cronica. CAR-T in associazione ad altri farmaci che ne potenziano l’attività e talora riducono gli effetti collaterali” (prof. Paolo Corradini, università Milano e presidente Società italiana ematologia). Nei linfomi (diagnosi che include oltre 30 malattie diverse), che sono le più frequenti malattie oncoematologiche si è passati – dice Zinzani - dalla convenzionale chemioterapia a quella combinata con l’introduzione della chemioimmunterapia. “In questo ambito ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale l’anticorpo anti-CD20… Gli anticorpi monoclonali, inoltre, hanno dato buoni risultati anche nel linfoma di Hodgkin, nei linfomi di derivazione T-linfocitaria, nel linfoma primitivo del mediastino, nel linfoma mantellare e nei linfomi follicolari. Il nuovo approccio terapeutico rappresentato dalle CAR-T ha dato una svolta fondamentale nell’ambito dei linfomi diffusi a grandi cellule. Al congresso di San Diego sono stati presentati anche i risultati delle terapie per il linfoma di Hodgkin con un anticorpo “drug conjugate” anti-CD25 e la combinazione a tre farmaci con anticorpi monoclonali. Anche nell’ambito degli altri linfomi le combinazioni tra chemio terapie e immunoterapia con anticorpi monoclonali si sono mostrate efficaci”. La leucemia acuta e la linfoblastica – dice il prof. Fabrizio Pane, università, Napoli Federico II e presidente della Società - costituiscono l’ultimo gruppo di patologie neoplastiche del sangue che hanno iniziato a beneficiare dell’introduzione nella terapia dei farmaci biologici… Le novità presentate all’ASH riguardano, per la leucemia mieloide, farmaci a bersaglio molecolare intracellulare. Per la leucemia linfoide invece la fanno da padrone le immunoterapie. “Sono terapie basate su anticorpi monoclonali recentemente modificati rispetto a quelli già utilizzati in passato in modo da aumentarne l’efficienza. Numerosi studi - continua Pane - sulle tecniche di immunoterapia attiva che utilizza linfociti del paziente che sono modificati nella loro specificità antigenica e in grado di riconoscere antigeni espressi sulle cellule leucemiche (CAR-T). Hanno un’efficacia molto elevata anche in malati plurirefrattari a tutte le altre terapie. L’aspettativa di sopravvivenza con terapia intensiva e anticorpi monoclonali è superiore al 50%”. Il mieloma, malattia tuttora considerata inguaribile, fa registrare, negli ultimi 20 anni, ad aumento della sopravvivenza da poco più di 2 anni a medie vicine ai 7, anche nelle fasce di età avanzate. “Presentati, all’ASH, risultati molto interessanti, in termini di miglioramento della sopravvivenza libera da malattia, della terapia con un anticorpo monoclonale in associazione ai farmaci classici testati in prima linea di terapia in pazienti non candidabili al trapianto. I risultati di numerose nuove combinazioni di farmaci innovativi di 2° e 3° generazione, utilizzati sia in prima linea sia in pazienti ricaduti o refrattari, hanno permesso di carpire preziose informazioni per identificare i profili molecolari associati alla scomparsa del residuo minimo di malattia, da cui dipende poi la prognosi di ciascun paziente. Anche i trattamenti con la tecnica CAR-T sono risultati sorprendentemente efficaci in pazienti pluritrattati e non più controllabili con altri farmaci” (prof. Giovanni Pizzolo, università Verona). Le novità dell’ASH riguardano anche le malattie clonali che si sviluppano nelle cellule staminali ematopoietiche come la policitemia vera (PV), la trombocitemia essenziale (TE), la mielofibrosi (PMF). “Per queste malattie sono stati presentati studi sui nuovi metodi e criteri di diagnosi e prognosi – dice il Prof. Angelo Michele Carella (azienda ospedaliera Universitaria San Martino di Genova) . i trattamenti, in particolare per la mielofibrosi, prevedono l’uso di inibitori per bloccare quelle proteine mutare alla base delle malattie”. Read the full article
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scurtiteam · 6 years
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Rimuove il trucco in maniera impeccabile, fino al più piccolo residuo… È il mitico Struccante Rapido Occhi della linea Pure Bleuet a base di Fiordaliso Biologico! Lo hai già provato? #yvesrocheritalia #fiordaliso #bio #skincare #naturale #green #beauty (presso Orvieto) https://www.instagram.com/p/BsOVDrfFtHQ/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1fs1krvmhqm18
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laflechanet · 6 years
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Nueva noticia publicada en LaFlecha
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Los drones ayudarán a los investigadores a abordar los ataques nucleares, biológicos y químicos
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Unos científicos están empleando vehículos y robots desarmados para recopilar información y pruebas en escenas de crímenes o zonas de desastres. Su iniciativa ayudará a salvar vidas.
Los riesgos relacionados con sustancias y explosivos químicos, biológicos, radiológicos y nucleares (SEQBRN) se encuentran entre las principales amenazas para la seguridad. Los accidentes o ataques provocados por estos agentes pueden ser muy peligrosos para las personas. Además, podrían obstaculizar y poner en riesgo las investigaciones forenses posteriores.
Para abordar las dificultades derivadas de la investigación de estos percances, los científicos del proyecto financiado con fondos europeos ROCSAFE están desarrollando estrategias y tecnologías que automatizarán la recogida de pruebas relacionadas con incidentes de SEQBRN. Esto se lleva a cabo empleando vehículos robóticos aéreos (RAV, por sus siglas en inglés) y vehículos robóticos terrestres (RGV, por sus siglas en inglés) controlados a distancia.
Según una noticia aparecida en el medio de comunicación irlandés «TheJournal.ie», un equipo de investigación ha realizado recientemente una prueba para evaluar cómo el personal de intervención inmediata, los equipos de emergencias y los especialistas forenses responderían a ataques con «bombas sucias». Las bombas sucias son artefactos explosivos que combinan residuos radiactivos con explosivos convencionales y que podrían contaminar un área y provocar muertes, lesiones, daños materiales, desordenes sociales y económicos o deterioro medioambiental.
Vehículos robóticos aéreos y terrestres
Como se explica en el sitio web del proyecto ROCSAFE, el objetivo principal es cambiar en esencia cómo se abordan las amenazas de SEQBRN a fin de «garantizar la seguridad de los investigadores forenses al reducir la necesidad de que accedan a escenarios de alto riesgo para determinar la naturaleza de la amenaza y recopilar pruebas forenses».
En primer lugar, los RAV —equipados con cámaras y sistemas de sensores miniaturizados para detectar amenazas radiológicas, nucleares, químicas y biológicas— evaluarán la escena. Todas las imágenes y los datos se transmitirán a un centro de operaciones empleando un programa de gestión centralizada de decisiones. Los datos se analizarán y visualizarán en «una interfaz sofisticada e intuitiva con mapas y vídeos, que muestra los resultados del análisis y proporciona un contexto geográfico para las interpretaciones. Esto permitirá al jefe del operativo evaluar la naturaleza de la amenaza, elaborar un plan de acción y un plan de reconocimiento, recogida y preservación de pruebas, respaldados según sea necesario por el programa de gestión centralizada de decisiones».
Tras este proceso, los RGV se desplegarán en la escena para recoger material o pruebas forenses, con rutas optimizadas automáticamente a fin de evitar riesgos. «Por tanto, ROCSAFE garantizará que las situaciones de amenaza por SEQBRN se evalúen más rápida y exhaustivamente de lo que es posible en la actualidad, y que las pruebas forenses se recojan de manera que no sean desestimadas en los tribunales y sin poner en riesgo al equipo de trabajo». Además, se explica que los RAV y RGV están diseñados a prueba de lluvia y viento y para hacer frente a obstáculos y terrenos difíciles.
El proyecto en curso ROCSAFE (Remotely Operated CBRNe Scene Assessment Forensic Examination) está liderado por la Universidad Nacional de Irlanda en Galway y agrupa a varios expertos de los sectores público y privado, incluidas las fuerzas armadas de Irlanda.
En declaraciones a la revista «Horizon», el profesor Michael Madden de la Universidad Nacional de Irlanda en Galway y coordinador del proyecto comentó: «Ante situaciones de peligro, enviaremos robots y no personas. El objetivo es mejorar la seguridad de los investigadores forenses». A lo que añadió: «Estos sucesos son poco frecuentes. No pasan todos los días».
Para más información, consulte: Sitio web del proyecto ROCSAFE
Fuente: CORDIS
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pacozeacom · 4 years
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Mascarillas, guantes y caretas, representa un riesgo biológico infeccioso que circula en las calles
Mascarillas, guantes y caretas, representa un riesgo biológico infeccioso que circula en las calles
Cubrebocas, guantes y hasta caretas usados están siendo desechados en la vía pública de la Ciudad de México. En calles secundarias, vialidades principales y espacios públicos están proliferando estos residuos catalogados por las autoridades como biológicos infecciosos.
A través de recorridos, se captaron estos elementos en banquetas, arroyo vehicular, áreas verdes y parques públicos luego…
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