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Segni oltre la finestra: Un romanzo breve di profonde connessioni femminili
Sabrina Ginocchio ci porta attraverso finestre e ponti simbolici, esplorando la vita interiore e i legami tra donne, con l'aiuto delle illustrazioni di Alessandra.
Sabrina Ginocchio ci porta attraverso finestre e ponti simbolici, esplorando la vita interiore e i legami tra donne, con l’aiuto delle illustrazioni di Alessandra. “Segni oltre la finestra” di Sabrina Ginocchio è un’opera che combina narrazione e arte visiva, creando una sinergia di parole e immagini che trasportano il lettore in un viaggio profondo e significativo. Questo libro, che può essere…
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" Dopo un’assenza quasi totale di cinquanta anni il senatore conservava un ricordo singolarmente preciso di alcuni fatti minimi. «Il mare: il mare di Sicilia è il più colorito, il più aromatico di quanti ne abbia visti; sarà la sola cosa che non riuscirete a guastare, fuori delle città, s’intende. Nelle trattorie a mare si servono ancora i ‘rizzi’ spinosi spaccati a metà?» Lo rassicurai aggiungendo però che pochi li mangiano adesso, per timore del tifo. «Eppure sono la più bella cosa che avete laggiù, quelle cartilagini sanguigne, quei simulacri di organi femminili, profumati di sale e di alghe. Che tifo e tifo! Saranno pericolosi come tutti i doni del mare che dà la morte insieme all'immortalità. A Siracusa li ho perentoriamente richiesti a Orsi. Che sapore, che aspetto divino! Il più bel ricordo dei miei ultimi cinquanta anni!» Ero confuso ed affascinato; un uomo simile che si abbandonasse a metafore quasi oscene, che esibiva una golosità infantile per le, dopo tutto mediocri, delizie dei ricci di mare! Parlammo ancora a lungo e lui, quando se ne andò, tenne a pagarmi l’espresso, non senza manifestare la sua singolare rozzezza («Si sa, questi ragazzi di buona famiglia non hanno mai un soldo in tasca»), e ci separammo amici se non si vogliono considerare i cinquanta anni che dividevano le nostre età e le migliaia di anni luce che separavano le nostre culture. "
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, La sirena. Prima pubblicazione nel volume Racconti, Prefazione di Giorgio Bassani, Collana Biblioteca di Letteratura: I Contemporanei n.26, Milano, Feltrinelli, 1961.
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Quest'anno ho letto trentaquattro libri: tre saggi (il primo è sui manicomi femminili in Italia nel periodo fascista; poi l'analisi de L'Iliade di Simone Weil, la ricostruzione di Westerman della letteratura "idraulica" del periodo stalinista), due raccolte di poesie (Anna Achmatova, Farrokhzad Forugh), quattro memorie (il veganesimo di Margherita Hack, i diari di Rozanov, la prigionia di Hamson Knut, la versione della storia della prima moglie del Marchese von Sacher-Masoch). Il genere più ricorrente è quello delle raccolte di racconti (Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata, i Racconti dell'età del Jazz di Fitzgerald, Disastri di Charms, Compagno di sbronze di Bukowski, Orientamento di Daniel Orozco, Pesca alla trota in America, Perle di Mia Couto, dei racconti di Zamjatin, Sepolto vivo di Hedayat). Ho letto quattro libri per ragazzi: Favole al telefono di Gianni Rodari, La figlia del capitano, Piccole donne crescono, Enola Holmes. Tra i titoli più celebri ho recuperato I tre moschettieri di Dumas, Persuasione, La venere in Pelliccia. Ho letto un giallo (La camera azzurra di Simenon). Nessuna di queste letture è stata in una lingua straniera né è rientrata nelle mie letture preferite di sempre, per quanto io abbia apprezzato Giovanissimi di Forgione, La figlia oscura di Elena Ferrante, La sonata a Kreutzer e il su citato Disastri di Charms (quattro stelline). "Perché il bambino cuoce nella polenta" mi ha fatto versare una lacrimuccia.
Ho comprato ed ho ricevuto un regalo un discreto numero di libri, non ho tenuto il conto.
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Rebecca Miller
Rebecca Miller, regista e scrittrice statunitense, indaga le relazioni umane alternando cinema e letteratura.
Sostenitrice delle donne nell’industria cinematografica, le sue storie hanno sempre protagoniste femminili e anche i cast tecnici sono costituiti in gran parte di donne. Per il suo impegno, nel 2003, è apparsa nel documentario In The Company of Women.
Tra i suoi film, che ha scritto e diretto, spiccano Angela, che ha ricevuto il Gotham Independent Film Award, Personal Velocity: Three Portraits, che ha vinto il Sundance Film Festival, The Ballad of Jack and Rose, The Private Lives of Pippa Lee, Maggie’s Plan e She came to me.
Ha scritto i romanzi The Private Lives of Pippa Lee e Jacob’s Folly, il libro che ha anche illustrato A Woman Who e la raccolta di racconti Personal Velocity premiata come miglior libro del 2001 dal Washington Post.
È nata a Roxbury, Connecticut, il 15 settembre 1962, da due celebrità, Inge Morath, fotografa della Magnum e il drammaturgo Arthur Miller. Cresciuta in un ambiente culturale molto stimolante, ha studiato arte a Yale e si è specializzata a Monaco di Baviera, in Germania.
Stabilitasi a New York, nel 1987, ha iniziato la sua carriera come pittrice e scultrice, esponendo in diverse gallerie.
Dopo gli studi di cinema alla New School, ha iniziato a realizzare film muti che esponeva insieme alle sue opere d’arte.
A teatro, si ricorda il suo ruolo di Anya ne Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov diretta da Peter Brook, nel 1988.
Ha lavorato come attrice cinematografica e televisiva in film come A proposito di Henry (1991), Wind – Più forte del vento (1994) e Mrs. Parker e il circolo vizioso (1994).
Ha anche diretto un’opera teatrale.
Da regista e sceneggiatrice, il suo primo lungometraggio è stato Angela, presentato in anteprima al Philadelphia Festival of World Cinema e poi al Sundance Film Festival, che le è valso l’Open Palm Award dell’Independent Feature Project e il Sundance Film Festival Filmmaker Trophy oltre a altri importanti premi per la fotografia.
Dopo il matrimonio con l’attore Daniel Day-Lewis, da cui ha avuto due figli, si era trasferita a Dublino dove ha prestato servizio di volontariato in case rifugio per donne vittime di violenza, impegno che le ha ispirato la raccolta di racconti Personal Velocity che poi è diventata un pluripremiato film in tre episodi che esplora la trasformazione personale in risposta a circostanze che cambiano la vita.
La pellicola, proiettata al Tribeca Film Festival e all’High Falls Film Festival, ha ricevuto importanti riconoscimenti e fa parte della collezione permanente del MoMA di New York.
Nel 2005 ha scritto la sceneggiatura per l’adattamento cinematografico dell’opera teatrale Proof di David Auburn, vincitrice del premio Pulitzer che ha visto come protagonisti Gwyneth Paltrow e Anthony Hopkins e ha diretto The Ballad of Jack and Rose, proiettato al Woodstock Film Festival e all’IFC Center di New York. Il film le ha procurato una menzione d’onore da MTV nel 2010 per le migliori registe che avrebbero dovuto vincere un Oscar.
Nel 2009 ha girato il suo quarto film, The Private Lives of Pippa Lee, un adattamento del suo romanzo del 2002 con un cast stellare composto da Robin Wright, Keanu Reeves, Winona Ryder e Julianne Moore.
Del 2015 è Maggie’s Plan, girato principalmente nel Greenwich Village e presentato in anteprima al Toronto International Film Festival che è stato proiettato in importanti festival internazionali.
La sua ultima fatica risale al 2023, She Came to Me presentato in anteprima mondiale al 73º Festival internazionale del cinema di Berlino, interpretato da Anne Hathaway, Marisa Tomei e Peter Dinklage.
Le sue narrazioni sono pregne di ironia, delicatezza e profondità.
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Maria Judite de Carvalho "Quanta gente, Mariana!", presentazione
Sellerio Editore Otto racconti e la postfazione di Giulia Caminito, dove trovare interessanti chiavi di lettura. Tante persone, Mariana , è stato pubblicato nel 1959 da Maria Judite de Carvalho scrittrice e pittrice che ha vissuto a lungo in Belgio e in Francia, in particolare durante la dittatura di Salazar. Otto racconti con personaggi soprattutto femminili, donne e uomini soli, angustiati da…
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Estate Teatrale Veronese 2024: dal 21 giugno con Verona Jazz e Rumors Festival.
Verona. Estate Teatrale Veronese 2024: dal 21 giugno le esaltanti nuove stagioni musicali di Verona Jazz e Rumors Festival. Sul fronte musicale torna immancabile l'appuntamento con le due rassegne storiche VERONA JAZZ, curata da Ivano Massignan, e RUMORS FESTIVAL, curata da Elisabetta Fadini. Entrambe realizzate in collaborazione con Eventi Verona srl e con sostegno di AGSM AIM. Quattro gli artisti italiani e sei le presenze internazionali previste, tra i grandi maestri del jazz, suadenti vocalità femminili della world music mondiale e due cantautori di razza. Al via, dal 21 giugno, la nuova stagione musicale di Verona Jazz e Rumors Festival. In cartellone otto spettacoli, che saranno in programmazione fino al 28 luglio nel suggestivo scenario del Teatro Romano, dove si esibiranno artisti nazionali e internazionali. "La 76ma edizione dell'Estate Teatrale è pronta ad iniziare e lo farà il 21 giugno, primo giorno d'estate – dichiara l'assessora alla Cultura –, proprio con la musica d'autore che appartiene al nostro patrimonio culturale immateriale e che grazie alla splendida cornice del Teatro Romano farà vivere un'esperienza di godimento anche estetico. Una ricca presenza di artisti da tutto il mondo conferma la vocazione internazionale del Festival. Un calendario di appuntamenti atteso dai veronesi e apprezzato dai turisti in visita nella nostra città". Sarà il duo costituito da Paolo Fresu & Uri Caine, nella serata del 21 giugno, a calcare per primo le scene veronesi nell'ambito di Verona Jazz, che anno dopo anno ribadisce la sua versatilità e trasversalità, valicando i confini di genere per far spazio ad una musica sempre più 'contaminata'. Verona Jazz diventa così un'occasione per far convivere esperienze musicali diverse e distinte che portano con sé influenze, storie, racconti distanti tra loro, ma che si ritrovano raccolti all'interno di un'istituzione musicale che con l'imponenza della sua longevità regala da anni serate di musica di indiscussa maestria ed emozione. Seguirà, il 22 giugno, l'esibizione del sassofonista norvegese Jan Garbarek assieme alla sua band e accompagnato, per la serata veronese, dal percussionista indiano Trilok Gurtu. Il 23 giugno sarà la volta della violoncellista e cantante cubana Ana Carla Maza e, nella serata del 24 giugno, del cantante italiano Mario Biondi con la sua band. Storie musicali con origini diverse che, tracciando la propria narrazione e sviluppo, si intrecciano con il lungo racconto di un Festival, simbolo della nostra Verona. Il compito di chiudere il cartellone musicale spetta ai protagonisti del Rumors Festival, a cura di Elisabetta Fadini, una rassegna originale e popolare, dove il ricercato diventa di tutti e per tutti e che da sempre porta in grembo il concetto di musica come arte capace di vivere e sopravvivere, senza quegli ausili che creano il sensazionale, spesso studiato, pensato e costruito, spogliato dell'eccesso per regalare una molteplicità di emozioni fatte di semplice e sola musica. Un festival sempre più caratterizzato da musicalità e suoni familiari e forme d'arte che raccontano la cultura di Paesi lontani. Quest'anno Rumors sarà contaminato dall'afromusic e dalla fusione di samba, pop, jazz e soul, nonché dalla storia e tradizione dell'Africa e del Brasile. Il 30 giugno il grande ritorno del cantautorato italiano di Elio e Le Storie Tese. Il 6 luglio sarà la volta dell'artista africana Fatoumata Diawara e il 27 luglio di Vinicio Capossela. A chiudere la seconda rassegna Rumors il 28 luglio sarà Marisa Monte, una delle più grandi cantanti brasiliane di tutti i tempi. L'Estate Teatrale Veronese, dunque, continua a sorprendere puntando sulla qualità degli interpreti e sulla forza evocativa degli allestimenti scenici, per consolidare il coinvolgimento degli spettatori, veronesi e non, con l'intento di rilanciare appieno l'incanto dello spettacolo e della musica dal vivo. I biglietti sono disponibili sui circuiti www.ticketone.it e www.ticketmaster.it e presso le abituali prevendite Il programma è stato illustrato nella mattina di mercoledì 24 a Palazzo Barbieri dall'assessora alla Cultura insieme al direttore artistico Carlo Mangolini. Presenti il presidente Agsm Aim Federico Testa, Ivano Massignan di Eventi e Elisabetta Fadini di Rumors Festival.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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"Barchetti innamorati"
da Favole & dintorni
Le favole d'amore, come si sa, fra tutte le fiabe, i racconti e le storie vere, sono quelle più incredibili, proprio perché hanno l'amore come tema conduttore.
L'amore che si racconta e che racconta, l'amore che non ha regole, ne vincoli, che non ha canoni ne parametri, l'amore per le persone e fra le persone e il non meno decantato, declamato e praticato, amore per gli animali e per le cose, ma anche e paradossalmente, il meno conosciuto e inverosimile amore che nasce fra le cose, quella fatale attrazione che unisce irreversibilmente gli oggetti, come l'incredibile amore nato fra Remo e Prua, i due Barchetti che ogni notte sono, una accanto accanto all'altro, sotto la prima arcata, di qua d'Arno, di Ponte Vecchio a Firenze.
La loro è davvero una storia incredibile che nasce in uno dei più antichi laboratori di falegnameria della Città di Dante, dove venivano costruite le barche destinate a navigare sull'Arno.
Non era mai capitato, ma quell'anno successe qualcosa di particolare, non si sa perché e non si sa per come, ma Lapo, il piu' esperto fra i costruttori di imbarcazione per i renaioli dell'Arno, volle metter mano alla costruzione di due barche contemporaneamente, cosa abbastanza inconsueta per lui abituato a realizzarne sempre e sola una alla volta. Il suo era qualcosa di più di lavoro, era una vera e propria Arte, che aveva ereditato dal suo papa', dal Babbo, come dicono a Firenze, una passione che lo portava a curare ogni piccolo particolare delle sue realizzazioni, il fatto che quelle fossero barche da lavoro, non gli impediva di dare sempre, oltre alla funzionalità, anche un tocco di curata estetica, in fondo, come amava dire Lapo, erano sempre imbarcazioni che avrebbero navigato nell'Arno, il fiume di Firenze, giustamente definita, la Città d'Arte per antonomasia.
Per prassi, per consuetudine, per logica, i nomi alle imbarcazioni venivano dati dagli acquirenti, che in quel nome rappresentativo, volevano sintetizzare tutti i desideri, le aspettative, le speranze, per una vita migliore, ma dare un nome alla propria barca era anche un modo per renderla più di una cosa, era un modo per sentirla più vicina, non un semplice mezzo per lavorare, ma una compagna con cui collaborare, un supporto necessario, una presenza indispensabile da curare, amare e rispettare.
Questa è una delle motivazioni per cui, soprattutto le barche da lavoro, dei pescatori, dei renaioli, dei traghettatori, hanno spesso nomi femminili.
Lapo, interrompendo quella consuetudine, anche perché nessuno gliele aveva commissionate, volle dare un nome a entrambe le imbarcazioni, immaginando che avendole costruite insieme, insieme, come una vera coppia, sarebbero poi rimaste nel tempo, così chiamo' una Remo e l'altra Prua, perché, come spesso Lapo amava dire, se il remo è la forza che spinge la barca, è la prua quella che fende l'acqua.
Sarà perché erano sempre insieme, sarà perché prendevano forma contemporaneamente e sarà per l'imponderabilita' che da sempre e comunque guida l'amore, Remo e Prua si innamorarono fin da subito, vedendo divenire giorno dopo giorno, il loro legame sempre più forte, avvertendo entrambi sempre più l'irrefrenabile desiderio di voler restare per sempre insieme, sperando che mai niente e nessuno potesse separarli, fu da questo forte desiderio, da questa grande speranza, da questo incontenibile bisogno, che Remo fece solenne promessa alla sua Prua che un giorno l'avrebbe portata a vivere sull'Arno, il fiume piu' bello del mondo, il fiume circondato dal fascino e dalla bellezza e dall'Arte e come casa le promise, non un rimessaggio qualsiasi, ma un ponte, il più bello e prestigioso fra tutti i ponti, Ponte Vecchio e cosi fu, Remo e Prua, ancora oggi, dopo tanti anni, sono sempre insieme, di giorno, non trasportano piu sabbia raccolta dai renaioli, ma entusiasti turisti che affascinati ammirano dal suo fiume le straordinarie meraviglie Fiorentine, di notte, tutte le notti, invece riposano insieme, uno accanto all'altra, lasciandosi piacevolmente cullare dalle dolci onde dell'Arno, più innamorati che mai.
Firenze 2018
Favole & dintorni
https://lefavolediriccardo.blogspot.com/?m=1
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Sono un ragazzo e non scrivo agli uomini perché fanno schifo. Alcuni mi hanno scritto, o per parlare di roba pornografica su altri blog femminili o volgarmente per provarci con me.
Per questo lo capisco quando le ragazze non mi rispondono, e credo facciano bene.
Il genere maschile è falso e meschino e merita di estinguersi, mi spiacerebbe solo per i pochi esempi buoni, ma sarebbero un sacrificio necessario.
Parlare di roba pornografica su altri blog femminili 😳
È tremendo il tutto dell'esperienza che ne racconti tu 😞
Hai ragione ci sono sicuramente dei pochi buoni ma comprendo per tutti quelli che non lo sono che arrivano ti abbiano portato a pensarla così
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Mes Demoiselles Paris a/i 19-20: di nuovo in viaggio tra emozioni e tradizioni
L’associazione letteraria spunta istintiva, di certo scevra della facilità attuale di appiccicare citazioni famose a qualsivoglia soggetto, bensì colma di consapevolezza sincera: “Viaggiare è come sognare, la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato”.
Brevi righe appartenute al genio di Edgar Allan Poe, che ben si allacciano nella loro essenza carica di saggia verità, di certo qui priva della tipica allure noir, al mondo de “Mes Demoiselles Paris”, o meglio: al mondo della sua fondatrice e stilista, Anita Radovanovic, che di viaggi e di sogni nutre la sua creatività da dentro l’animo fin nella materia delle collezioni. Con in più il merito di mantenere vividi tutti i ricordi anche al risveglio!
La spiegazione di questa associazione è presto detta, anzi intessuta nelle trame: quelle dei tessuti che danno vita agli abiti naturalmente, quelle essenziali che disegnano il percorso autobiografico di Anita, e di conseguenza nelle trame dei racconti narrati dalle ispirazioni che diventano collezioni.
Il fil rouge che, come in un gioco di parole veritiero, s’infila a collegare tutte queste trame, è per l’appunto l’esperienza, prima interiore e poi esteriore, del viaggio: nello spazio delle culture che abitano i paesi da scoprire, nel tempo lunghissimo delle tradizioni sartoriali, e in quello squisitamente personale della memoria che colleziona ricordi, li fonde ai sogni e li traduce in affascinanti suggestioni sartoriali.
Il viaggio, infatti, è innanzitutto connaturato alla storia giovane di Anita Radovanovic: quello che inizia nella sua infanzia vissuta in Montenegro con i nonni, lì dove ha raccolto la vitalità gipsy del folklore locale, la forza dei colori e la ricercatezza dei ricami che ai tempi nascevano dalle mani affezionate della nonna, e oggi son quasi un linguaggio che parla dalle mani artigiane che li realizzano sui capi. Il viaggio prosegue in Francia, nella Parigi chic eppur, come si suol dire, décontracté, che è anche incastonata nel nome del brand: la città in cui nel 2006 Mes Demoiselles Paris è nato e ha iniziato il suo percorso verso il successo.
Il viaggio prosegue ad ogni collezione, dove si aggiunge una tappa di esplorazione delle culture lontane che hanno tradizioni manifatturiere ancora genuine, delle memore personali che affiorano mescolate ai sogni: della femminilità, che è accolta e valorizzata dalle creazioni.
Così, appunto, accade felicemente nella collezione a/i 2019-20: dove l’ispirazione gioca con le stampe che si compongono variegate a mo’ di patchwork, dove le forme viaggiano lontane su un itinerario tra le culture, che raggiunge anche l’oriente nella geometria esatta del kimono, dove le stoffe regalano eleganza grazie ai velluti anche stampati, alle sete, lane, dévoré.
Il fascino irresistibile del viaggio conduce l’ispirazione anche nell’India delle divinità femminili che la tradizione vuole dotate di specchio, in lingua originale Darpana: a quest’immagine di luce e potere intenso sono dedicate le particelle di luce ricamate a mano sulle maniche a baloon: una luce che quasi si scioglie nell’oro colato degli abiti che narrano una ricercatezza sospesa nel tempo, ma sempre, perfettamente attuale nella sua sofisticata semplicità. Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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vi eccita quando vi mandano foto de cazzo duro o al patata bagnata?
Certo ci eccita tutto, anche le dita bagnate sia maschili che femminili,qualsiasi cosa vogliate mandarci è ben accetto. Anche racconti autobiografici,specialmente quelli.
Ripetiamo anche con anonimato con un secondo profilo o side blog che avete non ci disturba il non associare la persona al blog,anzi
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"L'impiccagione di Ann Ware e altre storie": Mistero e Suspense nel Nuovo Capolavoro di Margaret Doody. Recensione di Alessandria today
Un viaggio tra occulto, suspence e ingegno letterario nelle affascinanti storie brevi di Margaret Doody
Un viaggio tra occulto, suspence e ingegno letterario nelle affascinanti storie brevi di Margaret Doody. Recensione: Il libro “L’impiccagione di Ann Ware e altre storie” è una raccolta intrigante di racconti brevi, frutto della penna di Margaret Doody, autrice nota per la sua capacità di intrecciare mistero e narrativa storica. Pubblicata il 18 febbraio 2020, questa antologia si apre con la…
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Debutterà martedì 24 ottobre 2023 alle ore 21.00 al Teatro Trastevere - via Jacopa de’ Settesoli, 3 - Le città invisibili di Italo Calvino,regia di Ivan Vincenzo Cozzi ed interpretato da Andrea Dugoni, Claudia Fontanari, Silvia Mazzotta, Brunella Petrini. In occasione del centenario della nascita di Italo Calvino (1923-1986), torna in scena, con un cast in parte modificato, lo spettacolo creato nel 2016, e trova nuovi gesti e nuova attenzione per i significati onirici, combinatori e visionari ideati dal grande scrittore, invitando il pubblico a ripercorrere le tappe di un viaggio fantastico, fra sogno e realtà, sulle orme di Marco Polo, al cospetto dell’imperatore tartaro Kublai Kan, alla scoperta di quei luoghi, reali ed immaginari, che compongono il grande regno del sovrano orientale. Le città invisibili mette in scena tredici delle cinquantacinque città che compongono il romanzo, scelte fra quelle più prossime alla nostra realtà per attualità, significati o simbologie; che riportano il ricordo di qualcosa di già vissuto altrove, trovano un nuovo significato e una differente dimensione temporale che prende forma nella parola narrata. Ogni città è nello stesso tempo eterna, segreta e in movimento. Il dialogo immaginario fra Marco Polo e Kublai Kan, punteggiato e accompagnato dalle musiche originali di Tito Rinesi, si attarda fra segreti, prospettive ingannevoli, fragilità e vita mentre attorno prende forma qualcosa di nuovo, perché forse è vero, come dice il Kan (Andrea Dugoni), che ogni città altro non è che la descrizione di una sola, unica città. Quella perfetta. E se ognuna fra le città immaginate da Calvino nel romanzo del 1972 ha nomi di donna, il regista affida proprio a tre donne (Claudia Fontanari, Silvia Mazzotta e Brunella Petrini) il ruolo del mitico esploratore: tre figure femminili quasi archetipiche, tre viaggiatrici del tempo e dello spirito, che suggeriscono la natura corale, arcaica, ancestrale ma anche sfuggente e impersonale del raccontare. In ogni tappa le nostre Marco Polo portano nei propri sacchi, al cospetto del sovrano, una testimonianza: pezzi d’avorio, un elmo, una conchiglia, cerbottane, tamburi e quarzi, disposti su piastrelle bianche e nere, e poi spostati, via via che il viaggio e il racconto si snoda, sotto gli occhi di un imperatore nostalgico che in quei racconti tenta di rintracciare un senso, di intuire le geometrie e i movimenti di quel «disegno tracciato dai salti spigolosi dell’alfiere, dal passo strascicato e guardingo del re dell’umile pedone, dalle alternative inesorabili d’ogni partita». Una partita che si gioca nel giardino fantastico del Kan, appena sotto le mura oltre il mercato, dove i viaggiatori scambiano le merci, o i bivacchi dove riposano. Anch’esso è un luogo, forse immaginario, dove il sovrano Kublai Kan cerca di rintracciare il senso e l’identità del suo regno, che va disfacendosi. Ma soprattutto di capire quale sia il senso e il fine del gioco stesso. E la risposta, forse non ancora trovata, spetta ad ogni spettatore/spettatrice, che, come Marco Polo, affronta il suo viaggio. Le città invisibili, di Italo Calvino - regia: Ivan Vincenzo Cozzi; interpreti: Andrea Dugoni, Claudia Fontanari, Silvia Mazzotta, Brunella Petrini; musiche originali: Tito Rinesi; scenografie: Cristiano Cascelli; costumi: Marco Berrettoni Carrara; tecnico luci/fonica: Steven Wilson; organizzazione: Isabella Moroni - rimarrà in scena al Teatro Trastevere fino a domenica 29 ottobre 2023 (orario: da martedì 24 a sabato 28, ore 21.00; domenica 29, ore 17.30).
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Recensione "I Racconti" di Lucia Braccalenti
In questa raccolta di racconti – diciassette in totale – si alternano scenari fantasy e non, tratteggiati dall’adolescenza ad oggi. Tra magia, amori, personaggi tormentati e determinati, particolare attenzione è posta alla raffigurazione di protagoniste femminili forti e combattive. Al lettore viene lasciato quasi sempre un messaggio di positività e speranza, attraverso quello che possiamo…
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Incontro con Luna
Noto il blog di Luna tra i like che ricevo a un mio vecchio racconto.
Appena lo sfoglio vedo che non è il genere di blog che solitamente cattura la mia attenzione, ma lo fa comunque.
Scorrendolo vedo gif su gif di ragazze che si masturbano, una delle cose che più mi eccitano, dopo la sottomissione e la degradazione e tutte le cose depravate e porche alle quali do spazio sul mio blog.
Una gif dopo l'altra sento il cazzo diventarmi sempre più duro, mentre immagino la ragazza dietro il blog con le mani in figa a godere ancora e ancora..
Le scrivo.
Chiacchieriamo un poco, e a causa di una "incomprensione" (so già che probabilmente nel leggere queste parole sorriderà o vorrà picchiarmi), subito le nostre strade rischiano di non incrociarsi mai. Per fortuna non sarà così.
Continuiamo a chiacchierare e scopro che la ragazza che si cela dietro quel bel blog non è la solita ventenne, ma una ragazza di ventinove anni molto interessante ed intrigante.
Le chiedo un paio di foto, e subito resto colpito da un bel sorriso e dal suo bel corpo. L'aspetto fisico non è tutto naturalmente, ma anche l'occhio vuole la sua parte.
Le dico quanto mi eccita il suo blog, l'immaginare il suo bel corpo magro e sensuale intento nel masturbarsi, e glielo dico mentre ho il cazzo in mano e gemo per quanto la cosa mi eccita. Mi risponde che quel giorno è già venuta cinque volte e ancora si sta toccando. Sempre più interessante, adoro le ragazze che si masturbano tantissimo, che adorano godere con le dita ad accarezzarsi il clito e a penetrarsi davanti ai porno ore ed ore.
"Dai passiamo su whatsapp" le scrivo, e mi arriva il suo numero.
Una volta li, le mando subito video e audio in cui godo per lei, e lei a sua volta mi dice cose che subito mi fanno capire che sto parlando con una ragazza che sa bene come far godere un uomo.
Iniziamo a confrontarci sulle "differenze di vedute". Le dico che di solito sono abituato a fare tutto io, a usare corpi stupendi come il suo come se fossero giocattolini per le seghe, oggetti per il mio godimento, a usare ed abusare i buchini.
Lei, invece, mi dice che non ama le cose che vede sul mio blog. Sento subito che ha un carattere forte. Mi spiega che le piace essere dominata, ma non sottomessa. Capisco bene cosa intende, e nonostante queste differenze mi eccita comunque moltissimo. Ormai sono anni che faccio solo ciò che mi piace nel letto, abituato a belle ragazze dalle quali mi sento dire "fammi tutto quello che vuoi", per cui so bene che non sarà facile ri-abituarmi a lasciare il controllo a qualcun altro. Ma Luna mi intriga ed eccita, e la voglia di provare qualcosa di diverso cresce dentro di me.
"Dai tesoro vediamoci per godere. Voglio portarti a letto e masturbarmi per te. Facciamo edging insieme, godiamo ore davanti ai porno. Ho voglia di godere insieme."
All'inizio ovviamente non è convinta, anche se sento la voglia salirle mentre facciamo sexting e la eccito continuamente con la mia voce. Per fortuna non ci mette molto a cedere alla voglia.
"E' che non pensavo di sentirti.. cioè di incontrarti.. insomma ci siamo appena conosciuti sai a malapena il mio nome.."
"E già vuoi il mio cazzo dentro mh?" Finisco io per lei. Non dice nulla ma so bene che la sto eccitando.
Torniamo a parlare di porcate, dei toys che possiedo e che mi diverto ad usare sulle ragazze. Le mando delle foto dei miei plug. Mi dice che ne ha uno suo, ma che i suoi buchini sono un po' stretti perchè fuori allenamento.
"Ci penso io ai tuoi buchini piccolina" Le dico.
Provo a organizzare la sera stessa, ma purtroppo ha degli impegni. Continuiamo a godere via messaggi, a mandarci foto, a masturbarci ore approfittando del Sabato pomeriggio libero.
"Senti.. domani sera, se vuoi, sono libera"
"Se voglio piccola? Domani sera sei MIA".
La sera dopo sono davanti al Motel che ho prenotato, aspetto Luna. Arrivo sempre in anticipo nel caso in cui la ragazza arrivi prima a sua volta, in modo che non resti da sola. Mai successo in tanti anni di onorata carriera che qualcuna arrivasse prima, ne tantomeno in orario, ma sono uno che crede nei miracoli visto gli angeli che sono solito scoparmi.
Luna e i suoi geni femminili confermano la regola, mi scrive che è in ritardo. Sorrido mentre le zanzare mi divorano e la voglia di godere già mi fa impazzire.
Dopo un tempo discretamente lungo che per cavalleria non dirò (35 minuti), vedo una macchinina nera arrivare lungo la via del Motel. Si parcheggia qualche macchina più in la e io la raggiungo a piedi.
Dalla macchina scende una ragazza molto carina. Ha un paio di shorts che lasciano vedere dei bei tatuaggi su delle belle gambe, e una maglia rossa che le cade addosso e fa venire voglia di alzargliela e iniziare a baciarla e succhiarle i capezzoli in mezzo alla strada. Indossa grossi occhiali di tartaruga, che la fanno sembrare una timida bibliotecaria che passa le sue giornate sui libri nel silenzio di qualche libreria di qualche paesino sperduto.
Quando arriva le sorrido, la bacio e subito inizio a scherzare con lei. E' anche più carina che in foto. Sono eccitatissimo. Non resisto e mentre la bacio sul marciapiedi le faccio scivolare una mano tra le cosce accarezzandola attraverso il tessuto dei pantaloncini. La sento contrarsi e gemere mentre mi guarda eccitata. Le sorrido e la porto alla mia macchina, dove mi aiuta con le borse. Ho portato il Pc con i porno da guardarci insieme e sui quali masturbarci, le birre, e uno zaino con i toys che pesa più o meno quanto lei. Di quello mi occupo io mentre andiamo alla reception e facciamo il check-in.
Mentre saliamo in camera non resisto, le accarezzo le cosce, le palpo il culo, le mordo il collo. Potrei scoparmela direttamente li in ascensore ma anche l'attesa ha il suo perchè. Una volta in camera mi accorgo che la stanza non è di mio gradimento. So che in quel motel ci sono camere con un grosso specchio a fianco al letto, e una ragazza così bella me la voglio guardare mentre la scopo da dietro.
Torno di corsa giù e me la faccio cambiare. Appena entriamo e mi chiudo la porta alle spalle inizio subito a spogliarmi completamente, mentre lei sta seduta vestita sul letto e mi guarda.
Vado un attimo in bagno e appena esco la trovo a pancia sotto sul letto che guarda il telefono. Su quel corpicino magro il suo culo è incredibilmente tondo e sodo ed è li per me in quei minishorts. Le chiedo se le va di fare qualche foto e video, so bene quanto sia stupendo masturbarsi sulle porcate fatte insieme anche senza dover per forza usare gif e video nei miei racconti, ma preferisce di no e anche se a malincuore rispetto come sempre la scelta della ragazza che è con me.
Subito le salgo sopra appoggiandole il cazzo duro sul culo facendoglielo sentire attraverso i suoi shorts. Glielo passo tra le cosce e sento la sua figa già caldissima mentre la sento gemere piano piano sotto di me. La rigiro come una bambolina, le apro le gambe e inizio a picchiettarle la cappella contro la figa. "Adesso li leviamo questi mh" Le dico mentre le sfilo i pantolincini lasciandola con un bel perizomino nero. E' la perfezione. Avrei voglia di sculacciarla, stringerle quel bel collo fine che potrebbe starmi in una mano, prendere la mia cinghia dai pantaloni e farle tante cose. Ma ricordo a me stesso che questa volta non potrà essere così. E non ci saranno "Cagna" "Troia" ne altri soprannomi. Non è ciò che le piace, e quando ho deciso di incontrarci comunque ho scelto di rispettare la cosa, e un Uomo rispetta le promesse, con le Donne e soprattutto con se stesso.
Le salgo sopra appoggiandole le palle sul suo bel pancino piatto mentre mi sego il cazzo duro davanti a lei. Le strofino su di lei, adoro sentirla così liscia sotto di me. Da qualche parte trovo le forze per scollarmi dal suo corpo.
Piazzo velocemente il portatile a fianco al letto, poi la prendo per mano e la tiro vicino a me alla scrivania nell'angolo della stanza. "Vedi tesoro, guarda che belli" Le dico mostrandole i miei Toys mentre le passo la mano sulla figa facendola gemere.
Sento le mutandine letteralmente fradicie sotto le mie dita.
"Dai andiamo a letto ci pensiamo dopo ai toys" Le dico sollevandola di peso e appoggiandola sul materasso.
In quel momento Luna si leva gli occhiali.
Quello è il momento in cui la vedo davvero. Solo un secondo del suo sguardo e già sento il sangue ribollirmi dentro. I miei occhi cadono totalmente dentro i suoi. E' incredibile, mai visto uno sguardo così. "Ci potresti ipnotizzare la gente con quello sguardo lo sai tesoro?" Le dico mentre la palpo senza mai riuscire a togliere l'eye contact.
Lei sorride, ma non è il sorriso di una timida bibliotecaria, è il sorriso di una Donna che sa esattamente ciò che fa e perchè. E' provocante, sensuale, ma non è solo quello. Quegli occhi dicono che vogliono darmi piacere, farmi godere, e godere del mio piacere. E dicono anche che sa esattamente come farlo.
Anche il suo viso, ora che non ci sono più quegli occhialoni a fare da filtro, è passato da bello, a stupendo, da togliere il fiato.
Il mio cazzo duro le preme sul pancino piatto. Le strofino la cappella sul piercing all'ombelico, poi scendo lentamente più giù. Quando arrivo alle mutandine le trovo fradicie. La mia cappella si bagna completamente. Gliela spingo bene contro al tessuto entrando leggermente, poi quando è bella bagnata di lei risalgo e gliela metto in bocca.
Inizia a succhiarmi il cazzo e lavorarmi la cappella con la lingua e subito sento il piacere salirmi al cervello come un fiume in piena. Si muove sicura sull'asta del mio cazzo succhiandomi le palle di tanto in tanto. Sento il sangue pompare mentre il cazzo mi diventa di marmo.
Non resisto. Le sfilo le mutandine e le appoggio la cappella sul clito, poi inizio a strofinargliela velocemente. Goccioline schizzano subito ovunque. Spingo la cappella appena dentro la figa e la sento strettissima, roba da sborrata immediata. Mi trattengo a fatica e inizio a spingerle il cazzo dentro mentre mi abbraccia dietro il collo. Godo da impazzire, e non riesco a smettere di guardarla negli occhi.
La scopo sempre più forte, cercando di non venire, finchè sento che quella bella fica stretta mi sta letteralmente mungendo la sborra fuori. Le levo il cazzo da dentro senza venire, e mi alzo a prendere il vibratore.
Torno su di lei e inizio a lavorarle il clitoride col vibratore mentre la guardo buttare la testa indietro e lasciarsi andare al piacere. Ho la cappella fradicia di sborra che le cola addosso per l'eccitazione quando glielo infilo dentro e inizio a lavorarle il punto g.
Le poso il mento sul pancino piatto in modo da aumentare la sensazione che le da il vibratore nel punto giusto.
La sento godere sempre di più. Prende un respiro e mi dice "Guarda che lo so che vuoi farmi squirtare." Le sorrido mentre continuo a lavorarla. Non ci vuole molto prima che la veda letteralmente esplodere. Inizia a schizzarmi addosso inondando letteralmente me e il materasso mentre non le do pace passandole il vibratore sul clito godendomi le sue contrazioni di piacere. Quando mi pianta lo sguardo addosso sento l'eccitazione salirmi alle stelle. Ora tocca a me godere, e la determinazione nel suo sguardo mi fa capire che non ammette repliche. La lascio fare mentre mi lavora la cappella con le dita. Sono talmente carico ed eccitato che non ci metto molto ad inondare la sua coscia e il suo bel pancino abbronzato di schizzi di sborra calda mentre godo fino quasi a perdere la testa.
Mi chino su di lei e la bacio accarezzandola. "Guarda che casino che abbiamo combinato e siamo appena arrivati.." le dico facendola ridere.
"Andiamo a darci una sciacquata" mi dice lei.
Dopo qualche minuto di baci e carezze ce ne andiamo in doccia.
Prendo il doccino e glielo passo delicatamente su quello spettacolo di fichetta liscia, poi inizio a insaponarla mentre geme. Le inizio a passare con le dita sul buchino del culo. E' stretto e inizio a giocarci infilandole dentro piano un dito insaponato mentre lei accarezza le mie palle e il mio culo.
Lei geme mentre le allargo il buchino e con l'altra mano le strofino il clito entrandole dentro di tanto in tanto. La giro e mi appoggia il suo bel culetto insaponato contro il cazzo iniziando a strofinarcisi contro . Sono venuto nemmeno 10 minuti prima e sto già godendo di nuovo.
"Dai torniamo a letto voglio farti provare una cosa" le dico suscitando la sua curiosità. Esco dalla doccia e prendo un paio di asciugamani per coprirla perchè l'aria condizionata della stanza è rimasta impostata quasi al massimo.
Ha la pelle d'oca e trema quando si infila sotto le coperte. "Adesso ti scaldo io" Le dico mentre frugo nella mia borsa dei giochi.
Ne tiro fuori il mio vibratore più potente. E' una sorta di MagicWand ma mostruosamente potente con le sue vibrazioni. Funziona solo attaccato alla presa di corrente perchè le batterie non sarebbero abbastanza per dare potenza a quel mostro.
Lei mi sorride mentre lo guarda eccitata.
Mi infilo sotto le coperte con lei, la bacio e ricomincio a strofinarle il cazzo sulla figa e in un attimo la temperatura torna altissima. Quando sono sicuro che sia bella calda sollevo le coperte e mi metto tra le sue gambe aperte.
"Adesso ti faccio impazzire piccola". Le dico mentre accendo il vibratore sulla potenza più bassa e glielo appoggio sul clito. Subito inizia a contorcersi buttando indietro la testa mentre le sorrido godendomi lo spettacolo. Mi abbasso su di lei e alzando leggermente la velocità del vibratore inizio a morderle dolcemente il collo e a baciarla. "Dammi la lingua" Le dico, e lei la tira fuori mentre inizio a succhiargliela e leccargliela. Sono un porco, non è una cosa che si può cambiare. Inizio a leccarle e succhiarle i capezzoli, a giocarci con la lingua mentre aumento quasi al massimo il vibratore e Luna si contrae, si contorce di godimento, la sua figa è un lago. Viene più e più volte nella mia invidia più totale, vorrei tanto riuscire ad avere orgasmi continui come fanno le ragazze ma probabilmente maiale come sono finirei col dimenticarmi di mangiare e morirei di fame.
Quando finisco di lavorarle la figa è esausta ma l'espressione sul suo viso è decisamente stupenda.
"Adesso tocca all'altro buchino piccola".
Sorride. "Ho un plug in borsa." Ne ho diversi anche io, ma preferisco usare il suo al quale è abituata. E poi ha un cuoricino e l'idea di vedere quel bel culetto con un cuoricino che spunta mi alletta non poco.
Stendo un asciugamano sul letto, prendo l'olio dal mio zaino e il plug dalla sua borsa. La sollevo di peso e la appoggio delicatamente sull'asciugamano poi inizio a lavorarle il buchino con l'olio e le dita. Le infilo il plug in quel bel buchino liscio e oliato. E' bellissima mentre mi guarda con quel cuoricino tra le natiche e la figa fradicia. Inizio a lavorargliela col vibratore mentre si contorce e gode. Poi le infilo due dita dentro e inizio a sditalinarla per farla squirtare.
"Se levi il plug squirto di più", mi suggerisce. Glielo sfilo delicatamente e ricomincio a lavorarle la figa con due dita dentro mentre col pollice gioco col suo clito. Ci vuole poco prima che la senta pronta per schizzare. Levo di colpo le dita e puntuale quella bella fichetta inizia a squirtare mentre le lavoro velocemente il clito con le dita mandando gocce di rugiada ovunque.
Le sorrido e lei mi sorride felice di rimando. Ci infiliamo sotto le coperte e ce ne stiamo a parlare un po'. Io su un fianco e lei tra le mie braccia con il culo bene appoggiato al mio cazzo e le mie mani a giocare con le sue tette.
"Voglio vedere come ti masturbi sui porno quando sei a casa." Le dico. Nella mia testa ho immaginato quella scena migliaia di volte. Le ragazze che scrollano il mio blog e con la mano tra le gambe si danno piacere.
Lei sorride, non è una sottomessa, ma mi accontenta comunque in tutto perchè darmi piacere la eccita tanto quanto a me eccita darlo a lei.
Mi appoggio alla spalliera del letto e lei si mette di fronte a me. Cellulare in mano.
Inizio a segarmi mentre ascolto le sue dita lavorare la fichetta bagnata facendo un rumore a dir poco meraviglioso. La guardo scrollare tumblr mentre non smette di toccarsi e godere, è meraviglioso ciò che sta condividendo con me è la sua intimità. E' come se io non ci fossi, come se fossi in camera sua, e potessi guardare una delle ragazze più belle che abbia mai conosciuto mentre si masturba e gode. E' allo stesso tempo la cosa più dolce ed eccitante del mondo, non sono mai stato così vicino al mondo femminile come in quel momento. Inizio a schizzare senza nemmeno rendermene conto, lei se ne accorge e si avvicina a me accarezzandomi la cappella aumentando a dismisura il mio piacere. Sento il mio corpo irrigidirsi, poi rilassarsi, poi irrigidirsi di nuovo, in una serie di contrazioni che accompagnano i miei schizzi fino a togliermi letteralmente il fiato.
Quando mi riprendo Luna è li che mi sorride.
"Vieni qui" le dico mentre la stringo abbracciandola e ci rimettiamo sotto le coperte. Restiamo a baciarci e coccolarci fino a che sforiamo l'orario di riconsegna delle chiavi e a fatica mi scollo da lei andando a sistemare i miei toys e darmi una ripulita.
Quando usciamo dal motel è ormai l'una di notte. Nonostante il caldo di Agosto che c'era di giorno, ora un venticello fresco soffia e mi accarezza la pelle mentre la porto per mano verso la sua macchina.
"Ti va di rimanere mentre fumo una sigaretta? Però non ho l'accendino"
"Certo tesoro vieni andiamo alla mia macchina che ho l'accendisigari" Le dico cambiando direzione.
Arrivati li Luna non accende la sua sigaretta perchè la appoggio alla portiera ed inizio a baciarla. Restiamo a baciarci ed abbracciarci nel silenzio di Milano di notte, che a quell'ora finalmente sembra riposare dopo il casino del giorno.
L'arietta fresca ci accarezza mentre ci coccoliamo e chiacchieriamo.
"Non pensavo fossi così bravo a fare le coccole" Mi dice sorridendo.
"Già.." Le rispondo riflettendo su come dal mio blog io debba sembrare decisamente diverso, ma mi va bene così. "Tu non dirlo in giro mi raccomando che ho una reputazione da mantenere".
Ride. E io guardo il suo sorriso e i suoi occhi e mi rendo conto di quanto stia bene. Un ragazzo normale probabilmente si innamorerebbe di lei in tempo zero. Purtroppo o per fortuna io di normale ho ben poco. Ma sto bene come poche altre volte nella vita e tanto mi basta. Esiste solo il presente, l'aria fresca, il silenzio, i suoi occhi e il suo sorriso e il calore del suo corpo tra le mie braccia.
Quando guardo l'orologio sono quasi le quattro del mattino. La mia sveglia è alle sette.
Senza che dica nulla lei capisce e mi dice di andare.
Me la coccolo un'ultima volta per cercare di stampare nella mia memoria quanto più possibile quel momento perfetto nella mia testa, poi la prendo per mano e la riaccompagno alla macchina.
"Scriverai di me?"
Mi chiede sorprendendomi non poco.
"Non credo tesoro, non ho video per fare le gif, senza contare che avrebbe poco senso per lo stile del mio blog." Le rispondo sincero.
"Ti prego.. adoro il modo in cui scrivi. Mi fa impazzire. Sei un porco e scrivi decisamente troppe porcate, però lo adoro lo stesso".
Rido. Non mi capita mai o quasi di ricevere complimenti dalle ragazze. Ovviamente ho i miei mezzi per vedere se e quanto piacciono i miei racconti che vanno al di là di likes e commenti, e quindi so per certo che sono molto graditi anche ad una buona parte di pubblico femminile, però di solito nessuna ha il coraggio per dirmelo.
"Scrivilo per me se non vuoi scriverlo per il blog."
Ci penso sopra. Ripenso a quanto mi ha fatto godere, a quanto mi sta facendo stare bene. Decido che se lo merita.
"Vedremo." Le dico sorridendo.
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Milano. Nuova mostra "Iconic Woman" aperta fino al 26 aprile a Palazzo Lombardia, con un omaggio a Carla Fraccia: ingresso gratuito a Spazio Isolaset dalle 10 alle 18.
Milano. Nuova mostra "Iconic Woman" aperta fino al 26 aprile a Palazzo Lombardia, con un omaggio a Carla Fraccia: ingresso gratuito a Spazio Isolaset dalle 10 alle 18. Aperta fino al 26 aprile, con ingresso gratuito dalle 10 alle 18, a Palazzo Lombardia, la mostra 'Iconic Women' dell'artista Domenico Pellegrino. L'esposizione è allestita presso lo Spazio IsolaSET, con ingresso da via Galvani a Milano. 'Iconic Woman', inaugurata in occasione della Design week, presenta dieci icone pop per dieci racconti, per dieci voci femminili che regalano un'anima alle installazioni luminose. Tra queste, un omaggio a Carla Fracci, grande etoile del Teatro alla Scala che nella sua carriera ha danzato sui palchi più prestigiosi di tutto il mondo. L'artista siciliano Domenico Pellegrino propone una sfida ironica a chi pensa che possano esistere i corpi senza le teste. Le sue 'Iconic women' costituiscono un unico progetto declinato su linguaggi diversi a confronto. I visitatori potranno ammirare i visi di otto donne famose, da Raffaella Carrà a Frida Kahlo e Madonna, da Marylin a Moira Orfei, dalla regina Elisabetta a Barbie, oltre a Carla Fracci. Le donne iconiche sono le protagoniste di originali installazioni in legno e luci a led, 'chiedono un corpo' ad altrettanti racconti di Eleonora Lombardo narrati da dieci donne siciliane del mondo dello spettacolo, offrendo un'interpretazione personale e autentica delle figure che rappresentano, arricchendo così il racconto dell'artista. Hanno prestato la loro voce: Stefania Auci, Giusina Battaglia, Stefania Blandeburgo, Emma Dante, Marianna Di Martino, Donatella Finocchiaro, Eleonora Lombardo, Stefania Petyx, Barbara Tabita, con la partecipazione speciale della figlia dell'artista, Anna Sofia Pellegrino, insieme ai bambini del Teatro Ditirammu. L'aggiunta di dieci dischi in vinile, accompagnati da una selezione musicale curata da Donatella Sollima, direttrice artistica dell'Associazione Siciliana Amici della musica, amplifica l'esperienza dei visitatori della mostra e dona una colonna sonora che integra le storie e i percorsi di ogni personaggio ritratto. Grazie all'utilizzo dell'app Aria Platform, i visitatori potranno accedere a contenuti speciali semplicemente inquadrando i ritratti luminosi, scoprendo contenuti digitali che animano i ritratti delle donne. Sarà possibile ascoltare la voce che legge il testo inquadrando direttamente i vinili esposti. 'Iconic Women' non è quindi solo un allestimento di opere fruibili in modo originale ma un progetto dinamico destinato ad arricchirsi nel tempo, con l'inserimento di nuovi ritratti e nuove storie legate alle città che accolgono la mostra. Dopo Milano, la mostra si sposterà a Favignana e, in autunno, a Palermo. Domenico Pellegrino, nato nel 1974 a Mazzarino (CL) è scultore e creatore di installazioni urbane luminose che raccolgono lembi della cultura mediterranea per trasformarli in pagine contemporanee. Il suo è un lavoro innovativo che trova spunti nella luce del Sud Italia, ma anche nelle luminarie delle feste patronali: le sue opere sono realizzate partendo da tecniche artigianali tramandate di generazione in generazione, rilette con un linguaggio postmoderno.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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mercoledì 4 agosto 2021
Nella vita mi occupo di questo, di arte. Sembrerà strano ma è così. Grazie ad un concorso fatto per caso, un esame superato, bene, per caso, dopo 4 anni, improvvisamente mi è arrivato un telegramma. Quel telegramma ha significato la mia "fine" dal punto di vista professionale e l'inizio di una nuova vita. Sono stato proiettato in un mondo che mi obbliga di stare a contatto con pennelli, colori, creta. Un mondo di creatività in nuce. Ho lasciato i calcoli, il disegno tecnico, le case, il catasto, per i libri, i racconti, per sporcarmi e far sporcare le mani. La cosa è frustrante per quel che ho lasciato e fantastica per ciò che devo sempre approfondire.
In questo mondo ho realizzato che parlare di corpi nudi, di seno, di gambe, di corpi maschili e femminili è cosa lecita. Ho scoperto, o meglio riscoperto, in tutti gli artisti un aspetto erotico.
Chissà, prima o poi qualcuno mi farà un'osservazione, ed io calmo, sorridendo tirerò fuori il libro di testo dimostrando che lo sporco è nella mente di chi guarda.
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