Tumgik
#puniti
serenamatroia · 1 year
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narkonianews · 13 days
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Paprike sa piletinom i pečurkama VIDEO RECEPT sa pripremom
Paprike sa piletinom i pečurkama VIDEO RECEPT sa pripremom Paprike spadaju u jednu od najzahvalnijih vrsta povrća za pripremu jela. Osim što su fenomenalnog ukusa, izuzetno su zdrave. Za sve ljubitelje specijaliteta sa paprikama, pred vama je novi recept sa ovim divnim povrćem. Danas ćemo vam pokazati kako da napunite paprike piletinom i pečurkama. U pitanju je domaće jelo fantastičnog ukusa i…
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cryptictongues · 1 month
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I just want to make it clear that I know “punity” isn’t a word. But it’s gonna be today !
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smokingago · 5 months
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Non soffriamo per amore, soffriamo perché non ci amiamo. Soffriamo perché cerchiamo nell’altro quelle attenzioni che aspettavamo dal padre, quella cura che richiedevamo alla madre.
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Siamo diventati adulti senza essere bambini. E ora nella relazione portiamo quei bambini negati, quei bambini che non hanno potuto piangere ed essere consolati. Portiamo quei bambini che volevano arrabbiarsi ma venivano sgridati. Quei bambini che volevano correre liberi e venivano puniti. Quei bambini che volevano essere accolti ma non c’era il tempo.
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E all’altro chiediamo di essere quella madre e quel padre. Chiediamo a lui di asciugare le nostre lacrime o ancora meglio di fare in modo di non arrecarci mai quel dolore che ci provochi le lacrime. Chiediamo a lui di consolarci e accogliere tutte le nostre sofferenze.
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Ci arrabbiamo con l’altro perché finalmente possiamo dare sfogo a quella rabbia che abbiamo trattenuto per paura e su di lui riversiamo tutto ciò che avremmo voluto dire alla madre e al padre. Senza accorgerci che non stiamo guardando lui, la sua essenza, ma lo stiamo caricando di un’immagine che non gli appartiene. Non possiamo chiedere a lui di essere quel genitore a cui avremmo voluto urlare tutte le sue mancanze. A cui avremmo voluto rimproverare l’abbandono, chiedere una carezza, sentirne la presenza.
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All’altro chiediamo di lasciarci liberi e allo stesso tempo di tenerci legati a sé. Vogliamo quella libertà che abbiamo sempre sentito essere necessaria e ci è stata negata in nome dei “non si può”, “ non sta bene”.
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Vogliamo che l’altro ci permetta di essere noi stessi quando non sappiamo nemmeno noi chi siamo e anzi a volte l’altro vede quegli aspetti di noi che a noi sono ancora sconosciuti.
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Chiediamo libertà, la pretendiamo a gran voce e poi ne abbiamo paura. Perché la libertà ci rende insicuri. E chiediamo inconsciamente all’altro di trattenerci, di non farci scappare. Perché in quella corda che ci tiene uniti a noi sembra di vedere amore. Che amore non è.
E’ paura …e l’amore non sta dove c’è paura.
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Io ti lascio libera/o di essere ciò che sei, di esprimere la tua essenza qualunque essa sia, di volare nei cieli della vita e di compiere il tuo percorso. Io faccio altrettanto e ti osservo con amore. Questo sarà il filo dorato che ci tiene uniti.
Questo è amore
Essere Indaco
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ilpianistasultetto · 10 months
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In uno degli ultimi sondaggi che ho letto e' venuto fuori che il 72% degli italiani ritiene necessaria e urgente la riforma della giustizia. -"Significa che ogni 100 persone che incrocio, 72 sono frequentatori di tribunali?" Ma cari miei connazionali, per caso vi piace prendermi per il naso? Ma possibile che siete cosi scarsi di comprendonio? Eppure avete studiato, dovreste aver imparato a ragionare, a farvi una vostra opinione. E la vostra opinione e' che avete bisogno della riforma della giustizia che ci propone questo governo? Anche a me piacerebbe una riforma della giustizia, ma non certo questa che mi viene proposta da certa politica. Io vorrei andare in tribunale e avere giustizia in un paio di settimane, non in in paio di decenni ma avendo la separazione delle carriere. Vorrei veder puniti a dovere quelli che truffano le vecchiette, gli evasori fiscali, i mafiosi, i camorristi e non preoccuparmi delle intercettazioni che si possono o non si possono utilizzare. Vorrei vedere ai ferri per anni e anni tutti quegli amministratori pubblici che prendono mazzette di soldi per favorire qualcuno o quelli che portano valigie cariche di soldi in svizzera invece di cancellare l'abuso d'ufficio. Pensare che il 72% degli italiani sta con Nordio, DelMasto, Meloni e il cognato padrone delle ferrovie e solo il 28% sta con Gratteri, magistrato serio e onesto, mi avvilisce..
@ilpianistasultetto
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bukvoski · 3 months
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Ne bi bilo dobro da znaju da pišem
Vidjeli bi to kao moju slabost
Ne bi bilo dobro da znaju da pišem
Ne voli ovaj narod pismene
Ne bi bilo dobro da znaju da pišem
Onda bi odveć analizirali moje motive
A tek onda ne bi bilo dobro da znaju da pišem
Jer oni ne mogu da shvate zašto neko piše
Ne bi bilo dobro da znaju da pišem
Jer se ljubav danas shvata kao slabost
Ne bi bilo dobro
Jer nije sve za svakoga
Zbog toga neće ni saznati
Niti će moje pjesme puniti biblioteke
Neće biti stavljene u korice
Niti biti predstavljene na bijenalima i poetskim večerima
One su tu samo jer je valjda lakše da su na papiru nego na srcu
Opet najvažnije, ne bi bilo dobro da zna ko piše
Mislila bi da je moja pjesma autobiografska
Nikako ne bi bilo dobro da zna ko piše
Znala bi da je nikad nisam prebolio
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diceriadelluntore · 6 months
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Dantedì 2024
Purgatorio, Canto XVI. Dante e Virgilio avanzano lungo la III Cornice, attraverso il denso fumo che rende quel luogo più buio di una notte priva di qualunque stella e irrita fortemente gli occhi del poeta, che è costretto a chiuderli e ad appoggiarsi al maestro. Dante cammina come un cieco, seguendo la sua guida senza vedere nulla e Virgilio gli raccomanda di non separarsi da lui. Sente delle voci che invocano pace e misericordia, intonando le prime parole dell'Agnus Dei in modo tale che dimostrano un'assoluta concordia. Dante chiede a Virgilio se a parlare sono dei penitenti e il maestro risponde di sì, aggiungendo che si tratta degli iracondi. Incontrano Marco Lombardo, che in vita fu uomo di mondo e conobbe quella virtù cortese che ormai tutti hanno abbandonato. Egli aggiunge che in quella direzione si arriva alla scala e chiede a Dante di pregare per lui, una volta che sarà giunto in Paradiso. Il poeta gli chiede perchè il mondo è privo di quella virtù cavalleresca tanta cara al Nostro. Lombardo, dopo aver fatto un lungo sospiro, dice:
Alto sospir, che duolo strinse in «uhi!», mise fuor prima; e poi cominciò: «Frate, lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui.
Voi che vivete ogne cagion recate pur suso al cielo, pur come se tutto movesse seco di necessitate.
Se così fosse, in voi fora distrutto libero arbitrio, e non fora giustizia per ben letizia, e per male aver lutto.
Lo cielo i vostri movimenti inizia; non dico tutti, ma, posto ch’i’ ‘l dica, lume v’è dato a bene e a malizia,
e libero voler; che, se fatica ne le prime battaglie col ciel dura, poi vince tutto, se ben si notrica.
Dapprima emise un profondo sospiro, che poi si tramutò in «uhi!»; poi iniziò: «Fratello, il mondo è cieco e tu dimostri di venire da lì.
Voi che siete in vita riconducete la causa di tutto al Cielo, come se esso determinasse ogni cosa necessariamente.
Se fosse così, in voi non ci sarebbe più il libero arbitrio, e non sarebbe giusto essere premiati per la virtù, ed essere puniti per la colpa.
Il Cielo inizia i vostri movimenti, e neppure tutti; ma anche ammettendo ciò, voi siete in grado di distinguere il bene dal male, e avete il libero arbitrio; il quale, se anche incontra difficoltà nelle prime battaglie con gli influssi astrali, poi vince ogni cosa, purché venga ben nutrito.
Purgatorio, Canto XVI, 64-68.
Buon Dantedì a tutti!
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ambrenoir · 6 months
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Non soffriamo per amore, soffriamo perché non ci amiamo. Soffriamo perché cerchiamo nell’altro quelle attenzioni che aspettavamo dal padre, quella cura che richiedevamo alla madre.
Siamo diventati adulti senza essere bambini. E ora nella relazione portiamo quei bambini negati, quei bambini che non hanno potuto piangere ed essere consolati. Portiamo quei bambini che volevano arrabbiarsi ma venivano sgridati. Quei bambini che volevano correre liberi e venivano puniti. Quei bambini che volevano essere accolti ma non c’era il tempo.
E all’altro chiediamo di essere quella madre e quel padre. Chiediamo a lui di asciugare le nostre lacrime o ancora meglio di fare in modo di non arrecarci mai quel dolore che ci provochi le lacrime. Chiediamo a lui di consolarci e accogliere tutte le nostre sofferenze.
Ci arrabbiamo con l’altro perché finalmente possiamo dare sfogo a quella rabbia che abbiamo trattenuto per paura e su di lui riversiamo tutto ciò che avremmo voluto dire alla madre e al padre. Senza accorgerci che non stiamo guardando lui, la sua essenza, ma lo stiamo caricando di un’immagine che non gli appartiene. Non possiamo chiedere a lui di essere quel genitore a cui avremmo voluto urlare tutte le sue mancanze. A cui avremmo voluto rimproverare l’abbandono, chiedere una carezza, sentirne la presenza.
All’altro chiediamo di lasciarci liberi e allo stesso tempo di tenerci legati a sé. Vogliamo quella libertà che abbiamo sempre sentito essere necessaria e ci è stata negata in nome dei “non si può”, “ non sta bene”.
Vogliamo che l’altro ci permetta di essere noi stessi quando non sappiamo nemmeno noi chi siamo e anzi a volte l’altro vede quegli aspetti di noi che a noi sono ancora sconosciuti.
Chiediamo libertà, la pretendiamo a gran voce e poi ne abbiamo paura. Perché la libertà ci rende insicuri. E chiediamo inconsciamente all’altro di trattenerci, di non farci scappare. Perché in quella corda che ci tiene uniti a noi sembra di vedere amore. Che amore non è.
E’ paura …e l’amore non sta dove c’è paura.
Io ti lascio libero di essere ciò che sei, di esprimere la tua essenza qualunque essa sia, di volare nei cieli della vita e di compiere il tuo percorso. Io faccio altrettanto e ti osservo con amore. Questo sarà il filo dorato che ci tiene uniti.
Questo è amore
(Amore Quantico)
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ah-buh · 1 year
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Questa vita ci ha già puniti
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miciagalattica · 7 months
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Aiace Oileo rapisce Cassandra', di Solomon Joseph Solomon, 1886
IL SILENZIO DI CASSANDRA
Ovvero il triste destino di chi pur conoscendo la verità non è ascoltato.
La giovane sacerdotessa  Cassandra è figlia di Priamo e di Ecuba. Ella non è solo una delle tante figlie di Priamo, é una giovane bella come Afrodite d’oro – così la descrive Omero –, é la sacerdotessa di Apollo. In quanto tale, ha il dono della chiaroveggenza, é in grado di poter vedere ciò che è stato, che è e che sarà. Eppure, avendo respinto le attenzioni del dio da adolescente, è condannata a non essere creduta, a non godere del dono della persuasione. Ogni sua veritiera profezia non verrà mai ascoltata: questa la terribile vendetta del dio alla mortale che gli ha opposto resistenza e non gli si è voluta concedere. Ma la sua forza sta nel continuare a esprimere profezie, anche terribili, senza mai arrendersi
Dopo una lunga guerra tra la coalizione greca e Troia, che dopo 10 anni venne conquistata dai greci, che le diedero fuoco, massacrandone i cittadini. I membri della famiglia reale si rinchiusero nei templi troiani, ma tutto ciò valse a poco. Priamo morì sull'altare del santuario ucciso da Neottolemo(il figlio di Achille, detto anche Pirro) mentre Cassandra, rifugiatasi nel tempio di Atena, fu trovata da Aiace di Locride e violentata sul posto. Trascinata via dall'altare, si aggrappò alla statua della dea, il Palladio, che Aiace, empio e miscredente, fece cadere dal piedistallo. A causa del suo comportamento furono puniti quasi tutti i principi greci, che non ebbero felice ritorno a casa: Aiace trovò addirittura la morte in mare per volere di Atena e Poseidone. Cassandra umiliata, stuprata, sconfitta, diventerà il bottino di guerra del re dei re, Agamennone e fu portata a Micene (la sua città) come schiava e concubina.  Agamennone si innamorò della profetessa e la sposò, aumentando l'odio e la gelosia della moglie Clitennestra . Giunta in città, profetizzò ad Agamennone  la sua rovina e quella della sua famiglia , ma quest'ultimo non volle credere alle sue parole. Cassandra non si piega né desiste, pur sapendo che le sue parole cadranno nel vuoto. Cassandra non vide solo il futuro di Agamennone ma anche il suo tragico destino, aveva già previsto ogni cosa: la vasca da bagno, l’arma, il sangue, le tenebre.
Da quel momento decise di restare muta ( da qui il silenzio di Cassandra). Si verificò l’ennesima profezia, la più nefasta per Lei. Cassandra cadde insieme ad Agamennone sotto i colpi della scure di Clitennestra.
(Clitennestra odiava a morte  il marito per via del sacrificio di Ifigenia (loro figlia) che fu sacrificata agli dei prima della partenza per Troia.
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cryptictongues · 1 month
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Lonely Punity
pairing: Rufus Shinra x AFAB!Reader rating: Mature word count: 1.6k summary: "You believe me like a god. I betray you like a man."
warnings: angst, hurt, smut (references female anatomy)
Author's Notes: I was heavily inspired by "I'm Your Man" by Mitski for this short fic. Something about it just SCREAMS Rufus to me.
Spoilers involve mentions of the events at Junon and Rufus' plans towards the end of the game, so be wary!
[AO3 link]
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Rufus doesn’t deserve you, that he knows for certain. The constant battle between his wants and his reality raging inside of him, desperate to resolve itself. But he knows it’s not that easy. It never is. 
Which is why he is here once again, completely bare and vulnerable with your legs wrapped around his hips. His fingers work you open, working to ring out gasps and hums of approval as he gets you ready for him.
The minute Rufus saw you, he was intrigued. From your prowess to your intellect, you became one of the best in the Turks ranks. He has watched you train through blood, sweat and tears, and in the end you had managed to prove that you were up to the challenge to serve. 
To serve him.
He never expected you to stick by his side, and he truly never expected to become enamored with you. He has had many lovers, none of them ever serious. But after he got sent away to Junon, he was surprised to see that it was you who were sent to be there with him. He thought his exile would be the time for him to plan his next steps, to plan for the right time to make his return. However, it wasn’t the only thing he got in his solitude.
Loneliness has never been anything new to him. It’s a birthright; something he was born with. As a child, his dad was never around, either doing business or fucking other women. He would belittle him, like he was nothing. His mom had passed early into his years of life. It’s as if he was being punished, but to what effect? He never could grasp. All he knew was loneliness was a curse, and maybe it’s what he deserves.
But you, you alleviated him. His time with you was never dull, never cold. You’d listen to him. You made him laugh. You even made him forget. It was as if his life was normal with you around. He didn’t feel lonely in your presence, and that was new for him. 
You are perfect. In every sense of the word, that is what you are to Rufus. Your perfection is not something he feels deserving of. 
But at the end of the day, he is a man and man takes and takes. And he wonders if that alone is why you, someone of your caliber, submit to him so easily.
“Fuck, Rufus! I need you please!”
Need . He has needed you from the start.
He takes his fingers away from your dripping cunt, his soaked fingers running along his cock. He slaps it across your heat a few times, savoring the way it clenches on nothing. He lets the head linger on your clit a second more, before dragging it down your folds to where you need him and where he is craving to be. 
He slides home, moans leaving his and your lips in unison, before he presses his body down on yours with his elbows laying to rest on either side of your shoulders. His hands hold your cheeks, his blue eyes looking into yours. The way you are looking at him, awe in your expression, makes Rufus shiver. He pulls his hips away slowly, a soft gasp coming from you, before slamming back in. All he can think is how perfect you feel around him.
“I got you, my angel. Now sing for me.”
Your eyes don’t falter with the rest of your expression. They stay on his, looking at him like he is a God, and that makes Rufus want to spiral.
You are not deserving of her. 
You are bad for her.
You deserve loneliness.
He has made love to you multiple times, but he knew this time was different, for it would be the last. 
You had been by his side for so long, protecting him throughout everything. While all the Turks had laid down their lives for him, it was you he always wanted by his side. But there was always that nagging feeling in his chest that he would cause you trouble, for he had enemies everywhere. He knew things would amp up once his dad passed, and he felt it even more now that the past is haunting him. However, he ignored it. How selfish of him. 
It wasn’t until the day he was almost assassinated that he knew he would be your ruin. All he could recall was one second, he was standing, and the next he was on the ground. He remembers being pulled up, only to see you on the ground clutching the back of your neck with blood seeping in between your fingers.
Rufus never gets scared, but that day will forever terrify him. If you had pushed him just that much sooner, you would be dead. Your blood would’ve been on his hands.
Thoughts of that day rummage his head, making him thrust harder into you. His hands travel to the back of your neck, the scar evident as they pass, and grasp onto your hair. A choked moan left your mouth, and Rufus went to swallow whatever follows. His lips are on yours messily, grunting into your mouth every time he is fully inside you. He feels you clench on him, trying to pull him in more like it was possible.
“Tell me,” he gasps into your mouth, refusing to let up. “Tell me you love me.”
What a selfish thing to ask. 
“I love you,” you choked out at a particularly hard thrust he delivers. 
He grips your hair tighter, craving you. “Tell me again.”
“Oh God! Rufus, I love you!”
In the earlier days, he would have relished in your devotion. Now, he feels distraught. Out of everyone on the planet, why did you have to love him? And why were you the only one to ever give him an ounce of it? 
You are a drug he takes and takes with greed, wanting to quit but unable. He begs for you to tell him that you love him, praying that it’ll sway him, but he knows it won’t work. With everything on the horizon, the utmost dangerous plans he was about to engage everyone in, he can’t fathom putting you in it. He will not relive the trauma of the thought of losing you again. He will do what he must to keep you safe and if that means making an enemy out of himself, he will.
He knows you all too well. He knows you will do anything to protect him and to help advance him. He knows you will sacrifice everything to get what information is needed when they travel to what they hope is the Promised Land. And because of that courage, he will hold you back. 
He can feel his orgasm coming, his hips moving with vigor as you shake beneath him from your own. His body starts tensing, preparing itself for release and it isn’t until your nails dig into his back, scratching up to behind his neck to keep his head leveled with yours that he starts to tip downward. 
“Cum for me, my love. For me.”
For you.
He cries out for you, slowing his hips down as he rides it out. Your eyes stayed on him, mirroring his expressions as you pulsed around his cock. He moves slower until he stops all together, sighing as he closes his eyes tightly, holding the tears in. 
He feels your hands caress his face, bringing him down for a languid kiss. He wants to stay like this forever. He wants it to be you and him against everything and everyone. 
But what he wants isn’t in the cards for him.
He rolls over you, panting in recovery, before he turns to look at you once more. You are looking at him, deep affection stirring in your eyes. It makes him want to weep at what could be, but he holds it together.
“Come here,” he murmurs, patting his chest.
You crawled over to him, curling up into his side and laying your head over his heart. You are warm against him, the post-coital glow radiating into his side. He’s going to miss this.
“Are you nervous about tomorrow?”
Yes, but it’s not what you think.
“No, I’m not.”
He hears you breathe out, a slight quiver like you know something you shouldn’t but you don’t mention it. You just snuggle into him closer. 
“That’s good. Everything will go according to plan. I’ll make sure of it.”
Rufus lays in silence for a while, you having long passed out. He studies your face, and it looks as peaceful as ever; like nothing is wrong and everything is as it should be.
Rufus’ chest tightens up. You won’t forgive him after tomorrow. He is already picturing how you will scream at him for taking you off the mission. Yell at how you will be moved somewhere far away from what will transpire. Plead to stay by his side with the others. 
Maybe you will figure him out, maybe not. Maybe you will resent him forever and see this as a betrayal, but he doesn’t care. He can stand to be lonely, for that has been his whole life. He wouldn’t survive knowing that your life was taken for nothing.
Taken by nothing except a pigheaded, pathetic, daddy-hating child.
So, Rufus will stay like this for the time being. He will allow this one last act of indulgence before he cuts the cord. If he must stay alone forever to keep you safe, then he will do what he must. 
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toscanoirriverente · 6 months
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I magistrati Ruggiero e Pesce, condannati più di un anno fa per aver minacciato dei testimoni, continuano a esercitare le loro funzioni e a incidere sulla libertà dei cittadini. Sono stati puniti dal Csm, ma la Cassazione ancora non ha deciso sui ricorsi
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ross-nekochan · 8 months
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“Maria non è stata mai amata dai genitori. Ha fatto di tutto per richiamare la loro attenzione: ha urlato, distrutto i mobili della sua camera, ha preso brutti voti a scuola, li ha presi belli, ha ricevuto un premio per il miglior tema. Nulla ha scalfito l’indifferenza dei suoi genitori. Erano sempre concentrati a parlare di soldi, a lavorare, a litigare, a fare le loro cose… Maria si sentiva un soprammobile, un oggetto abbandonato“
La mancanza d’amore dei genitori di Maria non potrà mai essere cancellata. Tale ferita si è tradotta in bisogno esasperato di amore senza condizioni. Oggi, Maria sposta questa sua richiesta sulla figura di riferimento più vicina: il partner di turno. Maria è adulta ormai, ma le sembra di rivivere sempre lo stesso un copione esistenziale; si sente bisognosa, dipendente… Si sforza continuamente di ricevere amore, non soltanto da papà e mamma, ma da ogni persona che riveste una qualche importanza. Agisce verso se stessa e nei confronti di quelli che ama, con quello che ha imparato: il disamore. Ha difficoltà a relazionarsi, a empatizzare; la sua frustrazione maggiore è proprio quella di avere un bisogno e non sapere qual è.
Un bambino che ha sperimentato l’assenza d’amore, da adulto non sarà mai capace di “amarsi”, “amare” e, soprattutto, “lasciarsi amare”. Perché?
Maria rappresenta tutti quei “bambini non amati”, quei bambini cresciuti senza un solido legame affettivo. Non occorre intenzionalità malevola da parte del genitore perché il bambino non si senta amato. Può sentirsi trascurato perché il papà e la mamma sono troppo impegnati col lavoro o, peggio, con il circolo del bridge…..La mancanza di affetto vuol dire anche avere avere genitori poco attenti o disponibili. Molto spesso i genitori amano i propri figli in maniera differente rispetto a ciò di cui hanno bisogno. Molto spesso, i genitori non sono consapevoli degli effetti che esercitano sui figli, non conoscono strategie comportamentali funzionali e suppongono che i loro comportamenti siano innocui, se non addirittura educativi. In fondo, tutti i genitori sono stati bambini e così tentano di riproporre schemi che loro stessi hanno appreso durante l’infanzia. Per questi motivi, non possiamo sostenere che un genitore si comporta in modo disfunzionale perché non ama il suo bambino! Anzi, proprio perché lo ama, un genitore tenta di dargli ciò che egli stesso non ha avuto o ciò che ritiene giusto secondo la sua personalissima ottica.Come il bambino vive la carenza d’affetto.
Il “bambino non amato” si percepisce come la causa del conflitto e/o dell’interazione disfunzionale con uno o entrambi i genitori, fino al punto di poter pensare che ciò che accade è per colpa sua. Ciò lo porta a costruirsi e rappresentarsi come un bambino non amato, perché cattivo e colpevole.
“C’è sempre una certa follia nell’amore. Ma c’è anche sempre qualche ragione nella follia”. (Friedrich Nietzsche)
In modo inconsapevole si va a riproporre un antico copione in cui la persona che oggi si sente respinta, rifiutata è stata dapprima un bambino non amato. Nella ricerca di amori attuali tormentati, il non amato, oggi adulto, non fa altro che ripercorrere l’antico copione vissuto con i genitori, l’antico dolore per non essere stato amato con la speranza di sanare questa antica ferita.
Cosa possiamo fare per sentirci amati?
Proprio per il modo in cui la psiche umana si è evoluta, è praticamente impossibile non trattare noi stessi nello stesso modo in cui ci hanno cresciuto i nostri genitori. Se siamo stati frequentemente ignorati, rimproverati, incolpati, giudicati o puniti fisicamente tendiamo a ripetere questo stesso trattamento: quando ci attacchiamo di solito stiamo seguendo l’esempio dei nostri genitori. Molte persone vivono in una realtà legata strettamente ai loro traumi. Soffrono e proiettano le loro sofferenze. E hanno spesso paura e si muovono nel mondo in base alle limitazioni che questa gli impone.
È impossibile amare se stessi se non si parte come sempre dalla Consapevolezza. Parti dallo scoprire chi sei, in cosa credi, cosa desideri e a cosa dai valore. La consapevolezza implica la possibilità comprendere la tua storia, le tue esperienze e come ti sei adattato a queste. Per acquisire consapevolezza devi innanzitutto essere onesto con te stesso e questo può essere più difficile di quanto pensi. Molti di noi sono così bravi a “raccontarsela” che non si rendono neanche conto che lo stanno facendo.
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susieporta · 3 months
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Gli Amanti.
"Io, chi sono?"
Luglio apre i battenti con mille domande, dubbi, rivoluzioni interiori.
Non è tanto la Direzione ad interrogarci. Quanto l'Autenticità del Sentito: esso corrisponde davvero alla nostra nuova Verità interiore?
Ciò che, fino a poco tempo fa, credevamo profondamente nostro, ciò che sembrava intoccabile di noi stessi, potrebbe essere in fase di ennesima Rivoluzione.
"L'opinione" su noi stessi sta cambiando.
E mentre giorno e notte stiamo elaborando e lasciando andare il masso più pesante del nostro Passato, ci rendiamo conto che la sua fuoriuscita cambierà inevitabilmente tutte le carte in tavola.
Poco conosciamo di noi stessi senza la mediazione costante del trauma originale.
Poche scelte siamo riusciti a compiere nell'assoluta lucidità e senza l'influenza delle credenze distorte del Passato.
Forse nessuna.
In termini di Relazioni, ci siamo sempre puniti, sottostimati, o ingabbiati dentro al rapporto con l'Altro.
Non avevamo una reale scelta di poterci manifestare diversamente nell'Amore.
Non sapevamo nemmeno cosa fosse l'Amore.
L'abbiamo pagata cara "l'illusione".
Luglio ci aiuterà a superare la parte più ostica del Rilascio: la fine definitiva della "Vittima".
D'ora in poi saremo solo noi stessi. Liberi e autentici.
E risponderemo solo al nostro Sentito, rinnovando il Patto di totale fedeltà alle nostre qualità, ai nostri talenti, alla nostra Bellezza interiore.
Noi non saremo più ciò che ci hanno fatto credere.
Ci sentiremo profondamente estranei alle etichette che ci hanno appiccicato addosso per anni i Sistemi di Relazione.
Scopriremo con profondo stupore che i nostri "gusti", le nostre convinzioni, i singoli giudizi su noi stessi e sulla realtà che ci circondava, erano totalmente mediati e distorti da convenzioni familiari e sistemiche.
Da "oggetti" di consumo, nei prossimi giorni percepiremo per la prima volta la nostra "soggettività".
Quando il "masso" più imponente sarà espulso per sempre dalle nostre Memorie Cellulari, inizieremo davvero a chiederci come abbiamo fatto a negare per così tanti anni la nostra Autenticità.
Ritroveremo entusiasmo nella Vita e rinnoveremo il Patto con noi stessi, con la nostra voglia di sperimentarci nella Materia.
Sentiremo la necessità di sostituire credenze inossidabili del Passato, con elementi rivoluzionari e maggiormente aderenti alla Realtà di chi siamo veramente.
Sapremo distinguere l'Io dal Noi, con facilità, senza più dubbi o titubanze.
E ci avventureremo alla scoperta della rinnovata "Versione" del nostro Sè.
Le Energie del mese ci aiuteranno a compiere questi fondamentali passaggi. Saranno intense e concentrate. Potenti e mirate.
Sebbene in questi ultimi giorni per molte Anime, i Rilasci non siano stati facili da affrontare, è stato "istruttivo" soffermarsi a "spingere" per facilitare la fuoriuscita dei massi.
Non state combattendo contro i mulini a vento. Davvero. Non credete sia vano ciò che state faticosamente elaborando.
Ci sono ancora momenti di sconforto e di fatica. E' vero.
Ma è cambiato tutto. E il dolore sta esaurendo la sua fisiologica spinta.
Le doglie si stanno diradando. E' sembrato "un secolo di spinte". E forse lo è stato.
Il "parto" è un'esperienza potente e ad altissimo impatto di sofferenza, ma non dura per sempre. E promette "nuova Vita".
Forza! Un'ultima potente spinta. Ci siamo!
Mirtilla Esmeralda
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anchesetuttinoino · 2 months
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La follia della sicurezza ha raggiunto il culmine a Motta Visconti (MI): autovelox sulle ciclopedonali!
Questo delirio pretestuosamente securitario sta trasformando le nostre città da luoghi di incontro, di scambio e di vita in ambienti asettici, dove la paura di essere puniti la fà da padrone.
La ricerca ossessiva di una sicurezza assoluta (cosa di per sé impossibile e nemmeno auspicabile) ci sta costringendo a vivere in un mondo sterile, inibendo la nostra spontaneità e vitalità. Eppure, la sicurezza non è soltanto "assenza di rischio", ma è anche libertà di scegliere, di sbagliare ed eventualmente di imparare dai propri errori. 
La vita è fatta di imprevisti, di sbagli, di momenti di gioia e di spensieratezza ed è esattamente questo che la rende degna di essere vissuta. Non permettiamo a nessuno di rubarcela.
Giacomo Del Pio Luogo
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che ridere vedere gli atleti enormi della pallanuoto rinchiusi nei box di penalità come i bimbi che hanno fatto i cattivi e sono puniti dalla maestra absbsbsb
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