#pubblicato postumo
Explore tagged Tumblr posts
Text
"La Cantante di Pigalle e altri racconti" di Georges Simenon: Un viaggio tra mistero e realismo. Recensione di Alessandria today
Quattro racconti inediti in Italia che rivelano l'abilità narrativa e psicologica di Georges Simenon, autore di fama mondiale.
Quattro racconti inediti in Italia che rivelano l’abilità narrativa e psicologica di Georges Simenon, autore di fama mondiale. Recensione: Georges Simenon, celebre per i suoi romanzi polizieschi e il commissario Maigret, ci offre una raccolta di racconti che esplorano l’oscurità e la complessità dell’animo umano. In “La Cantante di Pigalle e altri racconti“, l’autore raccoglie quattro opere…
#anni 50#autore belga#classici della letteratura#Commissario Maigret#Connecticut#Georges Simenon#Georges Simenon biografia#introspezione#La Cantante di Pigalle#Lakeville#letteratura francese#Maigret#mistero#Narrativa#Narrativa breve#narrativa del Novecento#noir#noir europeo#personaggi complessi#premi letterari#Premio Edgar Allan Poe#Psicologia#pubblicato postumo#raccolta racconti#Racconti#racconti inediti#realismo psicologico#romanzi polizieschi#Simenon racconti#stile narrativo
0 notes
Text
AI, AI, Pavese!
Se ne scrive così spesso, di Cesare Pavese, da credere che ormai anche l'AI/IA ne sappia abbastanza, invece, alla richiesta di visualizzare la lista di romanzi di Cesare Pavese, candidamente mi risponde:
Povero Gesualdo Bufalino, privato all'improvviso del suo romanzo, peraltro pubblicato nel 1981 e lui vivente.
Scritto in piccolo, ChatGPT aggiunge: ChatGPT può commettere errori. Considera di verificare le informazioni importanti. (sic!)
Copiaincollo di seguito il testo dell'immagine sopra, per pura cattiveria: un altro avvertimento a piè di risultato recita infatti: Le chat potrebbero essere esaminate e utilizzate per addestrare i nostri modelli.
Vi immaginate l'AI/IA che si addestra sui suoi stessi risultati sbagliati???
Cesare Pavese è uno dei più importanti scrittori italiani del Novecento, noto per i suoi romanzi che esplorano temi di solitudine, alienazione e la condizione umana. Ecco una lista dei suoi romanzi principali: "Il mestiere di vivere" (1935) – Anche se è più conosciuto come un diario, offre una visione profonda della sua esperienza e della sua arte. "La casa in collina" (1948) – Racconta le esperienze di un uomo che vive in una casa su una collina durante la Seconda Guerra Mondiale. "La luna e i falò" (1950) – Uno dei suoi romanzi più celebri, che narra la storia di un ritorno alle origini e riflette sulla identità e la solitudine. "Tra donne sole" (1950) – Una raccolta di racconti che esplora le difficoltà e le esperienze di diverse donne. "Il carcere" (1949) – Un romanzo che riflette l'esperienza di Pavese durante la sua detenzione politica e le sue riflessioni sul tema della libertà e della reclusione. "Diceria dell’untore" (1962) – Pubblicato postumo, questo romanzo è spesso considerato il suo capolavoro e narra la storia di un malato di tubercolosi in una sanatorio. Cesare Pavese ha scritto anche numerosi racconti e poesie che arricchiscono la sua produzione letteraria. La sua opera è fondamentale per comprendere le dinamiche della letteratura italiana del Novecento.
5 notes
·
View notes
Text
Sono seduta su un divano sfondato di A Stare, il locale che Martyn ha iniziato a costruire 5 anni fa svuotando il magazzino della casa di suo padre dalle cianfrusaglie accumulate nel corso di 20 anni.
La prima volta che sono stata qui risale al 31 dicembre 2018. A Stare era poco più che un cantiere, composto di mobili rubati dalle campagne o dai depositi dei rifiuti speciali.
Nell'ingresso c'era una barca da pesca. Una barca da pesca vera, Martyn ci disse di averla rubata una notte dalla spiaggia di Torre Canne.
Adesso A Stare è un locale vero e proprio. Ha un bagno funzionante, con tanto di sapone per le mani e carta igienica. Ha un soppalco enorme, costruito da zero su un progetto creato da una persona con nessuna competenza di architettura.
Ci sono luci ovunque, stufe, divani, quadri, tappeti.
E anche tante persone, tra cui la storica ex F, che oggi sono venute qui per ascoltare la presentazione della raccolta di racconti di Martyn.
È un libro pubblicato postumo, in cui il padre di Martyn ha raccolto le sue poesie e i suoi racconti scritti tutti sgrammaticati e senza punteggiatura.
Martyn era la classica persona che non sapeva scrivere, però sentiva di avere tanto da dire.
Adesso ad A Stare siamo rimasti solo noi amici, sparpagliati nei vari metri quadri del locale. Sotto di me si cantano canzoni alla chitarra mentre qui sul soppalco si gioca a Magic.
L'ambiente è pieno di risate, fumo di sigaretta e vino. M. ride e canta, la stessa M. che poco meno di tre ore fa si è accasciata piangendo sulla mia spalla mentre leggevano le parole di Martyn.
È uno spazio strano, quello del lutto.
3 notes
·
View notes
Text
Romanzi italiani del 900: racconti di un secolo di cambiamenti
I romanzi italiani del 900 hanno saputo catturare le sfumature della società, la politica, la cultura e le emozioni di un Paese che ha vissuto due guerre mondiali, profonde trasformazioni sociali e una rapida modernizzazione. Per questo motivo la letteratura italiana nel Novecento è un affascinante mosaico di stili, voci e storie che riflettono il tumultuoso periodo storico attraversato dall'Italia durante quel secolo. I primi anni del 900: il Futurismo Gli inizi del Novecento italiano hanno visto emergere il movimento futurista, che ha cercato di abbracciare il cambiamento e l'innovazione nella letteratura, nell'arte e nella società. Un esempio notevole di romanzi futuristi è "Zang Tumb Tumb" di Filippo Tommaso Marinetti, un'opera che sperimenta con la forma e il suono delle parole per esprimere l'entusiasmo per la modernità e la tecnologia. Questo movimento ha contribuito a gettare le basi per il modernismo letterario in Italia. I romanzi italiani del 900 e la Seconda Guerra Mondiale La Seconda Guerra Mondiale è stata un'incredibile fonte di ispirazione per gli scrittori italiani dell'epoca. - "Il giardino dei Finzi-Contini" (1962) di Giorgio Bassani narra la triste pagina della persecuzione degli ebrei. - "La casa in collina (1948) di Cesare Pavese analizza la guerra in quanto impegno storico e civile. - "Il sentiero dei nidi di ragno" (1947) è uno dei più bei romanzi sulla Resistenza. - "La ciociara" (1957) di Alberto Moravia rappresenta un'altra tragica pagina del conflitto: lo sbarco degli alleati Il dopoguerra, con tutte le difficoltà della ripresa economica, ha ispirato, invece, la nascita di una vera e propria corrente letteraria che ha coinvolto la letteratura e il cinema: il neorealismo. I romanzi neorealisti più emblematici sono: - "Ragazzi di vita" (1955) di Pier Paolo Pasolini; - "Una questione privata" (1963) di Beppe Fenoglio; - "Se questo è un uomo" (1947) di Primo Levi; - "La romana" (1947) di Alberto Moravia. I romanzi postmoderni Gli anni '60 hanno portato una nuova onda di romanzi italiani che riflettevano i cambiamenti sociali e culturali in corso. "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato postumo nel 1958, ha catturato l'atmosfera di una società aristocratica in declino. Altro autore esemplare di questo periodo fu Leonardo Sciascia che con i suoi romanzi accese un faro sulla Sicilia e sul fenomeno della mafia. Ricordiamo "Il giorno della civetta", "A ciascuno il suo", "Il caso Majorana". Negli anni '70 e '80, l'Italia ha assistito a una rinascita letteraria con l'emergere di autori postmoderni come Umberto Eco, che ha scritto "Il nome della rosa" (1980), un romanzo che mescola storia, mistero e teologia. I romanzi che in una certa misura hanno segnato gli anni Novanta del Novecento sono "Castelli di rabbia" (1991), "Oceano mare" (1993), "Seta" (1996) di Alessandro Baricco. In copertina foto di Priscilla Du Preez 🇨🇦 su Unsplash Read the full article
3 notes
·
View notes
Text
1971
Correva l'hanno 1971, il programmatore americano Roy Tomilson inventa l'email, in Svizzera un referendum popolare approva la concessione del diritto di voto alle donne. Il Vietnam del Sud, appoggiato dall'aviazione e dall'artiglieria americana, invade il Laos. A Milano membri della destra, della DC, del PRI, del PSDI e del PLI riuniti sotto il nome di "Comitato della buona borghesia moderata" manifestano contro la maggioranza silenziosa comunista. Paese Sera rende noto il tentativo di golpe di Junio Valerio Borghese, Borghese fugge in Spagna. Il Principato di Monaco vince l'Eurovision Song Contest. L'equipaggio della Sojuz 11 muore a causa di una fuga d'aria causata da una valvola difettosa. Il 3 luglio, a Parigi, Jim Morrison viene trovato morto nella vasca da bagno della sua abitazione. Al Madison Square Garden di New York si tiene il Concert for Bangladesh organizzato da George Harrison e da Ravi Shankar, partecipano fra gli altri Bob Dylan, Ringo Starr ed Eric Clapton. Nasce l'IVA che sostituisce l'IGE. I Pink Floyd registrano il documentario/concerto Live at Pompeii. Esce Imagine di John Lennon. Viene pubblicato il manuale di UNIX. Intel realizza Intel 4004, primo microprocessore commerciale. Giovanni Leone viene eletto 6° presidente della Repubblica Italiana al 23° scrutinio.
Quindici pezzi usciti nel 1971, da Image a Baba O'Riley, da Led Zeppelin IV a Brown Sugar, l'ultimo dei Doors, Life on Mars?, Bill Withers (Ain't No Sunshine) e il postumo di Jimi Handrix...
10 notes
·
View notes
Text
Joe Strummer And The Mescaleros - Streetcore
Completato e pubblicato postumo dai Mescaleros, Streetcore nella sua frammentata tracklist si eleva a testamento artistico di uno dei più illuminati, autentici autori della storia del rock&roll, Joe Strummer. Ultimo di tre album con la nuova formazione per l’ex leader dei Clash, Streetcore è quello che senza dubbio ne ricorda di più la matrice busker, la vena da strimpellatore del popolo e quel…
0 notes
Video
youtube
L'ULTIMA TENTAZIONE DI CRISTO - VIDEO TRIBUTO e RIFERIMENTI ARTISTICI
L'ultima tentazione di Cristo (The Last Temptation of Christ) è un film del 1988 diretto da Martin Scorsese, tratto dal romanzo L'ultima tentazione (O teleftéos pirasmós) dello scrittore greco Nikos Kazantzakis, pubblicato postumo nel 1960.
Frutto di una lunga gestazione da parte di Scorsese[1] (il film doveva iniziare nel 1983 e fu bloccato a 4 giorni dall'inizio delle riprese, con conseguente perdita dei 5 milioni di dollari d'investimento iniziale, sui 12 complessivi[2]) il film - così come il romanzo in precedenza - è stato accompagnato da innumerevoli critiche e prese di posizione, le stesse che avevano bloccato il progetto iniziale nel 1983: "una valanga di lettere alla direzione deplora il romanzo blasfemo e una campagna di boicottaggio telefonico manda in crisi gli uffici della società"[2].
Martin Scorsese ricevette una nomination all'Oscar come miglior regista, mentre Barbara Hershey venne nominata ai Golden Globe come miglior attrice non protagonista e Peter Gabriel per la miglior colonna sonora originale. Keitel fu candidato al Razzie Award come peggior attore non protagonista.
Gesù vede il rapporto con l'Eterno come persecutorio. Vorrebbe vivere come gli altri, avere una famiglia, non comprende il suo percorso messianico, così cerca di sfuggirgli fabbricando croci per i Romani. Un giorno decide di intraprendere la sua peregrinazione. Va a trovare Maria Maddalena, prostituta perché rifiutata da lui in gioventù, e le resiste. Va nella confraternita degli Esseni e parla con il maestro, mentre in realtà egli giace morto. Convinto oramai della sua peculiarità, Gesù convince Giuda a seguirlo insieme ai primi discepoli e a farsi battezzare da un urlante Giovanni Battista. Affronta nel deserto le tentazioni di Satana, dapprima sotto forma di serpente, a indicare la carnalità, poi di leone, a indicare il narcisismo del cuore, per infine palesarsi sotto forma di fiamme. Salva Maria Maddalena dalla lapidazione, esordisce con il Discorso della Montagna e compie miracoli. Nonostante tutto ciò, i dubbi continuano a perseguitarlo. Entra a Gerusalemme, scaccia i mercanti dal tempio, sembra voler innescare una rivolta, ma egli conosce già il suo destino sacrificale, così convince il suo maggiore discepolo, proprio Giuda, a tradirlo per farsi catturare facilmente. Finisce dinanzi al governatore Pilato che lo condanna a morte. Crocifisso sul Calvario, Gesù scorge un angelo sotto forma di fanciulla che afferma di essere venuto a salvarlo.
The Last Temptation of Christ is a 1988 film directed by Martin Scorsese, based on the novel The Last Temptation (O teleftéos pirasmós) by the Greek writer Nikos Kazantzakis, published posthumously in 1960. The result of a long gestation on Scorsese's part[1] (the film was supposed to start in 1983 and was blocked 4 days after the start of filming, resulting in the loss of the initial 5 million dollars investment, out of the 12 in total[2] ) the film - like the novel previously - was accompanied by countless criticisms and positions taken, the same ones that had blocked the initial project in 1983: 'an avalanche of letters to the management deploring the blasphemous novel and a telephone boycott campaign sends the company's offices into crisis'[2]. Martin Scorsese received an Oscar nomination for best director, while Barbara Hershey was nominated for a Golden Globe for best supporting actress and Peter Gabriel for best original score. Keitel was nominated for a Razzie Award for Worst Supporting Actor. Jesus sees the relationship with the Eternal as persecutory. He would like to live like others, have a family, he doesn't understand his messianic path, so he tries to escape it by making crosses for the Romans. One day he decides to undertake his pilgrimage. He goes to visit Mary Magdalene, a prostitute because she was rejected by him in her youth, and resists her. He goes to the Essene brotherhood and talks to the master, while in reality he lies dead. Now convinced of his peculiarity, Jesus convinces Judas to follow him together with the first disciples and to be baptized by a screaming John the Baptist. He faces Satan's temptations in the desert, first in the form of a serpent, indicating carnality, then of a lion, indicating the narcissism of the heart, and finally revealing himself in the form of flames. He saves Mary Magdalene from stoning, begins with the Sermon on the Mount and performs miracles. Despite all this, doubts continue to haunt him. He enters Jerusalem, drives the merchants out of the temple, and seems to want to start a revolt, but he already knows his sacrificial destiny, so he convinces his greatest disciple, Judas, to betray him so that he can be easily captured. He ends up before the governor Pilate who condemns him to death. Crucified on Calvary, Jesus sees an angel in the form of a girl who claims to have come to save him. The Nazarene is free and can finally marry, first with Maddalena and then
Il Nazareno è libero e può finalmente sposarsi, dapprima con Maddalena e poi, alla morte improvvisa di costei, con la sorella di Lazzaro, Maria, con la quale crea una famiglia. Un giorno, mentre è a passeggio, Gesù vede Paolo che sta predicando la venuta del Messia, il suo sacrificio e la sua risurrezione. Egli si avvicina rivelandogli la propria identità, affermando di vivere la propria vita di persona comune. Paolo gli risponde che la gente soffre ed è infelice, e che la loro unica speranza è quella del Gesù risorto, che salverà il mondo dai peccati. Paolo conclude dicendogli che il "suo Gesù" è molto più forte e potente di lui e questo lo porterà a continuare la sua opera di predicazione.
Passano gli anni, è il 70 d.C. ed è l'inizio dell'offensiva romana contro gli Ebrei. Gesù giace su un letto, vecchio e moribondo, quando riceve la visita di Giuda e di altri apostoli; Giuda lo rimprovera di non aver portato a termine la missione e gli rivela che l'angelo a cui aveva creduto era in realtà Satana, che gli si rivela esattamente come tanti anni prima, sotto forma di fiamme. Spaventato e pentito, in uno scenario apocalittico di tenebre, tra le urla di una Gerusalemme in fiamme, Gesù striscia fuori di casa implorando il perdono al Signore e chiedendogli di farlo tornare il Messia. D'un tratto egli si ritrova nuovamente sul Golgota, appeso alla croce. Si è trattato soltanto di una allucinazione, l'ultima tentazione di Satana per allontanarlo dalla sua missione. Pronunciate le parole "tutto si è compiuto", Gesù muore.
All'epoca del primo progetto (1983) il ruolo di Gesù era stato pensato per Robert De Niro, impegnato nelle riprese di C'era una volta in America, ma "per la prima volta dall'inizio della loro collaborazione, l'attore rifiutò"[4].
L'attore italoamericano disse al riguardo:
«"Tutti erano sicuri che il film lo facessi io, era scontato. Io lasciavo dire. Ma il fatto di impersonare Gesù mi faceva uno strano effetto. Un blocco, come se non fosse roba mia"[4]»
L'attore diede comunque la disponibilità a far parte del cast in qualche altro ruolo[4]. Dopo il rifiuto di De Niro, venne scritturato Aidan Quinn, che era pronto per la parte nel 1983, all'epoca del primo progetto del film non realizzato: cinque anni dopo Quinn è però impegnato in altri progetti e declina la parte[3]. Scorsese pensa quindi a Christopher Walken[3], ma soprattutto a Willem Dafoe, che il regista aveva notato sia in Vivere e morire a Los Angeles (1985) sia in Platoon, dove risulta "esplosivo nella sua volontà sacrificale"[3].
Il resto del cast è confermato rispetto al 1983, con Harvey Keitel nel ruolo di Giuda e Barbara Hershey in quello di Maria Maddalena: entrambi gli attori avevano già proficuamente collaborato con Scorsese in diversi film degli anni settanta. Nel ruolo di Pilato, all'inizio pensato per Sting, si passa a David Bowie che "con tempi da vera rockstar gira la sua sequenza in un solo giorno". Le riprese, interamente realizzate in Marocco, iniziarono il 15 ottobre 1987 e si conclusero il 20 dicembre. Il film uscì negli Usa il 12 agosto 1988, in Italia il 7 settembre al Festival di Venezia.
La colonna sonora de L'ultima tentazione di Cristo è stata pubblicata un anno dopo sotto il nome di Passion: Music for The Last Temptation of Christ di Peter Gabriel, considerato un capolavoro della neonata world music. Per la realizzazione l'ex Genesis si avvalse della collaborazione di artisti internazionali di musica tradizionale quali Youssou N'Dour, Baba Maal, Billy Cobham, Ravi Shankar e Nusrat Fateh Ali Khan. Ad esso si accompagna a completare l'album Passion sources, promuovendo i suddetti artisti nel loro repertorio di brani importanti, finora sconosciuti al pubblico occidentale.
Superata la fase travagliata di realizzazione, il film ha scatenato polemiche e reazioni, culminate nella proiezione alla 45ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia del 1988[5]. In Italia, ma non solo, si invocò un'azione censoria dalle autorità: in alcune nazioni come Cile, Filippine e Singapore il film non è finora circolato.[6] Comportamenti di gruppi cristiani integralisti sono talvolta degenerati in episodi di violenza a danno di sale e spettatori, come in Francia[7]. In Italia, se da un lato il film non ebbe molto successo di pubblico, circolando in tarda estate, dall'altro le polemiche portarono una qualche pubblicità indiretta e destarono comunque una diffusa curiosità nei confronti della tematica. Il giudizio dei detrattori si mostrava indifferente alle scene contestate, insistendo piuttosto su un'immagine negativa ed eterodossa del Nazareno, qui imperfetto e dubitabondo.
0 notes
Text
Concluso con successo “Abitare il silenzio”, II Festival dell’autobiografia diretto a Catania da Lucia Caruso.
Conclusi tre giorni preziosi all’insegna del silenzio come luogo per cogliere consapevolmente ciascuno il proprio colloquio interiore.
CATANIA – Grande e sentita partecipazione, a Catania, per la seconda edizione di Abitare il silenzio, Festival dell’autobiografia tra esplorazione del sé e memoria dei luoghi, ideato e diretto da Lucia Caruso, organizzato, insieme, dalle associazioni L'Albero Filosofico (Catania), diretta dalla stessa Caruso, e Terre perse per ritrovarsi (Venezia), diretta da Alessandro Doria, con il patrocino del Comune di Catania.
Accolti dalla Biblioteca “Bellini” di Catania, conclusi tre giorni preziosi all’insegna del “silenzio” come luogo per cogliere consapevolmente (ciascuno) il proprio colloquio interiore. Moderati dalla giornalista Grazia Calanna, è stato un susseguirsi di preziosi interventi. Con anche gli organizzatori Lucia Caruso e Alessandro Doria, hanno preso parte Novella Primo, Rosalba Galvagno, Francesco Farinella e Duccio Demetrio (special guest, presente anche un attesissimo laboratorio di scrittura).
Nella prima giornata, Lucia Caruso e Alessandro Doria si sono soffermati sul concetto di “autobiografia come cura sui”; notevoli gli apprezzamenti per il primo “Silent reading party”, con un libro, i cellulari spenti e tantissimo reciproco ascolto; per “Narrarsi nel luoghi della cura” con Federica Marcucci e Alessio Muratore focalizzato sull’importanza di riconoscere il proprio passato per avere un futuro; per “Scrivere nell’abbandono”, con Alessandro Doria che si è soffermato sul valore della scrittura, specie quella autobiografica, quale supporto prezioso per la serenità della e nella propria quotidianità; per “Il silenzio e la scrittura” di Maria Liberti che ha proposto una ricca riflessione sul rapporto fra il silenzio e la scrittura, quella autobiografica, in particolare, che attraverso lo scandaglio di sé opera come adeguato strumento della socratica cura sui; per “Una madeleine tra il tempo che fugge e il tempo delle profondità” di Francesco Farinella che ha magistralmente condotto i presenti alla scoperta della “memoria involontaria” approfondendo la tematica autobiografica in uno degli eventi più straordinari della Storia della letteratura, che ha avuto profonde ripercussioni nella psicologia e fenomenologia della memoria; per “La saggezza del silenzio”, una lettura orteghiana con Massimo Vittorio che ha rimandato all’autenticità comunicativa del silenzio e al rifiuto di un dire permanente, visto come una sofisticazione del vissuto.
Giornata clou, quella di sabato, arricchita da tre preziosi e spessissimi interventi: “Solo il silenzio vive”, di Novella Primo che a partite dal requisito imprescindibile della meditazione, il silenzio, ha ripercorso con appassionante cura le cartografie della memoria nelle scrittrici Romano, Spaziani e Anedda; “Il caso Goliarda Sapienza”, autobiografia e psicoanalisi con Rosalba Galvagno che ha brillantemente indagato il rapporto intercorrente tra Autobiografia e Psicoanalisi a partire dal romanzo “Il filo di mezzogiorno”, racconto della cura psicoanalitica che la scrittrice catanese sostenne intorno agli anni 1962-1965, con magnetici riferimenti e, anche, al capolavoro “L’arte della gioia”, romanzo pubblicato postumo nel 1998; “Il silenzio degli addii” con Duccio Demetrio che ha “illuminato” situazioni di raccoglimento, di ricerca del silenzio, di scrittura autobiografica e poetica quali strumenti che “rendono più sopportabile lo spaesamento e l’impossibilità dell’addio”. “Autobiografia di un corpo” con la sensibilità colta di Daniela Bellavia e, in chiusura, “Ad un tratto il ricordo m’è apparso”, laboratorio esperienziale con Lucia Caruso e Francesco Farinella che si sono soffermati insieme ai partecipanti su Autobiografia e memoria involontaria: “Le scritture del desiderio”.
“Si è conclusa a Catania, suscitando enorme interesse, la seconda edizione del Festival dell’autobiografia Abitare il Silenzio, tra esplorazione del sé e memoria dei luoghi, organizzata dalle associazioni l’Albero Filosofico, Catania e Terreperseperritrovarsi, Venezia. All’evento hanno partecipato numerosi relatori provenienti da tutta Italia. L’autobiografia, sostiene Lucia Caruso, presidente dell’associazione l’Albero Filosofico e ideatrice del Festival, è uno strumento indispensabile nel processo umano della ricerca dei significati per collocarsi nel mondo. E se ci chiediamo come fare per abitare il Silenzio scopriamo la possibilità di un’originaria “narrazione di Sé” per cogliere quel colloquio interiore che ognuno di noi intrattiene con le voci della propria anima. E ancora il silenzio degli addii come questione filosofica individuale e universale. Scegliere di raccontarli e scriverne risveglia miti e narrazioni che trasformano gli addii in storie dell’umanità. Ed in tali situazioni il raccoglimento, la ricerca del silenzio, la scrittura autobiografica e poetica rendono più sopportabile lo spaesamento e l’impossibilità dell’addio”, dichiara Lucia Caruso, Presidente dell’Albero Filosofico.
“Desideravo ringraziare prima di tutto il pubblico di questa edizione per essere stato presente in modo attivo e partecipe alla seconda edizione del festival. Insieme alla dott.ssa Caruso stiamo provando ad offrire un prodotto culturale che aiuti le persone a pensare, a riflettere, evitando l’inutile chiacchiericcio che si ascolta per strada o che si può leggere nei social. È un progetto che spero possa trovare un coinvolgimento o un supporto anche da parte dell’amministrazione, così come accade a Venezia, mio comune di residenza, dove gli assessorati lavorano in concerto per garantire le nostre Riflessioni Lagunari. Credo sia un vantaggio per Catania e per tutta la Sicilia poter godere di un momento di riflessione culturale importante al punto da aver permesso di offrire gratuitamente ai presenti la partecipazione del prof. Duccio Demetrio, uno dei massimi esponenti viventi della filosofia della narrazione. Da Giugno, inizieremo a preparare l’edizione 2025, sperando di poter coinvolgere ancora più persone”, conclude Alessandro Doria, Presidente di “Terre perse per ritrovarsi” (Venezia).
0 notes
Text
Cultura, consegnati a Roma i “Premi Nazionali per la Traduzione” 2023
Cultura, consegnati a Roma i “Premi Nazionali per la Traduzione” 2023 Sono stati consegnati il 16 aprile, a Roma, al Ministero della Cultura, i “Premi Nazionali per la Traduzione”, edizione 2023. I riconoscimenti, istituiti nel 1988, sono destinati a traduttori ed editori italiani e stranieri che abbiano contribuito, con le loro opere, ad elevare la quantità e la qualità degli scambi reciproci fra la cultura italiana e le altre culture. La commissione, presieduta dalla professoressa Tiziana Lippiello e composta da Maria Cristina Assumma, Michele Bernardini, Daria Galateria, Emma Giammattei, Camilla Miglio, Franca Poppi e Barbara Ronchetti, con il supporto della Direttrice generale Biblioteche e diritto d’autore del MiC, Paola Passarelli, ha conferito 8 premi, 4 maggiori e 4 speciali. Alla premiazione era presente il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Il lavoro del traduttore è un vero e proprio impegno creativo, una maestria artigiana che supera per sublimarlo il mero esercizio linguistico. Si tratta di alte professionalità artistiche, letterati capaci di trasmettere non solo i pensieri ma anche le emozioni degli autori tradotti. Per citare Josè Saramago: mentre lo scrittore rende la letteratura nazionale, il traduttore la rende universale”, ha detto la Direttrice Passarelli. I premi maggiori sono andati a: Francesco Zambon (Italia): vanta un altissimo profilo di filologo romanzo e di traduttore letterario. Sue le traduzioni di alcuni tra i più importanti trattati cristiani del XII secolo tra cui il “De Contemplando Deo”, il “De natura et dignitate amoris” di Guglielmo di Saint Thierry e il “De diligendo Deo” di Bernardo di Clairvaux. Le tre opere presentate sono collegate dalla straordinaria perizia del traduttore, un filologo che tiene a restituire al lettore “il sapore massimo di ogni parola”; Carlos Ortega Mayor (Spagna): ha presentato tre proposte di altissimo interesse per l’originalità dei testi e per la qualità della traduzione, traducendo in spagnolo “La Bella Estate” di Cesare Pavese, “Riccardino” di Andrea Camilleri, pubblicato postumo, “Dopo il Divorzio” di Grazia Deledda; Casa Editrice Edicola (Italia): casa editrice indipendente, specializzata nella pubblicazione di opere di autori cileni contemporanei tra i più apprezzati e premiati, quali Andrés Montero, Maria José Ferrada e Nona Fernández. Pregevole la collana “Al tiro”, che raccoglie racconti e romanzi brevi degli autori cileni di maggior talento; Casa Editrice Colibrì (Bulgaria): casa editrice fondata nel 1990, con sede a Sofia, offre variegate proposte letterarie, dai classici moderni italiani quali Italo Calvino, Elena Ferrante, Dino Buzzati e Umberto Eco tradotti in bulgaro, a traduzioni di classici senza tempo, grazie alla collana che raccoglie i “Classici del mondo” come Dante Alighieri. Degna di essere ricordata infine, la collana “Amarcord”, che ospita le memorie di illustri protagonisti del cinema, tra i quali, Marcello Mastroianni, Franco Zeffirelli, Claudia Cardinale, Federico Fellini; I premi speciali sono andati a: Anna Isabella Squarzina: professore associato di lingua e traduzione francese è dotata di una sensibilità non comune. Traduttrice di un testo raro di Jean Starobinski, intitolato “Poetiche della nostalgia”, riproduce, al di là delle fedeltà ermeneutica, il ritmo “malinconico” della scrittura del grande critico. Di massimo rilievo inoltre, è la sua prima traduzione mondiale dei “Settantacinque Fogli” di Marcel Proust, curatissima in ogni dettaglio e caratterizzata da una eccezionale eleganza stilistica; Annelisa Alleva: da anni apprezzata nel panorama italiano e internazionale come poeta, saggista e traduttrice, ha tradotto con grande abilità autori di spicco della tradizione russa come Lev N. Tolstoj ed Aleksandr Puškin. Le sue traduzioni puškiniane costituiscono l’approdo di un importante lavoro durato decenni. “Scrittrice che traduce”, come lei stessa preferisce definirsi, Alleva intreccia competenze diverse. Ha pubblicato varie raccolte di versi, tra cui “La casa rotta”, insignita del premio “Sandro Penna” nel 2010. Fulvio Bertuccelli: studioso caratterizzato da un’intensa attività come traduttore, soprattutto rivolta alla letteratura turca contemporanea. Si segnala la capacità di resa in italiano di opere turche abbastanza rare, mai tradotte in lingue europee con un valore aggiunto importante: l’attenzione per i problemi sociali della Turchia odierna. Tra le opere da lui tradotte in italiano, “Yusuf di Kuyucak” di Sabahattin Ali e “Zamir” di Hakan Gűnday, autori molto apprezzati dal pubblico turco, tradotti in italiano con una resa estremamente convincente. Guia Minerva Boni: traduttrice con un ricco curriculum di traduzioni e di interventi sulla traduttologia, traduce dal portoghese, dal francese e dall’inglese. Ha tradotto “La divina irrealtà delle cose. Aforismi e dintorni” di Fernando Pessoa, “La donna che scrisse la Bibbia” del brasiliano Moacyr Scliar, “Peregrinazione” del portoghese Fernão Mendes Pinto. Particolarmente lodevole quanto presentato sia per la complessità del testo tradotto che per il suo valore storico-culturale.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Virginia Woolf
Non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente.
Virginia Woolf è stata una delle scrittrici più importanti del XX secolo. I suoi lavori sono stati tradotti in oltre cinquanta lingue.
Eliminando la forma comune di dialogo diretto e la struttura tradizionale della trama, ha portato l’attenzione del romanzo al monologo interiore. Il tempo non viene concepito con una cronologia precisa, ma attraverso pensieri e ricordi suscitati dall’ambiente circostante.
Ha rappresentato lo scorrere del tempo in dodici ore La signora Dalloway del 1925, in pochi giorni Tra un atto e l’altro (uscito postumo nel 1941), in diversi anni Gita al faro (1927) o addirittura in tre secoli con Orlando del 1928.
Pioniera della narrazione attraverso il flusso di coscienza, la forma letteraria e stilistica era alterata dall’identità della figura, in uno scambio continuo e un’attenta corrispondenza tra l’esigenza psicologica e quella linguistica.
Il suo saggio Una stanza tutta per sé, del 1929, decostruisce il linguaggio patriarcale in ambito letterario e sociale e ha ispirato il movimento femminista degli anni Sessanta e Settanta.
Nacque col nome di Adeline Virginia Stephen a Londra il 25 gennaio 1882 in una famiglia benestante, era figlia di Sir Leslie Stephen e Julia Jackson, entrambi precedentemente vedovi e con prole.
Allevata in un’atmosfera colta che ospitava spesso personaggi del mondo della cultura, manifestò presto la sua inclinazione letteraria, era una ragazzina quando, col fratello Toby diede vita a un giornale domestico, Hyde Park Gate News, una sorta di diario familiare in cui scrivevano storie inventate.
Fino al 1895, anno in cui sua madre morì, la famiglia passava l’estate in Cornovaglia, il luogo dei suoi ricordi più felici che influenzarono, successivamente, alcuni dei suoi scritti di maggior successo come La Stanza di Jacob, Al faro e Le Onde.
La sua fu una tipica infanzia vittoriana, fatta di lezioni casalinghe, rispetto delle convenzioni, benessere e la sensazione costante che tutta la vita della casa e della numerosa famiglia ruotasse intorno alla madre, bella e distante. La morte precoce della donna, quando la scrittrice aveva tredici anni, le procurò un lungo periodo di depressione che rivelò i primi segni del disagio mentale che ha caratterizzato tutta la sua esistenza.
Dal 1897 al 1901, ha studiato storia e lettere classiche al King’s College. L’anno in cui fu ammessa agli studi universitari, morì anche la sorellastra, Stella. Questi eventi portarono al suo primo serio crollo nervoso.
Nel racconto autobiografico Momenti di essere e altri racconti ha raccontato che lei e la sorella Vanessa Bell avevano subito abusi sessuali da parte dei fratellastri George e Gerald Duckworth. Questo ha sicuramente influito sui frequenti esaurimenti nervosi, il disturbo bipolare e la psicosi che la portarono a diversi tentativi di suicidio.
Dopo la morte del padre, nel 1904, con cui aveva un rapporto conflittuale di amore e odio, lasciò, insieme al fratello Toby e alla sorella Vanessa la residenza di Hyde Park. La loro casa diventò il centro del famoso Bloomsbury Group, destinato a dominare per oltre un trentennio la cultura e la letteratura inglesi. Ogni giovedì sera vi si incontravano importanti intellettuali per discutere di politica, lettere e arte. Si parlava di arte, letteratura, sesso e al centro dei dibattiti finivano le definizioni di concetti come la bellezza, la verità e il bene. Spesso si metteva in discussione la morale corrente, in quanto il gruppo non tollerava la monarchia e, soprattutto, combatteva ogni discriminazione sull’orientamento sessuale e ogni distinzione tra uomo e donna.
Alimentata da quel clima di fervore intellettuale, dava ripetizioni serali alle operaie in periferia, si era avvicinata al movimento delle donne e scriveva le prime critiche letterarie per diversi giornali.
Nel 1912 sposò Leonard Woolf, teorico della politica. Tre anni dopo, ha pubblicato il suo primo romanzo La Crociera. Intanto il suo mal de vivre non la abbandonava, così come il desiderio di togliersi la vita.
Nel 1917 fondò, assieme al marito, la Hogarth Press piccola casa editrice che ha pubblicato gli scritti di Katherine Mansfield, Italo Svevo, Thomas Stearns Eliot e James Joyce.
Nel 1925 ha pubblicato Mrs Dalloway, in cui abbandona la struttura del romanzo tradizionale in favore della tecnica del flusso di coscienza e del monologo interiore.
Attiva nei movimenti femminili per il suffragio universale, si è sempre occupata del ruolo della donna nella società. Tema che si trova nel libro che ha tratteggiato la storia del femminismo moderno Una stanza tutta per sé, del 1929 e Le tre ghinee che approfondisce la figura dominante dell’uomo nella storia contemporanea.
All’amata scrittrice Vita Sackville-West ha dedicato il romanzo Orlando, del 1928, ambientato nell’epoca elisabettiana, che seguendo la vita del protagonista, che reca sia tratti femminili che maschili, si dipana in un arco temporale che va dal XVI al XX secolo. Nelle recensioni dell’epoca l’opera brillava soprattutto per l’uso innovativo dell’elemento temporale, oggi brilla nel suo essere il primo manifesto della fluidità di genere. Una critica alle etichette e alle limitazioni stabilite dai pregiudizi che promuove l’idea che l’identità di genere non debba essere determinata dal sesso biologico, eleggendo la realtà androgina allo stato più naturale delle cose. Attraverso questa opera ha sottolineato come ciò che rende un uomo tale agli occhi della società sia il potere che possiede dalla nascita, mentre una donna è caratterizzata solo dalla mancanza di quel potere, economico, culturale e fisico.
Nell’estate del 1940 ha pubblicato l’ultima opera Tra un atto e l’altro.
Mentre i disturbi mentali continuavano a tormentarla, era sempre più sopraffatta da crisi di ansia e insicurezza.
La Seconda Guerra Mondiale peggiorò le sue paure, vedeva la disintegrazione del mondo che la circondava e cominciava a sentire voci nella sua testa. Temendo di impazzire, decise di togliersi la vita. Si riempì le tasche di sassi e si lasciò annegare nel fiume Ouse, il 28 marzo 1941, aveva 59 anni.
Virginia Woolf, come James Joyce e altri suoi contemporanei, ha adottato le nuove tecniche narrative dei primi decenni del XX secolo.
Rifiutando le tecniche narrative convenzionali, era più interessata al tempo psicologico, alla vita della mente dei personaggi, dove passato, presente e futuro si sovrappongono in un flusso continuo reso attraverso flashback, associazioni di idee, impressioni ed emozioni temporanee.
Ha esplorato temi tipici del romanzo modernista come l’ansia, la crisi, le difficoltà di comunicazione e temi che la toccavano profondamente come la solitudine, la distinzione tra sogno e realtà, la malattia mentale e i pregiudizi nei confronti delle donne che impedivano loro di esprimere la propria identità.
È stata la scrittrice che ha inaugurato una nuova epoca, cambiato la narrazione e trattato, per prima e così a fondo, temi inerenti alla condizione femminile. Ha ispirato un modo differente di scrivere. Conosciuto e vissuto profondamente lo slancio e la caduta che ha riportato con intelligenza e verità, mettendosi completamente a nudo. Il suo fascino e personalità travalicano lo spazio temporale, incantando ancora chi la incontra nella lettura.
0 notes
Text
I cercatori di ossa di Michael Crichton: Un’avventura nel selvaggio West tra rivalità e scoperta. Recensione di Alessandria today
Una spedizione nel cuore del mistero, dove il confine tra scienza e avidità si dissolve
Una spedizione nel cuore del mistero, dove il confine tra scienza e avidità si dissolve. Recensione del libro I cercatori di ossa di Michael Crichton, pubblicato postumo, ci trasporta nel Wyoming del 1876, in un’epoca in cui la frontiera americana è teatro di spedizioni scientifiche e rivalità accese. Al centro della vicenda c’è il professor Othniel C. Marsh, un ambizioso paleontologo che guida…
#Alessandria today#avventura#Avventura nel West#Badlands#classico della narrativa americana#competizione#Edward Cope#epoca della frontiera#esploratori americani#esplorazione#fossili di dinosauro#garzanti#Google News#I cercatori di ossa#italianewsmedia.com#lettura coinvolgente#Michael Crichton#narrativa americana#narrativa di Crichton#narrativa postuma#narrazione storica#Othniel Marsh#paesaggi mozzafiato#paleontologia#paleontologia storica#Pier Carlo Lava#racconto epico#rivalità accademica#rivalità scientifica#rivalità tra scienziati
0 notes
Text
Il presepe di san Francesco: storia del Natale di Greccio. Il libro postumo di Chiara Frugoni
Il libro di cui voglio parlarvi oggi è appena stato pubblicato ed è la pubblicazione postuma della compianta storica Chiara Frugoni dal titolo “Il presepe di San Francesco. Storia del natale di Greccio” «Voglio evocare il ricordo di quel Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del cuore i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, e…
View On WordPress
0 notes
Text
Franz Kafka, scrittore di Praga
Una delle figure più importanti del Novecento letterario… Scrittore boemo di lingua tedesca, Frank Kafka nacque a Praga il 3 luglio 1883 e, figlio di un agiato commerciante ebreo, ebbe con il padre un tormentato rapporto, notevolmente documentato nella celebre Lettera al padre, che racconta le caratteristiche della complessa personalità dello scrittore e le origini familiari di molti dei suoi tormenti, non agevolati neanche dai rapporti con la madre e le tre sorelle. Franz, primo di sei figli, ebbe un'ottima educazione e formazione nelle scuole tedesche, anche grazie alle buone disposizioni economiche paterne. Nel 1906 si laureò controvoglia alla facoltà di Legge, dopo un percorso di studi caldeggiato più che altro dai genitori che lo volevano Dottore, oltre ad avere un tormentato rapporto con Felice Bauer, più volte chiuso e poi ripreso, fino alla definitiva rottura avvenuta nel 1914. Finalmente dottore Franz trovò un impiego presso una banca, dopo aver sperimentato i disagi del praticantato, dove cominciò una carriera di funzionario, del tutto opposta alle sue più intime inclinazioni, anche se sul lavoro era apprezzato per la sua solerzia e per la sua coscienziosità. A fronte di questa insoddisfacente collocazione non fece da contrappeso un'analoga situazione sentimentale, infatti l'amore con Milena Jesenka fu molto tormentato, così anche la relazione con Dora Dyamant, con cui convisse dal 1923. Il suo rapporto di lavoro con la banca si chiuse nel 1922 con richiesta di pensionamento, quando la tubercolosi, manifestatasi nel 1917, irruppe in tutta la sua gravità. Kafka, tranne una serie di brevi viaggi il più delle volte compiuti per la sua salute, visse sempre a Praga, nella casa paterna e, nonostante due fidanzamenti, rimase scapolo e fu sempre legato da amicizia, all'università, con coetanei introdotti in ambienti letterari, tra cui l'importantissima figura di Max Brod. I sette volumi che Franz pubblicò nella sua breve vita, curandoli di persona, Meditazione (1913), Il fuochista (1913), La metamorfosi (1915), La condanna (1916), Nella colonia penale (1919), Un medico in campagna (1919-20) ed Un digiunatore (1924), sono una piccola percentuale di quello che, sfuggito alle distruzioni di manoscritti da lui compiute, è stato pubblicato poi postumo grazie all'interessamento di Brod, che non tenne conto delle disposizioni testamentarie dell'amico, secondo cui avrebbe dovuto distruggere tutti gli scritti da lui lasciati. Vennero pubblicati postumi, rispettivamente nel 1927, nel 1925 e nel 1926, America, Il processo e ed Il castello, che sono le parti principali di una ricerca fatta unica ragione di vita ed identificata con la letteratura. Franz Kafka morì il 3 giugno 1924, poco prima di compiere quarantuno anni, in una clinica nei pressi di Vienna. Read the full article
0 notes
Photo
...primo romanzo di Camus da lui abbandonato...fu pubblicato postumo è un libro di una sensibilità e intelligenza disarmante...La struttura può deludere la mente di un abitudinario in cerca di logica. Qui si va oltre. Non si parla di cose, fatti, colpi di scena. Qui c'è tutto ciò che esce dalla storia e dalla persona, dall'individuo e dal sociale. Un racconto breve e incompiuto sospeso nel tempo. Impossibile non immedesimarsi nelle splendide descrizioni di Camus: da Algeri, Praga, Vienna, fino a Genova ogni città è descritta con una tonalità di colore unica e intensa. Sembra quasi di sentire gli odori e di passeggiare per le strade che danno sul porto di Algeri con quel sole cocente e la vitalità delle persone. Vita e morte si alternano in modo unico attraverso queste duecento pagine di pura poesia...#instabook #igersravenna #ig_books #libri #instaravenna #consiglidilettura #bookstagram #booklovers #domenicaaperto #narrativa #booktubers #albertcamus (presso Libreria ScattiSparsi Ravenna) https://www.instagram.com/p/CpjrZj0IJUA/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#instabook#igersravenna#ig_books#libri#instaravenna#consiglidilettura#bookstagram#booklovers#domenicaaperto#narrativa#booktubers#albertcamus
0 notes
Text
Il Maestro e Margherita - Composizione del romanzo e opinioni generali
Contesto e autore
Il Maestro e Margherita è un romanzo di Michail Bulgakov scritto tra il 1928 e il 1940, durante il regime di Stalin, ma fu pubblicato postumo solamente tra il 1966 e il 1967. Come dice Alessandro Barbero, Bulgakov fa parte di quella disgraziata generazione nata alla fine dell’800 che ha vissuto un periodo incredibilmente duro: la Prima Guerra Mondiale, la peste, la Rivoluzione d’Ottobre, la grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale.
Era un personaggio difficile e atipico. Ha avuto tre mogli, era scrittore di teatro ma per lunghi periodi non è riuscito a farsi accettare (o, in generale, a entrare) nel mondo accademico sovietico, forse anche per la provenienza “bianca” (zarista); era dipendente da morfina. Giusto per citare tre tratti della sua personalità.
Il Maestro e Margherita è stato IL suo romanzo, il romanzo sul diavolo, come l’aveva definito lui. L’ha scritto e riscritto mille volte ed è stata un la sua ossessione, tanto che le ultime parole le ha dettate poco prima di morire alla moglie.
È un romanzo che si potrebbe definire d’amore, c’è la storia tra il Maestro e Margherita che ci aiuta in questa definizione. In realtà è un romanzo molto più vasto di così: Bulgakov ci ha voluto mettere dentro tutto, rendendolo larghissimo e sfaccettato.
La trama.
O, per meglio dire, le trame.
La prima trama è quella di Woland, il diavolo, e dei suoi accoliti, che arrivano a Mosca. Creano scompiglio, giudicano, puniscono, scherniscono i moscoviti, fanno il Gran Ballo di Satana dove sfilano migliaia di peccatori, fanno promesse.
Woland appare nel primo capitolo, inserendosi in un dialogo tra Berlioz e Bezdomny riguardo l’effettiva esistenza di Gesù. Berlioz è il direttore di un’importante associazione culturale, il Massolit; ha assegnato un poema che accertasse la non esistenza di Gesù a Ivan Nikolaevic Ponyrev, detto Bezdomny (il senza casa), poeta ignorante e di scarso valore. Nella Russia sovietica atea era un fatto assolutamente normale. Woland, il diavolo, sotto le spoglie di un artista straniero specializzato nelle arti oscure, li interrompe e certifica che Gesù esiste e lui lo può testimoniare.
È la trama più corposa e densa di eventi: fisicamente occupa più capitoli e pagine.
La seconda trama è la storia d’amore tra il Maestro e Margherita. Conosciamo il Maestro solo al tredicesimo capitolo, in cui racconta a Ivan Bezdomny la sua storia, dal romanzo che sta scrivendo all’incontro con Margherita, fino alla sua discesa nella pazzia e la successiva separazione dalla sua amata.
Il Maestro e Margherita sono senza dubbio i protagonisti del romanzo, insieme a Woland, non foss’altro che il Maestro è Bulgakov e Margherita la sua terza moglie.
È la trama più lirica e poetica.
La terza trama riguarda Ponzio Pilato e Ha-Nozri, ossia Gesù.
Scopriremo (proprio al capitolo tredicesimo) che questa storia è il romanzo che ha scritto il Maestro. Racconta della cattura, del giudizio e dell’uccisione di Ha-Nozri e del suo incontro con Ponzio Pilato; anzi, il punto di vista principale (ma non l’unico) è proprio quello di Pilato, il quinto procuratore della Giudea e cavaliere.
È una trama nella trama, eppure è cruciale nello svolgimento del romanzo, tanto da fornire l’ultima, famosa, frase del romanzo intero: “il quinto procuratore della Giudea, il cavaliere Ponzio Pilato”.
È la trama più simbolica.
Il primo capitolo è dedicato alla prima trama.
Il secondo capitolo è dedicato alla terza trama.
Fino al tredicesimo capitolo si alterna la prima trama con sprazzi della terza. Poi, al tredicesimo, si fondono la prima e la seconda trama, con Ivan Bezdomny che incontra il Maestro.
Negli ultimi capitoli le trame si fondono del tutto.
So che può sembrare complicato, con la giusta introduzione, non lo è.
Personaggi
Prima trama
Il diavolo e i suoi accoliti
Woland, il diavolo, si presenta come artista di magia oscura con in programma uno spettacolo al teatro di varietà.
Behemot, enorme gatto parlante, egocentrico, imbroglione, veggente.
Azazello, l’assassino, basso con spalle larghe e un canino sporgente.
Korov’ev (detto anche “Fagotto”), l’aiutante di Woland, il suo maggiordomo, il suo portavoce; bizzarro, esagerato, se ne va in giro spesso con Behemot.
Hella, l’unica donna del gruppo, che se ne va in giro sempre nuda e che ha una cicatrice trasversale sul collo.
Vittime del diavolo e della sua gang
Ivan Bezdomny, il poeta scapestrato con cui parla il Maestro; rinnegherà le sue opere, impazzirà dopo aver assistito alla morte di Berlioz, poi si scoprirà schizofrenico e alla fine troverà la pace.
Berlioz, direttore del Massolit, morirà al terzo capitolo nel modo esatto che aveva previsto Woland nel primo capitolo, tornerà solo al Gran Ballo di Satana. Lascerà il famoso appartamento in cui soggiorneranno Woland e i suoi al 302 bis della Sadovaja.
Natasa, cameriera di Margherita, la incontriamo brevemente nella seconda parte.
I seguenti cinque saranno vittime di Woland e della sua banda e sono tutti collegati al teatro di varietà. Ciò che succede loro sarà allo stesso tempo esilarante e inquietante; finiscono tutti male, in un modo o nell’altro.
Stepa Lichodeev, direttore artistico del teatro di varietà, condivide il famoso appartamento col defunto Berlioz, finisce comicamente a Jalta.
Rimskij, direttore finanziario,
Varenucha, segretario amministrativo del teatro di varietà.
Bengalskij, presentatore del teatro di varietà.
Nikanor Ivanovič Bosoj, presidente della cooperativa degli inquilini della casa al numero 302 bis della Sadovaja, finisce male anche lui quando, inspiegabilmente, si ritrova della “valuta” (dollari), in casa.
Seconda trama
Maestro, vince alla lotteria, così affitta un seminterrato e inizia a scrivere il suo romanzo, poi incontra Margherita che lo soprannomina Maestro.
Margherita, sposata con un uomo a cui vuole bene ma che non ama, solitaria e depressa; se non avesse incontrato il Maestro, si sarebbe gettata nel fiume perché “la sua vita era vuota”.
Terza trama
Ponzio Pilato, procuratore della Giudea; deve giudicare Ha-Nozri ma da questo evento la sua vita prende una piega inaspettata a causa del senso di colpa. Vero protagonista di questa trama.
Ha-Nozri, Gesù, condannato per sedizione (diceva che esisteva Dio e che non era “il Cesare”, cioè l’imperatore romano).
Levi Matteo, unico adepto di Ha-Nozri, sarà fondamentale.
Stile
Lo stile di Bulgakov in questo romanzo, secondo me, è pressoché perfetto perché tiene insieme quattro anime diverse ma complementari: il ritmo che alterna alti e bassi, i momenti di assurdo, i riferimenti e le metafore, i momenti poetici.
Il registro, anche all’interno degli stessi capitoli, è un continuo sali-scendi, un continuo alto e basso perfettamente orchestrato. Alterna descrizioni quotidiane insignificanti o situazioni comiche a momenti altissimi in cui ci sono i versi più potenti del romanzo. Il continuo saliscendi rende il romanzo molto godibile e fresco, e fa apprezzare ancora di più i momenti in cui Bulgakov vuole davvero dire la sua.
Ci sono costanti e frequenti momento di assurdo. Un tizio che si sveglia ancora devastato dalla sbornia della sera prima e che entro 10 minuti si ritrova a Jalta. Gente che si vede la testa tagliare senza morire e che poi torna sano e con la testa a posto. Gente che si spalma una crema e diventa una strega; un’altra strega che cavalca un maiale volante. L’anima assurda del romanzo è perfetta perché tiene insieme il lato comico con il lato inquietante e pauroso di Satana.
Il romanzo è zeppo di riferimenti e metafore. Nell’edizione che ho letto l’ultima volta, del 2020 tradotta da Margherita Crepax ed edita da Feltrinelli, ci sono decine di note. È IL romanzo di Bulgakov perché ci ha voluto inserire tutto il suo pensiero, tutte le critiche alla sua attualità, al contesto sovietico e accademico, ma anche riferimenti personali filosofici (il Faust o il cristianesimo). Senza le note, non avrei capito nulla di tutto ciò. Sono riferimenti e metafore di per sé inutili ai fini del romanzo, ma sono importanti per il loro ruolo “politico”.
In ultimo, la prosa e la poetica di Bulgakov è perfetta. Quando vuole dare la scossa, usa uno stile lineare e semplice, non usa periodi complessi o parole astruse; preferisce costruire un momento con le situazioni e il contesto. Ha la capacità di trasmettere tutta la potenza della sua poesia in poche, semplici frasi. Frasi che se lette fuori dal contesto significano, in realtà, ben poco. Sicuramente è un romanzo che emoziona e che difficilmente lascia indifferenti. Bulgakov descrive in modo originale ma incisivo emozioni enormi come l’amore, la paura e l’angoscia. Ma anche la frustrazione, l’incomprensione, la rassegnazione.
Cos’è per me Il Maestro e Margherita
Ho scoperto il romanzo grazie a un intervento del professore Alessandro Barbero proprio in merito a questo romanzo. È stato un intervento che mi ha emozionato e che mi ha spinto a sentirlo una prima volta in versione audiolibro; l’ascolto mi ha toccato e emozionato (sì, di nuovo). Dopo qualche mese ho deciso di leggerlo e lì è successo il vero fattaccio, il vero colpo; è leggendolo su carta che mi ha definitivamente cambiato.
Mi ha colpito per due motivi: i temi che tratta e il modo in cui mi si è cucito addosso.
Alcuni temi che mi hanno catturato sono, ad esempio, l’amore predestinato eppure difficile, lo sfilacciamento delle relazioni, la malattia mentale. Forse ci sono anche la compassione, l’ossessione, l’accettazione da parte degli altri.
Mi si è appiccicato addosso perché mi sono rivisto in molte situazioni. Non starò a descrivere le situazioni perché sono personali. È un romanzo che ho apprezzato e che ha avuto, per me, un simile impatto anche per il momento in cui l’ho incontrato. Sono certo potrà non essere apprezzato né tanto meno avere un impatto simile per altri, è assolutamente normale sia così.
Come ho già detto in altre sedi, è un romanzo che ha segnato, in me, un prima e un dopo. Sentire esprimere con parole e situazioni perfette a Bulgakov eventi, emozioni, sensazioni che ritengo siano nel mio quotidiano (o nel mio recente passato, ancora fresco), è fonte di enorme commozione.
Per questo è il romanzo più significativo che abbia mai letto, anche se forse non il più bello in assoluto.
Chiudo dicendo che spero che chiunque possa vivere il momento perfetto in cui incontra il SUO romanzo, il suo Il Maestro e Margherita, qualsiasi romanzo sia, perché quel momento è prezioso.
1 note
·
View note
Text
Nirvana - From The Muddy Banks Of The Wishkah
Wishkah è il nome del fiume di Aberdeen (Washington) lungo le quali rive bazzicava l’adolescente Kurt Cobain, passando, stando ai suoi racconti, notti insonni sotto lo Young Street Bridge e sfiorandone le rive fangose. Da qui lo spunto colto da Krist Novoselic per intitolare il secondo album pubblicato postumo dalla Geffen Records, una raccolta contenente il meglio disponibile delle esibizioni…
0 notes