#protezione studenti
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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Cagliari. Scuola Colombo: Chiusa la Classe 3D per Intervento di Disinfestazione. Dal 7 ottobre 2024, chiusura temporanea per 48 ore della classe 3D a causa di un intervento di disinfestazione contro le vespe
A partire dalle 7:30 di lunedì 7 ottobre 2024, e per le successive 48 ore, i locali della classe 3D della scuola secondaria di primo grado "Colombo", situata in via del Sole a Cagliari, rimarranno chiusi per consentire lo svolgimento di un intervento di d
A partire dalle 7:30 di lunedì 7 ottobre 2024, e per le successive 48 ore, i locali della classe 3D della scuola secondaria di primo grado “Colombo”, situata in via del Sole a Cagliari, rimarranno chiusi per consentire lo svolgimento di un intervento di disinfestazione contro le vespe. La decisione è stata presa per garantire la sicurezza degli alunni e del personale scolastico durante le…
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francescosatanassi · 10 months ago
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OGGI COME ALLORA
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Che il fascismo sia tornato è innegabile e chi dice il contrario o è fascista o mente. Nessuno ti picchierá per strada se non ti togli il cappello al passaggio di una divisa, né ti costringerà a bere intrugli nauseabondi (almeno per ora), ma le manovre del governo non sono più soltanto caratterizzate da tagli all'istruzione, alla sanità e alla cultura, ma sono apertamente indirizzate alla repressione e al soffocamento del dissenso. Iniziano a essere minate le libertà fondamentali: gli scioperi vengono vietati, gli antiabortisti entrano nei consultorio, le università vengono militarizzate, l'informazione è censurata o manipolata al fine di creare consenso. Se non ti allinei vieni licenziato, multato, arrestato, picchiato. A suon di leggi, decreti e ordinanze aumentano le restrizioni e il controllo per darci la sensazione di sentirci in pericolo e farci credere di aver bisogno di protezione dal nemico di turno: lo straniero, la femminista, l'ecologista, il "comunista". Ci vogliono buoni e servili per sfruttarci come hanno sempre tentato di fare. Questo 2024 non è così distante dagli anni '20 del secolo scorso, ma oggi come allora i fuochi di Resistenza esistono e riprendono vigore. Gli studenti che scendono in piazza a schivare i manganelli dimostrano di conoscere la storia meglio di chi li vuole zittire. Che fare, dunque? La verità è che il fascismo c'è sempre stato, oggi sta soltanto prendendosi il palcoscenico, ma se lo spettacolo, pagato da noi, è di bassa qualità, lo spettatore ha il diritto di fischiare, alzarsi e buttare gli attori principali giù da palco.
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anchesetuttinoino · 5 months ago
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🇬🇧 STARMER BLOCCA LA LEGGE SULLA LIBERTÀ D'ESPRESSIONE NEI COLLEGE
Come annunciato dal ministro dell’Educazione del nuovo governo laburista del Regno Unito, Bridget Phillipson, la legge per la protezione della libertà di espressione nei college, l’Higher Education (Freedom of Speech) Act approvato dal precedente governo conservatore, la cui entrata in vigore era prevista per il 1° agosto, è stata sospesa in attesa che il governo valuti l’opportunità di abrogarla. Esultano i sindacati degli studenti, particolarmente attivi nel “deplatforming” dei relatori sgraditi al pensiero woke, le facoltà universitarie che avrebbero potuto essere portate in tribunale e multate se non avessero difeso la libertà di parola di studenti, docenti e conferenzieri, alcune associazioni ebraiche convinte che la legge approvata dai tories avrebbe consentito ai negazionisti dell’Olocausto di diffondere fra gli studenti le loro teorie; protestano indignati i docenti che negli ultimi anni hanno vissuto l’incubo di essere emarginati all’interno delle università di appartenenza per le loro motivate posizioni controcorrente, gli esponenti del Partito Conservatore che avevano promosso la legislazione e alcune delle più importanti testate giornalistiche britanniche, come il Daily Telegraph, il Times e il Daily Mail. (Fonte: Tempi)
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mezzopieno-news · 7 months ago
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GLI STUDENTI UNIVERSITARI CREANO CITTÀ A MISURA D’API
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Oasi urbane di biodiversità per le api, sparse nel cuore delle città, con fiori nutrienti, piante aromatiche per l’impollinazione e casette rifugio i piccoli insetti impollinatori.
Migliaia di studenti distribuiti in 5 campus universitari italiani sono diventati custodi di centinaia di colonie di api e dell’equilibrio naturale dell’ambiente, attraverso un progetto diffuso che coinvolge i campus di Roma, Bari, Chieti, Firenze e Torino e una popolazione di 5.300 universitari fuori sede. In collaborazione con la startup agri-tech 3Bee specializzata nello sviluppo di sistemi di monitoraggio per la salvaguardia e la protezione delle api, hanno realizzato il progetto “Oasi Urbane di Biodiversità” una serie di aree dedicate, all’esterno dei campus studenteschi in cui vivono, per sostenere la protezione, il benessere e la riproduzione delle api. All’interno dei CX Campus&Hotel e con il supporto della Fondazione Experience, ente filantropico impegnato sul fronte della mobilità studentesca e del diritto allo studio e su quello dell’ecosostenibilità, il programma si estenderà anche ai campus di Trieste, Milano Bicocca e Milano Novate dove gli studenti e le studentesse potranno unire lo studio alla lotta per la salvaguardia delle api, ricreando habitat ideali con risorse mellifere fondamentali.
Spostandosi da un fiore all’altro, le api impollinano oltre 170mila specie vegetali, garantendo così la biodiversità nei vari ecosistemi e permettendo lo sviluppo e la rigenerazione della natura. In un giorno le api di un alveare possono visitare fino a 225mila fiori.
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Fonte: Fondazione Experience; 3Bee
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raffaeleitlodeo · 7 months ago
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Il 31 marzo del 2009, Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile, convocò la commissione Grandi Rischi per rassicurare la popolazione: nonostante le scosse continue che duravano da giorni, non ci sarebbe stato un terremoto. Il giorno prima chiama l’assessore regionale Daniela Stati. Le dice: “Questa riunione non è perché siamo spaventati e preoccupati, ma è perché vogliamo tranquillizzare la gente” ed “è più un’operazione mediatica” Nella notte del 6 aprile 2009, muoiono fra gli altri, Nicola Bianchi, Ivana Lannutti, Enza Terzini, Michele Strazzella, Daniela Bortoletti, Sara Persichitti e Nicola Colonna, gli studenti che rimasero in casa perché rassicurati dalle parole della commissione. E’ stata colpa loro, è stato deciso dalla Corte d’Appello dell’Aquila. Sono morti “per condotta incauta”. La loro, non quella di chi ha invitato la popolazione a farsi un bicchiere di Montepulciano e stare tranquilli. Loro. E le loro famiglie dovranno naturalmente pagare le spese processuali. Che altro? Chiedere scusa a Bertolaso? Peraltro, il medesimo è stato assolto per non aver commesso il fatto nel 2018, quindi potrebbe persino pretenderle. Il fatto è che questa faccenda della colpa di chi muore non è nuova. Dopo il terremoto del 2016, ho letto con questi occhi commentatori famosi e sconosciuti che dicevano che, insomma, chi abita in un territorio sismico un po’ se la cerca e che – parole di una nota blogger, non riesco a dimenticarle – potevano pur trasferirsi in città. Ricordare sempre. Anche se c’è chi non viene ritenuto responsabile di quanto ha fatto, detto, fatto di nuovo. Loredana Lipperini, Facebook
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pettirosso1959 · 2 years ago
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29 APRILE
Mi chiamo Sergio Ramelli e nel 1975 avevo 18 anni, vivevo a Milano ed ero un tifoso dell’Inter. Giocavo a pallone nella squadra di calcio dell’Oratorio S. Carlo, a centrocampo con il mio amico Giuseppe.
La mia famiglia era composta da mia mamma, mio papà, mio fratello e la mia sorellina più piccola. Vivevamo tutti insieme in un piccolo appartamento della periferia milanese.
Ero uno studente dell’istituto Tecnico “Molinari” e un giorno del 1974 il nostro docente di lettere ci assegna un tema libero, e io lo scrivo contro la violenza delle Brigate Rosse.
Non so come, ma questa mio tema pervenne agli estremisti di sinistra che allora imperversavano nell’istituto “Molinari” e io da subito mi trovai a subire quotidianamente processi popolari, angherie, sputi, schiaffi, aggressioni. Un giorno mi rifugiai all’Ufficio di Presidenza, mi venne a prendere mio papà e insieme a lui uscii di scuola tra due ali di studenti che ci calciavano.
Io rispondevo sempre, ma ero sempre solo. Non c’era mai nessuno con me. Per cercare protezione decisi di iscrivermi al Fronte della Gioventù. Non ne ero molto convinto, ma non vedevo alternative, cercavo solo qualcuno che potesse stare con me.
Mia mamma era molto preoccupata, io la tranquillizzavo rispondendole che non avevo mai fatto nulla di male a nessuno, quindi non avevo nulla da temere.
Il 13 marzo 1975 in via Paladini, vicino a casa, vengo aggredito da due sconosciuti della mia età che impugnano chiavi inglesi “hazet 36” del peso di tre chilogrammi e mezzo l’una. Il commando era composto da circa 8-10 persone che durante la mia aggressione controllavano che dalle vie adiacenti non provenissero poliziotti in mio soccorso.
Il 14 marzo l’infermiera dell’Ospedale dice a mia madre che in tanti anni di lavoro non ha mai visto ferite così devastanti in una scatola cranica.
Il 1 aprile miglioro, ma non riesco a parlare e a muovere il mio corpo.
Il 5 aprile viene a trovarmi il mio allenatore di calcio dell’Oratorio S. Carlo e mi dice che mi aspetta al campo. Piango.
Il 17 aprile ho provato a parlare per la prima volta con mia mamma e le ho chiesto una Coca-Cola e i libri della maturità.
Il 21 aprile ho la pleure.
Il 29 aprile 1975 alle ore 10 non ci sono più.
Nel 1985, dieci anni dopo la mia morte, il giudice Salvini, un uomo di sinistra, grazie alla confessione degli autori, identificò i responsabili della mia morte nel servizio d’ordine di Avanguardia Operaia della facoltà di Medicina dell’Università Statale di Milano.
Alcuni erano diventati medici affermati, altri avevano fatto carriera politica.
La lapide in mio ricordo sotto la casa della mia famiglia venne negli anni più volte distrutta e poi sempre riparata, e per tante volte venne gettata l’immondizia sul marciapiede ove ero stato aggredito.
Per molto tempo, mia mamma Anita avrebbe ricevuto telefonate e lettere anonime, nelle quali veniva definita “una vacca, perché solo da una scrofa come te poteva nascere un maiale come tuo figlio”.
Mio fratello fu costretto ad andare a vivere a Lodi, perché a Milano continuava a ricevere minacce.
Mio papà morì nel 1979 di dispiacere.
Mia mamma Anita è morta nel 2013 senza mai pronunciare alcuna parola di odio contro nessuno.
Mi chiamo Sergio Ramelli e nel 1975 avevo 18 anni, vivevo a Milano ed ero un tifoso dell’Inter. Giocavo a pallone nella squadra di calcio dell’Oratorio S. Carlo, a centrocampo con il mio amico Giuseppe.
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abr · 1 year ago
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Milano - La sinagoga avvisa, non portate segni distintivi del fatto che siete ebrei. Avendo frequentato a lungo i pressi di una delle vie a più alta densità ebraica della città (non diciamo quale, per protezione dai magrechad), mi chiedo se avranno sarti e barbieri a sufficienza.
Dal faceto al serio, la domanda vera è: in che razza di mondo rovesciato siamo precipitati, se le vittime non ottengono alcuna solidarietà anzi, raccolgono al più indifferenza se non sospetti bavosi e manifestazione di antichi, mai sopiti livori infami ereditari e ora si devono pure travisare.
Mentre i fan dei decapitatori si fanno riconoscere senza alcun problema e incassano la solidarietà degli studenti medi bimbiminkia (le loro future prime vittime), sventolando bandiere per le strade, celebrando felici l'orrore (una cicciona inchiavabile in chador che ulula: "non è vero che le donne e i bambini ebrei uccisi non erano colpevoli"). Questo è degrado da fogna.
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vintagebiker43 · 1 month ago
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Buon anno dalla Siria. Buon anno da 600.000 morti. Buon anno da 14.000.000 di profughi e sfollati interni. Buon anno da una Terra che, dopo 14 anni di orrore, finalmente sogna la Pace.
L'algoritmo di Meta penalizzerà questa Missione. �� inevitabile. La Siria in questo momento è il Paese più imprevedibile del pianeta. È ancora in vigore un embargo economico devastante. Il governo non è ancora ben strutturato. Non si conoscono i connotati che assumerà. Nel giro di tre settimane si è passati dal totalitarismo alla promessa di una libertà ancora troppo caotica.
Lo sappiamo perché noi ci siamo.
Ci siamo da cinque anni. Cinque anni nella Siria di nord-ovest, quella ribelle, quella che ora ha preso il Paese. Gli unici a offrire Scuola di qualità mentre tutti gli altri si ritiravano, l’ONU chiudeva gli accessi umanitari, gli Stati membri tagliavano i fondi. Il mondo aveva gettato la spugna. Noi no.
Lo sappiamo perché siamo rimasti.
E abbiamo bisogno di te per rompere il silenzio e raccontare la Siria a partire dalla sua gente.
Diamo il benvenuto al 2025 dalla Siria, proprio come il 2024 dallo Yemen, un altro Paese squassato da una crisi umanitaria ignorata dai media, dalla politica e dalle realtà internazionali, un Paese oscurato dagli algoritmi dei social, ammantato di silenzio e profonda indifferenza.
Non è colpa tua. È un sistema di manipolazione sociale e indottrinamento mediatico quello in cui viviamo. Va capito. Soprattutto, va contrastato.
È per questo che è necessario agire.
Il 2024 ci ha messi a dura prova. Ma noi non ci siamo mai arresi. Subito a gennaio, abbiamo dovuto fronteggiare un’inondazione epocale presso la nostra Scuola Internazionale in Kenya. L’abbiamo affrontata, e pochi giorni dopo eravamo già pronti a riaprire. A fine mese, dopo due anni di lavoro abbiamo inaugurato la nostra sesta Scuola nel mondo, a Bogotà, in Colombia.
A febbraio abbiamo sostenuto l’ispezione finale per erogare il Baccalaureato Internazionale, il percorso scolastico più rinomato, in Kenya.
A marzo abbiamo inaugurato la nostra prima struttura residenziale per i bambini vulnerabili.
Ad aprile abbiamo ricevuto l’esito dell’ispezione: ce l’abbiamo fatta! Siamo diventati la prima Scuola al mondo a ricevere il titolo di “IB World School” offrendo il Baccalaureato gratuitamente ai bambini vulnerabili in una baraccopoli. Stiamo facendo la Storia dell’istruzione mondiale!
A maggio, dopo un tentativo di estorsione da parte delle autorità in Kenya, abbiamo alzato la voce, denunciando e facendo una marcia pacifica insieme ai nostri studenti, e innescando così un meccanismo di protezione diplomatica internazionale che ha portato all’arresto del poliziotto corrotto: un altro momento epocale!
A giugno abbiamo iniziato il lavoro preparatorio per la nostra settima Scuola nel mondo: in India.
A luglio ho vinto due premi importantissimi: il primo dal mondo cattolico, il Premio per la Leadership e la Benevolenza Navarro-Valls; il secondo dal mondo musulmano, l’Ahmadiyya Peace Prize. Quello che facciamo riconcilia!
Ad agosto siamo stati invitati a IC3, una delle conferenze sull’istruzione più importanti del globo. Nel 2025 ospiteremo l’edizione dell’Africa Orientale presso la nostra Scuola in Kenya.
A settembre abbiamo raggiunto un traguardo in-cre-di-bi-le: il 100% degli studenti delle nostre Scuole di Emergenza in Siria, Congo e Yemen sostiene e passa l’esame finale con successo.
A ottobre la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato definitivamente la Grecia per trattamento disumano degli studenti da noi legalmente rappresentati: un altro traguardo storico nella lotta per i diritti umani in Europa.
A novembre abbiamo concluso le riprese del film-documentario su Still I Rise e sulla mia vita, in uscita con Rai Cinema ovunque quest’anno!
A dicembre abbiamo iniziato a preparare l’apertura della nostra Scuola in Italia nel 2026.
E ora siamo in Siria, finalmente, dopo anni ad aspettare questo momento inimmaginabile. E, nonostante gli orrori di cui siamo testimoni, stilare un bilancio dell’anno appena concluso mi ha infuso l’energia necessaria ad andare avanti e adempiere alla mia Missione: raccontare la verità, non secondo i dettami della propaganda ma per come i miei occhi la vedono veramente.
Il 2025 inizia con una Missione imprescindibile, promessa da prima della nascita di Still I Rise. Siamo in uno dei Paesi più devastati del mondo.
E non abbiamo paura.
ATTENZIONE! Come da prassi nelle Missioni più delicate, pubblicherò gli aggiornamenti con uno scarto di almeno 48 ore per tutelare me e i miei colleghi. Abbiamo bisogno di te. Resta con noi!
Nicolò Govoni
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crazy-so-na-sega · 4 months ago
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collettivisti da cortile
Ascoltando questi ultimi ho scoperto che il divide et impera del pollaio si è ultimamente arricchito di una nuova categoria di kulaki: i proprietari di case (al plurale: seconde, terze, quarte...) che, a seconda del narratore, sottrarrebbero con le loro smanie da rentier ora clienti agli albergatori, ora alloggi agli studenti, ora un tetto ai bisognosi, ora un nido alle giovani coppie. A questi neghittosi speculatori che in certi casi avrebbero – orrore! – ereditato dette case dagli zii e dalle nonne, pare si debbano inoltre le seguenti piaghe: inflazione immobiliare, occupazioni abusive, gentrificazione dei centri urbani, improduttività, sovraffollamento turistico, vagabondaggio e forse anche dissesto erariale, giacché alcuni di essi avrebbero osato chiedere e ottenere incentivi pubblici per la riqualificazione edilizia. Costoro andrebbero dunque, se non espropriati, almeno castigati con una generosa sferza fiscale, additati alla riprovazione di chi-lavora, costretti a mettere i loro vani a disposizione di chi-dico-io, alle condizioni che-decido-io e a prezzi drasticamente calmierati. Così imparano.
Per quanto circoscritto, il caso è affascinante perché illustra quasi ad absurdum la potenza seduttrice del benecomunismo a comando e il suo ben prestarsi a dissimulare obiettivi del tutto estranei da quanto sembra promettere. Restando nell'ovvio, già da parecchi secoli le civiltà si sono strutturate per demandare alla sfera pubblica (lo Stato, le chiese, le associazioni, le corporazioni ecc.) il compito di gestire i problemi sopra elencati e, insieme, di tutelare la proprietà e la produzione, essendo queste ultime non solo bisogni parimenti meritevoli di protezione ma anche presidi di prosperità da cui scaturiscono le forze con cui le istituzioni assolvono alle loro funzioni.
Un sovrano orientato a nutrire e non a divorare le proprie risorse può (deve) intervenire in tanti modi per soddisfare il bisogno abitativo, il più evidente dei quali è quello di acquistare, noleggiare, riscattare o direttamente realizzare gli allogi, contribuendo così anche a raffreddare il mercato.
Lo si era ad esempio fatto in un'Italia incomparabilmente più povera di oggi, quando con il solo piano INA-Casa furono consegnati più di trecentocinquantamila alloggi in un poco più di un decennio. I pluriproprietari e i plurilocatori esistevano anche allora, erano anzi la norma, ma non risulta siano stati di ostacolo a un progetto che, semplicemente, ieri si è scelto di realizzare, oggi si è scelto di abbandonare.
Ma queste sono, appunto, ovvietà. Il succo della faccenda sta invece in un fatto bizzarro: che il nemico del popolo che possedesse oggi case per un valore, diciamo, di un milione, cesserebbe del tutto di essere tale qualora disponesse dello stesso importo, o anche del doppio, o del decuplo, in depositi e titoli finanziari. In quel caso allora no: è roba sua. Ne faccia quel vuole, anzi beato lui! E qui si scopre il gioco. La differenza pratica tra i due capitalisti è pressoché nulla: entrambi traggono un godimento da ciò che hanno, entrambi sono responsabili dell'uso che ne fanno (perché quello finanziario non presta i soldi a chi-dico-io, alle condizioni che-decido-io? magari per comprarsi una casa?). La differenza teorica è invece sostanziale. Il casettaro ha osato mettere le sue sostanze in una cosa vera e, peggio ancora, utile. Ha voltato le spalle alla futilità dei consumi, al rischio dei mercati e specialmente all'impalpabilità del soldo elettronico, fiduciario e finanziario, per spingersi là dove solo i grandi possono incedere: nella realtà, nei bisogni senza tempo. È questo che non gli si perdona, di avere dato materia al suo lurido gruzzolo ereditato o sudato sottraendolo dagli ologrammi bancari, dalla possibilità di svalutarlo, decurtarlo, metterlo fuori corso, dal mare magno a cui attingono gli investitori, anche per iniziative immobiliari. Perché loro possono, il casettaro no, sicché lo danno in pasto ai Sancho Panza dell'equità. Egli deve essere fluido e ricollocabile, negli averi come nell'esistenza.
Il mattone diffuso offende dunque il denaro, mette in crisi la sua magia, disturba l'incanto in cui ci è chiesto di credere e di vegetare. Con un nemico così, c'è da temere che un giorno la polemicuccia di cui ci siamo occupati sarà rilanciata dal burattinaio sulle prime pagine e sui banchi dei parlamenti. In parte sta già avvenendo, ma avvenga almeno senza il nostro plauso.
-Il Pedante
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rideretremando · 2 years ago
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«Siamo passati da un sistema basato su valori sociali nei quali individualmente potevi dare qualche premio o incentivo, a considerare normale che il mercato regoli anche sfere che fino a 30 anni fa erano considerate beni sociali non commerciabili: sicurezza nazionale, giustizia, scuola, salute, protezione ambientale, la stessa procreazione. Perché preoccuparsi di questa mercatizzazione? Per due motivi. Il primo, più evidente, riguarda il principio di uguaglianza. In una società nella quale tutto è in vendita, la vita diventa ancora più difficile per chi ha meno. La mancanza di denaro non porta solo a vivere in condizioni più modeste, ma diventa una condanna. Il secondo, forse meno evidente, più difficile da descrivere, riguarda il potere corrosivo dei mercati. Dare un valore monetario a un bene civico lo corrompe, svaluta o altera la sua immagine. Abbiamo visto che nelle scuole che multavano i genitori che venivano a prendere i figli in ritardo, i ritardi sono aumentati. Perché il valore della puntualità è svanito e la multa è stata percepita come una tariffa: il prezzo di un sistema di recupero all’uscita più flessibile. Allo stesso modo pagare gli studenti per studiare riduce, nella loro mente, il valore etico dello studio.
Michael Sandel
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piusolbiate · 1 year ago
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"Ieri i nostri studenti hanno affrontato l'evento fondamentale del European Master in Disaster Medicine (EMDM). Questa grande simulazione si è svolta a Solbiate Olona (Varese, Italia) dove l' Esercito Italiano ha schierato un ospedale da campo RUOLO 3.
Nello scenario simulato di una pace instabile post-conflitto, un'improvvisa tempesta ha colpito un'area festival dove molte persone sono state riunite. I nostri studenti magistrali hanno fatto
del loro meglio per rispondere all'incidente di massa e coordinare tutte le forze che sono entrate in gioco per gestire la pressione di un ospedale già stressato e salvare più vite possibili.
Grazie infinite al Comune di Solbiate Olona che ci ha ospitato, ai 150 studenti di medicina che hanno svolto il ruolo di vittime intelligenti e alle centinaia di professionisti e volontari dei Vigili del fuoco, AREU Lombardia, Croce Rossa Italiana Varese e Novara, Protezione Civile e tanti altri.
Università del Piemonte Orientale
CRIMEDIM - Center for Research and Training in Disaster Medicine, Humanitarian Aid, and Global Health
VUB - Vrije Universiteit Brussel
Regedim - Research Group on Emergency and Disaster Medicine
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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Alessandria celebra Federico Bergo: un giovane talento della ricerca scientifica
Il Comune di Alessandria premia Federico Bergo per il suo straordinario contributo alla scienza e per il prestigioso riconoscimento internazionale ottenuto con il “DSUP Project”.
Il Comune di Alessandria premia Federico Bergo per il suo straordinario contributo alla scienza e per il prestigioso riconoscimento internazionale ottenuto con il “DSUP Project”. Il 29 ottobre 2024, la città di Alessandria ha reso omaggio a Federico Bergo, giovane studente del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” e vincitore dell’EIROforum Special Donated Prize al concorso EUCYS-2024 di Katowice.…
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siciliatv · 20 days ago
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 Una tragedia sfiorata a Catania, nel quartiere San Giovanni Galermo, dove un’esplosione causata da una fuga di gas dalla rete cittadina ha provocato il crollo di una palazzina di tre piani e danneggiato gravemente un’altra. L’incidente, avvenuto nella serata di ieri, lunedì, intorno alle 19:30, ha lasciato ferite 14 persone, tra cui quattro vigili del fuoco. Nonostante la gravità, fortunatamente non ci sono vittime né dispersi. L’edificio crollato apparteneva all’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP). Dopo una notte di ricerche tra le macerie, l’emergenza è stata dichiarata conclusa quando l’unico individuo dato inizialmente per disperso si è presentato spontaneamente, raccontando di essere fuggito spaventato al momento dell’esplosione. Nel frattempo, il lavoro dei soccorritori continua per mettere in sicurezza l’area e verificare l’assenza di ulteriori sacche di gas. Nelle ore precedenti l’esplosione, tecnici erano già all’opera nella zona per riparazioni a una conduttura. Già nel primo pomeriggio, nei pressi di via Santa Sofia, alcuni studenti del Cus avevano segnalato un forte odore di gas, facendo scattare l’allarme. La deflagrazione ha colpito in modo devastante l’area, obbligando le autorità a evacuare almeno 150 persone, che ora necessitano di una sistemazione provvisoria. Un tavolo tecnico è stato immediatamente istituito in prefettura a Catania per coordinare le operazioni di emergenza. Protezione civile, Comune e associazioni di volontariato stanno collaborando per gestire la logistica e garantire l’assistenza alle famiglie colpite. Le operazioni dei vigili del fuoco, condotte con estrema cautela, sono concentrate sulla dispersione delle sacche di gas ancora presenti per evitare ulteriori rischi. Read the full article
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retedinotizieitaliana · 5 years ago
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AFFARI & SEGRETI ACCADEMICI / CEPU COMPRA LINK UNIVERSITY
Colpo grosso nel mondo universitario privato.
Uno dei magnate del settore, Francesco Polidori, al timone di colossi come CEPU e E-Campus, fa un sol boccone della Link University fondata dall’ex pluriministro Dc Enzo Scotti.
Sotto i riflettori da alcuni anni, Link, prima per le vicende legate ai ministri e consulenti sfornati pro 5 Stelle, come l’ex titolare della Difesa Elisabetta Trenta.
Poi per le sempre più frequenti voci di legami con ambienti dei servizi segreti, culminate con la “Mifsud story”; ed infine con due grosse inchieste condotte dalle procure di Firenze e di Roma per alcuni “pasticciacci brutti” combinati dall’ateneo scottiano.
Non proprio immacolata neanche la storia di CEPU, costellata di fallimenti e improvvise rinascite, fino al “botto” con E-Campus ed un testimonial del tutto eccezionale, la star juventina Cristiano Ronaldo.
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Ma procediamo con ordine e partiamo dalle news.
UN’OPERAZIONE CHE VIENE DA LONTANO
L’operazione di acquisto non è stata ancora ufficializzata, ma fonti bene informate parlano di intesa siglata a fine luglio. I dettagli sono ancora top secret, come del resto è fisiologico per un ateneo che ha fatto della “segretezza” la sua arma principale, sotto l’attenta regia dell’ex ministro (tra l’altro) degli Interni Scotti, disarcionato dalla sua poltrona appena dopo l’attentato di Capaci in cui persero la vita Giovani Falcone e la sua scorta.
Il feeling tra le due università, comunque, era già sbocciato una quindicina fa. Nel 2004, infatti, Cepu aveva acquistato il 51 per cento delle azioni griffate Link. Prima di allora il capitale era intestato a due finanziarie estere: Malta University Share e Hatchmount limited. Risalendo nel tempo, poi, ci si imbatte in una cordata di imprenditori italiani, capitanati da Luciano Consoli, editore di riferimento dell’allora Pci e in ottimi rapporti con lo stesso Scotti, soprattutto per l’affare del bingo nazionale, quando venne messa in campo una sigla che si era tuffata in un terreno del tutto nuovo, con il varo di Formula Bingo.
Nel 2007 la Link è stata autorizzata al rilascio di titoli ammessi al riconoscimento. Mentre quattro anni dopo, nel 2011, con la benedizione del ministro berlusconiano della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, diventa università non statale legalmente riconosciuta nell’ordinamento universitario italiano.
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Un itinerario, quello successivo, tutto in ascesa, con la presenza – nel corpo docente – di pezzi da novanta del panorama politico italiano, come Massimo D’Alema e Giulio Tremonti.
Ma anche di papaveri provenienti da altri atenei del Paese. Qual è, ad esempio, Pasquale Stanzione, fresco eletto alla presidenza dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali. Dopo aver insegnato per anni Diritto Privato all’Università di Salerno, Stanzione ha lavorato anche alla Link.
Privacy, security e tutto quanto ruota interno al variegato mondo dei servizi segreti sono sempre state le materie base che hanno rappresentato l’humus ideale per i felici destini del Campus maltese.
Proprio fino all’“incidente” del docente maltese, Joseph Mifsud, di cui ha parlato mesi fa mezzo mondo, per le implicazioni internazionali del caso. Russi, americani o chi altro erano i burattinai? Tantissime le voci, fino ad oggi poche certezze: comunque un ginepraio sul quale – prima o poi – verrà fatta luce.
UN’INCHIESTA TIRA L’ALTRA
Ma la bufera era solo all’inizio. Perché nel giro di pochi mesi di sono scatenate due inchieste, una legata all’altra. Prima a scendere in campo la procura fiorentina, che a maggio 2020 ha chiuso il suo fascicolo d’indagini sugli “esami facili”, con 71 indagati per associazione a delinquere e falso: tra essi addirittura il padre-padrone Scotti, il direttore generale Pasquale Russo, il rettore Claudio Roveda, altri vertici amministrativi, docenti universitari, ricercatori, studenti, poliziotti e anche il segretario nazionale del Siulp (il sindacato di polizia) Felice Romano.
Due mesi dopo, metà luglio, scatta il blitz del nucleo di polizia economico-finanziaria che sequestra una montagna di carte, agende, conti & rendiconti bollenti: tutto ruota intorno ad una fitta rete di consulenze taroccate e indebiti compensi. Una truffa, secondo le ipotesi accusatorie, da non meno di 15 milioni di euro, sottratti al fisco. 14 stavolta gli indagati: il presidente della società di gestione GEM Vanna Fadini, il membro del cda e presidente della scuola d’ateneo per le attività Graduate e Undergraduate Carlo Maria Medaglia, oltre agli stessi Roveda e Russo.
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Tutto ciò ha di certo impresso una accelerazione alla trattativa e consentito all’ex papavero della Dc Scotti di evitare i riflettori, ritirandosi – per ora – in buon ordine: anche se dovrà rispondere dei capi d’accusa dei quali è imputato.
Per sapere di più su vita & story di chi sta facendo un sol boccone di Link, Francesco Polidori, e delle sue creature più care, il famoso Cepu che fondò con l’allora amico Antonio Di Pietro, e il più fresco E-Campus, vi invitiamo a leggere tre illuminanti inchieste scritte dalla Voce nel 2015, nel 2016 e nel 2019.
NEWS DA UNINT
P.S. Sempre a proposito di università private, torniamo al “caso UNINT”, l’Università Internazionale che ha sede a Roma.
Ne avevamo scritto in un’inchiesta del 15 luglio, in cui dettagliavamo proprio le “ultime” sulla Link e altre vicende giudiziarie che coinvolgevano UNINT.
Ci è appena arrivata una “Richiesta di avvio della procedura di mediazione in materia civile e commerciale obbligatoria”, l’attuale prassi giuridica “privatistica” che è di solito l’anticamera della querela penale o della citazione civile. Un modo come un altro per esercitare una pressione chiaramente intimidatoria.
La partecipazione, trattandosi di sede privata, è chiaramente a pagamento; la “riunione” è fissata a Roma, presso l’Organismo di Mediazione, per il 26 agosto.
Non abbiamo mai preso parte a “incontri” del genere; ritenendo che la giustizia si amministri in sedi istituzionali, pubbliche e non certo per vie privati e in sedi private.
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A maggior ragione questa volta, dove le “ragioni” accampate dai legali di UNINT sono davvero ridicole.Qual è la lamentela? “La controversia ha come oggetto la domanda di risarcimento del danno non patrimoniale subito in conseguenza dell’articolo diffamatorio intitolato ‘Università private & affari / Dalla Link alla Unint è raffica di inchieste’. Le ragioni della pretesa sono le seguenti. In data 15 luglio 2020, sul periodico online ‘La Voce delle Voci’ è stato pubblicato un articolo avente ad oggetto i fatti per i quali è pendente procedimento penale per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Trattasi di scritto fortemente lesivo dell’onore e della reputazione dell’UNINT perché vengono riportati fatti non del tutto veritieri e comunque imprecisi, con l’utilizzo di toni allusivi, aspri e totalmente privi di moderazione, esorbitanti rispetto allo scopo informativo”.
E quali “eclatanti” documenti allegano, i legali, alla loro richiesta? L’articolo in questione, lo statuto di Unint, e l’elenco delle cariche amministrative della stessa Unint.
Accipicchia!
Di tutta evidenza, i legali di UNINT ammettono – e non potrebbero fare altrimenti – di essere coinvolti in un’inchiesta da novanta, “per truffa aggravata” e utilizzo di “fondi pubblici”. Sostengono che la Voce abbia scritto di fatti “non del tutto veritieri”. E accusano il “tono”, forse non da maggiordomi di turno.
Una palese ammissione di tutto quanto scritto dalla Voce rispettando i semplici criteri di “interesse pubblico”, “attualità del fatto”, e anche “continenza”, non ravvisandosi nell’articolo contumelie di sorta.
Avrebbero fatto molto meglio, legali e titolari di UNINT, a inviare una lettera con una richiesta di “rettifica”, come del resto ha fatto Marco Bisogni, una lettera che abbiamo pubblicato integralmente, nonostante la lunghezza.
Ma evidentemente i signori di UNINT, nel merito, non avevano e non hanno nulla di cui chiedere la benchè minima rettifica.
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newspoint24 · 5 years ago
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AFFARI & SEGRETI ACCADEMICI / CEPU COMPRA LINK UNIVERSITY
Colpo grosso nel mondo universitario privato.
Uno dei magnate del settore, Francesco Polidori, al timone di colossi come CEPU e E-Campus, fa un sol boccone della Link University fondata dall’ex pluriministro Dc Enzo Scotti.
Sotto i riflettori da alcuni anni, Link, prima per le vicende legate ai ministri e consulenti sfornati pro 5 Stelle, come l’ex titolare della Difesa Elisabetta Trenta.
Poi per le sempre più frequenti voci di legami con ambienti dei servizi segreti, culminate con la “Mifsud story”; ed infine con due grosse inchieste condotte dalle procure di Firenze e di Roma per alcuni “pasticciacci brutti” combinati dall’ateneo scottiano.
Non proprio immacolata neanche la storia di CEPU, costellata di fallimenti e improvvise rinascite, fino al “botto” con E-Campus ed un testimonial del tutto eccezionale, la star juventina Cristiano Ronaldo.
Ma procediamo con ordine e partiamo dalle news.
L’operazione di acquisto non è stata ancora ufficializzata, ma fonti bene informate parlano di intesa siglata a fine luglio. I dettagli sono ancora top secret, come del resto è fisiologico per un ateneo che ha fatto della “segretezza” la sua arma principale, sotto l’attenta regia dell’ex ministro (tra l’altro) degli Interni Scotti, disarcionato dalla sua poltrona appena dopo l’attentato di Capaci in cui persero la vita Giovani Falcone e la sua scorta.
Il feeling tra le due università, comunque, era già sbocciato una quindicina fa. Nel 2004, infatti, Cepu aveva acquistato il 51 per cento delle azioni griffate Link. Prima di allora il capitale era intestato a due finanziarie estere: Malta University Share e Hatchmount limited. Risalendo nel tempo, poi, ci si imbatte in una cordata di imprenditori italiani, capitanati da Luciano Consoli, editore di riferimento dell’allora Pci e in ottimi rapporti con lo stesso Scotti, soprattutto per l’affare del bingo nazionale, quando venne messa in campo una sigla che si era tuffata in un terreno del tutto nuovo, con il varo di Formula Bingo.
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Nel 2007 la Link è stata autorizzata al rilascio di titoli ammessi al riconoscimento. Mentre quattro anni dopo, nel 2011, con la benedizione del ministro berlusconiano della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, diventa università non statale legalmente riconosciuta nell’ordinamento universitario italiano.
Un itinerario, quello successivo, tutto in ascesa, con la presenza – nel corpo docente – di pezzi da novanta del panorama politico italiano, come Massimo D’Alema e Giulio Tremonti.
Ma anche di papaveri provenienti da altri atenei del Paese. Qual è, ad esempio, Pasquale Stanzione, fresco eletto alla presidenza dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali. Dopo aver insegnato per anni Diritto Privato all’Università di Salerno, Stanzione ha lavorato anche alla Link.
Privacy, security e tutto quanto ruota interno al variegato mondo dei servizi segreti sono sempre state le materie base che hanno rappresentato l’humus ideale per i felici destini del Campus maltese.
Proprio fino all’“incidente” del docente maltese, Joseph Mifsud, di cui ha parlato mesi fa mezzo mondo, per le implicazioni internazionali del caso. Russi, americani o chi altro erano i burattinai? Tantissime le voci, fino ad oggi poche certezze: comunque un ginepraio sul quale – prima o poi – verrà fatta luce.
UN’INCHIESTA TIRA L’ALTRA
Ma la bufera era solo all’inizio. Perché nel giro di pochi mesi di sono scatenate due inchieste, una legata all’altra. Prima a scendere in campo la procura fiorentina, che a maggio 2020 ha chiuso il suo fascicolo d’indagini sugli “esami facili”, con 71 indagati per associazione a delinquere e falso: tra essi addirittura il padre-padrone Scotti, il direttore generale Pasquale Russo, il rettore Claudio Roveda, altri vertici amministrativi, docenti universitari, ricercatori, studenti, poliziotti e anche il segretario nazionale del Siulp (il sindacato di polizia) Felice Romano.
Due mesi dopo, metà luglio, scatta il blitz del nucleo di polizia economico-finanziaria che sequestra una montagna di carte, agende, conti & rendiconti bollenti: tutto ruota intorno ad una fitta rete di consulenze taroccate e indebiti compensi. Una truffa, secondo le ipotesi accusatorie, da non meno di 15 milioni di euro, sottratti al fisco. 14 stavolta gli indagati: il presidente della società di gestione GEM Vanna Fadini, il membro del cda e presidente della scuola d’ateneo per le attività Graduate e Undergraduate Carlo Maria Medaglia, oltre agli stessi Roveda e Russo.
Tutto ciò ha di certo impresso una accelerazione alla trattativa e consentito all’ex papavero della Dc Scotti di evitare i riflettori, ritirandosi – per ora – in buon ordine: anche se dovrà rispondere dei capi d’accusa dei quali è imputato.
Per sapere di più su vita & story di chi sta facendo un sol boccone di Link, Francesco Polidori, e delle sue creature più care, il famoso Cepu che fondò con l’allora amico Antonio Di Pietro, e il più fresco E-Campus, vi invitiamo a leggere tre illuminanti inchieste scritte dalla Voce nel 2015, nel 2016 e nel 2019.
P.S. Sempre a proposito di università private, torniamo al “caso UNINT”, l’Università Internazionale che ha sede a Roma.
Ne avevamo scritto in un’inchiesta del 15 luglio, in cui dettagliavamo proprio le “ultime” sulla Link e altre vicende giudiziarie che coinvolgevano UNINT.
Ci è appena arrivata una “Richiesta di avvio della procedura di mediazione in materia civile e commerciale obbligatoria”, l’attuale prassi giuridica “privatistica” che è di solito l’anticamera della querela penale o della citazione civile. Un modo come un altro per esercitare una pressione chiaramente intimidatoria.
La partecipazione, trattandosi di sede privata, è chiaramente a pagamento; la “riunione” è fissata a Roma, presso l’Organismo di Mediazione, per il 26 agosto.
Non abbiamo mai preso parte a “incontri” del genere; ritenendo che la giustizia si amministri in sedi istituzionali, pubbliche e non certo per vie privati e in sedi private.
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A maggior ragione questa volta, dove le “ragioni” accampate dai legali di UNINT sono davvero ridicole.
Qual è la lamentela? “La controversia ha come oggetto la domanda di risarcimento del danno non patrimoniale subito in conseguenza dell’articolo diffamatorio intitolato ‘Università private & affari / Dalla Link alla Unint è raffica di inchieste’. Le ragioni della pretesa sono le seguenti. In data 15 luglio 2020, sul periodico online ‘La Voce delle Voci’ è stato pubblicato un articolo avente ad oggetto i fatti per i quali è pendente procedimento penale per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Trattasi di scritto fortemente lesivo dell’onore e della reputazione dell’UNINT perché vengono riportati fatti non del tutto veritieri e comunque imprecisi, con l’utilizzo di toni allusivi, aspri e totalmente privi di moderazione, esorbitanti rispetto allo scopo informativo”.
E quali “eclatanti” documenti allegano, i legali, alla loro richiesta? L’articolo in questione, lo statuto di Unint, e l’elenco delle cariche amministrative della stessa Unint.
Accipicchia!
Di tutta evidenza, i legali di UNINT ammettono – e non potrebbero fare altrimenti – di essere coinvolti in un’inchiesta da novanta, “per truffa aggravata” e utilizzo di “fondi pubblici”. Sostengono che la Voce abbia scritto di fatti “non del tutto veritieri”. E accusano il “tono”, forse non da maggiordomi di turno.
Una palese ammissione di tutto quanto scritto dalla Voce rispettando i semplici criteri di “interesse pubblico”, “attualità del fatto”, e anche “continenza”, non ravvisandosi nell’articolo contumelie di sorta.
Avrebbero fatto molto meglio, legali e titolari di UNINT, a inviare una lettera con una richiesta di “rettifica”, come del resto ha fatto Marco Bisogni, una lettera che abbiamo pubblicato integralmente, nonostante la lunghezza.
Ma evidentemente i signori di UNINT, nel merito, non avevano e non hanno nulla di cui chiedere la benchè minima rettifica.
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allianzagenziabari · 2 months ago
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