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promettimicherestiqui · 4 months ago
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La splendida notizia che ho ricevuto oggi, la vorrei condividere con il mondo, ma è ancora troppo presto per cantare vittoria.
@jessicasfeelings
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kneedeepincynade · 1 year ago
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I'm back from the international conference for peace in Rome,a beautiful event in which a lot of comrades from across the world took part. I'm a bit bitter about the fact that the Italian government refused the visto of a Hezbollah minister, thus making it impossible for me to interview him but oh well,nothing is perfect
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primepaginequotidiani · 19 hours ago
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PRIMA PAGINA Libero di Oggi martedì, 21 gennaio 2025
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retedinotizieitaliana · 4 years ago
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AFFARI & SEGRETI ACCADEMICI / CEPU COMPRA LINK UNIVERSITY
Colpo grosso nel mondo universitario privato.
Uno dei magnate del settore, Francesco Polidori, al timone di colossi come CEPU e E-Campus, fa un sol boccone della Link University fondata dall’ex pluriministro Dc Enzo Scotti.
Sotto i riflettori da alcuni anni, Link, prima per le vicende legate ai ministri e consulenti sfornati pro 5 Stelle, come l’ex titolare della Difesa Elisabetta Trenta.
Poi per le sempre più frequenti voci di legami con ambienti dei servizi segreti, culminate con la “Mifsud story”; ed infine con due grosse inchieste condotte dalle procure di Firenze e di Roma per alcuni “pasticciacci brutti” combinati dall’ateneo scottiano.
Non proprio immacolata neanche la storia di CEPU, costellata di fallimenti e improvvise rinascite, fino al “botto” con E-Campus ed un testimonial del tutto eccezionale, la star juventina Cristiano Ronaldo.
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Ma procediamo con ordine e partiamo dalle news.
UN’OPERAZIONE CHE VIENE DA LONTANO
L’operazione di acquisto non è stata ancora ufficializzata, ma fonti bene informate parlano di intesa siglata a fine luglio. I dettagli sono ancora top secret, come del resto è fisiologico per un ateneo che ha fatto della “segretezza��� la sua arma principale, sotto l’attenta regia dell’ex ministro (tra l’altro) degli Interni Scotti, disarcionato dalla sua poltrona appena dopo l’attentato di Capaci in cui persero la vita Giovani Falcone e la sua scorta.
Il feeling tra le due università, comunque, era già sbocciato una quindicina fa. Nel 2004, infatti, Cepu aveva acquistato il 51 per cento delle azioni griffate Link. Prima di allora il capitale era intestato a due finanziarie estere: Malta University Share e Hatchmount limited. Risalendo nel tempo, poi, ci si imbatte in una cordata di imprenditori italiani, capitanati da Luciano Consoli, editore di riferimento dell’allora Pci e in ottimi rapporti con lo stesso Scotti, soprattutto per l’affare del bingo nazionale, quando venne messa in campo una sigla che si era tuffata in un terreno del tutto nuovo, con il varo di Formula Bingo.
Nel 2007 la Link è stata autorizzata al rilascio di titoli ammessi al riconoscimento. Mentre quattro anni dopo, nel 2011, con la benedizione del ministro berlusconiano della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, diventa università non statale legalmente riconosciuta nell’ordinamento universitario italiano.
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Un itinerario, quello successivo, tutto in ascesa, con la presenza – nel corpo docente – di pezzi da novanta del panorama politico italiano, come Massimo D’Alema e Giulio Tremonti.
Ma anche di papaveri provenienti da altri atenei del Paese. Qual è, ad esempio, Pasquale Stanzione, fresco eletto alla presidenza dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali. Dopo aver insegnato per anni Diritto Privato all’Università di Salerno, Stanzione ha lavorato anche alla Link.
Privacy, security e tutto quanto ruota interno al variegato mondo dei servizi segreti sono sempre state le materie base che hanno rappresentato l’humus ideale per i felici destini del Campus maltese.
Proprio fino all’“incidente” del docente maltese, Joseph Mifsud, di cui ha parlato mesi fa mezzo mondo, per le implicazioni internazionali del caso. Russi, americani o chi altro erano i burattinai? Tantissime le voci, fino ad oggi poche certezze: comunque un ginepraio sul quale – prima o poi – verrà fatta luce.
UN’INCHIESTA TIRA L’ALTRA
Ma la bufera era solo all’inizio. Perché nel giro di pochi mesi di sono scatenate due inchieste, una legata all’altra. Prima a scendere in campo la procura fiorentina, che a maggio 2020 ha chiuso il suo fascicolo d’indagini sugli “esami facili”, con 71 indagati per associazione a delinquere e falso: tra essi addirittura il padre-padrone Scotti, il direttore generale Pasquale Russo, il rettore Claudio Roveda, altri vertici amministrativi, docenti universitari, ricercatori, studenti, poliziotti e anche il segretario nazionale del Siulp (il sindacato di polizia) Felice Romano.
Due mesi dopo, metà luglio, scatta il blitz del nucleo di polizia economico-finanziaria che sequestra una montagna di carte, agende, conti & rendiconti bollenti: tutto ruota intorno ad una fitta rete di consulenze taroccate e indebiti compensi. Una truffa, secondo le ipotesi accusatorie, da non meno di 15 milioni di euro, sottratti al fisco. 14 stavolta gli indagati: il presidente della società di gestione GEM Vanna Fadini, il membro del cda e presidente della scuola d’ateneo per le attività Graduate e Undergraduate Carlo Maria Medaglia, oltre agli stessi Roveda e Russo.
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Tutto ciò ha di certo impresso una accelerazione alla trattativa e consentito all’ex papavero della Dc Scotti di evitare i riflettori, ritirandosi – per ora – in buon ordine: anche se dovrà rispondere dei capi d’accusa dei quali è imputato.
Per sapere di più su vita & story di chi sta facendo un sol boccone di Link, Francesco Polidori, e delle sue creature più care, il famoso Cepu che fondò con l’allora amico Antonio Di Pietro, e il più fresco E-Campus, vi invitiamo a leggere tre illuminanti inchieste scritte dalla Voce nel 2015, nel 2016 e nel 2019.
NEWS DA UNINT
P.S. Sempre a proposito di università private, torniamo al “caso UNINT”, l’Università Internazionale che ha sede a Roma.
Ne avevamo scritto in un’inchiesta del 15 luglio, in cui dettagliavamo proprio le “ultime” sulla Link e altre vicende giudiziarie che coinvolgevano UNINT.
Ci è appena arrivata una “Richiesta di avvio della procedura di mediazione in materia civile e commerciale obbligatoria”, l’attuale prassi giuridica “privatistica” che è di solito l’anticamera della querela penale o della citazione civile. Un modo come un altro per esercitare una pressione chiaramente intimidatoria.
La partecipazione, trattandosi di sede privata, è chiaramente a pagamento; la “riunione” è fissata a Roma, presso l’Organismo di Mediazione, per il 26 agosto.
Non abbiamo mai preso parte a “incontri” del genere; ritenendo che la giustizia si amministri in sedi istituzionali, pubbliche e non certo per vie privati e in sedi private.
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A maggior ragione questa volta, dove le “ragioni” accampate dai legali di UNINT sono davvero ridicole.Qual è la lamentela? “La controversia ha come oggetto la domanda di risarcimento del danno non patrimoniale subito in conseguenza dell’articolo diffamatorio intitolato ‘Università private & affari / Dalla Link alla Unint è raffica di inchieste’. Le ragioni della pretesa sono le seguenti. In data 15 luglio 2020, sul periodico online ‘La Voce delle Voci’ è stato pubblicato un articolo avente ad oggetto i fatti per i quali è pendente procedimento penale per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Trattasi di scritto fortemente lesivo dell’onore e della reputazione dell’UNINT perché vengono riportati fatti non del tutto veritieri e comunque imprecisi, con l’utilizzo di toni allusivi, aspri e totalmente privi di moderazione, esorbitanti rispetto allo scopo informativo”.
E quali “eclatanti” documenti allegano, i legali, alla loro richiesta? L’articolo in questione, lo statuto di Unint, e l’elenco delle cariche amministrative della stessa Unint.
Accipicchia!
Di tutta evidenza, i legali di UNINT ammettono – e non potrebbero fare altrimenti – di essere coinvolti in un’inchiesta da novanta, “per truffa aggravata” e utilizzo di “fondi pubblici”. Sostengono che la Voce abbia scritto di fatti “non del tutto veritieri”. E accusano il “tono”, forse non da maggiordomi di turno.
Una palese ammissione di tutto quanto scritto dalla Voce rispettando i semplici criteri di “interesse pubblico”, “attualità del fatto”, e anche “continenza”, non ravvisandosi nell’articolo contumelie di sorta.
Avrebbero fatto molto meglio, legali e titolari di UNINT, a inviare una lettera con una richiesta di “rettifica”, come del resto ha fatto Marco Bisogni, una lettera che abbiamo pubblicato integralmente, nonostante la lunghezza.
Ma evidentemente i signori di UNINT, nel merito, non avevano e non hanno nulla di cui chiedere la benchè minima rettifica.
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theglobaltimesnews · 5 years ago
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Perquisizioni alla Link University di Roma: 14 indagati per progetti di ricerca inesistenti
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Attraverso progetti inesistenti, l'ateneo e il Consortium avrebbero ottenuto dei crediti fiscali attraverso «l’emissione di fatture per operazioni inesistenti»
Perquisizioni in corso alla Link University di Roma. La Guardia di finanza sta eseguendo una serie di perquisizioni e acquisizioni di atti nell’ambito di un’indagine coordinata dalla procura della Capitale: l’ateneo e il “Consortium for research on intelligence and security services” (Criss), stando agli inquirenti, avrebbero simulato l’esecuzione di progetti di ricerca e sviluppo che avrebbero loro consentito di godere di crediti fiscali. Nell’inchiesta sono indagate a vario titolo 14 persone, tutte in rapporti diretti e indiretti con l’ateneo. Tra questi ci sono diverse figure di vertice della Link, tra cui il rettore Claudio Roveda, il presidente della società di gestione ‘Gem’ Vanna Fadini, il membro del Consiglio d’amministrazione e presidente della scuola per le attività Undergraduate e Graduate Carlo Maria Medaglia e il direttore generale Pasquale Russo.
L’indagine
L’indagine nasce da una serie di informative del nucleo di polizia economico finanziaria di Firenze e Roma e dell’Agenzia delle Entrate. Stando a quanto si legge nel decreto di perquisizione, la Link e il Consortium avrebbero maturato – attraverso l’esecuzione di progetti di ricerca e sviluppo – «inesistenti crediti di imposta che avrebbero poi utilizzato in compensazione in occasione del versamento delle imposte da loro dovute». Le società hanno poi «ottenuto indietro parte del denaro versato alle società commissionarie attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti con conseguenti movimenti finanziari di rientro delle somme originariamente versate». In queste ore i finanzieri stanno acquisendo tutto materiale che sarà necessario a ricostruire le dinamiche e i soggetti coinvolti nei progetti di ricerca e sviluppo: documenti (contabili ed extracontabili), agende, registrazioni di videoconferenze, computer, server, documenti bancari.
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napoli-city · 25 days ago
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La falsa notizia della Covid-19 scomparsa in Africa nonostante i pochi vaccinati
Nonostante la scarsità di test, la presenza della malattia era ben nota e documentata Circola lo screenshot di un articolo che sostiene che la Covid-19 sia scomparsa nel continente africano nonostante solo il sei percento della cittadinanza risulti vaccinata. Pubblicato il 22 novembre 2021 dal sito Newstaget.com, l’articolo riporta diversi passaggi tipici della disinformazione sulla Covid-19. La…
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lucasamandi · 1 month ago
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90 giorni per dimenticare
Il fatto che #Salveenee sia un criminale non sussiste. Lo ha detto l’altro ieri il tribunale di Palermo. Occorre aspettare 90 giorni, però, per sapere il perché. E questo non lo capisco. Forse qualcuno più erudito potrà spiegarmi perché il tempo burocratico necessario per rendere pubbliche le motivazioni della sentenza è di tre mesi… Sinceramente, credo che fra tre mesi l’italiano medio avrà…
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pazzoincasamatta · 1 month ago
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cosa bisogna fare per campare!
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gabriellaargentonotizia · 1 year ago
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Alla scoperta degli “Appointment Setter”: Crippa e Cenedella
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Sul gruppo Facebook di Fufflix siamo letteralmente bombardati da richieste su questi nuovi formatori di cosiddetti “appointment setter”. I più quotati sono Beatrice Crippa (finalmente un po’ di quote rosa anche nella fuffa) e Jimmy Cenedella.
Super attivi su Instagram in particolare, postano di continuo esempi di loro presunti guadagni e guadagni dei propri “studenti”, con inviti a contattarli per scoprire come “generare” centinaia di euro al giorno “usando un semplice telefono, comodamente da casa”. Soliti articoli/marchette tipo questo 165
LA PRIMA RED FLAG
Ed eccola, la prima red flag: marketing molto aggressivo ai limiti dell’ingannevole, pressing per acquistare subito, corsetto da qualche migliaio di euro imposto prima di presentarvi clienti e promesse roboanti di facili e rapidi guadagni, “anche senza esperienza e competenze”. Aggiungeteci, poi, al solito: mancanza di titoli, abilitazioni professionali/iscrizione ad albi, profili linkedin vuoti/inesistenti, nessuna reale esperienza in aziende minimamente strutturate ed auto-referenzialità massima.
Che poi, fin da subito, dovrebbe spuntare la solita domanda: perché, Cenedella, Crippa ed il resto dei cloni, invece di dedicarsi 8-10 ore al giorno a vendere corsi sul fare i “fissatori di appuntamenti”, non investono anche solo la metà delle ore per svolgere personalmente tale super-semplice e super-remunerativa attività?
Forse perché è ancora più remunerativo vendere il corso? Dicono di avere aziende già pronte alle quali presentare i loro “allievi”. Ma, ancora, perché non ci lavorano loro direttamente, con queste super-aziende? E da quanto, le aziende importanti, chiedono soldi ai sales che dovrebbero vendere i loro prodotti? Per altro, accontentandosi di un corso base e standard propinato da terzi non qualificati, che non è neppure specifico sui prodotti/servizi venduti?
Il target di questi personaggi è abbastanza ben definito: molte donne, solitamente over 35, magari madri in cerca della classica “seconda entrata” (che in questo caso rischia di essere da dietro). Ma anche uomini, per lo più impiegati ed operai.
Che poi, ripeto: se sono così fenomenali a formare questi “appointment setter”, perché chiedono loro 2000 euro come fee di ingresso, invece di fare come fa ogni azienda seria in cerca di bravi venditori, formandoli a proprie spese, prima di tutto e direttamente sui prodotti e/o servizi che poi dovranno vendere?
Che senso ha farsi pagare per un corso generico di “presa appuntamenti”?
Sono ricchi, finanziariamente indipendenti ed hanno bisogno di prendere soldi da persone a basso o nullo reddito? Qualquadra non cosa, direi.
QUANTO DOVETE FATTURARE PER FARE DUE SPICCI?
Il lavoro che dovrete fare, dopo aver sborsato migliaia di euro per fare i primi (veri) soldi a loro, è comunque tutt’altro che semplice. Non mi risulta abbia alcun un fisso garantito tramite contratto, vi costringe ad aprirvi una partita iva (o volete lavorare in nero?) e a ragionare da liberi professionisti pronti ad incassare una valagna di no e a guadangare solo se lavorate (altro che tedicesima e quattordicesima, ferie, malattie e tfr: si fattura o si muore, baby).
E questo, signore e signori, nell’ipotesi migliore possibile, ovvero di un corso utile e valido (che un’azienda seria, ripeto, vi darebbe GRATIS), che vi faccia poi vendere prodotti e servizi VALIDI ED UTILI e non ciarpame proposto magari con pubblicità ingannevole o comunque tecniche di vendita discutibili.
Non conosco le percentuali garantite a questa bassa manodopera che contatta per lo più contatti freddi o tiepidi per fissare appuntamenti ad un venditore ma, per fare i famosi 150-200 euro al giorno promessi, dovreste comunque fissare appuntamenti che poi porteranno a non meno di 4-5000 euro ogni giorno.
IL GRADINO PIÙ BASSO
Voi sarete infatti il gradino più basso della piramide della vendita. Quelli meno qualificati e quindi meno pagati.
Sì, esatto: 4-5000 euro al giorno di fatturato, per portare a casa 200 euro al giorno. Vogliamo considerarli “generosi”, visto che non c’è un fisso garantito e guadagnate solo se producete (ergo magari lavorate gratis per un mese?).
Ok: diciamo che bastano “solo” 2000 euro al giorno e che voi riusciate a chiudere queste cifre appunto come media giornaliera. Se ovviamente vi prendere due giorni di pausa, lavorando i famosi 5 su 7, di sicuro in quei giorni porterete a casa zero. Malattia? Ciao ciao fatturato e quindi guadagni. Se non siete molto preparati e ben formati; se non siete tagliati per questo tipo di lavoro, rimpiangere persino un impiego da 1200 euro netti sarà un gioco da ragazzi, credetemi.
UNA ALTERNATIVA VALIDA E…GRATUITA!
Volete imparare sul serio vendere, partendo dalle basi? Per poi magari potervi proporre ad aziende serie che non guadagnano vendendovi corsi sulle tecniche di vendita che dovreste usare per piazzare i loro prodotti o servizi? Bene: c’è il corso integrale su Youtube di un gigante come Ottavio Alvarez. Trovate tutto, in 21 videolezioni gratuite.
Dalla vendita diretta, alle chiamate telefoniche a freddo
Eccolo - https://www.youtube.com/playlist?list=PLdpMpmtXsoqgmUaC-3BZ5xV2ACHTIYhQQ 391
In resto è, come sempre, aria fritta venduta a cifre folli.
IMPORTANTE: come sempre, vi invito a postare qui eventuali esperienze dirette con questi ed altri personaggi dello stesso settore, per darci modo di rendere sempre più ricco e completo l’argomento ed essere utile orientamento per sempre più persone, vista anche l’abbondanza infinita di “marchette” ben posizionate su Google, che possono di sicuro essere fuorvianti.
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acrosstheuniverse02 · 7 months ago
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https://ach-thebrother.tumblr.com è di nuovo visibile / it's on-line again
Cari amici, il mio vecchio blog è stato riattivato !!! Tutto quello che avevo postato per 10 anni (dal 2/8/2013 al 16/10/2023) è di nuovo visibile. Una cosa meravigliosa! Sono tanto felice
Dear friends, my old blog has been restored !!! Ten years of posts (from august 2013 to october 2023) are on-line again. It's a wonderful thing. I'm rally happy.
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storiearcheostorie · 7 months ago
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Prima edificio residenziale, poi "lavanderia": dagli scavi per il Giubileo a Piazza Pia spunta una fullonica del II secolo
Prima edificio residenziale, poi "lavanderia": dagli scavi per il Giubileo a Piazza Pia spunta una fullonica del II secolo
Elena Percivaldi Una fullonica risalente al II secolo d.C., è riemersa dal cantiere di piazza Pia, a Roma, in occasione dei lavori realizzati per il prossimo Giubileo. La scoperta è avvenuta in un’area non lontana dal fiume Tevere e dal mausoleo di Adriano (l’attuale Castel Sant’Angelo), un tempo occupata da ricche residenze imperiali. La fullonica, ossia un impianto a cielo aperto per lavare,…
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italytimesnow · 11 years ago
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Truffe religiose: Mario D'Ignazio - Brindisi
Video del truffatore brindisino Mario D'Ignazio. Ogni 5 del mese accoglie gente incapace di intendere e di volere nel suo giardino dove, a detta del noto truffatore, apparirebbe la Madonna…
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meteoroby · 11 months ago
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La diga di Ridracoli raggiunge la prima tracimazione del 2024. Pur essendo di buon auspicio resta il problema delle falde sotterranee
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primepaginequotidiani · 5 days ago
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PRIMA PAGINA La Discussione di Oggi venerdì, 17 gennaio 2025
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italytimes · 6 years ago
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Per anni chiama “finocchio” un suo ex dirigente: condannato il figlio di Giovanni Rana
Gian Luca Rana, figlio del presidente e fondatore del Pastificio Rana, Giovanni, re di tortellini e pasta fresca, è stato condannato per aver chiamato per anni “finocchio” un ex manager davanti ai colleghi. La Cassazione ha così confermato la sentenza della corte di appello di Venezia: “Ha arrecato un concreto e grave pregiudizio alla dignità del lavoratore nel luogo di lavoro, al suo onore e alla sua reputazione”.
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Per anni ha chiamato un ex dirigente della azienda del padre, il famoso Pastificio Rana, con l'appellativo di "finocchio", anche pubblicamente. Per questo Gian Luca, figlio di Giovanni Rana, re di tortellini e pasta fresca, e amministratore delegato dell'azienda di famiglia, è stato condannato e dovrà ora risarcire il manager dopo aver arrecato "concreto e grave pregiudizio alla dignità del lavoratore nel luogo di lavoro, al suo onore e alla sua reputazione". È quanto si legge nella sentenza definita emessa nelle scorse ore dalla Corte di Cassazione, che ha confermato il verdetto della Corte di Appello di Venezia, che a sua volta aveva ribadito la condanna emessa dal Tribunale di Verona, a causa della "condotta vessatoria" dell'Ad. In primo e secondo grado i giudici hanno disposto un risarcimento pari a sei mensilità di stipendio, a cui ora si aggiungono anche cinquemila euro per le spese di giudizio.
Secondo quanto riassume la Suprema Corte nell'ordinanza pubblicata nella giornata di ieri, mercoledì 20 febbraio, dal 2001 al 2007 il legale rappresentante della ditta aveva pronunciato "ripetute offese sulla presunta omosessualità del dirigente", il quale era stato "sistematicamente apostrofato col termine finocchio", come testimoniato dai colleghi. Una volta risolto il rapporto di lavoro, il manager aveva denunciato l'amministratore delegato, che si era difeso sostenendo che si trattava "solo dell’espressione di un clima scherzoso nell'ambiente di lavoro". Il che, secondo i legali di Gina Luca Rana, sarebbe stato giustificato "dalla mancata reazione del manager" alle ingiurie. Ma per i giudici, il comportamento della vittima "era dovuto ad una condizione di inferiorità gerarchica", ossia perché temeva conseguenze per la propria carriera, o per lo stesso posto di lavoro. Dopo la diffusione della notizia, i profili social del Pastificio Rana sono stati presi d'assalto da numerosi utenti, che hanno definito "omofobo" il comportamento dell'amministratore delegato, arrivando a minacciare di non acquistare mai più i loro prodotti.
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