#protezione del lavoro
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Sindacati in Allerta: Richiesto Piano Strategico per il Futuro del Gruppo AMAG di Alessandria. Preoccupazione per la gestione del Gruppo AMAG e per il destino dei dipendenti: sindacati convocati in Comune per trovare soluzioni
Le organizzazioni sindacali Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, insieme alle categorie che seguono AMAG Ambiente, hanno espresso forte preoccupazione riguardo alla gestione e al futuro del Gruppo AMAG di Alessandria.
Le organizzazioni sindacali Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, insieme alle categorie che seguono AMAG Ambiente, hanno espresso forte preoccupazione riguardo alla gestione e al futuro del Gruppo AMAG di Alessandria. Convocati il 29 ottobre 2024 nella Commissione Consiliare Bilancio del Comune di Alessandria, i sindacati hanno sollecitato l’azienda a presentare un piano strategico chiaro che…
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womenforwomenitaly · 3 months ago
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Al Summit del Futuro del 22-23 settembre, l’ONU chiede azioni rapide per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030. Sull'uguaglianza di genere le Nazioni Unite hanno focalizzato sei aree d’intervento per promuovere l'emancipazione e i diritti delle donne e delle ragazze.
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mezzopieno-news · 1 month ago
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IN CALIFORNIA LA PRIMA CITTÀ AD ABOLIRE GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI
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Berkeley, in California, è la prima città a vietare ufficialmente gli allevamenti intensivi.
La storica decisione è stata adottata attraverso un referendum cittadino che ha ottenuto il supporto del 60% degli elettori. Il provvedimento segue la chiusura dell’ultimo impianto di corse di cavalli, nel giugno di quest’anno, che ha rappresentato un passo importante verso questa decisione preceduta da lunghe campagne sostenute dalla comunità di Berkeley per la protezione del benessere degli animali impiegati nelle corse. I Concentrated Animal Feeding Operations (CAFO) sono allevamenti industriali su larga scala in cui animali come mucche, maiali, cavalli o polli sono densamente confinati per la produzione di carne, latticini o uova ma anche per l’intrattenimento o lo sport.
La nuova legge prevede che gli animali non possano essere rinchiusi in gabbie per più di 45 giorni all’anno e che sia garantito loro uno spazio all’aperto adeguato alle loro esigenze. Un sondaggio del 2019 ha rilevato che il 43 percento degli elettori statunitensi sostiene il divieto di nuovi allevamenti intensivi. Il divieto dei CAFO è stato largamente accolto dall’opinione pubblica come un passo significativo verso la promozione del benessere degli animali e la tutela ambientale ed è diffusa l’opinione che potrebbe ispirare altre città statunitensi a seguire l’esempio, promuovendo una maggiore consapevolezza sul benessere animale e sulle modalità con le quali sono organizzati gli allevamenti.
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Fonte: Berkeley City; Ballotpedia; immagine di Pixabay
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l-incantatrice · 1 year ago
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Paola Cortellesi,inebriata dal successo del suo ultimo film,ha proposto di modificare le fiabe perché troppo maschiliste,a partire da Biancaneve che era costretta a fare la colf per i sette nani. Innanzitutto farei presente alla Cortellesi che il lavoro di domestica non è un lavoro umiliante e di serie B,perché tutti i lavori hanno la stessa dignità. Non tutte sono fortunate come lei,che è diventata famosa e ha un sacco di soldi; c’è chi per arrivare alla fine del mese deve fare lavori meno creativi e gratificanti. Inoltre Biancaneve si è offerta spontaneamente di accudire i sette nani in cambio della loro ospitalità e protezione. E poi il suo omicidio è stato ordinato da un’altra donna,la matrigna cattiva; ma il cacciatore,un uomo,impietosito ha deciso di risparmiarle la vita. Infine,quando Biancaneve muore mangiando la mela avvelenata,viene salvata dal Principe azzurro,un altro uomo. In poche parole la povera ragazza ha sofferto a causa di una donna ed è sempre stata salvata da uomini.E vogliamo parlare di Cenerentola? Anche lei maltrattata e vessata da altre donne,la matrigna e le sorellastre. Oppure la Bella addormentata ,vittima del maleficio di una fata cattiva,un’altra donna anche lei. Insomma la Cortellesi avrebbe fatto meglio a stare zitta
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crazy-so-na-sega · 1 year ago
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schifezze dal mondo:
Migliaia di persone hanno manifestato davanti al parlamento di Atene contro un disegno di legge che aumenta l'orario massimo di lavoro a 13 ore al giorno e 78 ore settimanali, oltre a limitare il diritto di sciopero, con una pena di 6 mesi di carcere e una multa di 5.000 €
-@ravel80262268
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Un servo della gleba nel medioevo lavorava per il signore locale una media di 2-3 giorni a settimana. I più fortunati, come in alcune zone della Francia, non più di qualche giorno all'anno. Il servo della gleba doveva al signore locale intorno al 30% di ciò che produceva, a fronte della sua protezione fisica. Il servo della gleba quando non lavorava per il signore locale si faceva i cavoli suoi e non era controllato, né controllabile da nessuno. Il servo della gleba 2.0 lavora nel powerpointificio corporativo per 9-13 ore al giorno. Deve pagare al signore locale più del 70% di ciò che produce e per recarsi fisicamente al lavoro spesso deve superare una serie di barriere fisiche e digitali pensate appositamente per rendergli la vita difficile e rubargli quei pochi soldi che gli restano. Il servo della gleba 2.0 quando non lavora per il signore locale viene controllato da remoto con meccanismi di propaganda di massa, censura algoritmica, videosorveglianza e meccanismi di nudging e standardizzazione comportamentale. Vivi in un incubo neofeudale globale ma credi di esser più libero di un servo della gleba.
-Matte Galt
società finitissima.....
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susieporta · 2 months ago
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POST SEMISERIO SULLE RELAZIONI.
La donna cerca e spera di trovare nell’uomo e nell’unione con lui due cose soprattutto:
Protezione e sicurezza.
Ella sa che percependosi protetta e sicura, potrà esprimere il suo Yin, cioè dolcezza, accoglienza, sensibilità, amorevolezza.
Quando entra nella coppia, ci entra con queste “aspettative”.
L’uomo entra nella coppia perché anela a qualcuno che si prenda cura di lui, si pone in relazione come un bambino, o un adolescente.
Uno psicologo ha affermato che le donne più felici, sono single, e gli uomini più felici, sono sposati.
Queste dinamiche all’inizio vengono mascherate dai fumi suadenti dell’energia ses*uale, la quale impedisce di vedere davvero cosa si sta realmente muovendo nella relazione che sta nascendo.
Ecco che quando la donna scopre che il cavaliere dall’armatura scintillante è in realtà un adolescente viziato e prepotente, anch’ella si trasforma da principessa a matrigna e ferma la sua ascesa al divenire Regina.
Bel guaio.
Nulla esiste al mondo di più letale di una donna che rinuncia alla relazione rimanendo nella relazione come matrigna o come “sguattera”.
Povero il disgraziato che dovrà fare i conti con la sua ira funesta a volte manifesta a volte passiva, ma attenti entrambi sono in uno stato di totale frustrazioni come due debuttanti che si ritrovano a servire il te al ballo.
Allora la donna si sente costretta a scegliere tra due possibilità: o chiude la relazione o continua e gliela fa pagare cara, invece l’uomo permane in quello stato di soddisfazione adolescenziale anche tutta la vita non provando mai o quasi mai ambizione altra.
Oggi, moltissime donne hanno rinunciato al proprio femminile a causa di questo guaio immenso che chiamerei guaione, tragedia, infima condanna.
Si sono travestite da uomo e hanno messo sulle spalle la croce di dover prendersi cura del marito 14 enne, dei figli di 2,3 anni, del gatto, della casa, del lavoro e spesso anche delle finanze del marito o comunque di gestire la sua vita come se egli fosse e di fatto è un pubero immaturo.
Ce ne sono migliaia di donne così o anche di donne che per schivare il suddetto mega proiettile, decidono di tenersi solo cane, gatto, casa e lavoro, rinunciando al compimento della relazione di della maternità (Parthenope in fondo parla di questo, piccola parentesi cinematografica).
Ora care mie possiamo trasformare questo flagello in una grande possibilità quella di diventare davvero Yin e Yang e ricomporre la nostra identità spezzata in due.
E lo stesso i cari fratelli, che privati della sostituta materna o evolveranno nutrendo il loro femminile o rimarranno sposati con la madre fino alla sua morte e oltre (come in psycho, altra parentesi cinema).
L’era della coppia zoppa è finita, questi antichi giochini della matrix si sono rotti.
È tempo di ricomporre i cocci personali e donarsi solo ad un altro o altra interi scivolando all’abbisogna da una polarità all’altra senza restare rigidamente ancórati al ruolo e rimanendo così perpetuamente delusi e frustrati.
Senza queste premesse non solo non parlerei di relazione ma sarebbe da preferisci persino un criceto o un pesce rosso o un bambolo o bambola gonfiabile, almeno da risparmiare i denari per gli avvocati, le ulcere, le coliti, i mutui e dei figli poli traumatizzati che a 16 anni vi insulteranno come degli Hooligans con la squadra avversaria.
ClaudiaCrispolti
Adesso non vi sperticate a puntare l’indice contro le donne o contro gli uomini e dire io non sono così. Non ce ne frega niente.
Qui si parla in generale e sei tu sei l’eccezione, bravo, brava, ok ma mi raccomando tientelo per te.
Polemiche, messaggi aggressivi che denotano solo il livello di frustrazione e altre noiosità verranno esposte al pubblico ludibrio con mio grande giubilo. 😋👍
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pettirosso1959 · 2 years ago
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29 APRILE
Mi chiamo Sergio Ramelli e nel 1975 avevo 18 anni, vivevo a Milano ed ero un tifoso dell’Inter. Giocavo a pallone nella squadra di calcio dell’Oratorio S. Carlo, a centrocampo con il mio amico Giuseppe.
La mia famiglia era composta da mia mamma, mio papà, mio fratello e la mia sorellina più piccola. Vivevamo tutti insieme in un piccolo appartamento della periferia milanese.
Ero uno studente dell’istituto Tecnico “Molinari” e un giorno del 1974 il nostro docente di lettere ci assegna un tema libero, e io lo scrivo contro la violenza delle Brigate Rosse.
Non so come, ma questa mio tema pervenne agli estremisti di sinistra che allora imperversavano nell’istituto “Molinari” e io da subito mi trovai a subire quotidianamente processi popolari, angherie, sputi, schiaffi, aggressioni. Un giorno mi rifugiai all’Ufficio di Presidenza, mi venne a prendere mio papà e insieme a lui uscii di scuola tra due ali di studenti che ci calciavano.
Io rispondevo sempre, ma ero sempre solo. Non c’era mai nessuno con me. Per cercare protezione decisi di iscrivermi al Fronte della Gioventù. Non ne ero molto convinto, ma non vedevo alternative, cercavo solo qualcuno che potesse stare con me.
Mia mamma era molto preoccupata, io la tranquillizzavo rispondendole che non avevo mai fatto nulla di male a nessuno, quindi non avevo nulla da temere.
Il 13 marzo 1975 in via Paladini, vicino a casa, vengo aggredito da due sconosciuti della mia età che impugnano chiavi inglesi “hazet 36” del peso di tre chilogrammi e mezzo l’una. Il commando era composto da circa 8-10 persone che durante la mia aggressione controllavano che dalle vie adiacenti non provenissero poliziotti in mio soccorso.
Il 14 marzo l’infermiera dell’Ospedale dice a mia madre che in tanti anni di lavoro non ha mai visto ferite così devastanti in una scatola cranica.
Il 1 aprile miglioro, ma non riesco a parlare e a muovere il mio corpo.
Il 5 aprile viene a trovarmi il mio allenatore di calcio dell’Oratorio S. Carlo e mi dice che mi aspetta al campo. Piango.
Il 17 aprile ho provato a parlare per la prima volta con mia mamma e le ho chiesto una Coca-Cola e i libri della maturità.
Il 21 aprile ho la pleure.
Il 29 aprile 1975 alle ore 10 non ci sono più.
Nel 1985, dieci anni dopo la mia morte, il giudice Salvini, un uomo di sinistra, grazie alla confessione degli autori, identificò i responsabili della mia morte nel servizio d’ordine di Avanguardia Operaia della facoltà di Medicina dell’Università Statale di Milano.
Alcuni erano diventati medici affermati, altri avevano fatto carriera politica.
La lapide in mio ricordo sotto la casa della mia famiglia venne negli anni più volte distrutta e poi sempre riparata, e per tante volte venne gettata l’immondizia sul marciapiede ove ero stato aggredito.
Per molto tempo, mia mamma Anita avrebbe ricevuto telefonate e lettere anonime, nelle quali veniva definita “una vacca, perché solo da una scrofa come te poteva nascere un maiale come tuo figlio”.
Mio fratello fu costretto ad andare a vivere a Lodi, perché a Milano continuava a ricevere minacce.
Mio papà morì nel 1979 di dispiacere.
Mia mamma Anita è morta nel 2013 senza mai pronunciare alcuna parola di odio contro nessuno.
Mi chiamo Sergio Ramelli e nel 1975 avevo 18 anni, vivevo a Milano ed ero un tifoso dell’Inter. Giocavo a pallone nella squadra di calcio dell’Oratorio S. Carlo, a centrocampo con il mio amico Giuseppe.
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vintagebiker43 · 13 days ago
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Buon anno dalla Siria. Buon anno da 600.000 morti. Buon anno da 14.000.000 di profughi e sfollati interni. Buon anno da una Terra che, dopo 14 anni di orrore, finalmente sogna la Pace.
L'algoritmo di Meta penalizzerà questa Missione. È inevitabile. La Siria in questo momento è il Paese più imprevedibile del pianeta. È ancora in vigore un embargo economico devastante. Il governo non è ancora ben strutturato. Non si conoscono i connotati che assumerà. Nel giro di tre settimane si è passati dal totalitarismo alla promessa di una libertà ancora troppo caotica.
Lo sappiamo perché noi ci siamo.
Ci siamo da cinque anni. Cinque anni nella Siria di nord-ovest, quella ribelle, quella che ora ha preso il Paese. Gli unici a offrire Scuola di qualità mentre tutti gli altri si ritiravano, l’ONU chiudeva gli accessi umanitari, gli Stati membri tagliavano i fondi. Il mondo aveva gettato la spugna. Noi no.
Lo sappiamo perché siamo rimasti.
E abbiamo bisogno di te per rompere il silenzio e raccontare la Siria a partire dalla sua gente.
Diamo il benvenuto al 2025 dalla Siria, proprio come il 2024 dallo Yemen, un altro Paese squassato da una crisi umanitaria ignorata dai media, dalla politica e dalle realtà internazionali, un Paese oscurato dagli algoritmi dei social, ammantato di silenzio e profonda indifferenza.
Non è colpa tua. È un sistema di manipolazione sociale e indottrinamento mediatico quello in cui viviamo. Va capito. Soprattutto, va contrastato.
È per questo che è necessario agire.
Il 2024 ci ha messi a dura prova. Ma noi non ci siamo mai arresi. Subito a gennaio, abbiamo dovuto fronteggiare un’inondazione epocale presso la nostra Scuola Internazionale in Kenya. L’abbiamo affrontata, e pochi giorni dopo eravamo già pronti a riaprire. A fine mese, dopo due anni di lavoro abbiamo inaugurato la nostra sesta Scuola nel mondo, a Bogotà, in Colombia.
A febbraio abbiamo sostenuto l’ispezione finale per erogare il Baccalaureato Internazionale, il percorso scolastico più rinomato, in Kenya.
A marzo abbiamo inaugurato la nostra prima struttura residenziale per i bambini vulnerabili.
Ad aprile abbiamo ricevuto l’esito dell’ispezione: ce l’abbiamo fatta! Siamo diventati la prima Scuola al mondo a ricevere il titolo di “IB World School” offrendo il Baccalaureato gratuitamente ai bambini vulnerabili in una baraccopoli. Stiamo facendo la Storia dell’istruzione mondiale!
A maggio, dopo un tentativo di estorsione da parte delle autorità in Kenya, abbiamo alzato la voce, denunciando e facendo una marcia pacifica insieme ai nostri studenti, e innescando così un meccanismo di protezione diplomatica internazionale che ha portato all’arresto del poliziotto corrotto: un altro momento epocale!
A giugno abbiamo iniziato il lavoro preparatorio per la nostra settima Scuola nel mondo: in India.
A luglio ho vinto due premi importantissimi: il primo dal mondo cattolico, il Premio per la Leadership e la Benevolenza Navarro-Valls; il secondo dal mondo musulmano, l’Ahmadiyya Peace Prize. Quello che facciamo riconcilia!
Ad agosto siamo stati invitati a IC3, una delle conferenze sull’istruzione più importanti del globo. Nel 2025 ospiteremo l’edizione dell’Africa Orientale presso la nostra Scuola in Kenya.
A settembre abbiamo raggiunto un traguardo in-cre-di-bi-le: il 100% degli studenti delle nostre Scuole di Emergenza in Siria, Congo e Yemen sostiene e passa l’esame finale con successo.
A ottobre la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato definitivamente la Grecia per trattamento disumano degli studenti da noi legalmente rappresentati: un altro traguardo storico nella lotta per i diritti umani in Europa.
A novembre abbiamo concluso le riprese del film-documentario su Still I Rise e sulla mia vita, in uscita con Rai Cinema ovunque quest’anno!
A dicembre abbiamo iniziato a preparare l’apertura della nostra Scuola in Italia nel 2026.
E ora siamo in Siria, finalmente, dopo anni ad aspettare questo momento inimmaginabile. E, nonostante gli orrori di cui siamo testimoni, stilare un bilancio dell’anno appena concluso mi ha infuso l’energia necessaria ad andare avanti e adempiere alla mia Missione: raccontare la verità, non secondo i dettami della propaganda ma per come i miei occhi la vedono veramente.
Il 2025 inizia con una Missione imprescindibile, promessa da prima della nascita di Still I Rise. Siamo in uno dei Paesi più devastati del mondo.
E non abbiamo paura.
ATTENZIONE! Come da prassi nelle Missioni più delicate, pubblicherò gli aggiornamenti con uno scarto di almeno 48 ore per tutelare me e i miei colleghi. Abbiamo bisogno di te. Resta con noi!
Nicolò Govoni
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io-confesso · 19 hours ago
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La terza cliente è più grande di me di sei anni. Single e in odore di cambiamenti. Ridimensiona la sua casa riducendo le superfici e strutturandola sulle sue attuali esigenze. Mi coinvolge e pian piano entriamo in sintonia. Sono rapporti belli quelli che si instaurano spesso con in clienti soprattutto se c’è sintonia caratteriale. Non li ritengo più clienti in senso stretto, inizialmente ci uniscono motivi professionali ma spesso si trasformano in legami veri e sinceri.
Le sono vicina, gentile premuroso ed educato ma senza mai uscire dal rapporto professionale. Lei mi riserva piccole attenzioni ma nulla di più. E’ giusto creare un cuscinetto di protezione al cliente che spesso, sopratutto quando non ha il supporto di un compagno e di un’altra figura vicina, si trova ad affrontare difficolta e sconforto durante il percorso dei lavori. Finalmente arriviamo alla fine e tutto termina bene. Ora ci si può rilassare ed una sera andiamo a cena ma ancora resta solo un rapporto piacevole ed amichevole. Un giorno mi chiede di aiutarla a coordinare sulla parete un ventina di piccoli quadretti. Una composizione da comporre alla parete del letto a cui tiene molto e che le piacerebbe rendessero al meglio.
Con entusiasmo e pazienza ci impegnano a sceglierli, ad accostarli e ad appenderli. Mezzo pomeriggio di piacevole lavoro. L’ultimo atto con cui si concluderà il lavoro. Ormai siamo in sintonia, ultimo quadro da appendere, Fatto.
Siamo in camera da letto, come concludere un lavoro lungo mesi se non abbracciandoci orgogliosi sopratutto dell’ultimo atto conclusivo? Ci abbracciamo con un pò di imbarazzo, non lo avevamo mai fatto; Il nostro modo di relazionarci è sempre stato molto sobrio. Il suo seno mi si appoggia al corpo, ne sento la morbidezza, affondo il mio viso sull’incavo del collo e assaporo per la prima volta il suo calore i suoi odori da così vicino . La stringo a me, lascio scivolare le mani prima sulla schiena poi sul suo culo, lo stringo, lei non mi respinge. Mi allontano e le guardo il viso, la bacio. Il letto e lì al nostro fianco, ci lasciamo scivolare abbracciati. Da quel pomeriggio di amore, delicatezza e sesso ci siamo visti tante altre volte ma poi ci siamo allontanati. Forse lei avrebbe voluto molto di più da me ma io sono un fuggito deludendola.
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Non Drammatizzate": A 30 anni dall'Alluvione del Tanaro, una Riflessione su un Disastro Evitabile. Le mancanze della Protezione Civile e l'eroismo dei volontari durante la tragedia che colpì il Piemonte nel 1994
L'alluvione del 5 e 6 novembre 1994 rappresenta una delle peggiori calamità naturali nella storia del Piemonte.
L’alluvione del 5 e 6 novembre 1994 rappresenta una delle peggiori calamità naturali nella storia del Piemonte. Il disastro, che causò 63 vittime, numerosi feriti e migliaia di sfollati, devastò Alessandria, Asti, Alba, gran parte della provincia di Cuneo e molte altre località. Tuttavia, a rendere ancor più tragica la vicenda furono le evidenti mancanze nelle operazioni di allerta e soccorso.…
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situazionespinoza · 7 days ago
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Ho sognato di andare al tabacchino vicino il Penny e trovarci il proprietario del Gelatiere, che mi regalava un pacco di sigarette e un bidone dell'immondizia e mi raccontava che aveva deciso di ampliare il suo business avviando anche una tabaccheria che (grazie a Dio) stava dando i suoi frutti.
All'improvviso mi accorgo che su uno scaffale della tabaccheria c'è il mio portafoglio, che recupero mentre mi domando come diamine sia stata in grado di dimenticarlo in una tabaccheria. Nello stesso momento, dal magazzino della tabaccheria viene fuori il coreano che fa il recruiter in Squid Game (troppi reel consigliati dedicati a sto tipo su IG).
Vedendolo, decido di pagare il pacchetto di sigarette e andare via. Tornata in strada, incontro Dennis e iniziamo a fare il percorso verso casa insieme. Camminiamo in silenzio per un bel po' fino a quando non noto il coreano di Squid Game poco più avanti a noi.
Dico a Dennis che quel coreano mi sembra una persona veramente strana e decidiamo di fargli qualche domanda. Ci avviciniamo a lui e con una scusa iniziamo la conversazione (stavamo parlando di che lavoro facessimo).
Sorprendentemente, il dialogo fila liscio nonostante io e Dennis parliamo in italiano e il tipo ci risponda in coreano.
A un tratto il tipo, che dice di chiamarsi Kit, incontra sua moglie che si rivela essere una ginnasta olimpica.
Cambio scena.
Sono a casa di Kit e della moglie ginnasta, una casa che occupa letteralmente 3 piani di un grattacielo.
Origlio Kit e la moglie lamentarsi del sistema scolastico italiano. A tal proposito, Kit si lancia in un monologo sull'inutilità dell'opera "Aspettando Godot".
Io mi domando come sia possibile che questi due vivano in una cazzo di reggia nonostante lavorino entrambi come dipendenti di una tabaccheria.
Ma il mistero è risolto il mattino successivo, quando capisco che Kit è invischiato in qualche affare strano per colpa di suo fratello. Infatti dice che il venerdì non poter uscire di casa prima di un certo orario, altrimenti lo ammazzano.
Nel frattempo arriva la sorella della moglie di Kit dalla Corea, lamentandosi che in Italia c'è troppo sole e ha paura di ustionarsi.
Le dico (sempre in italiano) che ho da parte una crema solare protezione 50 della ISDIN e mi offro di regalargliela - anche se si tratta di un flacone vecchio di 3 anni.
Ma quando la moglie di Kit si accorge che questa crema solare è vecchia e usata, dà di matto e decide di cercare un negozio tipo Sephora dove comprare alla sorella la crema solare migliore del mondo.
Però, dal momento che lei non può uscire perché deve stare insieme al marito, vengo incaricata io di andare in questo negozio a comprare la crema solare.
Esco, compro la crema solare ma mentre torno a casa scoppia un temporale potentissimo e io mi infradicio tutta.
Arrivo a casa di Kit e della moglie, che mi aprono sgomenti perché sono tutta zuppa di pioggia.
Mi chiedono perché non avessi l'ombrello, rispondo che era inutile usarlo perché la pioggia era troppo forte.
Kit prende il mio cappotto e dice: "ah, vabbè, tanto questo è impermeabile".
E mi sveglio.
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mezzopieno-news · 6 months ago
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GLI STUDENTI UNIVERSITARI CREANO CITTÀ A MISURA D’API
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Oasi urbane di biodiversità per le api, sparse nel cuore delle città, con fiori nutrienti, piante aromatiche per l’impollinazione e casette rifugio i piccoli insetti impollinatori.
Migliaia di studenti distribuiti in 5 campus universitari italiani sono diventati custodi di centinaia di colonie di api e dell’equilibrio naturale dell’ambiente, attraverso un progetto diffuso che coinvolge i campus di Roma, Bari, Chieti, Firenze e Torino e una popolazione di 5.300 universitari fuori sede. In collaborazione con la startup agri-tech 3Bee specializzata nello sviluppo di sistemi di monitoraggio per la salvaguardia e la protezione delle api, hanno realizzato il progetto “Oasi Urbane di Biodiversità” una serie di aree dedicate, all’esterno dei campus studenteschi in cui vivono, per sostenere la protezione, il benessere e la riproduzione delle api. All’interno dei CX Campus&Hotel e con il supporto della Fondazione Experience, ente filantropico impegnato sul fronte della mobilità studentesca e del diritto allo studio e su quello dell’ecosostenibilità, il programma si estenderà anche ai campus di Trieste, Milano Bicocca e Milano Novate dove gli studenti e le studentesse potranno unire lo studio alla lotta per la salvaguardia delle api, ricreando habitat ideali con risorse mellifere fondamentali.
Spostandosi da un fiore all’altro, le api impollinano oltre 170mila specie vegetali, garantendo così la biodiversità nei vari ecosistemi e permettendo lo sviluppo e la rigenerazione della natura. In un giorno le api di un alveare possono visitare fino a 225mila fiori.
___________________
Fonte: Fondazione Experience; 3Bee
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seduction-fatale78 · 1 year ago
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C'è Anna che ha un bambino e rimane per lui, quando la sera si chiude la porta e il suo uomo le si avvicina a pugni stretti ormai non cerca più nemmeno una via di fuga.
Serena sta cercando lavoro e si è sentita chiedere se mai vorrà figli, che è stato brutto, ma si è anche sentita chiedere quanto sarebbe disposta a dare all'azienda, che è stato anche peggio.
Poi c'è Terry che sta per strada, quando è arrivata pensava di trovare lavoro tramite un conoscente e infatti l'ha trovato: viene caricata su una macchina otto volte a notte e quando torna a casa i soldi che vorrebbe non aver guadagnato non sono nemmeno suoi.
Lucia porta gli occhiali da sole a novembre, gira sempre con lunghi foulard e le batte ancora il cuore quando Marco le porta un mazzo di rose a sorpresa per il suo compleanno.
Veronica non viene nemmeno sfiorata, secondo Tommaso lei non vale nulla, nemmeno il tempo di un sorriso, di una carezza, di una parola che invece non manca mai di essere espressa quando sbaglia e lei sbaglia sempre, inizia a crederci persino lei.
Federica vive da sola, ha solo ventisette anni, ma se ne sente molti di più: gli altri pensano che non sia bella abbastanza e non ne fanno segreto, nessuno glielo dice apertamente ma appellativi come cesso e cozza sono spesso sussurrati fra i colleghi e le risatine alle sue spalle non mancano.
Teresa ha la quinta di seno, come se fosse una sua scelta, come se su quelle tette ci fosse scritto Toccami, come se i vestiti non fossero mai abbastanza larghi, come se il suo corpo gridasse troia ad ogni passo anche se lei ormai cerca di affogarci dentro a quei maglioni sformati.
Evelina ha fatto giurisprudenza come i suoi colleghi, si è laureata con un voto di tutto rispetto, eppure è proprio il rispetto che le manca sul posto di lavoro dove deve correre due volte di più per dimostrarsi all'altezza di meriti che agli uomini vengono riconosciuti di diritto.
Sofia ha quattro anni e queste cose le vede sempre, quando cerca di salire in alto sulla rete del parco giochi insieme ai suoi coetanei ma viene fermata perché potrebbe farsi male, quando Ludovico le ha stretto il braccio e l'ha spinta per terra e le mamme hanno ridacchiato un 'fa così, perché gli piaci', quando ha deciso che voleva fare basket e si è trovata in un tutù, quando il papà la tratta come se fosse un oggetto delicato, che potrebbe rompersi da un momento all'altro, che ha bisogno di protezione, ma soprattutto di sorveglianza.
Sono tanti corpi e tante menti di donne, sono violenze: fisiche, psicologiche, di genere.
Sono e siamo noi.
dal web
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susieporta · 3 months ago
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Cinque di Denari
"L'Essere Umano di fronte allo specchio".
E' stata una traversata molto densa e faticosa.
Ce ne saranno altre.
Ma questa ce la ricorderemo forse come la più "strana", la più "enigmatica".
Nonostante si sia sentita prevalentemente nell'aspetto neurovegetativo e nonostante le condizioni di profonda trasmutazione colpissero la parte organica, qualcosa è cambiato anche a livello di "connessione".
Non siamo più gli stessi. Nuovamente.
Eccoci di fronte ad un'ennesima "versione rivisitata" della nostra identità terrestre.
Questo sconvolgente periodo ci sta trasformando pezzo per pezzo, senza che neppure possiamo fino in fondo coglierne i singoli passaggi, con un continuum di esperienza sensoriale che non ha paragoni.
Gran parte del lavoro che stiamo percependo a livello interiore, va a toccare i nodi degli automatismi del Passato, alla scoperta di ciò che li innesca, ciò che li rende vulnerabili a determinate stimolazioni ambientali.
Questo non è un tempo "buono" per "abbandonarsi alle nuove relazioni d'amore" per chi ha ancora tanto da ripulire nelle zone della Dipendenza e della Mancanza.
Non perché non ci sia "in potenza" la possibilità di esprimere un sottofondo musicale "nuovo". Ma perché è come se si stessero ancora assestando le corde di uno strumento e non si fossero ancora completate le operazioni di messa in sicurezza e di tensione delle stesse.
Il suono potrebbe uscire ancora piuttosto alterato e stonato, ben al di sotto delle potenzialità dello strumento stesso.
Per alcuni la fase di "luna di miele" nelle neo-relazioni, altresì detta "innamoramento", è un'apparentemente conferma della bontà della nuova struttura. Ma non così.
L'aspetto fusionale dell'innamoramento per chi ha sofferto di dipendenza affettiva o di altri deficit emotivi, rispecchia la fase in cui si materializzano le idealizzazioni, le illusioni, le credenze, le future giustificazioni al legame.
E' una realtà distopica dell'Amore.
Passarci attraverso senza lucidità, senza ancoramento, senza consapevolezza è davvero complesso e fuorviante.
Per molti sembrerà eccessivo porsi così tanti "paletti" di protezione intorno all'Amore.
Ma chi ha vissuto l'esperienza umana della "disregolazione del controllo" e della "manipolazione silente", sa cosa significa il "gancio emozionale".
E ne riconosce l'aspetto altamente inquinante e debilitante.
Pochi esseri umani "amano veramente" o sanno davvero cos'è l'Amore su questo piano terrestre.
Lo cercano disperatamente.
Ma non sono consapevoli nemmeno che le loro scarpe sono strette e infangate e che il loro Cuore è chiuso e ferito. Che sono ancora intossicati dalla paura dell'abbandono, dalla vendetta sopita, dalla rabbia mai espressa, dal bisogno compulsivo di trattenere, dalla manipolazione emotiva e affettiva, dal bisogno costante di riconoscimento e attenzioni.
Si possono contare sulle dita della mano le "coppie sacre" che consapevolmente stanno viaggiando insieme nella "lucidità" e nella "presenza". Sia dal punto di vista della Connessione, che del Radicamento. Che continuano a lavorare sull'aspetto umano della responsabilità, monitorando, condividendo e riaffermando con onestà le "condizioni di scambio reciproco".
Il resto è "schema antico".
E' frutto di millenni di distorsione, di eredità traumatica collettiva ed individuale, cristallizzati in ogni cellula del nostro Corpo.
Stiamo spurgando, è vero.
Ma ci vuole tempo e pazienza.
Non serve avere fretta di rientrare nella "dimensione di coppia".
Si può viaggiare "soli" per lunghi periodi. Si può scegliere di sperimentare la relazione d'Amore con noi stessi e scoprire con grande stupore quante volte riusciamo ad essere "tossici" e manipolatori anche nei nostri stessi confronti.
Non è da biasimare chi non riesce a staccarsi dall' "oggetto affettivo".
E' importante però che sappia che quello non è Amore. E' attaccamento patologico.
E ne soffriamo in tanti.
Solo che prima non lo sapevamo.
Perché solo ora l'Essere Umano "vede" per la prima volta. Tutto. Tutto il male che si è tramandato di generazione in generazione. Tutti gli insegnamenti distorti, le assenze, le ambivalenze, le manipolazioni, le "finte cure".
E può riabilitare.
Con sofferenza, fatica, sforzo. Se non è già "troppo tardi".
Ma un tentativo va fatto. Anzi due. Pure tre. Anche tutta la vita.
Perché la "disabilità emotiva" è molto più feroce di quella fisica.
Perché "Amare" è l'Essenza di chi siamo.
E l'Impotenza il suo esatto opposto.
Buon rilascio oggi. Si respira meglio. Ma è una tregua. Poi ci sarà il grande boato. E lì bisogna essere lucidi e presenti. Ma intanto...
Mirtilla Esmeralda
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pettirosso1959 · 7 months ago
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Distrutto il campo sperimentale di riso Tea, il meglio della nostra ricerca del settore.
Nella notte è stato gravemente danneggiato il progetto di coltivazione con tecniche di evoluzione assistita (Tea) dell’Università Statale di Milano. La gramigna dell'ignoranza ha sradicato le piantine della speranza.
Uno o più fanatici hanno dato nuovamente la prova di quanto alligna in questo paese, cioè il peggio del luddismo retrivo nascosto dietro una patina di verde per rendersi presentabile: il campo sperimentale di riso Tea, che dopo un faticoso iter autorizzativo aveva finalmente rappresentato la ripartenza del meglio della nostra ricerca del settore, è stato distrutto, dopo aver manomesso la telecamera di sicurezza e danneggiato le recinzioni metalliche di protezione.
Un mese fa, avevo scritto di come la ricerca finalmente mettesse radici anche nei campi italiani; ma questo è un paese dove una minoranza di perfetti idioti, accecati dall’ideologia e dal furore che questa scatena nelle menti più deboli, e allo stesso tempo non abbastanza coraggiosi da manifestarsi apertamente, pensa di cancellare con un vigliacco e violento gesto ciò che proprio per diminuire l’uso di agrofarmaci, per proteggere le nostre piante e i nostri campi e per salvaguardare una delle più importanti produzioni alimentari d’Europa si cerca di mettere a punto – piantine verdi che crescevano verso il futuro, e che una stupida e violenta zampata ha portato via.
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CATTIVI SCIENZIATI
Distrutto il campo sperimentale di riso Tea, il meglio della nostra ricerca del settore
ENRICO BUCCI 21 GIU 2024
Nella notte è stato gravemente danneggiato il progetto di coltivazione con tecniche di evoluzione assistita (Tea) dell’Università Statale di Milano. La gramigna dell'ignoranza ha sradicato le piantine della speranza
Uno o più fanatici hanno dato nuovamente la prova di quanto alligna in questo paese, cioè il peggio del luddismo retrivo nascosto dietro una patina di verde per rendersi presentabile: il campo sperimentale di riso Tea, che dopo un faticoso iter autorizzativo aveva finalmente rappresentato la ripartenza del meglio della nostra ricerca del settore, è stato distrutto, dopo aver manomesso la telecamera di sicurezza e danneggiato le recinzioni metalliche di protezione.
Un mese fa, avevo scritto di come la ricerca finalmente mettesse radici anche nei campi italiani; ma questo è un paese dove una minoranza di perfetti idioti, accecati dall’ideologia e dal furore che questa scatena nelle menti più deboli, e allo stesso tempo non abbastanza coraggiosi da manifestarsi apertamente, pensa di cancellare con un vigliacco e violento gesto ciò che proprio per diminuire l’uso di agrofarmaci, per proteggere le nostre piante e i nostri campi e per salvaguardare una delle più importanti produzioni alimentari d’Europa si cerca di mettere a punto – piantine verdi che crescevano verso il futuro, e che una stupida e violenta zampata ha portato via.
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CATTIVI SCIENZIATI
La ricerca italiana mette radici
ENRICO BUCCI
A costoro auguro di poter presto sperimentare il prodotto della loro ignorante arroganza, nonché la punizione della giustizia, nella speranza che li raggiunga; ma in ogni caso, gli ignoranti che in questo paese vogliono affermare la propria prepotenza con simili gesti devono sapere che non otterranno altro risultato che l’evidenza di quanto sia finto e dannoso il loro ambientalismo vacuo, dannoso per l’ambiente, per l’agricoltura, per la ricerca e per il futuro.
La ricerca, invece, non si fermerà. La sperimentazione continuerà, e se non sarà in Italia, sarà altrove, perché la comunità scientifica per fortuna non conosce frontiere e bordi. Anche nel nostro paese si tornerà a piantare, si insisterà a spiegare, si continuerà a cercare di far capire e di dimostrare, a dispetto dei pochi farabutti che vandalizzano il lavoro degli altri e il futuro del paese.
Ai nostri ricercatori Vittoria Brambilla e Fabio Fornara e a tutto il loro gruppo di ricerca, ma anche al coraggioso imprenditore agricolo Federico Radice Fossati, a loro tutti va la solidarietà di tutti gli italiani che hanno ancora la capacità di attivare i propri neuroni. Sappiano quegli imbecilli, i quali non riescono altro che a distruggere, che i cittadini che apprezzano la nostra ricerca sono una larga, larghissima maggioranza, e non si lasceranno intimidire né da questo, né da altri atti terroristici che dovessero essere concepiti dalle loro menti malate.
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Distrutto il campo sperimentale di riso Tea, il meglio della nostra ricerca del settore
ENRICO BUCCI  21 GIU 2024
 
 
 
 
 
Nella notte è stato gravemente danneggiato il progetto di coltivazione con tecniche di evoluzione assistita (Tea) dell’Università Statale di Milano. La gramigna dell'ignoranza ha sradicato le piantine della speranza
Uno o più fanatici hanno dato nuovamente la prova di quanto alligna in questo paese, cioè il peggio del luddismo retrivo nascosto dietro una patina di verde per rendersi presentabile: il campo sperimentale di riso Tea, che dopo un faticoso iter autorizzativo aveva finalmente rappresentato la ripartenza del meglio della nostra ricerca del settore, è stato distrutto, dopo aver manomesso la telecamera di sicurezza e danneggiato le recinzioni metalliche di protezione.
Un mese fa, avevo scritto di come la ricerca finalmente mettesse radici anche nei campi italiani; ma questo è un paese dove una minoranza di perfetti idioti, accecati dall’ideologia e dal furore che questa scatena nelle menti più deboli, e allo stesso tempo non abbastanza coraggiosi da manifestarsi apertamente, pensa di cancellare con un vigliacco e violento gesto ciò che proprio per diminuire l’uso di agrofarmaci, per proteggere le nostre piante e i nostri campi e per salvaguardare una delle più importanti produzioni alimentari d’Europa si cerca di mettere a punto – piantine verdi che crescevano verso il futuro, e che una stupida e violenta zampata ha portato via.
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La ricerca italiana mette radici
ENRICO BUCCI
A costoro auguro di poter presto sperimentare il prodotto della loro ignorante arroganza, nonché la punizione della giustizia, nella speranza che li raggiunga; ma in ogni caso, gli ignoranti che in questo paese vogliono affermare la propria prepotenza con simili gesti devono sapere che non otterranno altro risultato che l’evidenza di quanto sia finto e dannoso il loro ambientalismo vacuo, dannoso per l’ambiente, per l’agricoltura, per la ricerca e per il futuro.
La ricerca, invece, non si fermerà. La sperimentazione continuerà, e se non sarà in Italia, sarà altrove, perché la comunità scientifica per fortuna non conosce frontiere e bordi. Anche nel nostro paese si tornerà a piantare, si insisterà a spiegare, si continuerà a cercare di far capire e di dimostrare, a dispetto dei pochi farabutti che vandalizzano il lavoro degli altri e il futuro del paese.
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libero-de-mente · 1 year ago
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Rose e Jack
- Papà...
- Dimmi Gabri
- Questo fine settimana Rebecca starà da noi tre giorni, arriverà venerdì
- Uh, qual è il motivo? Ultimi giorni di ferie prima della scuola e volete passare più tempo insieme?
- Non proprio, domenica sarà un anno che siamo insieme
- Oh, che bello e cos'hai in mente?
- Le farò una sorpresa
Gabriele, figlio 2 quello che spesso sembra il più freddo dei due. Quando vuole mi sa sempre stupire con attenzioni inaspettate.
Per tutta l'estate si è trovato un lavoro part-time per racimolare quattro soldi ed essere indipendente.
Cerca sempre di non farle mancare nulla con molte attenzioni.
In alcuni momenti mi sembra Jack, il personaggio del film Titanic di James Cameron.
Quando lei gioca alla Nintendo collegata alla TV in sala e lui abbracciandola da dietro l'aiuta con il controller nel gioco.
Sembrano Rose e Jack sulla prua del Titanic.
Un destino crudele quello di Rose e Jack del Titanic, nel mare hanno trovato un destino avverso.
Già il mare. Gabriele ha deciso di portarla a Genova città di mare, a visitare l'acquario di quella città uno dei più belli che abbia visto. Pieno di creature del mare.
Quando Rebecca viene ospitata a casa lei e Gabriele dormono in salotto. Un letto gonfiabile moto alto e comodo viene affiancato al divano, hanno la stessa altezza e così uno su divano e l'altra sul materasso a una piazza e mezza dormono vicini.
Sabato sono partiti presto e vuoi la fretta di non perdere il treno, il controllare gli zainetti e prepararsi i panini hanno fatto si che il materasso fosse lasciato gonfio e incustodito.
Così mentre io passavo la mattinata in giardino scoprendo che qualche ora dedicata alla pulizia del verde corrisponde a una donazione all'AVIS (zanzare di merd*), e che le cimici che da ottobre utilizzano il bucato steso come cavallo di Troia per entrare in casa, durante l'estate vivono una vida loca tra le fronde degli alberi. Nutrendosi e copulando come se non ci fosse un domani.
Ecco mentre io osservavo tutto ciò, il gatto Alvin decideva che quel materasso era molto figo e spassoso. Così un suo artiglio è riuscito a forare il materasso.
Un forellino. Quando me ne sono accorto ho rimediato subito con una colla per PVC e toppe speciali per riparare i materassini. Le istruzioni davano 24 ore di tempo per la massima resa.
Io 24 ore non le avevo così la sera quando i due naufraghi dell'Acquario di Genova, erano stanchissimi, dopo una breve cena ho gonfiato il materasso e il buco riparato teneva alla grande.
Peccato che dall'altra sponda del materasso Alvin aveva lasciato un altro ricordino, un forellino non visto, più piccolo ma inesorabile nel far sgonfiare il materasso.
Guardo Gabriele lui guarda me, io guardo Rebecca e Rebecca guarda me, guardo Alvin e Alvin fa finta di nulla fischiettando in gattese.
- Beh ragazzi, questa sera dormirete separati. Tu Gabri torni nel tuo letto vicino a tuo fratello e lei dormirà sul divano che ci sta comoda.
- Ma no pa' si sgonfia piano, magari mi regge per una notte. Ci sto sopra io tranquillo.
Sembrano Rose e Jack, lei sulla tavola in legno sicura e lui nel mare insicuro. Si addormentano subito, tenendosi per mano come i protagonisti del Titanic.
Il Titanic affondò nella notte alle 2:20 circa. Io verso le 3:00 colto da un senso di protezione mi alzo e vado in sala.
La scena è da Titanic, il materasso oramai è quasi del tutto sgonfio, Gabriele per cinque centimetri non è ancora sul tappeto della sala. Dorme e tiene la mano di lei. Della sua Rose.
Mi avvicino e lo sveglio. Gli faccio capire che deve abbandonare la scialuppa. Cioè il materasso sgonfio, che non può dormire sul tappeto. Così mezzo rintronato si lascia convincere e va nel suo letto.
Non è finita come nel Tianic, appena sveglio Gabri-Jack corre da Rebecca-Rose e la raggiunge sul divano. Abbracciandosi e stendendosi insieme.
In quel momento realizzo che se Rose avesse fatto posto a Jack nel film Titanic, Jack si sarebbe salvato. Cacchio se ci stavano sicuri in due sulla tavola in legno. Cameron dovrebbe rifare quella scena cribbio.
L'amore è un mare, a volte calmo a volte in tempesta. Auguro loro di non affondare mai, di non annegare nelle lacrime. Comunque andrà manterrò sempre il ricordo del mio Jack che teneva la mano a Rebecca, mentre affondava con un materasso forato dall'iceberg Alvin.
Quando vorrò ricordare al mio cuore cos'è l'amore mi ricorderò di quella notte. E ricorderò.
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