#promozione del riuso
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Alessandria: Al via il programma 2025 di “Svuota la Cantina” nel Quartiere Cristo
Dodici appuntamenti da gennaio con espositori, hobbisti e tante novità al Centro Dea di via Bensi, promuovendo riciclo e sostenibilità.
Dodici appuntamenti da gennaio con espositori, hobbisti e tante novità al Centro Dea di via Bensi, promuovendo riciclo e sostenibilità. Il Quartiere Cristo di Alessandria si prepara ad accogliere la nuova edizione di “Svuota la Cantina” per il 2025, un appuntamento atteso da tutta la comunità, ideato dall’Associazione Pi Greco con il supporto dell’Associazione Alessandria Sud. L’iniziativa,…
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oltrearcobaleno · 4 months ago
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Oltre l’Arcobaleno: L’Associazione Culturale e la Sua Partecipazione a “A Love Letter to the Ocean”
L’associazione culturale Oltre l’Arcobaleno si prepara a fare un significativo passo avanti nella sua missione di promuovere la cultura, la solidarietà e la sostenibilità. Grazie alla sua partecipazione agli eventi “Camoroni Arte” e “La draio del’Estelo”, che si terranno rispettivamente il 9 e il 10 agosto 2024 , l’associazione avrà l’opportunità di disegnare il proprio logo sulle vele del progetto “A Love Letter to the Ocean”, una proposta museale organizzata da Sail A Future™.
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“A Love Letter to the Ocean“, tradotto in italiano come “Una lettera d’amore all’oceano”, è un progetto innovativo e internazionale che unisce arte, sostenibilità e impegno sociale. Fondato nel 2003 dall’artista di Amsterdam Hetty van der Linden, Sail A Future™ ha come obiettivo quello di trasformare le vele scartate, segnate da vento, pioggia e sale marino, in borse uniche che portano i sogni e i messaggi dei bambini di tutto il mondo. Queste borse non solo rappresentano un riuso creativo e sostenibile di materiali altrimenti destinati a diventare rifiuti, ma diventano anche simboli tangibili di speranza e di un futuro più equo e sostenibile.
La partecipazione dell’associazione culturale Oltre l’Arcobaleno a questo progetto rappresenta un importante riconoscimento del suo impegno verso la promozione di valori come la tutela ambientale, l’inclusione sociale e la solidarietà. Durante gli eventi di agosto, l’associazione non solo avrà l’opportunità di far conoscere il proprio operato a un pubblico più vasto, ma potrà anche vedere il proprio logo disegnato su vele che porteranno i sogni dei bambini in giro per il mondo.
L’associazione culturale Oltre l’Arcobaleno �� stata fondata con l’obiettivo di creare momenti di aggregazione e crescita personale attraverso iniziative culturali e sociali rivolte principalmente ai soci della Cooperativa Sociale Arcobaleno Mondovì Onlus. Fin dalla sua nascita, l’associazione ha cercato di ampliare il proprio raggio d’azione, andando “oltre” i confini tradizionali dell’ambito lavorativo per abbracciare nuovi orizzonti di cooperazione e condivisione. La partecipazione a “A Love Letter to the Ocean” si inserisce perfettamente in questa visione, rafforzando il legame tra l’associazione e i valori di sostenibilità e responsabilità sociale.
Il progetto “A Love Letter to the Ocean” ha una lunga e affascinante storia di successi e collaborazioni. Le vele, utilizzate originariamente su imbarcazioni che hanno attraversato gli oceani del mondo, sono state trasformate in tele artistiche che i bambini hanno dipinto con i loro sogni e le loro speranze. Queste opere d’arte mobili non solo viaggiano fisicamente attraverso i mari, ma simbolicamente trasportano messaggi di un futuro più luminoso e sostenibile. Sail A Future™ ha collaborato con numerosi eventi internazionali di vela, tra cui l’European Optimist Championship e The Ocean Race, per portare l’arte e la consapevolezza ambientale a un pubblico globale, sostenendo al contempo comunità vulnerabili.
La presenza dell’associazione culturale Oltre l’Arcobaleno agli eventi “Camoroni Arte” e “La draio del’Estelo” sarà un momento di grande visibilità, ma anche di profonda riflessione sul ruolo che ogni comunità può giocare nel preservare il nostro pianeta e nel promuovere un futuro migliore per le generazioni a venire. L’associazione, che opera senza fini di lucro e si impegna a rispettare i principi di pari opportunità e diritti inviolabili della persona, vede in questa partecipazione una naturale estensione del proprio impegno verso la cultura e la società.
Oltre alla partecipazione agli eventi, l’associazione culturale Oltre l’Arcobaleno supporterà l’organizzazione di laboratori educativi legati al progetto, in collaborazione con Sail A Future™ e Future Focus21c, un’organizzazione educativa globale che utilizza metodi innovativi per l’apprendimento. Questi laboratori, offerti a gruppi scolastici e comunitari locali, non solo sensibilizzeranno i partecipanti sui temi della sostenibilità e della protezione degli oceani, ma li coinvolgeranno attivamente nel processo creativo e riflessivo che è al cuore del progetto.
In conclusione, l’associazione culturale Oltre l’Arcobaleno non si limita a essere un semplice partecipante a “A Love Letter to the Ocean“, ma diventa parte integrante di un movimento globale che unisce arte, sostenibilità e impegno sociale. Attraverso questa partecipazione, l’associazione ribadisce il suo impegno a favore di una cultura inclusiva e sostenibile, capace di guardare oltre l’arcobaleno e di costruire, con creatività e solidarietà, un futuro migliore per tutti.
Camoroni Arte
La draio de l’Estelo
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lamilanomagazine · 7 months ago
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Bologna: 75 progetti finanziati dalla Regione per il benessere, ridurre le diseguaglianze e sistemi di inclusione
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Bologna. Innovazione sociale: 75 progetti finanziati dalla Regione per migliorare il benessere, ridurre le diseguaglianze e generare sistemi di inclusione. Primo bando regionale da 5,1 milioni di euro e un investimento complessivo di quasi 11 milioni di euro. Dall'hub del riuso alla piattaforma per creare connessioni tra cittadini, aziende ed enti del terzo settore. Aumentato di oltre 2 milioni di euro, per ampliare la platea dei beneficiari, il pacchetto di risorse previsto inizialmente da viale Aldo Moro. Premialità specifiche anche per i progetti delle aziende localizzate nelle aree colpite dall'alluvione. Settantacinque proposte ammissibili a finanziamento, per un investimento complessivo pari a quasi 11 milioni di euro e un contributo superiore a 5,1 milioni. Obiettivo, migliorare il benessere e ridurre le disuguaglianze, generare sistemi di inclusione sempre più efficaci nel rispondere ai bisogni dei cittadini ed efficienti nell'utilizzo delle risorse. Si sono concluse le attività di valutazione delle proposte presentate al primo bando regionale per il sostegno di progetti di innovazione sociale, un passo verso un'idea di economia per la ricucitura della società. Con questo strumento, infatti, la Regione intende aiutare – attuando l'azione 1.3.5. del Pr Fesr 2021/2027 – imprese e organizzazioni che svolgono attività economica con un impatto sociale per i territori, in un'ottica di transizione sostenibile. Rispetto alle risorse messe a bando, i progetti giudicati ammissibili e, soprattutto, le proposte qualitativamente meritevoli per l'impegno nel realizzare gli obiettivi del bando sono risultati di più. La Regione Emilia-Romagna ha deciso pertanto di aumentare i contributi (in origine, 3 milioni di euro), per consentire il finanziamento di tutti i progetti ritenuti ammissibili. Dal punto di vista territoriale le province che hanno visto il maggior numero di proposte sono Bologna (40), Modena (19), Forlì-Cesena (15), Ravenna (14) e Reggio Emilia (12); 33 quelle con sede in aree colpite dall'alluvione del 2023. Alla scadenza del termine sono arrivate 118 proposte progettuali, per un investimento complessivo superiore ai 16 milioni di euro. Di queste, ben l'80% sono di micro o piccole imprese; 29 da soggetti iscritti al Rea (Repertorio economico-amministrativo, tra cui associazioni di promozione sociale, fondazioni, società cooperative, associazioni sportive dilettantistiche) e 89 da imprese, con un 60% di rappresentanti distribuiti equamente tra Icc (industrie culturali e creative), filiera sanità/sociale e settore terziario. I progetti presentati ricadono su molteplici ambiti della Strategia di specializzazione intelligente (S3); prevalgono i settori dell'inclusione e coesione sociale: educazione, lavoro, territori (73) e dell'innovazione sociale e partecipazione (65), seguiti da quelli del benessere della persona, nutrizione e stili di vita (29), del patrimonio territoriale e identità regionale: beni e contenuti culturali, attività creative, turismo e prodotti Made in E-R (17) e della digitalizzazione, intelligenza artificiale, Big data (imprese e Pa) (13). Settantacinque, dunque, i progetti giudicati ammissibili al finanziamento. Una particolare attenzione si è voluta porre a proposte mirate a sviluppare soluzioni innovative, in grado di contribuire al raggiungimento dei traguardi dell'Agenda 2030, con riferimento agli obiettivi 8 ("Lavoro dignitoso e crescita economica"), 9 ("Imprese, innovazione e infrastrutture") e 10 ("Ridurre le diseguaglianze"), oltre che alle linee tracciate dalla Strategia di specializzazione intelligente (S3) 2021-2027, con riferimento agli ambiti tematici trasversali 14 ("Innovazione sociale e partecipazione") e 15 ("Inclusione e coesione sociale: educazione, lavoro, territori"). Le premialità specifiche Per i progetti finanziabili, il bando ha riconosciuto premialità specifiche (anche cumulabili) a 36 proposte che prevedono un incremento occupazionale, 18 che contemplano il coinvolgimento di uno degli attori dell'ecosistema regionale (tra cui cluster, Digital innovation hub, laboratori, Università, Asl, centri di ricerca), 12 che prevedono la capacità di operare in sinergia con altri fondi. Premialità specifiche anche per 20 progetti che contribuiscono allo sviluppo di strategie di sviluppo locale negli ambiti territoriali appartenenti alle Atuss (Agende Trasformative Urbane per lo Sviluppo Sostenibile) e nelle aree interne o periferiche individuate nelle Stami (Strategie Territoriali Integrate per le Aree Montane e Interne), e per altri 20 riguardanti le aziende localizzate in aree alluvionate. Dall'hub del riuso alla piattaforma per creare connessioni tra cittadini, aziende ed enti del terzo settore: alcuni dei progetti che hanno ottenuto i punteggi più alti Persone, lavoro, inclusione, sostenibilità. Tra i progetti presentati dalle cooperative sociali, si segnalano quelli per il miglioramento e l'ampliamento dei servizi destinati a disabili adulti, per il sostegno a familiari e cargivers e il rafforzamento dei servizi anche per persone con disturbi dello spettro autistico. Ancora, la creazione di un hub del riuso per ricollocare sul mercato prodotti rigenerati, dando contemporaneamente occupazione stabile a 25 soggetti disabili. Tra i progetti presentati dalle aziende, lo sviluppo di una piattaforma in grado di supportare e creare connessioni tra cittadini, aziende ed enti del terzo settore nel realizzare azioni di sviluppo sostenibile, responsabilità sociale d'impresa, impatto ambientale, e apposite app per far incontrare domanda e offerta di volontariato. Nell'elenco c'è anche la realizzazione di un "distretto creativo" dedicato alla sperimentazione digitale per bambini fino a 10 anni, e lo sviluppo di una app in grado di fornire una guida e un supporto nel contrasto all'obesità infantile e ai disturbi alimentari.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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marcogiovenale · 1 year ago
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aamod: "unarchive / suoni e visioni". iniziano le selezioni per la terza edizione della residenza per giovani artisti dedicata al riuso del cinema d’archivio e alla sperimentazione musicale
Online il bando della terza edizione della residenza per giovani artisti “UnArchive. Suoni e visioni”, uno dei progetti ideati dalla Fondazione AAMOD nell’ambito della costellazione di iniziative denominata UnArchive (disarchiviare) e dedicata a percorsi di formazione, produzione e promozione del riuso creativo del materiale d’archivio. Dopo il successo delle prime due edizioni e i riconoscimenti…
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federicascoppa · 2 years ago
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2 MIE OPERE In mostra fino al 9 ottobre a Genova al Palazzo Doria Tursi nell'ambito della manifestazione “RiArtEco”, che unisce artisti, che dal recupero degli scarti creano opere d'arte e mettono l'accento sull’importanza del riutilizzo dei materiali. Ricondurre l’uomo all’ordine naturale delle cose è un percorso difficile, ma necessario, un bisogno che si manifesta in ognuno di noi. “RiArtEco” porta avanti un cammino per proteggere la natura e il territorio maltrattato. Ogni anno con i suoi artisti l’evento va in giro per il Paese sperando di coinvolgere i cittadini a prestare attenzione ai rifiuti che vengono prodotti e a ciò che portiamo a casa. Se tutti opereremo in tal senso si riduranno gli scarti. Di questo e molto altro si è parlato all’evento: si è trattato anche il tema di come dare una nuova vita agli scarti delle verdure. ... ... Il movimento d’arte RiArtEco Riutilizzo Artistico Ecologico. Una realtà nata nel 2005 con l’obiettivo di combattere gli sprechi e promuovere uno stili di vita più consapevole. Il movimento – vanta collaborazioni in tutta Italia – presenta opere in collaborazione con il mondo accademico e scientifico sul tema dei rifiuti per un futuro sostenibile. L’obiettivo è la lotta agli sprechi e la promozione di stili di vita di sostenibilità ambientale. “Tramite l’arte RiArtEco promuove un impegno concreto verso la tutela dell’ambiente, del territorio, delle risorse naturali e le specie viventi del pianeta mediante l’innovazione sostenibile e la diffusione della cultura del riuso e riutilizzo dei materiali, nonché una sensibile riduzione dei consumi, più etici e responsabili.  Inoltre si propone come strumento per amministrazioni comunali, enti, istituzioni e associazioni affinché possa compiersi la transizione ecologica e un cambio di paradigma culturale, sociale ed economico e riconnetterci con la natura”, le parole di Aldo Celle del coordinamento nazionale RiArtEco e presidente de La Tela odv. (Articolo su: https://liguria.today/2022/09/17/riarteco-mostra-opere-create-rifiuti-scarti-inaugura-genova/) . . . #genova #liguria #riarteco #ecologie #natura #rispettodellanatura #arteitaliana #pittura #collectart #lovemywork (presso Genova, Italia) https://www.instagram.com/p/CjW-E0uovHD/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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virginialunare · 3 years ago
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Le pubbliche amministrazioni alla prova della sostenibilità
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Il 25 novembre sono stati presentati i risultati del XIV Osservatorio Permanente sulla Pubblica Amministrazione Locale (OPPAL) realizzato dal Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano.
L’osservatorio, che si avvale della collaborazione delle pubbliche amministrazioni locali mediante la somministrazione di un questionario d’indagine ai 107 Comuni italiani capoluogo di provincia, indaga le procedure urbanistiche e edilizie adottate e approfondisce il tema dell’efficienza dei processi concessori analizzando tutte le risorse e procedure messe in campo dal soggetto pubblico per l’iter di concessione urbanistica.
Alla ricerca di quest’anno hanno partecipato 40 capoluoghi di provincia su un panorama delle 107 amministrazioni coinvolte e localizzate su tutto il territorio italiano, in linea con il livello di partecipazione delle precedenti edizioni.
I temi dell’efficienza dei procedimenti concessori sono stati approfonditi analizzando i seguenti elementi:
le tempistiche per il rilascio delle autorizzazioni urbanistiche e edilizie;
il numero delle pratiche gestite dalle pubbliche amministrazioni nel 2020;
le modalità e gli strumenti forniti dalle amministrazioni per il reperimento della documentazione e delle informazioni necessarie;
il numero dei funzionari addetti alle pratiche urbanistiche;
il valore degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria;
la monetizzazione degli standard.
Solo alcuni dati: secondo quanto emerge dall’analisi dei questionari, i piani attuativi istruiti sono stati in media sei in linea con quelli registrati negli anni precedenti. In linea con i dati del 2018, il numero degli addetti dedicati che si attesta mediamente sulle dieci unità, così come il numero degli addetti alle pratiche edilizie.
Per quanto attiene le tempistiche, i dati che emergono dall’analisi sono in linea con quelli degli anni precedenti: 17 giorni per il certificato di destinazione urbanistica, 7,2 mesi per l’approvazione del piano attuativo, mentre il tempo medio che trascorre tra la presentazione di una domanda di permesso di costruire e il suo rilascio o eventuale diniego è di 87 giorni.
Nell’edizione di quest’anno è stata inoltre indagata la propensione delle pubbliche amministrazioni alla promozione del territorio, attraverso la comprensione del livello di efficienza del comune rappresentato dal tipo di strumenti e canali messi a disposizione per consentire l’accesso alle informazioni. Tale elemento rappresenta un presupposto fondamentale per attrarre investimenti qualificati in quanto forniscono l’elemento centrale per catturare l’attenzione degli investitori, ovvero l’accesso semplice e veloce alle informazioni e alla documentazione necessaria per valutare l’investimento.
L’approfondimento di questa edizione è stato dedicato al tema della sostenibilità ambientale e sociale ovvero i criteri ESG – Enviornmental, Social and Governance, tematica al centro dell’attenzione di osservatori nazionali ed internazionali.
L’analisi è quindi andata a sviscerare le misure messe in atto dalle amministrazioni pubbliche intervistate per andare incontro al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità dettati nel 2015 dal programma delle Nazioni Unite con obiettivo al 2030.
Dal punto di vista del campione, 34 dei 40 capoluoghi di provincia hanno fornito il loro contributo alla ricerca fornendo un quadro preciso delle azioni introdotte per rispondere a questo paradigma. Nello specifico, la maggior parte delle amministrazioni hanno fornito indicazioni sulla politica di riduzione delle emissioni di gas serra anche grazie all’adozione di misure volte al riuso e alla riduzione del consumo di suolo. A ciò si affiancano le misure volte a promuovere l’inclusione sotto due ben distinte misure: programmi di abitazioni popolari e l’efficientamento delle infrastrutture immobiliari consentendone una migliore accessibilità ai portatori di handicap.
Sicuramente, queste misure dimostrano un’attenzione crescente delle pubbliche amministrazioni verso questo tema ma denota anche la necessità per le pubbliche amministrazioni di dotarsi di processi decisionali all’insegna del pragmatismo e dell’efficienza che consentano un effetto domino positivo sull’attrattività del territorio per investitori e operatori in grado di portare a termine ambiziosi processi di rigenerazione rispettosi del paradigma della sostenibilità.
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Elementi per il riuso
Elementi per il riuso
Elementi fondamentali per il riuso sono Un linguaggio standardizzato per la comunicazione Un paradigma ottimizzato per le fasi di modeling del problema Un paradigma ottimizzato sviluppo component − basedProcessi, persone e strumenti che stabiliscono una strategia di riutilizzo a livello aziendaleUna visione coniugata con un’infrastruttura.Un repository comuneFigure formate per la promozione del…
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danielscrepanti · 4 years ago
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Le 10 domande che sottoporrò in giornata ai colleghi che si sono candidati come consiglieri dell’Ordine degli Architetti sono in realtà più di 10. Ho invitato privatamente tutti i candidati a rispondere a non più di 5 quesiti ciascuno scegliendo le domande dalla seguente lista. Alcuni hanno risposto che lo faranno, altri che lo faranno se lo faranno tutti gli altri, altri ancora che lo faranno ma non sanno se faranno in tempo, altri ancora non hanno risposto e dubito che lo faranno. Ho pregato tutti di accompagnare le risposte con una loro foto (anche artistica) e una brevissima presentazione (sarò drastico nei tagli). Nel rispondere alle 5 domande scelte, ciascun candidato dovrà essere molto chiaro nel precisare se i contenuti espressi lo sono a titolo puramente personale, oppure lo sono come sintesi di un dibattito svolto, o in corso di svolgimento, all’interno di un gruppo di lavoro per definire un programma condiviso di azioni politiche della professione.
1. Qualità dello spazio – Penso alla vicenda della riqualificazione del lungomare di Porto San Giorgio (FM) e della sua futura pista ciclabile, con l’Amministrazione comunale che prima ha impegnato l’Ordine per organizzare un concorso di progettazione volto alla scelta della migliore proposta progettuale per un contesto specifico, e poi ha fatto marcia indietro optando per la scelta del progettista economicamente più vantaggioso. Quale strategia adottare per riuscire finalmente nell’impresa di organizzare concorsi di progettazione (non di idee) in Comuni di medie dimensioni?
2. Valorizzazione del patrimonio culturale – Seguo da tempo le iniziative che il Sindaco del Comune di Monte Rinaldo (FM) Gianmario Borroni sta portando avanti per valorizzare al massimo l’Area Archeologica La Cuma: dalla comunicazione dei risultati della terza campagna di scavo condotta nel 2019 (sostenendo sinergie tra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche e l’Università di Bologna e la British School at Rome), al meraviglioso concerto in streaming del Maestro Dario Faini, in arte Dardust, avvenuto i primi di giugno. Quale può essere il contributo degli architetti a simili iniziative di valorizzazione integrata e di promozione condivisa del patrimonio culturale del territorio?
3. Ricostruzione post sisma – Dopo 11 anni, quando lungo l’A24 intravedo il centro storico di L’Aquila, scorgendo in lontananza tante gru provo un senso di profonda tristezza. La stessa tristezza che ho provato in seguito alla recente bocciatura del pacchetto di norme sul terremoto del Centro Italia del 2016 da parte della Commissione bilancio della Camera, che hanno poi indotto il Premier Conte a rassicurare il Commissario Straordinario Legnini. Una tristezza analoga a quella che mi ha causato la lettura di un post di Giovanni Marucci, architetto camerte da sempre impegnato per il suo territorio e per la qualità dell’architettura e del paesaggio in Italia. In un passaggio, il post di Marucci diceva che a Camerino, dopo quattro anni dal sisma, “nessun edificio pubblico è stato risanato, la città alta, cuore della vita sociale, culturale ed economica è rimasta colpevolmente ferma a quattro anni fa, senza nessun cenno di vergogna”. Mi domando, ma gli architetti, tutti gli architetti, non dovrebbero rappresentare con più forza e decisione almeno la sofferenza per il loro territorio? Come lottare il più possibile per lenirla e su quali temi concentrare gli sforzi, inclusi quelli comunicativi?
4. Rilancio territoriale – Il rapporto annuale dell’Istat pubblicato pochi giorni fa ha messo chiaramente in luce quello che mi pare il vero tema urbanistico, e conseguentemente architettonico, dovuto alla pandemia da Covid-19: l’acuirsi delle disuguaglianze sociali. Nell’ultimo libro del compianto Bernardo Secchi, “La città dei ricchi e la città dei poveri”, tale tema veniva individuato come la questione urbana che siamo chiamati ad affrontare come architetti del XXI secolo. Tra le manifestazioni di quei processi nazionali che aggravano la situazione, come lo smantellamento del welfare state e la dissipazione di quella che potremmo chiamare “la città pubblica” (per usare in senso molto ampio, e forse consapevolmente improprio, un’espressione coniata da Paola Di Biagi riferendosi all’edilizia sociale e alla riqualificazione urbana), mi viene in mente come esempio la drammatica situazione dei posti letto ospedalieri che in Italia si è ridotta dal 1995 al 2018 da 6.3 a 3.5 posti ogni 1000 abitanti. Tutte queste problematiche, legate alle difficoltà degli strumenti e metodi dell’urbanistica in una condizione di crisi economica e di fortissimo cambiamento tecnologico, mi sembrano un po’ lontane dal dibattito professionale e dalle politiche professionali, eppure dovrebbero essere centrali. Quali iniziative di categoria si potrebbero attuare sotto il profilo analitico e progettuale? Come riportare al centro delle politiche professionali le questioni degli investimenti pubblici locali e della loro realizzazione, manutenzione ed eventuale trasformazione? Come collaborare alla riorganizzazione territoriale dei servizi, particolarmente importante ai fini della gestione delle future emergenze epidemiologiche e dei loro effetti sociali?
5. Scuole innovative – L’articolo 7-ter del Decreto legge 8 aprile 2020 n. 22 (Decreto scuola) convertito dalla legge 6 giugno 2020 n. 41, per la realizzazione degli interventi di edilizia scolastica, prevede che tutti i Sindaci e i Presidenti di Provincia, fino al 31 dicembre 2020, possano operare con i poteri dei commissari straordinari, prevedendo specifiche deroghe al Codice dei contratti pubblici. Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha giudicato tale scorciatoia normativa “un atto di grave immaturità politica e di totale inconsapevolezza delle esigenze del Paese e delle modalità con cui affrontarle”. Alfonso Femia, con una lettera inviata al Presidente Cappochin e ai presidenti di alcuni ordini provinciali, ha rincarato la dose ribadendo che “non è segno di maturità politica affrontare il tema scuola post Covid solo attraverso gli strumenti dell’emergenza, né solo soddisfacendo gli aspetti tecnici e normativi per la sicurezza e l’adeguamento energetico”. Come incentivare una visione strategica che faccia partire la riqualificazione del territorio dalla scuola, affrontando per esempio temi come l’offerta di centri estivi, il rapporto con la digitalizzazione, l’attenzione alle famiglie più fragili, il riuso di altri luoghi per le attività didattiche?
6. Superbonus 110 per cento – Quali iniziative intraprendere per sostenere localmente le linee di intervento che beneficiano del cosiddetto super bonus, ossia il nuovo sgravio fiscale che consente di detrarre il 110 per cento delle spese sostenute per far fronte a interventi antisismici e di efficientamento energetico?
7. Burocrazia – Il 26 giugno Michele Ainis ha pubblicato su La Repubblica un articolo intitolato “Se la riforma diventa un vizio”. Tra gli altri dati a supporto della sua tesi, Ainis richiamava le 608 modifiche ricevute nel giro d’un anno dal codice degli appalti licenziato nel 2016; modifiche che sembrerebbero rendere necessaria la sua riforma. Necessità di tale riforma emersa anche in seguito alla ricostruzione del viadotto sul Polcevera di Genova, che è avvenuta in 22 mesi derogando ampiamente sull’applicazione delle norme vigenti del codice degli appalti stesso. Quale posizione assumere rispetto a questi problemi, l’ipertrofia burocratica e riformatrice italiana da un lato e dall’altro la possibilità di sorvolare tutte le procedure e le norme vigenti attuando il cosiddetto modello Genova?
8. Legge per l’architettura – Uno dei grandi temi della politica professionale è la necessità di una legge per l’architettura in Italia. Gran parte del Congresso Nazionale degli Architetti celebrato due anni fa a Roma, ruotava intorno a questo obiettivo, centrale per la qualità della vita dei cittadini, per il rilancio competitivo delle aziende e per il miglioramento delle prestazioni dei servizi pubblici nel territorio italiano. Quale sarebbero i principali contenuti della legge che si vorrebbero proporre all’attenzione della politica?
9. Ordinamento della professione – La bozza di proposta recante Riforma dell’ordinamento professionale diffusa dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori i primi giorni di marzo, ha avviato un dibattito durante l’emergenza epidemiologica che non si è necessariamente potuto sviluppare con l’ampiezza e l’approfondimento necessari. Il 23 e il 24 luglio si terrà una importante Conferenza Nazionale degli Ordini per discutere gli esiti della prima fase di coinvolgimento degli Ordini provinciali. Dopo la conferenza, il Gruppo Operativo “Ordinamento” invierà agli Ordini il quadro sinottico aggiornato con i contributi emersi in tale sede. Si avvierà conseguentemente l’ultima fase di dibattito prevista in occasione degli incontri che il Consiglio Nazionale terrà con le macro-aree territoriali. Si tratta indubbiamente di un percorso di condivisione con gli Ordini di cui va dato merito al Consiglio Nazionale. È inoltre evidente che occorrerà organizzare al meglio la condivisione locale dei princìpi e dei contenuti della riforma. Quali iniziative attivare per favorire la più ampia partecipazione dei “mondi che sono interessati alla disciplina della professione e che già hanno cominciato, negli scorsi giorni, ad esprimersi”? Come potrà avvenire nel nostro territorio il confronto con gli altri interlocutori, e con tutti gli attori interessati al processo, oltre che ovviamente con le Istituzioni politiche?
10. Cultura professionale – Durante il lockdown ho lamentato più volte una tendenza degli architetti a dimenticare alcune radici culturali della propria disciplina e a proporre come inediti dei processi in verità già avviati da lungo tempo. Manuel Orazi ha scritto un bellissimo articolo su il Foglio pubblicato il 03 maggio scorso, intitolato “Architettura da pandemia”, in cui tra le altre cose ha ricordato l’effettiva nascita su basi igieniste dell’urbanistica. A mio avviso, durante la quarantena gli architetti hanno perso la grande occasione di avvicinare nuovamente le persone alla loro cultura professionale, rendendola meno di nicchia e isolata e rispolverando il suo patrimonio di conoscenze ed esperienze progettuali. Indubbiamente, già esistono alcune iniziative di valore operate per favorire la diffusione di una cultura della domanda di architettura. Per esempio, già prima della pandemia, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha attivato la seconda edizione del progetto scolastico “Abitare il Paese – La cultura della domanda. Bambini e ragazzi per un progetto di futuro prossimo”. Probabilmente, nel momento in cui la scuola ha consentito inedite possibilità di didattica a distanza, gli obiettivi e le strategie di tale progetto si sarebbero dovute rilanciare. Quali ulteriori iniziative intraprendere per colmare la distanza rispetto alla società della cultura architettonica, paesaggistica e urbanistica?
11. Casa comune dell’architettura – Tre proposte per aprire agli iscritti, alle scuole e alla cittadinanza, le porte dell’Ordine, le porte dell’Archivio dell’architetto Sergio Danielli e le porte della biblioteca dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Fermo.
12. Trasparenza e politiche digitali – Pochi giorni fa, il Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Milano, ad integrazione della documentazione economico-finanziaria, ha pubblicato “Verso il Bilancio Sociale”, un primo esercizio di rendicontazione e trasparenza. Si tratta di “un documento e di una sezione online a disposizione di tutti, dove sono illustrati priorità e obiettivi, oltre a report sulle attività svolte e i risultati raggiunti nel 2019”. Le priorità di mandato, gli obiettivi futuri, le informazioni sulle attività svolte e sui risultati che verranno raggiunti dal prossimo Consiglio dell’Ordine, saranno condivisi e comunicati in modo innovativo e trasparente agli iscritti e a tutti i portatori di interesse? Come avverranno il monitoraggio e la valutazione del lavoro svolto?
13. Aree interne e aree esterne – L’esperienza più significativa di osservazione ed analisi del territorio che ho avuto modo di compiere è avvenuta all’interno di un progetto di ricerca intitolato “Territorio casa comune”, svolto dal Gruppo di Ricerca ‘Morfologie e dinamiche territoriali’ del Centro de Estudos de Arquitectura e Urbanismo della Facoltà di Architettura di Porto, in Portogallo. Gli studi e le ricerche effettuati si sono sostanziati in una mostra aperta alla cittadinanza che si è tenuta nella ‘Casa del Territorio’ del Comune portoghese oggetto di indagine: Vila Nova de Famalição. Lo studio territoriale aveva un obiettivo molto preciso: costruire una idea collettiva del territorio che si producesse moltiplicando i punti di vista sullo stesso per avere letture, rappresentazioni, discussioni e dibattiti su quel qualcosa che si conosce e riconosce in comune al suo interno e che dà senso alla realtà territoriale. La presentazione della mostra recitava: “Mostrare è una condizione per rendere pubblico, per organizzare una visione del mondo ed esporla al giudizio degli altri. Senza di questo la società è invisibile e il territorio, una astrazione. Se desideriamo che il territorio che abitiamo sia inteso e vissuto come casa comune – come spazio di vita e relazione di un gruppo sociale che lì si inscrive – ebbene questa casa dovrà essere il risultato della costruzione collettiva di un immaginario e di progetti comuni su ciò che siamo come società e su cose e luoghi che possiamo e dobbiamo condividere. Una casa in costruzione”. Mi pare vada in qualche modo verso questa direzione la proposta contenuta nella bozza di Riforma dell’ordinamento professionale degli architetti, per istituire un Osservatorio permanente sulla tutela del paesaggio e del patrimonio storico artistico della Nazione e una rete di Osservatori territoriali organizzati ed animati dagli ordini provinciali. Nelle intenzioni, gli Osservatori dovrebbero essere lo strumento operativo per rafforzare la capacità di interlocuzione della categoria con le istituzioni politiche e con i vari livelli di governo del territorio. Mi chiedo, e chiedo, se tali Osservatori potrebbero anche svolgere il ruolo di supportare i professionisti nel ricollocare le questioni della qualità del progetto all’interno di quadri conoscitivi molto più aderenti alle specificità contemporanee dei contesti territoriali di intervento. Si ritengono necessarie rappresentazioni e analisi del territorio che siano molto attente alla vita contemporanea e alle attuali dinamiche dell’abitare? Si ritengono utili letture ed interpretazioni del territorio meno schematiche e stereotipate di quelle su cui si fondano le politiche urbane e territoriali dell’Unione Europea basate su dualismi arcaici città-campagna, urbano-rurale, centro-periferia, interno-esterno? Se il contrario di interno è esterno, nella Strategia nazionale per le aree interne, credo che la costa adriatica e tirrenica debbano essere incluse tra le aree esterne.
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vertenzeambientali · 7 years ago
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EcoDem per la Conferenza programmatica
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Di seguito il documento degli Ecologisti Democratici in preparazione della “Italia 2020 - Conferenza programmatica del Partito Democratico” che si terrà a Napoli, al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, da venerdì 27 a domenica 29 ottobre 2017.
UN PD ECOLOGISTA
Il Partito democratico in Italia ha rappresentato una reale processo d’innovazione, perché è nato non solo per unire partiti e culture politiche del ‘900 – socialiste, cattolico-progressiste, ambientaliste, liberaldemocratiche -  ma anche per costruire un soggetto politico nuovo, in grado di rispondere alle sfide della contemporaneità e guardare al futuro, nell’interesse delle future generazioni. Il PD è nato per dare voce al riformismo del 21° secolo: ma non c’è riformismo possibile, in questo nostro tempo, se non si accettano le sfide ambientali, della sostenibilità dello sviluppo, della conversione ecologica dell’economia. Noi ambientalisti, entrati nel PD come soggetto fondatore, abbiamo messo a disposizione idee, valori e conoscenze, aggiornandole ai tempi attraverso un nuovo modello di ambientalismo riformista, aperto, moderno, basato su innovazione e competenza.
Nonostante il PD non abbia ancora risposto in pieno alle aspettative iniziali, riteniamo che le ragioni che hanno portato alla sua nascita siano ancora vere e attualissime, e persino ancor più necessarie oggi. Proprio oggi che le vecchie culture politiche hanno dimostrato tutti i loro limiti, la loro inadeguatezza a rispondere in modo coerente e integrato alle sfide – del lavoro, sociali, ambientali - di un mondo sempre più complesso. Riteniamo inoltre che all’interno dell’area progressista democratica l’ambiente possa costituire un elemento di coesione, per poter sempre di più aggregare le diverse forze che vi appartengono verso un obiettivo comune.
Occuparsi di ambiente significa ragionare non solo di ecologia ma anche di economia, lavoro, cultura civica, innovazione tecnologica; significa intervenire sulla questione sociale, causa di molti conflitti globali. I cambiamenti climatici costituiscono una minaccia temibile, il consumo di risorse naturali cresce a ritmi insostenibili, l’inquinamento compromette gli equilibri della biosfera. Eppure, se sapremo costruire una risposta politica globale alle sfide ambientali – un green new deal che affianchi alla rivoluzione industriale della green economy un profondo mutamento culturale con nuovi stili di vita - sarà possibile evitare il peggio e lasciare alle future generazioni un pianeta ancora abitabile.
Termini come “riscaldamento globale” sono ormai entrati nel linguaggio comune, perché i suoi effetti sono già rilevanti sull’ambiente, sull’economia e sulla qualità della vita dei cittadini di tutto il mondo. Anche i grandi fenomeni migratori sono legati ai cambiamenti climatici e con questi dovremo fare i conti. I governi sono ormai consapevoli della gravità del problema, a parte i recenti ripensamenti del presidente USA, e la firma dell’Accordo di Parigi riveste un grande valore, perché impegna le nazioni a ridurre le emissioni di gas serra e a prendere misure di adattamento al nuovo scenario climatico. L’Europa è impegnata anche attraverso la sua “politica in materia di clima ed energia al 2030”, oggetto di aggiornamento, per venire incontro ai più ambiziosi obiettivi dell’Accordo di Parigi. Si tratta dunque di una sfida mondiale, che l’Italia e un grande partito come il PD devono affrontare con maggiore determinazione e coraggio, con una visione innovativa e strategica che vada al di là degli interessi a breve termine, guardando al futuro del nostro Paese.  Se sapremo far leva sulle energie di un paese che ha non solo una antica storia alle spalle ma anche grandi potenzialità per affrontare il futuro, l’Italia può farcela. L’ambiente e l’economia verde rappresentano una leva decisiva per uscire dalla crisi, una nuova frontiera per dare al nostro paese un ruolo in Europa e nel mondo. Ciò richiede forti, coerenti e adeguate politiche pubbliche, a partire da politiche economiche, industriali e fiscali in grado di accelerare la transizione ad uno sviluppo ecologicamente sostenibile.
LE NOSTRE PRIORITA’ E LE NOSTRE SFIDE
1.     L’Italia deve mettere a punto un rigoroso Piano Energetico nazionale, ove si rafforzi ulteriormente il ruolo delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica dell’intero sistema economico, dei processi produttivi e dei consumi, e procedere verso una riduzione dell’uso delle fonti fossili. Ciò può essere ottenuto da un lato attraverso la definizione di un quadro normativo stabile, semplice e certo, eliminando le complicazioni che limitano lo sviluppo delle rinnovabili, stabilizzando gli eco-bonus introdotti nell’ultima legge di bilancio, e favorendo gli investimenti in questo settore, strategico per l’Italia. Occorre istituire una carbon tax, già attiva in diversi paesi, da concertare a livello europeo; la diminuzione dei consumi di fonti fossili avrebbe anche vantaggi economici, in quanto quelle fonti pesano molto come import estero nella nostra bilancia commerciale.
2.     A questa sfida di natura globale, si associano questioni ambientali più specifiche del nostro territorio, quali l’inquinamento dell’aria, delle risorse idriche e il dissesto idro-geologico. L’Italia è bella ma è fragile, sia per la natura del suo territorio, sia a causa dell’uso dissennato che ne abbiamo fatto. L’abusivismo è oggi uno dei fenomeni più urgenti da contrastare. Anche per questo è opportuno proseguire nella politica di valorizzazione delle aree interne e montane come già si è iniziato a fare. Occorre pertanto investire per una accurata gestione del territorio e la messa in sicurezza delle aree a rischio sismico e idrogeologico e migliorare la conoscenza del territorio, delle criticità e dei bisogni anche attraverso il supporto di sistemi informativi geografici.  
3.     Lo sviluppo che ha caratterizzato il dopoguerra che ha dato tanto benessere mostra oggi un lato oscuro. Pensiamo alle ferite profonde dei siti contaminati che derivano sia da un’eredità industriale, sia da comportamenti illeciti delle imprese o per attività criminali. Quei siti vanno risanati, e messi in sicurezza. Oggi sempre di più dobbiamo far valere il principio di “chi inquina paga” e dunque bisogna investire per le bonifiche, per tutelare la salute pubblica e ripristinare la qualità ambientale. Sarebbe importante per i cosi detti “siti orfani” l’istituzione di un Fondo nazionale per le bonifiche, cofinanziato dalle imprese e sostenuto da una fiscalità mirata. E’ parimenti necessario una profonda riforma del sistema normativo al riguardo ancora scarsamente orientato al risanamento delle aree. Meno conferenze di servizio e più opere. Non va dimenticato che queste aree sono spesso strategiche per insediamenti produttivi
4.     Più di altri, L’Italia è il Paese che può puntare sull’economia “green” e sostenibile, che è già una realtà che produce il 13% del Pil – 190 miliardi di euro – oltre 3 milioni di posti di lavoro, grazie ai suoi punti di forza straordinari: biodiversità, patrimonio naturale e bellezza inestimabili, qualità della vita e cultura con pochi rivali, lo spirito creativo e la capacità di innovazione delle nostre imprese e del “saper fare” italiano, la qualità del made in Italy che conquista il mondo. Settori di eccellenza nazionali come la produzione di materiali per l’edilizia, l’arredamento, la meccatronica e la robotica hanno da tempo scelto la via dell’innovazione e della sostenibilità e queste filiere manifatturiere vanno sostenute attraverso politiche di promozione, formazione e incentivazione, in grado di migliorare la performance delle imprese e incrementare la competitività su un mercato internazionale fortemente dinamico.
5.     Ma anche altri settori economici e produttivi vanno orientati nel senso della sostenibilità, promuovendo – tra gli altri - l’economia circolare, l’agricoltura biologica, a minor impatto e a chilometro zero; la chimica verde. Proprio l’economia circolare è una sfida importante che l’Italia sta affrontando con determinazione. Non è solo questione di aumentare la percentuale di raccolta differenziata – cresciuta ovunque, e in molte zone del paese all’altezza dei migliori standard europei – bensì di promuovere il riciclo, il riuso di rifiuti e delle acque reflue, la diminuzione stessa dei rifiuti e degli imballaggi, l’allungamento del ciclo di vita dei prodotti. Finalmente si può pensare ai rifiuti non più come un problema ma come risorsa, anche in linea con il pacchetto ambizioso che sta varando in questi mesi l’Europa. Siamo di fronte a un cambiamento epocale nel modello di produzione e di consumo, che riguarda tutti, dalla politica alle imprese ai singoli cittadini. Un cambiamento che va sostenuto attraverso politiche di indirizzo, ad esempio in direzione degli “acquisti verdi”, e di incentivazione alla realizzazione di impianti per il recupero di materia ed energia, con modalità e tecnologie innovative. E’ di primaria importanza ribadire che qualsiasi sistema industriale, anche il più innovativo, necessita di un’impiantistica adeguata. Da troppi anni nel nostro Paese non si riesce ad affrontare una discussione che preveda la costruzione di infrastrutture importanti.
6.     Il nuovo modello di sviluppo che vogliamo proporre per il paese, dovrà avere i suoi effetti più evidenti nelle città. E’ fondamentale approvare una buona legge che arresti il consumo di suolo. Norma indispensabile, che contribuirà a far diventare le città luoghi di innovazione, di risanamento ambientale, di riqualificazione e rigenerazione urbana, di riuso degli spazi. Le città devono diventare spazi di convivenza, di incontro e confronto, luoghi vivibili e puliti, dove ci sia meno spazio occupato dalle auto e più per le persone, dotate di servizi avanzati che supportino i cittadini nelle loro attività, “smart city” dove reti tecnologiche, infrastrutture di trasporto e di comunicazione dolce e a basso impatto, servono per garantire una migliore qualità della vita alle persone. Vanno promosse le infrastrutture verdi, che migliorano la sostenibilità dell’ambiente cittadino, gli orti urbani, la piantumazione di alberi, la realizzazione di boschi urbani, di tetti verdi (con piante che aumentano l’efficienza termica e assorbono anidride carbonica), la ri-naturalizzazione di suolo artificiale e asfaltato, per migliorare la permeabilità dei suoli e rendere le città più resilienti agli eventi meteorologici estremi.
7.     Bisogna definire un Piano nazionale per la Mobilità Sostenibile a partire dalle le principali città del Paese. In una situazione di costante crescita del traffico e dei suoi effetti ambientali e sociali, serve predisporre un quadro organico di azioni per razionalizzare e governare la domanda di mobilità, finalizzate alla disincentivazione del trasporto privato, alla promozione dell'utilizzo dei carburanti a basso impatto ambientale e al miglioramento e alla diversificazione del trasporto collettivo. L'idea di mobilita sostenibile non può significare soltanto spostare traffico o sostituire il parco auto più vetusto con mezzi a basso impatto ambientale, ma prevedere un nuovo equilibrio di mobilita attiva con obiettivi qualificanti da raggiungere, che affianchino quelli della riduzione delle emissioni, nell'uso della bicicletta, del trasporto pubblico e condiviso, degli spostamenti a piedi. E' fondamentale dotare il nostro Paese di una infrastruttura per i combustibili alternativi, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica rispetto ai vari tipi di combustibili, e le prime azioni intraprese in questa direzione vanno accelerate e implementate. Servono scelte chiare di tipo normativo, economico e fiscale di sostegno per accelerare l'evoluzione della mobilità verso le tecnologie più innovative, condivise, senza penalizzare le famiglie economicamente più svantaggiate. Vanno fissati indirizzi politici con obiettivi di riduzione progressiva del tasso di motorizzazione nel Paese, di rinnovo del parco veicoli privato e pubblico, di aumento della mobilità su due ruote e pedonale, scegliendo come hanno fatto altri Paesi europei di stabilire il divieto di commercializzazione di motoveicoli e autoveicoli alimentati a diesel e benzina a partire dal 2040. Da ultimo in questo solco, entro la fine della legislatura il Parlamento può compiere alcune scelte importanti come: l'approvazione della legge nazionale sulla percorribilità ciclistica; l'incremento delle reti e dei servizi per il TPL attraverso un aumento progressivo delle risorse già previste fino al 2033; la revisione dell'entità della tassa automobilistica in misura progressivamente proporzionale all'inquinamento generato dal veicolo, senza penalizzare le famiglie economicamente più svantaggiate.
8.     Anche i piccoli comuni, che sono il cuore pulsante della nostra Italia, potranno diventare luoghi dove l’innovazione tecnologica, il futuro, conviveranno con la tradizione. La banda ultra-larga ad di comunicazione mobile Internet consentirà di attivare anche nei centri montani servizi avanzati nell'artigianato, nel turismo e nella sanità, ad esempio consentendo visite mediche specialistiche in telemedicina, che prima richiedevano lo spostamento fisico delle persone nelle città. L'istituzione di un piano per l'istruzione destinato alle aree rurali e montane e il fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale sono misure decisive per ridurre lo spopolamento di queste zone. Garantendo un adeguato finanziamento, già dalla legge di bilancio 2018, oltre ai 100 milioni già previsti saremo in grado di realizzare un presidio reale sui territori, con vantaggi sia di coesione sociale sia sulla qualità ambientale.
9.     Tema fondamentale del programma politico del Partito democratico deve essere la gestione e la tutela della principale risorsa naturale, bene comune per eccellenza: l’acqua. L’acqua è una risorsa naturale fondamentale per la vita dell’uomo e degli ecosistemi; dalla sua tutela discende anche la salvaguardia dell’approvvigionamento alimentare.  Gli investimenti nel settore idrico sono una precondizione non solo per la qualità della vita e dell’ambiente, ma anche per la crescita economica, in direzione di uno sviluppo sostenibile. Su questo settore bisogna dunque investire con più determinazione e coraggio, puntando: sul risparmio idrico, sulla riduzione delle perdite, sul miglioramento della qualità del bene, su una maggiore manutenzione dei corpi idrici, ed efficientamento dei servizi idrici integrati. Dal trattamento dei reflui, che vanno riutilizzati secondo i principi dell’economia circolare, si possono recuperare sostanze utili per produrre energia, con relativo vantaggio economico. Sarà importante mettere in campo incentivi e disincentivi, ossia delle premialità per chi gestisce meglio la risorsa idrica, e penalizzazioni per chi invece si rivela non in linea con questi principi fondamentali. È ormai prioritario, anche per rispondere alle norme nazionali ed europee, migliorare la qualità dei corpi idrici – fiumi, laghi, aree marino-costiere – che hanno subito impatti e inquinamento da espansione urbana, attività agricole e sviluppo industriale incontrollati. Strumenti di gestione partecipata possono contribuire a rendere più efficace la governance dei corpi idrici, favorendo il coinvolgimento diretto di cittadini e stakeholders. Ciò favorisce anche il partenariato pubblico-privato, fondamentale per una gestione moderna ed efficace di una risorsa fondamentale qual è l’acqua.
10.                       Conoscenza e controlli ambientali: dopo aver approvato la legge sugli ecoreati, quella del sistema delle agenzie ambientali e aver costruito un unico corpo di polizia ambientale con la fusione tra carabinieri e forestali diventa indispensabile rendere operative queste importanti riforme. Più semplificazione per le imprese innovative e controlli efficienti ed efficaci per combattere ed estromettere dal mercato quelle malavitose. Un buon sistema dei controlli, che garantisca legalità, è condizione indispensabile per l’affermarsi della green economy a tutti i livelli. E’ necessario promuovere una battaglia culturale facendo capire che dei buoni ed efficienti controlli sono la garanzia per le imprese innovative di rimanere competitivi sul mercato eliminando le aziende che fanno dell’illegalità il loro “core business”.
“ Le questioni poste dalle sfide contemporanee sono di importanza storica, strategiche, e richiedono risposte politiche forti e di lungo respiro alla politica mondiale. In Italia, il Partito democratico, che si candida a governare il paese anche nella prossima legislatura, ha il dovere di mettere in campo le sue forze migliori, le competenze e le idee più innovative per fornire risposte efficaci alle questioni poste. Puntare sulla qualità ambientale, vista non più come freno, ma come fattore formidabile di sviluppo, è un punto cruciale del programma politico. Ciò a maggior ragione in un paese come l’Italia, che attraverso una “conversione ecologica” può valorizzare le sue straordinarie potenzialità, e migliorare la qualità della vita per i suoi cittadini.”
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lafavolaincantata1997 · 7 years ago
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Idee di riciclo creativo
Il riciclo comporta il reimpiego di materiali secondo usi diversi da quelli per i quali sono stati previsti. La finalità di questa tecnica riguarda anche idee che vogliono rieducare ad un consumo mirato, facendo in modo che materiali e oggetti, reimpiegati per usi diversi, possano sostituirsi a materiali di primo impiego. Il riciclo creativo non è solo l’estrinsecazione di arte e fantasia, ma anche, e prima di tutto, un aiuto all’ambiente: una bottiglia di plastica, che per disintegrarsi impiega circa 450 anni in acqua, se riciclata può allungare il suo periodo di vita e non amplificare i processi di smaltimento.
COSA RICICLARE E COSA PRODURRE?
Perchè non iniziare a dedicarsi al riciclo creativo e mettere in pratica qualche idea originale?
Per esempio per la propria scrivania di può realizzare un portapenne con le pagine di una vecchia rubrica telefonica, oppure una collana con dei pezzi di matite colorate attraversati da un filo, o addirittura si possono arredare gli spazi esterni impiegando pedane in legno così che da creare con i pallet una panca e un un’aiuola al tempo stesso, o creare una dolce atmosfera serale usando barattoli in vetro contenenti ghiaia e candele simulando delle lanterne.
È possibile trovare on line siti che forniscono gratuitamente molte idee sul riuso e si oppongono allo spreco di materiale, come anche all’abbattimento degli alberi, di cui fanno tesoro noti negozi di arredamento, proponendo idee legate alla realizzazione di oggetti di design, di arredo e accessori personali realizzabili con del buon riciclo creativo.
Sarebbe questo un modo per andare oltre la raccolta differenziata, che diventa non più un problema relativo a come smaltire le cose da gettare via, bensì un modo per pensare a come reimpiegarle e portare ad un risparmio in termini di costi e materiali non indifferente.
INIZIATIVE PER IL RICICLO CREATIVO
Diverse iniziative sono state prese in merito, infatti esistono diversi musei del riciclo che danno un contributo al sostegno dell’ambiente, attivi anche online, con sezioni dedicate a design, arte, gioielli, architettura, musica e moda, all’interno delle quali è possibile trarre spunti per la realizzazione di elementi inediti.
La promozione di queste iniziative è volta a sensibilizzare le persone sul tema del riciclocreativo e, perché no, a risvegliare gli animi nel riscoprire passioni e iniziative per una tecnica così a portata di mano e che al basso costo unisce risultati originali.
via Blogger http://ift.tt/2sxgRwx
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lamilanomagazine · 10 months ago
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Bari, associazione Tou.Play per la presentazione dei risultati del progetto Join sul protagonismo e la cooperazione femminile
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Bari, associazione Tou.Play per la presentazione dei risultati del progetto Join sul protagonismo e la cooperazione femminile Venerdì 2 febbraio, alle ore 17.30, nella sala giunta di Palazzo di Città, l’assessora alle Politiche educative e giovanili Paola Romano incontrerà i membri dell’associazione giovanile Tou.Play in occasione della presentazione dei risultati di “Join: una rete transnazionale di giovani donne per una transizione ecologica giusta e sociale”, il progetto finanziato dal programma europeo Erasmus+, nato con l’obiettivo di creare reti di promozione di partenariati regionali e decisori politici locali, attuati in stretta cooperazione con i giovani di tutta Europa. Join mira, infatti, a creare uno spazio di cooperazione transnazionale tra giovani donne attraverso canali che consentano lo sviluppo di processi congiunti di partecipazione e advocacy, generando azioni che promuovano l’empowerment, la leadership e l’azione civica e politica delle giovani donne che vivono in aree urbane e rurali. Il progetto costruisce un contesto favorevole per ideare, innovare e promuovere iniziative che costruiscano soluzioni alle sfide socio-ambientali del nostro tempo, puntando a scenari più inclusivi, equi, egualitari e sostenibili. Per raggiungere questi obiettivi, sei giovani donne, individuate in un gruppo di quaranta, hanno partecipato a una mobilità internazionale ad Alentejo, in Portogallo, dove si sono confrontate con altre coetanee provenienti da Grecia, Portogallo e Spagna per raccontare le proprie realtà, condividere buone pratiche e sostenersi nella creazione di progetti da implementare nelle rispettive realtà locali. Dall’incontro è emerso che a Bari c’è un basso grado di consapevolezza comunitaria sulle questioni di genere e ambientali e sulla loro correlazione, specie fra le donne e le famiglie delle fasce più vulnerabili della popolazione. Inoltre, vi è una mancanza di leadership femminile per quanto riguarda le tematiche ambientali, mentre la città non è autosufficiente dal punto di vista alimentare ed energetico: c’è poca autoproduzione di cibo e grande consumo di prodotti confezionati, c’è un basso grado di circolarità ed è difficoltoso lavorare sul riutilizzo degli scarti. Dall’analisi di questi bisogni il gruppo di giovani ha realizzato una serie di iniziative locali chiamate giocosamente “La Fatic”, il lavoro faticoso, con l’obiettivo di creare una maggiore connessione tra i quartieri urbani e i sistemi alimentari autosufficienti, promuovere le occasioni di occupabilità delle donne e alimentare forme più profonde di partecipazione locale attraverso la sensibilizzazione e il coinvolgimento. Il gruppo ha così organizzato dei laboratori di riuso creativo dei rifiuti e contribuito a momenti di partecipazione attiva della cittadinanza (pic nic senza plastica, attività di pulizia degli spazi comuni, animazione territoriale e momenti inaugurali come quello del parco Maugeri al Libertà). Il gruppo ha poi raccolto le impressioni di tutte le donne coinvolte in queste attività e ha tratto le proprie conclusioni sull’impatto di queste azioni sul tessuto sociale cittadino. I risultati presentati nel corso dell’incontro di domani saranno poi condivisi con i partner europei in occasione di un seminario in programma dall’8 all’11 febbraio in Grecia, nei pressi di Corinto, in una seconda mobilità che riunirà tutte le partecipanti di Join in Europa. All’incontro di oggi sono stati invitati a partecipare i rappresentanti della commissione Pari opportunità del Comune di Bari e della Consulta dell’ambiente della città. Per ulteriori informazioni Davide Colafemmina - +39 324 747 2073 – [email protected] A questo link la presentazione del progetto... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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marcogiovenale · 2 years ago
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la "costellazione" unarchive: le attività di aamod al festival del cinema di venezia
la “costellazione” unarchive: le attività di aamod al festival del cinema di venezia
L’AAMOD presenta a Venezia la “costellazione” UnArchive Le attività nel campo della formazione, produzione e promozione del riuso creativo del cinema d’archivio L’ottava edizione del Premio Zavattini la seconda edizione della Residenza artistica Suoni e Visioni la prima edizione del festival UnArchive Found Footage Fest Le iniziative della piattaforma UnArchive saranno presentate nel corso della…
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legambiente-emiliaromagna · 5 years ago
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Al via in Emilia-Romagna ECCO, il progetto che promuove l’economia circolare nel territorio
Al via in Emilia-Romagna ECCO, il progetto che promuove l’economia circolare nel territorio
Una stoviglioteca e la promozione delle ecofeste, in Emilia-Romagna sarà Bologna il ri-hub del cambiamento
Promuovere l’incontro tra innovazione e sostenibilità per la nascita di nuove competenze green. Ridurre la produzione di rifiuti, incentivare il riuso dei materiali, aumentare la sostenibilità dei territori, favorire l’innovazione e lo sviluppo di nuove competenze: da qui nasce ECCO…
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sciscianonotizie · 3 years ago
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Andrea Speranza, con la start-up Zeronetto, si aggiudica Explosiva 2021, Challenge delle Idee Vulcaniche
Progetti editoriali per bambini tra cultura ambientale e realtà aumentata
Si chiama Andrea Speranza, a capo della start-up Zero Netto, il vincitore della prima edizione di Explosiva 2021, la challenge delle idee vulcaniche, ideata e portata a termine da Stecca, incubatore di imprese che ha sede nei Molini Meridionali Marzoli a Torre del Greco. 
Andrea, che ha vissuto a Londra e a Shangai, in Cina, è tornato, nel 2020, a Torre del Greco, la sua città natale, ed, insieme a un gruppo di soci, ha fondato la “Zero Netto”, una start-up che ha presentato il suo progetto.
L’offerta si basa, da una parte, sulla creazione e vendita di prodotti editoriali innovativi di educazione a sostegno delle tematiche ambientali di riciclo, upcycle, economia circolare (Color book, Silent book, mappe ecologiche) per bambini in età scolare 5 -10 anni, annessi a percorsi di esperienza digitali di educazione genitoriale mirati all’inclusione, alla emancipazione sociale e alla promozione di modelli di consumo sostenibili. Dall’altra sulla creazione di un software di Realtà’ Aumentata che stimoli i piccoli lettori alla personalizzazione delle storie e crei un nuovo modello di insegnamento innovativo. “Sono particolarmente felice – ha dichiarato il neo vincitore – del fatto che il mio progetto sia stato ritenuto meritevole di fiducia da parte della giuria. Mi piace l’idea di poter lavorare nella mia terra e portare avanti quei concetti di modernità e sviluppo appresi negli anni all’estero”.
Zero Netto si è aggiudicata un percorso di incubazione e accelerazione presso Stecca e i suoi partner per un valore di 40mila euro, battendo la concorrenza, in finale, di altre nove idee progettuali.
“Siamo soddisfatti dell’esito di questa prima edizione di Explosiva 2021 – dichiara Giuliana Esposito, Ceo di Stecca – su 100 proposte arrivate, già selezionarne dieci è stato difficile. Ma siamo felici che la giuria abbia ritenuto, pur tra difficoltà per la qualità delle proposte arrivate, di premiare la start-up di Zero Netto che coniuga valori culturali e un progetto imprenditoriale forte e robusto”. “Ho seguito con passione la costruzione delle proposte e devo riconoscere una grande professionalità in tutti i team che hanno risposto con competenza ai requisiti del bando- dichiara Livio Barone, project manager di Stecca- ma non posso nascondere un pizzico di orgoglio, perché la proposta di Zero Netto deriva da un lavoro di confronto anche con il nostro incubatore.”
Dieci i finalisti che hanno partecipato, da tutta Italia, alla call di Explosiva. Simona Fontana, Andrea Speranza, Annalisa La Barbera, Claudio Meglio, Giuseppe Marconi, Marco Pagano, Attilio Vona, Antonio Bello, Luca Vitiello, Giuseppe Carannante: questi i nomi dei giovani startupper che, in questi mesi, hanno presentato idee e progetti da trasformare in iniziative imprenditoriali.
La giuria è stata formata dai partner tecnici Ottavio Sgrosso, CEO di Pushapp e Business Angel, Angelo De Caro,CEO di Based, Noemi Taccarelli, Founder della Blank Growth Agency,  Gennaro Cervone, CEO della Business Consulting,  Giuliana Esposito, CEO e FOUNDER di Stecca,  Livio Barone, Project manager di Stecca, Enzo Scognamiglio, Digital Manager Marketing di DieciAdv, Antonio Aprea, Ceo Nowtech srl e Consigliere Assoprovider. Coadiuvati dai partner istituzionali Veronica Bertollini, Responsabile Marketing Strategico della Banca di Credito Popolare,  Vittorio Ciotola, Socio e direttore tecnico della Site srl e Presidente dei giovani imprenditori campani di Confindustria,  Luigi Moschera, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale- Università degli Studi di Napoli Parthenope – Prorettore alla Terza Missione,  Paola Generali, Presidente di EDI.it (Digital Innovation Hub Confcommercio),  Marco Tammaro, Responsabile del Laboratorio Tecnologie per il Riuso, il Riciclo, il Recupero e la valorizzazione dei Rifiuti e Materiali di ENEA,  Angelo Pica, Presidente Consorzio Costa del Vesuvio.
source https://www.ilmonito.it/andrea-speranza-con-la-start-up-zeronetto-si-aggiudica-explosiva-2021-challenge-delle-idee-vulcaniche/
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latinabiz · 3 years ago
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Arriva a Roma il Festival Circolare sull'Economia dal 16 al 18 giugno
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Logo LocandinaFestival Attivarsi per la tutela ambientale e la lotta ai cambiamenti climatici praticando le buone regole dell’economia circolare e dare il proprio contributo alla sua diffusione con idee green; proporre nuovi stili di vita allo scopo di ridurre la produzione di rifiuti, incentivare al riuso dei materiali e far emergere il settore della Green economy come mezzo di inclusione sociale. Questo l’obiettivo di Metti in circolo il cambiamento - un progetto di educazione alla cittadinanza globale, coordinato dall’associazione LVIA in collaborazione con Legambiente e altri 10 partner tecnici e istituzionali,con il cofinanziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione Internazionale, per sostenere il processo di transizione verso l’economia circolare – che si avvia a conclusione con la tre giorni del “Festival Circolare” a Roma, presso la Città dell’Altra Economia, dal 16 al 18 giugno. Tavole rotonde, presentazioni, proiezioni video, escape room: al festival romano partecipano giovani provenienti dalle quattro regioni coinvolte dal progetto (Sicilia, Toscana, Emilia Romagna e Piemonte) e tantissimi stakeholder da tutta Italia. Ma non solo, tutti i cittadini possono partecipare gratuitamente all’escape room e mettersi alla prova, in famiglia, con gli amici o singolarmente, per salvare la Terra (https://www.youtube.com/watch?v=fFygHf2QmuA). Ha dichiarato Nicoletta Gorgerino, responsabile del progetto di LVIA: “Il connubio tra economia circolare e inclusione sociale è ciò che ha spinto l’associazione LVIA, con una consolidata esperienza in Africa in progetti di sviluppo sostenibile, a promuovere con 11 partner Metti in circolo il cambiamento. Un progetto nazionale di educazione alla cittadinanza globale con l’obiettivo di favorire il necessario processo di cambiamento culturale e di competenze della cittadinanza verso i princìpi dell’economia basata sul modello riduci-riutilizza- ricicla”. Ha aggiunto Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente: “Metti in circolo il cambiamento, in questi due anni di attività ha voluto contribuire concretamente allo sviluppo di una economia circolare ed ecosostenibile capace di coinvolgere il mondo imprenditoriale tradizionale, le start up, le nuove organizzazioni e la società civile in processi educativi e formativi capaci di aprire nuove prospettive professionali e sociali - – e per questo, oltre a promuovere le idee green dei giovani ha cercato di sviluppare connessioni efficaci con il mondo imprenditoriale, istituzionale e politico”. Si inizia il 16 giugno alle 17,30 con una tavola rotonda con tutti gli stakeholder del progetto e i referenti nazionali e si continua il giorno 17 con l’apertura al pubblico della prima Escape Room Ecologica e la presentazione dei primi 4 cortometraggi vincitori del contest nazionale, scritti dagli studenti del progetto e realizzati da videomaker professionisti. La sera del 17, alle 18,30, nell’area aperitivi, si esibirà Valerio Piccolo. Il “Festival circolare” si conclude il 18 con le lezioni di orientamento sui green jobs, aperta a tutti, e continuerà con la presentazione delle esperienze professionali e imprenditoriali vincitrici del Progetto “Matti in circolo il cambiamento” e del progetto “gemello” ECCO Economi circolari di comunità”. I numeri di Metti in circolo il cambiamento - 60 giovani formati (con percorsi formativi, di cui 15 tirocini / stage formativi) - 13 Idee Green premiate con 3mila euro ognuna - 98 classi di 30 scuole secondarie coinvolte in percorsi di laboratoriali e di cittadinanza attiva - 6 cortometraggi realizzati sulle idee presentate dagli studenti di 44 classi - 4 workshop di citizen science gestiti dal fablab WeMake con Pomlab di Fossano, Fablab Palermo, Fablab Romagna e Gruppo Prototipi FabLab Makers, ITIS Marconi Forlì, Fablab Firenze, Cittadini per l'aria e Laboratorio Ambientale Mugello e sedi territoriali di LVIA, con il coinvolgimento diretto di 60 persone e 1.182 visualizzazioni - 85 giorni di Escape Room in 4 regioni (con coinvolgimento di 75 facilitatori e di 1000 partecipanti) + 1 Escape Room digitale aperta 30 giorni (con coinvolgimento di 30 facilitatori e di 1000 partecipanti) - 20 appuntamenti in presenza e in streaming per la campagna di informazione itinerante sui temi dell’economia circolare - 8 Amministrazioni coinvolte - 87 realtà imprenditoriali e associative incontrate - E poi pillole video, spot in tv, un toolkit per le scuole e un’exhibit itinerante I 13 progetti vincitori di “Metti in Circolo il cambiamento” Ognuno dei 13 progetti vincitori di “Metti in Circolo il cambiamento” è stato finanziato con 3mila euro che serviranno a coprire i costi di servizi e/o beni utili alle fasi di sperimentazione, di prototipazione e dell’implementazione dell’idea. - Plastic Free Movida e RadioBici (Bicchieri vuoto a rendere in aree della movida distribuiti da una cargobike che è anche una vera e propria radio che pedala) - WomanNature (Slip assorbente lavabile e riutilizzabile in tessuto naturale) - TurinGoAt (rete di colonnine per la manutenzione delle biciclette utilizzabili tramite App o QR code per promuovere l’uso delle due ruote) - Sgasà (eco furgoncino per diffusione dello sfuso itinerante) - Rieco-Sì (punto raccolta materiali riutilizzabili da gestire in collaborazione con associazioni locali) - CircleWay (App che promuove mobilità sostenibile e premia gli utenti con buoni da utilizzare in negozi e servizi virtuosi) - #Seminaun (promozione della cura delle piante per sollecitare la conoscenza del loro ruolo per la nostra vita con sfide e confronti tra istituti scolastici) - Art Èco (moda e artigianato sostenibile e antispreco) - Ulisse (coltivazione controllata di alghe filtranti contro l’inquinamento e per diversi usi) - Spazio 2030 (spazio sociale culturale per vivere gli obiettivi dell’Agenda 2030) - Agronfire (riuso scarti dell’industria agroalimentare: buccia d’arancia per produrre diavolina accendi fuoco) - Sapori sicani (creazione di reti associative per la migliore gestione delle vendite e delle consegne per piccoli produttori e l’ottimizzazione dei servizi) - Agrobiotics (Robotica e intelligenza artificiale al servizio della produzione di agrumi, per ridurre gli sprechi e ottimizzare i risultati) Il progetto è stato realizzato da LVIA; Legambiente Onlus; Associazione Eufemia; WeMake SRL; Comune di Cuneo; Città di Torino; Città di Firenze; Comune di Borgo San Lorenzo; Unione Montana dei Comuni del Mugello (FI); Comune di Palermo; Comune di Castelbuono (PA); Confcooperative Piemonte, con il finanziamento dell’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione Internazionale e con il contributo della Cassa di Risparmio di Cuneo e della Cassa di Risparmio di Torino. 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tmnotizie · 5 years ago
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ANCONA – Industria 4.0 ed economia circolare, Benessere della persona e qualità negli ambienti di vita: sono questi i temi attorno ai quali ruoterà domani, 14 novembre, Smau Marche, la tappa del Roadshow Smau organizzata in collaborazione con la Regione Marche, Camera di Commercio delle Marche e il contributo del Comune di Ancona. Imprese, istituzioni, abilitatori di innovazione e startup saranno coinvolti in un programma serrato di eventi con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze del territorio (anche grazie all’assegnazione dei Premi Innovazione Smau), favorire il loro networking e la loro connessione con l’ecosistema nazionale dell’innovazione.
Smau Marche si svolgerà dalle 9.30 alle 17.30 alla Mole Vanvitelliana, nella prestigiosa Sala delle Polveri: l’ingresso all’evento è gratuito, previa registrazione obbligatoria anche il giorno stesso su Eventbrite.
“La presenza di Smau nelle Marche è il riconoscimento a un territorio che, da tempo, si è aperto e con successo alle sfide dell’innovazione – ha dichiarato Manuela Bora, Assessora alle Attività produttive della Regione Marche – Abbiamo giovani competenti, università e centri di ricerca qualificati, imprenditori illuminati ai quali si aggiunge il sostegno convinto della Regione Marche, che in questi anni ha messo in campo diversi strumenti utili per sostenere la nascita e la crescita di nuove iniziative imprenditoriali.
Del resto, sono fortemente convinta delle potenzialità che le startup ad alto tasso di innovazione possono esprimere non solo a beneficio dell’iniziativa privata, ma di tutto il territorio. Quello che si sta sviluppando nella nostra regione è un ecosistema territoriale dell’innovazione, un patrimonio di conoscenze ed esperienze a disposizione soprattutto del sistema imprenditoriale marchigiano” – conclude l’Assessora.
Il Premio Innovazione Smau alle migliori esperienze di Open Innovation del territorio
L’innovazione passa attraverso la brevettazione di nuovi eco-materiali e il loro riuso, l’industria 4.0, il miglioramento dei processi che riducono i costi di gestione per i clienti e laboratori che diventano luoghi di innovazione. Ma anche tramite i vantaggi di digitalizzazione e integrazione dei processi, il risparmio energetico utilizzando l’intelligenza artificiale, la farmacogenetica, fino all’inserimento del 3D per migliorare la qualità della produzione.
Sono questi i progetti messi in atto da grandi player come: Angelini, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, Delta, Diatech, Gruppo Bucciarelli, Loccioni, HSD, IMAB e LaManuelita, che per questo riceveranno domani il Premio Innovazione Smau, il riconoscimento che intende valorizzare le best practices di Open Innovation.
Sul tema Industria 4.0 troviamo Angelini, che con il progetto in corso Smart Energy Management ha implementato l’aumento dell’efficienza ed il risparmio energetico, utilizzando algoritmi di Intelligenza Artificiale. Mentre l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale ha sviluppato in collaborazione con Hyperion Software, un sistema IoT basato sull’intelligenza artificiale per il controllo e la rilevazione di comportamenti anomali nell’area del Porto.
Delta, specializzata nella produzione di materiali compositi, ha ideato lavelli per cucine in grado di depurare l’aria della stanza, realizzati interamente con materiale di recupero e monitorati in tempo reale lungo tutta la filiera di produzione. Il tutto per incrementare la sostenibilità dei suoi prodotti, oggi più che mai un plus, un valore aggiunto.
Diatech invece è tra le prime aziende in Europa a creare e commercializzare kit diagnostici per test farmacogenetici. L’obiettivo è quello di analizzare il DNA e valutare qual è la giusta terapia per ciascuno di noi. Grazie alla farmacogenetica, possiamo capire quando un farmaco è utile, evitando così gli sprechi e i potenziali effetti collaterali.
Il Gruppo Bucciarelli, che opera nel settore delle analisi chimiche e microbiologiche, nel 45mo anno della sua attività punta sull’innovazione e ha deciso di coinvolgere talenti esterni, in ottica di Open Innovation. Per questo il Laboratorio Bucciarelli nel 2019 si è trasformato in un’officina dell’innovazione, con il GB Hackathon che ha coinvolto oltre 25 tra sviluppatori, chimici, biologi, designer e appassionati di marketing e business.
Il progetto del gruppo Loccioni prevede la progettazione, la prototipazione e la validazione di innovativi banchi di prova per il test di motori elettrici, assi elettrici e trasmissioni per architetture ibride e full electric nel settore automotive, che prevedono l’utilizzo di nuovi sistemi e metodologie di misurazione dei parametri di esercizio e delle performance.
HSD ha pensato di rendere facile e alla portata di tutti il monitoraggio dell’elettromandrino tramite la App MYHSD e velocizzare al massimo le operazioni di manutenzione, aggiornamento firmware e diagnostica. La convivenza nella stessa azienda di ingegneri meccanici, elettronici e informatici, ha consentito di sviluppare le soluzioni necessarie a governare i sistemi digitali di taratura interni all’elettromandrino.
IMAB, industria manifatturiera del settore legno, con l’obiettivo ambizioso di diventare una fabbrica intelligente, ha fatto il primo passo, trasformando la manutenzione da centro di costo a centro di profitto, cambiando la cultura organizzativa e il modo di lavorare attraverso la digitalizzazione dei processi. Grazie al partner INTAC e al programma Smart Maintenance, è stato possibile attraverso le informazioni e agli insight ottenuti dall’analisi dei dati provenienti dalle macchine connesse su cloud, poter efficientare i processi aziendali.
Un processo di digitalizzazione aziendale completo, dalla progettazione alle linee produttive, fino alla commercializzazione ed al marketing lo ha messo in atto LaManuelita, con l’inserimento del sistema 3D per progettare i propri modelli. È riuscita a ridurre al minimo i campionari fisici, ottimizzando le comunicazioni interne ed esterne all’azienda, tracciando in tempo reale tutte le fasi produttive e di commercializzazione.
Dalla realtà virtuale, passando per l’IoT fino alla stampa 3D
Questa prima edizione di Smau Marche rappresenta anche un’opportunità importante per le startup del territorio di farsi conoscere, e promuovere l’innovazione e l’imprenditorialità al fine di valorizzare la creazione di idee innovative in vari campi. 360° Storytelling (Pesaro) sviluppa progetti multimediali in realtà virtuale e aumentata per raccontare ed esplorare le eccellenze del “Made In Italy”: dalla produzione artigianale e manifatturiera, alla cultura e promozione turistica.
Airbag Studio (Ascoli Piceno) è una società digitale che copre l’intero ciclo di sviluppo delle app, dall’ideazione alla progettazione, sviluppo, test e implementazione, con particolare attenzione per tutti quei progetti che mettono la tecnologia al servizio delle persone. Fortemente impegnati a innovare nei settori della salute, del benessere e dell’innovazione sociale.
Startup pluripremiata è BioPic (Ancona), con le sue soluzioni innovative per realizzare in modo smart un orto in casa, permette a bar e ristoranti di coltivare erbe aromatiche super profumate per cocktail e piatti indimenticabili, reinventando la coltivazione domestica e professionale.
Ad alto contenuto tecnologico è Carbon Mind (Ascoli Piceno), una startup specializzata nei servizi di ingegneria per il settore dei materiali compositi avanzati, offrendo un servizio a 360° che va dal concept del prodotto fino all’avvio del processo produttivo, con infinite possibilità di personalizzazione.
Per migliorare la customer experience sia in store che online, e aumentare il tasso di conversione delle vendite, troviamo le soluzioni proposte da Emoj (Ancona), che usa intelligenza artificiale e IoT per tradurre in tempo reale le emozioni del cliente, nel pieno rispetto delle normative GDPR.
 Poi c’è eggChain (Pieve Torina), che applica la tecnologia blockchain alla tracciabilità e certificazione sull’origine dei prodotti agroalimentari a tutela del Made in Italy.
E Mashcream, che rivoluziona il concetto di gelato da passeggio realizzandolo in roll e al momento, con macchinari progettati allo scopo.
FoodFind (Serra San Qurico), è un network digitale che collega tutti i soggetti della filiera alimentare e permette ai consumatori di cercare e trovare in autonomia tutte le informazioni sul prodotto desiderato, individuando immediatamente il produttore di riferimento.
Lactosolution (Macerata) è un progetto innovativo per aiutare le persone con intolleranze alimentari e bisogni specifici. Basta una sola compressa prima di un pasto contenente lattosio per digerire bene senza manifestare i sintomi dell’intolleranza al lattosio.
Mentre il comfort delle persone è al centro di Focotto (Jesi), che produce sistemi e attrezzature per portare indoor e outdoor il calore del fuoco con prodotti di design e dalla miglior prestazione energetica.
In ambito ICT, digitale e servizi, troviamo le proposte di Fuel (Ancona), startup del settore edtech che usa una piattaforma di e-learning basata su chatbot per la formazione e autoformazione, in particolare per il trading online e per l’automazione dei processi aziendali.
Poi c’è Hyle (Ancona), società di servizi di innovation management, che crea programmi di spin-off aziendali ad hoc commisurati alle proprie esigenze grazie al chatbot One.
Per l’industria 4.0 sono infine di grande interesse le soluzioni proposte da Krea Italy (Trecastelli) e il suo servizio di stampa 3D che copre tutte le fasi, dalla progettazione del bozzetto al prodotto finito, dalla prototipazione alla produzione, toccando il design, fino alla supervisione generale della progettazione.
Sison (Monte San Vito), è una startup specializzata nell’automazione industriale e nei protocolli informatici che presenta il nuovo framework RemoteNeo, un unico sistema multidevice che ottimizza tempi e costi.
Ma c’è spazio anche per la mobilità sostenibile con Linky Innovation (Falerone) e il suo longboard elettrico, dotato di un sistema pieghevole unico e dal peso ridotto. Una dinamicità ricca di stile e infinite possibilità di personalizzazione con set di zaini funzionali ed eleganti, per una soluzione portatile per la mobilità “dell’ultimo miglio”.
Mentre da Pesaro arriva la gamification applicata al booking online grazie a PlaytoTrip, un servizio SaaS che fa incontrare in modo innovativo e divertente le necessità del viaggiatore e le offerte delle strutture, attraverso un’asta per la vendita di pacchetti vacanza.
Praxe (Ancona) invece si occupa di progetti medtech per lo sport e la ricerca in campo medico-sportivo, in particolare punta a migliorare la qualità dell’elettrocardiogramma sotto sforzo. E Leafgreen (Urbino) che produce cosmetici biologici inserendo piante officinali fresche all’interno, lisati ed olii essenziali. Il risultato è un prodotto certificato biologico con un’elevata funzionalità cosmetica e dalle proprietà aromaterapiche.
Infine, Ubisive (Civitanova Marche) che con esperienze di realtà immersiva intende facilitare la relazione del consumatore con il brand. Esperienze applicabili non solo nel retail, ma anche in contesti culturali. Wisense (Ancona) grazie alla sinergia con l’Università Politecnica delle Marche, dalla quale nasce come spin off accademico, e alla collaborazione con diverse aziende partner, sviluppa progetti, prodotti e servizi altamente integrati ed evoluti, orientati all’IoT e all’innovazione.
I talenti dell’IoT si sfidano in un hackathon
Inoltre, contestualmente alle attività in programma nel corso della giornata, verrà realizzato un hackathon sul tema Impresa 4.0: si tratta della tappa marchigiana del Campionato Universitario Makers, realizzato da Math2B in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche. Focus l’Internet of Things, e che prevede il coinvolgimento di studenti, laureandi e neolaureati delle facoltà scientifiche nelle università locali.
L’appuntamento con Smau Marche sarà l’occasione per confrontarsi con questi importanti player dell’innovazione, in un programma articolato di incontri, matching, momenti di presentazione e networking, per dare avvio a nuove collaborazioni e partnership tra gli attori più innovativi del territorio.
Tutte le informazioni sono disponibili su https://www.smau.it/marche19/
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