#promozione dei diritti
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Alessandria Promuove l'Educazione alla Legalità all'Istituto "Umberto Eco"
Un ciclo di incontri per sensibilizzare i giovani su legalità e parità di genere, con storie di rinascita dopo la violenza
Un ciclo di incontri per sensibilizzare i giovani su legalità e parità di genere, con storie di rinascita dopo la violenza. Il Comune di Alessandria ha inaugurato un ciclo di incontri presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “Umberto Eco” dedicato all’educazione alla legalità e alla sensibilizzazione sulla violenza di genere. Il primo appuntamento si è tenuto ieri, 28 ottobre, e ha visto la…
#25 novembre#Alessandria eventi#Approccio Multidisciplinare#CICLO DI INCONTRI#comune di Alessandria#coscienza critica#costruzione di una società inclusiva#cultura delle differenze#Diritti delle donne#diritto alla parità#diversità come valore#Educazione alla Legalità#educazione alla parità#Educazione civica#formazione scolastica#Giornata contro la violenza sulle donne#giovani e legalità#impegno scolastico#impegno sociale#incontro con assessora#Istituto Umberto Eco#Pari Opportunità#Parità di genere#pedagogia delle differenze#prevenzione della violenza#promozione dei diritti#rinascita dopo la violenza#rispetto delle differenze#rispetto e dialogo#Roberta Cazzulo
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giannamaria guarda che se vuoi criticare la cultura occidentale però non c’è bisogno di rinnegarla così tanto quasi al punto da fare marcia indietro pure sulla parità di genere. ché quella non fa così schifo, dai
#no in realtà il ragionamento che fa è necessariamente più complesso e condivisibile#e cioè ragiona sul modo in cui le politiche di integrazione dei paesi proposti siano in realtà discriminatorie#e basate su presupposti razzisti e neo-coloniali relativi alla superiorità della cultura occidentale#e pertanto all’imposizione a chi arriva di rinunciare alla cultura di provenienza per integrarsi del tutto#in tutto ciò figura anche una promozione dei diritti delle donne + lgbt etc che si rivela solo strumentale#poiché alle destre nazionaliste non gliene frega una mazza ma è pur sempre un ottimo espediente retorico per rafforzare la propria posizione#contro ‘l’Altro’#e fin qui sono super d’accordo con quello che dice l’autrice. ci mancherebbe#solo che in alcuni passaggi mi pare abbondare eccessivamente nelle critiche alla cultura occidentale che certo. ha INFINITI problemi al suo#interno e figuriamoci poi nei rapporti con le altre culture#anche qui sono d’accordo con lei#MA non è che allora dobbiamo buttare via tutto. le conquiste relative ai diritti sono qualcosa su cui arroccarsi con le unghie e con i denti#è disgustoso razzista e ipocrita dire che x valori ci contraddistinguono e noi li incarniamo perfettamente mentre ‘Loro’ devono acquisirli?#assolutamente sì. proprio perché v. supra la cultura occidentale ha problemi anche con questo#detto ciò è auspicabile che una cultura dei diritti - anche quelli di matrice occidentale. elaborati certo grazie a un benessere di cui#abbiamo goduto anche a discapito di altri (e di ciò bisogna esserne consapevoli)#dicevo è auspicabile che una ampia e plurale cultura dei diritti si sviluppi e coinvolga tutti. secondo tempi modi e misure adeguati ma con#l’obiettivo di beneficiare tutti? io dico di sì in fin dei conti#non per tirare fuori il dibattito relativismo vs universalismo e non per fare la democristiana ma forse la via di mezzo tra un assoluto#relativismo e un aggressivo universalismo ha senso#boh è tutto molto interessante ci devo riflettere
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Raga io mi sparo l'hanno adottato veramente
#lui c'è in ogni storia con il resto dei liceali#però mi dovete spiegare perché non c'è fracolu io mi fidavo di Sandrino#i miei diritti io ho urlato a gran voce il mio dissenso per non aver incluso domenico nella metà della promozione della s1#manco al concerto di gabba c'era io l'ho sperato fino all'ultimo poi stava a Matera a pubblicizzare i carcerati#e ora si fa gli apetitivi con gli altri i miei diritti ma anche i suoi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!#sono contenta#un sacco#il mio bubino 🤏🏼#un professtag
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“Italia non ha firmato perché testo ricalca legge Zan”
L’Italia non ha aderito “insieme a un terzo degli Stati membri” alla dichiarazione perché “era in realtà sbilanciata sull’identità di genere, quindi fondamentalmente il contenuto della legge Zan”. Così dal ministero della Famiglia spiegano il “criterio ovvio” con cui il governo ha scelto di non firmare. È stata “una decisione presa giorni fa”, riferiscono le stesse fonti, sottolineando che in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia sono stati prodotti diversi documenti e l’Italia ha aderito alla dichiarazione contro omofobia, transfobia e bifobia “perché era relativo alla non discriminazione rispetto all’orientamento sessuale”.
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LA COLOMBIA HA ABOLITO I MATRIMONI INFANTILI
Il 14 novembre 2024 la Colombia ha approvato una legge storica che abolisce i matrimoni infantili, segnando un passo significativo verso la tutela dei diritti dei minori e la promozione dell’uguaglianza di genere.
La pratica dei matrimoni infantili è ancora molto presente in alcune regioni del paese, dove le tradizioni culturali e la povertà spingono molte famiglie a far sposare le loro figlie in giovane età con uomini con il doppio o il triplo dei loro anni. La nuova legge vieta i matrimoni sotto ai 18 anni e protegge i minori da abusi e sfruttamento garantendo loro il diritto all’istruzione e a un’infanzia libera da responsabilità adulte. Le ragazze indigene sono le principali beneficiarie di questa riforma, poiché i matrimoni infantili spesso le privano delle opportunità educative e le espongono a violenze e rischi sanitari legati a gravidanze precoci. Il percorso per l’approvazione di questa legge durato 17 anni ha affrontato il fatto che molte comunità vedevano ancora i matrimoni infantili come una soluzione per alleviare il peso economico delle famiglie e per proteggere le ragazze da situazioni di vulnerabilità.
La Colombia è al 20° a livello globale in termini di adolescenti che si sposano prima dei 15 anni. L’abolizione dei matrimoni infantili in Colombia è stata accolta con favore da numerose organizzazioni internazionali che vedono in questa misura un modello da seguire per altri Paesi con situazioni sociali simili. La nuova legge prevede sanzioni severe per chi viola il divieto e stabilisce programmi di reinserimento ed educazione per le giovani vittime di matrimoni forzati o precoci.
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Fonte: Senado de la República de Colombia; Jennifer Pedraz; Unicef; immagine di Renthel Cueto
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Il Vizietto
Giorno 17 Maggio si ricorda la Giornata Internazionale contro Omofobia, Transfobia e Bifobia. In occasione di questa iniziativa la maggioranza dei paesi membri dell'Unione Europea firma una dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore della comunità LGBTQ+. Tra i paesi non firmatari spunta, non sorprendentemente, il nostro paese. Eppure quella stessa mattina le alte cariche dello Stato hanno dichiarato che ci sarebbe stato un impegno dalla loro parte per garantire il rispetto dei diritti di queste minoranze. Quindi, cosa è cambiato?
Semplicemente quello che definirei un disturbo da stress post-traumatico dovuto alle similitudini nel testo della dichiarazione e la proposta di legge Zan, che il nostro parlamento ha bocciato festeggiando come se la nazionale di calcio avesse segnato un goal decisivo nella finale di Coppa del Mondo.
Questa non velata dimostrazione di ipocrisia da parte nostra, oltre ad essere una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini facenti parte di questa comunità, ci porta a venire isolati dall'Unione Europea stessa. Un fatto grave, considerando che l'Italia è uno dei paesi fondatori. Il rispetto dei diritti umani e civili è un qualcosa che va oltre il colore politico, oltre i programmi elettorali, e un fatto del genere ci fa apparire come un paese retrogrado e ancora legato a delle dinamiche politiche e sociali che il mondo ormai da tempo si è lasciato alle spalle.
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la dichiarazione rilasciata dal Ministro delle Pari Opportunità e della Famiglia Eugenia Maria Roccella, e cito testualmente: "La sinistra usa l'omofobia per nascondere il suo vero obbiettivo, il gender". Tralasciando il fatto che dichiarazioni del genere non le digerirei neanche in un comizio elettorale per le elezioni politiche di un paesino dimenticato da Dio, è evidente come vi sia ancora una forte ignoranza sulla questione dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere, che vengono ancora viste come l'una la conseguenza dell'altro.
Premessa importante: sesso e genere sono due termini distinti e separati. Il sesso è una componente biologica, stabilita sin dalla nascita, inalterabile. Il genere, invece, è il modo in cui tu come individuo ti definisci e vuoi essere definito dall'altro. L'orientamento sessuale non ha nulla a che vedere con l'identità di genere, visto che definisce il genere verso cui sei attratto romanticamente e sessualmente. Stabilendo ciò è evidente come le parole della Ministra non hanno né capo né coda, visto che entrambe, identità di genere e orientamento sessuale per l'appunto, sono definizioni insite nell'individuo (ci nasci e non ci diventi insomma) e di conseguenza niente e nessuno può portarti a pensarti in una maniera differente da come ti vedi e ti senti.
In conclusione: in questo nostro paese sei riconosciuto e difeso, ma solo a parole, e le parole fine a sé stesse non sono abbastanza. Il nostro Governo deve agire in modo da poter garantire delle vere pari opportunità, una vera tutela, in modo che tu come cittadino abbia la libertà di essere ed essere visto come desideri, senza aver paura della tua incolumità e del giudizio altrui.
#blog#italian#personal rant#rant post#italia#politica#giornata internazionale contro omofobia transfobia e bifobia#lgbtq#lgbtq community#lgbt rights#eugenia maria roccella
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Nassiriya: Bergamini commemora caduti, eroi di abnegazione
Nassiriya, la vicesegretario nazionale di Forza Italia e responsabile esteri del partito azzurro Deborah Bergamini: "commemoriamo caduti, eroi di abnegazione " Oggi, 12 novembre 2024, Forza Italia Toscana si unisce al ricordo dei caduti nella strage di Nassiriya, un evento che ha segnato profondamente il nostro paese. Esattamente 21 anni fa, l'Italia ha subito una delle perdite più gravi nelle missioni internazionali di pace, un episodio che continua a ricordarci il valore dei nostri militari e civili impegnati in missioni umanitarie. Deborah Bergamini, vicesegretario nazionale di Forza Italia e responsabile esteri del partito azzurro, ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in memoria di questi eroi: "Nella giornata di oggi commemoriamo i caduti della strage di Nassiriya, avvenuta 21 anni fa, e tutte le vittime nelle missioni di pace. Hanno rappresentato e continuano a rappresentare il volto di un'Italia che costruisce pace e libertà laddove le popolazioni sono martoriate dalla guerra. Eroi di abnegazione, sacrificio e professionalità. Alla loro memoria, e alle famiglie che li piangono, va il nostro 'grazie'". Questo anniversario non è solo un momento di memoria ma anche un'opportunità per riflettere sull'impegno italiano nelle missioni di pace all'estero. Il sacrificio dei caduti di Nassiriya rappresenta un esempio di coraggio e dedizione al servizio della comunità internazionale. L'Italia, attraverso le sue Forze Armate e il suo personale civile, ha sempre cercato di contribuire alla stabilità globale, alla costruzione della pace e alla promozione dei diritti umani nei teatri di crisi. Oggi, Forza Italia Toscana rende omaggio a questi eroi, sottolineando l'importanza del loro servizio per la collettività mondiale e per il nostro paese. La loro abnegazione e il loro sacrificio rimangono un monito e una fonte di ispirazione per le nuove generazioni, ricordandoci che la libertà e la pace hanno un prezzo altissimo, spesso pagato con la vita. Edoardo Fabbri Nitti Forza Italia - Coordinamento Regione Toscana Follow @FI_ToscanaTweet to @FI_Toscana
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Marlee Matlin: Un’Eccellenza nel Cinema e una Voce per la Sordità
Marlee Beth Matlin, nata il 24 agosto 1965 a Morton Grove, è una delle attrici più celebri della comunità sorda. La sua carriera ha segnato la storia di Hollywood grazie al suo impegno e alla determinazione con cui ha abbattuto le barriere legate alla sordità nel mondo dello spettacolo. Da sempre impegnata nella promozione della consapevolezza sulla sordità, Marlee Matlin è un esempio straordinario di talento e resilienza.
Marlee Matlin è sorda dall’infanzia: una malformazione genetica alla coclea l’ha resa sorda totale dall’orecchio destro e all’80% da quello sinistro quando aveva solo 18 mesi. Sin da giovane ha abbracciato questa realtà, diventando un membro attivo della National Association of the Deaf, organizzazione americana che rappresenta e sostiene le persone sorde. La sua passione per la recitazione e la sua voglia di sfidare le aspettative hanno dato vita a una carriera straordinaria che ha contribuito a sensibilizzare il pubblico sulle sfide e le potenzialità della sordità.
Il debutto di Marlee Matlin nel film “Figli di un dio minore” ha cambiato il panorama del cinema per sempre. Con la sua interpretazione, ha ottenuto l’Oscar come miglior attrice, diventando non solo la prima attrice sorda a ricevere questo premio, ma anche la più giovane, a soli 21 anni. Questo successo ha fatto di lei un’icona per la comunità sorda e un esempio di come la sordità non rappresenti un limite per chi ha talento e determinazione.
Nel corso della sua carriera, Matlin ha lavorato in numerosi progetti cinematografici e televisivi, ampliando la sua notorietà e continuando a rompere le barriere legate alla sordità. Ha recitato in serie TV di successo come “The West Wing”, “The Practice”, “The L Word” e “Switched at Birth”, portando la sua esperienza e il suo talento a un vasto pubblico. Le sue apparizioni in TV le hanno inoltre fruttato quattro candidature agli Emmy Awards e due ai Golden Globe, una dimostrazione dell’apprezzamento per la sua abilità di attrice. Attraverso questi ruoli, ha messo in luce le sfide che molte persone sorde affrontano ogni giorno, contribuendo alla consapevolezza collettiva sulla sordità.
Oltre a essere un’attrice di successo, Marlee Matlin è anche un’attivista per i diritti delle persone con sordità. Grazie alla sua visibilità, ha sostenuto numerose cause e organizzazioni benefiche e ha utilizzato il suo lavoro come mezzo per promuovere l’inclusione e la comprensione della sordità. La sua partecipazione alla celebrazione del Super Bowl è uno degli esempi più memorabili del suo impegno. Matlin ha infatti interpretato l’inno nazionale per la comunità sorda per tre edizioni del Super Bowl, rendendo l’evento accessibile anche ai non udenti e dimostrando come la sordità non sia un ostacolo per la partecipazione alla vita pubblica.
Nel 2009, Marlee Matlin ha ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame, un riconoscimento al suo contributo significativo all’industria dell’intrattenimento e al suo impegno costante per la sensibilizzazione sulla sordità. Nel 2015 ha anche partecipato al musical “Spring Awakening”, in cui ha dimostrato ancora una volta la sua abilità di attrice e la sua passione per il teatro, coinvolgendo nel progetto interpreti sordi e udenti per promuovere l’inclusione.
Marlee Matlin non si limita a essere un simbolo per la comunità sorda, ma è anche una madre e una moglie. Nel 1993 ha sposato Kevin Grandalski, un poliziotto, e insieme hanno quattro figli. Nonostante le sfide che la sordità comporta, Matlin è riuscita a costruire una vita familiare solida e soddisfacente, un altro esempio della sua resilienza e determinazione. La sua relazione con William Hurt, suo co-protagonista in “Figli di un dio minore,” ha attirato l’attenzione dei media, ma la sua stabilità familiare dimostra che la sordità non influisce sulla sua capacità di vivere una vita piena e appagante.
La sua influenza va oltre il cinema e la TV: Matlin è un’autrice di successo, con diversi libri al suo attivo. Tra i suoi lavori più noti ci sono “Deaf Child Crossing” e “I’ll Scream Later”, nei quali racconta la sua esperienza come donna sorda in un mondo spesso ostile alle differenze. Queste opere non solo offrono uno sguardo intimo sulla sua vita, ma forniscono anche un contributo importante alla letteratura sulla sordità, mettendo in evidenza il modo in cui le persone sorde affrontano sfide uniche e superano ostacoli sociali e culturali.
Infine, Marlee Matlin ha anche fondato Solo One Productions con il suo interprete ASL, Jack Jason, una casa di produzione dedicata a progetti che sensibilizzano sulla sordità. La loro collaborazione ha portato alla realizzazione di una serie TV, “Life and Deaf”, che esplora l’amicizia tra un’attrice sorda e un interprete della lingua dei segni americana. Questo progetto rappresenta un ulteriore passo verso l’inclusione e la comprensione della sordità, una tematica che Matlin ha sempre portato avanti con passione e dedizione.
In conclusione, Marlee Matlin è molto più di un’attrice premiata: è una pioniera per i diritti della comunità sorda, un’attivista, una scrittrice e una madre. Il suo impegno per la sordità è una fonte di ispirazione per milioni di persone in tutto il mondo, dimostrando che con talento, determinazione e passione si può superare qualsiasi limite.
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L'importanza della formazione sulla sicurezza sul lavoro in Italia
La sicurezza sul lavoro è un tema di fondamentale importanza in Italia, regolamentato principalmente dal Decreto Legislativo 81/2008 (noto come Testo Unico sulla Sicurezza), che stabilisce le linee guida per garantire la protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori. Ma esattamente, perchè è tanto fondamentale?
I vantaggi della formazione sulla sicurezza
Uno degli aspetti cruciali della normativa in materia di salute e sicurezza lavoro e della formazione obbligatoria, è prevenire infortuni e malattie professionali e a creare un ambiente di lavoro sicuro e salutare.
La formazione sulla sicurezza sul lavoro ha diversi vantaggi per le imprese e i lavoratori. Tra i principali, vi è una riduzione degli incidenti sul posto di lavoro, grazie alla maggiore consapevolezza dei rischi e alle competenze acquisite per evitarli. Questo si traduce in minori costi legati ad assenze per infortuni o malattie professionali, nonché in una maggiore efficienza operativa.
Un altro beneficio riguarda il miglioramento del clima lavorativo: lavoratori che si sentono protetti e che hanno fiducia nelle misure di sicurezza adottate tendono ad essere più produttivi e a lavorare con maggiore serenità. Inoltre, le imprese che investono nella sicurezza tendono a migliorare la loro reputazione, attrarre talenti e dimostrare un impegno etico nei confronti dei dipendenti.
Le figure principali della sicurezza sul lavoro
Nel contesto della sicurezza sul lavoro, esistono diverse figure con responsabilità specifiche. Tra queste, il Datore di Lavoro è la figura centrale, responsabile dell'organizzazione della sicurezza e dell'adozione di tutte le misure necessarie per garantire un ambiente di lavoro sicuro. Il datore di lavoro deve anche assicurarsi che i dipendenti ricevano la formazione adeguata.
Accanto al datore di lavoro, vi è il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), che può essere interno o esterno all'azienda, incaricato di coordinare le attività di prevenzione. Un'altra figura chiave è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), che viene eletto dai lavoratori e ha il compito di rappresentare i loro interessi in materia di sicurezza.
La formazione dei lavoratori
La formazione dei lavoratori in Italia avviene attraverso corsi specifici obbligatori sulla sicurezza che variano in base al settore di appartenenza dell'azienda e al tipo di rischio a cui i lavoratori sono esposti. In generale, il percorso formativo si compone di un corso generale, che riguarda la sicurezza di base e i diritti e doveri del lavoratore, e di un corso specifico, tarato sulle peculiarità dell'ambiente di lavoro e sui rischi specifici legati alle mansioni svolte.
I corsi di formazione possono essere erogati da enti accreditati o da formatori interni qualificati, e devono essere ripetuti periodicamente, soprattutto in caso di cambiamenti rilevanti nell'organizzazione o nei processi aziendali.
Principali corsi di sicurezza sul lavoro
Tra i principali corsi di formazione obbligatori, troviamo:
Corso di formazione generale sulla sicurezza, che tutti i lavoratori devono frequentare indipendentemente dal settore di appartenenza;
Corso di formazione specifica per i lavoratori, modulato in base al rischio (basso, medio o alto) del settore in cui l'azienda opera;
Corsi di formazione per RSPP, rivolti a chi assume questo ruolo all'interno dell'azienda;
Corso per Addetti al Primo Soccorso e Antincendio, dedicato ai lavoratori incaricati di affrontare emergenze.
Il ruolo del datore di lavoro
Il datore di lavoro gioca un ruolo essenziale nella promozione della sicurezza sul lavoro. Non solo deve garantire la corretta attuazione delle normative vigenti, ma è anche tenuto a individuare i rischi presenti nell'ambiente di lavoro e a valutare i pericoli. In base a questa valutazione, deve attuare tutte le misure necessarie per eliminarli o ridurli al minimo.
Inoltre, il datore di lavoro deve fornire ai propri dipendenti dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati e garantire che essi siano utilizzati correttamente. La mancata osservanza di queste disposizioni può comportare sanzioni pesanti, sia dal punto di vista penale che amministrativo.
In conclusione, la formazione sulla sicurezza sul lavoro in Italia rappresenta non solo un obbligo di legge, ma anche un investimento strategico per le aziende, che porta vantaggi in termini di produttività, clima aziendale e riduzione dei rischi. Un ambiente di lavoro sicuro è la base per un’organizzazione efficiente e sostenibile nel tempo.
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Promoting Peace Awareness Among Youth: A Transformative Experience in Ortelle
Dal 20 al 26 settembre 2024, il progetto "Promoting Peace Awareness Among Youth" ha unito 40 giovani provenienti da Italia, Ungheria, Romania, Ucraina e Georgia in un’intensa settimana di formazione e scambio culturale a Ortelle, nel Salento. L’obiettivo principale di questa iniziativa era quello di sensibilizzare i partecipanti su tematiche legate alla pace, ai diritti umani e alla costruzione di una società inclusiva.
Durante questa settimana, i partecipanti hanno avuto l'opportunità di immergersi in attività formative pratiche, come laboratori interattivi e giochi di ruolo, che hanno stimolato una riflessione critica su argomenti cruciali come la risoluzione dei conflitti e la comunicazione interculturale. I partecipanti hanno anche esplorato la storia del movimento pacifista, presentando figure emblematiche e reinterpretando le loro storie in chiave contemporanea.
Le attività, progettate per essere coinvolgenti e significative, hanno permesso ai giovani di esprimere le loro idee attraverso la creatività. Un momento particolarmente significativo è stato il laboratorio “Sorrisi sono Pietre”, in cui i partecipanti hanno dipinto sassi con messaggi di pace, lasciandoli in vari punti della comunità locale, contribuendo così a diffondere un messaggio di speranza e solidarietà.
Uno degli aspetti più rilevanti del progetto è stata la creazione di un "Manifesto dei Giovani Pacifisti", che raccoglie le idee e le visioni dei partecipanti sulla cultura pacifista. Questo documento, composto da 12 tavole, rappresenta un contributo tangibile alla promozione di valori di pace e cooperazione tra i giovani.
Il progetto ha anche avuto un forte impatto sullo sviluppo personale dei partecipanti, aumentando la loro consapevolezza sociale e il desiderio di diventare agenti di cambiamento nelle loro comunità. Grazie alla rete di collaborazione creata tra i giovani di diverse nazioni, è stata favorita una maggiore comprensione interculturale e una costruzione di relazioni durature.
In conclusione, il progetto "Promoting Peace Awareness Among Youth" ha rappresentato non solo un'importante opportunità di apprendimento e crescita personale, ma anche un passo significativo verso la costruzione di un futuro più pacifico e inclusivo per le nuove generazioni.
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Le ONG svolgono un ruolo cruciale nella promozione del benessere sociale e dello sviluppo sostenibile. Attraverso iniziative umanitarie, ambientali e per i diritti umani, queste organizzazioni colmano l’assenza dei governi e affrontano sfide globali come la povertà e la protezione dell’ambiente. Scopri l'importanza delle ONG, la loro evoluzione, e come il loro operato contribuisce a creare un futuro più equo e sostenibile. Unisciti al movimento e contribuisci a promuovere diritti umani e pace globale!
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Maysoon Majidi
Sono venuta in Europa con la speranza di trovare una nuova casa e una nuova vita in una nazione in cui i diritti umani, libertà e dignità dell’individuo hanno valore. Vi prego di non lasciarmi sola. La vostra azione può fare la differenza tra speranza e disperazione, tra libertà e prigionia
Che ci faccio io qui? Ogni volta che, attaccata alla bombola di ossigeno, lotto per la sopravvivenza affrontando gli attacchi di panico. Ogni volta che perdo i sensi e cado per terra ma cerco di rimanere vigile mentre mi dico che sono dalla parte della ragione e non devo farmi ingannare dall’effetto dei tranquillanti, è questa la domanda che si ripete continuamente nella mia testa: che ci faccio qui? Perché sono venuta qui?
Maysoon Majidi è una regista e attrice curda iraniana, attivista per i diritti delle donne, scappata dalla Repubblica islamica per salvarsi la vita che è, attualmente detenuta in Italia con l’accusa di aver favorito l’immigrazione irregolare.
Rischia fino a 16 anni di carcere, una multa di 15mila euro per ogni persona a bordo della nave (per un totale di 77) e il rimpatrio in Iran, dove, in quanto curda, la sua incolumità sarebbe a rischio.
Nata il 29 luglio 1996, è stata licenziata dall’università dove lavorava a causa del suo impegno sociale, politico e culturale nella promozione dei diritti delle donne. Più volte è stata picchiata e torturata, è stata anche ricoverata in ospedale per le percosse subite.
Nel 2023 ha lasciato la sua casa in Iran cercando di fuggire dal regime oppressivo che vige nel paese e si è rifugiata prima nel Kurdistan iracheno, poi ha provato a raggiungere l’Europa dalla Turchia, su una delle tante imbarcazioni di fortuna utilizzate da persone che sfidano il mare pur di trovare una vita migliore.
Sbarcata a Crotone nel dicembre del 2023, è in carcere, con l’accusa di essere una scafista, basata sulla testimonianza di due persone che viaggiavano sulla sua stessa imbarcazione. È detenuta nel carcere di Reggio Calabria, in cui è stata trasferita il 5 luglio, dopo sei mesi passati nel penitenziario di Castrovillari.
Tutto questo accade nonostante gli evidenti errori di traduzione delle deposizioni che sono poi state modificate quando gli accusatori hanno dichiarato di non essere stati non trafficati, ma aiutati dalla donna, che non avevano mai accusato di essere la capitana del natante su cui viaggiavano.
La sua vicenda sta facendo e ha scosso una parte più sensibile di opinione pubblica. Associazioni, singole persone e esponenti politici le hanno dichiarato solidarietà, è largamente diffusa la convinzione che lei sia innocente, vittima di false accuse e danno collaterale delle politiche migratorie del governo, che mirano alla criminalizzazione totale di chi arriva per mare e punisce in maniera severissima gli scafisti. Che spesso però sono soltanto persone migranti a cui viene messo in mano un gps e indicata, a grandi e incerte linee, la rotta da seguire per arrivare a terra.
Da nove mesi si trova in questa condizione a causa del Testo Unico sull’Immigrazione che le nega qualsiasi forma di protezione e la sottopone a un regime detentivo che la sta portando a una deprivazione fisica e psicologica particolarmente preoccupante. Ha già sostenuto due scioperi della fame, pesa 38 chili e in carcere le è stata negata la visita di una psicologa da lei indicata.
Una vicenda raccapricciante che vede protagonista un’attivista per i diritti umani che, sperando di trovare salvezza in un paese che doveva accoglierla, si ritrova incarcerata con accuse praticamente infondate.
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IL PAKISTAN CANCELLA L’OBBLIGO DI IMPARARE IL CORANO
l Ministero federale dell’Istruzione e della formazione professionale del Pakistan ha approvato il “Curriculum per l’educazione religiosa” che abolisce l’obbligatorietà di dover seguire gli studi islamici per gli studenti dalla prima elementare alla scuola superiore.
La notifica annunciata ufficialmente dal governo riguarda il percorso educativo degli studenti pakistani che appartengono a religioni diverse dall’Islam e che potranno seguire dei percorsi più generici e non coercitivi per sviluppare l’educazione religiosa e morale. D’ora in poi, gli studenti non dovranno più necessariamente studiare il Corano e impararlo a memoria come una materia scolastica obbligatoria che influiva sui voti e sulla promozione. “Dal 2004 lavoriamo sul tema dell’educazione religiosa per gli studenti delle minoranze. Dopo una lotta durata 20 anni in cui ci siamo appellati a diversi organismi, istituzioni, governi e alla Corte Suprema, il governo pakistano ha finalmente riconosciuto questo diritto. Siamo grati alla Segreteria del Consiglio Nazionale e a tutte quelle organizzazioni che, come noi, si impegnano a garantire che tutti gli studenti abbiano uguali diritti e opportunità senza discriminazioni e che il pluralismo sia preservato” ha dichiarato Anjum James Paul, insegnante a capo dell’Associazione degli insegnanti delle minoranze pakistane. “Secondo l’articolo 22 della Costituzione pakistana”, ha detto il professore, “nessuna persona che frequenta un istituto scolastico è obbligata a ricevere un’istruzione religiosa, a partecipare a cerimonie religiose o a seguire un culto religioso diverso dal proprio”. “Il governo in Pakistan deve proteggere questo articolo al fine di eliminare ogni forma di intolleranza”.
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Fonte: Ministry of Federal Education of Pakistan; Fides; foto di Alena Darmel
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Lotta al capolarato, i dati Inps nel 2023
Un duro colpo al lavoro nero in agricoltura e nuova "vittoria" nella lotta al capolarato: l'Inps nel 2023 ha scoperto e cancellato oltre 27mila posizioni irregolari. Un'azione decisa contro lo sfruttamento dei lavoratori, soprattutto nel settore agricolo, dove il fenomeno del caporalato è ancora purtroppo diffuso. Lotta al capolarato: ispezioni e denunce L'Istituto di Previdenza Sociale ha effettuato un totale di 9.202 controlli, di cui 669 dedicati specificamente al settore agricolo. In quest'ultimo ambito, sono state condotte 669 ispezioni che hanno portato all'annullamento di ben 27.000 contratti irregolari. Un dato allarmante che evidenzia la persistenza di sfruttamento e illegalità nel comparto. 425 lavoratori denunciati Oltre all'annullamento dei contratti, l'Inps ha denunciato 425 lavoratori, soggetti responsabili di tali irregolarità. Un segnale forte contro chi sfrutta la manodopera e calpesta i diritti dei lavoratori. L'azione di contrasto al lavoro nero ha portato anche al recupero di un ammontare significativo di somme: 982,4 milioni di euro. Un dato che sottolinea l'impatto economico di tali fenomeni e la necessità di contrastarli per tutelare le risorse pubbliche e garantire un lavoro dignitoso. Concorsi per nuovi ispettori L'impegno dell'Inps nella lotta al caporalato è costante. A tal fine, è stato dato il via libera a due concorsi per l'assunzione di 514 nuovi ispettori. Un potenziamento del personale dedicato ai controlli che permetterà di intensificare l'attività di vigilanza e tutelare maggiormente i lavoratori. L'azione dell'Inps si inserisce in un quadro più ampio di misure volte a contrastare il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori. Un fenomeno complesso che richiede un impegno costante da parte di tutte le istituzioni e degli attori sociali. L'obiettivo è quello di sradicare questa piaga e garantire a tutti i lavoratori il rispetto dei loro diritti e condizioni di lavoro dignitose. Inps: vigilanza e tutela dei lavoratori L'Inps, con la sua attività di vigilanza e controllo, svolge un ruolo fondamentale nella tutela dei lavoratori e nella promozione del lavoro regolare. L'annullamento di migliaia di contratti irregolari e il recupero di somme significative dimostrano l'efficacia di questa azione e l'impegno dell'Istituto nel contrastare il caporalato e lo sfruttamento. L'operazione condotta dall'Inps rappresenta un passo avanti importante nella lotta al lavoro nero, ma è necessario proseguire con determinazione per estirpare definitivamente questa piaga e garantire a tutti i lavoratori il rispetto dei loro diritti e la dignità del lavoro. Foto di Mediamodifier da Pixabay Read the full article
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