#progresso industriale
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pier-carlo-universe · 14 days ago
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Un Tuffo nella Storia: La Lavatrice a Manovella del 1800
Alla scoperta della lavatrice manuale, un simbolo di innovazione domestica del passato.
Alla scoperta della lavatrice manuale, un simbolo di innovazione domestica del passato. L’oggetto nell’immagine è una lavatrice manuale a manovella, risalente alla fine del 1800 o ai primi del 1900. Realizzata in legno con componenti in ferro, questa macchina permetteva di lavare i panni con un processo meccanico. Al centro, la manovella azionava una pala all’interno del cestello, che mescolava…
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falcemartello · 2 months ago
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Non so se tutti si rendono conto delle dimensioni del disastro del settore automobilistico in Europa: gigantesco, epocale.
La causa non è la tecnologia, o i mancati investimenti (oddio un po’ sì, ma solo in parte): la causa è la forte crisi della domanda: in un mercato già in fase calante (per fattori economici, demografici, di stili di vita) la decisione di FISSARE una data (oltretutto stringente) per lo stop alla vendita delle auto termiche (unici al mondo) ha portato una tale incertezza negli acquirenti (cosa, come, ma soprattutto QUANDO comperare) che ha bloccato la domanda.
Provate a pensare all’effetto di milioni di cittadini che ritardano, anche solo di 1 anno, l’acquisto di un auto nuova, magari perché vogliono capire meglio che direzione prendere. Ne deriva un mercato dove la domanda va a intermittenza, o a piccoli strappi (tipo quando vengono reintrodotti gli incentivi per le auto elettriche). Il tutto con effetti devastanti sulla pianificazione industriale di un settore che ha cicli molto lunghi e investimenti enormi da fare per allestire gli impianti di produzione.
Un settore che occupa 13 milioni di lavoratori e vale l’8% del PIL europeo. Si stimava, l’anno scorso, che i posti a rischio fossero 1,5 milioni, ora sono molti di più. Volkswagen, ad esempio, ha appena rescisso il contratto collettivo sulla garanzia del lavoro: da gennaio i licenziamenti. Bosch a luglio ha raggiunto un accordo sindacale per un centinaio di esuberi in Italia, vediamo quanto dura.
Vorrei che fosse chiara una cosa però: il problema non è auto elettrica vs auto termica, quindi evitiamo di far partire la solita diatriba tra opposti supporter: il problema è aver messo una DATA DI SCADENZA. Una data di scadenza ha impatti forti sulla domanda di qualsiasi prodotto, figuriamoci su quella di un bene che rappresenta un investimento pluriennale.
Se una tale decisione fosse stata presa da un CdA ora i componenti sarebbero tutti a spasso, invece i politici che l’hanno presa sono ancora più o meno tutti lì, continuano a pontificare, e quel che è peggio, parte dell’elettorato gli dà ancora credito.
Voi direte: ma a suo tempo nessuno ha detto niente? Per la verità qualcuno, lato industria, ci fu, che disse che era una scelta folle, ma venne emarginato e bollato con lo stigma del “sei contro il progresso” (es. Tavares) ma ci fu anche chi sposò con entusiasmo l’idea, come il CEO di Volkswagen Diess, che è stato fatto fuori (anche) per questo.
Pagheremo a caro prezzo il fatto che nessuno abbia saputo fermare una decisione del genere, ma quel che è peggio è che non sembra proprio che abbiamo ancora sviluppato gli anticorpi per contrastare le follie ideologiche, che trovano invece ancora largo seguito.
Spiace pensare che solo una crisi profonda, che pagheranno tutti i cittadini, ci aiuterà, forse, a non commettere di nuovo certi errori.
Mauro Rizzi
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pettirosso1959 · 2 months ago
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RUBARE IL FUTURO ALL'UMANITA' PRIVANDOLA DI ACCIAIO ED ENERGIA ELETTRICA
L'industria siderurgica è stata una pietra miliare dello sviluppo industriale e la sua evoluzione è una testimonianza dell'ingegno umano e del progresso tecnologico.
Nel corso dei decenni, i continui miglioramenti nella tecnologia degli altiforni, nel controllo dei processi e nel recupero di energia hanno portato a significativi guadagni in termini di produttività ed efficienza energetica.
La Cina continua a dominare la capacità produttiva e le esportazioni, con giganti del settore come Baowu Group in prima linea. Altri importanti produttori di acciaio includono la giapponese Nippon Steel & Sumitomo Metal Corp., l'indiana Tata Steel, la sudcoreana POSCO e l'europea ArcelorMittal.
Le acciaierie integrate di oggi sono meraviglie dell'ingegneria, in grado di produrre milioni di tonnellate all'anno con notevole efficienza. Gli altiforni più performanti possono raggiungere efficienze energetiche fino al 70%, valori che sembravano irraggiungibili solo pochi decenni fa.
L'acciaio è essenziale nella società moderna, in quanto ci fornisce la materia prima essenziale per ogni attività svolta dall'uomo; dalle industrie e relative macchine, fino alle infrastrutture strategiche, tutto è acciaio. Dal 2001, la produzione globale di acciaio grezzo è raddoppiata e la domanda continuerà ad aumentare nei prossimi decenni.
E come l'energia elettrica, anche l'acciaio entra nel mirino degli ambientalisti e della loro pretesa di "decarbonizzare" il settore attraverso l'utilizzo dell'idrogeno in luogo del carbone di cokeria.
Il carbone è essenziale, perché permette di ottenere il duplice vantaggio di procedere all'ossidoriduzione della materia prima (con formazione di CO e CO2, entrambe utilizzate per produrre energia termica ed elettrica utile ai processi di produzione dell'acciaio grezzo), ma anche per produrre acciai di elevata qualità da sottoporre a processi termochimici atti a migliorarne/esaltarne specifiche qualità meccaniche/termiche/chimiche.
La pretesa ambientalista di produrre l'acciaio dalla materia prima attraverso l'utilizzo dell'idrogeno espone il mercato ad un duplice pericolo. Il primo, l'eccessivo uso di energia elettrica, sia per trattare il minerale, sia per produrre idrogeno; i costi della materia sarebbero esposti ad un incremento esponenziale.
Il secondo pericolo, non meno grave, è la nota fragilità dell'acciaio in presenza di idrogeno incluso nella matrice cristallina, che ne altera in modo irrimediabile le caratteristiche chimiche e meccaniche. Note come "fiocchi di idrogeno" costituiscono discontinuità del reticolo, con maggiore fragilità e minore resistenza meccanica all'invecchiamento.
Il passaggio alla produzione di acciaio a idrogeno rischia di vanificare un secolo di progressi nella produzione efficiente. I costi elevati, le sfide tecnologiche e la limitata scalabilità dei processi basati sull'idrogeno sono garantiti per renderlo meno redditizio rispetto alla produzione di acciaio basata sul carbone.
Stime prudenti suggeriscono che la produzione di acciaio a base di idrogeno potrebbe essere del 20-30% più costosa rispetto ai metodi tradizionali. Questo differenziale di costo non è banale in un settore con margini ristretti e un'intensa concorrenza globale.
L'aumento dei costi si ripercuoterebbe sull'economia, colpendo l'edilizia, la produzione automobilistica e innumerevoli altri settori che si affidano all'acciaio a prezzi accessibili.
Rystad Energy afferma che l'acciaio "verde" può essere reso competitivo solo imponendo pesanti tasse sull'acciaio a base di carbone o assegnando enormi sussidi ai produttori di acciaio.
Inoltre, l'idrogeno prodotto attraverso l'elettrolisi è ad alta intensità energetica. Produrre abbastanza per soddisfare le esigenze dell'industria siderurgica richiederebbe una massiccia espansione della capacità di energia rinnovabile, ben oltre le attuali proiezioni.
Sebbene esistano progetti pilota di idrogeno verde, non è stato dimostrato su scala industriale. Al contrario, uno dei vantaggi più significativi della produzione di acciaio a base di carbone è la sua capacità di operare su larga scala.
I moderni altiforni possono produrre fino a 400 tonnellate di acciaio all'ora, funzionando ininterrottamente per anni tra i periodi di manutenzione più importanti. Questa scala di produzione è fondamentale per soddisfare la domanda globale di acciaio, che nel 2021 si è attestata a 1,95 miliardi di tonnellate e si prevede che crescerà, al netto delle considerazioni sulla qualità finale del prodotto. Un diverso modo di rubare il futuro all'umanità dopo averlo fatto privandola dell'accesso all'energia elettrica a basso costo ed affidabile.
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gregor-samsung · 10 months ago
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“ Le invenzioni e le scoperte portano benefici a tutti. Il progresso della scienza è una faccenda che riguarda tutto il mondo civile. Non ha una vera importanza il fatto che un uomo di scienza sia inglese, francese o tedesco. Le sue scoperte sono a disposizione di tutti e per trarne profitto non occorre niente di più dell'intelligenza. Il mondo dell'arte, della letteratura e del sapere, è internazionale; quel che vien fatto in un paese, non vien fatto per quel paese, ma per l'umanità. Se ci domandiamo che cosa eleva la umanità al disopra delle bestie, che cosa ci permette di considerare la razza umana più importante di qualsiasi specie di animali, scopriremo che non sono cose delle quali una nazione può avere la proprietà esclusiva, ma sono tutte cose che il mondo intero può spartirsi. Coloro che tengono a queste cose, coloro che desiderano vedere l'umanità feconda nel lavoro che soltanto gli uomini possono fare, non baderanno gran che ai confini nazionali e si cureranno ben poco di sapere a quale Stato un individuo deve fedeltà.
L'importanza della cooperazione internazionale al difuori del campo della politica mi è stata dimostrata dalla mia stessa esperienza. Fino a poco tempo fa ero occupato nell'insegnamento di una nuova scienza che pochi uomini al mondo erano in grado di insegnare. Il mio lavoro si basava soprattutto sull'opera di un tedesco e di un italiano. I miei allievi venivano da tutto il mondo civile : Francia, Germania, Austria, Russia, Grecia, Giappone, Cina, India e America. Nessuno di noi era cosciente di un senso di diversità nazionale. Ci sentivamo un avamposto della civiltà, occupati a costruire una strada nella foresta vergine dell'ignoto. Tutti collaboravano all'impresa comune e nell'interesse di questo lavoro le inimicizie politiche delle nazioni sembravano insignificanti, temporanee e futili. Ma non è soltanto nell'atmosfera piuttosto rarefatta di una scienza astrusa che la collaborazione internazionale è vitale per il progresso della civiltà. Tutti i problemi economici, la questione di garantire i diritti della mano d'opera, le speranze di libertà in patria e di umanità fuori, poggiano sulla creazione di una buona volontà internazionale. Finché odio, sospetto e paura, dominano i sentimenti degli uomini, non possiamo sperare di sfuggire alla tirannia della violenza e della forza bruta. Gli uomini devono imparare ad essere coscienti degli interessi comuni dell'umanità che sono identici, piuttosto che ai cosiddetti interessi dai quali le nazioni sono divise. Non è necessario, e neanche desiderabile, eliminare le differenze di educazione, di usi e di tradizioni tra le diverse nazioni. Queste differenze danno ad ogni singola nazione la possibilità di contribuire in modo distintivo alla somma totale della civiltà del mondo. “
Bertrand Russell, Le mie idee politiche. Una guida per orientarsi nelle ideologie politiche di tutti i tempi, traduzione di Adriana Pellegrini, Longanesi & C. (serie ocra, collana Pocket saggi n° 525), 1977; pp. 144-46.
[1ª Edizione originale: Political Ideals, New York: The Century Co., 1917; full text Here]
NOTA: nella prefazione l’autore puntualizza: «Questo libro è stato scritto nel 1917, ma pubblicato soltanto in America. Avrebbe dovuto essere una serie di conferenze, ma il ministero della Guerra lo impedì. Il primo capitolo doveva essere una conferenza da tenersi a Glasgow, presieduta da Robert Smillie, presidente della Federazione Minatori. Poco prima della data fissata per la conferenza il governo mi proibì l'ingresso in quelle che venivano chiamate « zone proibite », tra le quali era compresa Glasgow. Queste zone comprendevano tutto quanto si trovava vicino alla costa, e l'ordine era inteso contro le spie, per impedire che facessero segnalazioni ai sottomarini tedeschi. Il ministero della Guerra fu tanto cortese da dire che non mi sospettava di spionaggio a favore dei tedeschi; mi accusò soltanto di fomentare il disinteresse industriale, allo scopo di por fine alla guerra. Smillie annunciò che avrebbe tenuto la riunione di Glasgow nonostante la mia inevitabile assenza e infatti lesse la conferenza che avrei dovuto tenere io. Il pubblico rimase piuttosto sorpreso dalla differenza dal suo solito stile; ma alla fine, Smillie annunciò di aver letto la conferenza proibita. Il governo aveva troppo bisogno di carbone per agire contro di lui.»
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abr · 4 months ago
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L'AMBIENTALISMO NASCE A DESTRA, IL BENECOMUNISMO SE NE APPROPRIA LO STRAVOLGE E LO DEGRADA
Storicamente la destra europea (è molto) sensibile alle questioni ambientali, (considerando la natura parte fondamentale dei propri) presupposti identitari. (...)
Le trasformazioni nei settori produttivi e nella società dovuti alla transizione energetica sono da anni al centro delle campagne elettorali, in particolare per quanto riguarda le idee su chi dovrebbe sostenerne i costi (non) inevitabili, legati per esempio a licenziamenti di massa in certi comparti e all’innalzamento del costo di certi beni (...). Se i partiti di sinistra sostengono la necessità di portare avanti questo processo (ad ogni costo), proteggendo (ma senza esentare) le fasce più povere della popolazione e facendolo pagare a(lla vasta maggioranza dei cittadini cosiddetti) "più ricchi", quelli di centro ripongono fiducia nell’iniziativa privata e nella capacità del mercato di adattarsi. Ma spesso le proposte di costoro su come gestire la transizione energetica sono poco concrete e convincenti e la (...) destra ha deciso di (rispondere) alle preoccupazioni di chi teme di impoverirsi (e che anche la natura ne risulti impoverita: vedi aree collinari e pedemontane abbandonate, con susseguente dissesto idrogeologico etc.) (...).
Stéphane François è uno storico che insegna scienze politiche all’Università belga di Mons e nel 2022 ha pubblicato un libro intitolato Les verts-bruns – L’écologie de l’extrême droite française in cui racconta come l’estrema destra non si sia a un certo punto “riappropriata”, come spesso si sente dire, delle questioni ecologiste, ma se ne sia di fatto sempre occupata. Alla fine del XIX secolo (...) comparve per primo l'ecologismo conservatore, che intendeva preservare l’ambiente in un senso che lo storico definisce rousseauiano (...): la natura, semplificando, era concepita come condizione originaria del genere umano, una condizione di innocenza e felicità.
Questi concetti si svilupparono soprattutto in Germania quando, tra il 1860 e il 1880, la associazione di stati tedeschi (...) si unificò intorno alla Prussia, (...) diventando la seconda potenza economica europea dietro al Regno Unito. Questa modernizzazione venne contestata in diversi ambienti dell’epoca e, in particolare, dal movimento  völkisch, termine (...) che significa popolo inteso come comunità di sangue e di suolo, folklore, storia locale, desiderio di ritorno alla terra e alla conseguente ribellione contro la Rivoluzione Industriale (...).
Questo movimento fu il primo in Europa a sottolineare la necessità di proteggere l’acqua, l’aria e la terra e a porre questioni ambientali (...). Le ideologie völkisch (...) influenzarono (...) i regimi autoritari che proliferarono in Europa a partire dagli anni Trenta. Basti pensare all’idea di una nazione proletaria, rurale e virile enfatizzata dal fascismo in Italia o al mito del ritorno alla terra propagandato in Francia dal regime di Vichy (...). (...)
Nel dopoguerra l’ambientalismo di destra ebbe diversi ideologi (...): Maurice Martin, conosciuto con lo pseudonimo Robert Dun, Henry Coston e Alain de Benoist, tra gli altri, fondatore negli anni Settanta del movimento della Nouvelle Droite che coniugò i temi tipici della destra con l’ecologismo e il comunitarismo, una concezione che si oppone all’individualismo, non concependo l’individuo indipendentemente dai suoi legami culturali, etnici o religiosi con la comunità di appartenenza. L’ambientalismo di destra si fonda su una concezione delle popolazioni come gruppi etnici radicati sul proprio territorio che il contatto con altri gruppi, le migrazioni, il cosmopolitismo, l’universalismo ma anche la modernità, la tecnologia e il progresso metterebbero in pericolo.
Di conseguenza, l’ambientalismo di questa area politica consiste nel proteggere la biodiversità (che include) la diversità e la specificità identitaria dei singoli popoli. I gruppi ambientalisti della destra radicale promuovono insomma una visione olistica del mondo, il rispetto della natura e a uno stile di vita autarchico.
Il Front National, nato nel 1972 e rinominato Rassemblement National nel 2018, appartiene a questa tradizione politica e ha avuto tra le proprie fila degli esponenti dell’ambientalismo identitario. Da decenni sostanzialmente irride la questione ambientalista per come è stata (stravolta e appropriata) dai (...) “bobos”, cioè l’élite intellettuale di sinistra urbana e globalizzata. (...). (I cittadini che spiegano ai contadini come si convive e preserva l'ambiente, a pensarci è davvero ridicolo).
L’ambientalismo di RN ha a che fare con la gestione delle risorse naturali (senza) prevedere radicali cambiamenti del sistema economico e produttivo: coincide con una forma di sviluppo sostenibile (...) e intende aumentare la produttività migliorando ed espandendo l’utilizzo delle nuove tecnologie. Marine Le Pen prima e Jordan Bardella poi hanno costruito un modello ambientalista che definiscono «positivo» o «di buon senso» che si oppone a quello che chiamano «terrorismo climatico» e «ambientalismo punitivo» portato avanti dalle élites del paese o dell’Unione Europea. «L’ideologia degli ambientalisti» ha detto Le Pen lo scorso primo maggio, «non è altro che una lotta contro gli esseri umani» che mette in pericolo «l’indipendenza della nazione e, soprattutto, il tenore di vita dei francesi». (...)
Théodore Tallent, ricercatore e docente a Sciences Po, ha spiegato che all’epoca del movimento dei gilet gialli (nati nel 2018 (...) contro le politiche anti auto di Macron) «RN capì che la questione climatica poteva cominciare a stravolgere la vita quotidiana delle persone creando in loro un profondo malcontento». (...) La maggioranza dei francesi, secondo i sondaggi, non nega il cambiamento climatico ma ampi settori di popolazione «hanno spesso l’impressione che le misure previste per contrastarlo siano portate avanti dai cosiddetti “circoli dei bobos” sconnessi dalla realtà, opinione condivisa proprio da RN» ha spiegato  Brice Teinturier dell’istituto Ipsos. (...)
Nel programma per le elezioni legislative presentato da RN, accanto alla volontà di smantellare gradualmente i parchi eolici esistenti perché deturpano i paesaggi, c’è la proposta di eliminare alcune norme ambientali considerate eccessive. Tra cui quelle che impedirebbero (alle) case ad alto consumo energetico di essere messe sul mercato da qui al 2034. RN dice poi di voler lanciare un nuovo piano per l’energia nucleare e di voler rivedere il divieto votato dal Parlamento Europeo di vendere automobili a benzina o diesel dal 2035. (...) Durante la campagna per le europee, Bardella ha infine detto di voler superare il Green Deal, la serie di misure per (imporre dall'alto con la scusa della sostenibilità) (...) modi di produzione e stili di vita ai cittadini europei. (...)
L’ambientalismo è dunque presente nei programmi di RN, ed è un anti-ambientalismo (rispetto a quello della sinistra urbana e elitaria); l’insistenza delle destre sul localismo (nulla è "locale" e identitario quanto l'unione di natura e persone) secondo le sinistre urbane non è sinonimo di difesa dell’ambiente. (Il che la dice lunga su cosa sia in realtà l'ambientalismo di sinistra). (...)
Adattato o meglio stravolto (ma senza grandi interventi, solo un po' di pulizia: puntini = tagli e parentesi =aggiunte) da https://www.ilpost.it/2024/07/05/rassemblement-national-ambientalismo-destra/
Basta depurare dall'ipocrisia superficiale i post de il Post ed emerge chiara la realtà con cui i sinistri confliggono regolarmente.
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canesenzafissadimora · 2 years ago
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Questa è la prima pietra del Ponte sullo Stretto. Non sono sicuro che sia l’originale, perché ne esistono a decine, di tutte le epoche. E comunque, non ne esiste una sola che sia quella autentica.
Non esiste una vera prima pietra del Ponte sullo Stretto. Tutte valgono quanto questa: sono solo una promessa, una fantasia, una millanteria politica. Perché non è mai stata posata una seconda pietra. Di prime pietre, invece, si è ormai perso il conto.
La prima promessa di costruire il Ponte sullo Stretto risale agli anni Settanta. Che cosa avete capito: gli anni Settanta dell’Ottocento, un secolo e mezzo fa. Il governo Zanardelli promise di unire Sicilia e Calabria, sopra o sotto il mare, ovvero con un ponte o con un tunnel. Erano gli anni della rivoluzione industriale, c’era una fede illimitata nel progresso. Tutto pareva possibile, anche l’impossibile.
Vent’anni dopo il terremoto e maremoto di Messina, ottantamila morti, sconsigliò di costruire ponti da quelle parti.
Anche il cavalier Benito Mussolini disse che il Ponte si sarebbe fatto, per maggior gloria della nazione. Ma la cosa non ebbe seguito, nell’agenda politica del fascismo c’erano altre priorità, invadere l’Albania, spezzare le reni alla Grecia, si sa che la guerra è un’opera pubblica molto costosa.
Passano gli anni, i bimbi crescono, le mamme imbiancano, e nel 1981 il governo Forlani istituisce la società Stretto di Messina spa con il compito di realizzare l’opera. Per vent’anni la società è in essere e lavora al progetto, ma non ne rimane traccia percepibile.
Bettino Craxi nel 1988 annuncia che il Ponte sarà realizzato entro il 1998, ma anche lì, dopo un po’ non se ne sa più niente. Nessuna traccia del Ponte, a meno che il modellino che Berlusconi portò nel 2004 a Porta a Porta fosse il frutto paziente del lavoro ventennale della Società Stretto di Messina. Sapete, come quelli che costruiscono i modellini delle navi con i fiammiferi. Ci vogliono tempo e pazienza.
Nel 2008 il governo Prodi blocca il progetto, perché non ci sono soldi. Due anni dopo Berlusconi torna al governo e annuncia che il Ponte sarà fatto, anzi rifatto perché lo aveva già fatto, direi personalmente, a Porta a Porta sei anni prima.
Nel 2012 il governo Monti dice di nuovo che non ci sono i soldi e mette in liquidazione la nuova società che Berlusconi aveva nel frattempo istituito, che si chiamava Eurolink.
Nei giorni scorsi il governo in carica ha rilanciato l’idea. Anzi, ha proprio detto: il Ponte si farà. C’è dunque una nuova prima pietra, identica a questa, già pronta a Roma e in partenza per Villa San Giovanni. Il costo stimato (di tutto il Ponte, eh, non della prima pietra) è intorno ai 4 miliardi di euro, secondo calcoli meno ottimisti potrebbe raddoppiare, si sa come funzionano in Italia i preventivi, per ristrutturarti un bagno ti dicono dieci e tu già sai che saranno venti.
In attesa degli eventi, le vere notizie sono due:a prima è che gli unici a costruire effettivamente un ponte sullo Stretto furono i romani durante le guerre puniche. Secondo Plinio il Vecchio i romani costruirono un ponte di barche per far passare gli elefanti sequestrati ai cartaginesi. Per fortuna Berlusconi non ha letto Plinio il Vecchio, altrimenti avrebbe portato a Porta a Porta un elefante. La seconda notizia è che per andare da Palermo a Ragusa con i mezzi pubblici ci vogliono 12 ore. Esattamente come il tempo dei cartaginesi.
Concludendo. I ponti sono opere meravigliose. Spesso molto belle anche da vedere, comunque bellissime per la loro funzione, che è unire, avvicinare. Ma l’esatto contrario dei ponti sono le promesse a vuoto. Le promesse a vuoto rappresentano, appunto, il vuoto: allargano la distanza tra le due rive, la riva delle parole e la riva della realtà. Il famoso “Tra dire e il fare c’è di mezzo il mare”.
Mi piacerebbe essere il primo che passa lo stretto in tre minuti, percorrendo il nuovo ponte e dedicando il trionfo della tecnologia agli elefanti di Annibale. Ma prima di mettermi in coda voglio aspettare almeno la seconda pietra. Non per sfiducia. Per esperienza.
Michele Serra
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kneedeepincynade · 1 year ago
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China is building a better future while the imperialists try to destroy the present, and we know the capitalists will not win because an order without future will die in the present
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
⚠️ I QUATTRO PRINCIPI (四项原则) DELLA CINA PER LA COSTRUZIONE DI UNA COMUNITÀ DAL FUTURO CONDIVISO ⚠️
🇨🇳 Nella maestosa Xi'an, capoluogo della splendida Provincia dello Shaanxi, si è tenuto il Vertice Cina - Asia Centrale, dove il Presidente Xi Jinping ha proposto Quattro Principi (四项原则) per la costruzione di una Comunità dal Futuro Condiviso (命运共同体) 💕
❤️ Ricordando l'Annuncio Congiunto sull'edificazione di un Futuro Condiviso tra la Repubblica Popolare e i Paesi dell'Asia Centrale, al Vertice dell'anno precedente, per commemorare il 30° Anniversario delle Relazioni Diplomatiche tra i Paesi, il Presidente Cinese ha dichiarato che la 命运共同体 è una Scelta Storica che presenta un Futuro Luminoso per il Popolo Cinese e i Popoli dell'Asia Centrale, e che - per costruire un solido Futuro Condiviso, è necessario aderire a Quattro Principi:
一 Assistenza Reciproca, elevando il Concetto "互助", ovvero "aiutarsi a vicenda", il che si riflette in:
⭐️ Sostenersi a vicenda in maniera inequivocabile su Questioni riguardanti la Sovranità, l'Integrità Territoriale e l'Indipendenza 💕
⭐️ Sostenere la Dignità di ogni Paese, rispettando la sua Cultura 💕
⭐️ Sostenere il Percorso di Sviluppo scelto costruito sulle Condizioni Materiali del proprio Paese 🤝
二 Sviluppo Comune, costruito sulla Cooperazione nell'ambito della Nuova Via della Seta, che andrà a toccare ogni settore dell'Economia, dal Commercio all'Energia, dal Sistema dei Trasporti alla Produzione Industriale, per garantire una riduzione della povertà in tutta l'Asia 🤝
⭐️ Sviluppo Comune e Progresso Comune, per giungere alla Prosperità Comune (共同富裕), concetto citato dal Presidente Cinese, apparso per la prima volta nel 1953, in un'opera del Presidente Mao Zedong 🚩
三 Sicurezza Universale, costruita sull'Iniziativa di Sicurezza Globale, avanzata dal Partito Comunista Cinese, per resistere congiuntamente ai tentativi di forze esterne - principalmente Occidentali - di interferire negli Affari Interni dei Paesi, e di istigare rivoluzioni colorate ⚔️
🤝 Lavorare congiuntamente per sradicare il Terrorismo, il Separatismo e l'Estremismo, per garantire una Pace duratura, in quanto «La Pace è come l'Aria e il Sole, è appena percettibile quando ne traiamo beneficio, ma nessuno di noi può vivere senza di essa» 🕊
四 Amicizia Eterna, elevando il Concetto di "友谊", attuando l'Iniziativa Cinese per portare avanti la Tradizionale Amicizia dei Paesi, la condivisione di esperienza in materia di governance, l'approfondimento tra Culture e la costruzione di solide fondamenta per un'Amicizia indistruttibile tra il Popolo Cinese e i Popoli dell'Asia Centrale, per costruire Unità, Armonia e Affinità 💕
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⚠️ CHINA'S FOUR PRINCIPLES (四项原则) FOR BUILDING A COMMUNITY WITH A SHARED FUTURE ⚠️
🇨🇳 The China - Central Asia Summit was held in majestic Xi'an, the capital of the splendid Shaanxi Province, where President Xi Jinping proposed Four Principles (四项原则) for building a Community with a Shared Future (命运共同体) 💕
❤️ Recalling the Joint Announcement on Building a Shared Future between the People's Republic and Central Asian Countries, at the Summit of the previous year, to commemorate the 30th Anniversary of Diplomatic Relations between the Countries, the Chinese President said that命运共同体 is a Historic Choice that presents a Bright Future for the Chinese People and the Peoples of Central Asia, and that - to build a solid Shared Future, it is necessary to adhere to Four Principles:
一 Mutual Assistance, elevating the Concept "互助", or "helping each other", which is reflected in:
⭐️ Support each other unequivocally on Sovereignty, Territorial Integrity and Independence Issues 💕
⭐️ Supporting the dignity of every country, respecting its culture 💕
⭐️ Support the chosen Development Path built on the Material Conditions of your country 🤝
二 Common Development, built on Cooperation within the framework of the New Silk Road, which will touch every sector of the Economy, from Commerce to Energy, from the Transport System to Industrial Production, to guarantee a reduction of poverty throughout the Asia 🤝
⭐️ Common Development and Common Progress, to reach Common Prosperity (共同富裕), a concept mentioned by the Chinese President, which appeared for the first time in 1953, in a work by Chairman Mao Zedong 🚩
三 Universal Security, built on the Global Security Initiative, advanced by the Communist Party of China, to jointly resist the attempts of external - mainly Western - forces to interfere in the internal affairs of countries, and to instigate color revolutions ⚔️
🤝 Work jointly to eradicate Terrorism, Separatism and Extremism, to ensure lasting Peace, as «Peace is like the Air and the Sun, it is barely noticeable when we benefit from it, but none of us can live without it of it» 🕊
四 Eternal Friendship, elevating the Concept of "友谊", implementing the Chinese Initiative to carry forward the Traditional Friendship of Countries, sharing governance experience, cross-cultural insight, and building a solid foundation for Friendship indestructible between the Chinese People and the Peoples of Central Asia, to build Unity, Harmony and Affinity 💕
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micro961 · 28 days ago
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TECHStyle Hub: ecco il Metaverso per le Imprese Culturali e Creative: Iscrizioni aperte entro il 10 novembre
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Il Metaverso per le imprese culturali e creative è ora realtà: il progetto TECHstyle Hub, che si propone di rivoluzionare l’interazione tra arte, moda e tecnologia, offrendo soluzioni creative e interattive per le industrie culturali e creative, muove i suoi primi passi e sono aperte ora le iscrizioni per il “CREATIVE INDUSTRIES WORK EXPERIENCE”, uno spazio virtuale interattivo in cui giovani artisti possono esibirsi e creare la propria performance con l’aiuto di tutor: musicisti, produttori, content creator, visual artist 3D possono iscriversi entro il 10 novembre per proporre i loro progetti e vederli realizzati all'interno del Metaverso.
Il progetto, realizzato da Creative Hub Bologna, Fondazione Fashion Research Italy e MISTER Smart Innovation, gestore del Tecnopolo Bologna CNR, offrirà un'esperienza unica e coinvolgente. Gli utenti potranno muoversi liberamente all'interno di ambienti virtuali ricreati fedelmente dal team di Mister Smart Innovation, ammirando i disegni tessili come se fossero esposti in una galleria d'arte. Inoltre, ogni ambiente sarà accompagnato da un sottofondo musicale ideato ad hoc da Creative Hub Bologna. TECHStyle Hub non è solo una semplice digitalizzazione. È un'opportunità per ripensare il modo in cui si conserva e si valorizza il patrimonio culturale. Grazie alla realtà virtuale, sarà possibile creare esperienze interattive e coinvolgenti, come workshop e sfilate di moda digitali e mostre tematiche.
Phygital: le opportunità del web 3.0 per l’industria del fashion
Focus della presentazione generale di TECHStyle Hub, sarà Phygital: una tavola rotonda per riflettere su come i mondi digitali e fisici si interfacciano nel settore della Moda. Parteciperanno Gloria Maria Cappelletti, Editor in Chief & Creative Director, RED-EYE magazine, Marco Bisato Co Founder & CEO at CUSTOMIX - Applied Group, Sara Noggler Innovative Marketing Strategist - former Metaverse Fashion Council e Giordano Copparoni, Head Of International Marketing at Warner Music Italy e la moderazione di Andrea Guolo, giornalista di moda e moderatore grandi eventi. L'evento si terrà sia in presenza, presso la Sala Ovale di F.FRI, che contemporaneamente nel metaverso sulla piattaforma Spatial.io.
MISTER Smart Innovation
MISTER Smart Innovation scrl è un Laboratorio di ricerca industriale e un Centro di innovazione accreditato alla Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna, esempio virtuoso di organismo di ricerca costituito come Partnership Pubblico-Privata. MISTER, come gestore del Tecnopolo Bologna CNR, promuove e valorizza la cultura tecnico-scientifica, il trasferimento tecnologico e lo sviluppo di un’innovazione sostenibile. Per lo sviluppo delle Industrie Culturali e Creative, MISTER mette a disposizione delle imprese il proprio know-how sulle tematiche: sensoristica per il monitoraggio del patrimonio culturale, dispositivi per conservazione e restauro, intelligenza artificiale e sistemi diagnostici predittivi, tecnologie digitali e immersive.
Fondazione Fashion Research Italy
Situata in un polo didattico museale di oltre 7.000 mq, Fondazione FRI è una Fondazione no profit attiva dal 2015 a Bologna, le cui attività perseguono quattro principali obiettivi che ne delineano i valori:
Promuovere la tradizione creativa del Made in Italy mettendo a servizio di studiosi e designer un archivio composito di cui costituisce una testimonianza concreta, ma anche sensibilizzando le imprese a valorizzare il proprio heritage, spesso non sfruttato per il suo valore strategico.
Garantire nuova linfa al sistema imprenditoriale per mezzo dell’aggiornamento delle competenze degli addetti ai lavori e della formazione delle nuove figure professionali richieste dall’evoluzione del progresso.
Favorire l’adozione di un modello produttivo sostenibile fornendo strumenti concreti che rispondano alle esigenze di ogni realtà: dalla selezione di materiali per la confezione, alla formazione delle figure dedicate, fino alla consulenza per percorsi a lungo termine.
Amplificare il valore e la competitività delle manifatture moda grazie alla facilitazione dell’incontro tra domanda e offerta di soluzioni e professionalità che stimolino l’evoluzione tecnologica e culturale dell’intera filiera.
Creative Hub Bologna (MPDA aps)
Il Centro Polifunzionale Della Filiera Musica, Cultura e Creatività In Emilia-Romagna, situato in Zona Roveri a Bologna fa confluire startup, aziende ed individui di talento provenienti dai settori creativi e tecnologici con prestigiose Istituzioni accademiche e di formazione, con l’impegno di una stretta collaborazione e di un beneficio reciproco. CHB fornisce un ecosistema unico e dinamico mediante partners fisici (in presenza) e virtuali (a distanza). Particolare enfasi è posta sulla internazionalizzazione, aspetto cruciale che ottimizza collegamenti e opportunità per tutti i soggetti coinvolti. La Mission di CHB è quella di andare in aiuto ai singoli soggetti attraverso un approccio collettivo.
La struttura include studi di registrazione e mastering, aula magna per eventi live ed in streaming, sale prova, production boxes, sala per la creazione e fruizione di contenuti in realtà virtuale, sala di posa foto/video, regia radiofonica, aule didattiche,  lavagne LIM e strumentazione di ultima generazione, allestite in partnership con aziende leader del mercato,  sale riunioni, ala coworking con uffici per startup ed enti, aree coworking quick desk, biblioteca, cucina ed aree comuni interne ed esterne. Connessioni WiFi e di rete ultraveloci anche in upload.
Il progetto TECHstyle Hub beneficia dell’incentivo “Transizione digitale organismi culturali e creativi” (TOCC), che favorisce l’innovazione e la digitalizzazione delle micro e piccole imprese, enti del terzo settore e organizzazioni profit e no profit. La misura è promossa dal Ministero della Cultura (Direzione Generale Creatività Contemporanea) e può contare su una dotazione finanziaria di 115 milioni di euro prevista dal PNRR. TOCC rientra nella Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, Component 3 – Cultura 4.0 (M1C3), Investimento 3.3, Sub-Investimento 3.3.2.
Instagram: https://www.instagram.com/creative.hub.bologna/
Press, info e materiali stampa:
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scienza-magia · 29 days ago
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Premi Nobel 2024: Celebrazione dell'Eccellenza e dell'Innovazione
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I Premi Nobel sono un riconoscimento internazionale che viene assegnato annualmente in sei categorie: Pace, Letteratura, Medicina, Fisica, Chimica ed Economia. I premi sono stati istituiti nel 1895 dal testamento di Alfred Nobel, un inventore e industriale svedese, che desiderava onorare coloro che hanno “apportato i maggiori benefici all’umanità”.  Le cerimonie di premiazione si tengono il 10 dicembre di ogni anno, anniversario della morte di Nobel, a Stoccolma e Oslo. Questi premi sono considerati tra i più prestigiosi al mondo e celebrano l’eccellenza e l’innovazione. L’anno 2024 ha visto l’assegnazione dei Premi Nobel a individui e organizzazioni straordinari in vari campi, riconosciuti per i loro contributi rivoluzionari. Ecco un riepilogo dei vincitori: Medicina: Victor Ambros e Gary Ruvkun Per le loro scoperte sui microRNA, piccoli frammenti di RNA che regolano l’espressione genica. Queste scoperte hanno aperto nuove prospettive nella biologia molecolare e nella medicina. Fisica: John Hopfield e Geoffrey Hinton Per i loro contributi fondamentali all’intelligenza artificiale, in particolare per i modelli di reti neurali che hanno rivoluzionato il campo del machine learning e delle scienze computazionali. Chimica: David Baker, Demis Hassabis e John Jumper Per il loro lavoro pionieristico sull’ingegneria delle proteine, che ha portato a nuovi metodi per prevedere la struttura delle proteine, fondamentali per la biologia strutturale e lo sviluppo di nuovi farmaci. Letteratura: Han Kang La scrittrice sudcoreana è stata premiata per la sua prosa potente e evocativa, che esplora temi di dolore, memoria e identità attraverso storie profondamente personali e universali. Pace: Nihon Hidankyo Un’organizzazione giapponese composta da sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, riconosciuta per il loro instancabile lavoro nella promozione del disarmo nucleare e della pace mondiale. Economia: Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson Per i loro studi sulle istituzioni e la prosperità, che hanno dimostrato come le strutture politiche ed economiche influenzano lo sviluppo economico e il benessere delle società. Questi premi rappresentano un riconoscimento globale degli sforzi eccezionali che promuovono il progresso e migliorano la vita umana in vari ambiti. Unisciti a noi per celebrare questi straordinari contributi all’umanità. Creato con l'ausilio di Copilot Read the full article
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vorticimagazine · 30 days ago
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Realtà virtuale e realtà aumentata
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Vortici.it questa volta, vuole saperne di più riguardo a argomenti davvero poco noti, come realtà virtuale e realtà aumentata. Il presente articolo di Francesco Pagano Esperto ICT e Direttore generale Fondazione AIDR ci apre anche le porte di in mondo tutto da scoprire, visto anche il progresso tecnologico in atto in tutti i settori.
Realtà virtuale e aumentata: una rivoluzione nell'industria navale
di Francesco PaganoPer lungo tempo, il settore industriale e quello delle tecnologie informatiche hanno seguito percorsi paralleli. Negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito a una convergenza sempre più marcata, con un'integrazione crescente tra gli ambienti IT e le tecnologie operative (OT), ovvero i macchinari industriali. Questa tendenza coinvolge imprese di ogni dimensione. Tra le tecnologie IT più utilizzate nel settore industriale spiccano il machine learning, fondamento dell'intelligenza artificiale, che ha permesso di sviluppare funzionalità avanzate come la manutenzione predittiva dei macchinari, e le tecnologie di realtà virtuale e realtà aumentata. Queste ultime, nate nel mondo dei videogiochi con risultati inizialmente modesti a causa dei limiti tecnologici dell'epoca, hanno conosciuto una rinascita grazie all'introduzione di visori più moderni e potenti. Meta - l'azienda che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp - ha investito e continua a investire miliardi in questo settore, puntando alla realizzazione del metaverso. Sebbene la visione di Zuckerberg si sia concretizzata solo in parte, con un discreto successo commerciale dei visori più economici come i vari modelli di Meta Quest, nel mondo industriale la realtà virtuale e aumentata hanno assunto un ruolo sempre più rilevante. Se negli anni '90 queste tecnologie erano utilizzate principalmente dall'esercito per l'addestramento dei militari, oggi un numero crescente di imprese le impiega in ambito civile per ispezioni e manutenzione da remoto, oltre che per la formazione dei tecnici. Si tratta di soluzioni che permettono di ridurre sensibilmente i costi operativi e gli errori, facilitando la presa di decisioni in tempo reale senza la necessità di spostare fisicamente team di tecnici specializzati. Un esempio concreto di questa applicazione proviene da CETENA, società controllata da Fincantieri, che ha sviluppato un simulatore di veicoli subacquei filoguidati basato su tecnologie VR e AR. Situato a La Spezia, questo strumento serve a due scopi principali: addestrare il personale all'utilizzo e alla manutenzione di questi mezzi telecomandati. Il simulatore integra modelli 3D, manuali tecnici digitali e procedure operative per supportare le attività della Marina in scenari e missioni reali, garantendo un livello di realismo senza precedenti nelle sessioni di familiarizzazione e addestramento.
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Questa innovazione segna un punto di svolta, essendo la prima volta che tale approccio viene adottato per la simulazione di veicoli subacquei. CETENA ha già un'esperienza consolidata in questo campo, avendo realizzato MANTA FMNS, lo strumento utilizzato dalla Marina Militare Italiana per simulazioni belliche ultra-realistiche. L'azienda ha inoltre sviluppato l'Helicopter Tactical Simulator, un simulatore di elicotteri integrato nel sistema MANTA, compatibile con i più recenti visori VR disponibili sul mercato. Benché queste tecnologie nascano in ambito militare, le loro applicazioni si estendono al settore civile. Ne è un esempio WHALE, una suite completa di prodotti di simulazione per l'addestramento degli equipaggi in ambito civile. Questo sistema permette di testare in sicurezza le procedure per operazioni anti-incendio, anti-allagamento, ancoraggio delle navi nei porti e rifornimento. È importante sottolineare che il successo di queste simulazioni avanzate in ambito civile è largamente dovuto alla disponibilità di visori VR e AR a costi contenuti. Grazie agli investimenti di Meta e di altri attori del settore, è ora possibile acquistare un visore di alta qualità con poche centinaia di euro, o al massimo qualche migliaio per i dispositivi più sofisticati. Questo vale principalmente per i dispositivi destinati all'addestramento. Diverso è il discorso per i dispositivi di realtà aumentata utilizzati durante le missioni operative, come quelli indossati dai piloti degli F-35, il cui costo può raggiungere i 400.000 dollari. Scoprite la nostra rubrica Tecnologia Immagine di copertina e altre immagini: AIDR Read the full article
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andreacasadei · 1 month ago
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... Il comportamento degli imputati è in linea con la civiltà industriale e la conseguenza del progresso, che è sinonimo di audacia... E' il frutto del mutato temperamento e delle più alte ambizioni dell'uomo, teso all'appagamento di maggiori esigenze, alla ricerca quotidiana di nuovi interessi e di nuove esperienze...
25 Marzo 1971, Motivazioni della sentenza della corte di Cassazione che ridussero la pena agli imputati del Disastro del Vajont
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arocchi · 2 months ago
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occidente
Rampini, secondo lei va riscritta una storia dell’Occidente?
«No, il ruolo dell’Occidente come laboratorio di progresso è stato studiato benissimo, finché da noi si studiava la storia in modo serio. Nel mio libro attingo a grandi storici, i più autorevoli, e offro un concentrato delle loro lezioni. In particolare, la ricognizione del formidabile progresso scientifico, tecnologico, economico, civile e culturale che si è concentrato in Occidente negli ultimi tre secoli, e da qui ha irradiato benefici all’umanità intera. La nostra medicina, la nostra agricoltura hanno salvato dallo sterminio per malattia e per fame tutti gli altri. L’accumulo di scoperte e invenzioni nate in così poco tempo in Occidente dà le vertigini, è così vasto che per elencarle e calcolarne i benefici mi sono fatto aiutare perfino dall’intelligenza artificiale. Il problema è che questa magnifica epopea del progresso non viene più insegnata. La scuola e l’università, i media e il mondo dello spettacolo, le élite che fanno opinione, cancellano il progresso occidentale, lo disprezzano e lo rovesciano nel suo contrario: ne fanno un grande romanzo criminale, in cui l’Occidente è l’unica civiltà veramente malvagia e oppressiva. Le nuove generazioni in particolare vengono indottrinate con questa falsificazione della storia».
Quali sono le ferite culturali che ci stiamo infliggendo? E da dove nascono, dalla cultura Woke?
«Le ferite culturali che ci infliggiamo sono gravi. Ne elenco solo qualcuna. Alleviamo dei giovani depressi, pessimisti, apocalittici, esposti ad ogni sorta di patologie psichiche perché privati di ogni autostima, convinti di appartenere a una razza infame. Perfino la denatalità ha questa componente psicologica. La demonizzazione dello sviluppo economico – visto come causa di tutti i mali, dal cambiamento climatico alle diseguaglianze – educa docili reclute dello statalismo. Poi rendiamo impossibile l’integrazione degli immigrati: dicendogli che la nostra civiltà è molto peggiore di quelle da cui provengono gli stranieri. Su queste basi una società multietnica si distrugge. Il termine woke, che significa “risvegliato”, è rivelatore perché richiama le due grandi rivoluzioni puritane nell’America dell’Ottocento, definite appunto “Grandi Risvegli”. La dimensione religiosa è essenziale per capire l’autoflagellazione delle élite bianche, che vogliono espiare le proprie colpe (presunte). La woke culture è un’etichetta recente per un fenomeno ben più antico. L’università di Stanford, nel cuore della Silicon Valley, abolì il corso di storia della civiltà occidentale nel 1962, sei anni prima del nostro Sessantotto».
Noi italiani dovremmo ricordarci meglio quale è stato il ruolo dell’Italia nella storia del progresso?
«L’Italia è la culla di due antefatti fondamentali: umanesimo e Rinascimento preparano il terreno per Illuminismo, positivismo, rivoluzione scientifica e industriale. Senza Galileo non ci sarebbero stati Henry Ford, Bill Gates e Steve Jobs. Ringraziare l’Occidente, è anche ringraziare l’Italia che di questa storia meravigliosa è parte integrante. Poi sul nostro territorio geografico si situa un antefatto ancora più antico, quella Repubblica romana che anticipa l’idea di uno Stato di diritto, poi ripresa dalle rivoluzioni americana e francese alla fine del Settecento. Oggi sia la Cina che l’Iran si autodefiniscono Repubbliche, ma è un concetto del tutto estraneo alle loro civiltà, inesistente in Confucio e nel Corano».
Le autocrazie copiano le democrazie, nei prodotti, negli stili. Non nelle regole. Noi e loro come possiamo confrontarci?
«Le autocrazie ci copiano perché senza i benefici dell’Occidente le loro popolazioni non sopravviverebbero. Mao Zedong provò a ripudiare la scienza occidentale, chiuse le università, mandò una generazione a lavorare i campi per costruire “l’Uomo Nuovo”. Il risultato furono carestia e guerra civile. La Cina di oggi è una nazione prospera e moderna perché ha adottato tutto il progresso occidentale. Le autocrazie soffrono di un complesso d’inferiorità anche nei confronti dei nostri sistemi politici e dei nostri modelli valoriali, tant’è che la Cina non ripudia la democrazia bensì sostiene di averne inventato una versione migliore; non disconosce la Dichiarazione universale dei diritti umani, anzi dice di esserne la paladina più autentica. Però è dalla Cina, dalla Russia, dai paesi islamici, che si continua a emigrare verso l’America, non viceversa. Un grande intellettuale di origine libanese, Amin Maalouf, profondo conoscitore di una civiltà antioccidentale come quella araba e islamica, sostiene che tutti quelli che hanno cercato di soppiantare l’Occidente hanno generato catastrofi. Succederà anche stavolta».
L’Occidente in pericolo: aggredito il 7 ottobre in Israele. Aggredito in Ucraina da Putin. E sempre pronto alla resa, alla massima concessione al nemico… Perché noi italiani siamo diventati arrendevoli, più che diplomatici, cedevoli?
«L’Italia ha sempre avuto tre grandi correnti politico-culturali ostili all’Occidente e in modo particolare antiamericane: fascismo, cattolicesimo, comunismo. Nulla di nuovo sotto il sole. L’ignoranza storica però è grave: non ci si rende conto che solo perché siamo sotto l’ombrello protettivo americano è stato possibile contestare sistematicamente l’America; un privilegio che altri imperi (russo-sovietico, cinese) non hanno mai concesso né concedono tuttora ai propri sudditi».
Le elezioni americane incideranno anche sull’Europa “indecisa a tutto”?
«Le elezioni americane possono accelerare un disimpegno degli Stati Uniti dalla sicurezza europea se vince Donald Trump, possono rallentarlo se vince Kamala Harris. Ma l’isolazionismo è un vento che soffia sia a destra sia a sinistra, negli Stati Uniti. Inoltre, è destino che l’America debba dedicare le sue risorse scarse alla sfida cinese, prioritaria. Quindi un’Amministrazione democratica a Washington nei prossimi quattro anni sarebbe solo una cura palliativa, dando agli europei l’illusione di poter ancora rinviare la presa di responsabilità».
Serve un nuovo patto occidentale, oltre a un nuovo Patto Atlantico? Una rinnovata alleanza tra i paesi che hanno guidato il mondo fino a pochi anni fa?
«Credo che un nuovo patto occidentale emergerà nei fatti, via via che l’ostilità degli altri comincerà a infliggerci dei danni sempre più visibili. Qualcosa sta già accadendo. Nel campo energetico l’aggressione di Putin all’Ucraina ha obbligato gli europei ad una maggiore integrazione con Stati Uniti Canada e Australia, geopoliticamente affini. La Cina sta esportando la sua crisi economica, avendo dei consumi interni depressi cerca di smaltire sui nostri mercati una immensa eccedenza di produzione industriale, con una pressione feroce sui nostri mercati. Anche i tedeschi, gli ultimi ad aver prosperato sulla Globalizzazione Felix, saranno obbligati un po’ alla volta a convertirsi alle barriere protettive contro l’invasione cinese. La comunità atlantica si fonda su uno zoccolo duro di interessi materiali: basta studiarsi la composizione della nostra bilancia dei pagamenti, più lo stock di capitali esteri, per capire che l’Italia è legata a Europa e Nordamerica, mentre tutte le altre aree del mondo hanno un peso marginale sul nostro interscambio e i nostri flussi di investimenti. Chi aveva ululato che le sanzioni contro Putin ci avrebbero impoverito, inventava un mondo che non esiste: la Russia è un nano economico, con il Pil della Spagna. Perfino la nostra regione più orientale, il Friuli-Venezia Giulia, esporta molto più in Nordamerica che a Est. L’alleanza tra noi occidentali è quanto di più naturale, se vi si aggiunge l’affinità nei valori. In quanto a guidare il mondo, se l’Occidente smetterà di denigrarsi da solo, scopriremo quanti filoccidentali ci sono anche nel Grande Sud globale: molti africani per esempio sanno benissimo che le continue polemiche contro il neocolonialismo bianco sono un alibi con cui le loro classi dirigenti corrotte e rapaci dirottano l’attenzione dalle loro colpe».
La Russia si fermerà, la Cina si conterrà se inizieremo a investire un po’ di più per la difesa comune?
«Putin capisce solo i rapporti di forza e rispetta solo la potenza altrui. Investire nella nostra sicurezza, costruire un robusto apparato di deterrenza, è l’unico modo per fermare l’espansionismo imperiale delle potenze dispotiche. In quanto alla Cina, va colpita nei suoi interessi materiali. Finora le abbiamo perdonato tutto: furto di know how, concorrenza sleale, sfrenato protezionismo (quello cinese cominciò decenni prima dei dazi di Trump). Bisogna applicare la reciprocità in modo spietato. Le multinazionali cinesi che vogliono investire in Occidente dovrebbero essere soggette alla stessa imposizione che ha colpito molte aziende americane ed europee: l’obbligo di scegliersi un socio locale e di rivelargli i propri segreti industriali. È così che i cinesi hanno carpito tecnologie alla nostra industria automobilistica».
L’orgoglio occidentale, per tornare in conclusione al suo libro, come si rilancia?
«Il mio libro è una cura ricostituente per la nostra autostima e in modo particolare quella dei nostri giovani. Investire nella conoscenza di sé, nell’orgoglio per quel che fecero i nostri antenati, è un primo passo per fermare l’autodistruzione e scongiurare la nostra decadenza. A restituirci orgoglio a volte basta ascoltare i nostri ammiratori dall’esterno. Le femministe iraniane sognano le conquiste delle donne occidentali. In ogni zona del pianeta dove ci sono diritti calpestati, libertà negate, il modello rimane l’Occidente».
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siciliatv · 4 months ago
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Crisi idrica a Favara. Palumbo: da domani 10 litri di acqua in più
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Il sindaco di Favara, Antonio Palumbo, ha annunciato che la Regione siciliana ha appena autorizzato l'utilizzo dei pozzi di contrada Traversa, che potranno fornire alla città fino a 10 litri di acqua al secondo. Questo provvedimento, insieme ad altre misure concordate con l'Aica, come l'interruzione della fornitura nella zona industriale e alle utenze Voltano nei fine settimana, mira a ridurre la crisi idrica che sta colpendo Favara. Palumbo ha espresso la sua soddisfazione, sottolineando che i pozzi saranno operativi entro domani, venerdì 12 luglio. Il sindaco ha evidenziato le difficoltà incontrate nel raggiungere questo risultato, un obiettivo inseguito da oltre un anno. Essenziale è stato il supporto della Prefettura di Agrigento, che ha facilitato la comunicazione con tutti gli enti coinvolti. Sebbene i pozzi fossero già esistenti, sono stati necessari interventi e analisi approfondite per garantire l'utilizzabilità dell'acqua. Palumbo ha avvertito che, nonostante questo progresso, la città si trova ancora di fronte a un'estate potenzialmente difficile. Ha esortato la comunità a non abbassare la guardia, evidenziando che molto lavoro resta da fare per affrontare una crisi idrica di tale portata. Secondo il sindaco, è fondamentale considerare ogni possibile soluzione per prevenire ulteriori problemi. In conclusione, il sindaco ha ribadito l'importanza della cooperazione tra le varie istituzioni e l'impegno continuo per migliorare la gestione delle risorse idriche a Favara. Con l'entrata in funzione dei pozzi di contrada Traversa, la speranza è di alleviare significativamente la crisi attuale. Read the full article
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tecnotergroup3 · 6 months ago
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Rivoluzionare l'efficienza industriale con i compressori d'aria a motore idraulico
Nel campo dei macchinari industriali, l’efficienza è la parola d’ordine. Ogni operazione, dalla produzione alla costruzione, dipende in larga misura dal buon funzionamento di attrezzature e strumenti. Un componente chiave che svolge un ruolo fondamentale nell'alimentazione di varie applicazioni è il compressore d'aria del motore idraulico. lavaruote
Noi del Gruppo Tecnoter siamo orgogliosi di offrire soluzioni all'avanguardia che aumentano l'efficienza operativa e la produttività. I nostri compressori d'aria con motore idraulico si distinguono come un ottimo esempio di innovazione che soddisfa le esigenze del settore.
Scatenare potenza e precisione
I compressori d'aria con motore idraulico sono progettati per fornire potenza e precisione in un pacchetto compatto e affidabile. A differenza dei compressori d'aria tradizionali che si basano esclusivamente su motori elettrici, i compressori con motore idraulico sfruttano la potenza dei sistemi idraulici. Questa integrazione consente una maggiore flessibilità in termini di fonti di alimentazione, rendendoli ideali per diversi ambienti industriali.
Versatilità in tutti i settori
Una delle caratteristiche principali dei compressori d'aria con motore idraulico è la loro versatilità. Dalle officine automobilistiche ai cantieri edili, questi compressori trovano applicazioni in un'ampia gamma di settori. Alimentano gli strumenti pneumatici, assistono nella movimentazione dei materiali e svolgono un ruolo cruciale nel mantenere una pressione dell'aria ottimale in vari sistemi. lavaggio ruote
Efficienza ridefinita
L’efficienza è la pietra angolare delle moderne operazioni industriali e i compressori d’aria con motore idraulico eccellono in questo aspetto. Sfruttando la potenza idraulica, questi compressori offrono una migliore efficienza energetica, tempi di fermo ridotti e prestazioni complessive migliorate. Ciò si traduce in risparmi sui costi e aumento della produttività, rendendoli una risorsa preziosa per le aziende che mirano a rimanere all’avanguardia in un panorama competitivo.
Affidabilità sotto pressione
Negli ambienti industriali esigenti, l’affidabilità non è negoziabile. I compressori d'aria con motore idraulico sono costruiti per resistere ai rigori di un utilizzo intensivo. La loro struttura robusta, abbinata a un'ingegneria avanzata, garantisce prestazioni costanti anche in condizioni difficili. Questo fattore di affidabilità testimonia la loro durata e il loro valore a lungo termine.
Abbracciare l'innovazione con il Gruppo Tecnoter
Man mano che le industrie si evolvono e abbracciano i progressi tecnologici, la collaborazione con un fornitore affidabile come Tecnoter Group diventa fondamentale. Il nostro impegno per l'innovazione, la qualità e la soddisfazione del cliente si riflette in ogni prodotto che offriamo, inclusa la nostra gamma di compressori d'aria con motore idraulico. sistema lavaruote
In conclusione, i compressori d’aria con motore idraulico rappresentano un cambio di paradigma nell’efficienza industriale. La loro capacità di combinare potenza, precisione, versatilità, efficienza e affidabilità li rende risorse indispensabili per le aziende moderne. Nel Gruppo Tecnoter continuiamo a superare i confini e a potenziare le industrie con soluzioni che guidano il progresso.
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biancheriaecotone · 7 months ago
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Tra Storia e Tecnologia: Il Museo delle Macchine Tessili di Marzotto
Tra Storia e Tecnologia tessili: Il Museo delle Macchine Tessili di Marzotto.
Un Viaggio nel Tempo
Nel cuore dei Laboratori di filatura, preparazione e tessitura dell'Istituto Tecnico Industriale "V.E.Marzotto", si cela un tesoro storico e tecnologico: il Museo delle Macchine Tessili. Questo straordinario luogo, situato all'interno della "città sociale" voluta dal conte Gaetano Marzotto nel lontano 1936, rappresenta un viaggio nel tempo attraverso l'evoluzione dell'industria tessile.
Architettura Industriale e Tecnologia
La struttura che ospita il museo si presenta come un vero e proprio capannone industriale, con colonne e architravi in calcestruzzo armato, tipico del periodo di costruzione. La sua copertura con travi reticolari in calcestruzzo armato ricorda le architetture dei complessi del Lanificio Marzotto, rispecchiando lo spirito industriale dell'epoca. Al suo interno, spiccano tra gli impianti più caratteristici il montacarichi con il piano interrato e l’impianto di umidificazione a nebulizzazione, testimonianze viventi dell'attività tessile che ha animato questi spazi.
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Crescita e Innovazione
La storia della lavorazione della lana nella vallata risale al XIV-XV secolo, ma è alla fine del '700 che conosce un notevole sviluppo, quando i lanaioli valdagnesi ottengono il permesso di fabbricare "panni alti". Nonostante la crisi dell'epoca napoleonica metta in ginocchio molte aziende tessili, sopravvive solo quella di Luigi Marzotto, che nel corso del 1800 si espande e introduce nuove tecnologie. Nascono scuole tecniche per formare operai e tecnici specializzati, e nel 1936 viene inaugurato l'Istituto Tecnico Industriale tessile, nel maestoso edificio costruito dal conte Gaetano Marzotto.
Una Tappa nel Progresso Tessile
Il Museo delle Macchine Tessili trova la sua dimora proprio in una porzione di questi laboratori. Avviato nel 1999, si è arricchito nel corso degli anni con l'obiettivo di documentare il progresso tecnologico del settore tessile che ha segnato profondamente la città e il territorio circostante.
Un'Immersione nell'Innovazione
La Sala della tessitura, destinata a restare di competenza della scuola per le attività didattiche, offre un'esperienza unica: telai dell'ultima generazione per tessuti lisci e operati sono in funzione, permettendo ai visitatori di confrontare metodi di progettazione e produzione.
Un Patrimonio da Scoprire
Integrato nella Rete Museale dell'Alto Vicentino, il Museo delle Macchine Tessili si rivela un valido strumento didattico per le scuole e un'opportunità di scoperta per coloro che sono interessati al progresso tecnologico e alla storia socio-economica di questa affascinante area geografica.
ragncampagnin
Esempi di Prodotto Tessile Italiano
Tra storia e tecnologia tessili
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greenmax-it · 8 months ago
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il che crea una più ampia domanda di mercato per il riciclaggio della schiuma EPE
Maggiore consapevolezza dei consumatori in materia di tutela ambientale: sempre più consumatori iniziano a rendersi conto dell'impatto dei rifiuti sull'ambiente, sono più propensi a scegliere di acquistare prodotti riciclabili e a sostenere le relative azioni di tutela ambientale, il che crea una più ampia domanda di mercato per il riciclaggio della schiuma EPE.
Innovazione tecnologica per promuovere l'aggiornamento industriale: con il continuo progresso della scienza e della tecnologia, anche la tecnologia del riciclo e del riutilizzo della schiuma viene costantemente innovata e migliorata, come l'uso di compattatori per schiuma altamente efficienti per comprimere la schiuma di scarto in un volume più piccolo, riducendo il costo del trasporto, migliorando l'efficienza dell'utilizzo delle risorse e promuovendo l'aggiornamento e lo sviluppo dell'intero settore.
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INTCO Recycling è un'azienda specializzata nel riciclaggio della schiuma e nella produzione di compattatori per EPE. Riteniamo che il riciclaggio della schiuma EPE debba affrontare molte sfide, ma che abbia anche un grande potenziale di sviluppo. INTCO Recycling continuerà a dedicarsi all'innovazione tecnologica e all'espansione del mercato per promuovere l'industria del riciclaggio della plastica in una direzione più ecologica, intelligente e sostenibile.
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