#progresso industriale
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E' troppo bello avere molto tempo libero, la cucina pulita, i vestiti puliti, le unghie lunghe, curate, e ipermercati dove trovi già tutto pronto, perché il progresso industriale ti offre anche la pasta fresca.
Ma perché dovrei vivere come mia nonna, che non ha potuto scegliere il meglio per sé, quando viviamo tempi moderni e abbiamo tutte le risorse industriali per scegliere una vita confortevole?
#bello#tempo#tempo libero#vestiti#vestiti puliti#unghie#unghie lunghe#unghie curate#ipermercati#progresso#progresso industriale#pasta fresca#tempi moderni#vita#vita confortevole
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Un Tuffo nella Storia: La Lavatrice a Manovella del 1800
Alla scoperta della lavatrice manuale, un simbolo di innovazione domestica del passato.
Alla scoperta della lavatrice manuale, un simbolo di innovazione domestica del passato. L’oggetto nell’immagine è una lavatrice manuale a manovella, risalente alla fine del 1800 o ai primi del 1900. Realizzata in legno con componenti in ferro, questa macchina permetteva di lavare i panni con un processo meccanico. Al centro, la manovella azionava una pala all’interno del cestello, che mescolava…
#antichi elettrodomestici#archeologia industriale#COLLEZIONISMO#elettrodomestici storici#elettrodomestici vintage#evoluzione tecnologica#ingegno domestico#innovazioni domestiche#invenzioni dell’800#lavaggio manuale#lavaggio panni manuale#lavatrice a manovella#lavatrice a rullo#lavatrice antica#lavatrici storiche#macchine da lavare#musei tecnologia#progresso industriale#pulizia storica#rulli per il bucato#rulli strizzatori#storia dell&039;igiene#storia della lavatrice#tecnologia domestica#vita quotidiana 1800
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Questo libro è la PIETRA TOMBALE DEL WOKISMO, generalizzazione del WHITE GUILT. Hic et nunc. Non l'ha scritto Cruciani o Sallusti o Feltri ma Federico Rampini, un like a boss in posti wokissimi come Repubblica, Corriere, Sole24Ore. Cari Post e HuffPost, siete solo retroguardia che difende truppe in rotta, in una terra oimé devastata (cfr. post precedente sui danni del sinistrismo sinistrato passive aggressive inculcato nelle masse).
"È ora che qualcuno lo dica: «Grazie, Occidente!». Tutto il bene che abbiamo fatto, a noi stessi e agli altri, è il supremo tabù di questa epoca.
Nelle scuole non si insegna più la storia vera del progresso, che è nato a casa nostra e dove ha avuto un ruolo anche l'Italia. Invece nelle piazze e nella cultura contemporanea siamo sotto un processo permanente. È ora di ribellarsi, in nome della verità. Cinesi o indiani, brasiliani o africani, il mondo è popolato da miliardi di persone che devono la loro stessa esistenza... a noi.
La scienza occidentale, pensiamo alla nostra medicina e alla nostra agronomia, è stata copiata e applicata dal resto dell'umanità con benefici immensi. Se la longevità è aumentata, la mortalità infantile è crollata, il livello d'istruzione è cresciuto nel mondo intero, è perché l'Occidente ha esportato progresso.
Dove si combatte per migliorare i diritti umani - per esempio la condizione della donna - il paradigma da emulare siamo noi.
Il nostro modello industriale ha sollevato dalla miseria grandi nazioni. La sfida per un'economia più sostenibile e per decarbonizzare l'ambiente sarà vinta grazie alla ricerca scientifica e all'innovazione tecnologica dell'Occidente.
Il conformismo dominante impone una versione bugiarda della storia, in cui la «razza bianca», europea o nordamericana, ha seminato solo distruzione, oppressione, sofferenze. L'idea stessa di progresso è disprezzata, siamo sottoposti a un lavaggio del cervello quotidiano per inculcare la certezza che l'Apocalisse è dietro l'angolo (per colpa nostra).
Perché la Cina e l'Iran oggi si definiscono «repubbliche», un concetto che non esiste in Confucio o nel Corano? Una lezione di onestà storica è urgente per le nuove generazioni, aiuta a ricostruire la nostra autostima e a vedere il futuro con più fiducia.
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Non so se tutti si rendono conto delle dimensioni del disastro del settore automobilistico in Europa: gigantesco, epocale.
La causa non è la tecnologia, o i mancati investimenti (oddio un po’ sì, ma solo in parte): la causa è la forte crisi della domanda: in un mercato già in fase calante (per fattori economici, demografici, di stili di vita) la decisione di FISSARE una data (oltretutto stringente) per lo stop alla vendita delle auto termiche (unici al mondo) ha portato una tale incertezza negli acquirenti (cosa, come, ma soprattutto QUANDO comperare) che ha bloccato la domanda.
Provate a pensare all’effetto di milioni di cittadini che ritardano, anche solo di 1 anno, l’acquisto di un auto nuova, magari perché vogliono capire meglio che direzione prendere. Ne deriva un mercato dove la domanda va a intermittenza, o a piccoli strappi (tipo quando vengono reintrodotti gli incentivi per le auto elettriche). Il tutto con effetti devastanti sulla pianificazione industriale di un settore che ha cicli molto lunghi e investimenti enormi da fare per allestire gli impianti di produzione.
Un settore che occupa 13 milioni di lavoratori e vale l’8% del PIL europeo. Si stimava, l’anno scorso, che i posti a rischio fossero 1,5 milioni, ora sono molti di più. Volkswagen, ad esempio, ha appena rescisso il contratto collettivo sulla garanzia del lavoro: da gennaio i licenziamenti. Bosch a luglio ha raggiunto un accordo sindacale per un centinaio di esuberi in Italia, vediamo quanto dura.
Vorrei che fosse chiara una cosa però: il problema non è auto elettrica vs auto termica, quindi evitiamo di far partire la solita diatriba tra opposti supporter: il problema è aver messo una DATA DI SCADENZA. Una data di scadenza ha impatti forti sulla domanda di qualsiasi prodotto, figuriamoci su quella di un bene che rappresenta un investimento pluriennale.
Se una tale decisione fosse stata presa da un CdA ora i componenti sarebbero tutti a spasso, invece i politici che l’hanno presa sono ancora più o meno tutti lì, continuano a pontificare, e quel che è peggio, parte dell’elettorato gli dà ancora credito.
Voi direte: ma a suo tempo nessuno ha detto niente? Per la verità qualcuno, lato industria, ci fu, che disse che era una scelta folle, ma venne emarginato e bollato con lo stigma del “sei contro il progresso” (es. Tavares) ma ci fu anche chi sposò con entusiasmo l’idea, come il CEO di Volkswagen Diess, che è stato fatto fuori (anche) per questo.
Pagheremo a caro prezzo il fatto che nessuno abbia saputo fermare una decisione del genere, ma quel che è peggio è che non sembra proprio che abbiamo ancora sviluppato gli anticorpi per contrastare le follie ideologiche, che trovano invece ancora largo seguito.
Spiace pensare che solo una crisi profonda, che pagheranno tutti i cittadini, ci aiuterà, forse, a non commettere di nuovo certi errori.
Mauro Rizzi
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[della mia bassissima capacità di sopportazione dei disfattisti] 🠇
Se noto che un soggetto posti in quantità industriale sui social messaggi solo sconfortanti in cui dichiari che "il mondo fa schifo" (senza un briciolo nemmeno di sana ironia sui propri malesseri) il mio input da cittadina responsabile che non resta mai solo a guardare ciò che non va, tenta di capire, in primo luogo, il perché quella persona lo faccia: potrebbe essere soltanto un momento di reale sconforto a cui dare peso oppure uno dei tanti account che non avendo grandi idee per la testa, non trova di meglio da fare che divertirsi nell'alimentare un'idea del mondo solo disfattista per guadagnare attenzione malsana.
Non facendolo io per prima, non sopporto chi ami crogiolarsi nel vittimismo (giovane o adulto che sia) e non sono affatto interessata a chi non faccia altro che lamentarsi nella vita per partito preso, mostrando una demenza senile talvolta pure precoce per l'età che si ha; il mondo non è solo un posto marcio: il mondo è solo un posto marcio per tutti coloro che hanno deciso di restare passivi a ciò che (gli) accade; chi non reagisce a ciò che non va non detiene alcun diritto di lamentarsi di una realtà che non ami, perché non puoi lamentarti di nulla se nel contempo non fai assolutamente nulla per cambiare manco un pezzettino piccolo della realtà che ti circonda - il minimo sindacale che ti è richiesto da persona Adulta!
Una persona giovane ha bisogno di essere sostenuta quando continua a vomitare scemenze sul mondo che fa solo schifo e non che gli si dica "Si, ok, hai ragione, il mondo fa schifo e pure io trovo che fa schifo": la realtà non è composta solo da soggetti passivi che sopportando situazioni assurde pensandosi eroiche, ma anche da ottime persone che ogni giorno, pure incazzandosi di brutto, si impegnano per portare Progresso attorno a loro - e non ci guadagnano un cazzo nell'andare a dormire ogni giorno con l'idea che il giorno successivo dovranno affrontare un'altra battaglia contro conservatori e giovani pessimisti dell'ultima ora - giovani pessimisti dell'ultima ora che si aggregano ai pessimisti anziani della prima ora, da cui non si deve assolutamente prendere esempio.
E' molto facile fermarsi alle prime righe di uno scritto (alle impressioni a pelle di ogni questione), ma non si potrà mai avere una percezione corretta della realtà senza nemmeno viverla a fondo (leggendo tutto il libro e non soffermandosi alla copertina); tutto ciò che leggiamo oppure osserviamo oppure soltanto ascoltiamo, sarà continuamente inteso in modo parziale e scorretto sia se si è caratterialmente pessimisti ma anche e soprattutto se si è PIGRI.
Non esistono pensieri isolati pessimisti originali: negli anni, tra realtà e social - senza contare la marea di poeti e scrittori di romanzi attuali e del passato da "mattonata sui coglioni" - di persone che si arrendono al primo ostacolo ne ho incontrate a centinaia e di qualsiasi età, perché arrendersi e dare degli idioti agli altri è facilissimo: non costa alcuna fatica; colpevolizzare i terzi in continuazione della propria costante resa sociale non rende intelligente e manco interessante qualcuno; gli arresti momentanei sono sani solo se momentanei: in giovinezza, tutti proviamo davanti ad una realtà complessa una naturale fatica a capire e dominare gli avvenimenti, perché la realtà è complessa e difficile da dominare per tutti, anche quando non sei più un giovane adulto (non c'è nulla di originale o straordinario in questo stato d'animo).
Se non sarà così, se non sarà un arresto momentaneo quello che viva il giovane pessimista dell'ultima ora, il futuro che lo attende prossimo è di invecchiare prestissimo, moltiplicando esternazioni degne di un anziano fallito e non di una persona giovane dentro e fuori, CHE HA TUTTA UNA VITA DAVANTI.
La mia risposta ai giovani pessimisti potrebbe suonare dura e priva di compassione rispetto ad una madre pancina: ma sono una persona adulta razionale e non una madre pancina e non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di offrire ad una persona giovane scusanti per arrendersi al tutto, piangersi addosso, invece di far emergere la vitalità del DESIDERARE.
C'è una realtà che da attivisti affrontiamo in ogni minuto della nostra esistenza: non possiamo aiutare chi non vuole essere aiutato - ma questo non vuol dire non provarci, almeno! Non significa non tentare nemmeno a comunicare con la dovuta forza a chi sia più giovane di noi e troppo facilmente arrendevole alla complessità, che il passato non è affatto migliore del presente come i vecchi stolti sostengono; che ognuno fa parte della Storia; che gli altri attorno a noi sono responsabili fino ad un certo punto del malessere che viviamo: il resto dipende soltanto dall'essere pigri o meno in un mondo che ti offre migliaia di strumenti per risolvere e non per disfare.
Se sei un disfattista, se sei un pessimista, è perché vuoi esserlo e non perché non esistano strumenti offerti dalla scienza, oggi più di prima alla portata di tutti, per non esserlo affatto: per voler contribuire con gioia, con costruttività, a ciò che sta al di fuori del recinto del tuo giardino deprimente nel quale tu hai voluto chiuderti; nessuno può metterti all'angolo quando tu non lo vuoi è la corretta trasposizione nella realtà di un Dirty Dancing in cui non verrà un ballerino sexy a ricordarti che arrendersi è solo un atteggiamento da bambini che non vogliono crescere mai.
#Dirty Dancing#ballerino sexy#bambini#crescere#mai#bambini che non vogliono crescere mai#disfattista#strumenti#risolvere#progresso#pessimismo#TUTTA UNA VITA DAVANTI#attivismo#provare#giovane#pigro#pigrizia#stima#bassissimo#bassa stima
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RUBARE IL FUTURO ALL'UMANITA' PRIVANDOLA DI ACCIAIO ED ENERGIA ELETTRICA
L'industria siderurgica è stata una pietra miliare dello sviluppo industriale e la sua evoluzione è una testimonianza dell'ingegno umano e del progresso tecnologico.
Nel corso dei decenni, i continui miglioramenti nella tecnologia degli altiforni, nel controllo dei processi e nel recupero di energia hanno portato a significativi guadagni in termini di produttività ed efficienza energetica.
La Cina continua a dominare la capacità produttiva e le esportazioni, con giganti del settore come Baowu Group in prima linea. Altri importanti produttori di acciaio includono la giapponese Nippon Steel & Sumitomo Metal Corp., l'indiana Tata Steel, la sudcoreana POSCO e l'europea ArcelorMittal.
Le acciaierie integrate di oggi sono meraviglie dell'ingegneria, in grado di produrre milioni di tonnellate all'anno con notevole efficienza. Gli altiforni più performanti possono raggiungere efficienze energetiche fino al 70%, valori che sembravano irraggiungibili solo pochi decenni fa.
L'acciaio è essenziale nella società moderna, in quanto ci fornisce la materia prima essenziale per ogni attività svolta dall'uomo; dalle industrie e relative macchine, fino alle infrastrutture strategiche, tutto è acciaio. Dal 2001, la produzione globale di acciaio grezzo è raddoppiata e la domanda continuerà ad aumentare nei prossimi decenni.
E come l'energia elettrica, anche l'acciaio entra nel mirino degli ambientalisti e della loro pretesa di "decarbonizzare" il settore attraverso l'utilizzo dell'idrogeno in luogo del carbone di cokeria.
Il carbone è essenziale, perché permette di ottenere il duplice vantaggio di procedere all'ossidoriduzione della materia prima (con formazione di CO e CO2, entrambe utilizzate per produrre energia termica ed elettrica utile ai processi di produzione dell'acciaio grezzo), ma anche per produrre acciai di elevata qualità da sottoporre a processi termochimici atti a migliorarne/esaltarne specifiche qualità meccaniche/termiche/chimiche.
La pretesa ambientalista di produrre l'acciaio dalla materia prima attraverso l'utilizzo dell'idrogeno espone il mercato ad un duplice pericolo. Il primo, l'eccessivo uso di energia elettrica, sia per trattare il minerale, sia per produrre idrogeno; i costi della materia sarebbero esposti ad un incremento esponenziale.
Il secondo pericolo, non meno grave, è la nota fragilità dell'acciaio in presenza di idrogeno incluso nella matrice cristallina, che ne altera in modo irrimediabile le caratteristiche chimiche e meccaniche. Note come "fiocchi di idrogeno" costituiscono discontinuità del reticolo, con maggiore fragilità e minore resistenza meccanica all'invecchiamento.
Il passaggio alla produzione di acciaio a idrogeno rischia di vanificare un secolo di progressi nella produzione efficiente. I costi elevati, le sfide tecnologiche e la limitata scalabilità dei processi basati sull'idrogeno sono garantiti per renderlo meno redditizio rispetto alla produzione di acciaio basata sul carbone.
Stime prudenti suggeriscono che la produzione di acciaio a base di idrogeno potrebbe essere del 20-30% più costosa rispetto ai metodi tradizionali. Questo differenziale di costo non è banale in un settore con margini ristretti e un'intensa concorrenza globale.
L'aumento dei costi si ripercuoterebbe sull'economia, colpendo l'edilizia, la produzione automobilistica e innumerevoli altri settori che si affidano all'acciaio a prezzi accessibili.
Rystad Energy afferma che l'acciaio "verde" può essere reso competitivo solo imponendo pesanti tasse sull'acciaio a base di carbone o assegnando enormi sussidi ai produttori di acciaio.
Inoltre, l'idrogeno prodotto attraverso l'elettrolisi è ad alta intensità energetica. Produrre abbastanza per soddisfare le esigenze dell'industria siderurgica richiederebbe una massiccia espansione della capacità di energia rinnovabile, ben oltre le attuali proiezioni.
Sebbene esistano progetti pilota di idrogeno verde, non è stato dimostrato su scala industriale. Al contrario, uno dei vantaggi più significativi della produzione di acciaio a base di carbone è la sua capacità di operare su larga scala.
I moderni altiforni possono produrre fino a 400 tonnellate di acciaio all'ora, funzionando ininterrottamente per anni tra i periodi di manutenzione più importanti. Questa scala di produzione è fondamentale per soddisfare la domanda globale di acciaio, che nel 2021 si è attestata a 1,95 miliardi di tonnellate e si prevede che crescerà, al netto delle considerazioni sulla qualità finale del prodotto. Un diverso modo di rubare il futuro all'umanità dopo averlo fatto privandola dell'accesso all'energia elettrica a basso costo ed affidabile.
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Oggi si festeggia! No, non parlo di dazi perché, vedete, la nostra Presidente del Consiglio non si lascia distrarre e va avanti come un treno ma non quelli di Salvini sempre in ritardo. In certe questioni, non si può cadere nell'irresponsabilità e nelle inefficienze. Si deve correre.
Oggi verrà approvata, in prima lettura, la riforma della Corte dei Conti con la quale si concede un bello scudo agli amministratori eletti. Sì, perché dopo l'abolizione dell'abuso d'ufficio e il ripristino dei benefici carcerari a favore dei condannati per corruzione, ora si legano le mani ai magistrati contabili. Per i politici sarà sempre presunta la buona fede ma, se proprio fossero così imbecilli da farsi beccare, non dovranno ripagare per intero l'eventuale danno erariale ma solo il 30%, sempre che non ecceda il doppio del loro stipendio. Insomma, per il resto dell'eventuale danno ci sono i cittadini pronti a rimetterci di tasca propria. Lo faranno per il bene del Paese e perché questo sacrificio si deve fare in nome della democrazia. D'altronde, i politici in questione sono eletti dal popolo e per questo devono essere tutelati, protetti e scagionati a prescindere.
Non vi fate confondere dal calo della produzione industriale, dagli stipendi troppo bassi, dal costo della vita sempre più pesante. Non vi fate prendere dalla fatica di tutti i giorni, abbiate speranza perché Meloni continua a lavorare per il "progresso della Nazione".
@Barbara Lezzi
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⚙️🌿 "Arya echi di guerra" 🌿⚙️
Un mondo diviso. Due specie in guerra. Un destino sospeso tra pace e tradimento.
🌍 L'ambientazione: In un continente spezzato dalla guerra, dove il progresso umano a vapore fagocita terre antiche e misteriose, si contrappongono due mondi:
A Sud, gli insediamenti umani dominati dalla borghesia, dalla monarchia costituzionale e dal fervore industriale. Dirigibili solcano i cieli, le macchine a vapore spingono il progresso, e i Sehva – antichi uomini-uccello – vengono ridotti a schiavi, privati delle loro ali, trattati come oggetti e forza lavoro.
A Nord, le foreste senza tempo dei Sehva, dominate da matriarche e da un equilibrio naturale infranto. Qui vivono tribù pacifiche, legate alla terra e agli Antichi, creature primordiali dalle origini dimenticate.
🕰️ La trama: Dopo dieci anni di guerra, la pace è fragile come le ali spezzate dei Sehva. Quando Makena, una sehva in fuga dagli insediamenti umani, si ritrova nel cuore delle foreste settentrionali, viene trascinata in un intrigo senza precedenti. La Regina dei Sehva, ancora prigioniera di rancore e sospetti, la costringerà a fare da informatrice: esplorare i segreti del mondo umano e rivelarne le debolezze.
Nel frattempo, Colombo, il ragazzo che accompagna Makena, dipende completamente da lei per sopravvivere nel regno dei Sehva. Ma i due dovranno affrontare nemici invisibili, tradimenti e dilemmi morali che metteranno a rischio non solo la loro vita, ma la fragile alleanza tra le specie.
E mentre un principe umano tenta di avviare trattative di pace, un’imboscata rovina tutto: chi può davvero fidarsi di chi, quando il passato è fatto di sangue e inganno?
⚔️ Temi e atmosfere:
Steampunk Vittoriano: macchine a vapore, dirigibili maestosi e vestiti raffinati.
Fantasy oscuro: una foresta misteriosa abitata da creature antiche, tribù legate alla natura e antiche tradizioni.
Conflitto e divisione: il razzismo contro i Sehva e l’avidità umana.
Intrighi e viaggi: una storia di fuga, sopravvivenza e alleanze difficili.
🎯 Per chi ama:
Romanzi con atmosfere alla "Londra Vittoriana"
Mondi fantasy dettagliati e culture in conflitto
Storie epiche di pace e guerra con personaggi sfaccettati
✨ "in Arya echi di guerra, la vera battaglia non è solo tra due specie, ma contro ciò che siamo diventati."
🔖 #SteampunkFantasy #AliSpezzate #GuerreDimenticate #NuovoFantasyEpico
#steampunk#fantasy#steampunk fantasy#scrittrice#character design#arte digitale#artists on tumblr#wattpad#illustrazione#illustration#writers on tumblr#female writers
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“ Le invenzioni e le scoperte portano benefici a tutti. Il progresso della scienza è una faccenda che riguarda tutto il mondo civile. Non ha una vera importanza il fatto che un uomo di scienza sia inglese, francese o tedesco. Le sue scoperte sono a disposizione di tutti e per trarne profitto non occorre niente di più dell'intelligenza. Il mondo dell'arte, della letteratura e del sapere, è internazionale; quel che vien fatto in un paese, non vien fatto per quel paese, ma per l'umanità. Se ci domandiamo che cosa eleva la umanità al disopra delle bestie, che cosa ci permette di considerare la razza umana più importante di qualsiasi specie di animali, scopriremo che non sono cose delle quali una nazione può avere la proprietà esclusiva, ma sono tutte cose che il mondo intero può spartirsi. Coloro che tengono a queste cose, coloro che desiderano vedere l'umanità feconda nel lavoro che soltanto gli uomini possono fare, non baderanno gran che ai confini nazionali e si cureranno ben poco di sapere a quale Stato un individuo deve fedeltà.
L'importanza della cooperazione internazionale al difuori del campo della politica mi è stata dimostrata dalla mia stessa esperienza. Fino a poco tempo fa ero occupato nell'insegnamento di una nuova scienza che pochi uomini al mondo erano in grado di insegnare. Il mio lavoro si basava soprattutto sull'opera di un tedesco e di un italiano. I miei allievi venivano da tutto il mondo civile : Francia, Germania, Austria, Russia, Grecia, Giappone, Cina, India e America. Nessuno di noi era cosciente di un senso di diversità nazionale. Ci sentivamo un avamposto della civiltà, occupati a costruire una strada nella foresta vergine dell'ignoto. Tutti collaboravano all'impresa comune e nell'interesse di questo lavoro le inimicizie politiche delle nazioni sembravano insignificanti, temporanee e futili. Ma non è soltanto nell'atmosfera piuttosto rarefatta di una scienza astrusa che la collaborazione internazionale è vitale per il progresso della civiltà. Tutti i problemi economici, la questione di garantire i diritti della mano d'opera, le speranze di libertà in patria e di umanità fuori, poggiano sulla creazione di una buona volontà internazionale. Finché odio, sospetto e paura, dominano i sentimenti degli uomini, non possiamo sperare di sfuggire alla tirannia della violenza e della forza bruta. Gli uomini devono imparare ad essere coscienti degli interessi comuni dell'umanità che sono identici, piuttosto che ai cosiddetti interessi dai quali le nazioni sono divise. Non è necessario, e neanche desiderabile, eliminare le differenze di educazione, di usi e di tradizioni tra le diverse nazioni. Queste differenze danno ad ogni singola nazione la possibilità di contribuire in modo distintivo alla somma totale della civiltà del mondo. “
Bertrand Russell, Le mie idee politiche. Una guida per orientarsi nelle ideologie politiche di tutti i tempi, traduzione di Adriana Pellegrini, Longanesi & C. (serie ocra, collana Pocket saggi n° 525), 1977; pp. 144-46.
[1ª Edizione originale: Political Ideals, New York: The Century Co., 1917; full text Here]
NOTA: nella prefazione l’autore puntualizza: «Questo libro è stato scritto nel 1917, ma pubblicato soltanto in America. Avrebbe dovuto essere una serie di conferenze, ma il ministero della Guerra lo impedì. Il primo capitolo doveva essere una conferenza da tenersi a Glasgow, presieduta da Robert Smillie, presidente della Federazione Minatori. Poco prima della data fissata per la conferenza il governo mi proibì l'ingresso in quelle che venivano chiamate « zone proibite », tra le quali era compresa Glasgow. Queste zone comprendevano tutto quanto si trovava vicino alla costa, e l'ordine era inteso contro le spie, per impedire che facessero segnalazioni ai sottomarini tedeschi. Il ministero della Guerra fu tanto cortese da dire che non mi sospettava di spionaggio a favore dei tedeschi; mi accusò soltanto di fomentare il disinteresse industriale, allo scopo di por fine alla guerra. Smillie annunciò che avrebbe tenuto la riunione di Glasgow nonostante la mia inevitabile assenza e infatti lesse la conferenza che avrei dovuto tenere io. Il pubblico rimase piuttosto sorpreso dalla differenza dal suo solito stile; ma alla fine, Smillie annunciò di aver letto la conferenza proibita. Il governo aveva troppo bisogno di carbone per agire contro di lui.»
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🌿 Radici e Tenebre
*non so nemmeno perché ho detto sì... Bruce Wayne si è presentato nel mio rifugio come una statua viva, con quella sua voce da caverna e l’odore di pioggia sulla pelle*
_Serve il tuo aiuto Lvy
*ha detto*
Di solito Bruce, mi arresta. O mi fa la morale. O entrambe le cose.
*ma stanotte... mi ha chiesto qualcosa*
_La LexCorp sta creando un siero a base di geni vegetali mutati. Serve un accesso silenzioso. Serve qualcuno che conosca la natura... e come muoversi tra le spine
Ti servono le mie radici, Pipistrellone? Potevi mandarmi un mazzo di fiori con una preghiera.
*non ha sorriso. Non lo fa mai. Però non ha detto di no. Ed eccoci qui sul tetto di un edificio blindato nel cuore della zona industriale. Il cielo sopra Gotham è un lenzuolo nero strappato. Io indosso la mia tuta verde, aderente come una promessa pericolosa. Bruce Wayne... beh, lui è sempre lo stesso. Armatura, mantello, silenzi, mi guarda e dice*
_Segui il mio passo.
*io sorrido, velenosa*
Preferirei che tu segua il mio.
*scivoliamo nel sistema di ventilazione. Le piante che ho portato con me si muovono come animali addestrati, aprono porte, silenziano sensori. Le radici si insinuano nei circuiti. Bruce osserva tutto, senza commentare, ma so che è colpito*
Non ti servono i tuoi giocattoli, quando hai la natura dalla tua parte.
_Preferisco strumenti che non respirano.
Tu non hai mai parlato con una pianta, vero?
*scambio velenoso mi piace. Tiene il passo, nonostante tutto quel metallo addosso. Entriamo nel laboratorio. Il siero è lì, verde brillante. Lo chiamano Veritas V-9. Dicono che può controllare la crescita vegetale a distanza. Schifo. È un veleno travestito da progresso*
Lo distruggiamo?
*gli chiedo a Bruce, egli guarda le provette, poi me*
_No. Lo portiamo via. Servirà come prova.
*Io lo fisso. Lui ha i suoi codici. Io ho i miei. Ma qualcosa in lui, stanotte… mi sembra più umano. Forse sono i riflessi degli allarmi rossi che iniziano a lampeggiare.
Forse è il modo in cui mi ha detto "Grazie" quando le liane ci hanno riportato in salvo sul tetto. Prima di andarsene col suo rampino e il suo eterno silenzio, si gira*
_Hai fatto la cosa giusta.
*sorrido, languida*
Non abituarti.
*nel mentre lui sparisce nel cielo come una maledizione, io resto tra le ombre e il verde che pulsa sotto la città. Perché anche le radici sanno muoversi al buio.
E anche i mostri possono, a volte, fare la cosa giusta*
Fine.

🌿 Lvy, figlia del veleno e custode del verde, che a volte danza anche con i pipistrelli.
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Pietrarsa, il progresso
Un polo industriale, punto di riferimento per il territorio vesuviano e antesignano del progresso di tutto il suolo italico di Stanislao Scognamiglio PORTICI | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – La sala convegni di Villa Fernandes, bene comune confiscato alla malavita organizzata, al civico 144 di Via Armando Diaz, alle ore 10 di sabato 26 aprile, accoglierà la presentazione del volume Pietrarsa.…
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Il 25 marzo 1911, la città di New York venne colpita da una tragedia che segnò indelebilmente la storia del movimento femminile e delle lotte per i diritti dei lavoratori. Il disastro della Triangle Shirtwaist Company, una fabbrica situata nel Greenwich Village, costò la vita a 146 persone, di cui 123 erano donne, molte delle quali giovanissime immigrate italiane ed ebree. L'incendio è tuttora ricordato come uno dei più gravi incidenti industriali della storia degli Stati Uniti e ha avuto un impatto fondamentale sul movimento femminista e sul miglioramento delle condizioni di lavoro.
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L'AMBIENTALISMO NASCE A DESTRA, IL BENECOMUNISMO SE NE APPROPRIA LO STRAVOLGE E LO DEGRADA
Storicamente la destra europea (è molto) sensibile alle questioni ambientali, (considerando la natura parte fondamentale dei propri) presupposti identitari. (...)
Le trasformazioni nei settori produttivi e nella società dovuti alla transizione energetica sono da anni al centro delle campagne elettorali, in particolare per quanto riguarda le idee su chi dovrebbe sostenerne i costi (non) inevitabili, legati per esempio a licenziamenti di massa in certi comparti e all’innalzamento del costo di certi beni (...). Se i partiti di sinistra sostengono la necessità di portare avanti questo processo (ad ogni costo), proteggendo (ma senza esentare) le fasce più povere della popolazione e facendolo pagare a(lla vasta maggioranza dei cittadini cosiddetti) "più ricchi", quelli di centro ripongono fiducia nell’iniziativa privata e nella capacità del mercato di adattarsi. Ma spesso le proposte di costoro su come gestire la transizione energetica sono poco concrete e convincenti e la (...) destra ha deciso di (rispondere) alle preoccupazioni di chi teme di impoverirsi (e che anche la natura ne risulti impoverita: vedi aree collinari e pedemontane abbandonate, con susseguente dissesto idrogeologico etc.) (...).
Stéphane François è uno storico che insegna scienze politiche all’Università belga di Mons e nel 2022 ha pubblicato un libro intitolato Les verts-bruns – L’écologie de l’extrême droite française in cui racconta come l’estrema destra non si sia a un certo punto “riappropriata”, come spesso si sente dire, delle questioni ecologiste, ma se ne sia di fatto sempre occupata. Alla fine del XIX secolo (...) comparve per primo l'ecologismo conservatore, che intendeva preservare l’ambiente in un senso che lo storico definisce rousseauiano (...): la natura, semplificando, era concepita come condizione originaria del genere umano, una condizione di innocenza e felicità.
Questi concetti si svilupparono soprattutto in Germania quando, tra il 1860 e il 1880, la associazione di stati tedeschi (...) si unificò intorno alla Prussia, (...) diventando la seconda potenza economica europea dietro al Regno Unito. Questa modernizzazione venne contestata in diversi ambienti dell’epoca e, in particolare, dal movimento völkisch, termine (...) che significa popolo inteso come comunità di sangue e di suolo, folklore, storia locale, desiderio di ritorno alla terra e alla conseguente ribellione contro la Rivoluzione Industriale (...).
Questo movimento fu il primo in Europa a sottolineare la necessità di proteggere l’acqua, l’aria e la terra e a porre questioni ambientali (...). Le ideologie völkisch (...) influenzarono (...) i regimi autoritari che proliferarono in Europa a partire dagli anni Trenta. Basti pensare all’idea di una nazione proletaria, rurale e virile enfatizzata dal fascismo in Italia o al mito del ritorno alla terra propagandato in Francia dal regime di Vichy (...). (...)
Nel dopoguerra l’ambientalismo di destra ebbe diversi ideologi (...): Maurice Martin, conosciuto con lo pseudonimo Robert Dun, Henry Coston e Alain de Benoist, tra gli altri, fondatore negli anni Settanta del movimento della Nouvelle Droite che coniugò i temi tipici della destra con l’ecologismo e il comunitarismo, una concezione che si oppone all’individualismo, non concependo l’individuo indipendentemente dai suoi legami culturali, etnici o religiosi con la comunità di appartenenza. L’ambientalismo di destra si fonda su una concezione delle popolazioni come gruppi etnici radicati sul proprio territorio che il contatto con altri gruppi, le migrazioni, il cosmopolitismo, l’universalismo ma anche la modernità, la tecnologia e il progresso metterebbero in pericolo.
Di conseguenza, l’ambientalismo di questa area politica consiste nel proteggere la biodiversità (che include) la diversità e la specificità identitaria dei singoli popoli. I gruppi ambientalisti della destra radicale promuovono insomma una visione olistica del mondo, il rispetto della natura e a uno stile di vita autarchico.
Il Front National, nato nel 1972 e rinominato Rassemblement National nel 2018, appartiene a questa tradizione politica e ha avuto tra le proprie fila degli esponenti dell’ambientalismo identitario. Da decenni sostanzialmente irride la questione ambientalista per come è stata (stravolta e appropriata) dai (...) “bobos”, cioè l’élite intellettuale di sinistra urbana e globalizzata. (...). (I cittadini che spiegano ai contadini come si convive e preserva l'ambiente, a pensarci è davvero ridicolo).
L’ambientalismo di RN ha a che fare con la gestione delle risorse naturali (senza) prevedere radicali cambiamenti del sistema economico e produttivo: coincide con una forma di sviluppo sostenibile (...) e intende aumentare la produttività migliorando ed espandendo l’utilizzo delle nuove tecnologie. Marine Le Pen prima e Jordan Bardella poi hanno costruito un modello ambientalista che definiscono «positivo» o «di buon senso» che si oppone a quello che chiamano «terrorismo climatico» e «ambientalismo punitivo» portato avanti dalle élites del paese o dell’Unione Europea. «L’ideologia degli ambientalisti» ha detto Le Pen lo scorso primo maggio, «non è altro che una lotta contro gli esseri umani» che mette in pericolo «l’indipendenza della nazione e, soprattutto, il tenore di vita dei francesi». (...)
Théodore Tallent, ricercatore e docente a Sciences Po, ha spiegato che all’epoca del movimento dei gilet gialli (nati nel 2018 (...) contro le politiche anti auto di Macron) «RN capì che la questione climatica poteva cominciare a stravolgere la vita quotidiana delle persone creando in loro un profondo malcontento». (...) La maggioranza dei francesi, secondo i sondaggi, non nega il cambiamento climatico ma ampi settori di popolazione «hanno spesso l’impressione che le misure previste per contrastarlo siano portate avanti dai cosiddetti “circoli dei bobos” sconnessi dalla realtà, opinione condivisa proprio da RN» ha spiegato Brice Teinturier dell’istituto Ipsos. (...)
Nel programma per le elezioni legislative presentato da RN, accanto alla volontà di smantellare gradualmente i parchi eolici esistenti perché deturpano i paesaggi, c’è la proposta di eliminare alcune norme ambientali considerate eccessive. Tra cui quelle che impedirebbero (alle) case ad alto consumo energetico di essere messe sul mercato da qui al 2034. RN dice poi di voler lanciare un nuovo piano per l’energia nucleare e di voler rivedere il divieto votato dal Parlamento Europeo di vendere automobili a benzina o diesel dal 2035. (...) Durante la campagna per le europee, Bardella ha infine detto di voler superare il Green Deal, la serie di misure per (imporre dall'alto con la scusa della sostenibilità) (...) modi di produzione e stili di vita ai cittadini europei. (...)
L’ambientalismo è dunque presente nei programmi di RN, ed è un anti-ambientalismo (rispetto a quello della sinistra urbana e elitaria); l’insistenza delle destre sul localismo (nulla è "locale" e identitario quanto l'unione di natura e persone) secondo le sinistre urbane non è sinonimo di difesa dell’ambiente. (Il che la dice lunga su cosa sia in realtà l'ambientalismo di sinistra). (...)
Adattato o meglio stravolto (ma senza grandi interventi, solo un po' di pulizia: puntini = tagli e parentesi =aggiunte) da https://www.ilpost.it/2024/07/05/rassemblement-national-ambientalismo-destra/
Basta depurare dall'ipocrisia superficiale i post de il Post ed emerge chiara la realtà con cui i sinistri confliggono regolarmente.
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Buone notizie dalla Germania! Ormai i responsabili delle industrie sono alla disperazione; prezzi dell'energia alle stelle causa mancanza di generazione rinnovabile e massicce importazioni dai Paesi di confine. Paesi di confine che, causa carenze determinate dalla potenza assorbita proprio dalla Germania, vedono la loro energia elettrica schizzare alle stelle. Un cane che si morde decisamente la coda e senza vie di uscita, mentre sembrano ancora adesso profetiche le espressioni di Rafael Mariano Grossi, leader della IAEA: "La Germania non potrà fare a meno del nucleare, diversamente conoscerà lo spopolamento industriale". Intanto la società tedesca, il popolo, è in rivolta per i costi insostenibili dell'energia elettrica. Energiewende? Wendefumo...
Dal 2 all'8 novembre e dal 10 dicembre al 13 dicembre, l'approvvigionamento elettrico della Germania da energie rinnovabili è crollato a causa di una tipica situazione climatica invernale con una pausa del vento e un irraggiamento solare minimo che ha portato a carenze di approvvigionamento, elevate importazioni di elettricità e prezzi dell'elettricità alle stelle.
A volte, è stato necessario importare oltre 20.000 MW (20 GWe, pari a 20 reattori nucleari di medio-elevata potenza), più di un quarto del fabbisogno elettrico della Germania. I prezzi dell'elettricità sono aumentati di dieci volte (93,6 €ct/kWh).
https://t32b8e15b.emailsys1a.net/c/200/7972759/1101/0/11169274/5390/530680/08d47d514b.html
Le aziende che non avevano contratti a lungo termine hanno dovuto cessare la produzione. Wolfgang Große Entrup, amministratore delegato dell'Associazione tedesca dell'industria chimica (VCI): "È una situazione disperata. Le nostre aziende e il nostro paese non possono permettersi una produzione in condizioni di solo bel tempo. Abbiamo urgente bisogno di centrali elettriche che possano intervenire ed operare in sicurezza".
l motivo: il governo di coalizione a guida socialista/verde e i precedenti governi Merkel avevano dismesso 19 centrali nucleari (il 30% della domanda di elettricità della Germania) e 15 centrali a carbone sono state disconnesse dalla rete solo il 1° aprile 2023. Sono 4,35 miliardi di euro di denaro dei contribuenti in premi di disattivazione sono stati distribuiti a RWE e LEAG (Germania dell'Est): il danno e la beffa!
Nel gennaio 2025, la centrale elettrica Weisweiler di RWE andrà offline. Questo, tra tutti i mesi, avverrà a gennaio, quando il consumo di elettricità in Germania è al massimo e la Francia potrebbe avere poco da fornire.
Questo perché la Francia è il paese più sensibile al calore in Europa e anche piccole fluttuazioni di temperatura possono avere un impatto sul consumo di elettricità a causa dell'uso diffuso di sistemi di riscaldamento elettrico. Anche e solo 1°Celsius in meno e il consumo in Francia aumenta di 2400 megawatt (2,4 GWe).
Ma la politica energetica, sbagliata, della Germania, che prevede di spegnere l'energia elettrica di sicurezza (il back-up a carbone e le centrali turbogas "di scorta"), sta ora causando difficoltà economiche a tutti.
La Norvegia meridionale, la Svezia meridionale, l'Austria e i Paesi Bassi hanno registrato prezzi dell'elettricità altrettanto alti come quelli della Germania durante la stasi della generazione delle fonti rinnovabili.
Anche la Danimarca, il cui approvvigionamento di energia elettrica si basa sull'energia eolica (56%), ha esacerbato il malessere importando elettricità dalla Scandinavia.
Il ministro dell'Energia norvegese nel governo di centro-sinistra, Terja Aasland, vuole tagliare il cavo elettrico verso la Danimarca e rinegoziare i contratti elettrici con la Germania. Sta quindi rispondendo alle richieste del Partito del Progresso, di destra, che lo chiede da molto tempo e probabilmente vincerà le prossime elezioni. Secondo il Partito del Progresso, "l'infezione dei prezzi" dal sud deve essere fermata e il prima possibile.
Il ministro svedese dell'Energia Ebba Busch è stato ancora più chiaro: "È difficile per un'economia industriale fare affidamento sulla benevolenza degli dei del tempo per la sua prosperità".
E direttamente alla politica verde di Habeck: "Nessuna volontà politica è abbastanza forte da scavalcare le leggi della fisica, nemmeno quella del signor Habeck".
https://t32b8e15b.emailsys1a.net/c/200/7972759/1101/0/11169274/5390/530709/a3eea7ba77.html
Spesso si dimentica anche che le turbine eoliche consumano elettricità quando sono ferme o spente per motivi atmosferici. Questo perché tutti le componenti tecniche (pompe dell'olio, ventole di raffreddamento, sistemi di controllo e di riscaldamento del lubrificante, ecc.) devono rimanere in funzione anche quando le turbine non generano energia. Vestas specifica un consumo di energia elettrica di 55.000 kWh (o 55 MWh) all'anno per una turbina da 4,2 MW a veicolo fermo.
https://t32b8e15b.emailsys1a.net/c/200/7972759/1101/0/11169274/5390/530749/be86328178.html
Durante i periodi di produzione, la turbina si rifornisce di energia elettrica dalla sua stessa generazione, ma le turbine sono praticamente inattive 120 giorni all'anno.
Se ipotizziamo un autoconsumo medio di 40.000 kWh (o 40 MWh) all'anno per tutte le turbine tedesche, arriviamo a 1,2 TWh, la generazione di una centrale elettrica a gas di medie dimensioni.
Per esemplificare le conseguenze della mancanza di funzionamento e generazione delle turbine eoliche, si dovrebbe mantenere operativa una centrale elettrica di circa 400 MWe, o la stessa potenza dovrebbe essere importata per giorni e giorni, per evitare che le turbine eoliche si guastino causa freddo/caldo ambientale!
https://klimanachrichten.de/2024/12/20/fritz-vahrenholt-findet-die-gescheiterte-energiepolitik-nach-den-wahlen-ihre-fortsetzung/
Fernando Arnò.
#truffa energetica#truffa climatica#truffa rinnovabili#Verdacci#Verdi di merda#Coglioni teutonici#W Nuke
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