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Le aziende Cia Alessandria alla Fiera di San Baudolino. Via Vochieri si trasforma nella "Via dell’Agricoltura" per la festa del patrono di Alessandria
Domenica prossima, Alessandria celebrerà il suo patrono San Baudolino con la tradizionale Fiera di San Baudolino, un evento attesissimo che richiama cittadini e visitatori nella città.
Domenica prossima, Alessandria celebrerà il suo patrono San Baudolino con la tradizionale Fiera di San Baudolino, un evento attesissimo che richiama cittadini e visitatori nella città. La fiera si svolgerà lungo via Vochieri, ribattezzata per l’occasione “Via dell’Agricoltura”, dove numerose aziende agricole e produttori locali esporranno le loro specialità. Tra i protagonisti di quest’anno ci…
#agricoltura locale#agriturismo La Ca&039; Rusa#Alessandria#Alessandria eventi#Alessandria today#Anton Vailati#aziende agricole#Baracco Raffaella#Capramica#Cia Alessandria#economia agricola#Elena Gaiga#farina macinata a pietra#Festa Patronale#Fiera di San Baudolino#formaggi di capra#Google News#italianewsmedia.com#Marcello Rossi#Marina Varaldo#mercati agricoli#Nocciole#olio extravergine di oliva#Ortofrutta#Pier Carlo Lava#prodotti agricoli#prodotti del territorio#prodotti genuini#prodotti locali#Prodotti tipici
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La spesa online direttamente dai produttori
Quattro soste camping con prodotti online. Piemonte, Toscana e Puglia. Continue reading Untitled
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Vorrei ricordare a tutti quelli che si lamentano della concorrenza sleale di tanti prodotti stranieri, a tutti gli agricoltori che scendono in piazza per difendere i loro ortaggi, vini e formaggi dall'assalto di prodotti stranieri, a tutti quelli che danno retta a tesi strambe o a quella retorica nazionalista di certi politici.. che quando si sottoscrivono accordi commerciali bilaterali, vuol dire che si danno cose e cose si prendono. Se tu vuoi portare mobili in quel paese, devi prenderti la sua carne e il suo grano. Se vuoi gas algerino, ti prendi tutti i suoi prodotti agricoli, arance, olio, limoni o datteri che siano. Dovrebbe essere buona norma della politica (tutta) , illustrare a noi cittadini, i termini dettagliati degli accordi che l'Italia va sottoscrivendo con tanti Paesi al mondo, così da capire quali settori ne trarranno vantaggio e chi svantaggio, altrimenti siamo alla solite frasi roboanti come se per l'Italia arrivano solo vantaggi. Ma qualcuno puo' credere che noi siamo i "furbetti" e gli altri tutti cojoni? Poi, se a voi piace essere presi per il c.lo dando retta a chi promette difese e barricate pur di tenere il nemico fuori dalle mura, accomodatevi.. @ilpianistasultetto
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Meno di nulla
Distratti dalle epiche gesta dell'Italica formazione in quel di Germania, narrate dal più nazionalpopolare istituto lucerai (ho persino temuto che il patriottico tricolore, lo si dovesse esporre ed omaggiare, come nelle adunate in piazza Venezia), abbiamo ricevuto informazione del decesso del bracciante Singh, con malcelato disturbo, nelle edizioni serali e pre partita dall'ufficio di propaganda del governo.
Tre/cinque minuti al massimo, con intervista al genitore del padroncino, reo, quest'ultimo, di aver scaricato, come un sacco di rifiuti, il corpo agonizzante di Singh, innanzi l'abitazione del bracciante.
Per dovere di cronaca, l'abitazione di Sing, era, fino allo sfratto odierno, un lamierato di cinque metri, per ospitare due persone. Sfratto che messo per strada la vedova, accolta da una volontaria della Cgil.
Lollo&Brigida, alias il cognato e, Calderone, ministra del lavoro e delle politiche sociali, hanno dichiarato, post mortem, guerra al caporalato.
Lodevole l'iniziativa, ma, la prevenzione, la si attua prima, non post.
Lo Stato, indignato, ha concesso, post mortem, un permesso di soggiorno speciale, ex t.u. immigrazione.
L'operazione giustizialismo/moralismo di facciata, è già partita. Tutti indignati, tutti basiti, tutti sconcertati, ma nel frattempo, la raccolta di pomodori, la coltivazione di ortaggi, i lavori nelle serre, procedono senza sosta a 4/5 euro l'ora, per permettere, alla GDO di vendere a prezzi bassissimi i prodotti agricoli e, al popolo di telespettatori, di godere-rassicurati, delle telenarrazioni delle epiche gesta italiche, in quel di Germania.
Gentilissima Signora Singh, è verissimo quanto da Lei dichiarato. Non siamo un paese buono. Non lo siamo mai stato. Siamo marci, finti e insinceri. Forti con i poveri e cacasotto dinanzi il potere. Razzisti fino al midollo, classisti, pronti a strapparci le vesta per amenità nazionalpopolari e insensibili innanzi la morte di colui che vale, nella nostra scala di valori, meno di nulla.
Se ne vada, scappi da questo infimo paese.
Mi permetta di stringerla con un grande abbraccio. Ci perdoni.
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Quanto ci costa il cambiamento climatico?
E’ dagli anni ’90 che il clima del nostro pianeta mostra segni di squilibrio causato dalle emissioni di gas serra delle attività umane e l’Italia è particolarmente esposta a questi mutamenti perché è circondata dal mar Mediterraneo, un mare piccolo, che si riscalda più degli oceani aperti ed è anche vicino agli anticicloni caldissimi del Sahara. I nostri ghiacciai alpini si sono ridotti del 60% nell’ultimo secolo, facendo diminuire le riserve idriche destinate ai fiumi, all’agricoltura e alla produzione idroelettrica. L’innevamento sulle nostre montagne dura meno e penalizza l’industria turistica invernale. Le estati sempre più calde provocano vittime per colpo di calore (estate 2022: 18.000 vittime solo in Italia). I fenomeni di alluvioni e tempeste sempre più frequenti e violenti provocano danni per miliardi di euro (vedi la Romagna nel 2023) impattando sui prodotti agricoli, danneggiati irrimediabilmente, e ciò genera l’aumento dei prezzi dei prodotti. negli ultimi 40 anni le perdite finanziarie causate da fenomeni meteorologici e climatici estremi nell’UE hanno superato i 487 miliardi di euro. Di tutte queste problematiche che influenzano l’economia e le nostre vite dovremmo occuparcene ora. Eppure, diamo retta al negazionismo climatico, che è una scappatoia per negre qualsiasi responsabilità, per dire che la colpa non è nostra e lasciare tutto com’è.
Fonte: Consiglio dell’Unione europea https://bit.ly/480uB6I
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#climate change#ambiente#sostenibilità#crisi climatica#mediterraneo#mediterrenian#italy#romagna#european union
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L’ESEMPIO OLANDESE
La molle opposizione italiana al Covid-19 non è stato un evento imprevedibile. Negli ultimi decenni, gli agricoltori ed allevatori italiani hanno assistito, inerti e supini, alla distruzione, davanti ai loro occhi, del bene che avevano prodotto con la loro fatica ed il loro denaro. Arance e pomodori sotto i trattori, latte sparso, stalle svuotate, olivi centenari, che avrebbero dovuto essere protetti come bene dell’Umanità, recisi impietosamente.
Gli agricoltori olandesi hanno rovesciato il governo in poche settimane, solo perché era stata meramente minacciata una riforma.
Sono gli stessi agricoltori che nei decenni scorsi, forti della classe politica combattiva che li rappresentava, sono riusciti ad imporre l’acquisto dei loro prodotti agricoli e di allevamento agli italiani, sbalorditi da tale inverosimile evoluzione del mercato, ma tuttavia proni ad accettarla.
Finchè le briglie del mondo saranno nelle mani di filantropi vili smerciatori di veleni, la “svolta ecologica” da questi ultimi patrocinata non può che essere considerata una grottesca fiction, nuova serie netflix, dopo il grande successo di quella a soggetto pandemico.
Non è dato sapere quale sia la percentuale di consapevolezza dei contadini ed allevatori olandesi, ma si prende atto – e si spera che diventi un esempio per tutti – che, di fronte ad un sopruso, anche solo potenziale, per la propria economia, essi sono pronti a combattere, riconoscendo quale sia l’autorità da combattere, al di là di incerte “exit”.
Avv Mauro Sandri
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Marche: “Le Strade della Birra”, presentato il progetto per la valorizzazione del settore e del territorio
Marche: “Le Strade della Birra”, presentato il progetto per la valorizzazione del settore e del territorio. Antonini: “Un comparto vitale che diventa porta di accesso diffusa sul territorio e veicolo di conoscenza della vasta gamma di offerte turistiche esperienziali offerte dalle Marche”. Attivo il nuovo portale da cui scaricare il “Passaporto per gli aloturisti”. Le Marche sono la prima Regione in Italia ad aver sviluppato un progetto per la valorizzazione e promozione sul turismo della birra denominato “Le Strade della Birra”. E’ stato realizzato con la collaborazione dell’Associazione nazionale “Città della birra” e dall’associazione di produttori “Marche di birra” e presentato ad Ancona, a Palazzo Leopardi, alla presenza dell’assessore regionale Andrea Maria Antonini e, per l’Associazione nazionale “Città della birra”, del vice presidente Giovanni Breccia, sindaco di Monte Porzio, del direttore Luca Marcelli e di Massimo Cardellini, consigliere delegato dal Comune di Apecchio, dove ha sede l’associazione. “La birra, dunque – ha affermato Antonini - come porta di accesso diffusa sul territorio e veicolo di conoscenza della vasta gamma di offerte turistiche esperienziali, soprattutto legate all’ambiente, che le Marche sono in grado di offrire ai visitatori”. “La produzione della birra – ha ricordato Antonini - ha assunto ormai un ruolo importante tant’è che numerosi sono i birrifici artigianali e agricoli che si sono attrezzati per accogliere i turisti che desiderano degustare la birra direttamente in azienda. Una crescita esponenziale che, dopo Toscana e Lazio, fa delle Marche la regione dell’Italia centrale con la più alta concentrazione di microbirrifici. Un dato che è testimonianza della vitalità del comparto e dei birrifici marchigiani, la maggior parte dei quali sono gestiti da giovani imprenditori che hanno manifestato un forte spirito d’iniziativa impegnandosi in un settore innovativo”. “Molti birrifici poi – ha detto l’assessore – si trovano nell’entroterra, per questo la loro promozione si intreccia con quella legata ai borghi marchigiani”. Nelle Marche esistono oltre 40 birrifici tra agricoli, artigianali e sono circa 700.000 gli appassionati di birra artigianale. Le Marche, inoltre, sono la quinta regione in Italia per produzione di orzo e i suoi birrifici producono oltre 300 tipi di birre. La Regione si è anche dotata di una legge apposita di promozione e valorizzazione della birra artigianale ed agricola, la quale prevede l’individuazione di un soggetto per l’attuazione di queste specifiche azioni, individuato tramite bando, nell’Associazione nazionale “Città della birra”. Quest’ultima, è nata nel 2015 e il suo presidente è il sindaco di Apecchio, Vittorio Nicolucci. Attualmente riunisce 23 Comuni, di cui 21 marchigiani (Apecchio, Sassocorvaro, Monte Cerignone, Pesaro, Fermignano, Colli al Metauro, Fano, Monte Porzio, Cantiano, Serra Sant’Abbondio, San Lorenzo in Campo, Arcevia, Corinaldo, Monsano, Cupramontana, Serrapetrona, Morrovalle, Colmurano, Ripe San Ginesio, Petritoli, Comunanza) e il Comune di Montone in Umbria e quello di Fossa in Abruzzo. Nel corso della conferenza stampa è stato presentato il portale www.stradedellabirra.it che contiene una sezione dedicata alla commercializzazione dei prodotti, alle degustazioni e alle visite nei birrifici, offrendo una panoramica sugli eventi, musei e punti di interesse, attività sportive, culturali e di svago, strutture ricettive e ristoranti. “Sarà un portale interattivo – ha detto Luca Marcelli - che consentirà al visitatore di interagire attivamente e condividere la propria esperienza: a tal fine è stata introdotta la possibilità di creare contenuti, esprimere valutazioni e condividere le impressioni e le emozioni del viaggio o dell’esperienza vissuta, anche attraverso i canali social”. Prevista anche una versione mobile del portale che permette una navigazione facile da qualsiasi tipo di device. Ma davvero innovativo sarà il “Passaporto per gli aloturisti”, quale vero e proprio strumento di fidelizzazione dei beer lovers, che sarà possibile scaricare dal sito. A tale scopo è stata creata una versione elettronica del passaporto. Ad ogni checkpoint, presso un birrificio, un ristorante o bar affiliato, il turista può ottenere sconti e agevolazioni sull’acquisto di prodotti nei birrifici, nei musei, nei ristoranti e nelle attività ricettive presenti sul portale. Il progetto prevede anche altre attività, a cominciare dalla realizzazione di una campagna fotografica e di video promozionali, visibili sul canale YouTube di “Città della Birra”, alla rivisitazione e ristampa della mappa regionale dei birrifici, con l’integrazione dei ventuno Comuni aderenti all’associazione ed un elenco dettagliato ed aggiornato dei birrifici attivi nel territorio regionale.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Agricoltua intensiva e pratiche agricole conservative
L'agricoltura intensiva è un sistema di produzione agricola caratterizzato dall'uso intensivo di risorse e tecnologie per massimizzare la resa per unità di superficie. Una forma di produzione spinta e che spesso può andare in conflitto con una maggiore sostenibilità delle pratiche agricole. Utilizzare fertilizzanti o altri prodotti chimici, spremere la resa colturale contro natura non sono pratiche sostenibli a lungo termine.
Questo approccio si basa su pratiche come:
Uso di Fertilizzanti e Pesticidi: Si utilizzano grandi quantità di fertilizzanti chimici per aumentare la fertilità del suolo e pesticidi per proteggere le colture da malattie e parassiti.
Monocultura: Spesso si coltivano grandi estensioni di una sola tipologia di prodotto, il che può aumentare l'efficienza ma ridurre la biodiversità e aumentare la vulnerabilità a malattie specifiche.
Sistemi di Irrigazione Avanzati: Vengono implementati sistemi di irrigazione per ottimizzare l'uso dell'acqua e garantire che le piante ricevano il quantitativo necessario di umidità.
Tecnologie e Meccanizzazione: Utilizzo di macchinari e tecnologie avanzate per migliorare la produttività e ridurre i costi di lavoro.
Allevamento Intensivo: Nel caso della zootecnia, si fa ricorso ad allevamenti che massimizzano la produzione di carne, latte o uova in spazi ridotti, con grande utilizzo di mangimi e antibiotici.
Se da un lato l'agricoltura intensiva permette di produrre grandi quantità di cibo in tempi relativamente brevi, dall'altro solleva preoccupazioni riguardo gli impatti ambientali, come il degrado del suolo, la perdita di biodiversità, l'inquinamento delle acque e il cambiamento climatico.
Inoltre, può avere effetti sul benessere animale e sulla qualità del cibo prodotto. È quindi oggetto di dibattiti e di ricerca per trovare pratiche più sostenibili. Ci sono pratiche agricole sostenibili come la produzione di colture di copertura e piante residue che hanno impatto nullo sull'ambiente e che costituiscono rimedi naturali per aumentare la resa dei terreni agricoli.
Altresì l'utilizzo di ammendanti agricoli natrali come il biochar naturale costituisce un ottimo sistema per aumentare la resa dei suoli senza interferire sull'ambiente e provocare il cambiamento climatico.
Le pratiche agricole conservative sono tecniche e strategie di gestione agricola progettate per preservare e migliorare la qualità del suolo, ridurre l'erosione e promuovere la sostenibilità ambientale. Queste pratiche mirano a minimizzare l'impatto negativo dell'agricoltura sull'ambiente, aumentando al contempo la produttività e la resilienza delle coltivazioni.
Gli attuali cambiamenti climatici tra le altre cose implicano il dover ripensare anche le stesse patiche agricole intensive, perchè troppo dispendiose per il terreno che messo sotto stress dal clima impazzito potebbe perdere qualità, caratteristiche e resa colturale. Molto meglio provvedere all'utilizzo si ammendanti biologici come il biochar naturale.
Alcune delle pratiche comuni associate all'agricoltura conservativa includono:
Tillage Zero o Minimum Tillage: Riduzione o eliminazione dell'aratura tradizionale, che aiuta a mantenere la struttura del suolo e a conservare l'umidità.
Rotazione delle Colture: Coltivare diverse specie di piante in successione per migliorare la salute del suolo, ridurre le malattie e i parassiti e ottimizzare l'uso dei nutrienti.
Copertura del Suolo: Utilizzo di piante di copertura, come legumi o erba medica, per proteggere il suolo dall'erosione, migliorare la biodiversità e aumentare il contenuto di materia organica.
Conservazione dell'Acqua: Tecniche per gestire in modo efficiente l'acqua, come la raccolta dell'acqua piovana e l'irrigazione a goccia, per ridurre il consumo e l'erosione.
Uso di Fertilizzanti Organici: Promozione dell'uso di compost, letame e altri fertilizzanti organici per migliorare la fertilità del suolo senza dipendere esclusivamente da fertilizzanti chimici.
Gestione Integrata delle Avversità: Approccio olistico alla gestione delle malattie e dei parassiti, tramite la combinazione di pratiche culturali, biologiche e chimiche in modo sostenibile.
Diversificazione delle Coltivazioni: Coltivare una varietà di piante per aumentare la resilienza dell'ecosistema agricolo e ridurre il rischio di fallimenti dovuti a condizioni climatiche avverse o a malattie specifiche.
Applicando queste pratiche, gli agricoltori possono contribuire alla sostenibilità ambientale, migliorare la qualità del suolo, incrementare la biodiversità e garantire la produttività a lungo termine delle loro terre.
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FONDIMPRESA: Avviso n. 5/2024 “Formazione a sostegno della Green Transition e della Circular Economy nelle imprese aderenti”
Obiettivo:
L’Avviso finanzia Piani formativi, condivisi tra le parti sociali riconducibili a Fondimpresa, rivolti alla formazione dei lavoratori delle aziende aderenti al Fondo che stanno realizzando un progetto o un intervento di Trasformazione Green o di Economia circolare.
Ambito di riferimento:
Il piano formativo finanziato deve avere ad oggetto esclusivamente i seguenti ambiti:
Progetti o interventi di Trasformazione Green nelle imprese aderenti che riguardano l’introduzione di nuove strategie, prodotti e/o processi o un notevole miglioramento di quelli già esistenti, e che richiedono, in una o più fasi della realizzazione, la formazione del personale interessato.
Progetti o interventi di Economia Circolare nelle imprese aderenti che riguardano l’introduzione di nuove strategie, prodotti e/o processi o un notevole miglioramento di quelli già esistenti, e che richiedono, in una o più fasi della realizzazione, la formazione del personale interessato.
Ciascun Piano formativo può interessare un solo Ambito o in relazione all’Ambito A, una sola Macroarea o solamente l’Iniziativa Aziendali di cui all’art. 7.
Il Piano deve essere condiviso, prima della sua presentazione, con un accordo sottoscritto da organizzazioni di rappresentanza riconducibili ai soci di Fondimpresa, a livello aziendale, territoriale e/o di categoria (settore), nel rispetto di quanto previsto nell’Avviso e nel “Protocollo d’Intesa - Criteri e modalità per la condivisione, tra le parti sociali, dei piani formativi” sottoscritto da Confindustria, CGIL, CISL e UIL il 22 novembre 2017, pubblicato sul sito web www.fondimpresa.it.
Con riguardo all’Ambito A, in linea con la Comunicazione COM (2011) 363 del 20 giugno 2011 secondo cui la Green Economy si configura come “Un’economia che genera crescita, crea posti di lavoro ed elimina la povertà investendo e salvaguardando le risorse del capitale naturale da cui dipende la sopravvivenza del nostro pianeta” e sulla base delle politiche di crescita e sviluppo delineate dalle istituzioni europee nell’ambito del New Green Deal, il Piano, può riguardare la formazione dei lavoratori delle imprese aderenti coinvolte nelle seguenti tematiche:
Tutela della biodiversità e dei servizi ecosistemici (es. interventi a tutela della biodiversità sui terreni agricoli, interventi di riduzione dell’uso dei pesticidi, interventi per un uso efficiente della risorsa idrica, interventi di rigenerazione del suolo, di ripristino delle foreste e delle zone umide, ecc.)
Perseguimento della decarbonizzazione (es. interventi a sostegno dell’efficientamento energetico dei processi industriali e degli edifici, impiego di mezzi/tecnologie a riduzione delle emissioni di CO2, etc)
Riduzione dell’inquinamento (es. utilizzo di “clean tecnologies” nei processi produttivi, adozione di soluzioni “end of pipe”, sviluppo di nuove soluzioni per la riduzione delle emissioni inquinanti etc.)
Digitalizzazione green (adozione di sistemi di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico e idrico, adozione di soluzioni connesse alle tecnologie IoT per la digitalizzazione e la dematerializzazione dei processi gestionali).
I progetti di Trasformazione Green, con riguardo alle aree delineate, possono riguardare soluzioni di processo, di prodotto, organizzative e legate a software gestionali; il Piano formativo può realizzarsi a livello aziendale o interaziendale, nel rispetto dei requisiti e delle condizioni previste dall’Avviso, con particolare riferimento all’ambito, ai lavoratori destinatari e alla tipologia di azienda/e di appartenenze e deve assicurare logiche unitarie di sviluppo.
Con riguardo all’Ambito B, in virtù della definizione di Economia circolare data dall’Europa, intesa come “un modello di produzione e consumo che implica, condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile” e sulla base della disciplina di riferimento contenuta nel Primo Piano di Azione dell’Economia Circolare – COM (2015) 614 final – e nel Nuovo Piano d’Azione dell’Economia Circolare – COM (2020) 98 final, nonché nella letteratura scientifica di settore, il Piano, in relazione a tale ambito, può riguardare la formazione dei lavoratori delle imprese aderenti coinvolte nell’adozione/ricerca/sviluppo di soluzioni di Economia Circolare, che, nello specifico, dovranno essere riferite a diverse fasi dell’Economia Circolare, secondo un approccio che valorizzi l’intero ciclo di vita dei processi e/o dei prodotti in un’ottica di filiera integrata. Tali fasi si traducono nelle seguenti aree tematiche:
Approvvigionamento di materie prime (interventi per l’impiego di materie prime provenienti da fonti sostenibili e rinnovabili, azioni volte allo sviluppo di soluzioni di simbiosi industriale, ecc.)
Progettazione (sviluppo di soluzioni di eco-design, sviluppo di soluzioni basate su un approccio di dematerializzazione)
Produzione (es. interventi per la riduzione del consumo di risorse nel processo produttivo, interventi per la riduzione dell’uso di sostanze chimiche nel processo produttivo, interventi per la riduzione della produzione dei rifiuti derivanti dalla produzione, soluzioni “sharing economy”, ecc.)
Distribuzione/logistica (interventi per la riduzione dei tragitti, impiego di mezzi e tecnologie per la riduzione dei consumi e la gestione efficienti dei siti dedicati alle attività logistiche, sviluppo di soluzioni nell’ambito della “reverse logistic”, ecc.)
Consumo/vendita (sviluppo di strategie di vendita basate su modelli “on demand”, sviluppo di strategie di vendita basate su modelli “product as a service”, sviluppo di programmi e servizi di coinvolgimento del consumatore relativamente all’estensione della vita o alla gestione dl fine vita del prodotto venduto, ecc.)
Raccolta (interventi per il miglioramento delle operazioni di raccolta e deposito dei rifiuti aziendali, ecc)
Recupero/riciclo (interventi volti a favorire il recupero e il riciclo dei rifiuti aziendali, volti allo sviluppo di soluzioni di simbiosi industriale, ecc.)
I progetti di Economia Circolare possono riguardare soluzioni di processo, di prodotto, organizzative, legate a software gestionali o a nuovi modelli di business; il Piano può realizzarsi o a livello aziendale o interaziendale, secondo una logica che valorizzi e privilegi interventi di filiera integrata…. E’ consentita la partecipazione al Piano di aziende coinvolte nel medesimo progetto di economia circolare in virtù dell’appartenenza alla stessa filiera integrata. L’Ambito B è destinato esclusivamente a Piani formativi, con la partecipazione di almeno 60 lavoratori posti in formazione.
Nel Piano sono ammesse azioni formative di livello avanzato o specialistico, mentre le azioni formative a livello di base sono consentite solo se strettamente connesse al progetto/intervento di Trasformazione Green o di Economia Circolare nelle aziende beneficiarie, nel limite massimo del 20% del totale delle ore di formazione del Piano.
Ciascuna azione formativa deve prevedere da un minimo di 8 ore di durata ad un massimo di 100 ore.
Il singolo lavoratore può frequentare un massimo di 100 ore di formazione, in una o più azioni formative.
Le modalità formative del piano possono privilegiare, senza limiti parametrici, l’utilizzo di metodologie flessibili e personalizzate tipiche della formazione/intervento (action learning, coaching, affiancamento, training on the job), fermo restando che non possono essere finanziate le ore di formazione durante le quali il partecipante svolge attività produttive. Le azioni formative in aula, seminari, action learning e coaching possono essere erogate in tutto o in parte attraverso lo strumento FAD sincrona.
Destinatari
Sono destinatari dei Piani formativi i lavoratori dipendenti, compresi gli apprendisti, per i quali viene versato all’INPS il contributo integrativo dello 0,30% sulle retribuzioni destinato a Fondimpresa, occupati in imprese aderenti che stanno realizzando un progetto/intervento di Trasformazione Green o di Economia Circolare.
Prima della presentazione del Piano le suddette aziende devono:
- aver aderito a Fondimpresa ed essere già in possesso delle credenziali di accesso all’area riservata (Area Associati) del sito web del Fondo prima della presentazione della dichiarazione di partecipazione al Piano. La registrazione per l’accesso è possibile solo dopo che l’adesione dell’azienda interessata è stata accettata dall’INPS e regolarmente trasmessa dall’Istituto a Fondimpresa;
- aver rilasciato la dichiarazione di partecipazione al Piano allegata alla domanda di finanziamento presentata con le modalità previste nelle “Istruzioni per la dichiarazione di partecipazione al Piano formativo da parte di imprese aderenti” (Allegato n. 8 dell’Avviso).
Sono compresi tra i destinatari anche i lavoratori posti in cassa integrazione guadagni o con contratti di solidarietà, a condizione che vi sia una finalità di reinserimento, specificata nell’accordo di condivisione.
Nell’ambito dell’Avviso, in relazione alla medesima matricola INPS l’impresa aderente può essere beneficiaria della formazione unicamente in un Piano formativo, salvo il caso in cui il Piano sia stato dichiarato non ammissibile, non idoneo o sia stato escluso.
Il Piano deve sempre prevedere la partecipazione:
- in relazione all’Ambito A e alle Macro Aree NORD, CENTRO, SUD e ISOLE e ad iniziativa aziendale, di almeno 15 dipendenti in possesso dei requisiti richiesti dall’Avviso.
- in relazione all’Ambito B, di almeno 60 (sessanta) dipendenti in possesso dei requisiti richiesti dall’Avviso.
Termini e modalità di presentazione della domanda di finanziamento
Il Piano formativo può essere presentato in qualsiasi momento nei periodi di seguito indicati, esclusivamente tramite posta elettronica certificata all’indirizzo [email protected]: a partire dalle ore 9.00 del 12 novembre 2024 fino alle ore 13.00 del 04 febbraio 2025.
Per informazioni rivolgersi a Studio Risorse S.r.l., inviando una e-mail a [email protected].
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LA BARBA MASSESE (O DI PRETE) STAR A STUDIO APERTO, DA RISCHIO ESTINZIONE ALLE CASE DI MILIONI DI ITALIANI
Dal rischio estinzione alle case di milioni di italiani. La barba massese, o più curiosamente barba di prete per i baffetti che la caratterizzano, star a Studio Aperto. Il popolare Mag, in onda prima del tg serale, ha dedicato uno spazio ad uno degli ortaggi più versatili del paniere vegetale di Massa Carrara inserito nella lista dei prodotti agricoli tradizionali regionali. Il servizio è stato curato dallo storico giornalista del biscione e scrittore, Massimo Canino.
La barba di prete è un ortaggio con radice fittonante di colore marrone all’esterno e bianca all’interno. La lunghezza arriva fino a circa 25 cm; dopo la cottura il sapore è dolciastro, la consistenza pastosa. La barba massese, prodotta da giugno ad ottobre, viene raccolta a mano e confezionata in mazzi per la vendita diretta.
Un tempo molto diffusa, come annota Raffaello Raffaeli nella sua monografia storica del 1881 affermando che “nel Massese tali erbe si seminano ai tempi debiti nei luoghi che hanno servito agli e alle cipolle”,la coltivazione di questa particolare varietà di tubero viene oggi custodita da un piccolo gruppo di agricoltori che ne conservano con cura il seme per ripiantarlo ogni primavera garantendone la sopravvivenza. Uno di questi è Paolo Caruso, contadino custode di Romagnano che insieme a Gianni Ciregia, stanno riscoprendo e riportando sulle tavole dei massesi i cultivar della tradizione locale sostituiti, nelle logiche grande distribuzioni, da poche e standardizzate varietà che hanno preso il sopravvento.
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Fiera d’Ottobre a Favara: tutto pronto per un weekend di cultura e spettacoli
Oggi, 25 ottobre, prende avvio la tanto attesa Fiera d’Ottobre di Favara. Questo evento, che si protrarrà fino al 27 ottobre, animerà la città con un ricco programma di attività...
Oggi, 25 ottobre, prende avvio la tanto attesa Fiera d’Ottobre di Favara. Questo evento, che si protrarrà fino al 27 ottobre, animerà la città con un ricco programma di attività che intrecciano le tradizioni popolari, la cultura folk e una fiera dedicata ai prodotti agricoli e artigianali del territorio. La manifestazione si apre ufficialmente questa sera alle 19:30 in viale Ambrosini, nei…
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Grande Successo per la Storica Fiera Bovina di Sant’Eusebio 2024 a Ottiglio
Un'edizione memorabile tra espositori, tradizioni locali e scambi culturali internazionali.
Un’edizione memorabile tra espositori, tradizioni locali e scambi culturali internazionali. La Storica Fiera Bovina di Sant’Eusebio ha concluso l’edizione 2024 con grande successo, attirando più di 2000 visitatori, 44 espositori e 35 bovini alla rassegna zootecnica. La manifestazione, celebrata a Ottiglio il 7 ottobre 2024, ha saputo mantenere vive le tradizioni locali del territorio monferrino,…
#artigianato locale#Banda Municipale Rocchetta Tanaro#Birrificio Ottigliese#Cibo Sano Monferrato#Ciofs-Fp Casale#Confetture Artigianali#Cultura Locale Monferrato.#Delegazioni Internazionali#Eccellenze Piemontesi#Espositori Km Zero#Fiera Bovina Sant&039;Eusebio#Fiera del Bonèt#Fiera Europea#Fiera Ottiglio 2024#Fiere 2025#Fiere Agricole Piemonte#Formaggi Artigianali#Fratellanza We4green#giovani imprenditori agricoli#Inclusività Fiera#Innovazione Agroalimentare#Miele Artigianale#patto di fratellanza#Prodotti Km Zero Monferrato#Produttori di Riso#produttori di vino#Rassegna Zootecnica#Riciclo e Riuso#Show Cooking Internazionale#Sostenibilità
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Crisi idrica, Regione semplifica procedure per prelievo acqua non potabile
La Regione Siciliana semplifica e accelera le procedure per il rilascio delle autorizzazioni all’attingimento di acqua per uso non domestico, riducendo l’iter da 60 a 5 giorni. Lo prevede una direttiva firmata dall’assessore alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, dal quale dipendono gli uffici provinciali del Genio civile, titolati al rilascio delle relative licenze. «L’attuale emergenza siccità per la quale il governo Schifani è impegnato in prima linea – sottolinea l’assessore - richiede misure straordinarie e immediate. Con questa direttiva, intendiamo supportare le aziende agricole e zootecniche dell’Isola, permettendo loro di accedere rapidamente alle risorse idriche necessarie per la continuità delle loro attività produttive». La licenza, sebbene provvisoria, consente l’utilizzo immediato delle risorse idriche in attesa del provvedimento definitivo. A partire dalla pubblicazione della direttiva, chiunque faccia richiesta di attingimento per attività agricole, zootecniche e di trasformazione, potrà iniziare i prelievi di acqua successivamente alla presentazione dell’istanza corredata dalla documentazione necessaria e da una dichiarazione asseverata da un professionista. L’ufficio del Genio civile competente per territorio rilascerà entro cinque giorni un’attestazione che avrà valore abilitativo. La procedura autorizzativa definitiva sarà poi completata entro 60 giorni. La direttiva emergenziale sarà valida fino a quando perdurerà lo stato di crisi idrica e si applicherà esclusivamente alle istanze per usi agricoli, zootecnici e di trasformazione dei prodotti, con approvvigionamento da corsi d’acqua, sorgenti e pozzi. Saranno garantiti il deflusso vitale minimo per i corsi d’acqua e una portata massima di prelievo di un litro al secondo per ciascun pozzo. Read the full article
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IL PESCE PUZZA SEMPRE DALLA TESTA
Una riflessione che mi tocca fare è questa: se tu agricoltore, per campare la tua famiglia, hai bisogno di sfruttare il prossimo, allora hai sbagliato mestiere e questo vale per tutti quelli che sfruttano altri per guadagnare illecitamente.
Lo sfruttamento, che non deve mai essere giustificato per concorrenza, crisi, o altro, non vede ragione con i prezzi al dettaglio dei prodotti agricoli. All'agricoltore vanno le briciole? Allora e' il sistema che e' sbagliato.
Questo sistema è molto vasto in Italia e non solo nel campo dell'agricoltura, vedi balneari, ristoratori, etc. etc.
Come ha detto Brunetta, in audizione per il salario minimo: "se gli imprenditori dovessero pagare il salario minimo a nove euro..., allora molti chiuderebbero!" Se non e' una lode allo sfruttamento, questa, non saprei quale altra possa essere.
Aveva ragione Paoletto er pesciarolo, quando diceva: " A Robbe', er pesce puzza sempre dalla testa".
@ilpianistasultetto
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IL MERCATINO DEL CONTADINO
Il 29 luglio torna a grande richiesta il mercatino dei prodotti agricoli locali. Un’iniziativa alla riscoperta della sapienza e della cultura contadina e il recupero dei sapori tradizionali della nostra terra, punto di riferimento per l’acquisto di prodotti locali e di occasioni di approfondimento sulle buone pratiche agricole. Continue reading IL MERCATINO DEL CONTADINO
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Vincenzo Lantieri, bambino di dieci anni cade in un pozzo e muore annegato: tragedia al centro estivo nel Siracusano Vincenzo giocava felice. Rideva e saltava, ignaro che sotto di lui ci fosse il vuoto. Il coperchio del pozzo ha ceduto. È precipitato ed è morto a quindici metri di profondità. Aveva solo dieci anni. Una morte assurda. Inutile il tentativo di salvarlo, calandosi nel pozzo, da parte di un’operatrice dell’associazione che aveva organizzato la gita nelle campagne di Palazzolo Acreide, comune in provincia di Siracusa. La dinamica è ancora da chiarire, ma c’è il racconto di alcuni testimoni a ricostruire la vicenda. È quasi l’ora di pranzo di ieri mattina. L’associazione “Doniamo sorrisi”, che fa parte della fondazione Anffas operativa a livello nazionale, ha organizzato un campo estivo per bambini disabili e normodotati. Obiettivi: condivisione e integrazione. Tra di loro ci sono Vincenzo e il fratello. In programma c’è la visita in una fattoria in contrada Falabia e una lezione per spiegare come si coltivano e poi cucinano i prodotti agricoli. La ricostruzione Durante una pausa i bambini si muovono liberi. Sono tutti attratti dalle altalene che stanno lì, ad una manciata di metri dal pozzo. Tutti tranne Vincenzo che posa lo sguardo altrove. Sale sul muretto che delimita il pozzo e l’abbeveratoio per gli animali e inizia a saltare. Il coperchio in lamiera cede e si spalanca al contrario verso il basso. Probabilmente i balzi hanno provocato l’apertura del chiavistello di sicurezza. Ad accorgersi della tragedia è Carmela Caligiore, 54 anni, operatrici della fondazione. Chiamano i soccorsi, nel frattempo la donna tenta disperatamente di calarsi nel pozzo. Scivola e precipita anche lei. Non riesce più a risalire. Il piccolo Vincenzo muore per i traumi della caduta o forse è annegato nell’acqua che copre un terzo del pozzo. «Acqua putrida», dice il sindaco Salvatore Gallo. Che aggiunge: «Mi sono avvicinato al bambino per baciarlo quando è stato recuperato e ho sentito il cattivo odore. I pozzi nella Sicilia in ginocchio per la siccità sono tutti asciutti. Questo no, maledizione». Si attivano le squadre del comando provinciale dei vigili del fuoco con il supporto dell’elicottero “Drago 148”, decollato dall’aeroporto di Catania Fontanarossa, e una squadra del Nucleo speleo-alpino fluviale. «Siamo subito intervenuti quando ci è arrivata la chiamata di soccorso. Una volta arrivata sul posto la squadra, i vigili del fuoco si sono immediatamente calati nel pozzo e sono riusciti a recuperare la donna in vita, che è stata affidata ai sanitari. Purtroppo per il piccolo non c'è stato nulla da fare, abbiamo tentato il possibile ma quando lo abbiamo recuperato era già morto», racconta il comandante dei vigili del fuoco di Siracusa, Ugo Macchiarella. Il salvataggio Non hanno fatto in tempo a tirare fuori Vincenzo vivo. La donna invece è salva. Quando mette la testa fuori dal pozzo è priva di conoscenza. Qualcuno teme il peggio. Poi esplode in un pianto a dirotto. Per fortuna ha rimediato solo lividi, contusioni e problemi respiratori. «Non ce l’ho fatta, non ce l’ho fatta, perché? Perché…?», continua a ripetere mentre viene visitata sotto choc all’ospedale di Siracusa. In serata viene dimessa. La procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta, ancora a carico di ignoti. Il reato ipotizzato al momento è omicidio colposo. I magistrati stanno cercando di ricostruire la dinamica della tragedia e di capire se il pozzo, profondo 15 metri, fosse segnalato. Sul corpo del piccolo sarà eseguita l’autopsia. Il primo ad essere sentito dai carabinieri sarà Giuseppe Giardina, presidente della Fondazione Anffas e proprietario della fattoria dove è avvenuta la tragedia. Un intero paese è a lutto. Il parroco e il comitato dei festeggiamenti in onore di San Paolo Apostolo, patrono della città, hanno deciso di sospendere ogni iniziativa, interpretando «il sentimento di cordoglio collettivo per la perdita di Vincenzo così da poter esprimere la nostra vicinanza alla famiglia». «Nessuno può avere voglia di festeggiare, siamo sconvolti», dice il sindaco. Di sera la comunità si riunisce in una veglia di preghiera per il piccolo Vincenzo Lantieri. Vuole fare sentire la vicinanza a papà Salvo e mamma Paola che lavorano entrambi nel servizio comunale di raccolta e smaltimento dei rifiuti. A supportarli ci saranno gli psicologi. Hanno perso un figlio, Vincenzo, che saltava e giocava assieme ai suoi coetanei.
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