#priorità nella vita
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Il valore del tempo nella vita di una persona e della società
Annotazione: Questo articolo analizza i modi per apprezzare la dignità del tempo, l'importanza del suo valore, l'impatto delle nostre vite e utilizzarlo efficacemente.
Annotazione: Questo articolo analizza i modi per apprezzare la dignità del tempo, l’importanza del suo valore, l’impatto delle nostre vite e utilizzarlo efficacemente. L’apprezzamento del tempo non è solo per la nostra vita, ma anche per lo sviluppo della società. Perché trascorrere del tempo sprecato – porta a una perdita di capacità umane, lasciando il loro futuro e non adempiendo alla propria…
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lunaticamic · 3 months ago
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fee-ling · 9 months ago
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Purtroppo non sappiamo mai in che posizione siamo nella vita delle persone, a volte pensiamo di essere una priorità ma in realtà siamo solo un'opzione.
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zona999 · 2 years ago
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se stiamo insieme, voglio essere la tua seconda priorità. voglio che la tua prima priorità sia tu, le tue ambizioni, la tua vita e il tuo futuro voglio il meglio per te. rimani concentrata, non lasciare che io sia una distrazione, lascia che io sia la tua motivazione, il tuo supporto e il tuo aiuto nella crescita
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canesenzafissadimora · 8 days ago
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Non ci portare chiunque a vedere il mare, che è una cosa importante, non è mica una cosa da niente.
Andare con qualcuno a vedere il mare non è come andarsene al bar, o a vedere le vetrine dei negozi, a prendere un gelato, è veramente molto di più.
A vedere il mare portaci quel qualcuno perfetto per condividere il silenzio, che è difficile trovarlo, ma se lo trovi non hai scampo.
Lo vedi in un altro modo,
il silenzio,
e te ne innamori.
Portaci qualcuno con il quale non devi parlare per forza, perché il mare è un film muto che ti sorprende per i colori, per le sensazioni che ti provoca nello stomaco, e non tanto per i rumori delle onde, certo, anche. Ma quel che veramente vale, del mare, sono le sfumature. Come di ogni cosa bella, d’altronde.
Portaci chi è stato in grado di dimostrarti che tu vali molto più di quel che pensi, di quel che ti aspetteresti, qualcuno che faccia di te una priorità e non un passatempo, che riesca a sentire le tue tragedie dentro senza pensare che siano cose banali e poco rilevanti.
Portaci, a vedere il mare, chi ti sa capire senza parlare,
chi ti viene a prendere se ti allontani,
chi ti lascia appoggiarti sulla sua spalla quando cadi,
chi, se guarda nei tuoi occhi, incredibilmente, vede un po’ di mare, chi quando alza lo sguardo, nel cielo, legge il tuo nome.
Portaci qualcuno così, che ti faccia sentire dentro un caos perfetto, stupendo, che ti faccia sentire che è bello svegliarsi alla mattina, proprio bello.
Portaci qualcuno così, e ti sembrerà di vedere qualcosa di stupefacente, di sconvolgente,
e ti sembrerà di vedere il mare per la prima volta nella tua vita.
Perché così bello, prima, non l’avevi visto mai.
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raccontidialiantis · 4 months ago
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Ma come hai fatto? (La mia prima volta)
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Sono una donna che nella vita non ha mai avuto troppe incertezze. Cresciuta ed educata secondo sani princìpi. La serietà, la coerenza, il non lasciarsi andare, l'impegno e l'evitare frivolezze sono sempre stati gli elementi base del mio carattere. Distacco, sobrietà e contegno. L'amore io lo immaginavo in fondo come un rapido passatempo, probabilmente addirittura quasi una seccatura, uno spreco di tempo ed energie che potrebbero essere utilizzati meglio, un ostacolo alla produzione lavorativa e alla realizzazione di sé. E invece sei arrivato tu. All'improvviso. Ti ho conosciuto durante uno stage settimanale in Francia per motivi di lavoro. Lavoriamo in aziende italiane concorrenti dello stesso settore.
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Hai sconvolto tutte le mie priorità. Dopo un evidente tuo corteggiamento iniziale in albergo la sera stessa del primo giorno, mi sono detta: “in fondo è un bell'uomo. Ma sì, proviamo anche questa. Non è che di sera ci sia molto da fare, qui. Rapidamente, però.” Invece siamo saliti in camera, hai iniziato subito a spogliarmi. Io lo volevo e quindi già sentivo dentro un rimescolamento incontrollabile. Poi hai preso a baciarmi il collo, la bocca, i seni e pian piano sei sceso a valle: con la lingua hai aperto le mie grandi labbra e hai iniziato a mordicchiarmi, a leccarmi a lungo. Ma come si permette? E quanto mi piace! Non ce l'ho fatta più e sono venuta una prima volta!
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Per me, ventiquattrenne di provincia tutta casa, studio e lavoro, era la prima volta! Hai puntato il tuo cazzo e inesorabile hai iniziato a entrare in me. Ero terrorizzata ma eccitatissima. Era un'esperienza che volevo fare, pensando di sbrigarla come una qualsiasi pratica standard. Stupida! Ho raggiunto di nuovo e in breve l'orgasmo. Tu, incurante delle mie richieste di rallentamento, sapendo di stare sverginandomi, continuavi come una bestia a possedermi. Ed era una sensazione meravigliosa: finalmente desiderata, presa con forza e resa un semplice oggetto di piacere. Ero diventata una donna, ero finalmente soltanto la femmina usata per far sfogare il maschio.
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E infine mi sei venuto dentro: dentro questa femmina oggetto di piacere che era stata ormai sverginata, sfondata e resa dolorante. Ma appagata e felice. Non ho voluto farti uscire io! Ti ho messo le gambe incrociate sulla schiena mentre venivi. Speravo solo di non essere rimasta incinta. Tutti gli anni di studio, la posizione sociale, il prestigio, la rispettabilità: ogni cosa a puttane! O meglio, tutto nella figa della puttana che stavo diventando rapidamente per te. E poi tutto in una notte! Ero curiosissima: ormai volevo sperimentare qualsiasi cosa sapesse di sesso, con te. Dopo un po’ di pausa, ho voluto prendere il tuo benedetto e adorato cazzo in bocca: oddio che senso di totale sottomissione e nello stesso tempo di appagamento!
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Ti ho fatto venire la seconda volta, malgrado la mia totale inesperienza: mi ero limitata infatti a prenderlo e tenerlo fermo nella mia bocca, succhiando e tirando sino a sentirti gemere e sborrare in me. Ti ho assaporato e ingoiato senza fare un fiato. L'uomo è un meraviglioso prodigio della natura. Quando ti sei calmato, sei tornato gentile e mi hai spiegato come deve essere sbocchinato per bene un uomo. Ridendo, ti ho promesso che avrei studiato e la sera seguente avresti potuto darmi quante ripetizioni volessi. Passata la giornata lavorativa, cena rapida insieme e poi di corsa su in camera. Ero pronta a mettermi in ginocchio, invece mi hai spogliata, gettata sul letto e girata. Ero un po’ spaventata, ma curiosa.
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E comunque mi fidavo di te. Mi hai leccata a lungo tra le natiche e insalivato per bene l'ano. Poi vi hai spalmato un ulteriore lubrificante e hai puntato il tuo grosso glande sul mio buchino: piccolissimo al confronto! Ero terrorizzata. Ma resistetti: sei entrato piano in me. Ho serrato i denti, cercando di rilassare l'ano. Come hai sentito il mio corpo ammorbidirsi tutto, hai iniziato a incularmi e io ad accoglierti sempre più. Ti ho sentito mentre mi sussurravi: “ora sborro” e sono venuta con te. Se possibile, è stato ancora più bello della prima volta. Inutile dire che abbiamo scopato tutta la settimana. Ora ci teniamo comunque in contatto , anche se siamo entrambi sposati.
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Ma essendo nello stesso giro professionale, quando ci ritroviamo insieme a un corso in comune, regolarmente godiamo di noi. E per nostra intima, dolcissima “tradizione”, oramai inizio sempre prendendotelo a lungo in bocca, facendoti sborrare copiosamente nella mia gola, gustando il tuo nettare e chiedendoti il voto alla fine. Ma tu vuoi sempre farmi un… supplemento di interrogazione! Per me tu sarai sempre la prima, bellissima volta. Ma come hai fatto a conquistarmi così?
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RDA
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tulipanico · 4 months ago
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cosa pensi di amicizie che non si frequentano spesso? come si riesce a mantenere il rapporto con un persona stretta nel mondo degli adulti?
Eh, anon, bisogna essere bravi a lasciar andare le aspettative e ad aprirsi solo al bello, senza fare il conto delle mancanze.
Alcune delle amicizie che non frequento spesso sono tra le più belle e sincere che io abbia nella mia vita. Ma il mondo degli adulti è difficile, si ha meno tempo, priorità diverse, più cose da conciliare. Si deve accettare il fatto che siano diverse, che non siano totalizzanti come quelle in adolescenza.
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miciagalattica · 8 months ago
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Non implorare l'attenzione di NESSUNO...
Perché quando non sei la priorità di qualcuno semplicemente non sei...
Le persone non abbandonano mai chi amano...
Le persone abbandonano quelle che hanno usato...
Non aver paura di perdere qualcuno che non si sente fortunato ad averti nella sua vita.
Seguitemi per gli altri consigli
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principessa-6 · 5 months ago
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Imparare a lasciare le persone e andare avanti ti permette di dare priorità alla tua salute mentale ed emotiva.
Ti consente di stabilire dei limiti, proteggere la tua energia e concentrarti sulla cura delle relazioni che portano positività e crescita nella tua vita.
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susieporta · 12 days ago
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MA CHI FREQUENTI?
Se una relazione o un amicizia richiede troppo "lavoro" e se richiede di vivere sempre sul chi va là...
Sempre attento ad ogni parola che dici, sempre attento ad ogni mossa che fai.
Significa che c'è qualcosa che non funziona come dovrebbe per considerarla una vera relazione, una vera amicizia.
Stai lontano da persone che amano creare problemi e conflitti...
Ci sono persone che vivono di questo.
Stai lontano da persone che sono poco chiare, persone che tentano d'immischiarsi nella tua vita privata, nelle tue buone amicizie, nel tuo lavoro, persone che quasi sempre hanno dei secondi fini.
Stai lontano da persone che non fanno che cercare attenzione... perché una volta che ti avranno agganciato, non faranno altro che parlarti della loro storia passata di dolore e ti useranno come bidone d'immondizia.
Stai lontano da persone che non fanno che sottolineare le loro qualità mentre denigrano quelle degli altri.
Stai lontano dalle persone inconscie, le persone che vivono in maniera totalmente automatica condizionata...
Perché non ti relazionerai con loro, in quanto ad Essere, ti relazionerai con i loro meccanismi subconsci.
Stai lontano dalle persone egoriferite, lamentose, indolenti, aggressive, manipolatrici, avide, arroganti, vanitose, ecc.
Anche se poche, ci sono in giro persone integre, etiche, centrate, amorevoli, consapevoli, gentili ed equilibrate.
Dipende da come uno sceglie.
Dipende da quali sono le nostre priorità e scala valori.
Dipende da cosa voglio da me stesso e dalla mia vita...
Se qualità o quantità.
E per quanto riguarda i parenti stretti...
Sii presente, aiuta quando e quanto serve, mettendo dei confini, senza farti abusare, e poi scegli con attenzione chi altri frequentare.
Lamentarsi delle proprie frequentazioni, parla molto di noi, meno di chi frequentiamo.
Se pur di avere una relazione o un'amicizia frequenti persone che ti usano, che ti abusano, che ti parassitano, che ti trattano male...
Vedi un po' tu perché.
Perché chi non impara a stare bene con se stesso, da solo, è molto probabile che si farà andare bene chiunque pur di non stare da solo/sola.
Roberto Potocniak
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elperegrinodedios · 7 months ago
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Indossiamo sempre la maschera migliore, quella che nasconde le nostre sofferenze a tutti gli altri cosi come rispondiamo "tutto bene" ai vari "ciao, come stai". Esibiamo ogni giorno quella facciata di tranquillità, con quel sorriso che ci viene dalla mente, per un buon comportamento civico, che però non origina, nè sgorga dal cuore. Questo è quello che ci richiede la società e tutto il mondo che ci circonda, ma è davvero questo, il sistema di vita che ci siamo scelti, è veramente cosi che vogliamo vivere, o è piuttosto, l'accettazione per quieto vivere che però altro non è che un lento e inesorabile sopravvivere. Perchè non resettiamo la nostra scala delle priorità e ristabiliamo regole nuove, che ci permettano di vivere la vita, come sarebbe stato giusto viverla fin dal principio? Tu, si tu per esempio, come stai? No, tu, come stai!?
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Questo scritto non è soltanto un pensiero, è ciò che spesso ho vissuto nella realtà e mi succede ancora con varie amicizie in diversi e particolari momenti di abbandono spirituale. Questa vita e questo mondo, spesso, non merita la sensibilità di alcune persone che sono senza difese, senza antidoto contro l'ignoranza, il menefreghismo e l'egoismo dilagante che ormai ci ha attanagliato tutti. È una società malata e ipocrita ed egoista. E tu per esempio, come stai? No, tu come stai!?
lan ✍️
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avereunsogno-62 · 2 months ago
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La più grande schiavitù a cui siamo sottoposti è quella dello sguardo: siamo tutti bisognosi di sentirci guardati. Non è un problema di vanità, è innanzitutto un bisogno latente di sentirci vivi solo nella misura in cui gli altri si accorgono di noi. Se tutto questo è umano, con il passare del tempo, non accorgendoci di questa spinta interiore, possiamo rischiare di sottomettere tutta la nostra esistenza al solo bisogno di essere ammirati. Tutto, allora, è fatto solo per attirare l’attenzione e non più per il motivo vero per cui ogni cosa andrebbe fatta. Persino la vita spirituale, che dovrebbe essere lo spazio di autenticità più importante della nostra vita, può trasformarsi in una farsa. Ecco allora che il mercoledì delle ceneri ci fa entrare nel grande tempo dell’autenticità, facendoci sperimentare tre grandi luoghi dove possiamo imparare a disintossicarci dal bisogno di essere visti per recuperare il bisogno di essere veri. Elemosina, preghiera e digiuno sono il grande alfabeto che ci offre la quaresima per prepararci all’incontro con la Pasqua. Nessuno, infatti, può risorgere se non accetta di morire a ciò che lo imprigiona. La prima prigione da rompere è quella del proprio io. Esso, infatti, ci fa vivere sempre concentrati su noi stessi, sui nostri bisogni, sulle nostre convinzioni, sulle nostre emozioni, eclissando quasi sempre l’altro, chi ci sta accanto, il nostro prossimo. Nell’esercizio dell’elemosina noi ci impegniamo a non avere più come priorità il nostro io, ma a fare entrare la grande variabile del tu. La seconda prigione è quella dell’autosufficienza, cioè del pensare di bastare a se stessi. È la preghiera che ci ricolloca nella maniera giusta, relativizzandoci. Infatti nella preghiera ci accorgiamo che Dio esiste e che non siamo noi. E questa notizia è liberante perché ci riconcilia con i nostri limiti. La terza e ultima prigione da cui liberarci è quella delle nostre mancanze. Passiamo la vita a riempire i nostri vuoti, ma solo digiunando da questo riempimento troveremo finalmente una via d’uscita.
Matteo 6,1-6.16-18
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neversoulless · 1 month ago
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So che fa male il fatto che non riceverai mai le scuse di molte persone.
Quindi sarò io a scusarmi per loro con te.
Mi dispiace che tu abbia fatto entrare nella tua vita la persona sbagliata ,e mi dispiace che non hanno dato valore alla tua gentilezza ,mi dispiace che tu ti sia sentita ingannata ,da una persona che fingeva di essere qualcun altro.
Mi dispiace che non abbiano sentito la tua voce ,mi dispiace che ti abbiano fatto sentire in imbarazzo ,ti abbiano fatto vergognare dei tuoi sentimenti e del tuo modo di amare ,mi dispiace che ti abbiano fatta vergognare di te stessa.
Mi dispiace che tu abbia paura di ciò che ti riserva il futuro .
Mi dispiace che le persone ti abbiano mentito ,mi dispiace che abbiano fatto leva sulle tue vulnerabilità .Mi dispiace che abbiano approfittato del tuo amore ,mi dispiace che non abbiano rispettato i tuoi confini ,i tuoi bisogni.
Mi dispiace che tu abbia dovuto tacere solo perché avevi paura di perdere quella persona così importante per te, perché gli hai dato priorità nella tua vita,mi dispiace tanto che tu abbia dovuto tacere per mantenere la pace, e alla fine non è servito anche se hai dato tanto .
Mi dispiace dispiace che tu non sia stata la sua priorità,mi dispiace che non ti abbia scelta come tu hai scelto lui. Mi dispiace che tu abbia dovuto accontentarti ,mi dispiace che tu non SIA stata il primo pensiero di qualcuno ,mi dispiace che ti abbiano solamente usata .
Presto tornerai a ridere nei posti in cui hai pianto tanto . Devi solo resistere Mi dispiace per tutto questo
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arreton · 1 month ago
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Se teniamo per fermo che nessuno vuole lavorare per il necessario ma per potersi permettere i lussi - e cioè quelle cose che nella sua condizione sarebbe più saggio rinunciare dando la priorità alle necessità primarie - si spiegano molte cose: si spiega perché gente che arranca a fine mese si mantiene piattaforme di streaming ad esempio o va ogni sabato e domenica a mangiare in un posto piuttosto che in un altro; o si spiegano questi che si comprano il cellulare a rate o qualsiasi altro elettrodomestico molto costoso ma a rate invece che ad esempio accontentarsi di qualcosa più alla sua portata. Il punto è che nessuno vuole campare per necessità ma per boria. Se devo campare per assicurarmi la campata diventa tutto noioso, frustrante, vedi che il lavoro che fai non ti basta, vedi che i sacrifici che fai sono insufficienti, rinunci a questo e a quest'altro ma comunque la necessità tua risulta minacciata ugualmente. Sarebbe un meccanismo di pensiero articolato, possedere capacità analitica ed introspettiva. Se l'economia fosse basata esclusivamente sul necessario il capitalismo sarebbe collassato già da parecchio e noi appresso a lui dato che non riusciamo a pensare un'alternativa valida allo spendere, all'avere di più. Quando dico allora che il capitalismo non appartiene solo all'economia, ma anche e soprattutto alla cultura mi riferisco proprio a questo: lo stato animale dell'essere umano è stato superato nel momento in cui ha iniziato a vivere oltre il necessario diventando prima sapiente e successivamente un acquirente. La sapienza e dunque la cultura e la conoscenza, sono state superate dal potere di acquisto nel momento in cui la scienza - la sapienza stessa - ha incrementato gli agi. Adesso la scienza è arrivata al punto massimo in cui non può superare se stessa, ma al massimo migliorare quello che è già, così come la cultura ha perso la medaglia di ricchezza. L'economia si regge dunque sul lusso e questo lo sapevamo già, ma il capitalismo è subdolo perché attraverso la povertà ti fa sentire comunque ricco. In questo sta dunque quella che chiamano la perdita di coscienza di classe. Dato che vivere non significa più sopravvivere ma possedere - i lussi - dunque le persone non si accorgono di non potersi non solo permettere i lussi, ma nemmeno il necessario, proprio perché il capitalismo sfrutta la condizione di povertà che egli stesso comporta per darti l'illusione di ricchezza. E' proprio questa illusione che tiene in piedi il meccanismo stesso del capitalismo. In parole povere non esistono più poveri, almeno nell'occidente avanzato, e non perché di fatto non c'è gente che non sia povera, ma perché la povertà è stata culturalmente rinnegata dalla nostra esistenza. Nel momento in cui, nonostante tutto, mantengo un equilibrio e cioè nel momento in cui nella mia vita comunque figurano beni di lusso io non sono fattualmente povero, anche se poi si vive arrancando. Nel momento in cui è stata eliminata dunque la povertà si elimina anche il vivere per necessità. Dunque sì, il paradosso in cui siamo inseriti è che non lavoro 60h a settimana per mantenermi il necessario, ma per mantenermi il lusso. Lo stato di "acquistatore" è più rilevante e più vitalistico dello stato di povertà proprio perché il primo mi conferisce uno status, mi permette di rientrare in una di quelle immagini che prevalgono sui social; mentre lo stato di povertà - comunque una minaccia presente e vicina - non riesco a figurarmelo addosso perché l'unica immagine che ho in mente quando sento "povero" è quella del bambino africano scalzo e mezzo nudo, col ventre gonfio e le mosche nelle narici ed io non rientro per definizione in quella categoria.
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smokingago · 2 months ago
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Personalità Creativa
"Incontro spesso persone dotate di un’ottima salute mentale ma sofferenti, a causa della patologia sociale in cui vivono immerse.
Nel corso degli anni ho individuato, dietro a tante richieste di aiuto, una struttura di personalità dotata di sensibilità, creatività, empatia e intuizione, che ho chiamato: Personalità Creativa.
In questi casi non si può parlare di cura (anche se, chi chiede una terapia, si sente patologico e domanda di essere curato) perché: essere emotivamente sani in un mondo malato genera, inevitabilmente, un grande dolore e porta a sentirsi diversi ed emarginati.
Le persone che possiedono una Personalità Creativa sono capaci di amare, di sognare, di sperimentare, di giocare, di cambiare, di raggiungere i propri obiettivi e di formularne di nuovi.
Sono uomini e donne emotivamente sani, inscindibilmente connessi alla propria anima e in contatto con la sua verità.
Queste persone coltivano la certezza che la vita abbia un significato diverso per ciascuno e rispettano ogni essere vivente, sperimentando così una grande ricchezza di possibilità.
É gente che non ama la competizione, la sopraffazione e lo sfruttamento, perché scorge un pezzetto di sé in ogni cosa che esiste.
Gente che non riesce a sentirsi bene in mezzo alla sofferenza e incapace di costruire la propria fortuna sulla disgrazia di altri.
Gente che nella nostra società non va di moda, disposta a rinunciare per condividere.
Gente impopolare. Derisa dalla legge del più forte. Beffata dalla competizione.
Portatori di un sapere che non piace, non perdono di vista l’importanza di ciò che non ha forma e non si può toccare.
Sono queste le persone che possiedono una Personalità Creativa.
Persone ingiustamente ridicolizzate e incomprese in un mondo malato di arroganza, e che, spesso, si rivolgono agli psicologi chiedendo aiuto.
Ognuno di loro è orientato verso scelte diverse da quelle di sempre.
E in genere hanno valori e priorità incomprensibili per la maggioranza.
Sanno scherzare, senza prendere in giro.
Pagano di persona il prezzo delle proprie scelte e preferiscono perdere, pur di non barattare la dignità.
Sono fatti così.
Poco ipnotizzabili. Poco assoggettabili.
Persone che non fanno tendenza.
Forse.
Gente poco normale, di questi tempi.
Gente con l’anima."
Dott.ssa Carla Sale Musio
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libero-de-mente · 2 months ago
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Madre, ora che sei fragile, sarò io a proteggerti, come tu hai fatto con me. Ti aiuterò quando ne avrai bisogno, come quando mi domandi di guarirti da un dolore o mi chiedi consigli. Ci fu un tempo che anche io ti chiedevo sicurezza e risposte, anche se non sempre ci riuscivi.
Perché non ero al centro delle tue attenzioni, la tua priorità era il tuo amor proprio. Sai ho imparato a mettermi da parte, a dare la precedenza ad altre priorità nella vita. Cosa che tu non sempre hai saputo fare.
Mi hai sempre detto "vedremo quando sarai un genitore", oggi lo sono e sai una cosa? Ci sto riuscendo in un modo che non mi sarei immaginato, che tu non hai mai compreso. E oggi mi sento anche tuo genitore che non tuo figlio.
Io, quello con la testa fra le nuvole che "si dimenticava sempre", oggi ti aiuto a ricordare i nomi, le date e le cose che hai fatto ieri; il mio compleanno e la mia età, i tuoi appuntamenti e le tue scadenze.
Cammineremo insieme, senza fretta, e ti stringerò forte per farti sentire al sicuro. Per non farti cadere. Come io mi attaccavo a te, con tutte le mie forze, e nessuno poteva staccarmi, piuttosto mi disperavo. Poi venne il tempo in cui volevo allontanarmi e non farmi più riprendere.
In questo scambio di ruoli, sto imparando tanto su chi sono davvero, perché prendermi cura di te così fragile sarà il modo più grande per donarti tutto l’amore che, probabilmente, non hai mai avuto.
Mi stai facendo scoprire i miei limiti, che dovrò superare per migliorarmi. In fondo mi stai aiutando nella consapevolezza e nel comprendere la mia vita futura.
Stai anche aiutandomi a riconoscere alcune mie doti, che non sapevo di avere e di questo ti ringrazio. Il tempo ci cambierà, ma non potrà mai cancellare ciò che ci lega. E fino all’ultimo istante resterò al tuo fianco, come feci con mio padre.
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