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genova, festival di poesia, 9-10-11 giugno: la collana 'glossa', i 'chapbooks' tic, la collana 'il laboratorio', la collana 'syn_ scritture di ricerca'
Dal 9 all’11 giugno, Luciano Neri, direttore della collana Il laboratorio, delle edizioni L’Arcolaio; Carlo Sperduti, curatore per pièdimosca edizioni della collana di prose brevissime glossa; e Michele Zaffarano, con la sua collana ChapBooks (TIC Edizioni), saranno a Genova, a Palazzo Ducale, per il 6° Salone dei Resilienti, nell’ambito del Festival Internazionale di Poesia ‘Parole…
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LA NASCITA DELLA PRESTIDIGITAZIONE
ARTIST:GSMB
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scienza infusa
Quel giorno in cui il mago Silvan propose un grande esperimento di illusionismo e indovinò con 24 giorni di anticipo alcuni titoli di giornali invocando la presenza di Cagliostro, per questa sua supplica al mondo soprannaturale si beccò la dura reprimenda non già della Chiesa ma di un'eminenza ben più superiore, l'astrofisica Margherita Hack. Fortunatamente, il mago Silvan fece ammenda pubblicando alcuni articoli sul sito del Cicap, giurando pubblicamente sul Dialogo sopra i Massimi Sistemi che lui non faceva ricorso a metodi soprannaturali e che la prestidigitazione non era strumento del demonio. In conclusione, fate molta attenzione quando davanti ai vostri figlioli menzionate Babbo Natale instillando nelle loro tenere testoline la fede nelle credenze soprannaturali, nel segreto delle vostre dimore Dio non vi vede, Margherita Hack sì.
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Se c'è una cosa che "odio" è la prestidigitazione!
Il virgolettato è perché impazzisco quando mi fanno queste cose sotto il naso e non capisco come.
Non è una recensione ma volevo dirlo.
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La Polizia di Stato a “Più libri, più liberi”, la Fiera nazionale della piccola e media editoria.
La Polizia di Stato a “Più libri, più liberi”, la Fiera nazionale della piccola e media editoria. Roma. Per il 1° giorno della Fiera nazionale della piccola e media editoria Più libri, più liberi, al Convention center La Nuvola, Poliziamoderna ha accolto le scolaresche e i visitatori con le sei indagini de “Il commissario Mascherpa”, Big game, in lingua inglese e il nuovo volume Fuoco di Natale, VI episodio della graphic novel della Polizia di Stato. Saranno ospiti, presso lo stand L31, alcune delle Specialità della Polizia di Stato presenti nel fumetto: la Polizia Scientifica, impegnata nel fotosegnalamento e nelle impronte digitali del pubblico che farà visita allo stand; la Polizia Postale e delle Comunicazioni, che spiegherà ai giovani l’uso dell’app Youpol e i pericoli del Web donando le copie di Cuori connessi, l’ultima edizione in collaborazione con Unieuro; la Polizia Stradale che accoglierà scolaresche e visitatori con il gioco Alkomat, il percorso stradale con lo speciale visore che simula lo stato di ebbrezza; mentre gli ”stradalini”, in collaborazione con i colleghi del X corso vice ispettori, proporranno Instradando, una sorta di “gioco dell’oca”, sulle regole del codice della strada, con una doppia versione, in cui si cimenteranno i visitatori: quella stradale per i “patentati” e quella dedicata alla “green mobility”, per i più giovani. I giochi si svolgeranno alla presenza degli che ogni giorno risponderanno anche alle domande più insidiose del pubblico sul codice della strada, mentre allo stand si potrà sfogliare Polizia e motori – La lunga strada insieme, un volume dedicato alle auto e alle moto della Polizia di Stato. Dal primo giorno in Fiera, il “Mago Pino” ha intrattenuto, con la sua simpatia travolgente, i giovani delle scolaresche con i numeri di prestidigitazione e i quiz sull’educazione stradale. Inoltre allo stand, ci sarà anche una unità cinofila, il poliziotto a 4 zampe Fester e il suo conduttore. Nell’area espositiva torna il libro di grande successo Cani Eroi - Storie di poliziotti dal fiuto speciale, una photostory dedicata ai nostri compagni di lavoro. Oltre alle Specialità, il primo giorno della Fiera farà visita, allo spazio espositivo, la nuotatrice paralimpica delle Fiamme oro Giulia Ghiretti, autrice del libro Sono sempre io. L’incidente, il nuoto, la mia rivincita, (edito da Piemme nel 2023), sulla rinascita simbolica dopo l’incidente che ha portato l’atleta cremisi a vincere 23 medaglie internazionali tra Paralimpiadi, Mondiali ed Europei e a battere record su record, grazie alla forza della positività e della tenacia.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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❤️❤️ Help! Mi sposo! ❤️❤️ Il 7 e 8 febbraio al Centro Commerciale I Mulini si respirerà profumo di fiori d'arancio 💑 🎲♠️♣️♥️♦️Oggi vi presento un professionista che animerà la mattina del 8 febbraio. Ormai sempre più sposi chiedono degli spettacoli che possano stupire i loro ospiti. Se vogliamo lasciare a bocca aperta qualcuno cosa usiamo? Semplice: la cara vecchia ✨MAGIA!✨ Ecco a voi il Mago Lupin, un Prestigiatore illusionista. Cosa dicono di lui: ♦️brillante, ♥️versatile, ♣️divertente ♠️sia per grandi che per bambini, ✨professionale, 🎲serio. 💯💯💯💯 In pratica non può mancare ai vostri eventi. Venite a conoscerlo sabato 8 febbraio alle h. 11.00 all’evento Help! Mi sposo!, al centro commerciali i Mulini. #helpmisposo #centrocommercialeimulini #weddingbells #weddingflower #weddingtravel #weddingideas #illusionismo #magic #weddingmakeup #weddingdress #prestidigitazione #viaggiodinozze #lunadimiele #animazione #bambini #kids #matrimoni #palloncini #baby #magia #magicmoments @angeleventianimazione @sillaparty_laura_e_simona https://www.instagram.com/p/B7dMReyIEci/?igshid=13f3kcti3w1p3
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Intenti "solidaristici", prestidigitazione probatoria per sottrazione, complessi interventi depistatori, complici eccellenti, normalizzazione della cultura dell'omerta'.
Va giù pesante, l'ex Procuratore Generale di Palermo, ma, è un'analisi spietata e lucidissima
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Quindi, anche tu hai finto un orgasmo a fin di bene.
Al di là delle tue autocritiche, lo rifaresti?
Buongiorno Anonimo,
sospetto tu ti riferisca alla conversazione che ho avuto qui https://ceraunagattache.tumblr.com/post/673889739026382848/prendo-spunto-da-una-conversazione-avete-mai con @ceraunagattache (che vado esplicitamente a chiamare in causa perché farlo, quando si parla di qualcuno, è buona educazione).
Tornando alla tua domanda: mi metti in grande difficoltà, perché si tratta di una di quelle domande la cui costruzione logico-lessicale rende dovuta ed inevitabile la risposta! Pensaci un attimo, se la tua domanda la riduciamo ai suoi minimi termini rivela uno schema del tipo ''se non mi rispondi di no, mi rispondi di sì?'', ed è palese, senza necessità di entrare in noiose scritture in termini di insiemistica, che la risposta corretta (o sincera, se non vogliamo fare i matematici) non può essere che una.
Quel tuo ''al di là delle tue autocritiche'' è esattamente un ''se non mi rispondi di no'', è esattamente una premessa iniziale esclusiva di altro se non del contrario di quanto premette.
Laddove l'argomento (non quello degli orgasmi finti, quello della strutture logiche) vi interessasse, vi vado a citare un autore che se ne occupò tutta la vita, tanto a livello accademico quanto a livello lessicale: Raymond Merrill Smullyan, un genio assoluto, di raro eclettismo (spaziò dalla matematica alla prestidigitazione, passando per il pianoforte), ed in particolare un suo libro, ''Satana, Cantor e l'infinito'', se ancora riusciste a trovarlo.
Comunque, mi fareste cosa gradita se le domande me le faceste qui: https://parolerandagierisponde.tumblr.com/ .
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Forse non tutti sanno che David Lovering, il batterista degli immortali Pixies, ogni lunedì fa uno spettacolino di prestidigitazione su Facebook (i Magic Mondays) ed è qualcosa di veramente adorabile, paragonabile solo al David Lynch che ogni santo giorno che Dio ha mandato sulla terra fa le previsioni del tempo su Youtube e tira fuori un numero da una scatola piena di palline. Son le piccole cose 💖
(fonte, grazie a @guelfoalexander : https://fb.watch/7p-KF6Pw5f/)
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Ho passato il pomeriggio a fare la scheda di uno gnomo chierico che adora il dio degli inganni solo per l'amore per la prestidigitazione che per leggere prestidigitazione hai letto anche tu al rallentatore pensando CAZZO C'È SCRITTO CAZZO VUOL DIRE di la verità. E si chiama Dondir Questanoce perché THIS NUTS HA GOTIT riesumo meme dal 2015
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#10 consigli poco seri per scrivere testi universitari
Tesine, saggi, tesi sono applicabili per tutto:
1.Appiccicate post it ovunque. Poi scorderete perché cacchio li avete messi proprio lì però oh, nel dubbio non se butta via niente
2.Usate molti avverbi e parole lunghissime, tipo prestidigitazione
3.Dite due tre volte le stesse cose usando perifrasi diverse, per rafforzare il concetto
4. Se è prevista anche la conta delle battute delle note dategli di testi tradotti, che così solo la nota è lunga 4 righe
5.Incantateli con un'introduzione da paura, poi spiattellate tutte le info random dei suddetti post it
6.Se usate il formato kindle affidatevi ciecamente alla funzione Cerca, vi salverà la vita
7.Google translator e i sinonimo su Treccani sono i vostri best friends
8.Curate il vostro analfabetismo con il correttore ortografico di Word
9.Bevete molto caffè
10. Se avete un gatto legatelo o passeggerà sulla tastiera, scrivendo di continuo asdffggh sul vostro lavoro
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Il dono dell’invisibilità
Qui in Italia “fare la fila” è un concetto aperto a libera interpretazione, dunque è importante imparare a districarsi in tale arte fin dalla più tenera età.
Quand’ero un bambino non sapevo fare la fila. Tendevo a essere estromesso, scavalcato, lasciato in disparte (oppure mi lasciavo estromettere? Bam!, già partono gli interrogativi esistenziali)... ora che sono cresciuto, ho appreso quanto basta per “non perdere la priorità acquisita.”
Non sono un Uomo col Vocione come direbbe Stefano Benni, ma neanche mi lascio mettere i piedi in testa.
Tuttavia, è come se mi trovassi nell’epicentro di uno strano fenomeno parapsicologico: quando taccio, è come se fossi - diciamo - “invisibile”.
Funziona un po’ come il glamour delle fate: è un’aura incantata che non cancella la tua presenza fisica, ma impedisce alle persone di registrarla consciamente.
Io poi sono abbastanza alto e non eccessivamente magro - e, come direbbe qualcuno di un po’ meno insicuro, “di bella presenza”.
Ciononostante, quando mi metto in coda, per un tacito accordo siglato a mia insaputa pare quasi che io non debba stare lì. Si stringono tutti intorno a me, ma non per cercare una qualche vicinanza fisica, più che altro perché (sempre a livello inconscio) sembrano chiedersi come mai ci sia dello spazio vuoto tra loro - lo “spazio vuoto”, è scontato precisarlo, sarei io - e perché una vocina irrazionale nella loro testa continui a suggerire che quello spazio vuoto avrebbe diritto di precedenza.
Oggi sono andato in rosticceria. Ero fermo davanti alla porta, aspettando che la persona dopo di me uscisse (si entra uno alla volta).
Arriva un signore.
Ora, normalmente ci si mette in coda uno dietro l’altro, in fila indiana - anche perché a sinistra c’è un altro negozio che fa angolo e a destra c’è uno scomodo gradino -, ma lui mi si piazza accanto. Come se le nostre posizioni fossero intercambiabili, come se io fossi un aspetto alternativo della sua psiche, due facce della stessa medaglia, un unicum... un unicum dove gli ultimi saranno i primi e viceversa.
Poi arriva una signora, che evidentemente lo conosce (voce da borghese strafatta di Xanax e la fica desertificata), e dice: “Ciao, sei tu il prossimo?”
Al che lui, confuso e vagamente ambiguo, replica: “Oh... eh... no, c’è il ragazzo, e dopo io.”
Signora, mi spieghi per bene questa cosa: quali oscure e misteriose potenze demoniache le hanno impedito di notare il giovanottone dinoccolato e nerovestito di UN METRO E OTTANTATRÉ, immobile in posizione plastica proprio di fronte alla porta?
Che cosa ha pensato?
Dov’è finita la sua capacità di giudizio? Che ne è del pensiero critico?
È morto, proprio come la sua vagina?
E lei, signore? Di quel misero numero di prestidigitazione volto a inscenare un presunto scambio di persona, a conti fatti miseramente fallito, ne vogliamo parlare? Sognava di fare il saltimbanco, da piccolo?
Ci sarebbe un altro discorso abbastanza interessante da fare su quello che succede, invece, quando apro bocca.
Perché in quel caso, ah!, divento addirittura troppo visibile.
Ma preferisco lasciare il resto all’immaginazione.
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Imparare la matematica come faresti con la prestidigitazione.
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Roma, inaugurazione insieme alle Specialità e all’atleta Fiamme oro Giulia Ghiretti
Roma, inaugurazione insieme alle Specialità e all’atleta Fiamme oro Giulia Ghiretti Per il 1° giorno della Fiera nazionale della piccola e media editoria Più libri, più liberi, al Convention center La Nuvola, Poliziamoderna accoglierà le scolaresche e i visitatori con le sei indagini de “Il commissario Mascherpa”, Big game, in lingua inglese e il nuovo volume Fuoco di Natale, VI episodio della graphic novel della Polizia di Stato. Saranno ospiti, presso lo stand L31, alcune delle Specialità della Polizia di Stato presenti nel fumetto: la Polizia Scientifica, impegnata nel fotosegnalamento e nelle impronte digitali del pubblico che farà visita allo stand; la Polizia Postale e delle Comunicazioni, che spiegherà ai giovani l’uso dell’app Youpol e i pericoli del Web donando le copie di Cuori connessi, l’ultima edizione in collaborazione con Unieuro; la Polizia Stradale che accoglierà scolaresche e visitatori con il gioco Alkomat, il percorso stradale con lo speciale visore che simula lo stato di ebbrezza; mentre gli ”stradalini”, in collaborazione con i colleghi del X corso vice ispettori, proporranno Instradando, una sorta di “gioco dell’oca”, sulle regole del codice della strada, con una doppia versione, in cui si cimenteranno i visitatori: quella stradale per i “patentati” e quella dedicata alla “green mobility”, per i più giovani. I giochi si svolgeranno alla presenza degli che ogni giorno risponderanno anche alle domande più insidiose del pubblico sul codice della strada, mentre allo stand si potrà sfogliare Polizia e motori – La lunga strada insieme, un volume dedicato alle auto e alle moto della Polizia di Stato. Dal primo giorno in Fiera, il “Mago Pino” intratterrà, con la sua simpatia travolgente, i giovani delle scolaresche con i numeri di prestidigitazione e i quiz sull’educazione stradale. Inoltre allo stand, ci sarà anche una unità cinofila, il poliziotto a 4 zampe Fester e il suo conduttore. Nell’area espositiva torna il libro di grande successo Cani Eroi - Storie di poliziotti dal fiuto speciale, una photostory dedicata ai nostri compagni di lavoro. Oltre alle Specialità, il primo giorno della Fiera farà visita, allo spazio espositivo, la nuotatrice paralimpica delle Fiamme oro Giulia Ghiretti, autrice del libro Sono sempre io. L’incidente, il nuoto, la mia rivincita, (edito da Piemme nel 2023), sulla rinascita simbolica dopo l’incidente che ha portato l’atleta cremisi a vincere 23 medaglie internazionali tra Paralimpiadi, Mondiali ed Europei e a battere record su record, grazie alla forza della positività e della tenacia.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Gino De Dominicis. Il profeta e il mago dell’autoinganno
Sono diventato amico intimo di Gino De Dominicis a Venezia durante la Biennale del 1990. Non ci siamo più separati fino al giorno della sua morte. Quasi ogni giorno andavo a trovarlo nello studio dove operava e abitava nel cuore di Roma. La sera uscivamo assieme e tiravamo fino a tardi per trattorie e locali di cui era affezionato avventore. Gino non amava i critici d’arte, li considerava figli di un dio minore capaci di fabbricare castelli di parole e perlopiù incapaci di plasmare le opere. Li teneva lontani dal suo mondo con poche eccezioni. Accettò di pubblicare i suoi pensieri in forma di dialogo tra me e lui, dal titolo ‘Promemoria di fine secolo’, sul catalogo della XII Quadriennale d’Arte di Roma (“Ultime Generazioni”, editore De Luca, 1996). Quel colloquio sulla contemporaneità contiene quanto Gino De Dominicis aveva da dire in fatto d’arte e costituisce punto di riferimento per chi ne studia l’opera.
Gino è morto a cinquantuno anni, fine novembre del 1998. Su Roma e nel mondo dell’arte si è spento un faro di cui si avverte ancora il vuoto. Dell’ amicizia con Gino De Dominicis e della nostra convergenza umana e morale vissuta nell’ ultimo decennio del ‘900 ho offerto un resoconto con il libro “De Dominicis amico pittore. Storia e cronistoria di un sodalizio”, pubblicato dall’editore Maretti nel 2012. Da quel tempo non è cambiato nulla riguardo ai pensieri, ai problemi di estetica e critica che l’ amicizia e la frequentazione di Gino De Dominicis suscitarono allora in me, come non è cambiato nulla rispetto all’ influenza che egli ebbe sulle cronache e sulla situazione artistica italiana di quegli anni. Per questo motivo rinvio chi lo desideri alla lettura del libro.
Sono più di venti anni che l’amico è mancato. La sua virtù originale consiste nell’ avere saputo esprimere al meglio per varietà e accento visivo e con immediata semplicità una domanda che da sempre lo assillava e che ogni coscienza non chiara a sé stessa coltiva nell’ intimo: “che cosa c’entra la morte…?”. La risposta a questa domanda affiora e zampilla da tutto il frondoso albero della sua opera bizzarra e inquietante, fatta di pittura, testi scritti, improvvisazioni ambientali ed ingannevoli accorgimenti visivi.
Ho presente di fronte a me una nota fotografia scattata con il gruppo di artisti italiani partecipanti alla Biennale di Parigi, nel 1971: il giovane Gino ventiquattrenne vi compare mascherato sul volto, messo di lato, come uno sconosciuto ed estraneo spauracchio in mezzo al gruppo, e solleva un cartello dove campeggia la domanda cruciale –“che cosa c’entra la morte?”- che disarticola tutti i livelli comunicativi dell’ immagine.
Spiazzare, mascherare, doppiare, sparire: ecco alcuni espedienti che ricorrono nella sua variabile e versatile tecnica espressiva, dal contenuto interno tuttavia ripetuto o suggerito in permanenza, quando velato e quando rivelato: “che cosa c’ entra la morte…?”. Gino possedeva una formidabile capacità informativa e persuasiva che sorprendeva e toccava i precordi di noi esseri umani viventi. Il ‘sogno di una cosa’ di Marx (l’ illuminazione della coscienza non chiara a sé stessa, non per mezzo di dogmi ma per mezzo della coscienza stessa) diventava per lui la domanda fondamentale di chiarimento sulla onnipresenza della morte, quella intrusa e non richiesta interruzione della vita che ne rivelava la precarietà.
Che cosa c’entra la morte con la nostra vita, se la vita è intrinseco desiderio di vita eterna e immortalità…? La sua era una protesta ironica e una domanda orgogliosa e pervasiva. Se la portava dentro fin da quando era bambino. L’aveva poi confrontata e misurata con tutte le risposte che la religione, la scienza e la filosofia potevano offrire. Ne era rimasto deluso. Io non cerco la salvezza dell’ anima nell’ al di là, diceva, per rispondere al dettato della fede. Io cerco la vita eterna e l’ immortalità del corpo vivente, qui ed ora. E vedo solo morte che insidia la vita da ogni parte, degrada, disfa’ e decompone. Dalle indagini, dai metodi, dai risultati e dalle conquiste della scienza non aveva tratto maggiore soddisfazione. Il secondo principio della termodinamica lo persuadeva dell’ inevitabile entropia dell’ universo. Ne risultava una svalutazione sostanziale della mentalità scientifica. Dalla scienza si ricavano descrizioni di fatti e fenomeni, parziali rimedi che possono procrastinare ma non mutare il destino esiziale della vita.
Alla fine di ogni quesito irrisolto, emergeva sempre la domanda retorica: “che cosa c’entra la morte…?”. E Gino aveva anche per ciò a un certo punto concluso che, in quanto mortali, ‘le cose non esistono’, ma sono solo la verifica di una ‘possibilità di esistenza’ (Lettera sull’immortalità, 1970). Nell’ansia morale di attingere la pienezza della ‘vita eterna’ Gino si era dunque dissociato dai vincoli del sapere e della fede religiosa nell’ al di là, riconoscendo all’ arte una posizione di assoluta libertà creativa: quest’ ultima gli pareva la sola possibilità di espressione umana in grado di condensare anziché disperdere l’energia vitale, per assicurare al paesaggio visionario una metaforica e auspicata immortalità.
Si costituiva un credo speciale di eroismo e di protagonismo artistico. L’arte diventava accertamento sperimentale dei limiti del sapere scientifico e religioso ed occasione per oltrepassare ogni interpretazione razionale della realtà. Se le ‘cose’ non esistono, è legittimo allora ipotizzare l’esistenza di un altro mondo, di un mondo vero, di cui le ‘cose’, e con esse l’umanità, non siano che una imperfetta e mortale riproduzione. Così vaticinava Gino. L’esercizio della fantasia consisteva nell’ accreditare il paradosso come verità. Era la chiave di tutta una poetica che postulava la figurazione di un mondo di entità immortali iperuranie, sagomate sulla falsariga della mitologia sumera e della fanta-archeologia.
Diventava possibile, nella taumaturgia del gioco e della illusione visiva, rispondere alla originaria domanda sulla immanente presenza invisibile della morte : “la vita dice alla morte: ‘per esistere lei deve eliminarmi ed è per questo che è stata sempre odiata; a me invece per esistere basta che lei rimanga alla debita distanza, questa è la differenza’. La morte colta di sorpresa risponde qualcosa e in quel momento si accorge di poter esistere anche lei autonomamente. La vita allora…” .
La citazione del lungo titolo apposto ad un dipinto del 1983, mostra fino a qual punto la sua ‘meditatio mortis’ fosse pervasiva nel modo di affrontare e valorizzare la prova dell’ arte. Non so fino a qual punto sia conosciuta l’ ammirazione incondizionata di Gino De Dominicis per la personalità di Giorgio De Chirico. Era l’artista che rispettava maggiormente. Ne subiva l’influenza. Di lui aveva soprattutto raccolto il messaggio premonitorio ed enigmatico –il ‘mystère laique’ di Cocteau- come incitamento a procedere nella via evocativa della immortalità. “Et quid amabo nisi quod aenigma est?”, aveva titolato (1911) il suo autoritratto il giovane De Chirico non senza avere appuntato su un libro di Schopenhauer anche questa sintomatica frase in latino : “…Meditatio mortis et somniorum magna semper poetarum et philosophorum delectatio fuit…” (‘la meditazione della morte e dei sogni fu sempre gran diletto dei poeti e dei filosofi’).
Era un magistero tantomeno dichiarato quanto assimilato nel profondo. De Dominicis raccoglie ed esalta tutta la carica di spaesante ironia contenuta nell’ aura misteriosa dell’ opera e nel richiamo enigmatico di De Chirico. La sua arte però non si misura tanto sul tono minore della malinconia che alimenta l’ immaginario del grande metafisico, ma piuttosto rilancia l’atmosfera del mistero laico nel canto maggiore di una briosa e paradossale allegria visiva.
Si spiega così e si precisa il filo conduttore di tanta parte dell’ opera di Gino De Dominicis: un mobile campionario affidato al paradosso, al gioco di parole, alla prestidigitazione, alla osmosi spazio-temporale, alla duplicazione e sparizione delle immagini, ad una pittura che associa figure arcaiche con visioni cosmiche che trascinano lo sguardo verso inusitati orizzonti d’ epoca e di civiltà.
Inseguendo il metodo propiziatorio di tenere la morte ‘a debita distanza’, Gino De Dominicis ha costruito nel tempo tutto un mondo poetico cui prestò fino all’ultimo una fede indiscutibile. Al di là delle esistenze mortali si presentava alla sua folgorata immaginazione la teoria del ‘mondo vero’. Era lo scenario popolato dalla dea Urvasi e dall’aspirante immortale Gilgamesh, dalle principesse e le divinità sumere, dai paesaggi siderali e gli avioggetti ultraterrestri naviganti nello spazio, la cui sagoma lo impegnava in una traduzione visiva alternata da colori elementari come la eco aurorale dei primordi, il bianco e il nero, il rosso scarlatto, l’argento e l’oro.
Il mondo di figurazioni paradossali messe in opera cresceva come armatura protettiva e giustificazione della sua libertà creativa. Il primo ad autoconvincersi della presunta verità ultramondana era il loro autore. E la ‘meraviglia’ diventava il primo contrassegno della qualità di un’ opera : “un pittore-diceva- è come un prestigiatore che con i suoi giochi deve riuscire a sorprendere sé stesso. In questo sta la complessità…”.
Gino De Dominicis fin dall’ inizio si tenne distante dalle classificazioni e dalle correnti contemporaneiste del suo tempo. E non a caso. Voleva camminare da solo, con una fascinosa produzione figurativa, persuaso com’era di riproporre la parabola del re sumero Gilgamesh, nel tentativo -che gli fu fatale- di schiudere la via al segreto della immortalità. Taumaturgia dell’ arte, eroismo dell’ artista: questo mitico itinerario di salvezza (‘In Arte Salus’) compendia ed ilumina la pittura di Gino, profeta e mago dell’ autoinganno.
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