#potenza del sorriso
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"Il tuo sorriso" di Pablo Neruda: Un inno all’amore che illumina la vita. Recensione di Alessandria today
Una poesia dedicata alla forza e alla bellezza del sorriso dell’amata, capace di dare senso e luce alla vita.
Una poesia dedicata alla forza e alla bellezza del sorriso dell’amata, capace di dare senso e luce alla vita. Nella poesia “Il tuo sorriso”, Pablo Neruda esprime, con il suo tipico linguaggio lirico e ricco di immagini, la potenza dell’amore e la centralità del sorriso dell’amata nella sua vita. Il poeta cileno ci trasporta in un mondo di emozioni semplici ma profonde, dove il sorriso diventa il…
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Tutti i colori del vento, tutti i poemi scritti per amore, insieme non eguagliano la potenza del tuo sorriso quando finalmente con lui per la prima volta capisci di essere amata.
Aliantis
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ARTISTI CONTEMPORANEI - di Gianpiero Menniti
LA FORMA DELL'ENERGIA
La prima sensazione a colpire di lei è il sorriso: contagioso, fanciullesco, autentico.
Si accende nei suoi occhi e non passa.
Ma c'è di più: Antonella Di Renzo è anche la piacevole scoperta di una pittura che le somiglia non solo nella vividezza dello sguardo quanto nell'intensità del gesto, nel corpo che usa quasi come in una coinvolgente "performance" danzante.
Direi che pensa e si muove come dipinge.
E si esprime nel linguaggio parlato con il medesimo temperamento che promana dalla sua produzione artistica.
Una sorta d'introiezione tra l'artista e l'opera.
Il suo modo di fare arte è avventuroso.
Volutamente si misura con una forma di ricerca volta verso uno scopo molto preciso: cogliere la forma dell'energia.
Per lei, l'energia è "verità".
Si potrebbe dire che la sostanza della materia si rivela nella sua scomposizione, nel suo dissolversi: la pluripremiata artista vibonese riesce a strapparle la maschera della forma compatta che non è il suo volto reale.
Questo è ben più profondo, racchiuso proprio nell'energia che crea la massa e la tiene stretta.
Fino a quando una forza esplosiva non la frantumi liberandola dai vincoli della gravità.
Così, la materia riprende la sua leggerezza originaria e invade lo spazio, lo colora di luminosità, lo percorre senza sosta come impazzita per quella che la pittrice appella come felicità.
Le tele di Antonella Di Renzo sono queste immagini di parola, tra la potenza del colore e la suggestione del movimento, gli sfondi anch'essi dinamici e i materiali che sorgono in rilievo come fossero corpi in espansione.
L'energia fluttua, l'energia non ha "nómos".
Oppure, l'energia possiede regole: sono le leggi del caos, nonostante queste siano ancora sconosciute nella loro apprezzabilità scientifica, ancora avvolte nell'universo dell'indeterminatezza.
Tutto è davvero possibile in un modello statistico basato su principi inconcepibili solo un secolo fa, quando l'archiviazione della fisica newtoniana in favore degli sviluppi discendenti dalla fisica quantistica, da Boltzmann fino ad Heisenberg e alla relazione indissolubile tra ordine e disordine, hanno prodotto una tale mole di evidenze che nulla può ritenersi più reversibile nella spiegazione dei fenomeni dell'esserci.
Antonella Di Renzo è tra le epigoni di questa ormai secolare riflessione espressiva proiettata a risolvere sulla tela la domanda incessante di conoscenza, una domanda che prese corpo già con gli "Impressionisti" fino a spargersi lungo il '900.
Quella domanda di conoscenza è ancora attuale.
Dunque, c'è ancora spazio per artiste come lei.
Uno spazio sconfinato.
Costellato di soglie ancora in attesa di essere attraversate.
- Nelle Immagini: una foto di Antonella Di Renzo che tiene in mano "Amore malato" del 2015 e di seguito altre opere dell'artista
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E l’amore guardò il tempo e rise.
Un sorriso lieve come un sospiro,
come l’ironia di un batter di ciglio,
come il sussurro di una verità scontata.
Perché sapeva di non averne bisogno.
Perché sapeva l’infinita potenza del cuore
e la sua poesia e la magia di un universo perfetto,
al di là dei limiti del tempo e dello spazio.
E le ragioni dell’uomo, fragile come un pulcino,
smarrito come un uccello,
cannibale come un animale da preda.
Perché conosceva la tenerezza di una madre,
l’incanto di un bacio, il lampo di un incontro.
Poi finse di morire per un giorno,
nella commedia della vita,
nell’eterno gioco della paura,
nascosto, con il pudore della sofferenza,
con la rabbia della carne,
con il desiderio di una carezza.
Ma era là, beffardo, testardo, vivo.
E rifiorì alla sera,
senza leggi da rispettare,
come un Dio che dispone, sicuro di sé,
bello come la scoperta, profumato come la luna.
Ma poi si addormentò in un angolo di cuore
per un tempo che non esisteva
e il tempo cercò di prevalere,
nel grigio di un’assenza senza musica, senza colori.
E sbriciolò le ore nell’attesa,
nel tormento per dimenticare il suo viso, la sua verità.
Ma l’amore negato, offeso,
fuggì senza allontanarsi,
ritornò senza essere partito,
perché la memoria potesse ricordare
e le parole avessero un senso
e i gesti una vita e i fiori un profumo
e la luna una magia.
Perché l’emozione bruciasse il tempo e le delusioni,
perché la danza dei sogni fosse poesia.
Così mentre il tempo moriva, restava l’amore.
Luigi Pirandello
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3 secondi
3 secondi, 1 metro di strada
sono uscita per comprare un libro, i pomodori, le pesche
ero un poco triste, eppure costeggiavo una potenza di profumo di gelsomini misto a tigli misto al caldo delle 11, misto ai profumi del pranzo di chi lo preparava di già, io no perché non ci avevo i pomodori come fai a esser triste? pensavo pure, poi da lontano ho visto un uomo vestito di blu, la cinta un po' alta a stringere la pancia, guardava un po' in alto i tetti forse i gerani altrui, forse quanto il sole sbucava da quel palazzo, un sorriso un po' leggero i passi un po' sicuri e un po' da caviglie dolci lungo una discesa, leggera quanto il sorriso, non pareva che toccasse la terra e pareva diverso da tutto quanto ma guarda quell'uomo che grazia serena, chissà dove va, chi lo aspetta, e poi quello è mio padre. alzo le braccia, sorpresa, mi vede, ridiamo, da lontanissimo — per caso, è possibile per le strade, riconoscere la tua radice per caso?, sì è bellissimo, io divento gelsomino, tiglio, pomodoro, pesche, divento accorgersi, che a volte è come svegliarsi
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Siamo di ritorno da una cena fuori, io e daddy, abbiamo festeggiato un mio traguardo!
Appena rientriamo a casa mi dirigo in bagno per andare a cambiarmi e mettermi finalmente comoda ma quando entro in camera da letto trovo daddy appoggiato al muro e con indosso ancora camicia e giacca.
"Che cavolo fai ancora vestito così?" gli dico, mentre la visione di lui con quella roba addosso inizia a farmi sentire del calore diffuso.
Vedo un sorriso malefico aprirsi sulle sue labbra mentre si siede sul letto e inizia a battere, ritmicamente, la mano sulla sua coscia
"Vieni qui, bambina"
Per quanto l'eccitazione inizi a salire prendo a ridacchiare e mi oppongo, con poca credibilità.
"Vieni qui bambina, o mi arrabbierò e sarà peggio"
Mi avvicino lentamente e rimango di fronte a lui, mi toglie lentamente i pantaloni del pigiama, le mutandine e mi sistema sulle sue ginocchia.
So che sarà una notte intensa...
"Conta bambina!"
Prende a sculacciarmi e quando, presa dall'eccitazione, smetto di contare mi prende per i capelli e mi ordina di tenere il conto!
Tra una sculacciata e l'altra mi accarezza tra le cosce e mi fa notare quanto io sia già un lago.
"Stenditi sul letto"
Obbedisco, lui si stende accanto a me e inizia ad accarezzarmi tra le gambe per poi infilarmi un dito dentro e muoverlo sempre più velocemente fino a strapparmi un gemito di piacere
"Cosa bambina? Non dirmi che ti piace.."
Mentre continua a penetrarmi velocemente accende il lush, che non mi ero accorta avesse tirato fuori dal mio cassetto del piacere, e lo muove sul mio clitoride impostandolo ben presto al massimo della potenza.
Inizio a muovermi sempre di più, sempre più disperata per avere quel piacere che tanto agogno.
Gemo e lo prego non so bene neanche io per cosa.
"Cosa c'è bambina?" mi dice ridacchiando soddisfatto nel vedermi ridotta così.
Gemo e mi aggrappo alle lenzuola mentre il piacere sale e diventa sempre più intenso.
"Vieni per il daddy, fammi sentire quanto mi piace"
E a quelle parole l'orgasmo esplode e mi travolge totalmente strappandomi gemiti di piacere che lui zittisce con un bacio appassionato ed affamato.
Ancora scossa dagli spasmi mi rannicchio addosso a lui che mi abbraccia e accarezzandomi i capelli mi dice
"Non penserai che sia finita qui vero? Daddy non ha ancora finito con te"
Un brivido mi percorre tutta e qualcosa in me scatta nonostante fossi pienamente appagata.
"Dammi solo un attimo" dico, mentre faccio per alzarmi e uscire dalla stanza, lui si spoglia e mi aiuta a indossare la sua camicia per non prendere freddo. È così lunga da arrivarmi a metà coscia, mi fa da vestito e indossare solo quella mi fa sentire molto in un film americano e questo pensiero mi fa sorridere.
Mi dirigo in cucina, bevo e dopo essermi ricomposta torno in camera pronta a scoprire quale altra diavoleria possa avere in mente stavolta.
"C'è una cosa che voglio provare"
Mi dice mentre mi attira a se e mi bacia con forza, spingendomi sul letto e mettendosi seduto proprio nel centro.
Sono in ginocchio tra le sue gambe e mi basta uno sguardo per capire che ha voglia della mia bocca.
Mi chino e inizio a leccare e succhiare con quanta più passione possibile e so di star riuscendo nel mio intento quando lo sento crescere tra le mie labbra e gemere. Mi poggia una mano sulla testa e guida così i miei movimenti, cosa che trovo estremamente eccitante.
Con una nota di disperazione nella voce mi ferma e dopo aver indossato il preservativo mi chiede di cavalcarlo, sto per impalarmi su di lui ma chiede di farlo dandogli le spalle
Lo asserendo e scopro quanto possa essere intenso sentirlo così in fondo
"Muoviti, balla per me bambina"
Non posso far altro che muovermi con quanta più foga possibile, muovo il bacino cercando di sentirlo sempre di più dentro di me.
Più i miei movimenti si fanno profondi e veloci, più daddy geme e più voglio portarci al limite..
"Usalo e godi" mi dice passandomi il lush.
Lo posiziono sul clitoride e lo muovo in circolo sempre più velocemente mentre mi impalo sul suo cazzo, sento il piacere montare di nuovo dentro di me, i miei affondi si fanno sempre più disperati, disperati tanto quanto i gemiti di daddy che mi tiene stretta per i fianchi e mi spinge su di lui con foga.
Arriviamo all'orgasmo insieme, il piacere ci travolge e ci scuote con forza facendoci gridare all'unisono il nostro piacere, un grido a metà tra una supplica e i nostro nomi.
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Tre di Spade.
"La proiezione sull'Altro: la trappola del Riconoscimento".
Il compito del mese di Maggio è accompagnarci alla frattura con la nostra profonda "Ferita del Riconoscimento".
Essere stati "ignorati" o "svalutati", "boicottati" o "abusati" all'interno del percorso di crescita, tra le mura di casa, nei luoghi più intimi ed emozionali, nelle relazioni primarie, può generare schemi di profonda disfunzione e colpa.
Il dolore non passa solo.
Si deposita nelle memorie cellulari e si riattiva ad ogni simbolo o associazione con l'Evento traumatico, sia esso breve ed estemporaneo o reiterato nel tempo.
Il tempo non sistema le cose. Le complica.
E' per questo che non basta affidarsi alla parte Divina per compiere quel passaggio così strettamente Umano.
Siamo tutti chiamati ora a rivedere amorevolmente i nostri automatismi di manifestazione della sofferenza.
Tutta la rabbia, la violenza, il malessere che si stanno scatenando all'interno dei Sistemi di Relazione, sono frutto di un passaggio delicato della "Coscienza", sempre meno "presidiata" e sempre più libera di esprimere il proprio vissuto.
I terremoti Energetici di questi ultimi anni hanno assediato le fondamenta di tutti gli edifici, anche quelli apparentemente solidi, rendendone evidenti le infiltrazioni di umidità e il marciume del basamento, producendo irreparabili crolli, riducendo in macerie interi caseggiati.
E molti, invece di ristrutturare alla base la loro casa distrutta, ci hanno "messo la pezza", restando però nella costante sensazione che, un'ulteriore potente scossa, potrebbe davvero essere la definitiva per loro.
L'Evoluzione è un processo legato all'Umiltà.
L'Umano si rende strumento di se stesso.
E accoglie con coraggio e resilienza la Verità, che di volta in volta si palesa di fronte a sé.
Si affida al Viaggio. Sa che il percorso sarà accidentato, sa che dovrà distruggere una ad una ogni illusione, ogni contraddizione, ogni trigger interiore.
Ma non si abbatte, non si demotiva, non si appoggia pesantemente sulle schiene degli altri.
E' la sua Casa a necessitare di restauro. E' il suo Giardino interiore che va bonificato a fondo. Sono i suoi "Mostri" da sconfiggere.
Ed è l'unico che può affrontare il suo percorso trasformativo. Nessun altro lo potrà fare al suo posto.
E se ad un certo punto del Viaggio, si è scelto di percorrere la scorciatoia, si mollano gli ormeggi e si decreta "ho già fatto troppo, è tutto inutile, io sono fatto così, sono gli altri che non mi capiscono e non mi accettano per quello che sono", sarà naturale incappare nella solita "risoluzione infantilizzata".
Dove la Struttura immatura necessita costantemente di attenzione, di riconoscimento e premi di partecipazione.
Nessuno ci darà il premio o "la pacchetta sulla spalla" quando avremo compiuto i nostri faticosi passi.
Saremo noi ad omaggiarci con Gratitudine e tanta Gioia. A festeggiare con un sorriso l'ennesimo tassello d'Amore che abbiamo aggiunto al nostro "edificio emotivo".
E mattone dopo mattone, fatica dopo fatica, piano piano vedremo la nostra Nuova Casa Interiore prendere forma.
Sentiremo il Cuore pulsare nuovamente di Vita, irradiare quella sua sconfinata potenza e trasparente purezza in ogni istante ed in ogni respiro del nostro procedere.
Non soffermiamoci nella solita "zona di sconforto", di immobilismo e di "vittimismo".
C'è tanto da smaltire.
Ora più che mai.
Bisogna trovare il coraggio di osservare il "Passato devitalizzato" che torna. Ci dobbiamo stare.
Nessuna fuga, nessuna scorciatoia, nessun premio.
Si resta. Si affronta. Si elabora. E poi si espelle via!
Se lo tratteniamo finirà per intasare il Sistema e ci porterà ad una lenta agonia di "morte" per soffocamento o asfissia.
Lasciamo che i dolori del Passato si trattengano solo il tempo necessario per preparare l'espulsione finale.
Non identifichiamoci con le nostre Ferite. Non partiamo a razzo con gli automatismi che proiettano questi informi cumuli di tossine in transito.
Restiamo concentrati, consapevoli, presenti e partecipativi.
E smettiamola di giocare alla Ferita del Riconoscimento con gli altri! Di voler a tutti i costi attirare l'attenzione del "genitore" di turno. Di agganciare dinamiche infantilizzate di confronto, di invidia, di competizione, di pietismo o, peggio ancora, di vendetta.
Siamo adulti.
Curiamo il nostro Giardino. E smettiamola di ficcare il naso nel Giardino altrui.
Restiamo Radicati a noi stessi, presenti e orientati.
Si tratta di Noi. Della nostra Vita. Delle nostre Emozioni e Disfunzioni. Della nostra Responsabilità su noi stessi. Delle nostre scelte di Guarigione.
L'Altro non c'entra. Mai.
Ricordiamocelo sempre.
E proseguiamo con tanta Fede, Impegno e Dedizione nel nostro straordinario Cammino Evolutivo.
Mirtilla Esmeralda
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Il Caregiver
Questa mattina sono andato da mia madre, come tutte le mattine, ma con un impegno in più.
Infatti oggi comincia il servizio di assistenza a domicilio per mia madre, la struttura a cui mi sono rivolto le ha assegnato un'assistente. Si chiama Dolores.
"Buongiorno soy Dolores" - così ha esordito qualche giorno fa l'assistente al telefono con me.
"Buenos días" - le ho risposto per darmi un tono
"Lei è il señor Tomasseli?
"So' Rino" - ma come cacchio le parlo?
"Sorino? Lei è el señor Sorino?"
"No Sorino, solo Rino. Il mio nome".
"Ah, Solarino... me scussi, ma che nome è?"
"Maggnente, sono uno che tira sole e quindi Solarino è i mio soprannome"
Nulla da fare, la deficienza telefonica mi aveva preso, ora come potevo rimediare?
Nel frattempo Dolores gira dei fogli, si sentono chiaramente al telefono, probabilmente sta cercando i dati di chi ha compilato la domanda, ed ecco che trova ciò che cercava "Ah, lei se chiama Rino Tomasseli"
"Si" - le rispondo divertito di come chi parla lo spagnolo raddoppia alcune consonanti eludendone altre.
Arriviamo a questa mattina. Dolores è puntualissima, bella truccata e pimpante come lo sono le persone che debbono sostenere persone anziane e in fase discendente.
Entra in casa e saluta entrambi con un sorriso rassicurante, le presento mia madre e le faccio vedere la casa.
In soggiorno il televisore è sintonizzato sulla Santa Messa, in camera da letto l'altro televisore idem.
"Doppia Messa, como mai due televissori acessi?"
"Effetto stereo"- le rispondo.
"Como?!"
"Si, ascolti... non sente la stereofonia del prete che dice <Prese il pane>, non sente la potenza della frase raddoppiata?"
"No" - mi guarda stranita.
Credo che l'ironia non sia in questo momento cosa buona e giusta.
Così Gesùrino prese l'ironia, la piegò la pose in un cassetto e disse <Pendete e andate senza sorrisi, non ve li meritate>.
Tornando in soggiorno, dove c'è mia madre, Dolores mi chiede: "Mi potrebbe firmare questi due moduli, è lei il caregiver, vero?"
"No, lui è mio figlio" - interviene secca mia madre, poi guardando me - "Tu sei mio figlio non o' carabbinier"
"Ma no mamma caregiver, ovvero quello che si occupa di te"
Le brillano gli occhi, si sente protetta e poi guarda Dolores, conosco quello sguardo di chi comincerà a raccontare aneddoti sulla mia vita di quando ero piccino. La fermo a tempo.
"Beh"- dandomi un tono da attore consumato che sta per uscire dalla scena sul palcoscenico di un teatro - "Io devo andare, mamma sei in buone mani - poi rivolgendomi a Dolores le stringo una mano - "Grazie, grazie mille dell'aiuto che mi darà".
Il sorriso di Dolores mi conforta.
Sono in auto, scommetto che il sorriso di Dolores sarà diventato una risata. Già mi sembra di sentire mia madre raccontare i "famosi aneddoti" di un piccolo Rino che ancora, illuso, si permetteva di vivere d'istinti e d'istanti (frase da boomer lo so).
Come quando mia madre, a un cambio del pannolino, si divertiva a "rubarmi il pisello" come si fa con il naso dei bambini, solo che io per assicurarmi che non lo avesse preso davvero le pisciai in volto.
O quella volta che entrai in una cabina al mare, credendo che fosse la nostra per cambiarmi il costumino pieno di sabbia, invece era di un'altra famiglia. La ragazza, penso allora ventenne, che stava dentro (nuda) non si scompose più di tanto, avevo cinque anni più o meno, e mi disse "ma tu bel bambino da dove sbuchi?". Sorrise.
Io no, rimasi pietrificato guardando una micia. Non sapevo che dei micini vivessero proprio lì nei costumi delle donne. Uscii dalla cabina rosso in volto, con una paresi facciale e la
Voglia di remare
Fare il bagno al largo
Per vedere da lontano gli ombrelloni, -oni, -oni
Da allora nessuna donna mi ha più sorriso se entravo per sbaglio in una cabina o uno spogliatoio dove ci stava una di loro. Va beh, forse quando ci provai ero troppo avanzato con l'età. Credo di averne avuto venti o venticinque in più, di anni intendo.
Oppure le racconterà di quando, la sera di una Vigilia di Natale con cenone ben disposto sulla tavola e ospiti pronti al pasto, stando in piedi sulla sedia all'urlo "Sono la tigre di Mompracem!", persi l'equilibrio e arrivai preciso con la faccia nell'insalatiera che conteneva chili di insalata russa.
Ecco perché crescendo sono traumatizzato dalle patate femminili e le insalate russe.
Però mi piace cucinare.
E mangiare.
Grazie mamma per avermi fatto empatico e rispettoso degli altri, ma anche molto meno andava bene. Per dire.
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È un concetto semplice. Ogni cittadino crea, con ciò che fa o non fa, delle reazioni, crea un prodotto, che sia materiale o non materiale, che può portare un cambiamento nella vita della società di cui il cittadino fa parte. È quindi necessario che l’individuo sia cosciente di ciò e agisca per il bene di tutti, per creare valore. Idealmente. Il valore può essere di tutti i tipi, anche solo sicurezza o solidarietà o anche conoscenza o bellezza e armonia.
In economia viene chiamata esternalità l’effetto che le azioni di consumo o di produzione di un soggetto ha sugli altri soggetti. Anche un parcheggio fatto male, per esempio quando trovate una macchina piazzata in mezzo tra due posti, crea una esternalità negativa. Chi arriva dopo non riesce a parcheggiare né in uno né nell’altro posto. Il famosissimo caffè sospeso a Napoli è un tipico esempio di esternalità positiva. Chi prende il caffè al bar e decide di lasciarne uno pagato regala un sorriso e un caffè ad un’altra persona. La fabbrica di Gentilini che sta sulla tiburtina a Roma sforna biscotti a catena e succede che se passi vicino senti quest’odore di biscotti nell’aria, è un’esternalità, per me che c’ho lavorato accanto per due anni ad un certo punto da positiva è diventata negativa, dopo qualche mese quell’odore mi faceva venire voglia di strapparmi via il naso a morsi, ma datosi anatomicamente impossibile allora ho desistito.
Non è facile gestire le esternalità e visto che ne ho già scritto e anche abbondantemente sul mio altro tumblr anni fa, oggi volevo solo dirvi questa cosa qui che sto per dirvi.
Ho una vicina, su cui dovrei scrivere molto, ma mi limito a dire che vive con altre quattro persone, tutte adulte e oltre e lei si occupa del bucato di tutti, perché, salvo le due anziane, il marito e la figlia evidentemente sono nati senza mani, ma sorvoliamo. La mia vicina ha la lavatrice fuori casa, sul retro e sul retro ha anche il lavatoio che, dio solo sa come mai, usa in continuazione con una certa passione. Questa mia vicina fa una lavatrice al giorno, almeno, e la fa sempre la mattina presto, questo comporta che dalle mie finestre esposte verso casa sua, ogni mattina entra un piacevole odore di ammorbidente e dura tutto il giorno e io la consideravo una esternalità positiva, mi dicevo che meno male che sta povera disgraziata c’ha da lavare per un esercito ad ogni rotazione terrestre, io mi sveglio ogni mattina con un bellissimo odore che mi accoglie e che profumo e che cazzo di ammorbidente usa e quanto cazzo ne usa? Glielo devo chiedere. Ad onor del vero credo sia talmente forte che anche la mia dirimpettaia dall’altra parte della strada lo sente al punto che la domanda sul prodotto gliel’ha fatta lei, lo so perché, la dirimpettaia, quando parla urla fortissimo, esternalità negativa, so anche quando ha dei problemi con le colleghe e la sorella e quando deve andare dal ginecologo e quando la figlia non rifà il suo letto la mattina, ma non c’ho mai parlato.
Io questa del profumo di bucato la credevo un’esternalità positiva, no? Sono anni che mi dico che fortuna, che bello, che profumo rasserenante, che potenza del bucato che ha la mia vicina, ma come fa? È una maga? E invece no, @autolesionistra a mi ha riportato coi piedi per terra in un suo post in cui ha gentilmente spiegato che non è profumo di bucato la mattina quello che sento, manca poco che sia quello del napalm (cit.) perché in verità è inquinamento amici miei.
Il mio bucato del resto non profuma così perché a momenti lavo solo con acqua e se riuscissi a rifiltrarla la riutilizzerei, giuro, anche perché come dice un tipo su tiktok you do not need to be washing your fucking clothing like a maniac, Are ya’ll rolling in fucking manure, cause a lot of ya’ll wash your clothing like you rolling in fucking manure everyday.
Babies we don’t have all that money to waste and not even all that time to waste and not even the luxury to use all that detergent anymore sis.
La mia vicina inquina ed è un’esternalità negativa, ma certamente non è che adesso posso addossare a lei le colpe di secoli di storia e corporazioni, chiaro, però adesso nella mia testa quella che credevo fosse una roba bella mi metterà invece ansia.
Ciao.
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TRATTO DA “DIPENDENZE AFFETTIVE MALDAMORE” pagina FB.
Dobbiamo essere disposte a credere che nella vita non esistano coincidenze o incidenti..
Qualsiasi cosa ci capiti, è per una ragione..
E le persone che incontriamo, le incontriamo sempre per un motivo preciso..
Il legame karmico si forma tra le anime durante le vite precedenti quando profonde emozioni le uniscono insieme.
Un compagno/a d' anima karmico potrebbe essere stato il vostro innamorato, ma anche vostro fratello, vostra madre, vostro figlio, ma anche il vostro peggior nemico. Potreste esservi amati
reciprocamente. Uno di voi potrebbe aver amato e l'altro odiato.
Di una cosa siamo certe e cioè che quando la persona appare nella nostra vita occorre risolvere il karma o la lezione di vita precedente.
Ci sono due aspetti fondamentali che caratterizzano il primo incontro con un compagno d' anima karmico, lo sguardo e la familiarità.
Lo sguardo però non è luminoso o limpido, è al contrario spesso sfuggente, profondo, probabilmente a causa del bagaglio di esperienze passate che si attivano al momento dell' incontro.
In generale è capitato a tutte voi di essere catturate da uno sguardo, un sorriso, o anche una semplice stretta di mano, a volte però a questo si aggiunge la sensazione di un vero e proprio ricongiungimento.
Questo perchè le due esistenze si erano solo momentaneamente interrotte a causa del passaggio da una vita all' altra.
La familiarità è intesa come la magia del ritrovamento, il riconoscimento di chi abbiamo amato o odiato in una
o più vite passate. Proviamo subito una forte empatia. Una sensazione di unione e vicinanza. Quando siamo in presenza di questa persona entriamo in una sorta di incantesimo dal quale chi ci è accanto difficilmente riesce a staccarci.
Questo perchè si è riattivata un' antica emozione.
Quando appare un compagno/a d'anima nella vita presente l'incontro può avere spesso l' effetto di un uragano ma voi non potrete opporvi in alcun modo. Non si può in alcun modo evitare l' incontro con un compagno d' anima karmico perchè ognuna di noi al momento della presente incarnazione sceglie il proprio percorso esistenziale e di conseguenza anche i propri amori che servono al nostro cammino evolutivo.
L'incontro è perciò ineluttabile.
Le relazioni karmiche hanno tutte un potere rigenerante o degenerante ma trasformano la nostra Anima per sempre e danno sicuramente moltissimo in termini emotivi.
E' come se mangiassero la nostra vita, la dominano, la travolgono, la gestiscono al punto che non siamo più padrone dei nostri spazi ma soprattutto delle nostre emozioni e dei nostri pensieri.
Gli amori karmici hanno una forte attrattiva sulle persone, nonostante spesso portino con sé una dose di dolore, sofferenza e difficoltà.
Non dobbiamo però pensare che un rapporto d' amore soprattutto se doloroso ci porti solo sofferenza e rancore.
Ogni rapporto nel quale c'è un innamoramento ha in sé una portata evolutiva, è un percorso di vita che segna la nostra Anima. Ogni amore ha una sua dignità.
E con tale dignità va vissuto e considerato.
Per crescere abbiamo infatti bisogno di esperienze molto forti, travolgenti che ci risvegliano dal torpore emotivo e
spirituale in cui viviamo. L'esperienza della fine di un amore può risultare tra le più utili per ridisegnare la propria vita anche se la viviamo in modo molto doloroso.
Il dolore può essere un insegnante senza pari. Ci segnala quando qualcosa nella vostra vita non è al suo posto.
Sia che si tratti di dolore dell' anima o del corpo, esso aiuta a crescere.
L' Universo è benevolo con noi e ci offre sempre la possibilità di evolvere. Quando ci troviamo davanti a un karma molto pesante e abbiamo necessità di guarire vecchie ferite l' universo ci offre il dono di un amore intenso.
Un amore così potente che ci permette di conoscere noi stesse ad un livello molto più profondo e ci permette di scoprire
la potenza dell' amore incondizionato.
E così lui/lei entra nella nostra vita e noi nella sua per imparare e insegnare qualcosa come in uno scambio di lezioni. Percorrere un tratto di vita con questa persona, breve o lungo che sia, può rivelarsi un' esperienza di guarigione
straordinaria. Puoi apprendere le lezioni di cui la tua anima ha bisogno.
Così come non possiamo opporci all' incontro così non potremo opporci alle lezioni che il compagno d' anima ci porta.
E' possibile che non trascorrerai necessariamente con lei/lui il resto della tua vita, ma puoi anche separarti e poi ricongiungerti dopo anni. La maggior parte delle volte una relazione karmica non si trasforma in amore destinico quindi capita molto più spesso che un compagno d' anima si presenti per un breve periodo per poi allontanarsi dopo che le lezioni da imparare sono state apprese.
Un altro elemento importante è dato dal bisogno del contatto epidermico. Si fatica a non toccare, stringere, a sentire il
profumo dell' altro come familiare. E ogni volta che ci si lascia è uno strappo emotivo, una sensazione di malessere non solo emozionale ma che ci sembra quasi una ferita fisica che difficilmente si riesce a spiegare.
Questo amore ci rende in un certo modo “prigioniere”, la nostra mente ci dice che noi non dovremmo amare quella persona ma il nostro cuore continua ad amare.
L' amore c'è, non è una scelta consapevole, c'è e basta. Siamo persino in grado di osservare quell' amore che fluisce dal nostro cuore.
Potremmo non sapere mai con esattezza quale fu l' episodio di una nostra vita passata che ha creato quel debito karmico ma
solitamente riusciamo a capire cosa dobbiamo fare per equilibrarlo. Forse in una vita passata abbiamo avuto una relazione di odio e piena di dolore e allora dobbiamo avere per lui un riguardo particolare e il nostro amore guarirà quella ferita.
Come facciamo a sapere quando i nostri debiti sono stati ripagati con quella persona? Quando questo avviene avrete un
senso di compimento e di pace interiore. Allora non avvertirete più il legame con la stessa intensità.
Equilibrare il karma con l’amore significa aprire il cuore e dare saggiamente. Vuol dire non aver paura di versare più amore anche quando quell' amore può essere rifiutato. Perchè quell' amore non viene rifiutato dall ' Universo.
Il nostro amore non è mai sprecato, anche se le persone sembrano non accettarlo o non capirlo. Le persone hanno bisogno del nostro amore, ne hanno bisogno a qualche livello del loro essere, anche se ne sono inconsapevoli, ne hanno bisogno per guarire. Quando siamo addolorate perchè il nostro amore sembra rigettato possiamo chiedere all' Universo di benedire la
persona che abbiamo amato o che amiamo e di guarirci entrambi dalle ferite del passato..
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mi siedo davanti allo specchio e tiro le somme di un anno di terapia ed un anno di relazione, scrutando l'immagine vedo una persona estranea e che non riesco a riconoscere e più mi guardo più un sorriso si allarga sul mio volto
ripenso alla scorsa estate e mi rendo conto che ero l'ombra di me stesso, una caricatura, relegato al punto più basso che abbia mai toccato nella mia esistenza, ad uno dei periodi più bui e duri
ogni mia sfumatura era caricata, era eccessiva, totalmente privo di controllo, alla mercé dell'emozione o del pensiero del momento
ma la vita è un susseguirsi di inizi e di conclusioni, di salite e discese e in modo inaspettato mi son ritrovato a tornare a galla
per merito del caso o per merito delle mie scelte ho avuto la saggezza e la forza di iniziare un percorso di terapia e soprattutto la fortuna di incontrare lei, che mi ha dato la possibilità di amarla con tutta la forza che ho nel cuore ed aggiustare tutto quel che di rotto avevo nell'animo
sono intimamente e radicalmente cambiato, ho imparato a conoscermi profondamente e senza maschere, conosco le cause dei miei comportamenti e sono spesso in grado di sottrarmi a meccanismi mentali che avevo ormai assimilato
amo e sono amato in un modo che non credevo fosse possibile, con una potenza fiabesca, all'interno di una relazione che non scricchiola, che è solida, che è sana, che ci nutre
ma soprattutto sono consapevole che non sono nemmeno a metà del percorso, che gli spettri si nascondono quando la luce è intensa e che un giorno sarò chiamato a doverli riaffrontare
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Auguri di Buon Compleanno: Un'Espressione di Affetto e Gratitudine
Nella tela delle nostre vite, il compleanno di una persona cara è come un raggio di sole che illumina il cielo grigio, portando gioia e calore nei nostri cuori. È un momento speciale in cui celebriamo non solo l'età che avanza, ma anche il dono prezioso della vita e dei legami che ci uniscono. Augurare un buon compleanno va oltre il mero atto di pronunciare parole di circostanza; è un gesto carico di significato e affetto, un'opportunità per esprimere gratitudine e amore verso coloro che rendono le nostre vite più ricche e significative.In questa epoca frenetica e digitale, il semplice atto di inviare un messaggio di auguri può sembrare banale, ma in realtà è un segno tangibile di quanto teniamo alla persona destinataria. È un momento in cui mettiamo da parte le nostre occupazioni e ci immergiamo nell'essenza della relazione, ricordando momenti condivisi, risate condivise, e sfide superate insieme. Buon compleanno non è solo una frase, ma un abbraccio virtuale che avvolge chi lo riceve, trasmettendo calore umano e vicinanza anche a distanza. È un ponte emotivo che unisce cuori separati dalla distanza geografica o dagli impegni quotidiani.Nel cuore di ogni augurio di buon compleanno risiede il desiderio sincero di felicità, prosperità e realizzazione per il destinatario. È un modo per celebrare le sue conquiste, onorare le sue sfide e rinnovare il nostro impegno a essere presenti nella sua vita, in ogni momento significativo e in ogni giorno ordinario.Con ogni parola di augurio, ci uniamo alla sinfonia degli affetti, contribuendo a tessere la trama dei legami che ci legano indissolubilmente. È come piantare un seme di gioia nel giardino dell'anima, coltivando un sentimento di appartenenza e condivisione che sfiora le corde più profonde del nostro essere.Quindi, oggi, nel giorno del tuo compleanno, voglio dirti grazie. Grazie per la tua presenza nella mia vita, per i momenti preziosi condivisi e per la tua unicità che arricchisce il mio mondo. Che questo giorno sia il preludio di un anno ricco di successi, gioie e soddisfazioni. Che ogni sorriso che emani ritorni a te mille volte più luminoso, illuminando il cammino verso i tuoi sogni più audaci.Che tu possa sempre trovare amore, pace e realizzazione in ogni passo del tuo viaggio, e che la tua vita sia un inno alla bellezza dell'esistenza e alla potenza dell'amore.Buon compleanno, caro amico/madre/fratello/sorella/figlio/figlia. Che la tua luce continui a brillare nel firmamento della vita, illuminando il mondo con la tua straordinaria presenza.Con affetto e gratitudine,[Il tuo nome]
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Un ultimo straordinario ritratto. La Fenice di Klimt.
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Il 1918 segnò la fine della ‘Golden Age’ viennese con la scomparsa del suo talento più illustre, Gustav Klimt, a soli 55 anni. Subito dopo la sua prematura dipartita alcuni amici dell'artista visitarono il suo studio nella periferia di Vienna e qui fecero una straordinaria scoperta. Ancora poggiato sul cavalletto, come in attesa di essere ammirato, il sorprendente ritratto di una donna sconosciuta, la ‘Dama con Ventaglio’, l'ultimo grande ritratto di Klimt, un capolavoro consegnato al tempo e alla memoria di un'epoca che svaniva. La dama accenna un sorriso, il suo sguardo è lontano, veste un kimono che lascia arditamente scoperta una spalla e tiene tra le mani un ventaglio diplomaticamente accostato al busto. La figura si staglia al centro, dietro di lei compare un vorticoso ensamble di decori asiatici, un fagiano dorato, una gru, fiori di loto in boccio e una fenice cinese in volo che, come per il giallo utilizzato nello sfondo, sono emblematici di buona sorte. Misteriosa l'identità della donna, alcuni sostengono essere Johanna Staude, amica di Klimt che posò spesso per lui e per Schiele. Anche in quest'opera, come per tutte le figure femminili rese immortali da Klimt, è evidente una ricercata rappresentazione di modernità, sia nella forma che nella sensibilità pittorica. Le sue donne hanno una inequivocabile potenza espressiva, sanno essere tenere e dirette, erotiche e vulnerabili, eleganti e selvagge. Sempre trionfalmente seducenti.
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Scelte per assonanza olfattiva quattro fragranze che contemplano il benaugurante fiore di loto nei loro accordi…
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L’opera sarà battuta all’asta da Sotheby’s London il prossimo 27 Giugno. È attesa un’aggiudicazione da record.
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C'è solo un modo per reagire, per trovare la forza di andare avanti dopo la perdita del proprio Dobermann ed è fare entrare nella propria vita un altro Dobermann che non sostituirà mai quello scomparso ma saprà entrare con la stessa devastante potenza di un tornado nel cuore e nella vita di chi ha perso completamente una parte di sé assieme all'ultimo respiro del proprio nero focato. Solo un Dobermann ha il potere di riportare il sorriso dopo la perdita di un Dobermann ed è quello che Lucifer sta facendo alla grande da qualche giorno. Le presentazioni sono doverose, in tutta la sua spettacolare cucciolaggine Lucifer Lust dell'Oro Nero, oggi 66 giorni, viviamo insieme dall'11 Dicembre, è un instancabile, entusiasta, meraviglioso cucciolo di Dobermann con un carattere incredibile che mi ha fatto innamorare ❤️ A proposito della scelta del nome, la cucciolata aveva la lettera L e Lucifer è stato il primo nome tra i mille mila con la L che ho scelto, significa portatore di luce e nulla gli si addice di più, perché Lucifer ha illuminato la mia vita come un sole abbagliante che squarcia le tenebre, poi c'è una frase bellissima sul Dobermann che dice: "tutti hanno un angelo custode, i più fortunati hanno un Dobermann." Ed io non potevo non dare al mio Dobermann il nome dell'angelo nero più bello di tutti. Lust ha un doppio significato, in inglese Lussuria, uno dei 7 peccati capitali e ad un Dobermann che vive con una coppia di Pet Designer, Lust in termini di bella vita gli calza a pennello, in tedesco significa Gioia e la gioia che trasmette un Dobermann nella sua vita è immensa, il piccoletto ha reso onore al suo nome importante dal primo giorno in cui è iniziata la nostra vita insieme, è un meraviglioso dolcissimo terremoto, affronta qualsiasi novità con curiosità, determinazione ed entusiasmo, batte qualsiasi aspettativa. Benvenuto Lucifer Lust dell'Oro Nero ⭐ Tu che entri nel mio cuore, non far caso al disordine. Cit (Prometto che mi impegnerò nel fotografarlo meglio, ma già mi reputo molto fortunata ad essere riuscita in questo scatto a fuoco da sveglio). #lucifer #luciferlust #dobermansofinstagram #dobermanlife #dobermann #dovermannlovers #dobermanpinsche https://www.instagram.com/p/CmR4kRtrpfl/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Accetto la mia incompletezza,
gli smarrimenti, il bloccare le emozioni quando non le so gestire, il temere la mia potenza realizzatrice.
Accetto l'instabilità, la precarietà, la presunzione di sentirmi diversa e la sofferenza dei miei limiti.
Accetto che anche il rumore di una foglia fa sussultare la mia anima bambina, che una parola può uccidermi e una parola può ridarmi vita.
Accetto con amore, con un sorriso, con umiltà la mia imperfezione, le mancanze, tutte le volte che non ho amato, che non ho osato, che non ho taciuto.
Accetto la mia chiusura silenziosa, il mio non voler esserci, il mio desiderio di fuga. Accolgo le mie fragilità, la mia emotività eccessiva e una sensibilità che mi lacera, perché l'anima ce l'ho sulla pelle, senza protezioni naturali, senza autodifese. E così mi espongo al sole e aspetto che mi maturi come il migliore dei suoi frutti.
Accetto quella che sono, così come sono, nello splendore di tanta imperfezione, nella luminosità di tanta trasparenza, nell'oscurità di tanto dolore.
Accetto il fiore che germoglia nel mio seno di donna, nel mio cuore di artista, nel mio spirito contraddittorio e traboccante di vita. Nella ricezione amorevole del mio essere, scelgo di accogliere i desideri, approdi da cui salpare verso acque interiori, paesaggi dell'anima immaginati, a cui devo dare un nome, per poterli chiamare, per poter cantare: "ti ho visto anima mia, ti ho conosciuto e amato come si fa con la creatura più bisognosa, affamata di vita e di bellezza, magica, incantevole, miserevole, compassionevole, vitale, un eterno divenire che mi sfugge e che pure possiedo nell'annullamento della mia piccola persona, nella regalità di un sogno privo di dubbi e ardente di stupore".
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Ci siamo illusi di aver messo un punto. Ci siamo illusi di essere in grado di andare oltre, come se per andare oltre 7 anni di relazione bastasse cambiare città, nazione, abitudini e far festa ogni weekend. Ci siamo illusi che ci importasse sempre un po' meno dell'altro, che la mancanza fosse solo semplice nostalgia e che l'inverno avrebbe fatto il suo corso, congelando parte dei nostri cuori. Ci siamo illusi di amarci di meno.
Ti sei illuso che portare all'esasperazione i propri sentimenti, reprimendoli, fosse la giusta soluzione.
Mi sono illusa che conoscendo altre persone, la situazione si affievolisse, che sarebbe tornato quel brivido di dopamina dovuta alle prime uscite, ai primi appuntamenti. Illudendomi che fosse ciò di cui avevo bisogno, come se in realtà non stessi cercando nient'altro se non stabilità e calma.
Siamo due pagliacci che giocano a nascondino, illudendoci che la distanza e il buio possano dar ragione all'ennesima scelta sbagliata compiuta nel nostro rapporto.
Sono giorni che ti penso incessantemente, a stento riesco a trattenere le lacrime in ufficio. Non pensavo che vederti, sentirti, anche se solo tramite Skype per 2 ore, potesse farmi stare male per i tre giorni successivi. Non avevo considerato la potenza dell'affetto né la bellezza di un sorriso spontaneo e genuino nel vederti, qualità che adesso mi mancano da un po'.
Sto male, decisamente male, quasi a pezzi oserei dire, non mi aspettavo di vederti in questo stato, di vederti così male anche senza di me. Infondo, per un certo periodo ho quasi sperato fossi io la causa del tuo stare male.
Improvvisamente, ogni mio sforzo sociale perde significato, un senso di noia pervade ogni sfumatura di interazione proattiva.
Ci siamo illusi di star bene separati, che fosse solo questione di tempo, di stagioni, di altre conoscenze. A parer mio, il tempo ci sta suggerendo altro. O meglio, ti sta suggerendo altro.
Ciò che trovo assurdo in tutto ciò è la profonda connessione che preserviamo l'uno nei confronti dell'altra, evidenziando come i sentimenti siano in grado di affievolirsi...ma l'amore, è un'altra storia.
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