#posizioni ideologiche
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coolnightcrusade · 8 days ago
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Petizione per la Rimozione dei Medici Obiettori di Coscienza dai Consultori Familiari
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Perché questa petizione è importante
Destinatari: Ministero della Salute, Regioni, Enti Locali
Oggetto: Richiesta di rimozione dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari
Negli ultimi anni, la presenza di medici obiettori di coscienza all'interno dei consultori familiari ha suscitato un acceso dibattito pubblico; la Legge 194/1978 che regola l'interruzione volontaria di gravidanza, prevede che i consultori debbano fornire supporto alle donne che desiderano interrompere una gravidanza e garantire l'accesso a servizi di salute riproduttiva; tuttavia, la presenza di professionisti con un approccio non favorevole all'aborto rischia di compromettere il principio di assistenza neutrale e il diritto delle donne a ricevere informazioni complete e imparziali.
Richiesta: chiediamo che venga adottata una misura che preveda la rimozione in via definitiva dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari, con il fine di: - Proteggere il Diritto alla Salute: garantire che tutte le donne possano accedere a servizi sanitari privi di pressioni ideologiche e che rispettino la loro libertà di scelta - Promuovere un Ambiente Neutro: creare uno spazio dove le donne possano ricevere informazioni accurate e supporto senza influenze esterne legate a posizioni ideologiche sull'aborto - Rafforzare i Servizi di Supporto all'IVG: favorire l'inserimento di professionisti specializzati in ginecologia, psicologia e assistenza sociale, capaci di offrire un supporto completo alle donne che desiderano interrompere una gravidanza in quanto non desiderata
Conclusione: la salute e il benessere delle donne devono essere al centro delle politiche sanitarie: è fondamentale garantire che i consultori familiari svolgano il loro ruolo senza conflitti d'interesse o pressioni ideologiche. Chiediamo pertanto l'adozione urgente di misure per rimuovere i medici obiettori di coscienza dai consultori familiari.
[Questa petizione può essere distribuita sia online che in formato cartaceo, raccogliendo firme da cittadini interessati a sostenere questa causa.]
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abr · 7 months ago
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“On day one I will immediately eliminate Joe Biden’s insane electric vehicle mandate, and there will be no ban on gas cars and gas trucks. You can buy electric if you want, you can buy gas, you can buy whatever you want, and that’s the way it should be.” (Donald Trump)
capite perché costui per i servi statalisthi VA FERMATO CON OGNI MEZZO?
(una speranza, siamo positivi: la Grande Finanza, che contrariamente a quel che pensa il parco buoi non fa prese di posizioni ideologiche, ha già fatto i soldi con la Trasformazione Energetica, ora i segnali sono che stia lasciando il cerino in mano al parco buoi stesso).
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babypostparadise · 12 days ago
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Petizione per la Rimozione dei Medici Obiettori di Coscienza dai Consultori Familiari
Destinatari: Ministero della Salute, Regioni, Enti Locali
Oggetto: Richiesta di rimozione dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari
Negli ultimi anni, la presenza di medici obiettori di coscienza all'interno dei consultori familiari ha suscitato un acceso dibattito pubblico; la legge 194/1978 che regola l'interruzione volontaria di gravidanza, prevede che i consultori debbano fornire supporto alle donne che desiderano interrompere una gravidanza e garantire l'accesso a servizi di salute riproduttiva; tuttavia, la presenza di professionisti con un approccio non favorevole all'aborto rischia di compromettere il principio di assistenza neutrale e il diritto delle donne a ricevere informazioni complete e imparziali.
Richiesta: chiediamo che venga adottata una misura che preveda la rimozione in via definitiva dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari, con il fine di:
Proteggere il Diritto alla Salute: garantire che tutte le donne possano accedere a servizi sanitari privi di pressioni ideologiche e che rispettino la loro libertà di scelta
Promuovere un Ambiente Neutro: creare uno spazio dove le donne possano ricevere informazioni accurate e supporto senza influenze esterne legate a posizioni ideologiche sull'aborto
Rafforzare i Servizi di Supporto all'IVG: favorire l'inserimento di professionisti specializzati in ginecologia, psicologia e assistenza sociale, capaci di offrire un supporto completo alle donne che desiderano interrompere una gravidanza in quanto non desiderata
Conclusione: la salute e il benessere delle donne devono essere al centro delle politiche sanitarie: è fondamentale garantire che i consultori familiari svolgano il loro ruolo senza conflitti d'interesse o pressioni ideologiche.
Chiediamo pertanto l'adozione urgente di misure per rimuovere i medici obiettori di coscienza dai consultori familiari.
[Questa petizione può essere distribuita sia online che in formato cartaceo, raccogliendo firme da cittadini interessati a sostenere questa causa.]
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Petizione per la Rimozione dei Medici Obiettori di Coscienza dai Consultori Familiari
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Perché questa petizione è importante
Destinatari: Ministero della Salute, Regioni, Enti Locali
Oggetto: Richiesta di rimozione dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari
Negli ultimi anni, la presenza di medici obiettori di coscienza all'interno dei consultori familiari ha suscitato un acceso dibattito pubblico; la Legge 194/1978 che regola l'interruzione volontaria di gravidanza, prevede che i consultori debbano fornire supporto alle donne che desiderano interrompere una gravidanza e garantire l'accesso a servizi di salute riproduttiva; tuttavia, la presenza di professionisti con un approccio non favorevole all'aborto rischia di compromettere il principio di assistenza neutrale e il diritto delle donne a ricevere informazioni complete e imparziali.
Richiesta: chiediamo che venga adottata una misura che preveda la rimozione in via definitiva dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari, con il fine di:
- Proteggere il Diritto alla Salute: garantire che tutte le donne possano accedere a servizi sanitari privi di pressioni ideologiche e che rispettino la loro libertà di scelta
- Promuovere un Ambiente Neutro: creare uno spazio dove le donne possano ricevere informazioni accurate e supporto senza influenze esterne legate a posizioni ideologiche sull'aborto
- Rafforzare i Servizi di Supporto all'IVG: favorire l'inserimento di professionisti specializzati in ginecologia, psicologia e assistenza sociale, capaci di offrire un supporto completo alle donne che desiderano interrompere una gravidanza in quanto non desiderata
Conclusione: la salute e il benessere delle donne devono essere al centro delle politiche sanitarie: è fondamentale garantire che i consultori familiari svolgano il loro ruolo senza conflitti d'interesse o pressioni ideologiche.
Chiediamo pertanto l'adozione urgente di misure per rimuovere i medici obiettori di coscienza dai consultori familiari.
[Questa petizione può essere distribuita sia online che in formato cartaceo, raccogliendo firme da cittadini interessati a sostenere questa causa.]
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happilymassivetyrant · 11 days ago
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Petizione per la Rimozione dei Medici Obiettori di Coscienza dai Consultori Familiari
Destinatari: Ministero della Salute, Regioni, Enti Locali
Oggetto: Richiesta di rimozione dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari
Negli ultimi anni, la presenza di medici obiettori di coscienza all'interno dei consultori familiari ha suscitato un acceso dibattito pubblico; la legge 194/1978 che regola l'interruzione volontaria di gravidanza, prevede che i consultori debbano fornire supporto alle donne che desiderano interrompere una gravidanza e garantire l'accesso a servizi di salute riproduttiva; tuttavia, la presenza di professionisti con un approccio non favorevole all'aborto rischia di compromettere il principio di assistenza neutrale e il diritto delle donne a ricevere informazioni complete e imparziali.
Richiesta: chiediamo che venga adottata una misura che preveda la rimozione in via definitiva dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari, con il fine di:
Proteggere il Diritto alla Salute: garantire che tutte le donne possano accedere a servizi sanitari privi di pressioni ideologiche e che rispettino la loro libertà di scelta
Promuovere un Ambiente Neutro: creare uno spazio dove le donne possano ricevere informazioni accurate e supporto senza influenze esterne legate a posizioni ideologiche sull'aborto
Rafforzare i Servizi di Supporto all'IVG: favorire l'inserimento di professionisti specializzati in ginecologia, psicologia e assistenza sociale, capaci di offrire un supporto completo alle donne che desiderano interrompere una gravidanza in quanto non desiderata
La salute e il benessere delle donne devono essere al centro delle politiche sanitarie; è fondamentale garantire che i consultori familiari svolgano il loro ruolo senza conflitti d'interesse o pressioni ideologiche: è necessario pertanto rimuovere i medici obiettori di coscienza dai consultori familiari IN VIA DEFINITIVA.
[Questa petizione può essere distribuita sia online che in formato cartaceo, raccogliendo firme da cittadini interessati a sostenere questa causa.]
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raffaeleitlodeo · 1 year ago
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L’ultima volta che ho incontrato Michela, prima che diventasse famosa, è stato nel 2001, eravamo al termine di un triennio in Azione Cattolica, che ci aveva visto lavorare insieme: lei come responsabile dei giovani della Sardegna, io come responsabile nazionale. "Che farai ora?", le chiesi. "Farò l'allevatrice di lumache", mi rispose. La salutai frastornato da un misto di nostalgia anticipata (pensavo infatti che difficilmente ci saremmo rivisti) e di rabbia (ma come è possibile - riflettevo - che una pesona di così grande talento non trovi altro spazio nel nostro paese che quello di allevare gasteropodi?).
Fortunatamente mi sbagliavo su entrambi i fronti: il talento di Michela è esploso rapidamente e io ho avuto la fortuna di continuare a frequentarla. Non credo che Michela abbia mai allevato lumache, di mestieri però ne ha fatti tanti: i più noti sono quelli di portiere di notte in un albergo e di venditrice attraverso un call center. C'è una costante però nelle diverse vite (la definizione è sua) che ha vissuto: quella di brillare e illuminare. Così quando lavorava in albergo ha incontrato Vinicio Capossela e insieme hanno registrato un brano a due voci, che spero un giorno avremo modo di ascoltare; il racconto dell'esperienza nel call center invece è diventato il suo primo grande successo letterario, quello che le ha aperto nuove e inaspettate vite: scrittrice, sceneggiatrice, saggista, attivista, candidata alla presidenza della regione Sardegna e tante altre ancora.
Quando le ricordavo quello che pensavo sarebbe stato il nostro ultimo dialogo, lei spiegava tutto con una metafora da campagna sarda: ho fatto la mossa del topo, quello che costretto in un angolo da una scopa, non avendo più vie di fuga, per evitare il colpo ferale, aggredisce. Ecco allora un'altra costante che ho trovato in Michela dagli anni giovanili ad oggi: la ribellione. Parola quest'ultima che però non va fraintesa. Michela sulla scena pubblica è stata troppo spesso interpretata come una barricadera, un'icona di posizioni ideologiche di un'area ben precisa. Un ritratto falso e semplicista questo, che non dice nulla di chi è stata Michela Murgia. Torno alla metafora del topo: Michela ha lottato per quelli che via via ha ritenuto fossero i più deboli, lo ha fatto con la forza delle sue parole, della sua prorompente personalità, a volte in maniera urticante, nella società come nella Chiesa, ma non è mai stata un'intellettuale da salotto. Le battaglie che ha sostenuto (al di là della valutazione di merito che ciascuno di noi può dare) le ha fatte sulla base di una ricerca, di uno studio, mai attraverso scorciatoie ideologiche. Michela si è esposta e ha pagato di persona. Michela ha detto parole dure non per odio verso qualcuno, né per compiacere circoletti intellettuali, Michela ha parlato in coscienza e consapevolezza, attirandosi per questo, oltre ad ammirazione, anche l'odio di molti. Circostanza per cui ha sofferto. Il sogno di traferirsi in Corea, coltivato negli ultimi anni, veniva proprio da questo: dalla sofferenza di essere insultata, magari mentre era in fila al supermercato, in ragione delle sue idee.
C'è poi un'altra dimensione meno conosciuta di lei che, per questo, vale la pena di raccontare: quella della fede. Michela ha studiato teologia, animata da quella che Ignazio chiamava la santa inquietudine. Michela ha polemizzato e fatto a botte con la religione, non con la fede che mai ha rinnegato. Michela è stata un'intellettuale credente che ha provato sempre, nella sua coscienza come nelle pagine scritte, a far dialogare la cultura e le istanze del nostro tempo con il Vangelo, con tutta la fatica e le incongruenze che questo comporta. Non spetta a nessuno giudicare il suo percorso, per quanto mi riguarda sento di ringraziarla anche per la testimonianza, profondamente evangelica, di come ha vissuto la malattia, per averci dimostrato, come ha scritto Chiara Valerio, che "i legami tra le persone sono più persistenti delle persone stesse" e per averci lasciato una delle più belle definizioni di Paradiso che mi sia toccato di ascoltare: "una comunione continua senza intervalli".
Gennaro Ferrara, Quella sete d'assoluto, "Avvenire", 12 agosto 2023
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ornitomoltorinco · 1 year ago
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"La sfera personale non è politica fintanto che mi conviene, poi, quando invece ritengo che determinate scelte fatte da altre donne possano impattare negativamente sulla mia esistenza, allora tutte si devono piegare al mio volere altrimenti sono delle bigotte di merda." Questo è il riassunto delle opinioni espresse da taluni soggetti che si identificano con l'ideologia femminista radicale.
Ora, io capisco che non si possa pretendere la perfezione e che in qualità di esseri umani commettiamo errori, ma proprio a supporto della liberazione femminile è fondamentale anche la responsabilizzazione e il supporto cieco delle azioni di una donna in quanto tale, indipendentemente dalle conseguenze delle stesse, porta all'effetto contrario (oltre ad essere un caposaldo del "femminismo" liberale, che ha veramente ben poco di femminista).
Dunque, se non siete pronte a fare delle rinunce, a prendere scelte consapevoli e finalizzati a dare priorità alle donne e al benessere femminile come classe, semplicemente evitate di dirvi "femministe", men che meno "radicali".
Condividere le posizioni ideologiche da un punto di vista esclusivamente teorico è pressoché inutile. Di teoria nel femminismo ce n'è già tanta. Persino troppa*. Ciò che manca è l'azione (sia a livello personale, che in forma organizzata).
...e soprattutto almeno abbiate la coerenza di non supportare posizioni che strizzano l'occhio al femminismo della scelta, dopo aver passato mesi a tentare di imporre quelli che per voi sono i parametri fondamentali affinché una possa considerarsi femminista (intersezionale). Che imbarazzo.
*Sarebbe un discorso per un post ben diverso da un banale rant, ma ci tengo a chiarire che sono del parere che un eccessivo accademicismo del femminismo radicale scoraggi le donne meno scolarizzate. Leggere libri a palate, magari pure in lingua straniera, post interminabili sui social e via discorrendo non è alla portata di tutti. Detto francamente non è neanche totalmente alla mia portata dati i miei problemi (sono DSA, leggere per me è un po' un supplizio). Sono tuttavia concorde nel ritenere che un'informativa completa di analisi estensive sia in ogni caso necessaria, sia per sottolineare la dignità del femminismo, che per motivi pratici di informazione e formazione - semplicemente mi limito a non disdegnare le infografiche colorate in stile Instagram, anche se vorrei che fossero meno tendenti al libfem.
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curiositasmundi · 1 year ago
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L’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (OHCHR) ha pubblicato un Rapporto in cui raccomanda innanzitutto agli Stati di “adottare alternative alla criminalizzazione, alla tolleranza zero e all’eliminazione delle droghe, prendendo in considerazione la depenalizzazione dell’uso e una regolamentazione responsabile, per eliminare i profitti del traffico illegale, della criminalità e della violenza”. Un Rapporto definito storico, in quanto denuncia il fallimento delle politiche proibizioniste attuate da oltre un secolo in quasi tutto il pianeta su spinta degli Stati Uniti. Politiche che non sono affatto riuscite a raggiungere l’obiettivo che si erano ufficialmente prefissate, quello di “liberare il mondo dalla droga”, ma hanno di fatto regalato un potere enorme a mafie e cartelli narcotrafficanti in molte parti del mondo.
[...]
L’approccio repressivo applicato alla cosiddetta “guerra alla droga” è fallimentare. A darne conto non sono posizioni ideologiche, ma dati concreti. Sono 296 milioni le persone che, nel 2021, hanno fatto uso di droghe, secondo il World Drug Report del 2023. In riferimento al medesimo anno, i soggetti che hanno sviluppato disturbi legati al consumo di stupefacenti sono 39,5 milioni, con un incremento del 45% negli ultimi 10 anni. Parallelamente, il progressivo smantellamento dei sistemi di welfare ha detto sì che, nonostante le persone con problemi di dipendenze abbiano diritto all’assistenza medica, tale necessità sia largamente disattesa. Sempre nel 2021, solamente una persona su 5 ha ricevuto i trattamenti necessari per far fronte alla propria dipendenza. Come conseguenza, oltre 600 mila persone ogni anno muoiono per cause legate al consumo di droga (tra queste: contagio da epatite virale o HIV, overdose e altri incidenti di varia natura).
Parallelamente, aumenta a dismisura il numero delle persone incarcerate per reati di droga: nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di consumatori, l’ultimo anello della catena del mercato della droga, pescati dalle forze dell’ordine con qualche grammo di troppo in tasca. Un dato che contribuisce direttamente al problema del sovraffollamento nelle carceri: solamente in Italia, il 34% dei detenuti entra in carcere per possesso di droga. Quasi il doppio della media del resto dei Paesi europei, che si attesta intorno al 18%. Di fatto, un terzo dei reclusi si trova dietro le sbarre per il solo art. 73 del Testo Unico in materia di stupefacenti e sostanze psicotrope. Senza detenuti per art. 73, in Italia non vi sarebbe sovraffollamento nelle carceri. Il Comitato per i Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite (CESCR) aveva d’altronde espresso preoccupazione per “l’approccio italiano che punisce il consumo di droghe”, a fronte dell'”insufficiente disponibilità di programmi di riduzione del danno”.
Un approccio repressivo di questo tipo, che l’Italia sposa in pieno (ma non è l’unica), spinge la “guerra alla droga” sul piano della “guerra alle persone”, come scritto dal Rapporto ONU. Il suo impatto, infatti, è “spesso maggiore su coloro che sono poveri”, oltre a sovrapporsi alla  “discriminazione nei controlli sulla droga, diretti ai gruppi vulnerabili e marginalizzati”. Una guerra contro i poveri, insomma, che fa strage di piccoli spacciatori (spesso provenienti da contesti disagiati e problematici) ma del tutto inutile a risolvere il problema alla radice. A tutto ciò, sottolinea il rapporto, va aggiunto l‘uso spropositato della forza che spesso e volentieri le forze dell’ordine mettono in campo per procedere con gli arresti, atteggiamento peraltro denunciato da numerosissime ONG ed associazioni per la tutela dei diritti umani.
Il rapporto suggerisce, dunque, di “adottare alternative alla criminalizzazione, alla “tolleranza zero” e all’eliminazione delle droghe, prendendo in considerazione la depenalizzazione dell’uso; assumere il controllo dei mercati illegali delle droghe attraverso una regolamentazione responsabile, per eliminare i profitti del traffico illegale, della criminalità e della violenza”. Un approccio evidentemente del tutto diverso da quello che il governo Meloni sta adottando in Italia, dove vengono piuttosto portate avanti proposte di legge di inasprimento delle pene anche per i casi di spaccio e detenzione di lieve entità di cannabis. «Le agenzie dell’ONU ci riportano l’evidenza di come il sistema di controllo delle sostanze stupefacenti, nato 60 anni fa e basato sul proibizionismo, sia costato miliardi di dollari e milioni di vite umane rovinate, senza riuscire in alcun modo a contenere il fenomeno» commenta Leonardo Fiorentini, segretario di Forum Droghe, che sottolinea come «questo rapporto sarà indigesto a Palazzo Chigi perché pone il dito sull’eccessiva carcerazione per droghe nel mondo».
A seguito della pubblicazione del rapporto, oltre 130 ONG hanno firmato una dichiarazione congiunta che chiede alla comunità internazionale di attuare “una riforma sistemica della politica sulle droghe”. “La trasformazione dell’approccio punitivo globale alle droghe richiede cambiamenti nelle norme e nelle istituzioni fondamentali del regime internazionale di controllo delle droghe, storicamente incentrato sulla proibizione e sulla criminalizzazione” scrivono le organizzazioni.
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toscanoirriverente · 2 years ago
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Giorno 397 Ne abbiamo già parlato, ma forse è il caso di tornare sull’argomento, e magari di approfondire un po’, anche se l’argomento è ostico. Continuo a riscontrare sui social una notevole mancanza di comprensione di quelli che sono gli equilibri militari durante un conflitto. Fra l’altro alcuni di quelli che mi criticano non da posizioni tecniche ma ideologiche e filo-putiniane, tendono ad usare la famosa espressione “la guerra non è una partita a Risiko”... Verissimo. Infatti l’errore di percezione di cui parlavo è proprio quello: una conta astratta del numero di “armate” (o carrarmatini) contrapposte, senza considerare differenze qualitative di addestramento, di equipaggiamento o di Comando. Nel caso della guerra in Ucraina, parlare di “carrarmatini” può in fondo diventare illuminante, visti gli ultimi sviluppi che vedono arrivare in Teatro carri Leopard 2 da una parte e T-55 dall’altra; ma in realtà il discorso da fare è molto più complesso. Spero che coloro che mi seguono ricordino la formula con cui si indica il Potenziale Militare di una Nazione: P = (M+R) * V dove appunto il Potenziale P è pari alla sommatoria delle risorse umane disponibili M e delle risorse materiali R, moltiplicata per la volontà di combattere V. Ricordo a tutti che si tratta di una formula indicativa, in quanto tratta valori non quantificabili in maniera aritmetica, e che si possono trattare solo a livello qualitativo: questo in quanto l’Arte Militare NON è una scienza esatta dove i calcoli quantitativi consentono risultati univoci per situazioni ripetibili e verificabili in laboratorio; si tratta piuttosto di un’attività umana, probabilmente la più complessa di tutte, dove ogni situazione risulta unica e irripetibile, e definitivamente non verificabile in laboratorio. Le Nazioni in conflitto si affrontano impiegando il proprio potenziale militare P secondo i principi dell’Arte Militare, così come sono percepiti ed interpretati dalla propria parte. In linea di massima, chi possiede il potenziale maggiore all’inizio assume l’iniziativa e quindi intraprende in prevalenza operazioni offensive, mentre l’avversario si concentrerà soprattutto su operazioni difensive e occasionali contrattacchi ove la situazione lo consenta. Nel corso di queste operazioni, entrambi i contendenti consumeranno parte del loro potenziale in misura corrispondente alla natura delle loro operazioni e alla capacità con cui le eseguono (generalmente l’attaccante consuma da tre a quattro volte più del difensore se questo non collassa). Nel contempo però i rispettivi sistemi-Nazione provvederanno a produrre nuovo potenziale per compensare i consumi in combattimento, così la curva che rappresenta nel tempo l’andamento del potenziale di una delle parti in conflitto potrà risultare crescente o decrescente a seconda della capacità di compensare l’attrito in combattimento. Il confronto fra le curve delle parti contrapposte determina di massima l’iniziativa del momento: in sostanza di solito la parte con la curva più alta in un determinato momento deterrà l’iniziativa in quel momento stesso. Nel contempo però dal punto di vista dell’analista che deve cercare di prevedere l’andamento futuro del conflitto più che determinare l’iniziativa del momento – cioè descrivere la situazione del momento – è importante valutare l’andamento delle due curve e soprattutto l’andamento di quella che definisce il loro rapporto reciproco. In concreto occorre valutare se le due curve sono crescenti o decrescenti, con quale velocità tendono a crescere o a decrescere entrambe, e soprattutto quale è l’andamento relativo dei due potenziali. L’andamento relativo, cioè la curva che definisce l’andamento del rapporto reciproco, è quella che descrive la “tendenza” del conflitto, e si definisce “Momentum”. So di averne già parlato, ma leggendo la maggior parte dei commenti mi rendo conto come molti tendano a confondere l’Iniziativa con il Momentum. Per fare un paragone con l’automobilismo, è come confondere la velocità di un’automobile da corsa con la sua accelerazione: un’auto può essere più veloce in un determinato momento, ed essere davanti; ma se l’altra alle sue spalle ha un’accelerazione maggiore ed è in grado di mantenere tale accelerazione, prima o poi effettuerà il sorpasso. Non smetterò mai di ripetere che P = (M+R) * V è una formula assolutamente empirica e indicativa, utile per ragionare e non per effettuare calcoli, visto che le quantità in esame non sono congrue e nemmeno misurabili. Ma si tratta di uno strumento utile per l’analista che vuole valutare l’andamento di un conflitto. Nel caso del conflitto ucraino, abbiamo detto da più di un anno che la vera differenza fra il potenziale russo – chiaramente superiore in quanto a risorse sia umane che materiali – e quello ucraino è data dalla V, e questo a causa dell’inaspettata motivazione al combattimento dimostrata dai combattenti ucraini e dalla popolazione che li esprime e li sostiene. Ora, esistono motivi per ritenere che con il protrarsi del conflitto, questa V ucraina possa essere in calo; si tratta di una cosa normale durante una guerra, quando l’entusiasmo iniziale si riduce e subentra la fatica. Nel contempo però la V russa non è certo aumentata, anzi: il passaggio da un esercito professionale ad uno mobilitato ha comportato un richiamo alle armi coercitivo che oltre a comportare una fuga in massa dei potenziali coscritti dalle qualità migliori, ha anche strappato alle loro vite persone che per quanto devote al proprio Paese non ne vedono messa a repentaglio l’esistenza. Abbiamo visto tutti filmati abbastanza significativi in merito al morale dei soldati mobilitati, e si tratta di filmati di origine russa. In definitiva dunque, il calo limitato della V ha coinvolto entrambe le parti in misura simile e quindi non ha condotto ad una variazione significativa della funzione che identifica il potenziale militare dei contendenti. Passando alla variazione delle risorse (M+R), c’è una tendenza molto marcata a cercare di leggerla quasi esclusivamente in chiave numerica e quantitativa: in sostanza chi ha più gente e più risorse disponibili avrebbe automaticamente un valore maggiore di risorse da associare al fattore V per ottenere il potenziale complessivo. Ora, l’aspetto quantitativo è predominante laddove la qualità complessiva delle risorse delle due parti contrapposte sia simile; laddove invece il personale militare di una delle due parti oltre ad essere più motivato riceva anche un addestramento migliore e disponga di equipaggiamento più moderno, occorre riconsiderare drasticamente le cose. All’inizio del conflitto, oltre ad un significativo vantaggio numerico in uomini e mezzi, i russi disponevano di personale professionista assai meglio addestrato rispetto agli ucraini, e di materiale militare sostanzialmente superiore in termini qualitativi. Rispetto ad allora, i russi grazie alla mobilitazione hanno mantenuto il vantaggio numerico iniziale (e forse l’hanno anche accresciuto), ma il rapporto qualitativo è calato drasticamente. Il personale professionista è ormai ridotto a fare da inquadramento per i mobilitati, che hanno mediamente un addestramento scadente e un equipaggiamento individuale insufficiente a detta delle stesse fonti russe che non fanno mistero del vantaggio qualitativo dei loro avversari. Parlando di equipaggiamento pesante le differenze appaiono ancora più macroscopiche. All’inizio del conflitto la maggior parte dei carri russi erano del tipo T-72B, con un numero limitato di T-80 e T-90, mentre i carri ucraini erano sostanzialmente tutti T-64. Considerato che il numero indica approssimativamente l’anno di progettazione, si vede che i russi avevano un distinto vantaggio tecnologico, anche se non grandissimo. Rispetto ad allora, le perite ucraine di carri sono state compensate dai mezzi russi catturati, in massima parte sempre T-72B, mentre i russi hanno dovuto accelerare la produzione di T-90 (comunque limitata dalle sanzioni occidentali a poche decine di veicoli al mese) e tirare fuori dai depositi un gran numero di T-62 e perfino di T-55 per rimpiazzare le perdite proprie. Se a questo aggiungiamo gli invii di materiale occidentale in corso, vediamo che se numericamente alla fine i carri ucraini aumentano di poco e quelli russi diminuiscono in misura poco maggiore, qualitativamente i russi scadono pesantemente mentre gli ucraini migliorano sensibilmente. A peggiorare le cose, siccome il travaso di materiale russo è molto maggiore (molti più carri perduti e molti più acquisiti), questo indica anche da parte russa molti più equipaggi nuovi, con addestramento peggiore e esperienza molto inferiore. Tutto questo ci porta a dire che anche la sommatoria delle risorse disponibili, pur rimanendo da parte russa complessivamente superiore a quella ucraina, vede un decadimento di qualità tale da compromettere la superiorità numerica. In conclusione possiamo quindi dire che dall’inizio del conflitto, quando il potenziale russo era nettamente superiore a quello ucraino in termini di risorse ma si era rivelato inferiore in termini di volontà, il deficit ucraino in risorse si è andato progressivamente riducendo mentre il vantaggio in volontà è rimasto invariato. Insomma: la tendenza individuata ormai un anno fa secondo cui il potenziale russo era in costante calo e quello ucraino era in costante aumento, è rimasta invariata a dispetto della mobilitazione russa che in ottobre aveva temporaneamente ripristinato il vantaggio russo grazie all’afflusso di vaste masse di personale male addestrato. Tale vantaggio aveva restituito ai russi l’iniziativa, ma non aveva invertito l’andamento della curva del Momentum: infatti il potenziale russo continua a calare con una certa rapidità mentre quello ucraino si mantiene sostanzialmente stabile grazie all’afflusso di risorse di qualità dall’Occidente. Allo scopo di cercare di mantenere l’iniziativa, la Russia potrà continuare ad investire risorse, ma queste avranno inevitabilmente una qualità sempre inferiore e quindi si consumeranno sempre più rapidamente, senza riuscire a correggere la curva del Momentum. Solo l’arresto del sostegno occidentale potrebbe cambiare questo stato di fatto.
ORIO GIORGIO STIRPE #guerrainucraina #Ucraina
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staipa · 9 months ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/le-soluzioni-semplici-sono-quelle-sbagliate/?feed_id=1393&_unique_id=660558def2dc0 %TITLE% Le soluzioni semplici sono quelle sbagliate. Anche questo slogan, per esempio, è sbagliato. Perché si tratta di una semplificazione spinta. Esistono moltissimi problemi nel mondo, problemi che spesso possono essere visti da molteplici lati e posizioni, ideologiche e no. Il riscaldamento globale, l'inquinamento, i diritti delle donne, la biodiversità, le guerre nel mondo, la povertà, l'immigrazione, le pensioni, la riduzione delle nascite, l'invecchiamento del paese, la gente che dice cattiverie sui social, fare la radice quadrata, il calo della qualità media del giornalismo, la sicurezza informatica, trovare un modo di guadagnare di più, l'impossibilità di costruire una macchina che si autoalimenta... chiunque stia leggendo potrebbe aggiungere decine di tematiche che ho mancato di inserire e che per lui sono più importanti di queste, o meno importanti. Cambia poco. Quasi nessuna sarà esprimibile in un solo modo e in maniera semplice e lineare. Ne prendo quattro a caso cercando di dirne il poco che so in poche righe, solo come esperimento mentale. Non abbiatene a male se ignorerò moltissimi aspetti delle tematiche stesse. Ho scelto le tematiche a caso. Giurin giurello. Invecchiamento del paese Fabbisogno di figli: In molte società sviluppate, la tendenza è verso la riduzione del numero di figli per coppia, anche dovuto alla scarsa mortalità infantile che spinge a non fare figli in sovranumero. Aumento dell'età media: I miglioramenti nella sanità e nelle condizioni di vita hanno portato a un aumento dell'aspettativa di vita. Cambiamenti nel lavoro e nella carriera: L'aumento delle opportunità di istruzione e la crescente partecipazione delle donne al mercato del lavoro hanno portato a scelte diverse riguardo al momento in avere figli e all'interesse di averne. Migrazione: In Italia, come in molti altri paesi europei, c'è stata una significativa migrazione di persone più giovani verso altri paesi per motivi di lavoro. Cambiamenti culturali: Le idee culturali riguardo al ruolo della famiglia, dei figli e dell'invecchiamento possono influenzare le decisioni riguardanti la maternità/paternità. Condizioni economiche e lavorative: un paese con un alto livello di precariato e con accesso al mondo del lavoro estremamente difficile e ritardato può influenzare la decisione delle persone di avere figli. Politiche governative: Le politiche governative riguardanti la famiglia, la presenza di asili sul territorio, la sanità, l'assistenza agli anziani e l'immigrazione possono influenzare la struttura demografica della popolazione. Riscaldamento Globale Emissioni di gas serra: Le attività umane, come la combustione di combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale) per la produzione di energia elettrica, il trasporto, l'industria e il riscaldamento, rilasciano grandi quantità di gas serra (come anidride carbonica, metano, biossido di azoto e altri). Questi gas intrappolano il calore e provocano l'effetto serra, riscaldando il pianeta. Deforestazione: L'abbattimento degli alberi, soprattutto nelle regioni tropicali, rimuove un importante assorbitore di anidride carbonica dall'atmosfera, mentre la combustione dei boschi rilascia grandi quantità di carbonio nell'aria. La perdita di foreste riduce la capacità della Terra di assorbire il carbonio atmosferico attraverso la fotosintesi. Agricoltura intensiva: L'uso di fertilizzanti azotati produce ossido nitroso, un potente gas serra. La gestione del bestiame produce grandi quantità di metano, soprattutto attraverso la digestione degli animali e lo smaltimento dei rifiuti. La conversione di terreni naturali in campi coltivati riduce la capacità del suolo di assorbire il carbonio. Industrializzazione e processi produttivi: Le attività industriali, come la produzione di cemento e l'acciaio, rilasciano grandi quantità di anidride carbonica nell'atmosfera.
Trasporti: I trasporti, sia su strada che marittimi, sono responsabili di una significativa quantità di emissioni di gas serra. I veicoli a motore che bruciano carburanti fossili rilasciano anidride carbonica e altri gas serra nell'atmosfera. Il trasporto marittimo fonte di ossido nitroso e zolfo che contribuiscono all'effetto serra e all'inquinamento atmosferico. Sfruttamento e uso dei combustibili fossili: L'estrazione, il trasporto e l'uso di combustibili fossili sono associati a perdite di gas metano e idrocarburi, oltre alle emissioni di anidride carbonica. Le attività di estrazione possono portare anche a perdite accidentali di metano, un gas serra molto più climalterante dell'anidride carbonica. Rifiuti e smaltimento: I rifiuti organici in discarica producono metano mentre si decompongono anaerobicamente. Il trattamento dei rifiuti tramite incenerimento, se non correttamente gestito, può rilasciare anidride carbonica nell'atmosfera. Urbano e sviluppo delle aree industriali: L'espansione delle aree urbane e industriali comporta la perdita di terreni naturali e la distruzione degli habitat, riducendo la capacità del suolo di assorbire il carbonio. L'urbanizzazione porta ad un aumento del consumo energetico per il riscaldamento, il raffreddamento e l'illuminazione degli edifici. Crescita demografica e sviluppo economico: L'aumento della popolazione mondiale e lo sviluppo economico hanno portato ad un aumento della domanda di energia, trasporti, alimenti e beni di consumo, contribuendo così alle emissioni di gas serra e al riscaldamento globale. Fare la radice quadrata Beh. Lo sapete, la radice quadrata non è semplice senza una calcolatrice, esistono metodi matematici iterativi ma sono tutti complessi. O forse no? L'impossibilità di costruire una macchina che si autoalimenta Il secondo principio della termodinamica: È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di trasferire calore da un corpo più freddo a uno più caldo senza l'apporto di lavoro esterno (formulazione di Clausius). E le soluzioni? Se prendiamo in esame questi quattro problemi, ma lo stesso vale per qualunque altro problema complesso, spesso le soluzioni che vengono proposte sono troppo semplici. Sul tema dell'invecchiamento del paese si parla di dare incentivi economici alle famiglie con più di n figli, o si parla di dare incentivi ai giovani che sono emigrati per tornare nel paese, ma basta questo per risolvere? Questo genere di incentivi economici non prendono in considerazione il cambiamento culturale, il diritto di autodeterminarsi delle donne e delle coppie in genere, la parità di diritti e salari della donna e l'uomo, le difficoltà ad avere un lavoro stabile, i salari bassi, i costi degli affitti e della vita... Per quanto riguarda il Riscaldamento Globale la situazione è ancora peggiore. Si parla spesso di come soluzioni che incrementino la presenza di produzione di energie solari o eoliche sarebbero in grado di risolvere il problema come se un sistema di produzione elettrica instabile e discontinuo possa avere effetto sulla produzione di gas climalteranti (che non sono solo la CO2) prodotti in una molteplicità di situazioni. Si parla spesso di come piantare qualche migliaio di alberi sarebbe una grande soluzione agli stessi problemi, quando gli alberi assorbono solo una minuscola quantità di CO2 e non gli altri gas climalteranti. Sia chiaro, non sono contro gli incentivi alle famiglie, come non sono contro il piantare alberi o l'incentivare l'energia solare, ma serve essere in grado di comprendere gli ordini di grandezza dei fenomeni, ed entrambi non si risolvono con minuscoli interventi marginali, servono giganteschi cambi di rotta e soprattutto di cultura. Io stesso sono proprietario di un impianto solare ma sono consapevole che il beneficio sia essenzialmente quello di farmi risparmiare e di farmi sentire la coscienza irrazionalmente più a posto in termini di impatto. Devo essere consapevole, però, che non sto aiutando il mondo in alcun modo finché mi limito a questo.
Neppure se sul tetto di ogni casa ci fosse un pannello solare l'impatto sarebbe gran che (in compenso ci sarebbero impatti negativi da gestire sulla rete elettrica su cui non vado a dilungarmi). Ho anche due belle piante nel mio piccolo giardino e sono consapevole che se hanno un impatto positivo è al massimo per la biodiversità degli insetti locali e per mantenere più fresco qualche metro quadrato attorno a esse. La quantità di carbonio che possono assorbire è ragionevolmente molto minore di 50kg all'anno, probabilmente 20 (https://short.staipa.it/isk63), a fronte per esempio del fatto che per produrre un kg di caffè si emettono circa 16kg di CO2 (https://short.staipa.it/bhxr6); Se usassi un kg di caffè al mese mi servirebbero quattro grossi alberi per assorbire tutta la CO2 prodotta solo da quello. Quattro alberi ben più grandi di quelli che posso mettere in giardino. Sempre che io non poti le piante, perché il legno che taglio sarà destinato a tornare carbonio bruciandolo o compostandolo. I motivi per cui piantare piante ci sono eccome, ma sono altri, e ben più complessi dell'assorbimento di CO2. E la radice quadrata? Semplicissima! [math] \sqrt25 = 2 + 5 = 7\\ 7-2 = 5 \hspace1cm \checkmark \\\\ \sqrt64 = 6 + 4 = 10\\ 10-2 = 8 \hspace1cm \checkmark \\\\ \sqrt196 = 1 + 9 + 6 = 16\\ 16-2 = 14 \hspace1cm \checkmark[/math]. Incredibile, a scuola non vi hanno mai insegnato che bastava sommare le cifre del numero e poi togliere 2. Pazzesco no? No, perché è sbagliato, sarebbe troppo semplice. [math] \sqrt49 = 7[/math] ma [math]\sqrt49 = 4 + 9 = 13\\ 13-2 = 11 \hspace1cm X[/math]. Oppure [math] \sqrt144 = 12[/math] ma [math]\sqrt144 = 1 + 4 + 4 = 9\\ 9-2 = 7 \hspace1cm X[/math]. Riguardo all'impossibilità di costruire una macchina che si autoalimenta, va beh, dai l'ho messa solo per poter mettere un'immagine di un'auto elettrica che si alimenta da sola con una dinamo. fonte Eppure, tanta gente crede anche a queste cose. In questi giorni pubblicizzano in televisione un integratore alimentare in cui il tema principale dello spot è il fatto che quattro persone diverse con quattro problematiche diverse prendono lo stesso integratore per risolvere i loro problemi. Soluzione troppo facile, no? Non è più probabile che in definitiva non serva a risolvere nessuna delle quattro? I problemi più sono importanti più hanno soluzioni complesse e vanno affrontati da punti di vista complessi e multidisciplinari. Chi vi racconta la soluzione semplice o vuole vendere qualcosa, o vuole guadagnare una qualche forma di consenso o, ed è il caso più triste a mio avviso, si è fatto a sua volta convincere da qualcun'altro che quella soluzione funzioni. Vale per molte situazioni, da chi vuole vendervi un integratore che curi qualunque cosa, o dell'omeopatia priva di effetti collaterali, o la dieta rivoluzionaria senza fare fatica, o il metodo per guadagnare tanti soldi stando a casa a far poco o nulla, o il trading online dai guadagni sicuri. La prima domanda da farsi è sempre "se è così semplice, perché non lo fanno tutti?" o "se la soluzione è questa perché non è già stata attuata"? Ovviamente la risposta a queste domande non è mai "colpa dei poteri forti" perché se quella soluzione è disponibile pubblicamente, se funzionasse sarebbero molte di più le persone che ne fanno uso. Soprattutto le soluzioni che sembrano alla portata di un qualunque cittadino medio. Se esistesse una minuscola modifica da fare all'auto per viaggiare gratis ci sarebbero molti meccanici che fanno la modifica, anche solo agli amici, se esistesse un modo per dimagrire senza fare fatica tutti quelli che vogliono essere magri lo sarebbero, se esistesse un modo per prevenire qualunque malattia, al sistema sanitario nazionale converrebbe dare quello invece che spendere miliardi che non ci sono per curare a posteriori. Più triste, e a mio avviso più pericoloso, è quando la "soluzione semplice" viene fornita in buona fede. Magari rientrando nella narrazione sensazionalistica che uccide una notizia vera (https://short.
staipa.it/ak6g6). In quel caso il rischio è che le persone aderiscano a una soluzione convinti di fare qualcosa di davvero utile e magari lavandosene le mani poi di soluzioni realmente efficaci. Quali sono allora le risposte dei problemi complessi? Il più delle volte non esiste una risposta ma molteplici risposte che vanno attuate pezzo per pezzo, punto per punto. Analizzate, valutate, costruite. Esistono persone che studiano una vita per queste soluzioni e difficilmente le soluzioni arriveranno dal guru di turno che ci vende la risposta facile, la risposta comprensibile e potabile per tutti, o la risposta che non ci costringa a rinunciare a niente. Ma c'è sempre qualcosa che ognuno di noi può fare e quel qualcosa ha una radice comune. Se io con i miei due alberi e il mio pannello solare sulla testa mi sentissi appagato dell'infinitesimo risultato che ottengo, diventerei inutile ai fini del miglioramento della situazione. Se invece resto consapevole che la mia è solo una molecola d'acqua in un deserto gigantesco posso continuare a cercare altre soluzioni, a informarmi, a fare pressione sulle istituzioni. Non è vero che tanto non cambierà mai niente, i governi, come i media, fanno quello che gli fa ricevere più consensi. Se tutti improvvisamente diventassimo appassionati di Curling improvvisamente le tv inizierebbero a parlare solo di quello, e i politici farebbero a gara per far costruire campi da Curling. Diventiamo appassionati di salvare il mondo in cui viviamo, ma prima informiamoci, e poi diamo il nostro piccolo contributo all'opinione pubblica invece di sprecare grandi energie in minuscole soluzioni poco efficaci. Solo assieme si può cambiare il mondo, si può spostare l'attenzione di chi può prendere decisioni, non guardando il proprio piccolo giardino. Ma bisogna informarsi, abbandonare i pregiudizi e fare un po' di fatica.
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archivio-disattivato · 11 months ago
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Una serie di siti utili in lingua italiana
https://it.globalvoices.org/
Global Voices è una comunità internazionale e poliglotta di blogger, giornalisti, traduttori, accademici e attivisti dei diritti umani. Insieme, usiamo il potere di internet per costruire ponti di conoscenza attraverso i confini.
https://www.meltingpot.org
Melting Pot Europa è un progetto editoriale e di comunicazione sociale che racconta e analizza i processi di trasformazione del fenomeno migratorio in Italia e in Europa, senza perdere di vista lo stretto rapporto tra la dimensione macro, globale, delle migrazioni e il loro radicarsi all’interno di precisi e determinati contesti locali. Il nuovo sito web mantiene una struttura in due sezioni principali, “Cittadinanze” e “Sans-Papiers”, per coniugare così informazioni, approfondimenti e reportage giornalistici a strumenti di formazione e aggiornamento per avvocati, operatori del settore e per i cittadini con background migratorio. 
https://alarmephonesahara.info
Alarme Phone Sahara (APS) est un projet de coopération entre des associations, des groupes et des personnes dans l'espace sahélo-saharien et en Europe. Les membres du réseau Alarme Phone Sahara sont basés au Niger, au Mali, au Burkina Faso, au Togo, au Maroc, en Allemagne et en Autriche. Le bureau de Alarme Phone Sahara se trouve à Agadez au Niger, qui est un carrefour de la migration dans la zone sahélo-saharienne. Il y a aussi un réseau de lanceurs d'alerte dans la région qui travaille en collaboration avec le bureau d'Agadez.
https://tywhbn.it/?lang=it
The years we have been nowhere esplora la realtà dei deportati in Sierra Leone approfondendo molti casi individuali di persone deportate da paesi occidentali.  L’obiettivo è quello di determinare reiterate forme di marginalizzazione tipiche non solo dell’esperienza vissuta all’estero ma anche attuate al rientro in patria.
https://bdsitalia.org/
BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro l'occupazione e l'apartheid israeliane, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale. Il movimento BDS sostiene la parità di diritti per tutte e tutti e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa.
https://voicesineuropeforpeace.org/
Un sito per aiutare le persone in Europa a contattare i funzionari eletti per chiedere il cessate il fuoco e il ripristino dell'assistenza umanitaria a Gaza. Contiene istruzioni e modelli di e-mail da mandare ai parlamenti locali e al parlamento Europeo.
https://www.amiciziaitalo-palestinese.org/
L’ASSOCIAZIONE DI AMICIZIA ITALO-PALESTINESE ONLUS si è costituita formalmente il 28 luglio 2004 a Firenze, allo scopo di dare una veste ufficiale a tutte quelle iniziative a favore della Palestina e del suo popolo che richiedono un rapporto più diretto e affidabile con le istituzioni, sia locali che nazionali. Essa è conseguante al naturale sviluppo associativo della Comunità Palestinese integrata nel tessuto sociale della Toscana, regione in cui vive ed opera, tant’è che i suoi membri, oltre ad essere di diritto soci, per norma statutaria partecipano in modo preminente alla direzione dei suoi organismi. L’Associazione rifiuta una qualsiasi connotazione di carattere politico o religioso ed è quindi aperta a tutti purché ogni componente si impegni efficacemente in appoggio al difficile processo di autodeterminazione del popolo della Palestina, al di là delle personali posizioni ideologiche.
https://labibliotecadireteeco.wordpress.com/
Rete ECO – Ebrei contro l’occupazione (ONLUS) – è un’associazione nata nel 2001 e diffusa a livello nazionale. Siamo una rete di ebrei italiani che si mobilitano contro le ingiustizie perpetrate dallo Stato di Israele nei confronti della popolazione palestinese. I governi israeliani, infatti, portano avanti dal 1948 una politica di espropriazione, colonizzazione, segregazione, emarginazione e repressione, punteggiata da attacchi militari, volta a rendere impossibile la vita dei palestinesi sulle loro terre. Il risultato è una strisciante pulizia etnica, a rincarare la dose dopo le espulsioni di massa avvenute nel 1947-1948 (Nakba) e nel 1967 (Naksa). 
https://www.accademianazionaleromani.it/
L’ACCADEMIA NAZIONALE ROMANÌ è una piattaforma informativa su base scientifica con i più importanti romanologi ed esperti del settore in Italia. Una grande novità per non lasciare nessun dubbio ai troppi stereotipi che aleggiano sul mondo dei rom e sinti. Video, lezioni e informazioni facilmente accessibili per combattere l’antiziganismo e la disinformazione troppo spesso ostacoli ad un proficuo dialogo e alla corretta inclusione. Il progetto è diretto da Santino Spinelli con il sostegno dell’Unione delle Comunità Romanès in Italia (UCRI), il più importante movimento nazionale interculturale a favore delle comunità romanès con il coinvolgimento dei maggiori intellettuali e attivisti rom e sinti presenti in Italia.
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abr · 1 year ago
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il sogno di tutti i kompagni reazionari: l’ex eurodeputato britannico che si è visto bloccare i suoi conti corrente per “ragioni etiche”.
Un soggetto economico come una banca, che in linea di massima si pensa sia orientato a servire tutti (al di là delle fedi religiose, delle idee politiche, delle preferenze sessuali e via dicendo), ha dichiarato di non voler avere nulla a che fare con Farage non a seguito di comportamenti economici scorretti (come può avvenire quando qualcuno viola impegni assunti), ma per ragioni ideologiche: le idee pubblicamente rese note dal politico inglese sarebbero in contrasto con le posizioni dell’impresa, intesa come realtà “inclusiva”.
Tutto questo deve spaventarci, senza dubbio, perché il nuovo potere del nostro tempo muove dall’assolutezza della vecchia sovranità. Questo potere, che si regge sugli assiomi del politically correct, per piegare qualsiasi resistenza e dissidenza non dispone dunque soltanto delle prigioni e dei tribunali, ma anche di strumenti inediti.
Anche il governo canadese di Justin Trudeau bloccò i conti correnti dei camionisti che manifestavano contro le misure pandemiche e dei loro sostenitori, questa scelta evidenzia una sempre maggiore deriva illiberale di stile cinese in corso in Occidente.
Se non si opera una liberalizzazione radicale dell’universo bancario e monetario dalla morsa dello Stato, questa feroce alleanza tra potere e interessi si rafforzerà sempre più. Purtroppo, le classi dirigenti progressiste dell’Europa e del Nord America sono da tempo un grave fattore di decivilizzazione: in parte per ragioni culturali, in parte per motivi strutturali e d’interesse.
I sinistri vi odiano e vogliono farvela pagare, prima o poi, anche quando sarete fuori dai giochi. Non gli passa mai. Sono esattamente come loro dipingono i nazisti: è la proiezione di se stessi. 
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Smantellata in tutta Europa rete neonazista e suprematista: coinvolti nell’inchiesta anche due minori italiani
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Smantellata in tutta Europa rete neonazista e suprematista: coinvolti nell’inchiesta anche due minori italiani. I poliziotti del Centro operativo sicurezza cibernetica della Polizia Postale e della Digos di Torino, diretti dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione e dal Servizio Polizia Postale, hanno partecipato ad un’operazione internazionale coordinata dalle agenzie Eurojust ed Europol per il contrasto al fenomeno del radicalismo sul web di matrice suprematista e neonazista. Le indagini hanno evidenziato un network operativo in tutta Europa e rappresentato in Italia da due minorenni di Torino e Salerno. Sono 6 i Paesi interessati, diversi i membri della rete perquisiti e 5 gli arrestati, distribuiti su tutto il territorio del Vecchio continente. Il gruppo pubblicava, su chat private, manuali per l’attacco ed il sabotaggio delle infrastrutture critiche, oltre a istruzioni per la fabbricazione di armi ed esplosivi ed era pronto a commettere in ogni momento atti violenti contro ebrei, musulmani e chiunque fosse considerato di “razza inferiore”. Inoltre, è stato scoperto un vero e proprio culto da parte dei partecipanti verso suprematisti che negli anni si sono resi responsabili di gravi attentati terroristici, come la strage di Utoya nel 2011 o quella di Christchurch nel 2019. I due minorenni italiani, denunciati dai poliziotti, erano particolarmente attivi nella pubblicazione di frasi d’odio xenofobe e antisemite ed erano fuoriusciti dal gruppo europeo per aderire ad un altro gruppo Telegram con posizioni più teorico-ideologiche e meno militanti sul piano operativo. Ai due sono stati sequestrati computer e telefoni cellulari, oltre ad alcune armi softair, un pugnale con simboli nazisti e riproduzioni di distintivi delle forze di Polizia. https://videopress.com/v/2bjHMAxK... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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scienza-magia · 1 year ago
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Democraticamente è più facile credere nel populismo
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La scienza non è democratica: un’ipotesi condivisa non la rende reale. Vale anche per il clima. La scienza opera con due semplici passi: identifica l’ignoranza e cerca di ridurla. Prendiamo la domanda cosmica: da dove veniamo? Un tempo le risposte erano del tipo: una divinità modella il fango, gli dà la vita col suo soffio, ed eccoci qua. Charles Darwin, comparando la nostra anatomia con quella delle altre scimmie antropoidi, propose che la nostra specie abbia avuto origine da antenati scimmieschi. Non deriviamo dalle scimmie attuali, ma abbiamo un antenato comune molto vicino a loro: sono nostri fratelli, non i nostri genitori. La genetica conferma la risposta: la stragrande maggioranza dei geni umani è in comune con quelli degli scimpanzé. Molti geni sono in comune con altre scimmie, e le affinità genetiche si riducono man mano che si passa a uccelli e rettili, per non parlare di lumache e meduse. Alcuni geni sono condivisi con tutti gli animali: deriviamo tutti da un antenato comune e possiamo andare indietro nella storia della vita e vedere che tutti i viventi condividono discendenza comune. La vita ha avuto un’origine singola.
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La scienza ha ridotto l’ignoranza sull’origine delle specie e dell’uomo, aumentando la nostra conoscenza. La scienza si basa su prove fattuali, la teoria dell’evoluzione non è una mera ipotesi, è una costruzione teorica basata su prove comparative e sperimentali.Dato che i meccanismi dell’evoluzione sono molti, la teoria è stata arricchita con nuove scoperte. Se si dimostrasse scientificamente che la nostra specie deriva dal soffio divino nel fango inerte… tutti gli scienziati cambierebbero idea. Però va dimostrato, non basta dire che è scritto in un antico libro lasciato in una grotta… tanto tempo fa. Il mondo scientifico rimase folgorato dalla teoria di Darwin, e la nostra visione del mondo e di noi stessi cambiò radicalmente. Già Copernico e Newton e Galileo ci costrinsero a cambiare idea sulla posizione del mondo nell’universo, ma Darwin cambiò la prospettiva che riguarda noi. Non tutti, però, accettano le verità scientifiche e preferiscono le verità rivelate. Voi scienziati avete la vostra verità, noi abbiamo la nostra. C’è una differenza, però: la verità scientifica è basata sul metodo scientifico, è accettata in modo provvisorio ed è abbandonata di fronte a prove più convincenti. Le verità alternative non hanno basi scientifiche. Le due “verità” non si possono confrontare. Potremmo dire che la verità del soffio divino nel fango è una sorta di ideologia, ed è frutto di idee scaturite dal cervello di qualcuno e abbracciate dai cervelli di altri. La verità sulla discendenza da antenati comuni si basa su prove comparative e sperimentali. C’è una bella differenza. La scienza non è un’ideologia, si basa su un approccio pragmatico alla diminuzione dell’ignoranza. Se la maggioranza credesse ad una nostra origine da fango vivificato da soffi divini, questo non renderebbe vera questa ideologia anche se, in base ai principi della democrazia, la mozione fango vincerebbe sulla mozione evoluzione. Il che induce a meditazione su come esercitare la democrazia. Anche la scienza, comunque, può diventare ideologia. L’ambientalismo ideologico esiste eccome, come l’economia ideologica, la politica ideologica e molto altro. Gli scienziati che studiano l’ambiente non sono ideologici, ma i loro risultati possono portare a posizioni ideologiche nell’effettuare, ad esempio, le analisi costi-benefici. Non accettare di portare a termine un’impresa per evitarne i costi ambientali senza considerare i possibili benefici che potrebbero derivarne, per esempio, è una posizione ideologica, come è ideologico accettare i benefici di qualunque impresa senza considerarne i costi ambientali. La scienza ci dovrebbe aiutare a pesare i costi e i benefici e la politica ci dovrebbe indirizzare verso soluzioni virtuose, ascoltando le varie campane. Questo, però, richiede politici che sappiano come funziona la scienza che, a volte, può dare risposte contrastanti. La scienza non è democratica: se la maggioranza pensa che deriviamo dal fango, questa ipotesi vince ad una votazione, ma questo non la rende valida. All’interno della comunità scientifica, però, la democrazia esiste. La comunità scientifica ritiene l’evoluzione più convincente di ogni altra spiegazione sulla nostra origine. I pochi che continuano a credere nel soffio divino sono una sparuta minoranza, nella comunità scientifica (e non sono biologi). La maggioranza accetta l’evoluzione, non per ideologia ma per analisi critica dei fatti. Lo stesso vale per il cambiamento climatico: la stragrande maggioranza della comunità scientifica ritiene che ne siamo responsabili. Le opinioni di un Franco Prodi e un Antonino Zichichi non sovvertono l’esito di una possibile votazione democratica all’interno della comunità scientifica. Se la maggioranza dei votanti non scienziati si lasciasse convincere dalla minoranza degli scienziati e votasse di conseguenza, la democrazia risulterebbe drogata dall’ideologia e dall’ignoranza. E questa è la situazione in cui ci troviamo proprio ora, con politici che portano le loro spiegazioni sul cambiamento globale, ignorando le interpretazioni degli scienziati, ritenendosi più qualificati di loro in discipline di cui ignorano persino le basi. Purtroppo la scienza non trova molto posto nei nostri sistemi di formazione e questo ci espone alla dittatura democratica dell’ignoranza. Read the full article
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pneusnews · 2 years ago
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Il MAN Electric Tour unisce simbolicamente Veronae Lubiana nel segno della mobilità elettrica
Se da un lato di mobilità elettrica si fa un gran parlare, dall’altro il livello della discussione è spesso caratterizzato da confusione, poca chiarezza e soprattutto posizioni ideologiche o ipotesi teoriche. Proprio per questo motivo, MAN ha da diverso tempo scelto la strada di dimostrare con i fatti lavalidità del proprio approccio alla transizione energetica e il MAN Electric Tour è diventato…
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Migranti morti in mare sulle spiagge di Cutro: polemiche e accuse
Migranti morti in mare sulle spiagge di Cutro: polemiche sugli interventi di salvataggio e accuse politiche alle istituzioni. Questo il quadro che stiamo vivendo in questi giorni dopo aver dovuto assistere inermi alle immagini davvero scioccanti provenienti dalla Calabria. Solo il solito teatrino di contrapposizione fra governo ed opposizione con l'incursione della magistratura che ha aperto apposita inchiesta o forse questa volta c'è di più? Le parole del ministro dell'interno recitate a caldo hanno creato non pochi problemi alla compagine di destra. Si è arrivati, in questi giorni, alle dovute delucidazioni che il ministro ha dovuto portare alle Camere vista la richiesta a gran voce delle sue dimissioni per quanto non verificatosi in sede di salvataggi a Cutro. Un passaggio parlamentare pienamente democratico che, però, ben poco ha aggiunto o modificato rispetto alle prime parole pronunciate. Migranti morti in mare sulle spiagge di Cutro Resta il silenzio assordante di un'assenza governativa in loco finanche nel momento dei funerali che hanno vista la presenza in rappresentanza delle istituzioni del solo Capo dello Stato. Una brutta pagina istituzionale senza alcun dubbio per una situazione gestita in maniera non molto convinta e sfociata solo nel solito richiamo all'Europa di farsi carico della problematica migratoria. Questo balletto ad ogni naufragio, a prescindere dal colore del governo del momento, è un pratica che di civile non ha molto e lascia davvero molto amaro in bocca. L'incapacità, o la mancanza di una reale volontà, nel risolvere o cercare di dare una benché minima proposta di risoluzione alla situazione è davvero ormai insopportabile. È in ballo la vita di tante persone e trincerarsi dietro posizioni ideologiche a chi giova? L'immigrazione è un problema contemporaneo fuggirlo non serve a nessuno, cercare di risolverlo ci potrebbe minimamente riportare nell'alveo della civiltà e dell'umanità. Read the full article
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