#pressioni ideologiche
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Petizione per la Rimozione dei Medici Obiettori di Coscienza dai Consultori Familiari
Perché questa petizione è importante
Destinatari: Ministero della Salute, Regioni, Enti Locali
Oggetto: Richiesta di rimozione dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari
Negli ultimi anni, la presenza di medici obiettori di coscienza all'interno dei consultori familiari ha suscitato un acceso dibattito pubblico; la Legge 194/1978 che regola l'interruzione volontaria di gravidanza, prevede che i consultori debbano fornire supporto alle donne che desiderano interrompere una gravidanza e garantire l'accesso a servizi di salute riproduttiva; tuttavia, la presenza di professionisti con un approccio non favorevole all'aborto rischia di compromettere il principio di assistenza neutrale e il diritto delle donne a ricevere informazioni complete e imparziali.
Richiesta: chiediamo che venga adottata una misura che preveda la rimozione in via definitiva dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari, con il fine di: - Proteggere il Diritto alla Salute: garantire che tutte le donne possano accedere a servizi sanitari privi di pressioni ideologiche e che rispettino la loro libertà di scelta - Promuovere un Ambiente Neutro: creare uno spazio dove le donne possano ricevere informazioni accurate e supporto senza influenze esterne legate a posizioni ideologiche sull'aborto - Rafforzare i Servizi di Supporto all'IVG: favorire l'inserimento di professionisti specializzati in ginecologia, psicologia e assistenza sociale, capaci di offrire un supporto completo alle donne che desiderano interrompere una gravidanza in quanto non desiderata
Conclusione: la salute e il benessere delle donne devono essere al centro delle politiche sanitarie: è fondamentale garantire che i consultori familiari svolgano il loro ruolo senza conflitti d'interesse o pressioni ideologiche. Chiediamo pertanto l'adozione urgente di misure per rimuovere i medici obiettori di coscienza dai consultori familiari.
[Questa petizione può essere distribuita sia online che in formato cartaceo, raccogliendo firme da cittadini interessati a sostenere questa causa.]
#petizione#salute e benessere delle donne#politiche sanitarie#consultori familiari#conflitti d'interesse#pressioni ideologiche#medici obiettori di coscienza#gravidanza#interruzione di gravidanza#IVG#Ministero della Salute#Regioni#Enti Locali#Legge 194/1978#servizi di salute riproduttiva#principio di assistenza neutrale#informazioni complete e imparziali#libertà di scelta#informazioni accurate#posizioni ideologiche#aborto#supporto completo alle donne#salute e benessere
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Petizione per la Rimozione dei Medici Obiettori di Coscienza dai Consultori Familiari
Perché questa petizione è importante
Destinatari: Ministero della Salute, Regioni, Enti Locali
Oggetto: Richiesta di rimozione dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari
Negli ultimi anni, la presenza di medici obiettori di coscienza all'interno dei consultori familiari ha suscitato un acceso dibattito pubblico; la Legge 194/1978 che regola l'interruzione volontaria di gravidanza, prevede che i consultori debbano fornire supporto alle donne che desiderano interrompere una gravidanza e garantire l'accesso a servizi di salute riproduttiva; tuttavia, la presenza di professionisti con un approccio non favorevole all'aborto rischia di compromettere il principio di assistenza neutrale e il diritto delle donne a ricevere informazioni complete e imparziali.
Richiesta: chiediamo che venga adottata una misura che preveda la rimozione in via definitiva dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari, con il fine di:
- Proteggere il Diritto alla Salute: garantire che tutte le donne possano accedere a servizi sanitari privi di pressioni ideologiche e che rispettino la loro libertà di scelta
- Promuovere un Ambiente Neutro: creare uno spazio dove le donne possano ricevere informazioni accurate e supporto senza influenze esterne legate a posizioni ideologiche sull'aborto
- Rafforzare i Servizi di Supporto all'IVG: favorire l'inserimento di professionisti specializzati in ginecologia, psicologia e assistenza sociale, capaci di offrire un supporto completo alle donne che desiderano interrompere una gravidanza in quanto non desiderata
Conclusione: la salute e il benessere delle donne devono essere al centro delle politiche sanitarie: è fondamentale garantire che i consultori familiari svolgano il loro ruolo senza conflitti d'interesse o pressioni ideologiche.
Chiediamo pertanto l'adozione urgente di misure per rimuovere i medici obiettori di coscienza dai consultori familiari.
[Questa petizione può essere distribuita sia online che in formato cartaceo, raccogliendo firme da cittadini interessati a sostenere questa causa.]
#Italia#Medici Obiettori di Coscienza#Consultori Familiari#petizione#importante#Ministero della Salute#Regioni#Enti Locali#Legge 194/1978#interruzione volontaria di gravidanza#supporto alle donne#interrompere una gravidanza#garantire l'accesso a servizi di salute riproduttiva#aborto#principio di assistenza neutrale#informazioni complete e imparziali#rimozione in via definitiva dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari#Proteggere il Diritto alla Salute#Promuovere un Ambiente Neutro#Rafforzare i Servizi di Supporto all'IVG#ginecologia#psicologia#assistenza sociale#salute e benessere delle donne#politiche sanitarie#conflitti d'interesse#pressioni ideologiche
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Petizione per la Rimozione dei Medici Obiettori di Coscienza dai Consultori Familiari
Destinatari: Ministero della Salute, Regioni, Enti Locali
Oggetto: Richiesta di rimozione dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari
Negli ultimi anni, la presenza di medici obiettori di coscienza all'interno dei consultori familiari ha suscitato un acceso dibattito pubblico; la legge 194/1978 che regola l'interruzione volontaria di gravidanza, prevede che i consultori debbano fornire supporto alle donne che desiderano interrompere una gravidanza e garantire l'accesso a servizi di salute riproduttiva; tuttavia, la presenza di professionisti con un approccio non favorevole all'aborto rischia di compromettere il principio di assistenza neutrale e il diritto delle donne a ricevere informazioni complete e imparziali.
Richiesta: chiediamo che venga adottata una misura che preveda la rimozione in via definitiva dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari, con il fine di:
Proteggere il Diritto alla Salute: garantire che tutte le donne possano accedere a servizi sanitari privi di pressioni ideologiche e che rispettino la loro libertà di scelta
Promuovere un Ambiente Neutro: creare uno spazio dove le donne possano ricevere informazioni accurate e supporto senza influenze esterne legate a posizioni ideologiche sull'aborto
Rafforzare i Servizi di Supporto all'IVG: favorire l'inserimento di professionisti specializzati in ginecologia, psicologia e assistenza sociale, capaci di offrire un supporto completo alle donne che desiderano interrompere una gravidanza in quanto non desiderata
Conclusione: la salute e il benessere delle donne devono essere al centro delle politiche sanitarie: è fondamentale garantire che i consultori familiari svolgano il loro ruolo senza conflitti d'interesse o pressioni ideologiche.
Chiediamo pertanto l'adozione urgente di misure per rimuovere i medici obiettori di coscienza dai consultori familiari.
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Petizione per la Rimozione dei Medici Obiettori di Coscienza dai Consultori Familiari
Destinatari: Ministero della Salute, Regioni, Enti Locali
Oggetto: Richiesta di rimozione dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari
Negli ultimi anni, la presenza di medici obiettori di coscienza all'interno dei consultori familiari ha suscitato un acceso dibattito pubblico; la legge 194/1978 che regola l'interruzione volontaria di gravidanza, prevede che i consultori debbano fornire supporto alle donne che desiderano interrompere una gravidanza e garantire l'accesso a servizi di salute riproduttiva; tuttavia, la presenza di professionisti con un approccio non favorevole all'aborto rischia di compromettere il principio di assistenza neutrale e il diritto delle donne a ricevere informazioni complete e imparziali.
Richiesta: chiediamo che venga adottata una misura che preveda la rimozione in via definitiva dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari, con il fine di:
Proteggere il Diritto alla Salute: garantire che tutte le donne possano accedere a servizi sanitari privi di pressioni ideologiche e che rispettino la loro libertà di scelta
Promuovere un Ambiente Neutro: creare uno spazio dove le donne possano ricevere informazioni accurate e supporto senza influenze esterne legate a posizioni ideologiche sull'aborto
Rafforzare i Servizi di Supporto all'IVG: favorire l'inserimento di professionisti specializzati in ginecologia, psicologia e assistenza sociale, capaci di offrire un supporto completo alle donne che desiderano interrompere una gravidanza in quanto non desiderata
La salute e il benessere delle donne devono essere al centro delle politiche sanitarie; è fondamentale garantire che i consultori familiari svolgano il loro ruolo senza conflitti d'interesse o pressioni ideologiche: è necessario pertanto rimuovere i medici obiettori di coscienza dai consultori familiari IN VIA DEFINITIVA.
[Questa petizione può essere distribuita sia online che in formato cartaceo, raccogliendo firme da cittadini interessati a sostenere questa causa.]
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Io sono Valentina
Si ritorna a dire che il matrimonio è solo quello tra uomo e donna, a immagine di Dio? Eccomi allora: io sono una donna. E lo sono stata sempre. Anche se la mia carta d’identità lo certifica da poco e ci son voluti sette mesi di corpo a corpo con la giustizia brasiliana per veder scritto ciò che è sempre stato reale: me stessa, Valentina Sampaio!
Che crede nella famiglia (ho sei fratelli e due genitori molto uniti). Che sogna di sposarsi. Che desidera figli. Ecco cosa vuole per sé “la modella transgender apparsa sulla copertina di Vogue Paris”. Una formula ridondante, non trovate? Come l’“attrice di colore”, o la “modella caucasica”. Categorie che alimentano il preconcetto invece d’insegnare a tutti a rispettarsi per come ci si sente dentro, e non per come si appare fuori. Perché le essenze degli esseri umani sono infinite, proprio come quelle del frutto del caju che cresce nel villaggio di Prainha dove sono nata e diventata grande, libera e rispettata da tutti. È paradossale: ma le mie difficoltà sono iniziate proprio quando sono diventata famosa e ho dovuto affrontare il veleno sputatomi in faccia da persone che m’hanno fatto sentire sbagliata, mi hanno fatto piangere tanto e ferita nel profondo, in Brasile come in Europa. Non avevo mai pensato, nel mio villaggio di pescatori, che il mondo potesse essere così crudele. L’ho scoperto fuori, dove invece credevo di poter trovare apertura e comprensione. Ma è servito: mi sono trovata sola, mi sono riconosciuta ancor di più, e ne sono uscita fortificata. Ho lottato, certo. E ancor oggi combatto: non solo per me, ma per tutti gli altri e le altre.
Resta la curiosità sul percorso di transizione da uomo a donna, lo sento. Una cosa morbosa con cui si deve fare i conti sempre. Ed è per questo che ribadirlo è importante: la transizione chirurgica, così come la terapia ormonale, sono solo strumenti che aiutano le persone transgender a trovare pace nella propria pelle. Un percorso questo che si attua per ciascuno secondo modalità e tempi diversi, durante il quale è fondamentale non subire pressioni, come altrettanto importante è non esercitarle, anche se in buona fede. In questa fase storica in cui si discute di differenze e di diritti, di famiglie tradizionali o arcobaleno, dove chi è transessuale manifesta il proprio stato sempre più precocemente (essere trans non è una scelta, ma una condizione…), chiedo che la questione della transizione sia dibattuta sempre di più, affinché cessi di essere “mito” e nessuno compia passi affrettati per disinformazione o per adempiere ad aspettative sociali. E lo dico anche a chi è aperto e tollerante: stia attento a non spingere verso scelte ideologiche, di cui qualcuno un giorno potrebbe pentirsi. Sogno un futuro in cui queste tematiche siano sedimentate e accettate da tutti. Sogno un mondo in cui tutti cerchino la verità unicamente nei sentimenti, che sono la materia viva della nostra identità. Voglio per me solo l’essenza delle cose. E la voglio subito: l’anima di Valentina ha molta fretta…
Foto Mariana Maltoni/Art Partner Licensing
Valentina Sampaio, Vogue Italia, agosto 2018, n.816, pag.46
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Nettuno (pt.13)
«Egli porta l’archetipo della dissoluzione o dell’integrazione universale dell’estrema dilatazione verso una liquidazione o un superamento. ... È il pianeta della plasticità psichica... se in oroscopo esso è in buona posizione può produrre grosse realizzazioni spirituali, nuove, con una costante elevazione, con ampiezza affettiva. Ci sono casi dove Nettuno favorisce le esperienze mistiche, zen, artistiche o ideologiche. Un soggetto fortemente nettuniano può avere facoltà paranormali, medianità, ipersensibilità artistica. È il classico pianeta che crea i paradisi artificiali espressi nell’arte, nel pensiero, nella droga. Se invece Nettuno appare fortemente negativo in oroscopo, allora si possono prevedere turbe e devianze ... abbiamo le pressioni dell’inconscio, gli incubi, i sogni, le fantasticherie; emergono le nevrosi e i complessi dilagano nel comportamento esterno, si manifestano le proiezioni dei deliri, le regressioni o le identificazioni: allora qui Nettuno investe il campo della psicopatologia e mette a nudo le trame segrete degli stati crepuscolari della coscienza, fa emerge gli arcaismi schizofrenici nei quali regna la più completa confusione, la tenebra degli abissi, dove l’Io si identifica con ombre e archetipi in un fantastico delirio autoesaltante o distruttivo. ... Nettuno è un vero archetipo, è il retaggio ereditario collettivo nel senso dato da Jung a questi termini.»
– Roberto Sicuteri, Astrologia e mito, Astrolabio, Roma, 1978, p. 182, 183, 184.
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5 gen 2021 10:33
"MUCCIOLI DÀ FASTIDIO PERCHÉ AVEVA IL RUOLO DEL PATRIARCA STAMPATO NELLA CARNE" - LA DIAGNOSI DE "LA VERITÀ" SULLA SERIE NETFLIX "SANPA": "CIÒ CHE INFASTIDISCE MOLTI, CHE TUTTORA INQUIETA, È LA INGOMBRANTE PATERNITÀ CHE IL FONDATORE ESALAVA, CON LE MANI COME PAGAIE DA MULINARE ALLA BISOGNA. IL PADRE ITALIANO, UN ARCHETIPO VIVENTE. SULLA PATERNITÀ AVEVA COSTRUITO IL SUO SISTEMA: UNA RIGIDA ORGANIZZAZIONE VERTICALE BASATA SU DISCIPLINA, LAVORO E ORDINE. SU CONFINI E LIMITI, CHE SONO INDISPENSABILI"
-
Francesco Borgonovo per "la Verità"
Nel documentario di Netflix su San Patrignano - una delle serie più dibattute degli ultimi anni - c'è un passaggio che spiega, almeno in parte, la virulenza delle polemiche e le divisioni ideologiche ancora oggi suscitate dalla figura di Vincenzo Muccioli, il fondatore morto nel 1995. È uno spezzone di un' intervista televisiva concessa da Paolo Villaggio, che parla senza indossare le abituali maschere e racconta della dipendenza di suo figlio Piero. Muccioli, dice Villaggio, «ha fatto quello che noi padri progressisti non abbiamo avuto il coraggio di fare».
Piero Villaggio è entrato a San Patrignano a 22 anni, dopo 7 di dipendenza. Era il 1984: uscì nel 1987 e oggi ha una famiglia, un lavoro. Di Muccioli ora dice: «Ha commesso tanti errori, spesso ha esagerato: ma aveva ragione, credetemi». Eppure gli schiaffoni li ha presi anche Piero, l'odio per il fondatore si è fatto strada pure dentro di lui. Ma ecco le sue parole, una vita dopo: «Aveva ragione, credetemi». A tanti succede di pronunciare frasi simili, magari a seguito di litigi feroci, magari a decenni di distanza, persino con un filo di rabbia che ancora affiora nei confronti di un genitore difficile da digerire.
«Aveva ragione lui»: è quel che dice il figlio, adulto, ripensando al padre. Ecco, forse il punto è proprio questo. Ciò che tuttora infastidisce molti, che tuttora inquieta, è la ingombrante paternità che il Fondatore esalava, e che tracima da ogni fotogramma del docufilm di Netflix. Muccioli aveva il ruolo del patriarca stampato nella carne.
Un metro e 90, oltre 100 chili, mani come pagaie da mulinare alla bisogna, i baffi e i capelli curati del signore di una volta. Il Padre italiano, un archetipo vivente. E come un padre, da subito, si è comportato. Non a caso la metafora paterna ricorre più e più volte sulle labbra di chi lo ricorda in video. «Seguiva tutti i ragazzi, uno per uno», spiega a un certo punto Fabio Anibaldi, poi diventato uno dei più duri critici di SanPa. Muccioli stesso usava riferirsi ai tossicodipendenti della comunità come ai suoi figli. Se riuscivano a scappare, li andava a riprendere a casa dei genitori naturali.
Quando li accoglieva, metteva subito in chiaro le regole: «Se volete andare via, io non vi lascio andare via». Questo, del resto, è il compito del Padre: egli è colui che fissa le regole, che disegna il perimetro entro il quale il figlio ha la libertà di muoversi.
Era un padre antico, l' enorme Vincenzo. E sulla paternità aveva costruito tutto il suo sistema: una rigida organizzazione verticale basata sulla disciplina, sul lavoro e sull' ordine.
Sui confini e sui limiti, che sono indispensabili per chiunque voglia sottrarsi a una vita di caos. Muccioli ha edificato il suo modello alla fine degli anni Settanta, in piena contestazione, cioè nel tempo in cui il modello «patriarcale», nell' ora del tramonto, veniva calpestato da orde di giovani e intellettuali che preferivano una società orizzontale, meno regolamentata e apparentemente più libera. Di che libertà si trattasse lo abbiamo scoperto nei decenni successivi. La droga ha continuato a diffondersi, i rapporti tra genitori e figli non sono certo migliorati, e l' approccio «materno», oggi così diffuso, sembra aver prodotto soltanto più fragilità.
Certo, guardando il documentario s' intuisce che la fragilità, talvolta, a San Patrignano non aveva vita facile. Questo è il rischio di un modello verticale: può accadere che qualcuno si spezzi. È accaduto, nella comunità romagnola, ed è stato tragico. Ma quanti ne sono usciti in piedi? Quanti sono morti e poi risorti dopo un passaggio all' inferno? Qualcuno, anche adesso, ricorda le catene, le botte, le umiliazioni. Un ex cronista dell' Unità, fra le voci più presenti nel docufilm, sostiene che l' opinione pubblica negli anni Ottanta stesse dalla parte di Muccioli perché lui i drogati li incarcerava, li faceva sparire dalla circolazione, li levava da sotto gli occhi alla «brava gente».
Può anche darsi che i buoni borghesi quei figli reietti e schiavi della droga non li volessero intorno, come no. Ma San Patrignano non li ha nascosti: li ha accolti. E talvolta ha fatto il lavoro sporco che altri non si sentivano di fare e non fanno ancora oggi, visto che lo Stato si impegna assai poco nella lotta agli stupefacenti. Anzi, ci sono aree politiche che tutto fanno per sdoganarli.
Si tratta delle stesse aree che infieriscono su SanPa ma evitano accuratamente di riservare lo stesso bollente sdegno ai centri per migranti malgestiti, alle case di accoglienza per minori di cui ci ha raccontato il caso Bibbiano, alle comunità di recupero che lasciano uscire e andare verso la morte ragazze come Pamela Mastropietro, alle mille coop che lucrano sulla solidarietà, a luoghi di orrore come il Forteto su cui sarebbe interessante prima o poi vedere una bella docuserie.
A Muccioli hanno rimproverato (e ancora rimproverano) di non usare il metadone, cioè di non servirsi di un approccio più morbido, più materno, appunto. Lui preferiva la durezza delle regole, fondamenta che possono aiutare chi vacilla a reggersi in piedi. Tale durezza prevedeva (anche) la punizione per i trasgressori. Nel Fondatore, tuttavia, Antico e Nuovo Testamento convivevano. C' erano sanzioni di biblica spietatezza, ma pure gli amorevoli abbracci che Ettore, il padre guerriero, riserva al figlio sulle mura di Troia prima di farsi inghiottire dalla battaglia. C' era la severità, ma c' erano pure la libertà e il dono: Muccioli, a quei figli acquisiti, ha regalato ogni libbra della sua tanta carne. Qui sta il grande scandalo, ancora rovente: nella paternità.
Ribadita a San Patrignano con fin troppa forza mentre tutto il mondo intorno il padre pensava solo a ucciderlo, a svirilizzarlo, a combatterlo con ogni mezzo. Ovvio: il padre sbaglia. E spesso quando la fa è un vero disastro. Se i troppi impegni lo tengono lontano, se le pressioni lo rendono nervoso, se il lavoro e i desideri personali lo rapiscono, allora i figli si sentono abbandonati, si ribellano. E il padre - sbagliando ancora - reagisce con eccessiva violenza, non soltanto fisica.
Succede in tante famiglie, dall' inizio dei tempi. Dentro le mura di casa ci si sbrana, a volte, ci si ferisce. In qualche occasione ci si separa per lunghi anni o per sempre. Ma alla fine resta un solo metro di giudizio, per il Padre. C' è solo un indicatore valido - tra mille dubbi e tante ombre - per capire se egli abbia agito bene o male. È il numero di figli che, dopo tanto tempo, pronunciano le difficili parole: «Nonostante tutto, aveva ragione lui».
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Solo un filosofo ci può salvare: elogio di Roger Scruton, il conservatore ambientalista, che difende le identità e l’idea di arte come redenzione. Luigi Iannone ne parla con Matteo Fais
La parola “conservatore” di per sé non ispira mai reazioni positive, solo astio, antipatia viscerale e un’aprioristica refrattarietà. Sarà forse per questo che qui a Pangea non abbiamo saputo resistere, data la passione per i reprobi che ci caratterizza, e siamo andati subito a leggere l’introduzione al pensiero di Roger Scruton appena uscita per la Fergen e scritta da Luigi Iannone, sferzante firma de “Il Giornale”.
L’autore dell’agile volume propone una panoramica veloce, ma esaustiva, della complessità di questo filosofo britannico tra i più influenti nel panorama attuale e forse, proprio per questo, poco noto e addirittura inviso nella nostra Nazione che tragicamente sconta la prolungata egemonia culturale della Sinistra.
Scruton è un fine interprete della deriva politicamente corretta del nostro tempo e strenuo sostenitore del discorso identitario, contro le degenerazioni di una globalizzazione totalmente scriteriata. Iannone, dal canto suo, ne segue le orme e, con tutta la passione del suo idem sentire, ce lo racconta rovesciando palesemente il suo animo sulla pagina.
Partiamo dal principio, dalla ratio essendi di questa tua opera. Perché hai sentito il bisogno di scrivere un testo, che potremmo definire una veloce summa, riguardo al pensiero di Roger Scruton? Ritieni forse che non sia abbastanza conosciuto nel nostro Paese?
Non tantissimo. Molti suoi libri sono stati tradotti, ma resta un autore conosciuto quasi esclusivamente dai circuiti culturali. In realtà, avevo pubblicato con lui un libro-intervista uscito una decina di anni fa e ho avuto il piacere di avere la sua introduzione a un mio volume. Varie volte l’ho intervistato, ma in questa occasione ho colto al volo l’invito di Gennaro Malgieri, che dirige una collana per Fergen, e ho pensato di farne un veloce ritratto per farlo conoscere meglio agli italiani.
Tu definisci Roger Scruton come un filosofo conservatore. Credo sia necessario, però, chiarire perché conservatore e non piuttosto reazionario.
Lui stesso utilizza questo concetto con una certa frequenza. Per qualche suo libro lo ha utilizzato addirittura come titolo. La differenza sta tutta nella visione generale. Scruton non si attarda su valutazioni pessimistiche, ma le supera. Le comprende e le condivide, ma poi guarda avanti. Sceglie delle strade invece che altre, prospetta soluzioni e indica delle scelte.
Il punto nevralgico del discorso del filosofo sembra essere la questione identitaria. Come dobbiamo intendere questo concetto? Insomma, perché l’identità è così importante dal suo punto di vista e, pertanto, va difesa?
Io credo che sia questo il punto di tutta la sua opera e del suo filosofare. Qualunque argomento o spinosa tematica egli affronti, lo snodo mi sembra sempre lo stesso. E soprattutto, in un’epoca come la nostra, sottoposta alle pressioni globali e attraversata da sfide immani come i costanti flussi migratori, questo tema si innesta col ruolo della sovranità nazionale. Una difesa dell’identità non attraverso forme retrive (o, appunto, reazionarie), e quindi comprimendosi nelle strettoie poco praticabili di un nazionalismo contiguo al revanchismo, ma, al contrario, tutelando e regolando di continuo i processi democratici. Modulando valori antichi con la realtà fattuale e mitigando tutto col «buon senso conservatore». Insomma, un processo di riaggiustamento che deve essere costante e continuo.
È sorprendente come un pensatore, che potremmo identificare come genericamente situato a Destra, dedichi una non trascurabile porzione della sua produzione a questioni quali l’animalismo e l’ambientalismo. Ma non si trattava di tematiche a esclusivo appannaggio della Sinistra?
Scruton è di molte spanne superiore alla media. Non è intrappolato nelle logiche delle contrapposizioni partitiche. Si professa conservatore, ma sostanzia tutto quanto attraverso tesi argomentate e non ideologiche. E così, per esempio, inquadra l’ambientalismo in ambito conservatore e non in quello progressista e di sinistra. Anzi, l’ambientalismo sarebbe la quintessenza della causa conservatrice, l’esempio più vivo di quel patto “fra i morti, i vivi e i non ancora nati” di cui Edmund Burke faceva l’apologia. Il pensiero conservatore di Scruton lega, appunto, il passato, presente e il futuro. E in questo filo rosso l’ambiente e la difesa del territorio sono una priorità.
Come giustificare una tesi, così in controtendenza rispetto alla linea dominante, secondo cui la democrazia può essere garantita unicamente dalla sussistenza di una “fedeltà nazionale”?
Perché – e qui sono totalmente d’accordo con lui – noi conosciamo e comprendiamo il concetto di democrazia solo all’interno di un perimetro nazionale. Non abbiamo contezza di “imperi democratici”. L’Unione Europea da questo punto di vista ne è infatti un esempio. Burocrati e tutta una pletora di non eletti decidono per noi, senza tener conto delle sensibilità particolari. La democrazia moderna nasce invece all’interno dello Stato-nazione. E lì si sviluppa e progredisce. O si rinsecchisce. Non c’è alternativa.
Dal punto di vista del filosofo, pur con tutte le sue contrapposizioni interne, l’Italia può comunque essere considerata una Nazione intesa come condivisione di istituzioni, costumi e senso della storia?
Qui ritorna il discorso sull’identità. La sua è una continua esortazione alla difesa delle specificità e delle differenze contro l’indifferentismo e il relativismo culturale. Vale per l’Italia, ma per ogni altro popolo europeo. Lo Stato-nazione sarebbe la garanzia primaria dell’ordine civile, politico e culturale verso il quale tendere. Da una globalizzazione sempre più arrembante ci si difende salvaguardando le differenze e le identità particolari. E, per ora, l’unico rimedio pare quello di rafforzare e difendere le sovranità nazionali.
Credo che uno dei concetti maggiormente fraintesi di questi tempi sia quello di “politicamente scorretto”, che molti confondono con libertà di invettiva e turpiloquio. Non certo il filosofo da te preso in esame che, comunque, denuncia i rischi del politicamente corretto. Ci potresti spiegare quali sono?
Sì, non certo lui. In Occidente, Scruton è considerato il principe del politicamente scorretto. Ha preso posizione in favore della caccia, a favore della Brexit, contro le neo-femministe, in difesa della vita e della famiglia e di mille altre cose. Non c’è argomento o tema condiviso dalla stragrande maggioranza degli intellettuali e del mainstream che non lo veda sul fronte opposto. E non per spirito di contraddizione, ma per convinzioni fondate.
Un capitolo del tuo testo si intitola La filosofia del pessimismo. Sappiamo che tutti i rivoluzionari di sinistra sono tendenzialmente degli ottimisti, contrariamente ai reazionari-conservatori che stanno sul versante opposto della barricata. Aveva dunque ragione Spengler, “l’ottimismo è viltà”?
Il suo è un pessimismo atipico. Non a caso l’introduzione di Malgieri a questo mio librino ha come titolo Un conservatore per l’avvenire. Il suo pessimismo non vuole rappresentare, come per tanti altri pensatori, lo stile ed essenza di un agire ma un motivo, un filo conduttore per comprendere il presente, per confidare nelle consuetudini e nelle tradizioni, nei cambiamenti lenti, nell’idea che i limiti posti dalla natura non debbano essere sempre e comunque superati. E infine, “per combattere le false speranze e l’ottimismo senza scrupoli”.
Scruton è conservatore e credente. Certamente sostiene la necessità del sentimento religioso nella vita umana. Malgrado ciò, proprio per la sua ricaduta politica, sembra non vedere di buon occhio l’Islam. Come mai?
Quando l’appartenenza religiosa diviene fatto totalizzante tende a disprezzare le differenze e a rendere lo stato illiberale. Scruton, oltre che dal terrorismo, è preoccupato da un mondo musulmano che, in non pochi ambiti geopolitici, tenderebbe a degenerare in fondamentalismo. In molti luoghi la legittimazione politica avverrebbe infatti con l’adesione alla tradizione coranica e cioè a una legge religiosa che sovrasterebbe ogni altra. Ed è proprio per questo che per il filosofo inglese dovremmo difendere la nostra tradizione, che si fonda sulla laicità e su una concezione chiara dell’ordine politico. E dovremmo ridare la giusta centralità allo Stato nazionale che, pur non rappresentando la soluzione di tutti i mali, è legato a esperienze concrete, al territorio, alla storia, ai popoli e quindi difficilmente potrebbe essere costretto a una appartenenza esclusiva verso una religione che si trasforma in legge civile.
C’è, se non sbaglio, del platonismo in Scruton quando sostiene che il Bello non è soggettivo e, come scrivi tu, “i Radiohead non possono essere messi sullo stesso piano di Brahms”. Ma come possiamo dire questo dopo il postmoderno e il pensiero debole?
L’accostamento irriguardoso che viene fatto tra la musica contemporanea e, per esempio, la musica classica è uno dei suoi tanti cavalli di battaglia. Peraltro, lui ha firmato libretto e musica di varie opere e quindi parla a ragion veduta. Lo stesso vale quando critica Duchamp, il kitsch imperante, certe pitture moderne e quando salva solo pochi contemporanei, tra cui Eliot e Pound. Sulla frattura tra cultura alta e bassa, la sua posizione è irremovibile (sul tema ha dedicato vari libri) e io ti rispondo con una sua frase: “Il senso della bellezza è un universale umano e nasce dal bisogno profondo di sentirci a casa nel mondo e anche di trovare i nostri valori riflessi nei nostri ambienti. Seguendo il richiamo della bellezza mettiamo un valore di lunga durata nelle cose che ne hanno uno breve”.
Oggi l’arte, dal suo punto di vista, dissacrerebbe unicamente. In ciò facendo, eviterebbe di percorrere il suo naturale corso che, sempre secondo il filosofo, dovrebbe condurre al divino. Come si fa, partendo dall’arte, a giungere fino a Dio? Se si parte dal presupposto che l’arte deve essere “bellezza, forma e redenzione” e “la bellezza redime ciò che tocca”, il gioco è fatto!
Matteo Fais
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"Sleeping Beauties" di Stephen e Owen King,
“Sleeping Beauties” di Stephen e Owen King,
…la legge definisce le persone che dichiaratamente si pone di aiutare, come vittime bisognose di protezione. Ma precisamente questo diventa il segno evidente di una condizione svilita e degradata, che legittima il punto di vista già ampiamente diffuso e si aggiunge alla pressioni ideologiche contro l’applicazione efficace delle leggi. …proprio queste misure legislative contribuiscono a…
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Razionalità pericolose
Anche se l’atteso, nuovo test nucleare nordcoreano non vi è stato, Pyongyang non ha mancato di flettere i muscoli, facendo sfilare i suoi nuovi missili a raggio intermedio nella parata che celebrava i 105 anni dalla nascita del suo fondatore, Kim Il-sung (nonno dell’attuale leader Kim Jong-un) e rilanciando proclami bellicosi contro gli Stati Uniti e l’amministrazione Trump.
Muscoli contro muscoli; follia contro follia. È questa la rappresentazione che le due parti, e molti osservatori, sembrano voler offrire di un’escalation che pare avvicinarsi giorno dopo giorno a un punto di non ritorno. Posto che i muscoli non sono ovviamente gli stessi, visto il monumentale gap di potenza tra Stati Uniti e Corea del Nord, proviamo a comprendere le ragioni che ispirano l’azione di Pyongyang e Washington, le risorse di cui le due parti dispongono e le implicazioni di questa nuova crisi.
Per farlo è utile partire da una premessa tanto banale quanto spesso negletta: che sia Trump sia Kim Jong-un siano in realtà attori pienamente razionali, mossi da logiche e scopi precisi, correlati alle capacità di cui essi dispongono (che poi siano in grado di controllare l’escalation in corso è questione altra che, ovviamente, non può non preoccupare). Nel caso della Corea del Nord, tre sembrano essere gli obiettivi essenziali. Il primo è quello di sviluppare e consolidare un arsenale nucleare che, per quanto limitato, la doti di una capacità deterrente minima capace d’inibire qualsiasi azione statunitense (o sud-coreana). A dispetto dei bellicosi proclami – che sono anzi funzionali ad accentuare questa funzione di deterrenza – nelle intenzioni il nucleare coreano serve a difendere più che a offendere, a proteggere più che a minacciare. Non a caso, il regime non manca mai di menzionare quegli esempi – la Libia di Gheddafi o l’Iraq di Hussein – che privi, o privatisi, di tali strumenti sono stati rovesciati da interventi militari occidentali. Il secondo obiettivo è quello di sfruttare questo strumento di pressione per ottenere concessioni e aiuti economici, dalla Cina o dalla stessa Corea del Sud. Aiuti, questi, indispensabili alla sopravvivenza di un’economia fragile e inefficiente e, secondo molti resoconti, sfruttati per arricchirsi dalla famiglia del dittatore nordcoreano e da quelle degli uomini a lui vicini. Terzo e ultimo: l’utilità di avere un nemico assoluto, del quale sempre si nutrono regimi autoritari come quello di Pyongyang, per mantenere un livello di mobilitazione totale e preservare il controllo del potere.
Un nemico assoluto fa comodo però anche a Donald Trump. Che sta evidentemente usando la crisi coreana e quella siriana per cercare di ovviare ai numerosi insuccessi di questi primi mesi di Presidenza e ai tassi d’impopolarità altissimi che ne conseguono (secondo Gallup, solo il 38/40% degli americani approva oggi l’operato di Trump, circa 25 punti sotto la media delle altre presidenze degli ultimi 70 anni). L’emergenza sicurezza, reale o esagerata, unisce e compatta. Celebrare la ritrovata potenza militare – le super-bombe sganciate in Afghanistan o l’Armada che si dirige verso il mar di Corea - alimenta uno scoperto orgoglio patriottico. Affidarsi alle Forze Armate – liberate, afferma Trump, dalle costrizioni impostele da Obama - significa sfruttare quell’istituzione nella quale massima è oggi la fiducia dell’opinione pubblica (quasi sempre in contrapposizione a una politica in pesante deficit di credibilità e legittimità). Accanto a questo obiettivo politico vi è un calcolo strategico. L’auspicio è che le pressioni statunitensi rendano più collaborativa la Cina sia sullo specifico dossier nordcoreano sia rispetto ai tanti nodi della complessa interdipendenza sino-statunitense.
Vi è – questo è evidente - un chiaro bluff che informa dichiarazioni e comportamenti di ambo le parti. Trump sembra muoversi nel solco di quello che alcuni studiosi a suo tempo definirono “il paradosso di Reagan”: alle parole roboanti e minacciose, e ai gesti ad alto contenuto simbolico, quasi sempre corrisponde massima cautela e basso rischio; lo scarto tra retorica e atti rimane in altre parole assai marcato. Per quanto riguarda la Corea del Nord, è difficile immaginare che essa sia mossa da istinti suicidi che soli spiegherebbero una sua deliberata escalation delle tensioni fino alla soglia dello scontro nucleare. Nel caso di Pyongyang, minacciare serve, come detto, per difendersi e sopravvivere. Nella consapevolezza della sua evidente debolezza nei confronti degli Usa, ma consci di poter scatenare un inferno nella penisola (a poche decine di chilometri dal confine con il Nord, i dieci milioni di abitanti che vivono nella capitale del Sud Seul sono assi vulnerabili ai devastanti effetti di una possibile azione nordcoreana) o di causare una profonda destabilizzazione dell’area che nessuno, a partire dalla Cina, vuole e si può permettere.
I rischi sono ovviamente altissimi. Come questo interminabile anniversario dei cent’anni della Prima Guerra Mondiale ben ci ricorda, soggetti che ritengono di agire in piena razionalità, con l’obiettivo di massimizzare i propri interessi e la convinzione di controllare le conseguenze dei propri atti, possono provocare spirali che sfuggono rapidamente al controllo. A maggior ragione se spesse lenti ideologiche deformano il giudizio che si dà della controparte: della sua natura, dei suoi obiettivi e dei suoi mezzi. E, razionalità o meno, pare francamente difficile trovare oggi due soggetti più ideologici e spregiudicati di Trump e Kim Jong-un.
Il Mattino, 16 aprile 2017
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Destinatari: Ministero della Salute, Regioni, Enti Locali
Oggetto: Richiesta di rimozione dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari
Negli ultimi anni, la presenza di medici obiettori di coscienza all'interno dei consultori familiari ha suscitato un acceso dibattito pubblico; la legge 194/1978 che regola l'interruzione volontaria di gravidanza, prevede che i consultori debbano fornire supporto alle donne che desiderano interrompere una gravidanza e garantire l'accesso a servizi di salute riproduttiva; tuttavia, la presenza di professionisti con un approccio non favorevole all'aborto rischia di compromettere il principio di assistenza neutrale e il diritto delle donne a ricevere informazioni complete e imparziali.
Richiesta: chiediamo che venga adottata una misura che preveda la rimozione in via definitiva dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari, con il fine di: - Proteggere il Diritto alla Salute: garantire che tutte le donne possano accedere a servizi sanitari privi di pressioni ideologiche e che rispettino la loro libertà di scelta - Promuovere un Ambiente Neutro: creare uno spazio dove le donne possano ricevere informazioni accurate e supporto senza influenze esterne legate a posizioni ideologiche sull'aborto - Rafforzare i Servizi di Supporto all'IVG: favorire l'inserimento di professionisti specializzati in ginecologia, psicologia e assistenza sociale, capaci di offrire un supporto completo alle donne che desiderano interrompere una gravidanza in quanto non desiderata
Conclusione: la salute e il benessere delle donne devono essere al centro delle politiche sanitarie: è fondamentale garantire che i consultori familiari svolgano il loro ruolo senza conflitti d'interesse o pressioni ideologiche. Chiediamo pertanto l'adozione urgente di misure per rimuovere i medici obiettori di coscienza dai consultori familiari.
[Questa petizione può essere distribuita sia online che in formato cartaceo, raccogliendo firme da cittadini interessati a sostenere questa causa.]
Petizione per la Rimozione dei Medici Obiettori di Coscienza dai Consultori Familiari
Perché questa petizione è importante
Destinatari: Ministero della Salute, Regioni, Enti Locali
Oggetto: Richiesta di rimozione dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari
Negli ultimi anni, la presenza di medici obiettori di coscienza all'interno dei consultori familiari ha suscitato un acceso dibattito pubblico; la Legge 194/1978 che regola l'interruzione volontaria di gravidanza, prevede che i consultori debbano fornire supporto alle donne che desiderano interrompere una gravidanza e garantire l'accesso a servizi di salute riproduttiva; tuttavia, la presenza di professionisti con un approccio non favorevole all'aborto rischia di compromettere il principio di assistenza neutrale e il diritto delle donne a ricevere informazioni complete e imparziali.
Richiesta: chiediamo che venga adottata una misura che preveda la rimozione in via definitiva dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari, con il fine di: - Proteggere il Diritto alla Salute: garantire che tutte le donne possano accedere a servizi sanitari privi di pressioni ideologiche e che rispettino la loro libertà di scelta - Promuovere un Ambiente Neutro: creare uno spazio dove le donne possano ricevere informazioni accurate e supporto senza influenze esterne legate a posizioni ideologiche sull'aborto - Rafforzare i Servizi di Supporto all'IVG: favorire l'inserimento di professionisti specializzati in ginecologia, psicologia e assistenza sociale, capaci di offrire un supporto completo alle donne che desiderano interrompere una gravidanza in quanto non desiderata
Conclusione: la salute e il benessere delle donne devono essere al centro delle politiche sanitarie: è fondamentale garantire che i consultori familiari svolgano il loro ruolo senza conflitti d'interesse o pressioni ideologiche. Chiediamo pertanto l'adozione urgente di misure per rimuovere i medici obiettori di coscienza dai consultori familiari.
[Questa petizione può essere distribuita sia online che in formato cartaceo, raccogliendo firme da cittadini interessati a sostenere questa causa.]
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Noi non viviamo in un "Paese per donne" e i principi azzurri non esistono in Italia; qui c'è solo una realtà patriarcale che si trascina da secoli in un connubio anomalo fra Chiesa Cattolica (istituzione fortemente misogina e maschilista) e Stato Italiano patriarcale nelle norme stesse costituzionali, pertanto il maggior lavoro di tutela per se stessa, di prevenzione da abusi di ogni sorta, lo deve fare ogni donna mettendo i giusti paletti nella sua vita senza alcun indugio anche per le figlie.
Petizione per la Rimozione dei Medici Obiettori di Coscienza dai Consultori Familiari
Perché questa petizione è importante
Destinatari: Ministero della Salute, Regioni, Enti Locali
Oggetto: Richiesta di rimozione dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari
Negli ultimi anni, la presenza di medici obiettori di coscienza all'interno dei consultori familiari ha suscitato un acceso dibattito pubblico; la Legge 194/1978 che regola l'interruzione volontaria di gravidanza, prevede che i consultori debbano fornire supporto alle donne che desiderano interrompere una gravidanza e garantire l'accesso a servizi di salute riproduttiva; tuttavia, la presenza di professionisti con un approccio non favorevole all'aborto rischia di compromettere il principio di assistenza neutrale e il diritto delle donne a ricevere informazioni complete e imparziali.
Richiesta: chiediamo che venga adottata una misura che preveda la rimozione in via definitiva dei medici obiettori di coscienza dai consultori familiari, con il fine di: - Proteggere il Diritto alla Salute: garantire che tutte le donne possano accedere a servizi sanitari privi di pressioni ideologiche e che rispettino la loro libertà di scelta - Promuovere un Ambiente Neutro: creare uno spazio dove le donne possano ricevere informazioni accurate e supporto senza influenze esterne legate a posizioni ideologiche sull'aborto - Rafforzare i Servizi di Supporto all'IVG: favorire l'inserimento di professionisti specializzati in ginecologia, psicologia e assistenza sociale, capaci di offrire un supporto completo alle donne che desiderano interrompere una gravidanza in quanto non desiderata
Conclusione: la salute e il benessere delle donne devono essere al centro delle politiche sanitarie: è fondamentale garantire che i consultori familiari svolgano il loro ruolo senza conflitti d'interesse o pressioni ideologiche. Chiediamo pertanto l'adozione urgente di misure per rimuovere i medici obiettori di coscienza dai consultori familiari.
[Questa petizione può essere distribuita sia online che in formato cartaceo, raccogliendo firme da cittadini interessati a sostenere questa causa.]
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