#porta palazzo
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wgm-beautiful-world · 2 years ago
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Porta della Carta, Palazzo Ducale, Piazza San Marco, Venezia, ITALIA
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mishimamiravenecia · 8 months ago
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PALAZZO DUCALE, PUERTA DE LA CARTA
DUCAL PALACE, PAPER DOOR
PALAZZO DUCALE, PORTA DELLA CARTA
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(Español / English / Italiano)
La entrada principal del Palacio Ducal recibe el nombre de Porta della Carta ('Puerta del Papel') porque en ella se exponían los decretos oficiales; es de estilo gótico flamígero y presenta en el tímpano un león de San Marcos( simbolo de la Serenissima Repubblica di Venezia) ante el que se arrodilla el dux Foscari
La Porta della Carta, proyecto de los arquitectos Giovanni Bon y Bartolomeo Bon (también autores de la Ca' d'Oro) fue terminado en 1442.
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The main entrance to the Doge's Palace is called Porta della Carta ('Paper Door') because it is where the official decrees were displayed; it is in the flamboyant Gothic style and has a lion of St Mark (symbol of the Serenissima Repubblica di Venezia) in the tympanum, before which the Doge Foscari kneels.
The Porta della Carta, designed by the architects Giovanni Bon and Bartolomeo Bon (also the authors of the Ca' d'Oro) was completed in 1442.
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L'ingresso principale di Palazzo Ducale è chiamato Porta della Carta perché vi si esponevano i decreti ufficiali; è in stile gotico fiorito e presenta nel timpano il leone di San Marco (simbolo della Serenissima Repubblica di Venezia), davanti al quale si inginocchia il Doge Foscari.
La Porta della Carta, progettata dagli architetti Giovanni Bon e Bartolomeo Bon (autori anche della Ca' d'Oro), fu completata nel 1442.
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captainmartinisblog · 1 year ago
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Captain Martini in the Mediterranean
Wednesday 30th August 2023 – Arab-Norman Heritage in Palermo, Sicily
After a less-than-quiet morning on board Silver Nova, our afternoon excursion took us first by bus to the Porta Nuova, celebrating the conquest of Tunis in 1535.
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Just around the corner was the Palazzo Normanni or Royal Palace, founded in 1072 following the Norman conquest of Sicily and the oldest Royal Palace in Europe still in use – though today as Government offices.
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The Palace’s main attraction today though is the Palatine Chapel, commissioned by King Roger II in 1132. The decorative mosaics are absolutely stunning.
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From there we travelled by bus up to the hillside town of Monreale to see the Cathedral built founded by King William II in 1172 following a vision, or so the story goes, which told him to build it.
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Well, at least that’s the explanation he gave at the time to explain the apparent competition with the Cathedral in Palermo – or more particularly, the then Bishop of Palermo!
I should mention here that, this same excursion to Monreale was the very first land excursion John & I did on our very first cruise back in 1983! And here are the photos to prove it….
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Our visit today, however, coincided with a Sicilian wedding and it was fascinating to see what was, to my eyes at least, a lesson in disorganised chaos! The public were still in the cathedral when the whole thing began and we all got to hear the organ playing the Prince of Denmark’s March as the Groom came in and then the Wedding March when the bride arrived! Amazing!
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The serenity of the Monastery Cloister next door was in marked contrast. With something like 232 decorated columns and, surprisingly, not many visitors, was quite beautiful. The town sits on the hillside above Palermo and there was a great view down to the coast and the Tyrrhenian Sea beyond.
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morelin · 1 year ago
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Micene
Dopo le surreali Meteore, il viaggio continua con la visita di alcuni luoghi legati alla Grecia classica. Il primo è Micene, luogo decantato da Omero nei suoi poemi epici e Patrimonio Unesco.
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Secondo la leggenda, la nascita di Micene avvenne grazie a Perseo, figlio di Danae e Zeus, che chiese aiuto ad un Ciclope per erigere la cittadella fortificata (da qui l’attributo “ciclopiche” riferito alle mura che la circondano). Il prestigio di Micene è legato a quello di Agamennone, il re più famoso che la città abbia mai avuto, nonché il capo indiscusso di tutta la Grecia Antica dopo il trionfo nella Guerra di Troia. Le gesta di Agamennone furono narrate nell’Iliade di Omero e, proprio per via della passione per i poemi omerici, Heinrich Schliemann, un archeologo tedesco, si mise alla ricerca della «Micene ricca d’oro» tanto decantata fino a quando, nell’Ottocento, non ne scoprì per primo le rovine.
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La visita ai resti della fortezza inizia con l’attraversamento della straordinaria Porta dei Leoni.
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Si procedere poi con le gigantesche mura ciclopiche, le tombe reali ed il Palazzo di Agamennone. 
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Non dimenticate di guardarvi intorno perché grazie alla posizione elevata potrete godere del bel panorama.
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A circa 400 metri dalla cittadella sorge un altro importante sito archeologico, il Tesoro di Atreo, noto anche come Tomba di Agamennone. 
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Per meglio comprendere la storia del sito e del suo ritrovamento è possibile visitare il Museo dell’Antica Micene che espone un gran numero di reperti, compresa una copia della famosa Maschera di Agamennone.
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dewitty1 · 2 years ago
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Marforio
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primepaginequotidiani · 9 days ago
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PRIMA PAGINA Il Giornale di Oggi martedì, 24 dicembre 2024
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phjlavtia · 1 year ago
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a girl can't even fuck up in peace anymore
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umbriasud · 1 year ago
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Bancarelle e reperti storici: lo strano teorema del Comune di Terni
Beh, il discorso non fa una piega. Da una parte il Comune di Terni scaccia le bancarelle degli ambulanti per realizzare un giardino con alcuni reperti archeologici. Dall’altra, dove il giardino già c’è (e che guiardino!) ed i reperti in mostra pure, colloca il mercato del mercoled’, vale a dire le bancarelle. Il fatto è che diverso è l’approccio. A Largo Cairoli, là dove le bancareelle ci stanno…
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ancientcharm · 2 months ago
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Garden Room Fresco of Livia Drusilla
The beautiful painted Garden from the country residence of empress Livia at Prima Porta, 12 kilometres (7.5 mi) north of Rome, Italy, along the Via Flaminia. Archaeologists found the frescoes almost intact. They are now in the Palazzo Massimo museum in Rome.
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raccontidialiantis · 5 days ago
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L'angelo decaduto
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Per lui sua moglie era una creatura sacra, divina: oltre al corpo ne vedeva chiaramente le ali. E l'amava, l'amava, l'amava. Non vedeva l'ora di rivederla, tornando a casa la sera. La santa, la creatura innocente che lui avrebbe protetto e viziato fino alla fine. Poi, per caso in un giorno qualsiasi, all'una, mentre al solito baretto sotto al posto di lavoro e vicino a casa sua faceva un pranzetto veloce, udì una conversazione. La ascoltò non volendo, per una di quelle coincidenze incredibili che non possono mai capitare ma che proprio per questo capitano. Udì due ragazzi in conversazione e uno di due magnificava le doti amatorie di una specifica donna sposata, con cui evidentemente aveva una tresca.
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Dapprima fu piacevolmente divertito. Poi, man mano che i due andavano avanti nella descrizione della donna e del marito, del suo lavoro, delle caratteristiche anatomiche femminili e della vicina via in cui abitavano, smise di mangiare. Si fece bianco in viso e gli passò l'appetito. Elementi troppo noti. Non era una coincidenza. Subito le telefonò per dirle di non aspettarlo, che stava partendo per impreviste esigenze di lavoro e sarebbe tornato all'indomani. Lei non si stupì: a volte gli capitava, perciò in ufficio aveva un trolley preparato. E si precipitò davanti a casa sua, restando nascosto nell'auto. Dopo una mezz'ora ebbe la conferma: uno dei due ragazzi del bar entrò nel portone del palazzo. Non poteva essere un caso.
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Attese dieci minuti. Poi scese dall'auto, salì e pian piano aprì l'uscio di casa; socchiuse la porta della camera da letto e la vide all'opera: stava dando al giovane uomo quello che a lui non aveva invece mai concesso. E con l'ospite rideva, gemeva, godeva; ne chiedeva ancora, implorante. Non la riconosceva: era una vera troia in calore! Maneggiava quell'uccello con una perizia incredibile! Evidentemente aveva consuetudine, con quella parte dell'uomo. Lo iniziò quindi anche a succhiare, leccare. E lo ingoiava docilmente tutto: fino in fondo. Faceva al giovane ospite cose che lui non avrebbe neppure osato mai chiederle. Gli chiedeva di sculacciarla e lui la dominava in modo esperto.
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Era evidentemente un rapporto ben collaudato, in piedi da lungo tempo. Era evidente la passione, tra loro due. Scoprì a sue spese che nessuno è un angelo puro, scevro dai bisogni della carne. Da mettere su un piedistallo. Che le donne sono prima di tutto femmine, che sono fatte di carne e sangue. E poi voglie e desiderio impellente di sesso: quello forte, sporco, proibito. Uscì in punta di piedi, umiliato e mortificato. Un amore innocente era stato distrutto e un uomo doveva ricostruire la sua vita. Sarebbe finita l'indomani. In quel frangente, pur frastornato trovò il coraggio di guardarsi dal di fuori e ridere amaramente della cosa, cercando comunque di consolare e accarezzare il proprio ego.
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Telefonò alla collega divorziata e single che, discreta, lo stuzzicava da tempo per farsi invitare a cena. Le mandò un messaggio assolutamente sconveniente. A cui peraltro lei rispose subito, piacevolmente sorpresa e divertita, decisamente complice. Gradiva, allora! Passando davanti a una farmacia, comperò profilattici e olio per massaggi. Sorrise, sentendosi sollevato e libero. Scombussolato. Quella sera, due bellissime chiappe da lui sempre ammirate e comunque nuove di zecca, sarebbero arrossate a suon di schiaffoni. E quel bel culo tondo, attraente, avrebbe definitivamente perso l'innocenza ritrovata dopo il divorzio. Felicità per entrambi e… fondoschiena dolorante per lei, il giorno dopo! Nuova gioia per due nuovi amanti.
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RDA
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megtudommagyarazni · 7 months ago
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Palermo corto
Kezdjük a legfontosabbal:
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Palermoba repülve érkezik az ember, a Punta Raisi (újabb nevén Falcone e Borsellino reptérre, ők államügyészek voltak, akiket kivégzett a mafia '92-ben).
A városba három módja van bejutni, vonat vagy busz, kb 1 óra, kb 6€ mindkettő, vagy iránytaxi, 8€. A buszterminál az épületből kilépve jobbra van, a vonat lenn, a föld alatt. Félóránként járnak. Mind a főpályaudvarhoz érkezik (Palermo centrale). A pályaudvarról kilépve egyenesen a via Roma nyílik, hosszú, zajos, forgalmas út (elején a Lidl, három nagy pálma előtte),
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attól pár száz méterre balra vele kb párhuzamosan a via Maqueda, a helyiek Corsonak mondják, elméletileg gyalogos. Az elméletileg azt jelenti, hogy itt az egyirányú utca ismérve az, hogy kevesebben jönnek szembe. A kettő közt terül el a történelmi központ (Centro Storico di Palermo), tekergős, szűk sikátorok szövevénye. A legismertebb látnivalók a Corsoról érhetők el, a négyszökőkutas térről (Piazza quattro canti) balra fel a Porta Nuova felé az arab-normann katedrális (Cattedrale),
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a Corson tovább a Teatro Massimo. Bármerre jár az ember, szinte minden utcában eléáll egy fantasztikus palazzo a kora középkorból vagy reneszánszból, egy Santa Maria della valami templom, leültem egy lépcsőre, és kiderült, hogy egy 12. században épült rózsaablakos erődtemplom lépcsőjén ülök. Van aztán a Kapucinusok katakombái, ahol rég meghalt szerzetesek vannak mumifikált állapotban, nekem kicsit extrém. Strandja nincs a városnak, az északra fekvő Mondellohoz ki lehet jutni városi busszal. Vasárnaponként (domenica) kirakodóvásár van a Corso feletti piac folytatásaként 100ezer négyzetkilométeren. Ahogy régebben, egy Schenker-gyűjtő rakománynál mondtuk, minden van ott, jézuskától géppuskáig.
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de nem vagyok útiköny-író, minden megvan az interneteken, jobban, bővebben
kaják a teljesség igénye nélkül:
Arancine - töltött rizsgolyó, sokféle, legkedveltebb a ragus, sajtos, spenótos, sonkás-mozzarellás, pisztáciás, és még ezerféle. A rizsgolyó közepébe gyúrják a tölteléket, aztán az egészet panírba forgatva olajban kisütik. Jó esetben öklömnyi méretű, 1-5€. Pane con milza - lépes szendvics, borjúbelsőség, jellemzően lép, esetleg tüdő, csíkokra vagdalva, faszénen sütve. Stigghiola - nyárson, parázson sült báránybél, ahány, annyiféle fűszerezésű, kis máj is lehet benne. Panelle e crocche - mentás krumplikrokett és csicseriborsó faszénen, zsemlefélébe (panini, ciabattini stb). Cannolo - ropogós tésztacsövek, amelyekbe ricotta alapú krémeket töltenek, csokis, pisztáciás, mogyorókrémes meg még százféle, nem feltétlenül tömény édes. Paninik, szendvicsek elképzelhetetlenül széles, helyben frissen készült választéka.
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Ezek a palermoi specialitások, de természetesen ezeken kívül minden olasz kaja van, pizza, pasta, lasagne, ravioli, tortellini stb. Enni sokfelé lehet, ajánlom a piacokat, az egyik a Corso elején a boltíves kapu után kezdődik, a másik a Teatro Massimo felett 200 méterre a Mercato del Capo. Minden IS van, csak rámutatsz egy körbetekert salsicciara, egy szelet vörös tonhalra, egy befűszerezett padlizsánra, egy tetszetős halra, egy megnyerő polipkára, és már dobják is rá a parázsra. Helyi ital valami ánizsos cucc, nem ugrik be a neve, kávéba is öntik, sajnos a szagától is elfutnék. Sör, bor, Aperol mindenhol van. Cafe, cafe macchiato 1-1,20€, cappuccino 1,80-2€.
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Azt már ugye, hozzá sem kell tennem, hogy: "itt is csak házak vannak, meg emberek".
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colonna-durruti · 10 months ago
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A Mario mancano tre anni alla pensione, da 35 è impiegato nella grande distribuzione, in un supermercato Pam di Corso Svizzera a Torino.
A un certo punto la vita comincia a precipitare: il mutuo di casa schizza alle stelle, sua moglie si ammala. Mario stringe i denti, dà fondo ai risparmi. Ma con questi lavori mica metti in banca milioni e i risparmi finiscono presto.
Un giorno perde la testa, sono parole sue, e ruba sei uova e una scamorza affumicata dagli scaffali del supermercato, gli stessi che aveva riempito e su cui aveva vigilato per tanti anni. Lo beccano subito perché lui non è un ladro di professione, è solo un uomo disperato e affamato. Appena viene sorpreso con la scamorza nel sacco, ammette tutto e chiede scusa: “Ho sbagliato, ma vivo una situazione privata ed economica al limite del sostenibile. Non è una giustificazione, solo una spiegazione”.
All’azienda le scuse e la mortificazione non bastano. Il licenziamento in tronco arriva per raccomandata: “Appare particolarmente grave che lei abbia deliberatamente prelevato dagli scaffali di vendita alcune referenze per un valore complessivo di 7,05 euro e sia poi uscito dal negozio senza provvedere al pagamento delle stesse. Le scuse da lei fornite non possono giustificare in alcun modo l’addebito contestato. Considerati violati gli obblighi generali di correttezza, diligenza e buona fede, ritenuto venuto meno l’elemento fiduciario, avendo abusato della sua posizione all’interno dell’organizzazione a proprio indebito vantaggio e a danno della società, le comunichiamo la risoluzione del rapporto di lavoro per giusta causa”.
I sindacati, giudicando la misura del licenziamento sproporzionata, hanno fatto ricorso.
Anche Jean Valjean, il protagonista dei Miserabili, ruba un mezzo pane e per tutta la vita viene inseguito da Javert, il poliziotto che diventerà il simbolo universale della giustizia ottusa e, appunto, sproporzionata.
Ma questi sono gli aggettivi della burocrazia e dei tribunali, abbiamo bisogno di altre parole per capire un sistema disumano, che si basa su uno schiavismo legalizzato che (anche) nella grande distribuzione trova terreno fertile.
Questo sistema feroce – in cui si sono polverizzate le reti sociali (in un alimentari a gestione familiare la vicenda di Mario sarebbe andata a finire nello stesso modo?) e milioni di individui sono esposti alle intemperie del mercato – è pensato a discapito della maggioranza e a vantaggio dei pochi che si spartiscono le ricchezze del mondo, con l’avallo dei governi.
Il nostro, nonostante una situazione di crescente, paurosa povertà, ha abolito il Reddito di cittadinanza anche grazie a un’indegna campagna di stampa portata avanti dai principali giornali italiani per conto di lorsignori.
In un bel libro appena uscito per Einaudi, Antologia degli sconfitti, Niccolò Zancan mette in fila le storie dei nuovi Valjean: nella discesa agli inferi dell’emarginazione gli apre la porta Egle, un’anziana signora che fruga nell’immondizia del mercato di Porta Palazzo, in cerca di verdura per fare il minestrone. Ma nella vita di prima c’erano state una casa, una famiglia, le vacanze a Loano sulla 500. Poi si è ritrovata a vivere con la pensione di reversibilità del marito e la dignità perduta in un cassonetto della spazzatura.
In questo atlante della disperazione c’è tutto il catalogo degli emarginati: un padre separato, un senzacasa che dorme in auto, un cassintegrato, prostitute, migranti, rider. E un ladro di mance che viene licenziato come Mario. L’aiuto cuoco gli dice: “Da te non me lo sarei mai aspettato”. E lui gli risponde, umiliato, “nemmeno io”.
Invece è tutto prevedibile e ha un nome semplice: si chiama povertà. Dei poveri però non frega niente a nessuno, incredibilmente nemmeno dei lavoratori poveri: sono solo numeri nelle statistiche dell’Istat.
Finché non rubano sei uova e una scamorza.
(Silvia Truzzi, FQ 29 febbraio 2024) da Tranchida.
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chouncazzodicasino · 7 months ago
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Magenta
Tra i vecchini dei palazzi intorno al mio negozio c'è una gara a chi mi saluta più calorosamente, a chi urla di più dalla strada e si sbraccia per salutarmi anche se sono dentro a porta chiusa, magari con dei clienti. A loro non importa, si fermano, mi guardano e si sbracciano sorridenti. Ormai è un nostro rito, siamo una gang.
Il mio preferito è, senza ombra di dubbio, il bicentenario con il bull dog che sembra uscito dalla scena della somiglianza cane-padrone de "La carica dei 101".
Poco fa si è affacciato in negozio uno dei vecchini del palazzo proprio di fronte alla mia porta. Lui è uno di quelli con cui ho meno confidenza, non fa parte della nostra matta e spericolata gang del buongiorno, sì mi saluta ma allo stesso tempo mi scruta, mi studia, secondo me cerca di capire che tipo sono e che lavoro faccio, ogni tanto mi dice qualcosa sul tempo ma niente più, solitamente mi guarda e mi osserva, un po' con il broncio.
Poco fa, dicevo, si è affacciato in negozio e mi ha detto:
"Buon pomeriggio, può venire un attimo con me in strada?"
"Certo, arrivo subito!"
Arrivata vicino a lui, ha alzato l'indice nodoso verso il suo balcone al primo piano e mi ha sorriso.
"Visto che lei se ne intende di colori volevo farle vedere quanto sono belli i gerani che ho appena messo in balcone. Non sono rossi, non sono fucsia o rosa, sono così belli. Come si chiama quel colore di preciso?"
"Magenta. Sono dei bellissimi gerani magenta."
"MAGENTA. Bello. Mi piace. Grazie."
E se n'è andato, soddisfatto.
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itsloriel · 1 year ago
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Painted Garden, Villa of Livia, detail with pomegranate bush by Steven Zucker, Smarthistory co-founder
Painted Garden, removed from the triclinium (dining room) in the Villa of Livia Drusilla, Prima Porta, fresco, 30-20 B.C.E. (Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo, Rome)
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unbiviosicuro · 6 months ago
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varco il secondo portoncino del mio palazzo e salgo i primi due scalini di quattro piani mentre la porta si richiude e inspiro forte, e i miei occhi si abituano a quella tenue oscurità: in quel preciso istante l'odore ha un'intensità tale da sapermi riportare a quella notte di ottobre, entrare in casa nostra, nostra da un secondo, nostra da nove mesi mentre attraverso il medesimo portoncino e penso che tutto doveva ancora accadere. penso: un colore così diverso da quello di questa giornata che se li accosto il contrasto cromatico è quasi da distogliere lo sguardo. tutto doveva ancora accadere: i malesseri cronici, lui e lei, lui, reagire al tuo quasi-suicidio, al vuoto di te, alla psichiatria solo immaginata e raccontata; piangere e poi non riuscire a piangere più, per mesi; fare amicizia, imparare tante parole, diventare così e stare ogni giorno in un così provvisorio; perdermi, incolparmi, cercare comunque di sopravvivere. dire sì, sì, sempre sì quando avrei detto di no; dire no quando avrei detto di sì. non fermarsi, non sapersi assolutamente fermare nemmeno adesso, soprattutto adesso che dormo 4 ore per notte incapace di focalizzarmi su un alcunché con il cuore in avanti correre a perdifiato. il cuore oltre questa città sconfinata oltre i giorni che cancello a uno a uno dal calendario perché è così difficile sostare ora, estremamente, come lo è parlare, come lo è ammettere il desiderio che tutto finisca presto per vederne finalmente la forma vera. e uniformarne i colori. e saperli guardare e poi, forse, se ancora ne sarò capace: arrivare a capire
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instabileatrofia · 1 month ago
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La donna invisibile di Porta Palazzo
(The Invisible Woman of Porta Palazzo)
I.S.A.
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Do not remove the captions pls.
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