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Fratelli d’Italia e Silvia Raiteri: misure concrete per il sostegno alle PMI. Agevolazioni per l’adeguamento ambientale e accesso al credito
Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte, con il sostegno del consigliere regionale Silvia Raiteri, ha presentato un ordine del giorno per il supporto alle piccole e medie imprese (PMI) nell’adeguamento alle stringenti normative ambie
Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte, con il sostegno del consigliere regionale Silvia Raiteri, ha presentato un ordine del giorno per il supporto alle piccole e medie imprese (PMI) nell’adeguamento alle stringenti normative ambientali. L’obiettivo è garantire sostegno economico alle aziende per la sostituzione di veicoli commerciali e impianti di riscaldamento…
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Regione Sicilia: firmato a Palazzo d'Orléans accordo di collaborazione per la tutela della biodiversità siciliana
Regione Sicilia: firmato a Palazzo d'Orléans accordo di collaborazione per la tutela della biodiversità siciliana. Condividere competenze e conoscenze per tutelare la biodiversità siciliana e sviluppare una rete di ricerca all'avanguardia che possa orientare le pratiche e le politiche istituzionali nel campo della sostenibilità ambientale. Con questi obiettivi è stato firmato a Palazzo d'Orléans, un accordo di collaborazione con il National biodiversity future center (Nbfc), uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera, finanziato dal Pnrr e coordinato dal Cnr con lo scopo di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di Agenda 2030 delle Nazioni unite. A sottoscrivere l'intesa il presidente della Regione Siciliana, l'assessore regionale all'Ambiente, il direttore generale dell'Arpa Sicilia, il rettore dell'Università di Palermo e il presidente di Nbfc. Il Nfbc grazie al patrocinio della presidenza della Regione Siciliana, allestirà a Palermo, e precisamente all'interno dell'ex complesso Roosvelt all'Addaura, il suo "Biodiversity science gateway", una piattaforma fisica e digitale che metterà a disposizione di cittadini, aziende ed enti pubblici dati, risultati e pubblicazioni per acquisire maggiore consapevolezza sull'argomento e per fornire supporto nella progettazione di collaborazioni scientifiche e tecnologiche internazionali nel segno della sostenibilità ambientale. La struttura, che ospita la sede l'Arpa Sicilia, è stata riqualificata dalla Regione con l'obiettivo di farne un polo scientifico d'eccellenza. La Sicilia sarà dunque il centro di un network internazionale dedicato all'ambiente e ai processi di sviluppo sostenibile grazie anche alle competenze e alle expertise dell'Università degli studi di Palermo impegnata nel campo della ricerca e del trasferimento tecnologico. Palazzo d'Orléans garantirà il coordinamento di tutti gli enti e assessorati regionali coinvolti che dovranno condividere banche dati, competenze, know-how e risorse umane, collaborare nella progettazione di nuove ricerche, nelle attività di formazione e orientamento sui temi dell'innovazione, nel supporto ad altri enti, start up e spin off e a tutte quelle imprese legate alle tematiche ambientali oltre che nella divulgazione delle conoscenze scientifiche dedicata ai vari settori della società, comprese le scuole, per accrescere la cultura del valore delle risorse naturali e promuovere cambiamenti nei comportamenti collettivi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Un chiave nell’innovazione europea è l’Intelligenza Artificiale
La digitalizzazione insieme alla sostenibilità ed all’economia circolare, supportate dall’Intelligenza Artificiale, costituiscono ottimi strumenti per avviare nuove iniziative che possono distinguerci dal resto del mondo e darci, come Europei, nuovi vantaggi competitivi. Queste le parole di Christian Colombo, presidente di Afil – Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia (il Cluster Tecnologico per il Manifatturiero Avanzato, ufficialmente riconosciuto da Regione Lombardia), pronunciate in occasione dell’evento Clusters meet Regions organizzato a Milano il 26 e 27 marzo 2024. La situazione di contesto è “instabile”, visti i cambiamenti significativi che influenzano l’economia, la politica e la società. La presenza di conflitti militari nei Paesi vicini e, prima ancora, l’impatto della pandemia globale, hanno ostacolato i flussi commerciali e provocato una ristrutturazione delle relazioni economiche. L’aumento dei costi logistici e dei prezzi dei beni di consumo, insieme all’instabilità in alcune aree, stanno creando disuguaglianze sociali sempre più evidenti. Insomma, per la manifattura lombarda, italiana e continentale, non è facile. Ma nulla è perduto. La Twin Transition (doppia transizione digitale ed ecologica) non è un ostacolo, ma una sfida nella quale entrano in gioco i Cluster regionali e nazionali. Per natura e vocazione, essi associano attori diversi con competenze differenti: aziende piccole, medie e grandi, centri di ricerca, atenei, enti istituzionali ed associazioni; favoriscono la collaborazione tra associati, la condivisione delle conoscenze e delle risorse, nonché lo sviluppo di sinergie tra imprese ed enti all’interno di una stessa regione o area geografica. Poi entrano in gioco i rapporti con l’Europa, che promuove attivamente l’ecosistema dei Cluster attraverso iniziative come la European Cluster Collaboration Platform (Eccp). Secondo Tullio Tolio, Presidente del Comitato Tecnico-Scientifico di Afil e del Cluster Fabbrica Intelligente (Cfi), nonché docente di Manufacturing Systems Engineering al Politecnico di Milano, occorre un approccio europeo olistico volto a sostenere gli ecosistemi territoriali come motori di crescita. Queste considerazioni sono emerso durante il primo evento Clusters Meet Regions del 2024, che si è tenuto a Milano a fine marzo. Progettato da Paolo Vercesi, Direttore Esecutivo di Afil e Cluster Manager di Cfi, e co-organizzato insieme ad Eccp, Regione Lombardia ed i Cluster Tecnologici Lombardi, l’evento internazionale ha raccolto oltre 250 iscritti provenienti da tutta Europa per approfondire modelli ecosistemici e strategie di innovazione, con particolare attenzione al complesso panorama industriale della Lombardia. A latere, Eccp, con il supporto di Regione Lombardia ed Afil, ha redatto un Input Paper, che evidenzia il contributo fondamentale dei Cluster Tecnologici Lombardi allo sviluppo di un’economia industriale sostenibile ed innovativa nella regione. Questo documento è stato integrato da un Case Study specifico, che ha approfondito la centralità del ruolo di Regione Lombardia e del supporto di Afil nella transizione industriale del manifatturiero lombardo. Il Cluster si impegna infatti a collaborare strettamente con le istituzioni europee e regionali per promuovere politiche industriali e di innovazione mirate alla crescita economica sostenibile; al tempo stesso, si concentra sul supporto alle imprese nell’affrontare le sfide della transizione digitale ed ecologica, offrendo strumenti e risorse per implementare buone pratiche ed adottare tecnologie avanzate. Grazie alla partecipazione attiva a network europei come European Cluster Collaboration Platform (a cui è legata l’organizzazione dell’evento Clusters Meet Regions), Iniziativa Vanguard, Smart Specialisation Platform e Quattro Motori per l’Europa, Afil si propone come punto di riferimento per lo scambio di conoscenze ed esperienze nell’ambito dello sviluppo industriale e dell’innovazione. Una sfida per l’Europa: la Twin Transition «A differenza del passato, l’Europa cerca ora di essere leader su temi chiave come la transizione verde» – afferma Tolio – «Tuttavia, occorre integrare la sostenibilità ambientale, economica e sociale in tutte le iniziative». Ad esempio, attraverso l’economia circolare, che favorisce la salute del pianeta e, al contempo, offre opportunità economiche e sociali per le comunità e le imprese. Un altro punto chiave nell’innovazione europea è l’Intelligenza Artificiale. Secondo Tolio, l’Europa è in ritardo rispetto ad altre regioni del mondo in questo campo, ma vi è l’opportunità di colmare questa lacuna. Se utilizzata in modo responsabile, l’Intelligenza Artificiale può portare a miglioramenti significativi in vari settori, dall’energia alla logistica, contribuendo a rendere l’Europa competitiva a livello globale. Tolio evidenzia infine il ruolo fondamentale degli ecosistemi territoriali nell’incubare idee e innovazioni, sottolineando come le politiche europee debbano sostenerli e promuoverli, in modo che questi possano continuare ad essere motori di crescita economica e sociale. La risposta alle sfide attuali passa per l’Europa Il supporto alle imprese Per Colombo, «non ci sarà una seconda possibilità». Ci sono iniziative europee importanti che vanno nella direzione indicata, cioè quella di raccogliere le sfide della Twin Transition. «Si pensi ai Quattro Motori per l’Europa o alla European Cluster Collaboration Platform». Occorre, però, trovare il modo per mettere a terra gli sviluppi innovativi, tenendo presente che, in alcune regioni europee come la Lombardia, la maggior parte delle aziende ha meno di 50 dipendenti. «Queste imprese non dovrebbero trovarsi di fronte ad oneri e difficoltà che complichino l’accesso a finanziamenti o crediti fiscali per promuovere questi nuovi obiettivi. Altrimenti sarà una ricetta per il disastro» termina Colombo. Il modello di collaborazione tra Cluster «È naturale pensare ad espandere gli orizzonti attraverso una piattaforma di collaborazione tra i Cluster europei. Dobbiamo costruire un modello cooperativo che sfrutti sinergicamente le risorse, l’esperienza e le tecnologie di tutte le regioni europee coinvolte. Occorre immaginare un dialogo trasversale basato sulla condivisione di idee e progetti, che favorisca così la contaminazione» afferma il presidente del Cluster Fabbrica Intelligente Gianluigi Viscardi. I Cluster al centro delle Strategie di Specializzazione Intelligente «I Cluster sono il cuore delle Strategie di Specializzazione Intelligente». Parole di Felipe Javier Carrasco Torres, Viceministro per le Politiche Industriali, Commerciali e Turistiche dell’Autorità Regionale di Valencia, che ricalcano quelle di Elisabetta Confalonieri, Direttore Generale per l’Università, la Ricerca e l’Innovazione di Regione Lombardia. La Strategia di Specializzazione Intelligente (S3) è un approccio europeo utilizzato dalle regioni per identificare e concentrarsi su settori specifici in cui possiedono vantaggi competitivi, distintivi o potenziali di sviluppo. Per Carrasco Torres, «il ruolo dei Cluster è indispensabile non solo per le regioni, ma per l’intero tessuto economico europeo, allineando le ambizioni regionali con gli obiettivi principali dell’Unione Europea. La collaborazione tra le regioni europee attraverso i Cluster è un pilastro fondamentale per accelerare la transizione europea verso pratiche sostenibili e innovative». Il ruolo della European Cluster Collaboration Platform La European Cluster Collaboration Platform (Eccp) serve a facilitare la cooperazione e lo scambio di conoscenze tra Cluster e regioni europee. «Eccp offre un luogo virtuale dove i membri dei Cluster possono trovare partner potenziali per progetti collaborativi, condividere best practices, accedere a risorse ed informazioni pertinenti, nonché partecipare ad eventi di networking e matchmaking, come ad esempio Clusters Meet Regions organizzato a Milano. Inoltre, la piattaforma fornisce supporto per l’implementazione di politiche ed iniziative a livello regionale ed europeo, con particolare attenzione alla promozione dell’innovazione, della competitività e della transizione verso un’economia verde» afferma Teodora Jilkova, Eccp Team Member, in apertura dell’evento. Input paper: la Lombardia e la valorizzazione dell’ecosistema dei Cluster «È importante rafforzare l’ecosistema dei Cluster, anche per la Lombardia, per sfruttare appieno il potenziale della regione» afferma Jan-Philipp Kramer, Head of EU Services di Prognos, presentando ai partecipanti i contenuti dell’Input Paper redatto da Eccp insieme a Regione Lombardia ed Afil. La Cluster Solutions Library evidenzia le iniziative in cui i Cluster hanno svolto un ruolo attivo nei 14 ecosistemi industriali (come indicato nella strategia industriale aggiornata dell’UE) e nelle economie regionali e sono motori per la transizione economica, in linea con la strategia industriale di transizione verde e digitale e di costruzione della resilienza. «La Lombardia è il centro economico trainante per l’Italia, rappresentando il 25% del Pil del paese e contribuendo al 26% delle esportazioni nazionali». Tuttavia, il prerequisito per affrontare le sfide economiche ed ambientali è l’innovazione rispetto alla quale, i Cluster svolgono infatti un ruolo fondamentale. Case study: il ruolo del cluster Afil a supporto di Regione Lombardia Il ruolo strategico di Afil Afil rappresenta il punto di riferimento per Regione Lombardia rispetto alle tematiche di innovazione del settore manifatturiero lombardo. In particolare, di concerto con l’autorità regionale, il Cluster si impegna attivamente nella definizione di strategie e nella redazione di documenti a supporto, come la “Roadmap per la Ricerca e l’Innovazione sull’Economia Circolare” (approvata nel 2020, con Delibera di Giunta di Regione Lombardia, e di cui è disponibile anche una sintesi) e le “R&I Priorities for enhancing Artificial Intelligence applications in Manufacturing in Lombardy”, frutto di un percorso di riflessione facilitato dal Cluster Afil e coordinato da Politecnico di Milano ed Università degli Studi di Bergamo. Quest’ultimo documento (di cui è disponibile una sintesi) è stato ufficialmente presentato proprio in occasione dell’evento Clusters Meet regions di Milano del 26 e 27 marzo 2024. In coerenza con la propria missione, Afil facilita e coordina iniziative volte a promuovere, l’innovazione e la collaborazione tra imprese, enti di ricerca ed istituzioni accademiche, con l’obiettivo di stimolare la crescita economica sostenibile e la creazione di posti di lavoro qualificati, concentrandosi su settori e temi chiave rispetto ai quali la Lombardia ha un vantaggio competitivo, come il Manifatturiero Avanzato e le tecnologie abilitanti. Partecipazione alle iniziative europee Il coinvolgimento attivo in iniziative europee del calibro di European Cluster Collaboration Platform, come Iniziativa Vanguard, Smart Specialisation Platform e Quattro Motori per l’Europa, permette ad Afil di facilitare ulteriormente la collaborazione tra Cluster e stakeholder regionali per lo sviluppo industriale delle regioni. Questa partecipazione consente di mettere a confronto modelli ed iniziative regionali, nonché di scambiare esperienze e buone pratiche con altre regioni europee, nell’ottica di creare sinergie e promuovere la cooperazione per affrontare le sfide comuni e sfruttare le opportunità disponibili. Focus sulla Twin Transition Afil riveste un ruolo fondamentale come punto di riferimento sulle tematiche della trasformazione digitale e sostenibilità nel manifatturiero lombardo. Le sue attività promuovono pratiche relative a digitalizzazione, circolarità e remanufacturing. In particolare, Afil supporta infatti le imprese nella trasformazione dei processi produttivi verso modelli più sostenibili e digitali, fornendo loro strumenti e risorse per affrontare questa transizione in modo efficace. A tali iniziative sul territorio si affiancano numerose attività implementate nell’ambito dei progetti europei di cui il Cluster Afil è partner, in particolare quelli co-finanziati mediante il nuovo strumento europeo Interregional Innovation Investments (I3): DeremCo (che mira a supportare le pmi del settore dei compositi nello sviluppo di nuovi modelli di business circolari e nella promozione dell’innovazione tecnologica), Batmass (il cui obiettivo è creare una “European Circular Battery Valley”, focalizzandosi sul riciclo e remanufacturing delle batterie) e Smart-Growth (finalizzato a promuovere l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nel processo di crescita dei cristalli per applicazioni industriali e, in particolare, nel settore della fotonica). Sempre sul tema della Twin Transition, Afil ricopre un ruolo attivo in altri progetti europei, presentati in occasione dell’evento Clusters meet Regions, come ad esempio, Adma TranS4MErs (finalizzato a supportare le Pmi manifatturiere nel proprio percorso di trasformazione digitale), AI Redgio 5.0 (che intende a promuovere l’adozione delle tecnologie di Intelligenza Artificiale nelle imprese manifatturiere), LCamp (che mira a sviluppare le competenze nel settore della manifattura avanzata), Pimap4Sustainability (volto ad accelerare l’adozione di soluzioni e processi digitali ed ecologici in ambito fotonica, materiali avanzati e manifattura avanzata), Plastix (che mira ad agevolare una trasformazione industriale verso un’economia efficiente delle risorse, con particolare riferimento alle politiche in ambito riciclo, riutilizzo e sostituibilità della plastica) e GreenSmartMed (il cui obiettivo è sviluppare una metodologia per favorire la cooperazione transnazionale tra gli attori della Quadrupla Elica). Organizzazione dell’evento Clusters Meet Regions a Milano Regione Lombardia ed Afil hanno visto nell’evento Clusters Meet Regions un’opportunità unica per sviluppare una narrativa coerente e integrata che illustri il ruolo dei Cluster Tecnologici Lombardi e le loro iniziative verso un pubblico più ampio. Attraverso l’organizzazione di questo evento, Afil ha voluto inoltre promuovere la propria visione e le proprie attività, evidenziando il contributo alla crescita economica sostenibile ed all’innovazione industriale a livello lombardo ed europeo. L’evento internazionale ha offerto infatti a Regione Lombardia, ad Afil ed agli altri Cluster regionali un’occasione per condividere esperienze, conoscenze e strategie con altre regioni e Cluster europei, contribuendo così a rafforzare la propria centralità nell’ecosistema industriale europeo. Read the full article
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Recessione e rischio di aumento del debito mondiale
Debito globale (quasi) record. Paesi Emergenti e imprese Usa i più a rischio. Il Global Debt Monitor di Iif segnala 8.300 miliardi di dollari in più nei primi tre mesi del 2023. Tendenza ribaltata e tetto dei 300mila miliardi di nuovo superato per sfiorare il primato di 12 mesi fa. Ma l’Italia si muove controcorrente Tornano a puntare minacciosamente verso l’alto le lancette del debito globale, proprio quando sul cruscotto si accendono preoccupanti spie di attenzione. Le politiche monetarie restrittive delle Banche centrali hanno spinto in alto i tassi di interesse, rendendo più complesso l’accesso ai finanziamenti, facendo lievitare i costi a servizio del debito e suscitando quindi timori per l’eccessiva leva presente nel sistema finanziario. Se si aggiunge l’animato dibattito di questi giorni sul tetto del debito negli Stati Uniti viene a completarsi un quadro che vede i maggiori rischi concentrati da una parte sui Paesi emergenti e dall’altra sul settore delle imprese. E che lascia per il momento fuori dalla mischia l’Italia, capace di proseguire il cammino virtuoso di riduzione avviato post-Covid. A un passo dal record A scattare la fotografia è l’Institute of International of Finance (Iif), che nel consueto Global Debt Monitor rileva come l’ammontare complessivo del debito contratto nel mondo da Stati, imprese, banche e famiglie sia nel primo trimestre 2023 aumentato di 8.300 miliardi di dollari. Si torna quindi di nuovo oltre la soglia dei 300mila miliardi per sfiorare a 304.900 miliardi il record raggiunto esattamente 12 mesi prima. E si inverte la tendenza favorevole del 2022 (anche se lo stock era per la verità tornato a crescere già nell’ultimo trimestre dello scorso anno) con i Paesi emergenti a dare la spinta principale forti di un livello che sfonda per la prima volta nella storia i 100mila miliardi. L’invecchiamento della popolazione, l’aumento dei costi sanitari e le notevoli lacune nei finanziamenti per il clima continuano a mettere sotto pressione i bilanci pubblici. Il fatto che in raffronto al Pil mondiale vi sia in realtà una stabilizzazione attorno al 335% non pare tranquillizzare gli esperti dell’Iif, pronti anzi a pronosticare un’ulteriore rapida crescita dei livelli di indebitamento. «L’invecchiamento della popolazione, l’aumento dei costi sanitari e le notevoli lacune nei finanziamenti per il clima continuano a mettere sotto pressione i bilanci pubblici», spiegano nel Global Debt Monitor, aggiungendo anche che «le accresciute tensioni geopolitiche determineranno un nuovo aumento della spesa per la difesa nazionale nel medio termine, con un potenziale impatto sul profilo creditizio dei mutuatari sia sovrani che aziendali». Emergenti e settore imprese nel mirino Le preoccupazioni maggiori puntano come accennato verso i mercati emergenti, dove gli aumenti più consistenti sono stati registrati in Cina, Messico, Brasile, India e Turchia e dove, soprattutto, il debito in valuta locale è divenuto meno interessante per gli investitori stranieri e «potrebbe ostacolare la capacità e l’abilità di alcuni Paesi di rispondere efficacemente agli shock esogeni, comprese le sfide legate al cambiamento climatico». Sotto l’aspetto della tipologia del debitore l’area più a rischio sembra invece quella delle imprese non finanziarie, soprattutto in quegli Stati Uniti il cui sistema del credito è stato investito di recente dalla bufera che ha colpito alcuni istituti regionali. «Sebbene i recenti fallimenti bancari appaiano più idiosincratici che sistemici e le istituzioni finanziarie statunitensi abbiano un debito pari al 78% del Pil molto inferiore al livello del 110% che ha preceduto la crisi del 2007-2008, il timore di un contagio ha spinto a ritirare in misura significativa i depositi dalle banche regionali», osserva Iif, che teme come conseguenza «una forte contrazione dei prestiti ad alcuni segmenti, tra cui le famiglie e le imprese sottobancarizzate». Nel mirino potrebbero finire soprattutto le aziende di piccola taglia, con conseguente aumento dei tassi di insolvenza e del numero di quelle che Iif definisce imprese «zombie», la cui quota negli Stati Uniti è stimabile attorno al 14% con presenze concentrate soprattutto nei settori della sanità e dell’informatica. Avanza la finanza «ombra» La crisi innescata da Svb, First Republic e le altre ha anche il risvolto della medaglia di favorire l’avanzata del capitale alternativo offerto dalle istituzioni finanziarie non bancarie. «Le cosiddette “banche ombra” rappresentano ora oltre il 14% dei mercati finanziari, con la maggior parte della crescita derivante dalla rapida espansione dei fondi di investimento Usa e dei mercati del debito privato», sottolinea Iif pronosticando proprio per effetto delle pressioni sulle banche regionali «un’ulteriore espansione dei mercati del debito privato, dove i rischi di riscatto degli investitori appaiono bassi rispetto a certi fondi d’investimento aperti». Il cammino (controcorrente) dell’Italia In un contesto simile l’Italia pare tenersi per il momento ai margini della mischia. Quando viene raffrontato al Pil, il debito complessivo maturato da Stato, imprese, banche e famiglie è ulteriormente retrocesso al 283,9% nei primi tre mesi dell’anno: un valore inferiore di ben 75 punti ai picchi post-pandemia e che si compara addirittura con i livelli precedenti la grande crisi finanziaria. I progressi si sono visti in tutti i settori, compreso quello del debito pubblico che resta la zavorra più pesante e difficile da abbattere con il suo 134,8 per cento. Buon segno. Biden: "Default Usa sarebbe catastrofico per mondo intero". E cancella vertice Quad Australia Read the full article
#China#debitomondiale#DebitoStatiUniti#DollariUSA#GlobalDebtMonitor#paeseiemergenti#postpandemia#tensionigeopolitiche
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La schiuma, nota anche come polistirene espanso (EPS) o Styrofoam, presenta sfide nel riciclaggio a causa della sua natura leggera e bassa densità. Tuttavia, gli sforzi per riciclare la schiuma stanno guadagnando slancio in tutto il mondo, anche nell'Europa orientale.
Negli ultimi anni, diversi paesi dell'Europa orientale hanno implementato o migliorato iniziative di riciclaggio della schiuma, in particolare il riciclaggio di polistirolo. Alcuni paesi hanno istituito impianti di riciclaggio dedicati o ampliato le infrastrutture esistenti per accogliere il riciclaggio della schiuma. Inoltre, sono stati implementati programmi di riciclaggio regionali o comunali per incoraggiare i cittadini e le imprese a separare e riciclare i rifiuti di schiuma.
In alcuni casi, anche i paesi dell'Europa orientale hanno introdotto regolamenti o politiche per promuovere il riciclo della schiuma. Ciò include la definizione di obiettivi di riciclaggio, l'imposizione di tasse sui prodotti in schiuma per finanziare programmi di riciclaggio o il divieto dell'uso della schiuma in applicazioni specifiche in cui esistono alternative praticabili.
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Chi segue le cronache politiche sa di cosa si parla: da un lato un pianto continuo e inesausto per dire che i tanti soldi in arrivo dovrebbero andare a loro, industriali e imprese, che cercano finanziamenti pubblici per “il libero mercato” (ahah), e dall’altro un sistema di welfare e assistenza che consenta a tutti i cittadini – anche a quelli espulsi dal sistema produttivo – di campare la famiglia. Colpi bassi, trucchi dialettici da seconda media, sgambetti e paradossi: la solita solfa che diventa addirittura ridicola quando si svolge sui social a colpi di tweet o di post su Facebook. La narrazione aggressiva di Los Liberistas è nota: le tasse sono un furto (qualcuno lo mette nella bio del profilo), e vanno a finire tutte a quei “maledetti statali” che naturalmente “non fanno niente tutto il giorno” e hanno la terribile colpa, in subordine, di prendere lo stipendio anche quando c’è il Covid. Al contrario dei poveri Los Liberistas che sono costretti a mettere i dipendenti in cassa integrazione (cioè a far pagare gli stipendi a noi tutti), e almeno in un terzo dei casi fare i furbetti (2,7 miliardi fregati, sempre a noi). Va detto che non tutti Los Liberistas sono uguali: ci sono gli estremisti e i moderati, ma il pensiero di fondo è sempre quello: meno Stato e più mercato, salvo poi presentarsi dallo Stato con il cappello in mano quando il mercato non va come vorrebbero. Dannazione. Così le cronache economiche diventano un rosario di lamenti e contumelie: ecco le scuole private addolorate dal fatto che dai rubinetti pubblici non sgorghino più finanziamenti come un tempo. Oppure ecco gli operatori della sanità privata (ma sì, angeli, eroi, salvatori, ecc. ecc) che lavorano con un contratto scaduto da dodici anni: arriveranno gli aumenti, sì, ma coperti al 50 per cento da fondi regionali, cioè pubblici, cioè sempre noi. Naturalmente se si parlasse di devolvere il 50 per cento dei profitti allo Stato si griderebbe ai Soviet, ma si sa com’è, nel rapporto tra pubblico e privato Los Liberistas intendono il flusso soltanto in entrata. Intanto, i numeri sull’evasione fiscale (120 miliardi, stima assai prudenziale) fanno tremare i polsi.
Los Liberistas, ovvero: come piangere sempre e ottenere soldi (dallo Stato)
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Nasce il Governo guidato da Giorgia Meloni. Ecco i nomi dei Ministri
Nasce il Governo guidato da Giorgia Meloni. Dopo il conferimento dell'incarico da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la leader di FdI ha presentato la lista dei ministri. Il giuramento sabato 22 ottobre alle 10. Luca Ciriani - Ministro dei Rapporti con il Parlamento Nello Musumeci - Ministro del Mare e del Sud Alessandra Locatelli - Ministro per le Disabilità Antonio Tajani - Ministro degli Esteri e vicepremier Matteo Piantedosi - Ministro dell'Interno Giancarlo Giorgetti - Ministro dell'Economia Matteo Salvini - Ministro delle Infrastrutture e vicepremier Giuseppe Valditara - Ministro dell'Istruzione e del Merito Gennaro Sangiuliano - Ministro della Cultura Elisabetta Casellati - Ministro delle Riforme Andrea Abodi - Ministro per lo Sport e i Giovani Eugenia Maria Roccella - Ministro della Famiglia, Natalità e Pari opportunità Carlo Nordio - Ministro della Giustizia Guido Crosetto - Ministro della Difesa Francesco Lollobrigida - Ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Paolo Zangrillo - Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Maria Elvira Calderone - Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Annamaria Bernini - Ministro dell'Università Orazio Schillaci - Ministro della Salute Daniela Santanchè - Ministro del Turismo Roberto Calderoli - Ministro degli Affari regionali e delle Autonomie Raffaele Fitto - Ministro degli Affari europei, Politiche di coesione territoriale e Pnrr Gilberto Pichetto Fratin - Ministro della Pubblica amministrazione Adolfo Urso - Ministro delle Imprese e made in Italy Alfredo Mantovano - Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Read the full article
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Viviamo nell’era della città. Essa è da sempre il luogo in cui si incontrano le differenze, le diversità, di età, provenienze, occupazione; città di incroci, migrazioni, interne, esterne e oltre oceano, che trasformano le strutture urbane, ridefinendone, contestualmente, le possibilità. E’ qui, nella città, che il diritto alla differenza è sia il più prezioso sia il più violento, da cui nasce divisione, marginalizzazione, esclusione.
Dal nord al sud dell’Italia, i sindaci "disobbedienti" al decreto Salvini paiono suggerire che, in fin dei conti, l’ineguaglianza è sì, qualcosa che la città crea ma è anche qualcosa che la città può risolvere [1], rifiutando la giustizia come formula privata, i diritti come privilegi, le leggi discriminanti; in breve, rifiutando il paradigma definibile come ’complesso commercial-carcerario- assistenziale’ in cui una minoranza sorveglia, punisce e, all’occasione, neutralizza la popolazione urbana povera.
Già le chiusure, i controlli spaziali, la sorveglianza, la militarizzazione della polizia, hanno modificato le dinamiche urbane, scansionando lo spazio virtuale o lo ’scanorama’, uno ’spazio di visibilità protettiva che definisce ulteriormente i luoghi dove gli impiegati e i turisti borghesi si possano sentire sicuri [2]’.
La città ha provveduto alla sicurezza, ai bisogni, agli affari, ai piaceri, alle eredità ed ai capitali di alcune famiglie soltanto, non promuovendo programmi di uguaglianza sociale ma anzi diminuendo gli accessi ai servizi di supporto per uomini e donne posizionati malamente, marcando la marginalizzazione spaziale dei suoi abitanti.
(Nelle credenze di Bersabea c’è una parte di vero e una d’errore. Vero è che due proiezioni di se stessa accompagnino la città, una celeste e una infernale; ma sulla loro consistenza ci si sbaglia, l’inferno che cova nel più profondo sottosuolo di Bersabea è una città disegnata dai più autorevoli architetti, costruita coi materiali più cari sul mercato, funzionante in ogni suo congegno e orologeria e ingranaggio - Calvino, Bersabea, Le città e il cielo.)
Nelle nostre città, alcune scuole pubbliche sono state riservate ad una maggioranza autoctona ed i suoi fondi, insieme a quelli per imprese e cultura, sono stati utilizzati per pagare sussidi, pensioni ed interessi.
La casa è stata pensata come bene economico su cui speculare attraverso abusivismi e corruzioni, speculazioni e privilegi, degrado ed insicurezze e non è stata mai interpretata in termini di servizi sociali per sfollati, disoccupati, lavoratori precari, giovani o anziani. Le garanzie politiche che tutelano l’accesso al mondo del lavoro e alla sicurezza nel suo adempimento sono state dimenticate [3].
L’inefficienza della burocrazia, le disfunzionalità, la frammentazioni regionali e periferiche, i deficit democratici, questo vasto insieme di variabili multiple [4], restituiscono ai nostri occhi una città incerta per i cittadini che vivono in situazioni di mobilità, di uscita o stabilizzazione nella povertà o di percorso migratorio.
La guerra alla democrazia è stata accompagnata dalla diminuzione delle politiche di intervento sociale, dalla polarizzazione dei tessuti urbani e dall’emergenza della città dualista.
(Gli antichi costruirono Valdrada sulle rive d’un lago […] così il viaggiatore vede arrivando due città: una diritta sopra il lago e una riflessa capovolta […] le due città gemelle non sono uguali, perché nulla di ciò che esiste o avviene a Valdrada è simmetrico: a ogni viso e gesto rispondono dallo specchio un viso o gesto inverso punto per punto. Le due Valdrade vivono l’un per l’altra, guardandosi negli occhi di continuo, ma non si amano - Calvino, Valdrara, Le città e gli occhi.)
La città ha aumentato le espressioni asimmetriche, sempre più distante da quei processi di pacificazione che soli rendono inclusiva la popolazione interna e che in assenza, ne prolungano le gravità [5].
Questa città - duale - ha rifiutato i senza casa, i senza reddito, i senza residenza, i richiedenti diritti e ha fato irruzione nelle loro vite, indecorosamente, producendo nuovi poveri ed ulteriori sfollati, gettandoli in strada, senza la famiglia, il lavoro, gli amici, i punti di riferimento, senza identità. La città duale ha insistito sulla persecuzione interna degli stranieri, aumentandone le complessità in un modo precedentemente sconosciuto.
In nome della sicurezza e dell’insicurezza, sono state fondate nuove categorie di ineguaglianza e pregiudizi (new patterns of inequality and prejudice), nuove categorie di alterità e nuove categorie di segregazione (new patterns of segregation) rilegando gli ’invisibili’ in aree specifiche per segregazione, esperienze abitative e opportunità residenziali [6].
Photo credit: Vanna D’Ambrosio, Macerata - 10 febbraio 2018
Si è autorizzato, così, il passaggio dallo stato sociale allo stato penale [7], per mezzo di una città non inclusiva, non condivisa, non sostenibile, non resiliente, non innovativa e democraticamente non giusta alle necessità dei suoi abitanti ma proiettata alla criminalizzazione delle marginalità e delle fragilità sociali, dallo Stato abbandonate (rifugiati [8], cassaintegrati, disoccupati).
Pestaggi a sangue, massacri di botte, fermi ingiustificati, scritte fasciste e svastiche sui muri, atti violenti, insulti verbali, si sono consumati nelle nostre città moltiplicando i pericoli ed i rischi della vita quotidiana. Nei centri cittadini di Macerata, Firenze si sono consumati barbari assalti e omicidi a sfondo razzista.
Secondo Davis e de Duren’s, i conflitti emergono in città dove ’a popolazioni diverse sono negati gli accessi a istituzioni formali o informali per la presentazione di reclami, per influenzare la politica urbana o per difendere i diritti di cittadinanza o gli obiettivi di identità [9]’.
Roma. Anno 2018
E’ facile arrivare alla conclusione che esiste una città divisa [10] e una segregazione spaziale e sociale.
A Roma, quello passato, è stato un anno all’insegna della sicurezza: la città ha seguito i conflitti sociali che lo Stato ha costruito secondo i principi della sicurezza; per Stephen Graham, il solo criterio della legittimazione politica. In un’ottica complessiva, lo Stato si è trasformato dall’essere una magnifica macchina da guerra in una molteplicità di organizzazioni interne che perseguono lo stesso fine [11]: la manipolazione sociale e le politiche urbane, per prime, ne chiariscono gli antagonismi, le tensioni e i conflitti interni.
Sul versante opposto, invece, c’è chi ritiene che la città dovrebbe essere sviluppata ’per garantire la sostenibilità umana, soprattutto quando le nazioni falliscono nel farlo [12]’.
Gli studi condotti sul sentimento di insicurezza dimostrano che esso è strutturalmente connesso al governo dei nuovi processi di esclusione sociale, il modo più appropriato per naturalizzare il porsi di nuovi modelli sociali di esclusione.
Non occorre, dunque, un’esperienza diretta con la violenza per aumentare l’insicurezza : difatti, mentre i crimini diminuiscono, la paura aumenta. ’Il panico sociale per la criminalità è un concetto pigliatutto che omologa insicurezze soggettive e collettive diverse ed eziologicamente anche disomogenee [13]’.
Lo Stato si assume a garante del sentimento di sicurezza/insicurezza ed, attraverso ciò ha avviato una produzione giuridica e culturale intrecciata di potenze, leggi, laboriosità e negazione dei diritti; una tecnologia governamentale, che costruisce normativamente l’irregolarità al fine di alimentare insicurezze e legittimare la politica del controllo.
In contesti multietnici e di forte diversità sociale il sentimento di insicurezza tende ad accentuare una visione socialmente differenziatrice e classificatoria delle società, contribuendo all’espansione di ideologie segregazioniste. In un crescente clima di autoritarismo, nella città di Roma, sgomberi ed evacuazioni si sono susseguite spettacolarmente moltiplicando la schiera degli invisibili.
(La città di Sofronia si compone di due mezze città. […] una mezza città è fissa, l’altra è provvisoria e quando il tempo della sua sosta è finito la schiodano, la smontano e la portano via, per trapiantarla nei terreni vaghi d’un’altra mezza città - Calvino, Sofronia, Le città sottili.)
’Capisci, erano tredici anni che stavo qua. Tutte le mie cose sono dentro, la stampante che avevo appena comprato. Credimi, avevo tantissimo con me, molte cose di valore che appartengono al mio lavoro. Adesso non ho niente [14]’. Quello che succedeva, ad ogni sgombero, era già scritto nella ridondanza della democrazia istituzionale che, in un baratro di assenze, ’il chiaroscuro dove si generano mostri’, assume i conflitti come propri, controllandoli mediante l’intervento repressivo ed esercitando una sovranità buona soltanto a garantire il mantenimento delle condizioni di ’legge ed ordine’, funzionali alla riproduzione dei capitali.
’La mia progettazione della struttura urbana […] conserva i determinanti ecologici come il reddito, il valore fondiario, la classe e la razza, ma aggiunge un nuovo fattore decisivo: la paura [15]’.
A Roma, sono state impiegate tutte le forze dell’ordine e le ruspe, dalle più piccole alle più grandi.
A via Scorticabove, Roma Capitolina ha impiegato oltre 100 unità, tra donne ed uomini, vigili urbani, polizia e servizi sociali, quasi uno ad uno, per provvedere al ripristino della sicurezza pubblica e delegittimare l’intera comunità sudanese di rifugiati politici in tutta la sua presenza, mostrando che gli edifici a tempo rimangono l’unico interesse dell’amministrazione, per un’accoglienza che mira allo sfruttamento ed “all’impoverimento graduale.
Ai plurisgomberati del campo informale del Baobab Experience, invece, le forze dell’ordine hanno impedito che gli attivisti distribuissero la colazione, mentre in una giornata di forte pioggia, cercavano riparo a Piazzale Spadolini.
Alla ex-Penicillina, gli abitanti chiedevano "occorreva tutta sta gente per portarli via? Siete venuti solo con due autobus, vuol dire che lo sapevate quanti erano!”. É stato uno sgombero costato ai contribuenti romani 277 mila euro e l’amianto per cui si richiedeva un’adeguata bonifica rimane sulla Tiburtina.
Discriminatorio, allora, non diventa una negazione diretta o un muro ma le procedure varate per rendere accesso a procedure politiche apposite per un range urbano escludendone un altro [16]”.
Uomini e superdiversi
Amin ha parlato di una società di stranieri e Vertovec l’ha definita ’superdiversità’ di fronte a politiche che non hanno come effetto quello di eliminare gli immigrati ma di renderli più vulnerabili e ricattabili, aumentando la concorrenzialità al ribasso ed incrementando anche le reali possibilità di un loro ingresso nell’economia illegale, in una profezia che si auto-avvera [17]. Per Vertovec, una ’diversificazione della diversità che si distingue per una dinamica interazione di variabili tra un numero crescente di immigrati nuovi, piccoli e dispersi, con più origini, transnazionalmente connessi, socio-economicamente differenziati e legalmente stratificati, arrivati nell’ultimo decennio [18]’.
Li hanno condannati alla dispersione, all’estesa criminalizzazione della miseria [19], creando, insieme, ’ossessioni dei contagi, della peste, delle rivolte, dei crimini, del vagabondaggio’ e sofferenza sociale, ’persone che appaiono e scompaiono, vivono e muoiono nel disordine’.
Una moltitudine di persone, (ed ancora di più) sono già rimaste in strada. Uomini donne e bambini, non tutelati da alcun diritto, per un ’massacro vitale’, che seleziona arbitrariamente chi ha il permesso di condurre una vita che deve essere protetta e chi non lo ha perché inferiore pro specie, vita che può essere negata e/o uccisa.
Li hanno gettati sulla strada, tra le automobili, stanchi e pieni di polvere insieme alle poche cose che hanno potuto salvare e null’altro, richiedenti ed ancora bisognosi d’aiuto.
Li hanno violati nell’intimità, aprendo i loro armadi, entrando nelle loro case, sgomberando tutto ciò che per certi "uomini" non aveva alcun valore.
(Le proprietà della città doppia sono note. Più la Laudomia dei vivi s’affolla e si dilata, più cresce la distesa delle tombe fuori le mura […] e per sentirsi sicura la Laudomia viva ha bisogno di cercare nella Laudomia dei morti la spiegazione di se stessa, anche a rischio di trovarvi o di più o di meno - Calvino, Laudomia, La città e i morti.)
Roma ha prodotto bambini stanchi abbracciati alle mamme tristi, uomini in strada che sul corpo portano la memoria di idranti, cariche e ruspe, un disastro umano che ha riversato sul tessuto urbano tutta la fragilità e la violenza di leggi parziali e di un diritto minore.
Una città ridisegnata ad anelli di potere che forma e legittima una superdiversità, aliena dalla pratiche cittadine, e per questo ciclicamente minacciata dalla privazione dei diritti e perseguibile per un autoritarismo sovrano che ha generato, in tutta Europa, nuove ineguaglianze e conflitti politici. Internamente, le politiche locali sono state utilizzate per migliorare l’ineguaglianza: ’qualunque città, sebbene piccola è, in realtà, divisa in due, una città del povero, l’altra del ricco. Queste due città sono in guerra l’una con l’altra [20]’.
(Al centro di Fedora, metropoli di pietra grigia, sta un palazzo di metallo con una sfera di vetro in ogni stanza. Guardando dentro ogni sfera si vede una città azzurra che è il modello di un’altra Fedora. Sono le forme che la città avrebbe potuto prendere se non fosse, per una ragione o per l’altra, diventata come oggi la vediamo - Calvino, Fedora, Le città e il desiderio.)
Note
[1] R. Schragger, City power: Urban Governance in a Global Age. “Inequality is said to be something that the city creates and somehing that a city can solve”
[2] M. Davis, L’ecologia della paura. “Quando tutto il resto fallisce, la casa intelligente diventa una combinazione di un bunker e di un deposito di armi […] Continuiamo a permettere che i centri delle nostre città degenerino in terzi mondi criminalizzati, tutta l’ingegnosa tecnologia di sicurezza, presente e futura, non salverà l’ansiosa borghesia”
[3] Nel 2018 sono stati 702 i morti sui luoghi di lavoro e oltre 1.450 i morti sulle strade e in itinere.
[4] Vedi l’antropologia ’of local micropolitics of everyday interaction’ di Amin
[5] Tilly, The Politics of Collective Violence, p. 10 ’Systematic discrimination and neglect embodied in state institutions at the city and supra- urban levels are central to almost all civic conflicts’
[6] Cfr, Robinson e Reeve 2005, Zetter 2005, Rudiger 2006
[7] L. Wacquant, Dallo stato sociale allo stato carcerario, 1998
[8] Per Hannah Arendt, essere rifugiati era un modo per perdere i propri diritti, soprattutto in riferimento alla cittadinanza, il diritto che rende tutti esseri umani
[9] Cit. in Cordes, City Soverignty. Urban Resistance and Rebel Cities Reconsidered, 2017. “divergent populations are denied acces to formal or informal insitutions for claim-making, for influencing urban policym or for advocating for citizenship rights or identity aims”
[10] Cfr. Borja e Castells 2002 (Città duale); Paone 2008 (città in frantumi); Fainstein (Divided Cities); Burgess (Fragmentated Cities); Mollenkopf (Dual Cities); Marcuse (Partitioned Cities)
[11] Tilly, 1994. "States changed from magnified war machine into multipurpose organizations"
[12] Barber in V.F.Cordes, City Soverignty: Urban Resistance and Rebel Cities Reconsidered, 2017. "To secure human sustainability, especially when nations fail to do so’’.
[13] Lagrange, 1992
[14] Testimonianza di un rifugiato sudanese dopo lo sgombero in Via Scorticabove
[15] Davis, 1994a, p.46
[16] Cfr. Hardt, Negri, 2017. “This common is not only the earth that we share but also the languages we create, the social practices we estabilish, the modes of sociability that define our relationship, and so forth
[17] Mosconi, 2010
[18] Vertovec, ’Opinion: Superdiversity revealed”, 2015
[19] Wacquant, 2006
[20] Platone: "Any city, however small, is in fact dividev into two, one the city of the poor, the other of the rich; these are at war with one another"
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Marchi olografici anticontraffazione Mercato 2028 con tendenze strategiche Crescita, ricavi, domanda e potenziale futuro dell'industria e dei ricavi dell'industria
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Cagliari, 37.842.000 euro di risorse destinate alle imprese: l'assessora Desirè Manca presenta l'avviso SO.LA.RE
Cagliari, 37.842.000 euro di risorse destinate alle imprese: l'assessora Desirè Manca presenta l'avviso SO.LA.RE. Con l'obiettivo di dare un rinnovato impulso alle politiche attive a sostegno dell'incremento occupazionale della filiera turistica, è stata presentato l'avviso SO.LA.RE. Sardegna - Sostegno Lavoro Regione Sardegna, nell'ambito del Programma regionale FSE + 2021 – 2027. "Rispetto al precedente intervento pluriennale "Destinazione Sardegna lavoro", con l'Avviso SO.LA.RE. abbiamo introdotto alcune importanti novità. Modifiche – spiega l'assessora del Lavoro Desirè Manca - dettate da una precisa volontà politica, quella di tendere una mano alle imprese sarde più fragili, a tutte quelle imprese che negli scorsi anni non sono riuscite ad ottenere un sostegno economico, e per le quali ricevere un aiuto finalizzato all'assunzione di personale può davvero fare la differenza. Sulla base dell'osservazione del dato storico, abbiamo deciso di introdurre un massimale, di 300 mila euro per le medie e grandi imprese e di 150 mila euro per le micro e piccole imprese, in modo da poter così soddisfare un maggior numero di istanze e ampliare la platea dei beneficiari. Inoltre - ha precisato l'assessora – alle micro e piccole imprese sarà riconosciuto il sostegno per l'intero arco temporale compreso tra marzo e dicembre, mentre per le medie e grandi imprese si è scelto di non estendere il contributo nei mesi di alta stagionalità turistica come luglio e agosto, in considerazione della natura dell'intervento che punta a promuovere e incentivare la creazione di nuovi posti di lavoro che senza aiuto non potrebbe altrimenti realizzarsi". L'avviso è rivolto a tutte le aziende del comparto turistico e del suo indotto e comprende circa 70 codici Ateco: dalla ricettività alla ristorazione, dai trasporti alla cultura e spettacolo. Le risorse a disposizione (20.000.000 FSE + 2021 -2027, 17.842.000 fondi regionali) ammontano complessivamente a 37.842.000, di cui 4 milioni destinati alle grandi imprese e 33.842.000 alle micro, piccole e medie imprese. "Altra importante novità – sottolinea l'assessora del Lavoro – riguarda la tempistica. L'avviso verrà pubblicato entro maggio, ovvero tre mesi prima rispetto all'edizione del 2023. Inoltre, lavoreremo affinché a partire dal 2025 possa essere pubblicato a inizio anno e con copertura di 12 mesi". "L'obiettivo – conclude l'esponente della giunta Todde - è la creazione di circa 15 mila posti di lavoro per i disoccupati over 35 e per i giovani under 35 con particolare attenzione alla tutela dell'occupazione femminile. Il contributo garantisce la copertura compresa tra il 30 e il 40% delle spese per il personale neoassunto".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Aiutiamo aziende, associazioni e organizzazioni a dialogare con le Istituzioni e le autorità regolatorie, esaminando a fondo le opportunità e i rischi legati ai loro piani di business e alle loro decisioni. Sviluppiamo Strategie ad hoc basate sulle esigenze dei clienti e realizziamo campagne di sensibilizzazione a supporto degli obiettivi prefissati. Trasmettere i giusti messaggi è infatti fondamentale per incidere sul processo decisionale, al fine di far percepire i propri interessi in modo trasparente ed efficace. Siamo in grado di dar vita a un’organizzazione di base, di mettere insieme una coalizione di rappresentanza degli interessi e di raggiungere i Target di riferimento a partire dal basso. Seguiamo il processo di costruzione del consenso partendo dall’analisi dello scenario e dal coinvolgimento delle terze parti, passando per la creazione di piani di comunicazione ad hoc online e offline, giungendo infine alla mobilitazione dei cittadini e al raggiungimento degli obiettivi fissati. Contribuiamo all’implementazione di politiche, pratiche e comportamenti a favore della Responsabilità Sociale d’Impresa o Corporate Social Responsibility (CSR), rafforzando il rapporto e le relazioni economiche, sociali e ambientali dei nostri clienti con le comunità nelle quali operano e con i loro stakeholder (azionisti, dipendenti, clienti, partner commerciali, Istituzioni). LE ATTIVITÀ DI PUBLIC AFFAIRS & ADVOCACY Analisi dello scenario Mappatura interlocutori Stakeholder engagement Focalizzazione della "posta in gioco" Definizione degli obiettivi Costruzione del messaggio Strategy building (target, approccio, azioni tattiche) Network & Coalition building (formali o informali) Preparazione dossier e presentazioni istituzionali Monitoraggio legislativo europeo, nazionale e regionale Accreditamento presso le Istituzioni europee, nazionali e regionali Responsabilità sociale d’impresa o Corporate Social Responsibility (CSR) #formazione #consulenza #covid #pmi #marketing #professionisti #imprenditoria #pharma #comunicazionefarma #liberoprofessionista #p #aziende #azienda #italia #impresa #imprese #business #aziendeitaliane #lavoro #imprenditore #imprenditori (presso Axess Public Relations) https://www.instagram.com/p/CJ6rUT6LWan/?igshid=19dqw3h6k8mkz
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UIL FOGGIA, approvati all’unanimità preventivo e consuntivo
“La UIL Foggia riesce a dare il massimo anche nei momenti di difficoltà. Ed è per questo che siamo da anni un’organizzazione in salute e in continua crescita”. È questo il “ritratto” che Gianni Ricci, Segretario Generale della UIL FOGGIA, ha illustrato nel corso della riunione dell’esecutivo Confederale - introdotta dal Segretario Organizzativo Pasqualino Festa - dedicato ai bilanci preventivo 2020 e consuntivo 2019 alla presenza del Segretario Generale della UIL PUGLIA BARI-BAT, Franco Busto.
“Ci siamo attrezzati con rapidità ed efficienza per lo smart working offrendo ai lavoratori e a tutti i cittadini a ogni ora della giornata. La dedizione, il senso di appartenenza dimostrata da tutto il personale UIL è stato commovente” ha rimarcato Ricci che ha ringraziato “UIL PUGLIA e UIL nazionale per l’importante investimento in materia di sicurezza dei lavoratori e per la grande attenzione a tutti i territori”.
Il Segretario Generale della UIL FOGGIA è quindi passato ad analizzare le difficoltà burocratiche e i rallentamenti nell’erogazione degli aiuti a cittadini e imprese, le azioni realizzate da CGIL-CISL-UIL nel periodo del lockdown e lo stato attuale dell’economia italiana e internazionale.
In merito all’ormai prossimo avvicendamento alla guida della UIL nazionale tra Carmelo Barbagallo e PierPaolo Bombardieri, il Segretario Generale della UIL Foggia, ha ringraziato “Barbagallo per essere stato sempre vicino alla UIL FOGGIA anche nei momenti difficili” e fatto “gli auguri di buon lavoro a Bombardieri”.
Le conclusioni di Ricci sul ruolo del sindacato nel futuro: “Viviamo una situazione senza paragoni rispetto alla quale dobbiamo essere pronti a superare i nostri stessi limiti e a ripensare il nostro modo stesso del sindacato, il nostro approccio al mondo del lavoro e anche il nostro apporto alla costruzione della società del futuro”.
A seguire gli interventi di Pino Salamon e Luigi Giorgione e Antonio Castriotta (Segreteria Generale UIL FOGGIA) dei segretari di categoria Antonio Elio Dota (UILTUCS), Marcellino Miroballo (UILM), di Stefano Falla (Uilscuola), Antonio Montereale (UILTRASPORTI), Carlo Macrini (UILPOSTE), Bruno Collotorto (UILCA), Antonio Guerra (UIL VIESTE) e del Segretario Regionale UILPA Edoardo Filippone.
Conclusioni dei lavori affidate a Franco Busto: “Tutto quello che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo collegato a questa tragica vicenda locale, ci fa capire che dobbiamo essere tutti pronti al cambiamento. Dobbiamo cominciare a pensare a una profonda riforma della Cassa Integrazione e dobbiamo avere il coraggio di fare determinate scelte a tutela dei lavoratori. Così come va avviata una profonda riflessione sul sistema di trasporti pubblici e privati in Puglia e su un nuovo modello di politiche del lavoro. Da questa situazione di generale difficoltà si esce solo facendo rete. Le prossime regionali sono un’occasione da non perdere. Gino Giorgione è una persona perbene, preparata, competente, un sindacalista capace e merita il nostro pieno e totale sostegno. La UIL FOGGIA è sempre un passo avanti e un esempio da seguire”.
Acquisito il parere positivo del collegio dei revisori, l’esecutivo ha infine approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2019 e il preventivo 2020.
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(via PENTALEGHISMO E MEDIA: UN AMORE CHE VIENE DA LONTANO.)
Il clima mefitico di questa estate italiana, tra gli ammiccamenti fascisti della Lega e il susseguirsi di aggressioni a sfondo razzista, sembra andare a genio alla maggioranza degli italiani. Le percentuali di approvazione del governo continuano ad essere alte (oltre il 60%) ed il consenso verso la Lega cresce ad ogni rilevazione statistica, nonostante i piagnucolii isterici dell’establishment intellettuale e politico riscopertosi improvvisamente antirazzista e terzomondista.
In questa palude di odio, cinismo e striduli richiami moralisti da libro Cuore, i media italiani, senza eccezioni rilevanti, continuano a svolgere l’unico compito di cui sono capaci: portare acqua al mulino del potente di turno.
Infatti i gruppi editoriali del belpaese si muovono da tempo su un piano simbolico bidimensionale che si estende lungo le coordinate valoriali razzismo/buonismo e quelle politiche populismo nazionalista/neoliberismo europeista. Questa mappa concettuale è sostanzialmente condivisa dalle stesse forze politiche parlamentari, posizionate al suo interno a seconda dell’elettorato di riferimento.
Su tale piano simbolico l’attuale compagine pentaleghista miete i propri successi e continuerà a farlo, sino a che il piano non sarà ribaltato. In un tale ordine del discorso non vi è spazio per riflessioni economiche (se non per qualche intemerata di Boeri, che ci risparmieremmo volentieri) né tantomeno per l’articolazione in termini di classe del fenomeno “razzismo/xenofobia”. L’unica possibilità è collocarsi all’interno di uno scacchiere le cui posizioni sono predeterminate e in cui non sono ammesse eccezioni.
Per provare a far saltare il tavolo dobbiamo quindi capirne i meccanismi, analizzando in particolare il ruolo che i media hanno avuto nel successo elettorale di Lega e M5S e in che modo stanno contribuendo al mantenimento dello status quo. Tutto ciò senza cadere in complottismi o vittimismi, che lasciamo volentieri ai sostenitori del piano Kalergi, cercando invece di leggere il rapporto dialettico tra mondo dell’informazione e formazioni politiche.
La preparazione mediatica, spesso inconsapevole, del successo dei pentaleghisti inizia nel 2017, con i primi allarmi su una presunta invasione di “extracomunitari”, lanciati per sostenere le misure liberticide e securitarie targate governo Gentiloni e Partito Democratico. In un susseguirsi di servizi e reportage, le periferie urbane vengono presentate come suk arabi, in mano a stranieri intenti a taglieggiare e intimidire i “nostri” poveri. La miseria deve essere appannaggio solo degli italiani (quale onore!) e soprattutto circoscritta ad aree marginali e lontane dai centri urbani!
La messa a punto di un tale frame narrativo, di cui in un primo tempo beneficia il PD nella figura del ministro Minniti, additato come santo laico dallo vate Scalfari in più di un editoriale, diventa poi funzionale a altre forze politiche durante la campagna elettorale della primavera 2018.
Ormai inebriati dal proprio successo, i coraggiosi pennivendoli nostrani non perdono occasione per lucrare sulla pelle di qualche poveraccio, a patto che sia di un colore appena più scuro del pallore luciferino dei nostri politici. Il meccanismo è semplice e efficace. Riprorre sempre notizie riguardanti migranti, additandoli ora come orde di invasori senza legge, ora come vittime di un sistema che non ha posto per loro. In breve, per vendere qualche copia di giornale in più o per qualche migliaia di click aggiuntivi, i media nostrani finiscono per creare un allarme sicurezza non corroborato da alcun dato. Si parla di “paura percepita” per giustificare la riproposizione di bufale o notizie di aggressioni non verificate degne delle veline dell’Ovra.
La campagna elettorale, che di per sé garantisce all’asfittico panorama dell’informazione una rinnovata visibilita, non può che ruotare attorno al tema dell’immigrazione.
Improvvisamente l’Italia dei telegiornali e dei quotidiani sembra essere diventata un Far West, con autobus e treni regionali presi d’assalto da immigrati con coltelli e machete come le diligenze da parte dei pellerossa nei film spaghetti western. Non vi è giorno senza che l’intero web venga setacciato da scrupolosi giornalisti per riproporre su siti a rilevanza nazionale (Repubblica in primis) notizie di misfatti compiuti da richiedenti asilo, evidentemente ingrati nei confronti di uno Stato che li pone di fatto ai domiciliari in catapecchie fatiscenti nei luoghi più sperduti della penisola sine die. In assenza di attentati di matrice islamica sulla penisola, l’opinione pubblica è costretta a “accontentarsi” di questi incidenti, ansiosa di senrtirsi raccontare che i mali dell’Italia sono causati da coloro che scappano da fame e guerra invece che da banche e padroni.
Infine ogni legittima protesta contro le passerelle provocatorie del leghista di turno viene descritta da zelanti cronisti come attentato alla libertà di parola. Che orrore questi comunisti che non sanno fare altro che stare in piazza a prendersela con gli eroici celerini! E giù strampalate (e false) citazioni di Pasolini e Voltaire, con tanto di dissociazioni (espediente purtroppo ancora in voga) dalle pratiche di piazza di questo o quel politico di “sinistra”, dal redivivo Bertinotti agli evergreen Grasso e Boldrini, fino a oscuri ex sessantottini strappati a un altrimenti meritato oblio. Lasciamolo parlare il povero Salvini, facciamogli fare tutta la becera propaganda possibile, tanto a rimetterci sarà qualche negro (come successo a Macerata, solo per citare il caso più eclatante) e noi potremo allora indignarci a tutta pagina.
Dopo un tale servizio, gratuito e a reti e giornali unificati, la Lega non poteva che ottenere un sorprendente successo elettorale e, seppure dopo qualche titubanza, formare un governo con il M5S. A coronamento di questa resistibile ascesa, il candidato premier della Lega Salvini prende posto al Viminale, assicurandosi un posto al centro della scena politica nonostante il compromesso con i grillini.
A questo punto, dopo il giuramento dell’ectoplasma Conte, si compie l’ennesimo capolavoro a opera dei mass media: giornali e Tv si accorgono improvvisamente che c’è un crescente clima di razzismo e intolleranza. Allora le mai dome mosche cocchiere dell’establishment, digiune di ogni minima nozione di marketing e comunicazione, iniziano a fare da cassa di risonanza “indignata” per ogni sparata del Ministro dell’Interno, riproducendo senza sosta tweet, interviste e boutade come fossero le nuove tavole della legge aggiornate quotidianamente dal nostro Mosè in felpa padana. Il tutto per dimostrare l’ovvio: la Lega è un partito xenofobo.
Con una tale ossessiva copertura, operativa 24 ore su 24, non deve stupire l’egemonia leghista tanto nella compagine governativa quanto a livello di opinione pubblica. Senza scomodare illustri sociologi, la sovraesposizione del ministro dell’Interno e la martellante insistenza sull’immigrazione, sugli sbarchi e sui rimpatri, non fa che aumentare i consensi verso la Lega, ormai accreditata oltre il 30% negli ultimi sondaggi .
Tuttavia il ministro dell’interno non è il genio della comunicazione che si vuol far credere, né uno showmanparticolarmente dotato. E’ capace di reiterare sempre e solo il ruolo dell’arrabbiato, del duro. Non c’è foto o selfie in cui non si noti in lui tensione, rabbia.
Per far cadere questa maschera basterebbe evitare di distendergli tappeti rossi e inchiodarlo alle promesse elettorali non mantenute, invece di gridare al lupo al lupo ad ogni piè sospinto. Occorrerebbe avere il coraggio di tralasciare le continue sparate e portare l’ordine del discorso su un piano a lui meno favorevole, quale quello economico sociale.
Che fine ha fatto l’abolizione della Fornero? Quanto ci costano i vigili intento a pattugliare le spiagge per multare i pericolosi venditori ambulanti? Dove sono i 49 milioni fatti sparire dalla Lega? E che fino fanno gli incentivi alle imprese che delocalizzano?
Solo all’interno di queste coordinate possiamo incrinare il connubio tra opinione pubblica e Lega, smascherando anche gli utili idioti del M5S che nascosti dietro la democristianissima figura di Di Maio stanno smentendo tutte le promesse fatte in campagna elettorale (abolizione art. 18, reddito di cittadinanza scomparso dai radar, stop al Tav), eccetto per l’epica abolizione dei vitalizi, utile quanto un retino per svuotare il mare della povertà e dell’ingiustizia sociale.
Lorenzo
Redazione Pisana Lotta Continua
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Sacchetti di lavaggio intestinale monouso Mercato 2021-2028 con tendenze strategiche Crescita, entrate, domanda e potenziale futuro dell'industria
Global Sacchetti di lavaggio intestinale monouso Market By Type (Type A,Type B), By Application (Clinical Use,Coffee Enema,Others) Geografia (Nord America (Stati Uniti, Canada e Messico), Sud America (Cina, Giappone, Corea, India e Sud-Est asiatico), Europa (Germania, Francia, Regno Unito, Russia e Italia) , Asia-Pacifico (Cina, Giappone, Corea, India e Sud-Est asiatico), Medio Oriente e Africa (Arabia Saudita, Egitto, Nigeria e Sudafrica) Tendenze del settore 2021-2028.
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<strong>Panoramica di mercato</strong> Il report fornisce previsioni di consumo per applicazione, prezzo, ricavi e previsioni di produzione per prodotto, previsioni di consumo per regione, previsioni di produzione per regione e previsioni di produzione e ricavi. La ricerca sul mercato Sacchetti di lavaggio intestinale monouso sarà applicabile a investitori, imprenditori, esperti del settore e varie persone. Il rapporto offre statistiche e informazioni su dimensioni del mercato, azioni e fattori di crescita dal 2021 al 2028. È stata esplorata la ricerca su diverse sezioni tra cui opportunità, dimensioni, crescita, tecnologia, domanda e tendenza di attori altamente significativi. Quindi, fornisce profili dettagliati degli attori chiave come parte del panorama competitivo del mercato Sacchetti di lavaggio intestinale monouso. Il rapporto di ricerca di mercato globale sul valore del rapporto di mercato di Sacchetti di lavaggio intestinale monouso stime, considerando l'applicazione e i segmenti regionali, la quota di mercato e le dimensioni, mentre le previsioni per ciascun tipo di prodotto e applicazione nel segmento. Il rapporto indaga il ruolo degli importanti attori di mercato coinvolti nel settore, compresa la panoramica aziendale, il riepilogo finanziario e l'analisi SWOT. Il rapporto è tutto fatto considerando i suoi dati essenziali nel mercato globale Sacchetti di lavaggio intestinale monouso, i componenti essenziali responsabili dell'interesse per i suoi prodotti e amministrazioni.
<strong>Metodologia</strong> Esperti e specialisti del settore svolgono un ruolo significativo nella creazione di strumenti statistici e modelli di ricerca, che vengono utilizzati per esaminare i dati e raggiungere un grafico accurato con risultati di ricerca altamente informativi che possono essere successivamente utilizzati per prendere decisioni davvero importanti relative al business. Le fonti di dati provengono da un gran numero di studi di ricerca e dalla nostra scheda tecnica interna. Inoltre, il report utilizza l'approccio top-down per riportare i numeri per ciascuna divisione e li attesta con l'approccio bottom-up. Tutti i fattori capaci che influenzano i mercati inclusi in questo studio di ricerca vengono valutati, elaborati ed esaminati attraverso la ricerca di base e studiati per ottenere dati quantitativi e qualitativi. Vengono utilizzati database strutturali come D&B Hoover e Bloomberg che aiutano a riconoscere la situazione competitiva dei principali attori del mercato insieme ai dettagli del profilo. Questi dati vengono uniti e combinati con input e analisi dettagliati dalla ricerca di mercato di Statistify e rivelati in questo rapporto.
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NON STA ANDANDO TUTTO BENE
Ormai se ne sono accorti anche i sampietrini: la frase mantra che ci ha accompagnato per questo lungo periodo di lockdown all’italiana “Andrà tutto bene” è la frottola delle frottole. Lo diceva anche Nanni Moretti: le parole sono importanti. Vanno scelte con attenzione, sopratutto quando si pretende di indurre gli italiani alla resilienza.
Probabilmente qualcuno - non il sottoscritto - all’inizio ci credeva, pensava ad un momento difficile da superare assieme, con qualche sacrificio e molte difficoltà mitigate da contrappesi positivi (riscoperta del silenzio, valorizzazione della casa e delle relazioni famigliari, smart working...). Per settimane non abbiamo sentito altro, andrà tutto bene, ci ripetevano smaglianti volti dello spettacolo, influencer (probabilmente pagate) e politici. E il popolo si è fatto convinto, tanto che sono apparsi sui balconi disegni (fatti fare spesso ai bambini su ordine di insegnanti collegati online) con arcobaleni e frasi rassicuranti.
In realtà abbiamo vissuto l’emergenza sanitaria più controversa degli ultimi 100 anni, un’emergenza che ha visto una genesi ambigua e un susseguirsi di decisioni politiche e sanitarie contraddittorie e per certi versi inspiegabili.
Per ragioni che ciascuno potrà essere libero di attribuire a chi vuole, lo stato attuale è però innegabilmente drammatico: a fronte di un certo numero di persone che non hanno subìto conseguenze negative almeno sotto il profilo economico (pensionati, dipendenti statali, lavoratori coperti da cassa integrazione, ecc.), c’è un esercito di famiglie che stanno vivendo ore di angoscia e di paura. Sono le famiglie che si reggono su imprese, sul commercio o sull’artigianato che in Italia costituisce una fetta molto grande di impiego. Sono famiglie abituate a lavorare anche 18 ore al giorno, magari con sacrifici e debiti per superare difficoltà e crisi già esistenti, ma che questo improvviso (e tardivo) blocco prolungato ha di fatto messo in ginocchio.
Anche Verona è coinvolta in questa crisi nera. Una città votata al turismo (è la seconda provincia per flussi turistici con oltre 17 milioni di presenze all’anno), con il suo centro storico tra i più belli d’Italia, negozi e artigiani che tengono viva la città di Romeo e Giulietta. La gran parte di questi esercenti si sono trovati in breve tempo a fare i conti amari con una situazione davvero insostenibile. Un governo centrale che a parole ha promesso sostegno e aiuto economico per tutti gli operatori del commercio e dei servizi alla persona costretti allo stop, ma nei fatti non ha mosso un dito.
All’alba dell’inizio della cosiddetta “fase 2″ (che ha segnato la ripresa di alcune attività produttive) un esercito di lavoratori autonomi, di piccoli artigiani, albergatori e ristoratori si sono sentiti traditi, amareggiati e disperati. Un ulteriore mese di fermo che porterà molti di loro a valutare una possibile chiusura, altri dei licenziamenti ed in generale la distruzione di sogni e sacrifici di una vita.
Grazie al coordinamento della Corporazione Esercenti Centro Storico Verona è stata organizzata una manifestazione domenica 3 maggio in centro a Verona: tutti i negozianti, ristoratori e artigiani hanno alzato le serrande in segno di protesta e davanti alla propria porta d’ingresso hanno esposto un cartello con la scritta “NON STA ANDANDO TUTTO BENE” e “SIAMO ANCORA IN TEMPO”.
In Piazza Erbe ed in Piazza dei Signori si sono radunati anche un gruppo di operatori del settore della cura della persona, estetiste, parrucchieri, anche loro particolarmente colpiti da una assurda decisione di non concedere la riapertura nonostante le garanzie di sicurezza e tutela della salute che le loro attività potrebbero offrire. Ogni giorno di ulteriore chiusura - spiegava una rappresentante del settore - è motivo di rischio concreto di licenziamento o di chiusura addirittura dell’attività, anche in considerazione del fatto che non sono pervenuti gli aiuti promessi.
La manifestazione si è conclusa in piazza dei Signori con alcuni interventi spontanei, grida di rabbia e di disperazione di persone che stanno correndo il rischio di trovarsi senza nulla da un momento all’altro.
Ha urtato la sensibilità di molti tra i partecipanti l’assenza del sindaco Sboarina che in questi mesi è parso più un “notaio” o uno speaker televisivo impegnato a dare lettura delle proprie ordinanze comunali che per la cronaca sembravano avere l’obiettivo di aggiungere ogni volta un centimetro in più alla già lunga misura delle restrizioni governative nazionali e regionali.
Al suo posto è intervenuto - concordando con l’organizzazione probabilmente - l’assessore al commercio Zavarise, che ha simbolicamente raccolto le proteste e le richieste degli esercenti (rappresentati da una grossa chiave costruita da uno artigiano di Verona) promettendo di girarle al Prefetto di Verona. Francamente poco, molto poco. Ci si aspettava di più da un primo cittadino, anche solo per un aspetto umano se vogliamo, giacché è noto a tutti che non ha alcun potere di sovvertire lo status quo imposto da Roma. Però un sindaco vero, un primo cittadino che ha avuto il tempo e l’energia per dedicarsi a quotidiane dirette televisive, social e comparsate qua e là, credo ci si potesse attendere una maggiore vicinanza alla popolazione. Non si può liquidare un problema così grave mandando un assessore.
Non è passato inosservato il caloroso abbraccio che l’ex sindaco di Verona Tosi ha avuto con numerosi partecipanti.
La manifestazione si è conclusa pacificamente senza alcun disordine e i partecipanti hanno rispettato ordinatamente le prescrizioni indossando mascherine e mantenendo le distanze.
C’è da augurarsi ora che il governo rivaluti la propria decisione e stabilisca una riapertura anticipata di quelle attività che possono garantire alcuni standard di sicurezza indipendentemente dal codice ateco come invece è stato stabilito ad oggi.
E noi ci auguriamo anche che Verona possa riprendere a vivere, con le sue botteghe e le sue osterie, le piazze e il popolo della notte.
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Economia sostenibile, L'Emilia-Romagna guiderà il progetto europeo 'Blue Ecosystem'
Economia sostenibile, L'Emilia-Romagna guiderà il progetto europeo 'Blue Ecosystem'. La Regione Emilia-Romagna coordinerà il progetto europeo 'Blue Ecosystem' proposta che punta a realizzare laboratori di innovazione trasformativa e di co-creazione per l'economia sostenibile. Approvato nell'ambito del programma di cooperazione territoriale europea Interreg Euro-Med, il progetto Blue Ecosystem, avrà una durata complessiva di 33 mesi, quindi fino al 30 settembre 2026, e un budget di 2 milioni e 978mila euro. L'avvio ufficiale è fissato per il 30 maggio a Barcellona in concomitanza con l'Innovation Camp che si svolgerà proprio in quei giorni. I laboratori di innovazione e di co-creazione trasformativa saranno realizzati, in coerenza con i piani d'azione regionali sull'economia blu, in ciascuna realtà pilota del progetto: nelle Isole Baleari, in Emilia-Romagna, nel Sud Paca - Occitanie, nella regione di Zadar, nell'Attica, in Albania e nell'Alentejo. "Si tratta di progetti complessi, che richiedono tempo e attenzione per costruire un partenariato solido, affidabile e competente rispetto alle attività da mettere in campo- ha detto l'assessore regionale allo Sviluppo economico e green economy, Vincenzo Colla-. L'obiettivo è garantire un impatto istituzionale rilevante in termini di dialogo e di governance delle politiche di innovazione della blue economy. Solo così si rafforza assieme alle Università e ai centri di ricerca il sistema di ricerca consentendo di realizzare innovazione, condizione necessaria per qualificare le filiere produttive dei paesi coinvolti". L'iniziativa poggia su una esperienza di cooperazione internazionale consolidata della Regione Emilia-Romagna che, nel settennio 2014-2021, ha guidato la realizzazione del progetto europeo 'Mistral' che ha avuto l'obiettivo di sostenere i cluster e le imprese che operano nei vari settori dell'economia blu, per migliorarne l'innovazione, la competitività e realizzare un'area di cooperazione mediterranea coesa. Il progetto, tenendo conto dei risultati raggiunti con Mistral, avrà l'obiettivo di sperimentare metodologie innovative che terranno conto delle peculiarità territoriali delle aree coinvolte nel partenariato, delle esperienze delle organizzazioni presenti per garantire risultati efficaci, concreti e contribuire a creare un'economia blu più sostenibile e resiliente nell'area del Mediterraneo. I partner del progetto Il partenariato che la Regione Emilia-Romagna guiderà vedrà coinvolti il Pôle Mer Méditerranée - Toulon Var Technologies (Provence-Alpes-Côte d'Azur - Francia), l'Hellenic Centre for Marine Research (Attiki - Grecia), Alentejo regional development agency (Alentejo - Portogallo), Croatian Chamber of Economy (Croazia), Maritime Cluster of Balearic Islands (Illes Balears – Spagna), University Aleksander Moisiu (Durres – Albania), Chrysalys Leap (Kýpros – Cipro), Conference of Peripheral Maritime Regions (Bretagne – Francia) e Art-ER (Italia). Inoltre saranno coinvolti in qualità di partner associati il Cluster tecnologico nazionale blue italian growth (Italia), la Regione Lazio, il Cluster Maritimo-Marino de Andalucia (Spagna), il Fórum Oceano – Associação da Economia do Mar (Portogallo), il Clúster Marítimo Español (Spagna), il Ministero de Agricultura, Pesca Y Alimentación (Spagna), Cyprus Energy Agency (Cipro), University of Zadar (Croazia), il Dipartimento della scienze del sistema terra e tecnologie per l'ambiente del Cnr, l'agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, Comissão de Coordenação e Desenvolvimento Regional do Alentejo (Portogallo) e l'Agenzia strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio (Italia).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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