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È una serata calma: l’incontro con il passato e il desiderio di Laura Neri. Recensione di Alessandria today
La bellezza dei ricordi d'infanzia e il fascino del mare nella poesia di Laura Neri
La bellezza dei ricordi d’infanzia e il fascino del mare nella poesia di Laura Neri. La poesia È una serata calma di Laura Neri cattura l’essenza di un momento di calma, in cui i pensieri della poetessa si mescolano al fascino del tramonto e al desiderio nostalgico di ritrovare il mare. Attraverso immagini vivide e nostalgiche, Neri ci trasporta in un viaggio intimo che rievoca i ricordi…
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Una nuova poesia per Disvelare Edizioni.
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Stasera, prima di andare a dormire, vi faccio dono di questi miei versi. Sono per lui.
Con te il fuoco e le stelle
Siamo ancora lì,
al cospetto del buio mare
con la sua spuma di libere stelle,
libere di brillare, estrose.
Orgogliose d'esser parte d'un creato
il cui presentimento d'amore
nei tuoi occhi si riassume.
In quei battiti di ciglia o di cuore
che mi rivolgi
e incredula mi scosto un ricciolo
e sento l'anima tremare.
Siamo qui e anche altrove,
ma cosa vuoi che capisca la gente
dei custodi del fuoco?
S'alimenta grazie ai tuoi baci
alle stelle e al creato:
ognuno, da solo,
è poca cosa.
•Costancen
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Uccellini
Questi tre stupendi disegni sono tratti da un libro che è uno dei pilastri dell'ornitologia moderna: Birds Of America, pubblicato tra il 1827 e il 1838 da John James Audubon. Figlio di un ufficiale della marina francese, nacque a Saint Domingue, la colonia francese caraibica che diventerà Haiti, nel 1785. Quando ritornò in Francia, studiò presso la bottega del grande pittore David. Quando ci furono le primo costrizioni napoleoniche, nel 1803, tramite il padre ufficiale ebbe un passaporto e si trasferì negli Stati Uniti. Qui si sposò, ebbe dei figli e vivendo in una casa in campagna iniziò a ritrarre la fauna ornitologica del Massachusetts, ma piano piano ampliò le ricerche finendo per completare, in vari anni, la sua opera, che comprende 435 stampe di specie di uccelli del Nord America, 35 delle quali sono le uniche testimonianze di specie ormai estinte. Il libro è considerato uno dei capolavori del settore, nonché il primo Atlante Naturalistico in senso proprio. Tra l'altro molte specie di uccelli sono a lui dedicate in quanto fu il primo a descriverne le caratteristiche e a ritrarne i lineamenti.
Tra queste, una delle più famose è la berta di Audubon, che è questa:
Nome scientifico Puffinus lherminieri, e deve il suo nome al fatto che René Primevère Lesson, celebre naturalista francese, ne classificò la natura di specie unica dai disegni di Audubon.
Orbene, la Società Statunitense di ornitologia (American Ornithologists' Union) ha al proprio interno un Comitato per la nomenclatura delle specie ornitologiche (American Classification Committee) che ha preso questa decisione, dopo una lunga discussione interna: eliminare nella classificazione delle specie ornitologiche tutti i riferimenti a persone o figure storiche del passato: oltre alla berta di Audobon, rischiano la ghiandaia di Steller, dal nome del botanico, zoologo, medico ed esploratore tedesco attivo in Russia, considerato un pioniere della storia naturale dell'Alaska, il colibrì di Anna, chiamato in onore di Anna Massena, Duchessa di Rivoli, vari tipi di orioli e decine e decine di altre specie. Questo, secondo le parole della presidentessa della Società Coleen Handel perchè "C'è potere in un nome, e alcuni nomi di uccelli inglesi hanno legami con il passato che continuano ad essere non inclusivi e offensivi oggi (...) Abbiamo bisogno di un processo scientifico molto più inclusivo e coinvolgente che concentri l’attenzione sulle caratteristiche uniche e sulla bellezza degli uccelli stessi. Tutti coloro che amano e che si prendono cura degli uccelli dovrebbero poter goderne e studiarli liberamente, e gli uccelli hanno bisogno del nostro aiuto ora più che mai". Aggiunge poi che le tassonomie ottocentesche erano misogine e razziste e che "Come scienziati, lavoriamo per eliminare i pregiudizi nella scienza".
Questo è l'apice di un processo ideologico, comunemente definito cancel culture, che da alcuni anni ha preso piede in maniera devastante nel mondo culturale, e anche accademico, anglosassone. Caso emblematico fu la decisione della casa editrice di Amanda Gorman, la giovane poetessa che declamò i suoi versi alla cerimonia di insediamento del presidente Biden. Il suo libro, The Hill We Climb, su precise direttive della casa editrice americana, non fu tradotto in Spagna da Victor Obiols, ritenuto inadatto dall’editore americano in quanto uomo, non nero, non attivista. Ma casi analoghi sono avvenuti in altri paesi sulle generalità dei traduttori e traduttrici.
È l'apoteosi di un assunto, che ormai impera nella nostra società contemporanea (direi per colpa dell'assuefazione al loro pensiero dominante): non importa mai cosa e come dici le cose, le sostieni o le fai, ma solo chi le dice, chi le sostiene e chi le fa. Oggi Chiara Valerio ha scritto: "Non discutiamo più, rispondiamo a sondaggi e a incitamenti di una curva, il cui principio e la fine è la riduzione a macchietta dell'altro e della sua posizione che si suppone parimenti basata su sondaggio e tifo (...) Indossare una casacca è, mi pare, la fine della cultura intesa come esercizio dell'altro che abbiamo sempre praticato" (la Repubblica, Zerocalcare, Lucca e il ruba bandiera, pag. 37 del giornale del 3/11/2023).
L'esempio di Audubon è calzante poichè la decisione di cancellare il suo nome per la berta si deve al fatto che, come molti uomini del suo tempo, aveva degli schiavi, e aveva posizioni che oggi definiremmo "contraddittorie" sullo schiavismo. Tipico del sistema della Cancel Culture è di fare il più classico degli errori: prendere solo il pezzo di Storia che ci interessa, relazionarlo al nostro modo attuale di pensare, e condannare l'altro che, nella maggior parte dei casi, non può manco difendersi essendo morto da centinaia di anni. Tra l'altro in nome di Audubon fu fondata nel 1905 la National Audubon Society che è ancora oggi negli USA una delle più grandi e battagliere associazioni per la salvaguardia della Natura.
Quello che mi chiedo è che effetto avrà sulla berta, sul suo habitat, sulle politiche in favore della sua conservazione, studio e ricerca, il fatto di non chiamarsi più di Audubon. E se qualcuno ha mai avuto difficoltà a studiarla, a proteggerla perchè il suo nome era dedicato ad un uomo unanimemente considerato come uno dei padri della ornitologia mondiale (cosa che non viene smentita nel comunicato della Società di ornitologia americana).
Victor Obiols disse dopo che gli fu impedito di tradurre la Gorman:"Se non posso tradurre una poetessa perché donna, giovane e afroamericana nel mio medesimo secolo, non posso neanche tradurre Omero giacché non sono un greco dell’ottavo secolo a.C. E nemmeno Shakespeare non essendo un inglese del 16esimo secolo".
Gli proporrei di tradurre un libro di ornitologia. Possibilmente non scritto negli Stati Uniti.
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ciao! scusami il disturbo, ti scrivo perché mi ricordo (anche se potrei benissimo sbagliarmi) che tempo fa avevi rebloggato/pubblicato lo scan da un libro (anche qui, potrei ricordarmi male) di una poesia che poi ho perso e vorrei ritrovare. mi ricordo solo che era di una poetessa bolognese (o che vive a bologna) se non sbaglio contemporanea, giovane; nella poesia c'era verso l'inizio un trono, o forse un altare, e verso la fine la parola "spaccami". era una poesia piuttosto breve, di versi corti e martellanti. perdonami per le pochissime indicazioni, ho avuto all'improvviso un'epifania e ho sentito il bisogno di ritrovarla assolutamente!! ovviamente se non l'avevi pubblicata tu continuerò la mia ricerca altrove 🙌🏻 grazie in anticipo!!
non mi viene in mente nulla :(((( forse non ero io
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con un’improvvisa e secca esplosione di Teresa Alvarez
Teresa Alvarez è una poetessa e scrittrice portoghese contemporanea con un’improvvisa e secca esplosione l’immenso telone si squarcia a metà e proiettata come in un film ad alta definizione una moltitudine incatenata e sottomessa con la frusta esseri devastati dalle malattie che diffondono come lava tempeste esplosioni nucleari e la peste e la guerra e la guerra e la peste e i corpi fucilati,…
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ILLUMINANTE CREATIVITA' di Lidia Chiarelli- by Ana Stjelja on ARTSMAGAZINE
Lidia Chiarelli, artista e poetessa italiana, porta con sé una ricca eredità che va oltre il suo impressionante lavoro. Figlia del celebre Guido Chiarelli, ingegnere e innovatore responsabile della rivoluzione dell’illuminazione pubblica a Torino, è cresciuta in un ambiente impregnato di creatività, innovazione e profondo apprezzamento per le arti.
Guido Chiarelli non è stato solo un maestro del suo mestiere, ma anche un pioniere nel trasformare Torino in una città di luci durante il dopoguerra. Il suo contributo è stato fondamentale per modernizzare il sistema di illuminazione pubblica della città e gli è valso il riconoscimento di leader nel suo campo. Il paesaggio urbano di Torino, illuminato dai suoi progetti, divenne un simbolo di progresso e modernizzazione, riflettendo la miscela di precisione ingegneristica e sensibilità artistica che caratterizzava il lavoro di Guido Chiarelli.
Lidia ha ereditato questa duplice passione per l’arte e l’innovazione, scegliendo di incanalarla in percorsi più creativi. Figura di spicco nel mondo dell’arte, è nota soprattutto per il suo coinvolgimento nel movimento letterario e artistico internazionale Immagine & Poesia, di cui è stata co-fondatrice nel 2007. Questo movimento cerca di unire l’arte visiva e la poesia, creando una sintesi di espressione artistica che colmi il divario tra parole e immagini.
Il suo stile artistico è decisamente surreale e simbolico, spesso caratterizzato dai temi della natura, dei sogni e delle emozioni umane. Attraverso la sua arte visiva, Lidia Chiarelli trasmette un senso di bellezza e introspezione senza tempo, invitando lo spettatore a esplorare strati di significato più profondi. Le sue opere sono spesso integrate dalla sua poesia, creando un’esperienza multisensoriale che riflette la sua convinzione dell’interconnessione di diverse forme d’arte.
Lidia Chiarelli ha anche dato un contributo significativo al Dylan’s Day, una celebrazione internazionale del poeta Dylan Thomas. Attraverso il suo coinvolgimento, Lidia Chiarelli onora l’eredità di Thomas fondendo la sua arte visiva con la poesia, facendo eco allo spirito di fusione creativa dell’evento. Le sue opere d’arte e le sue poesie ispirate a Dylan Thomas sono spesso presenti in mostre e pubblicazioni dedicate alla giornata, consolidando ulteriormente il suo ruolo nella promozione dell’interconnessione tra arte visiva e letteraria attraverso piattaforme globali.
Oltre ai suoi contributi come artista visiva e poetessa, Lidia continua a onorare l’eredità del padre, non solo attraverso il suo lavoro, ma anche incarnando lo stesso spirito innovativo che ha segnato la vita di Guido Chiarelli. Laddove lui usava la luce per trasformare il mondo fisico, Lidia usa l’arte e le parole per illuminare l’esperienza umana.
Attraverso mostre, pubblicazioni e collaborazioni internazionali, Lidia Chiarelli si è affermata come una moderna donna del Rinascimento, fondendo i mondi dell’arte e della letteratura, proprio come suo padre fece con l’ingegneria e l’innovazione. Lidia Chiarelli è la testimonianza del potere duraturo della creatività, portando avanti l’eredità della sua famiglia e forgiando al contempo un percorso unico nella scena artistica contemporanea.
Il suo percorso di artista, arricchito dal suo patrimonio, ci ricorda la profonda influenza che la famiglia, la storia e l’innovazione possono avere sulla produzione creativa di una persona. Così come Guido Chiarelli illuminava le strade di Torino, Lidia continua a brillare nel mondo dell’arte, diffondendo la sua luce al pubblico di tutto il mondo.
ANA STJELJA, Dubai-based, internationally acclaimed writer, editor, and digital artist
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I FINALISTI DEL PREMIO VIAREGGIO-RÈPACI
La giuria del premio Viareggio-Rèpaci ha annunciato le terne di narrativa, poesia e saggistica che accedono alla finale dello storico premio letterario, giunto quest'anno alla sua novantacinquesima edizione.
Per la categoria NARRATIVA: Silvia Avallone con Cuore nero (Rizzoli), Federica De Paolis, con Da parte di madre (Feltrinelli) e Marco Lodoli, con Tanto poco, (Einaudi).
Per la categoria POESIA: Stefano Dal Bianco con Paradiso (Garzanti), Mariangela Gualtieri con Bello Mondo (Einaudi) e Laura Pugno con I nomi (La nave di Teseo).
Per la categoria SAGGISTICA: Pierluigi Battista con I miei eroi (La nave di Teseo), Francesco Gambino con In sala con il diritto (La nave di Teseo) e Vincenzo Trione con Prologo celeste (Einaudi).
La Giuria del Premio è composta da Paolo Mieli (Presidente) - giornalista, saggista e storico, Leonardo Colombati (vicepresidente) - scrittore, Luca Alvino - poeta, Maria Pia Ammirati - dirigente televisiva, scrittrice e giornalista, Camilla Baresani - scrittrice e insegnante, Giorgio Biferali - scrittore e insegnante, Maria Borio - poetessa, Gabriella Buontempo – produttrice cinematografica, Diamante D'Alessio - giornalista, Francesca Ferrandi - autrice, Costanza Geddes da Filicaia - docente di Letteratura italiana contemporanea, Emma Giammattei - docente di Letteratura Italiana, Luciano Luciani professore e giornalista, Edoardo Nesi - scrittore e saggista, Mirella Serri - docente di Letteratura e giornalismo.
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Livorno. Proseguono anche a maggio le visite guidate sul contemporaneo: focus su Alberto Burri.
Livorno. Proseguono anche a maggio le visite guidate sul contemporaneo: focus su Alberto Burri. Sabato 4 e domenica 5 maggio proseguono le visite guidate a partenza garantita (ogni sabato e domenica alle ore 17.30) per conoscere lo straordinario patrimonio dei Musei civici livornesi: il protagonista di questa settimana è Alberto Burri, che verrà presentato attraverso la Combustione del 1973, esposta nel percorso di visita dopo una lunga permanenza nei depositi. La sezione contemporanea riallestita nell'ex chiesa del Luogo Pio ospita infatti una rinnovata selezione di opere ingressate tramite le edizioni storiche del Premio Modigliani e le attività del Museo Progressivo d'Arte Contemporanea di Livorno, che vede emergere, tra gli altri, nuclei di approfondimento su artisti come Bruno Munari, Gianfranco Baruchello, Giulia Napoleone e altri protagonisti della ricerca italiana. Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995) è uno degli artisti più importanti della corrente informale. La sua ricerca è legata alla materia: con grande impatto comunicativo l'artista tifernate trasfigura sacchi, ferro, argilla, catrami, plastiche bruciate, legni e cellotex. Dopo essersi laureato in medicina nel 1940 Burri fu arruolato nell'esercito come medico e inviato in Africa settentrionale. Venne imprigionato in Texas dove cominciò a dipingere. Rientrato in Italia aderì al gruppo Origine con Ballocco, Capogrossi e Colla, partecipando all'unica mostra del collettivo nel '51. Nella prima metà degli anni '50 lavora alla serie dei Sacchi, che suscita polemiche e rifiuti, tuttavia '53 raggiunge la fama internazionale con la sua prima personale americana Alberto Burri: paintings and collages. Nello stesso anno Burri conosce a Roma James Johnson Sweeney direttore del Guggenheim Museum di New York che colpito dai suoi lavori presso la fondazione Origine decide di includerlo nelle attività espositive del museo. Nel '55 sposa la coreografa e poetessa americana Minsa Craig, con cui instaura un legame solido che durerà per tutta la vita. Nel 1963 debutta come scenografo, progettando anche costumi teatrali. Dal 1973 al '76 Burri crea poi i Cretti: superfici quadrate o rettangolari ricoperte da crepe che ricordano le terre argillose nei periodi di siccità. Per ottenere questo effetto Burri applica su una superficie di cellotex (un materiale usato come isolante nell'edilizia) un impasto composto da bianco di zinco e colle viniliche, a volte con aggiunta di terre. Tra questi, è noto il Cretto di Gibellina, una grande opera site specific di land art che copre circa 80 000 metri quadri, realizzata tra il 1984 e il 1989 in Sicilia dove sorgeva la città vecchia di Gibellina distrutta dal terremoto del '68. L'artista si spegne a Nizza nel 1995. Domenica 5 maggio ingresso gratuito al Museo della Città per la prima domenica del mese. Calendario visite guidate a partenza garantita, ogni sabato e domenica alle 17:30 - sabato 4 e domenica 5 maggio visita della sezione contemporanea con focus su Alberto Burri - sabato 11 e domenica 12 maggio visita della sezione contemporanea con focus su Bruno Munari - sabato 18 e domenica 19 maggio visita della sezione contemporanea con focus su Giulia Napoleone - sabato 25 e domenica 26 maggio visita della sezione contemporanea con focus su Gianfranco Baruchello Orari Museo della Città di Livorno dal martedì alla domenica al venerdì 10.00-19.00 chiuso il lunedì Biglietti Intero 5 euro, ridotto 3 euro ridotto scuole 3 Visita guidata gruppi (max 25 persone) costo 30 euro Visita guidata scuole costo 2 euro Visite guidate a partenza garantita Sezione contemporanea Museo della Città costo 2 euro (oltre al biglietto di ingresso)... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Ti ho cercato: La profondità dell’amore nelle poesie di Laura Neri. Recensione di Alessandria today
La ricerca dell'amore e la scoperta interiore nella poesia di Laura Neri
La ricerca dell’amore e la scoperta interiore nella poesia di Laura Neri. La poesia Ti ho cercato di Laura Neri è un viaggio intimo e profondo, un percorso tra il desiderio di trovare un amore puro e la consapevolezza della sua presenza nel proprio mondo interiore. Neri usa un linguaggio evocativo e sensibile, ricco di immagini delicate e potenti, che trasportano il lettore in un’atmosfera di…
#Viaggio interiore#amore e poesia#amore puro#autrice italiana#Bellezza della poesia#cuore e amore#dignità e resilienza#emozioni e poesia#emozioni universali.#forza dei sentimenti#Forza Femminile#introspezione#Introspezione poetica#Laura Neri#Laura Neri poesia#letteratura italiana#lettura poetica#linguaggio poetico#lirica d&039;amore#lirica romantica#poesia e riflessione#poesia evocativa#poesia italiana#poesia malinconica#poesia moderna#poesia sul silenzio#POESIE D&039;AMORE#poesie romantiche#poetessa contemporanea#poetica dell’attesa
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Invisible°Show presenta Radio Hito
Canti per lingue sconfinate
- Signore, deve tornare a valle. Lei cerca davanti a sé ciò che ha lasciato alle spalle.
(Giorgio Caproni, Conclusione quasi al limite della salita)
domenica 8 ottobre 2023
ore 17:30
Invisible°Show presenta:
Radio Hito (Bruxelles)
+
Antonella Bukovaz (Topolò)
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Posti limitati: per sapere il luogo esatto e prenotarsi scrivi a [email protected]
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RADIO HITO
Radio Hito è la voce musicale dell'artista e scrittrice Y-My Zen Nguyen, nata nel 1985 a Les Ulis, in Francia, da famiglia italo-vietnamita. È docente di educazione artistica alla Haute école des Arts du Rhin di Strasburgo e co-curatrice della rivista di poesia La tête et les cornes insieme a Benoît Berthelier, Maël Guesdon e Marie de Quatrebarbes. Ha studiato incisione, tipografia e pianoforte classico in Francia, Svizzera, Inghilterra e Paesi Bassi. La sua musica, nata “dall'intuizione e dalla necessità di fare di tutto un ritornello”, coglie testi e ispirazioni da versi di poeti nelle loro traduzioni italiane – in particolare, del messicano Octavio Paz e dell'argentina Alejandra Pizarnik. Ha inciso le sue canzoni perlopiù su audiocassetta, in tiratura limitata: Ascoltami (2019), Non Solo Sole (Midi Fish, 2020) e Voce Lillà (Kraak, 2021). Vive e canta tra Bruxelles, Parigi e Strasburgo.
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ANTONELLA BUKOVAZ
Originaria di Topolò-Topolove, borgo sul confine italo- sloveno, Antonella Bukovaz è poetessa, autrice teatrale e performer. Dal 1995 ha partecipato a diverse rassegne di arte contemporanea in Italia e in Slovenia, e dal 2005 si dedica alle interazioni tra parola, suono e immagine. Presente nell'antologia Einaudi Nuovi poeti italiani, 6 (con Storia di una donna che guarda al dissolversi di un paesaggio, premio Antonio Delfini 2009), le sue poesie – apparse su riviste web e cartacee (il Verri, Alfabeta, In pensiero…) - sono state tradotte in sloveno, tedesco, inglese, francese e arabo. Ha pubblicato Tatuaggi (Lietocolle, 2006); al Limite (Le Lettere, 2011; con dvd), in collaborazione con il video maker Paolo Comuzzi e con il musicista Antonio Della Marina; i librini koordinate (pulcinoelefante, 2015) e Guarda (pulcinoelefante, 2015); 3X3 parole per il teatro_3X3 besede za teater (ZTT-EST, 2016), raccolta dei testi scritti per il teatro sonoro di Hanna Preuss (per la quale è stata autrice e attrice nelle opere S.E.N.C.E, Sonokalipsa e Pavana za Antigono, con rappresentazioni a Lubiana, Trieste, Kyoto e Cagliari); casadolcecasa_domljubidom (Miraggi, 2021; menzione speciale al premio Rilke), e Compagnevole animale (B#S edizioni, 2022). È inoltre autrice di Tra_in between_Mèd, premio Kristal 2017 al Festival di Letteratura di Vilenica. Collabora con l'elettrorumorista Eva Sassi Croce, con cui ha realizzato le performance casadolcecasa, Lessico elettronico,Utopia del rumore (tributo all'Arte dei rumori di Luigi Russolo),e Femminilizzazione del mondo. Sempre con E.S.Croce ha realizzato una video-lettura da Osip Mandel'stam (Viaggio in Armenia) e con il musicista e artista sonoro Claudio P. Parrino un'audio installazione da un poema di Evgenij A. Evtušenko (La stazione di Zima). Tra i molti altri musicisti e artisti del suonocon cui ha lavorato – tra i quali Marco Mossutto, Teho Teardo, Antonella Macchion - collabora stabilmente con il trombettista Sandro Carta, insieme a cui trova continue dimensioni sonore a testi propri e di altri autori. Ha contribuito alla realizzazione di Stazione di Topolò-Postaja Topolove, per la quale ha curato soprattutto la sezione letteraria Voci dalla sala d’aspetto, ed è stata presidente dell’associazione che ha organizzato tutte le 29 edizioni del festival. Da sempre, insegna in lingua slovena nella scuola bilingue di San Pietro al Natisone-Špeter.
youtube
http://www.ozkyesound.altervista.org/UTOPIADELRUMORECDR.html
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Posti limitati: per sapere il luogo esatto e prenotarsi scrivi a [email protected]
Per iscriversi alla newsletter di INVISIBLE°SHOW:clicca qui
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CRESCENZA CARADONNA PARTECIPA ALLA X EXPO D'ARTE CONTEMPORANEA E POESIA AVALON IN ARTE- SALERNO.
ARTE UN EVENTO NEL QUALE PARTECIPA SEZIONE POESIA LA POETESSA BLOGGER PUGLIESE DI BARI CRESCENZA CARADONNA, CRESY, direttrice giornale on-line PUGLIA D’AMARE QUOTIDIANO.👍🙂👇Un evento da non perderea settembre dal 16 al 23 nel prestigioso Palazzo Fruscione di Salerno.TRA ARTE E POESIA. CONFERITO PREMIO”NOVOLA” ALL’ATTRICE ANNA RITA VITOLO.
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Fare Uno a Roma
La Galleria Erica Ravenna di Roma fino al 15 luglio 2023 presenta la mostra collettiva dal titolo Fare Uno, dalla Parola al Segno un dialogo possibile, una selezione di opere di Carla Accardi, Tomaso Binga, Mirella Bentivoglio, Simona Weller, Vincenzo Agnetti, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis e Gino Marotta, proseguendo così, a pochi mesi dalla personale di Tomaso Binga “Scrivo di proprio pugno di settembre – dicembre 2022, il programma espositivo con una riflessione sugli intrecci tra linguaggio e immagine e sulle poetiche che hanno accomunato una linea di ricerca dell’arte contemporanea, dalle prime avanguardie del Novecento e fino ai giorni nostri. Nella mostra una selezione di opere di artisti che hanno attraversato la seconda metà del Novecento da Carla Accardi a Tomaso Binga, da Mirella Bentivoglio e Simona Weller a Vincenzo Agnetti, da Alighiero Boetti a Jannis Kounellis e Gino Marotta, evidenzia il sentire comune nell’ambito della ricerca artistica che ha caratterizzato il boom economico e allo stesso tempo, in un momento storico di grande attenzione e riscoperta dell’arte al femminile, pone la questione di un confronto tra le “due metà dell’avanguardia”. ll richiamo all’assunto lacaniano della (im)possibilità di fare Uno, accompagna quindi tale riflessione attraverso un dialogo a più voci nel quale protagonista è la Parola come fondamento dell’immagine in cui l’essere si riconoscerà e attraverso la quale riconoscerà gli altri. Carla Accardi (Trapani 1924 - Roma 2014), iniziò la sua carriera a Roma, dove conosce gli artisti con i quali darà vita al Gruppo Forma, movimento programmatico dell'arte astratta in Italia. Tra il 1969 e il 1971 creò il suo capolavoro Triplice Tenda, dove il rapporto tra l'opera d'arte e il suo ambiente raggiunge un traguardo significativo, allestendo una struttura abitabile che l'osservatore stesso poteva percorrere. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni museali, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Castello di Rivoli, le Gallerie Civiche di Modena e Bologna, il Palazzo Reale di Milano e il Museo Civico di Torino. Vincenzo Agnetti (Milano 1926 – 1981) diplomato all’Accademia di Brera, esordiscì verso la fine degli anni Cinquanta affiancando alla pittura in ambito informale l’attività di critico, saggista e teorico. Nel 1968 ideò la celebre Macchina Drogata, una calcolatrice Divisumma 14 Olivetti i cui numeri erano sostituiti da lettere dell’alfabeto, di modo che le parole divenissero frutto di operazioni matematiche e ha parteciò a importanti rassegne, tra cui Vitalità del negativo (1970) numerose edizioni della Biennale di Venezia, Documenta 5, (1972), la Quadriennale di Roma (1972), la Biennale di S. Paolo (1973) e la mostra retrospettiva al Mart di Rovereto (2008). Mirella Bentivoglio (Klagenfurt 1922 - Roma 2017), artista, poetessa e performer italiana, si è contraddistintò nell'ambito delle poetiche verbo-visuali e nell’interesse per l’uso congiunto del linguaggio verbale e dell’immagine. Se Tomaso Binga (Salerno 1931), nome d’arte di Bianca Pucciarelli Menna, artista, poetessa e performer, ha ideato una sperimentazione artistica e poetica incentrata sulla scrittura verbo-visuale e Alighiero Boetti (Torino 1940 – Roma 1994) all’inizio degli anni ’70 avviò in Afghanistan un progetto che realizzano ricamatrici locali: orditi di lettere e parole o mappe in cui è raffigurato il planisfero del mondo, con le singole nazioni tessute con i colori delle rispettive bandiere. Jannis Kounellis (Atene, 1939 – Roma, 2017), pittore e scultore greco naturalizzato italiano, si trasferisce a Roma nel 1956, dove s’iscrive all’Accademia di Belle Arti e nel suo lavoro usò materiali quali sacchi di juta, lana, oro, terra, fuoco - e in alcuni casi piante e animali vivi, mentre Gino Marotta (Campobasso, 1935 – Roma, 2012), pittore e scultore italiano, dopo un primo periodo di originale superamento dell’Informale, avviò una ricerca sulla sintesi dinamica tra figurazione, linguaggio e codici; successivamente mostra un’attenzione sempre più marcata per i nuovi materiali chimici/industriali e, nello specifico, per il metacrilato. Infine Simona Weller (Roma 1940) diplomata all’Accademia di Roma, dopo lunghi soggiorni di studio in Oriente (da Bangkok al Cairo), nel 1973 s’impose all’attenzione della critica alla X Quadriennale di Roma con grandi tele astratte, dove la pittura si mescola a lettere e scrittura. Ha partecipato a numerose mostre in Italia e all’estero, tra cui la Biennale di Venezia del 1978, la Biennale di San Paolo del Brasile e, nel 2022, la mostra Ri-materializzazione del linguaggio presso la Fondazione Antonio Dalle Nogare di Bolzano. In occasione della presentazione del catalogo, nel mese di maggio, si svolgerà un Talking nella Galleria. Read the full article
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Cubetti di lacrime di Tanja Skarynkina
Tanja Skarynkina (1969) è una poetessa bielorussa contemporanea Non piangoma lacrime secchecadono a cubetti sul cibo seccano i librirendono le persone indistintegli uccelli spariscono in volo la primavera non vuolesvelare il suo visinoaggiusta la fondina * Traduzione di Paolo Galvagni
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