#poesia e trasformazione
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pier-carlo-universe · 7 days ago
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A chi importa? – Abeera Mirza. Una poesia che esplora l’individualità e il potere della resilienza interiore. Recensione di Alessandria today
Una riflessione profonda sull’indipendenza e l’accettazione di sé.
A chi importa?Che importa?Ha paura?Si limitano a fissarlo.Per quanto osa, la sua energia è scarsa.Si è accorciata i capelli.Vogliono che lei condivida.E mostra il suo stile!Ma non sapevano come riparava.Ha la sua tana.È una chiaroveggente. Una riflessione profonda sull’indipendenza e l’accettazione di sé.Abeera Mirza, poetessa di talento e voce autorevole nella letteratura contemporanea,…
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keyla0953 · 3 months ago
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L’autunno si è svegliato e con i suoi colori invade la mia anima,sento il suo respiro fresco accarezzarmi il viso. Le foglie che cadono dolcemente al suolo,colorando il grigio dell’asfalto mi fanno dimenticare la tristezza dei miei anni passati. L’autunno ha una magia che in pochi riescono a cogliere,non è solo una stagione ma un sentimento che ti accompagna e accoglie. Quando raccolgo una foglia ascolto la sua storia, un ricordo lontano che ha portato il vento, un frammento di poesia che solo io riesco a sentire. I colori caldi delle foglie, portano con loro una dolce malinconia e annunciano che la natura si prepara a riposare, e io posso rallentare il mio passo e riflettere su ciò che ho vissuto. Nel silenzio crispante dell’aria autunnale possiamo ascoltare la sua trasformazione mentre le foglie si staccano dai rami e per me è una celebrazione di ciò che lascio andare per far spazio a nuove storie, e per me questa stagione rappresenta speranza, la mia speranza che porto sempre con me nelle pagine dei miei libri. E vedo i riflessi di un mondo che lentamente cambia,la natura si prepara si spoglia e si calma in un abbraccio tra luci e ombre e quando la luce del sole timidamente si nasconde il profumo delle foglie invade la notte…mentre io la guardo e leggo un libro viaggiando nella fantasia di una storia con un lieto fine.
-keyla0953
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lunamagicablu · 8 months ago
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Io se fossi un fiore non vorrei mai essere raccolto. All'ammirazione degli occhi, all'accoglienza del vaso e alla protezione di un tetto preferirei i mille sguardi delle stelle, il sostegno delle mie radici e la certezza di non dover cambiar forma, colore e neanche odore, perché libero nel corso naturale della mia vita che neanche io probabilmente so e saprò se non ad avvenuta trasformazione, decisa ed implicita dalla natura stessa di essere un fiore. Se fossi un fiore, io vorrei qualcuno che ami i fiori e non i bouquet. Io se fossi nuvola non vorrei mai essere disegnata, mai e poi mai. Al talento dell'artista, al realismo del tratto, alla precisione delle sfumature preferirei i cieli, i miei otto venti e la libertà di cambiare ogni volta forma e sostanza senza che nessuno mi dica - ma non eri così, sei cambiata - Se fossi nuvola, io vorrei qualcuno che ami le nuvole e non i quadri. Io se fossi una poesia non vorrei mai essere interpretata, alla ricerca del senso e del sentimento, alle parole che stanno bene insieme e ai paesaggi che riesce a raccontare, preferirei essere baciata. Se fossi una poesia, io vorrei qualcuno che ami i baci e non le parole. La Raccontadina art by by_skulltherapy ******************** If I were a flower I would never want to be picked. To the admiration of the eyes, the welcome of the vase and the protection of a roof I would prefer the thousand glances of the stars, the support of my roots and the certainty of not having to change shape, color or even smell, because I am free in the natural course of my life. a life that I probably don't even know and will know unless the transformation has taken place, decided and implied by the very nature of being a flower. If I were a flower, I would like someone who loves flowers and not bouquets. If I were a cloud I would never want to be drawn, never, ever. To the artist's talent, to the realism of the line, to the precision of the nuances I would prefer the skies, my eight winds and the freedom to change form and substance every time without anyone telling me - but you weren't like that, you've changed - If I were a cloud, I would like someone who loves clouds and not paintings. If I were a poem, I would never want to be interpreted, in search of meaning and feeling, of words that go well together and of the landscapes that it manages to describe, I would prefer to be kissed. If I were a poem, I would like someone who loves kisses and not words. La Raccontadina art by_skulltherapy 
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valentina-lauricella · 9 months ago
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Una favola
Certamente la tua vita è stata una tragedia, caro Giacomo. A me però sembra anche una favola, di quelle che non ti stanchi mai di riascoltare, e che lascia una speranza dentro, perché ha una morale. Apro il pesante libro che va sotto il titolo di Puerili e abbozzi vari, ne scorro le prime pagine fino ad arrivare alle date del 1810, quando avevi 12 anni: vengo attratta dal nome di Paolina, tua sorella, che ricorre in più d'un componimento poetico scherzoso.
Vostro padre, oltre a fornirvi di una palestra in casa e di attrezzi per la ginnastica in giardino, vi fornì anche di una palestra per la mente, la famosa biblioteca, aperta anche ai concittadini. E, per motivarvi nello studio, fondò un'accademia in cui, fin da bambini, poteste fare sfoggio dei vostri progressi, ricevendo il plauso di precettori, sacerdoti e letterati. Da bambino, non soffrivi di ansia: al contrario, era gratificante per te essere riconosciuto, piuttosto facilmente e senza che lo sforzo dello studio ti sottraesse ai giochi, come un prodigio di capacità d'apprendimento e di memoria, guardato con ammirazione dagli uomini e vezzeggiato dalle signore.
Il primo componimento dedicato a Paolina, è un'istantanea della situazione in cui tu le facesti da esaminatore, sotto la supervisione di altri due personaggi, perché ella entrasse a far parte dell'accademia. Tu le rivolgi parole di elogio e incoraggiamento, con una venerazione e una delicatezza, un senso di protezione, che troverò anche in seguito, in alcune lettere che le indirizzasti da adulto. In una poesia, prendi le sue vesti e la impersoni, esprimendo la sua preoccupazione per l'esame e la sua manifesta umiltà, che è come una richiesta di clemenza. In un'altra poesia rendi, pur in tono scherzoso, il rimpianto per la sua trasformazione da bambina, con cui si può giocare spensieratamente, a signorina, che monta sulle ire per uno scherzo che passi anche di poco il segno della sua nuova suscettibilità.
Paolina, lo dicono tutti, non era bella, però era ben istruita e molto intelligente, e queste erano qualità che tu le riconoscevi, e forse enfatizzavi, proprio allo scopo di proteggerla e farla soffrire meno per quella inquieta sensibilità che la contraddistingueva. Forse sapevi che ella stessa non si riteneva bella, così, ad esempio, quando per lettera ti chiede conferma della rinomata bellezza delle contadine toscane, tu le dici che non te n'è sembrato nulla di speciale. Anche quando le descrivi la principessa Charlotte Bonaparte, da poco conosciuta, specifichi subito che non è bella, ma che è versata nelle lettere e nel disegno, e ciò la rende affascinante, suggerendo che in una donna ciò che conta non è la mera avvenenza fisica. Non le fai menzione della bellissima Fanny Targioni-Tozzetti, che in realtà è la donna che adori, al punto da ingenerare in Paolina e in tuo fratello Carlo, l'equivoco che tu sia innamorato di Charlotte. Tu sai bene chi dovresti amare per le sue intrinseche qualità, e forse ti vergogni persino un po' di amare, invece, quella donna che a Firenze è famosa per la sua bellezza e per i suoi presunti amanti. Scrivi infatti in un tuo pensiero che amare un oggetto non degno, arreca mestizia e disprezzo di sé, e biasimo altrui.
Paolina desiderava sposarsi, ma non trovò mai chi la volle. Gli uomini incostanti la delusero. Fu due volte sul punto di combinare un matrimonio e una volta persino di sposarsi, ma il tutto naufragò, e tu la consolasti con la tua filosofia, cercando di equilibrare la sua calda sensibilità con la tua freddezza stoica. Al calore del camino, nelle sere invernali, le raccontavi della gente che avevi conosciuto in quel "mondo" che "non è bello se non veduto da lontano". Ella, per effetto delle tue narrazioni e considerazioni, che assorbiva come una spugna, divenne sprezzatrice degli uomini. Ma in cuor suo dovette pensare più volte che un uomo, fra tutti, si salvava, ed eri tu, suo fratello Giacomo: avesse trovato uno come te!… Avessi tu potuto amare una come lei, una ragazza che fosse solo "d'ingegno", e non ammantata di "pericolose" bellezza e fama!…
Mi perdonino i leopardisti se nella mia narrazione non vi è la loro esattezza e citazione documentale. Non ho riaperto nessun libro per scrivere le mie poche righe: mi sono affidata soltanto alle suggestioni e al "sapore" che molte letture casuali e fatte in vari periodi mi hanno lasciato…il sapore di una favola, malinconica e perfetta, da narrare sotto altre prospettive e ricombinando elementi reali, altre centinaia di volte.
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schizografia · 2 years ago
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L’attore è un «mostro», o piuttosto i mostri sono degli attori-nati, siamese o uomo-torso, perché trovano un ruolo nell’eccesso o nella mancanza che li affligge. Ma piú l’immagine virtuale del ruolo diventa attuale e limpida, piú l’immagine attuale dell’attore passa nelle tenebre e diventa opaca: avremo un’impresa privata dell’attore, una vendetta misteriosa, un’attività criminale o giustiziera particolarmente oscura. E questa attività sotterranea si manifesterà, si farà a sua volta visibile, a mano a mano che il ruolo interrotto ricadrà nell’opaco. Si riconosce il tema dominante dell’opera di Tod Browning, già all’epoca del muto. Un falso uomo-torso si consegna al suo ruolo e si fa veramente tagliare le braccia per amore di colei che non sopportava la mano degli uomini, ma tenta di riscattare se stesso organizzando l’omicidio di un rivale integro (Lo sconosciuto). Ne I tre, il ventriloquo Eco può parlare solo mediante la propria marionetta, ma si riscatta nell’impresa criminale che compie travestito da vecchia signora, anche a costo di confessare il proprio crimine attraverso la bocca di colui che era ingiustamente accusato. I mostri di Freaks sono mostri solo perché sono stati costretti a passare nel loro ruolo manifesto e solo attraverso un’oscura vendetta si ritrovano, conquistano uno strano chiarore che giunge tra i lampi a interrompere il loro ruolo. In The Blackbird, «l’attore» è colpito da paralisi nel corso di una trasformazione, quando stava per piegare il proprio ruolo di vescovo a un’intenzione criminale: come se il mostruoso scambio d’un colpo si raggelasse. Una lentezza anormale, soffocante, penetra in genere i personaggi di Browning, nel cristallo. In Browning non compare affatto una riflessione sul teatro o sul circo, come vedremo in altri autori, ma una doppia faccia dell’attore, che il cinema poteva cogliere solo instaurando il proprio circuito. L’immagine virtuale del ruolo pubblico diventa attuale, ma in rapporto all’immagine virtuale di un crimine privato, che a sua volta diventa attuale e sostituisce la prima. Non sappiamo piú dov’è il ruolo e dov’è il crimine. Forse era necessaria una straordinaria intesa tra un attore e un autore: Browning e Lon Chaney. Questo circuito cristallino dell’attore, la sua faccia trasparente e la sua faccia opaca, è il travestimento. Se Browning ha in tal modo raggiunto una poesia dell’indefinibile, sembra che due grandi film di travestimento siano eredi della sua ispirazione: Il delitto perfetto di Hitchcock e La vendetta di un attore di Hichikawa, con i suoi splendidi sfondi neri.
Gilles Deleuze
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susieporta · 2 years ago
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LA LUNA PIENA DEL BUDDHA
Buongiorno Anime Belle,
siamo dentro al corridoio dell’Eclissi che si conclude venerdì con la Luna Piena in scorpione conosciuta anche come il Vesak, la Luna del Buddha ovvero la “luna del risveglio”.
Questa Luna Piena in Scorpione è un’energia intensa che può evidenziare uno stato di inquietudine e di “scontento cosmico” dovuto al fatto che si forma una quadratura con la Luna nera (Lilith) facendo emergere insofferenza e inquietudine; c’è Mercurio retrogrado, l’eclissi e pertanto siamo chiamati ad un viaggio introspettivo, un viaggio nelle nostre profondità, la dove risiede sia il nostro malcontento, sia il nostro potere personale.
Non tutti vivremo questo evento nello stesso modo: chi ha già svolto un processo di trasformazione e accolto ciò che ne è emerso, ora potrebbe avere idee più chiare e anche la forza per decidere su aspetti importanti della propria vita, ovvero assumersi la responsabilità delle proprie scelte, diventare proattivo invece di attaccare o incolpare le situazioni esterne per i problemi o malesseri della propria vita.
Vedete, tutto il cielo spinge in questa direzione: gli eventi che stiamo vivendo (con più intensità) da qualche anno, hanno la funzione di “risvegliarci” da un sonno in cui l’essere umano è caduto tanto tempo fa e Plutone in aquario, da ieri per altro retrogrado, ha iniziato un lento lavoro di trasformazione sociale.
Questo non significa che venerdì saremo tutti “risvegliati”, ma che, anche in modo impercettibile, emergerà nella nostra coscienza la necessità di cambiare qualcosa nella nostra vita. Questo può produrre appunto uno stato di insofferenza oppure di eccitazione: dipende da come siamo. La cosa importante è che ognuno si assuma la responsabilità del proprio cambiamento. Del resto, il Nodo Lunare Sud in Scorpione ci ricorda che per andare al Nodo Nord in toro è necessario attraversare una metamorfosi, una morte per poi rinascere a nuova vita.
“Gli ho chiesto la forza
e Dio mi ha dato difficoltà per rendermi forte.
Gli ho chiesto la saggezza
e Dio mi ha dato problemi da risolvere.
Gli ho chiesto la prosperità
e Dio mi ha dato cervello e muscoli per lavorare.
Gli ho chiesto il coraggio
e Dio mi ha dato pericoli da superare.
Gli ho chiesto l’Amore
e Dio mi ha affidato persone bisognose da aiutare.
Gli ho chiesto favori
e Dio mi ha dato opportunità.
Non ho ricevuto nulla di ciò che volevo
ma tutto quello di cui avevo bisogno.
La mia preghiera è stata ascoltata.”
Antica poesia indiana
Oggi caffè bello fumante con un biscotto all’anice!
Francesco Akash Ballarini
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viragfold · 2 years ago
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PROGETTO INTERNAZIONALE DI POESIA VISIVA E ARTE POSTALE/ INTERNATIONAL PROJECT OF VISUAL POETRY AND MAIL ART
“ T R E D I C I “
Il 13 Gennaio 1995, l’artista americano RAY JOHNSON si tolse la vita, lanciandosi da un vecchio ponte a Sag Harbor (New York). La sua morte è ancora un mistero, in quanto questa sua inaspettata, dolorosa e decisiva scelta coinvolse in vari aspetti il numero 13, tanto da far pensare - a chi “studiò” la sua azione suicida - che RAY JOHNSON avesse avuto l’intenzione di fare l’ultima sua “performance”:
13 Gennaio – Ray Johnson ha 67 anni (6+7 = 13) – a Sag Harbor, la stanza al Baron’s Cove Inn prenotata in precedenza, ha il n. 247 (2+4+7 = 13) – poi si dirige al ponte alle ore 13…un vero puzzle Addirittura artisti e critici d’arte che lo conoscevano bene affermarono “Bel colpo per la sua carriera”! E il titolo di un articolo apparso su un giornale di New York fu: LA MORTE COME UN’OPERA D’ARTE!
Quindi TREDICI!
Il numero Tredici karmico è legato alla morte, alla trasformazione, alla rinascita e al cambiamento. Il numero 13 può significare la nostra rinnovata passione e motivazione. Ma, al contrario, il numero Tredici puo’ indicare la rottura dell'armonia, incarnando il disordine, l'instabilità e l'incertezza...Il Tredici karmico simboleggia inoltre il bisogno innato di apprendere la disciplina. Inoltre, il Tredici si erge a simbolo del corretto modo di superare qualsiasi tipo di difficoltà.
Forse proprio questo piaceva a RAY, riconoscendosi e riconoscendo nel network mailartistico – di cui era “padre” - la sua bellissima incoerenza con la quale probabilmente ha voluto “salutare” la sua vita e tutti noi.
Con la presente siete invitati ad interpretare il numero TREDICI (13) per ricordare insieme questo grande artista, e Vi chiedo gentilmente di inviare – entro il 28 febbraio 2023 - una vostra Mail Art o Visual Poetry al seguente indirizzo:
STUDIO D’ARTE FC - c/o Anna Boschi Cermasi –
Via G. Tanari 1445/B – 40024 Castel S.Pietro Terme-BO (Italy)
Dimensioni/Sizes : A4 - Tecnica/medium: libera/free – Mostra/Exhibition at STUDIO D’ARTE FC in primavera/in spring
NO RETURN - Le opere resteranno al Mailartmeeting and Visual Poetry Archives of Castel S.Pietro Terme-BO (Italy)
Grazie fin d’ora/Thank you in advance.
Anna Boschi Cermasi – STUDIO D’ARTE FC
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thebeautycove · 1 month ago
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LIQUIDES IMAGINAIRES - LUNATIQUE - Alchemical Trilogy - Eau de Parfum - Novità 2024 -
Everyone is a moon and has a dark side which he never shows to anybody. Intriguing and bewitching shiny star of poetic evocations, it seems to implore that introspection we cannot get rid of. And we do not wish to.
...
Una fragranza per nutrire le emozioni, navigare nel subconscio, affrontare la profondità dei pensieri e persistere nella conoscenza di sé, del proprio sentire interiore, nell’interminabile desiderio di comprendere, apprendere ed evolvere.
Liquides Imaginaires svela l’ultima creazione per la Alchemical Trilogy - Lunatique - un viaggio olfa-introspettivo di scoperta e trasformazione, forse il più arduo da intraprendere, una sfida a certi tratti del proprio temperamento, spesso consegnati all’oblio per negligenza o inquietudine.
Philippe di Meo riesce ad attraversare la creazione, attingendo a scienza ed esoterismo, immaginandola medium tra dimensione materiale e immateriale.
Lunatique è fragranza in moto perpetuo, tra luce ed ombra, malia dichiarata e sottaciuta, poesia per un’anima che ama l’oscurità ma non si sottrae al vezzoso incanto del sole. Spirito in evoluzione, guida del cambiamento, manifesto della mutevolezza e del mistero. 
Quanto è bella e spregiudicata questa lunatica essenza, definita da geniali contrasti odorosi, subito in piena luce, come solcata da potenti riflessi lenitivi, la freschezza resinosa di ginepro, la sfumatura soave citrina di pera e neroli, il pungente abbaglio del pepe Sichuan. 
Fata e strega nel suo mutare, l’evoluzione appare con una dolcezza venata di malinconia, insperata, amorevole, polverosa, di fiori e radici, iris e carota, zenzero e ciclamino, accordati per alternare fragilità e sicurezza, dubbi e certezze, un invito a specchiarsi nel suo halo, smarrirsi per ritrovarsi, impadronirsi del suo enigmatico silenzio.
Profonda e magnetica la scia, come a voler sondare l’impenetrabile abisso della notte, tonka, ambra, cuoio, sandalo, vetiver, oud, muschi, sono un ampio, soffice giaciglio in cui rannicchiarsi a contemplare l’astro della poesia, del romanticismo, a lei confidare segreti e passioni, sogni e desideri, e sentire di poter afferrare, per una volta, la sua misteriosa sfuggente bellezza.
Creata da Vincent Ricord.
Eau de Parfum 100 ml.  In selezionati p.v.
©thebeautycove  @igbeautycove
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antennaweb · 6 months ago
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sguardimora · 6 months ago
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Ieri sera, in occasione della festa di riapertura del teatro con la prova aperta di Collettivo Cinetico, è stata inaugurata la nuova esposizione nel foyer D.E.A., dal titolo Succulente.
Questa mostra è particolare perché le immagini sono tavole tratte dall’omonima graphic novel di Annalisa Trapani che ha curato i testi e Laura Nomisake che ha invece disegnato le tavole.
È un fumetto che mi sembra riprenda quel filone del fumetto auto prodotto che dagli anni ‘70 in avanti si concentra in particolare sulla tematica della ricerca dell’identità, declinata in questo caso in una dimensione del femminile.
Si tratta di una sorta di storia di formazione: è l’esperienza di crescita e di consapevolezza di un’adolescente come altre, in un certo qual modo in linea tematicamente anche con il lavoro che vedremo a breve. Non c’è una narrazione vera a propria ma a partire dal primo racconto più lineare Mausoleo, la storia si decostruisce nei due racconti successivi, Breccia e La Perla Lemniscata, dove la fa da padrone la poesia e un montaggio minimalista tra parole e immagini, costituite da un equilibrio tra spazi vuoti e linee tracciate nel bianco o dal nero.
Leggendo questo tre racconti mi è sembrato che negli ultimi due si rende visibile la processualità dell’esperienza di crescita e consapevolezza di sè della protagonista del primo racconto. E questo stato di visibilità, di resa appunto visibile di una trasformazione, è dato da una sorta di radiografia interna del corpo e della mente della protagonista.
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[ph. Mauro Baratti]
E ciò emerge chiaramente anche nel disegno. Se in Mausoleo c’è a livello cromatico un equilibrio tra il bianco e il nero, nei due racconti seguenti sembra di entrare nella testa, nel corpo della protagonista: in Breccia è il nero a dominare mentre in Pietra Lemniscata il bianco ha il sopravvento sulle linee nera. È un passaggio. Dal caos alla luce.
In Mausoleo utilizzando la ritualità del camminare, del viaggio attraverso spazi e paesaggi onirici, la protagonista scopre pian piano qualcosa di più di se stessa. C’è la metafora del fiore, che unisce maschile e femminile superando la dualità, il binarismo, semi e piante resistenti fin dal titolo e che permeano le tavole simboleggiando l’autodefinizione e il riconoscimento di un essere che cerca di smarginarsi da ciò che l’educazione e più in generale la società impone ai corpi.
Siamo in un luogo a metà tra il sonno e la veglia, dove la protagonista, ricercando forse tra i resti dell’infanzia per decifrare chi è oggi, si ritrova oltre le pieghe e i limiti imposti. È in sostanza una storia di autodeterminazione di un corpo femminile.
La mostra sarà visitabile fino all’inizio di agosto nei giorni di apertura del teatro o scrivendo a [email protected]
In consultazione e in vendita ci sarà anche la graphic novel Succulente.
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claudiotrezzani · 7 months ago
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Lo sapete, la Fotografia è intrinsecamente fedele.
Alla realtà, fedele.
Ciò a cagione della neutralità che gli deriva dall'elaborazione motu proprio.
Ma quanto motu proprio?
Intendo:
se alcune fasi del processo sono indelegabili (dopo aver pigiato il bottone succedono cose dentro su cui non abbiamo facoltà d'influenza) su altre possiamo intervenire.
Qual'è allora il limen, il discrimine?
Il limen che separa la fedeltà dalla snaturalità.
Si è sovente propensi a considerare l'istanza postproduzionale come il luogo della stregoneria:
si era fatta una cosa in situ, la si è modificata a casa.
Come dire:
l'obiettivo non mente, il computer sì.
Ma ora riavvolgiamo il nastro, se V'aggrada farlo.
Torniamo eddunque al momento dello scatto.
Non si aveva alterato ancora niente, in quella fase.
Niente che riguardasse il file, almeno.
Dietro l'obbiettivo ...obiettivo  - se mi consentite questo gioco di parole tra aggettivo e sostantivo - un  sensore incontaminato.
Sì, in purezza, senza regolazioni extravaganti, come direbbe un canonista medioevale.
Ma anche nell'attimo fatidico impulsi premono.
Vengono da testa e mano, quegli impulsi (e sono benedetti, tra poco lo vedremo).
Marko Polonio è abile anche di mano.
Lo è in quanto Maestro d'ICM (Intentional Camera Movements).
Non è facile agire così, tecnicamente.
Quando ci si riesce, è subito Arte.
E Marko ben ci riesce.
Al servizio di cosa?
Di una virtuosa celazione.
Luci erano, sono divenute filamenti.
Steli, saette.
Alberi, sinanco soldati.
Vive e vivide traettorie, contrappuntano il resto del contenuto come orazione anelante il cielo.
L'opera di Teddy Hariyanto è al servizio di ulteriore Arte, ma di segno opposto:
in luogo di celare, disvela.
C'è un lavoro d'Alto Artigianato, con Teddy.
Alto Artigianato che si fa Rarefatta Poesia.
Incantevole per minimalistico nitore, l'esito che Teddy sortisce.
E' come un fine cesellatore di vetro a Murano, Teddy.
La sua acqua - sì, è "sua" - ci elargisce la moderna scena di un interno di bar.
L'avventore s'approssima al tavolino per il laico rito del brunch.
Oppure no, è un architetto.
E lampada da tavolo quella ch'insistendo assiste l'inclinata superficie.
O fungo è, il centrale oggetto.
Ma l'omino indossa tunica.
Monaco allora, e quella lampada non è da tavolo, bensì un ardente lume che rende possibile il notturno lavoro di un amanuense (non fosse scandito dal ritmo di una Compieta).
Marko, Teddy.
L'uno cela, l'altro disvela.
Ma non sono traditori del reale, loro.
Sublimano il reale, loro.
E' una trasformazione che trasfigura, la loro.
Sì, trasfigurare dalla latina etimologia (trans +figurare).
Danno altra forma, loro.
Forma più alta, nobilitata.
Come Raffaello con l'omonimo dipinto a tempera grassa su tavola.
La direzione di pensiero è quella.
Dare sostanza al sogno, altrimenti esplicitato.
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Claudio Trezzani
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pier-carlo-universe · 22 days ago
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La forza dell'amore: una recensione su Hermann Hesse e l'essenza della felicità. Recensione di Alessandria today
Quando l'amore diventa forza: il significato profondo nei versi di Hermann Hesse
Quando l’amore diventa forza: il significato profondo nei versi di Hermann Hesse Hermann Hesse, uno dei più grandi autori della letteratura mondiale, ci regala attraverso i suoi versi una visione dell’amore che va oltre la semplice esperienza romantica. La poesia citata non è solo un tributo all’amore, ma anche una riflessione sull’energia vitale e trasformativa che un legame profondo può…
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madogiumado · 8 months ago
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moscanna · 9 months ago
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Trasformazione in un albero
Traduzione in italiano della poesia di martedì 12 Marzo. * l’incantesimo é lanciato sono stata trasformata piuttosto rapidamente in un albero ben piantato in un letto . non posso andare da nessuna parte – velocemente . fisicamente circola solo l’energia ora attraverso le radici rami e capelli sparsi ovunque per la stanza . aderirò a questo miracolo nato da una triste fiaba…
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elmas-66 · 10 months ago
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Donne che trasformano il mondo, poesia di Elisa Mascia, recensione di Arcangelo Galante nel sito Alidicarta
Foto cortesia di MAHA NAKHON SKY WALK con Maria Pina Persichillo e Barbara Lafratta che ringrazio Donne che trasformano il mondo Donna diversa.La donna dalla forte determinazione dà idee e impulso al cambiamento è farfalla in continua trasformazione raggiunge luoghi, cavalca il vento catarsi magica si dispiega veloce non permette le si levi ali o tolga voce.Donna fautrice di grandi progetti con…
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stilouniverse · 10 months ago
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Gianfranco Lauretano "Questo spentoevo", Graphe.it Edizioni
Collana Le Mancuspie* diretta da Antonio Bux Graphe.it Edizioni Nel cuore delle parole c’è un’armonia nascosta, un flusso musicale che solo pochi poeti riescono a catturare. Gianfranco Lauretano rivela come l’arte della poesia possa essere un atto di imitazione e trasformazione, portando il lettore in profondità nell’universo sonoro delle parole. Lauretano segue le orme di Giorgio Caproni,…
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