#pino mare fuori
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seredelgi · 2 years ago
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Giacomo Giorgio as Ciro Ricci -Mare Fuori, 1x02
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maarigolds · 1 year ago
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Sposatevi. Vi scongiuro, sposatevi, figliate, invecchiate insieme.
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moonwaif · 2 years ago
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Pino, wyd? Can't you see my mans is listening to ballads?
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swallowtail-ageha · 1 year ago
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He carries the whole series tbh
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useless-rambling · 1 year ago
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ho iniziato a guardare mare fuori per via del gifset del bacio tra silvia e kubra e poi quest'ultima si mette con pino P I N O CAPITE rai baiting me once again i'm tired
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orotrasparente · 1 year ago
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comunque ora che ho finito le 6 puntate di mare fuori 4 posso dire con assoluta certezza che (in realtà anche come la scorsa stagione) beppe e pino stanno letteralmente sostenendo il peso della serie e probabilmente senza i loro siparietti sarebbe inguardabile ormai e lo dico con sommo dispiacere perché le prime 2 stagioni erano anche belle secondo me, tuttavia porrei l’attenzione su tre punti
1. l’involuzione di massimiliano caiazzo nel recitare, non era un fenomeno prima ma ora fa veramente cagare, sembra un ballerino di amici sta sempre a trotterellare, sparare frasi da baci perugina e lanciare caramelle ma tutt appost o frat ma che passat
2. non frega niente a nessuno di cucciolo, l’avvocato, edoardo, tutta la storyline dei ricci è (al momento) NOIOSA COME NON SO COSA
3. la prestazione molto positiva dell’attrice che fa la parte della moglie del comandante, secondo me brava nel far vivere quella situazione terribile
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Pino, Kubra, Gemma and Cardiotrap
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nietzsche2meetyou · 2 years ago
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Mare Fuori — Recensione No Spoiler
⭐⭐⭐⭐/5
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Io non so come spiegare Mare Fuori, o meglio, non so come giustificare quelle 4 stelle. La fiction, perché stiamo parlando di fiction, ha tantissimi problemi e potrei parlare per ore di quello che non va, l'istituto che più che un carcere pare un campo scuola, soluzioni fesse per fare andare avanti la trama, personaggi completamente snaturati da una stagione all'altra. Ma non voglio parlare di questo, o comunque non in questa prima parte senza Spoiler.
Voglio parlare dei punti di forza di questa produzione RAI che mi ha influenzato a livelli inimmaginabili la vita. Se non guardavo Mare Fuori diventavo io Mare Fuori, cantavo la sigla, chiamavo Davide (il mio ragazzo) "Piecoro" e lo minacciavo in napoletano come se fossi Pino il Pazzo. Ho trascurato la mia run di Hogwarts Legacy perché l'unica cosa a cui pensavo tutto il giorno era capire cosa sarebbe successo a quei ragazzini nella prossima puntata.
I personaggi sono molto didascalici, non hanno particolari guizzi di personalità ma ti ci affezioni, cerchi di capire perché sono così, cosa gli è successo prima di entrare nel penitenziario, cosa gli ha fatto la vita se a 17 anni hanno voglia di uccidere un loro coetaneo. Ci sono altri che invece sono coinvolti in un incidente e che devono affrontare le conseguenze della loro immaturità. Ci sono poi quelli che preferiscono il carcere piuttosto che tornare dalla propria famiglia. E quello che ci tocca di Mare Fuori è che le storie che racconta sono credibili e se sei Campano quelle storie le hai conosciute sulla tua pelle, le hai viste negli occhi dei tuoi amici.
Non è un'opera straordinaria dal punto di vista tecnico, di attori particolarmente bravi ce ne saranno 3/4 e di questi voglio assolutamente ricordare Ciro Ricci che per me è stato perfetto, gli altri hanno fatto il compitino e a volte nemmeno superava la sufficienza, soprattutto quando non si parlava in dialetto, che ha spesso salvato l'interpretazione.
Sceneggiatura
La sceneggiatura ha tanti problemi, tutto quello che accade è surreale ma non si fa problemi, e questo è il punto di forza, ad ammazzarti personaggi importanti. A differenza delle solite fiction italiane, tu hai paura che il tuo personaggio preferito muoia, che il tuo personaggio preferito faccia la scelta sbagliata e che ci rimanga secco.
Personaggi
I ragazzi:
Nella prima stagione conosciamo alcuni dei ragazzi del penitenziario, tra i protagonisti ci sono Carmine "o' Piecoro", Filippo "o' Chiattill", la banda di Ciro Ricci con Edoardo, Pino, Pirucchio, Totò e, da un certo punto in poi, Milos, poi Gianni "Cardiotrap", Naditza la Zingara, Silvia e Viola.
Purtroppo la differenza tra i personaggi maschili e quelli femminili salta subito all'occhio, la caratterizzazione di quelli maschili è sviluppata 100 volte meglio, i personaggi femminili invece sono sempre sotto tono, non hanno quel fascino, quel dolore che si portano dietro un Carmine o un Pino, forse solo Naditza, ma dura giusto un paio di episodi, poi diventa una palla colossale fino alla 3 stagione.
Dalle stagioni successive, fortunatamente c'è un miglioramento anche per i personaggi femminili, vengono introdotte Gemma, Rosa Ricci e Kubra, con storie decisamente più interessanti.
Gli adulti:
Tra gli adulti troviamo Massimo il Comandante, Paola la Direttrice, Beppe l'Educatore, Lino il poliziotto corrotto e Liz la poliziotta buona, fin troppo.
Purtroppo a me di questi non è mai fregato nulla, ho passato tutto il tempo a detestare loro e le interpretazioni degli attori. Troppo permissivi, troppo ciechi, troppo stupidi per poi a un certo punto trarre conclusioni al limite della genialità.
Ovviamente, sia tra i ragazzi che tra gli adulti ritroviamo le dinamiche standard delle fiction, flirt, amori non giustificati e dinamiche di tira e molla che a un certo punto diventano insopportabili (ma ne parleremo nella parte spoiler).
Ambientazione
L'ambientazione mi è piaciuta molto, non ci troviamo nel vero IPM di Napoli, ma nel porto napoletano. Da qui arriva la retorica del "Mare Fuori", il mare rappresenta il futuro e la speranza dei ragazzi, che ritroviamo anche nell'ambientazione. Le celle dei ragazzi affacciano sul mare, lo guardano attraverso le sbarre sognando la libertà.
Colonna Sonora
Sia la sigla iniziale che altre canzoni introdotte nel corso delle stagioni sono ad opera di Matteo Paolillo "Icaro", l'attore che interpreta Edoardo nella serie. La sigla iniziale è bellissima, dal testo alla melodia. Una volta ascoltata non puoi non canticchiarla tutto il giorno.
Nel corso delle puntate ritornano poi sempre 3/4 canzoni, tutte di Stefano Lentini (Tic Toc, Ddoje Mane, Le voci dentro urlano). Da un lato le detesti, dall'altro appena finita la puntata continui a cantarle come se fossero le canzoni della vita.
Cultura Pop
Mare Fuori fa continui riferimenti alla cultura Pop degli ultimi anni, spesso e volentieri si nomina Liberato e si ascolta la sua musica nelle ore d'aria. Ovviamente si parla di Maradona e come in quasi tutte le scuole campane i muri sono pieni di "Forza Napoli".
Considerazioni finali
Mare Fuori non è LA serie, nemmeno LA serie italiana d'eccellenza ma è un ottimo prodotto per i giovani. A differenza delle solite serie TV sulla mafia, qui non solo viene trattata la Camorra e le sue conseguenze devastanti sui giovani, ma vediamo anche altre problematiche sociali che affliggono i nostri ragazzi. Mi è dispiaciuto non vedere una figura professionale che affiancasse molti di loro in un percorso psichiatrico, avrebbe davvero fatto la differenza probabilmente, ma nel complesso il messaggio è arrivato: chiaro, limpido e cristallino.
Per chi guarda alla camorra e alla criminalità come una soluzione a cui aspirare viene mostrato che quella non è la risposta. Che entrare nel sistema è tanto facile quanto complicato poi uscirne, se non pagando con la vita.
A chi guarda ai giovani criminali con sdegno, Mare Fuori insegna che spesso quegli stessi ragazzi hanno paura, hanno speranza, hanno voglia di riscatto e che la società non fa nulla per aiutarli. Il carcere deve aiutarti a ritrovare la strada, a farti pentire degli errori che hai commesso, non deve essere solo una punizione, punendo e basta non si risolve nulla, una volta tornati all'esterno si sarà vittima degli stessi sbagli e dello stesso circolo vizioso.
Mare Fuori in questo riesce benissimo nel suo intento.
Le 4 stelle vanno ai messaggi che questa fiction, nonostante i suoi mille difetti, è riuscita a mandare.
Fatevi un favore e guardare Mare Fuori.
Io devo ringraziare mia sorella per aver insistito così tanto, ripetendomi giorno e notte di guardare Mare Fuori perché io, sinceramente, non l'avrei mai guardata di mia spontanea volontà, sbagliando.
La trovate su Rai Play, gratuitamente.
Parte SPOILER
Allora.
Parliamo innanzitutto di Filippo e Naditza. Io a un certo punto volevo che schioppassero e si levassero da davanti alle palle. Non hanno mai avuto chimica, lui scemo in culo, lei una lagna mortale. Per non parlare di quando Chiattillo decide di rimanere a Napoli perché a Carmine era appena morta sua moglie il giorno del loro matrimonioooooo. Minchia, l'unica decisione degna di nota del Chiattillo. Da quel momento in poi per me Naditza poteva andarsene a fanculo e lo dico con il cuore. Non solo Filippo se l'era messa in casa, facendola studiare pianoforte e cercando di darle un futuro, no, lei pretendeva che lui fosse trasferito a Milano, in un penitenziario diverso, dove avrebbe dovuto affrontare nuove problematiche e soprattutto lasciando il suo amico nella follia più totale. Naditza voto: 0.
Pino e Cardio sono i miei cuoricini, non ci posso fare niente. Certo Pino è passato da essere il molestatore di Filippo ad essere uno dei suoi migliori amici e nella serie non è mai menzionata sta cosa ma va bene. L'evoluzione che ha avuto è stata una delle migliori, se non la migliore della serie.
Cardio invece madonna se non gli danno una gioia a sto povero cristo vi giuro, non lo so, che vogliamo fare, farlo suicidare?
Carmine è passato da Muto a Folle a Distributore di Caramelle ma è forse uno dei miei personaggi preferiti.
Edoardo e Ciro i migliori in assoluto a livello di interpretazione.
Ciro in particolare a me faceva proprio percepire la violenza, la fame di potere, il sacrificio e la paura. Il casting per l'attore è stato perfetto, 10/10.
Edoardo invece sotto il suo bel faccino nasconde l'anima di un camorrista, non si fa problemi ad uccidere qualcuno o a fargli del male, nonostante tutto non riesce ad essere un vero leader, più volte vediamo che non riesce a imporsi sui suoi come faceva Ciro.
Il funerale di Pirucchio è stato un vero colpo al cuore, persino una persona come lui quando guarda in faccia la morte riesce a cambiare strada, eppure non è bastato. Nonostante la sua famiglia gli desse tutto l'amore necessario a lui non è bastato e se n'è reso conto troppo tardi.
Totò che uccide Nina poi e vedere il turbamento nei suoi occhi quando viene a patto con il suo errore è straziante, ancora di più vedere Carmine perdonarlo e abbracciarlo, perché sa che Totò è solo un'altra vittima del sistema camorrista.
Viola. Parliamo di Viola adesso. Per me è no. L'attrice tanto bella quanto incapace, mi dispiace. Già di per sé il personaggio era abbastanza inutile e scritto male, l'attrice poi ci ha messo il suo. È risultata solo fastidiosa e sinceramente l'unico momento degno di nota è stato sul tetto quando ha minacciato di uccidere Futura. Lì posso ammettere di aver trattenuto il fiato e di essermi anche leggermente cagata sotto. Più che altro per Carmine che mamma mia peggio di lui forse solo Cardiotrap.
Rosa Ricci era il personaggio che serviva alle donne. Se da un lato tutte sembravano essere in un salone di bellezza a lei non fregava un cazzo. Se le altre avevano paura (ingiustificata) di Viola, Rosa aveva già affrontato la paura, la morte di un fratello, la morte della madre e la vita dura di chi sceglie la criminalità.
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lessism0r3 · 4 months ago
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moltocarina
Da bambino, e intendo bambino molto piccolo, avevo il simpatico vizietto di dare nuovi nomi alle cose secondo la percezione tutta mia che ne avevo. Per esempio, mio padre aveva una piccola smerigliatrice angolare, la testata era di un colore biancastro, il corpo della macchina era di un grigio intenso e siccome alla fine del corpo spuntava il cavo e a me sembrava più un topo che una smerigliatrice, avevo deciso che si sarebbe chiamata "TOPOSQUÌT". Quindi quando mio padre smerigliava qualcosa dicevo che aveva acceso il TOPOSQUÌT.
C'era una canzone di Gino Paoli che parlava di una casa molto carina, senza soffitto, senza cucina...
..."non si poteva entrarci dentro
perché non c'era il pavimento.
Non si poteva fare pipì
perché non c'era vasino lì.
Ma era bella, bella davvero
in Via dei Matti n° 0"...
Questa casa - immersa tra la campagna e il mare dove vengo a rifugiarmi quanto tutto intorno fa troppo rumore - quando ero molto piccolo io il pavimento non ce l'aveva per davvero e il vasino era veramente fuori, sotto la scala che porta al terrazzo. La cucina era poco più di due fornelli da campo piazzati in un angolo addossati a un muro di blocchi di tufo bianco che non aveva neanche l'intonaco. Per il me bambino quindi questa era la casa MOLTOCARINA. Tutto attaccato. Invece di chiedere "stiamo andando al mare?" chiedevo "stiamo andando alla casa moltocarina?".
Ci andavamo tutti i fine settimana alla casa moltocarina, anche d'inverno. Mio padre lavorava lontano e stava via tutta la settimana. Quando rientrava, il venerdì sera, mia madre si faceva trovare sul cancello di casa coi bagagli pronti. Si caricava subito la macchina e si veniva qui a stare in pace, in mezzo alla natura, al vento che sferza deciso questo colle, al profumo del cisto che ti regala un ottimo buongiorno appena apri il portellone che il sole non è ancora sorto.
Qui ci sono le mie radici, parte della mia storia, anche quella che non ho vissuto. Guardo le colline verdi e me le immagino piene di spighe mature che ondeggiano a luglio: un mare giallo davanti al mare blu. Alla casa moltocarina un'ora di sonno vale tre da qualsiasi altra parte. Risiede qui la pace quando la mia solitudine bussa troppo forte.
Mi piacerebbe portarti qui, c'è un albero di corbezzolo che dovresti proprio vedere in questo periodo o i ginepri, per esempio. Ci sono gli eucalipti che ha piantato mio padre quando qui c'erano solo pietre e vento, mi piace guardarli e mi fanno pensare che chissà se si può piantare un eucaliptus arcobaleno...un albero che secondo me ti assomiglia moltissimo. Ci sono due verande, una per quando fa troppo caldo e una per quando fa troppo freddo. Poi ci sarei io...il ché mica è un dettaglio.
E chissà poi com'è la tua casa moltocarina, con quel pino maestoso, coi tuoi fiori, con te dentro che sei bella, bella davvero...in via dei matti numero zero...
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mypickleoperapeanut · 11 months ago
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"Pino il falegname"
da Favole & dintorni
Si sussurra, si dice, si racconta, una storia molto bella, ma se sia vera non si sa, di certo solo c’è, che è giunta fino a me.
Pare che, tanto, ma tanto tempo fa, in un paese lontano, lontano e molto diverso dal nostro, vivesse un uomo alto, magro e muscoloso che di lavoro faceva il falegname.
Nonostante l’apparenza, data dal suo fisico possente, il nostro falegname era un uomo mite, tranquillo e anche molto generoso, tutti lo chiamavano Pino, come gli alberi di pino, forse proprio per il lavoro che faceva, anche se in realtà quello non era il suo vero nome.
Pino poteva avere circa una trentina d’anni, ma ne dimostrava certamente molti meno ed era anche un gran lavoratore, infatti passava tutti i suoi giorni, dal sorgere del sole fino al tramonto, nel suo laboratorio di falegnameria.
Pino era talmente appassionato al suo lavoro che il tempo gli scorreva via velocemente, così velocemente che spesso gli capitava addirittura di non sapere in quale giorno della settimana mai fosse.
La sua più grande soddisfazione, oltre alla gioia quotidiana che provava nel lavorare, era quella di vedere finito il mobile, la porta o qualsiasi altra cosa gli avessero commissionato.
In quei momenti, in cui ammirava il lavoro fatto, gli occhi scuri e grandi di Pino s’illuminavano di una luce particolare e un sorriso straordinario appariva sul suo bel volto, erano il segno inconfondibile di una immensa felicità, quella felicità che provano tutti coloro che hanno la fortuna di vedere e ammirare il frutto del proprio lavoro, il risultato del proprio impegno, l’opera del proprio ingegno.
Pino era, senza alcun dubbio, una persona serena e appagata e non desiderava proprio niente di più o di diverso da quello che aveva già, forse anche per questo la sorte aveva deciso di regalargli qualcosa di veramente straordinario, che avrebbe cambiato radicalmente la sua normale quotidianità.
Qualcosa che puntualmente avvenne un lunedì, un giorno come un altro per il nostro Pino, ma a renderlo diverso e unico, tanto da poterlo poi ricordare per sempre, fu la coincidenza di due eventi che lo avrebbero riempito di felicità. Il primo era quello di aver terminato il suo ultimo lavoro e il secondo invece un bellissimo incontro che avrebbe fatto proprio lì a casa sua.
Mentre Pino era assorto in estasi davanti al suo ultimo lavoro ormai finito, qualcuno bussò ripetutamente alla porta del laboratorio, ma lui ci mise un bel po’prima di realizzare che la campanella, posta al di fuori della casa, continuasse a ridondare senza mai fermarsi, tanto era impegnato a contemplare ciò che aveva realizzato, ma quando finalmente si rese conto che c’era qualcuno che chiedeva di entrare, si precipitò ad aprire la porta senza neanche chiedere chi mai ci fosse.
Quando l’ebbe aperta, una visione straordinaria lo lasciò senza parole, di fronte a lui una bellissima fanciulla dai lunghi capelli biondi e con due occhi azzurri come il mare, tutta vestita di bianco, che gli chiedeva con voce ferma e decisa, se fosse effettivamente lui il falegname di nome Pino.
La bella fanciulla dovette ripetere la domanda più di una volta, visto che non riusciva ad avere alcuna risposta, ma quando Pino finalmente si riprese dal suo stupore, rispose che era effettivamente lui il falegname di nome Pino e solo allora invitò la fanciulla ad entrare e ad accomodarsi sull'unica sedia che aveva li , sedia dove ogni tanto lui stesso si sedeva per riposarsi.
In quel piccolo lasso di tempo, che intercorse prima che qualcuno parlasse, Pino si domandò chi mai poteva essere quella sconosciuta creatura e cosa mai avrebbe poter voluto proprio da lui, ma quando la fanciulla si sedette sulla sedia fu lei stessa a dare risposte giuste a quelle domande, mi chiamo Mariastella ed ho sentito tanto parlare di te, di quanto tu sia bravo, preciso e puntuale nel tuo lavoro ed io ho proprio bisogno di una persona come te per realizzare una visione che ho avuto in sogno qualche giorno fa.
Pino, perplesso più che mai, le chiese di spiegargli tutto meglio, visto che non riusciva a capire ne a trovare il nesso fra lui e la realizzazione di quel sogno.
Mariastella raccontò cosi per filo e per segno il sogno che aveva fatto, sogno in cui un angelo le chiedeva di realizzare, con l’aiuto di un falegname, il più bravo di quel luogo e di quel tempo, un simbolo per rendere concreto, tangibile e comprensibile il sentimento dell’amore.
Pino sempre più coinvolto e incuriosito chiese allora a Mariastella di dargli precise indicazioni su ciò che avrebbe dovuto realizzare, ma lei gli disse che dovevano essere unicamente il suo intuito, la sua sensibilità, il suo animo che avrebbero dovuto guidare la sua mano.
Pino fu come rapito da quella risposta, era infatti la prima volta che qualcuno gli chiedeva di fare qualcosa senza sapere effettivamente cosa, ma era anche la prima volta che avrebbe finalmente potuto lavorare senza misure, senza vincoli, senza limiti ne condizionamenti, libero di poter dar sfogo alla sua creatività.
Pino era entusiasta e talmente affascinato da quella misteriosa creatura che non avrebbe preteso alcun compenso per quel lavoro, ponendo però una sola condizione come necessaria e indispensabile per accettare.
La condizione fu quella di sapere tutto ciò che c’era da sapere di Mariastella, da dove venisse, quali fossero le sue aspirazioni e quali le sue speranze, insomma conoscere completamente la sua vita.
Mariastella acconsenti raccontando, senza alcuna difficoltà, tutto di se, senza tralasciare niente, senza nascondergli nulla del suo presente e del suo passato, partecipandogli persino che lei, come tutte le ragazze della sua età, sperava di incontrare un giorno il suo principe azzurro.
Un principe senza corona e senza regno, ma dallo spirito nobile e generoso e sopratutto ricco di buoni sentimenti e di sani principi.
Quando tutto fu detto e nulla c’era più da aggiungere, Mariastella salutò Pino rassicurandolo che per il lavoro che gli aveva commissionato, avrebbe potuto prendersi il tutto il tempo necessario.
Una volta finito, lei lo avrebbe capito e sarebbe tornata.
Da quel giorno, proprio da quel lunedì così speciale, Pino iniziò con tanta lena il suo lavoro e con una tale energia, che le sue mani sembravano essere guidate da una entità estranea, tanto erano precise e veloci, da lasciare incredulo anche lui.
Giorno dopo giorno, momento dopo momento il manufatto prendeva forme sempre più definite e quando l’ebbe terminato, quel tutto gli sembrò davvero la cosa più bella che avesse mai realizzato. Mentre Pino era così assorto in quello che da sempre era il suo rituale di contemplazione di ciò che aveva realizzato, la campanella della sua porta incominciò a suonare ripetutamente, anche quella volta solo dopo un po’ di tempo realizzò che qualcuno lo stava cercando, così andò di corsa ad aprire la porta del suo laboratorio e per la seconda volta ebbe la stessa immagine, era lei, era sempre lei, la splendida fanciulla che gli aveva commissionato quel lavoro.
Buongiorno Mariastella, le disse balbettando e aggiungendo benvenuta, poi perplesso le chiese come avesse fatto a sapere che aveva finito proprio in quel giorno, anzi proprio in quell’istante il suo lavoro, la fanciulla gli rispose che lo aveva percepito e come promesso era tornata per vedere cosa mai avesse realizzato.
Quando la bella fanciulla fu di fronte a ciò che Pino aveva creato, ebbe un forte fremito e una piacevole emozione la pervase tutta, fu così tanto l’entusiasmo, fu così grande la gioia da spingerla ad abbracciare Pino con tutta la forza che aveva e l’abbraccio fu così lungo da dargli la sensazione di non volerlo mai più lasciare, altrettanto fu per Pino, che felice di ricambiare quell’abbraccio, sperava con tutto il suo cuore non dovesse mai finire.
Agli occhi di Mariastella Pino era riuscito a lavorare quel legno con tanta passione e tanto amore, che ciò che aveva creato lo lasciava trasparire tutto quell’amore, rendendolo concreto e tangibile. Il lavoro di Pino rappresentava un uomo e una donna stretti in un abbraccio talmente intenso da non poter distinguere più l’uno dall’altro, due amanti che si guardavano negli occhi fissandosi come se volessero promettersi di non lasciarsi mai.
Il lavoro che Pino aveva fatto, l’opera d’arte che aveva creato era effettivamente di una rara bellezza e quell’abbraccio cosi avvolgente era davvero la rappresentazione dell’amore universale che Mariastella sperava di vedere realizzato, perché un abbraccio è davvero la più bella conferma d’amore.
E’ con un abbraccio che una mamma accoglie il proprio figlio appena nato e con un abbraccio continuerà ad accoglierlo per tutta la vita.
E’ con un abbraccio che nasce un nuovo amore.
E’ con un abbraccio che due fratelli fanno pace, è sempre e comunque un abbraccio che segna l’inizio di qualcosa d’importante, di straordinario, l’abbraccio è il sigillo, il segno che sottolinea sempre un evento eccezionale, la genesi di quel qualcosa di nuovo e di bello che prima non c’era e che da quel momento in poi resterà.
Fu proprio il lungo abbraccio di gioia che segnò la nascita dell’amore tra Mariastella e Pino, fu quello il giorno in cui nacque il loro amore, fu quello il loro primo Natale, da quel giorno non si lasciarono mai vivendo felici e a lungo insieme, continuando a festeggiare, anno dopo anno, il Natale del loro grande amore.
Anche per tutti noi c’è un Natale che segna la nascita di qualcuno o di qualcosa di veramente speciale, ma c’è né anche uno davvero particolare, il Natale dei Natali, che gli unisce tutti.
Quel particolare giorno che festeggiamo con le persone più care, quelle che amiamo di più e che più sentiamo vicine a noi, anche se sono distanti migliaia di chilometri.
Quel giorno straordinario che ci unisce nello spirito e rafforza, se mai ce ne fosse bisogno il reciproco amore, quel giorno, da tempo immemorabile, si ripete tutti gli anni il 25 dicembre ed è proprio il giorno di Natale.
Tanto, ma tanto tempo è trascorso da quando avvenne questa storia e in quel paese lontano, lontano e molto diverso dal nostro non è purtroppo rimasta traccia di quello straordinario e bellissimo lavoro di Pino, ma per fortuna della bella storia d’amore di Mariastella e Pino, dopo così tanto tempo, ancora si sussurra, si dice, si racconta, ma se sia vera non si sa, di certo solo c’è, che è giunta fino me. Olomouc Repubblica Ceca anno 2011
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kritere · 2 years ago
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Artem di Mare Fuori si sposa, la foto della fidanzata Gioia D’Ambrosio con l’anello al dito
DIRETTA TV 30 Luglio 2023 Artem Tkachuk, attore di Mare Fuori, è pronto a convolare a nozze con la fidanzata Gioia D’Ambrosio. La ragazza, sul suo profilo Instagram, ha condiviso uno scatto in cui si mostra con l’anello al dito e scrive: “Ho detto sì”. 0 CONDIVISIONI Artem Tkachuk presto sposo. Il giovane attore di Mare Fuori, che nella serie di successo interpreta il personaggio di Pino ‘o…
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Artem, mi fa male vedere l'Ucraina e l'egoismo umano
Ha appena compiuto 23 anni ma Artem, attore giovane ma già conosciutissimo grazie a personaggi amatissimi dal pubblico (da Pino di Mare Fuori a Tyson de La Paranza dei Bambini passando anche per Ruslan Karpenko di Un Passo dal cielo 7), dimostra una maturità rara.     Quando parla della vita (” è davvero magnifica e va vissuta ogni giorno a pieno”), del suo lavoro (“ne sono felicissimo”), della…
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poisonliar · 2 years ago
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like or reblog if you use or save.
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swallowtail-ageha · 11 months ago
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God i cant believe i'm seriously gonna do this (discussing mare fuori) but like. I went on twitter and it's painful how people flat out don't get what the series, despites all of its flaws, is screaming at the audience because of shipping wars. People seriously complained about Kubra not wanting to marry Pino because they are both eighteen, have a whole life in front of them and Kubra wants to study and actually have an opportunity to better lives of immigrants like her mother and marrying would just cut opportunities short for BOTH of them and they leave on good terms!!! Because they have both matured enough to recognize that sometimes!! Lovers drift apart!!! And that's okay!!! That's the whole culmination of Pino's character development!!! But people don't like it because "muh ships"
Or the Edoardo/Teresa/Carmela love triangle. Like people genuinely think it's a shipping thing and not a deliberate contrast of two different worlds, with teresa being the bored wealthy and with carmela being the desperate poor, and how they get swindled by the camorra (edoardo). None of them are supposed to win edoardo's love!!! Teresa isn't edoardo's way out because edoardo is going to do what he's done to carmela and find a new woman once he gets bored of her and said new woman would permit him to clim on the social ladder!! Not only the characters in the series say it, it's blatantly shown when they show edoardo leaving teresa to go after the ricci's money after carmela tells him where they are!!!!
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useless-rambling · 1 year ago
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personalissima classifica dei carcerati di mare fuori dal più tollerabile al più frangicazzi ora che ho finalmente finito la prima stagione (carmine non incluso perché è stato l'unico che non mi ha fatto dannare, sant'uomo)
9. gemma > storia, purtroppo, incredibilmente attuale, inutile spiegare il perché. peccato solo che quel malessere del fidanzato non sia schiattato.
8. naditza > si meriterebbe il posto di gemma se non avesse l'imperdonabile difetto di essersi innamorata di un pirla (chiattillo, nadì? seriamente?)
7. cardiotrap > non è un criminale, è solo uno scemo (semicit.); perde qualche punto per la semi-affiliazione ai minion di ciro, ma sembra un cuoricino di panna piccolo così 🤏🏻
6. silvia e serena > meh. they were there i guess.
5. viola > personaggio interessante ma estremamente frustrante; curiosa di sapere quale sarà la sua storia nelle stagioni a venire (resto convinta del fatto che ciro, se non si fosse beccato un cacciavite in un rene, sarebbe comunque schiattato o finito in ambulanza a causa sua - ché alla fine viola ci stava giocando come il gatto col topo, e chissà cosa gli avrebbe fatto fare).
4. pino > proud owner of a half a braincell; l'unico a non meritarsi l'epiteto di minion. anche lui personaggio interessante, ma con cui non sono riuscita ad empatizzare di più a causa degli abusi sessuali al chiattillo.
3. i minion di ciro > l'anello di congiunzione tra l'uomo e la scimmia. non un singolo pensiero autonomo è stato partorito da quelle scatole craniche vuote.
2. ciro > l'ho detestato sin dal primo momento; tutto sommato, ottimo antagonista.
1. chiattillo > carmine has 100 problems and chiattillo is 99 of them. sia mai dare ragione a ciro, ma un po' infame lo è stato eh
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larosaneratralerosse · 2 years ago
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"È tutta colpa dell'amore comandà, è chell ca mov o munn, gira tutto intorno all'amore, l'amore nun s po' fermà. Nun s po' mettr nda' na gabbia"
- Mare Fuori
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