#pellicole
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Film italiani in uscita a ottobre
Nata per te (Fabio Mollo): 05/10
Luca è single, gay, cattolico, dedito al volontariato e con un grande desiderio di paternità. Alba è una neonata con sindrome di Down che è stata abbandonata in ospedale subito dopo il parto. Mentre la sua infermiera le dedica ogni tipo di cura, il tribunale di Napoli è alla ricerca di una famiglia che possa occuparsi di lei. Luca si propone per ottenerne l'affidamento, ma è single ed è omosessuale. Ad aiutarlo ci penserà un'avvocata agguerrita, esperta tanto di legge quanto di umanità.
Volevo un figlio maschio (Neri Parenti): 05/10
Alberto è un marito e un padre felice. Ha però un cruccio: avere solo figlie femmine. Il film racconta la storia di Alberto che, grazie a una magia, si ritrova improvvisamente padre di quattro figli maschi.
Phobia (Antonio Abbate): 05/10
Dopo aver abbandonato da anni il casale di famiglia, Chiara torna dalla sua famiglia insieme a Michela, una sua amica. Nel passato di Chiara c'è un trauma non superato: si sente responsabile di un incendio alla stalla avvenuto quand'era bambina e che ha ridotto permanentemente a letto, collegato alla bombola dell'ossigeno, il padre. Tutti sono pieni di rancore. Quando nel cuore della notte Chiara si sveglia, Michela non c'è più e sono scomparse anche le sue cose. Chiara si alza e chiede ai familiari se l'hanno vista, ma questi sostengono che non esiste: Chiara è venuta da sola. Chiara, sconcertata e preoccupata, precipita così in un mistero inatteso e intricato.
La fortuna è in un altro biscotto (Marco Placanica): 06/10
In una città portuale di provincia Leo ha un piccolo negozio di oggettistica e modesto antiquariato. Le cose non gli vanno bene, e si fa sempre più presente la minaccia di uno strozzino. Leo è disposto a tutto, per evitare lo strozzino, con una tanica di benzina e con l'aiuto di un ragazzo cinese, trasforma il suo negozio in un cumulo di cenere. È disposto anche a rubare. A rubare un quadro di valore: la tela di un esponente delle avanguardie del Novecento. Il quadro si trova nella villa di un facoltoso imprenditore, collezionista d'arte, aspirante sindaco nella lista "Famiglia Unita". Destino vuole che il figlio dell'imprenditore e la figlia dello strozzino abbiano una relazione..
Il vuoto (Giovanni Carpanzano): 06/10
Giorgio e Marco vengono da due mondi diversi: il primo è il figlio di un avvocato affermato, il secondo di un agricoltore, lotta per emanciparsi dalla periferia di una città del profondo sud. Entrambi sognano un amore travolgente e soprattutto, per motivi diversi, brucia- no dalla voglia di emergere. La forza che li ha attratti li costringerà a combattere per stare insieme. Il 'vuoto' che li spinge l'uno verso l'altro porterà i protagonisti ad inseguirsi, camminando in bilico proprio sul vuoto che li attrae: due ragazzi e un sentimento inaspettato
La luna sott'acqua (Alessandro Negrini): 09/10
Un visionario affresco nel tempo dalle atmosfere oniriche a Erto, paese devastato dalla tragedia del Vajont, diviso tra il desiderio di rinascita e il bisogno di preservare la memoria di un passato doloroso. Un ritratto onirico che oscilla tra realtà e sogno e sul crinale di una domanda: qual è il confine tra il preservare la propria memoria e la necessità di sopravvivere al dolore e ritrovare una speranza?
Doppio passo (Lorenzo Borghini): 12/10
Dopo che la Carrarese Calcio è stata promossa in serie B con cinque giornate di anticipo, il suo storico capitano Claudio Russo decide di esaudire uno dei più grandi desideri della sua vita e apre un ristorante con sua moglie Gloria grazie anche al prestito del suo amico Sandro Costa. La fortuna però gli volta improvvisamente le spalle. Cerca di arrangiarsi come può finendo per accettare di andare a lavorare nella cava. Ma i soldi guadagnati non bastano, il suo matrimonio va in crisi e la sua vita, di conseguenza, si trasforma in un inferno. Per provare a uscirne fuori, dovrà mettere in discussione la sua integrità morale.
Gli ospiti (Svevo Moltrasio): 12/10
Un casale sparso in mezzo al verde, nove amici che si conoscono da una vita, un bambino che dorme. Poi si accorgono di un intruso, tale Marco. Ma Marco dice che quella è casa sua, anzi, che la sta vendendo e per questo ha lasciato la porta d’ingresso aperta. Il film è una black comedy esclusivamente finanziata grazie a una campagna di crowdfunding.
L'ultima volta che siamo stati bambini (Claudio Bisio): 12/10
Vanda, Italo, Cosimo hanno dieci anni e, nonostante la Seconda guerra mondiale, conoscono ancora il piacere del gioco che condividono con l'amico Riccardo che è ebreo. Il giorno in cui scompare decidono che non si può attendere: i tedeschi, che devono averlo portato via con un treno, debbono essere resi consapevoli del fatto che il loro amico non ha alcuna colpa per cui essere punito. Si mettono quindi in marcia seguendo la strada ferrata. A cercare di raggiungerli ci sono il fratello Vittorio, milite fascista che ha subìto una ferita, e la suora dell'Istituto per gli orfani che ospita Vanda.
Me contro te - Vacanze in Transilvania (Gianluca Leuzzi): 19/10
Nel laboratorio ormai abbandonato del Signor S., Viperiana, Perfidia e la banda dei Malefici stanno tramando un piano malvagio per distruggere i Me Contro Te e il mondo intero: oscurare il Sole con il prezioso diamante delle paure e rendere la Terra un posto buio e desolato. Ma il diamante è nascosto nel posto più spaventoso del Pianeta: il Castello del Conte Dracula in Transilvania! Sofì, Luì, Chicco, Tara e Ajar partono così per la Transilvania, mentre il Signor S. si mette sulle tracce dei Malefici. Qui i nostri amici dovranno vedersela con il Conte Dracula in persona, il suo fedele servitore Patumièr, e sua figlia Ombra. Attraverso passaggi segreti, quadri parlanti e nuovi amori, il gruppo di amici imparerà ad affrontare le proprie paure e realizzerà che le diversità sono un valore e non un limite e non bisogna temerle"
Un weekend particolare (Gianni Ciuffini): 19/10
Elena e Claudio si rincontrano a Malta nello stesso hotel in cui era finita la loro burrascosa storia d'amore. Sarà questo incontro inaspettato a far rinascere in loro la voglia di rivalsa dell'una sull'altro ma anche, forse, il desiderio di recuperare qualcosa che entrambi sentono di avere perduto. Tra sorprese, colpi di scena e combattivi pretendenti che non si danno per vinti, riuscirà la magia dell'isola a riannodare i fili strappati del loro amore?
Mi fanno male i capelli (Roberta Torre): 20/10
Una bella signora bionda sulla spiaggia, orme, onde, lei che raccoglie qualcosa dalla sabbia. Poi si avvicina a un ragazzo e gli dice di essersi perduta. Da una casa vicina un uomo la osserva: Monica sta perdendo la memoria, Edoardo, il marito, la accompagna con tenerezza nelle vite che lei si ricostruisce attraverso i film di Monica Vitti. Antonioni, Michele Placido, Alberto Sordi, con il quale lei dialoga attraverso uno specchio, abiti, cappelli, sentimenti, sperdimenti.
Holiday (Edoardo Gabbriellini): 23/10
Veronica, dopo un lungo processo e due anni di prigione per l'omicidio della madre e del suo amante, viene riconosciuta innocente. Ha solo vent'anni e tutta la vita davanti, ma è difficile guardare al futuro quando gli occhi di tutti sono ancora rivolti a quel tragico evento. Attraverso i ricordi suoi e della migliore amica Giada, riavvolgeremo il nastro di una storia che più avanza, più si fa ambigua.
C'è ancora domani (Paola Cortellesi): 26/10
Paola Cortellesi fa il suo esordio alla regia con un originale dramedy in bianco e nero ambientato nel Secondo Dopoguerra.
Comandante (Edoardo De Angelis): 31/10
La storia di Salvatore Todaro, comandante di sommergibili della Regia Marina che durante la Seconda Guerra Mondiale contravvenne agli ordini del suo comando per portare in salvo i 26 uomini che avevano provato ad affondarlo.
Documentari
La strada infinita (Alberto Valtellina, Paolo Vitali): 03/10
Una mappatura delle "eterotopie" che insistono su un importante asse viario di una città italiana.
Gorgona (Antonio Tibaldi): 06/10
Un sguardo sull'isola-carcere della Gorgona, unico esempio europeo di questo tipo di penitenziario.
Careseekers - In cerca di cura (Teresa Sala, Tiziana Francesca Vaccaro): 09/10
Le persone anziane spesso finiscono con il necessitare di attenzioni e cure particolari. Queste possono provenire da più soggetti: i familiari, le badanti, le strutture definite 'case di riposo' ecc. Il documentario si interroga, grazie alla collaborazione di un gruppo di donne che si occupano da tempo della questione, su quali possano essere le condizioni più favorevoli sia a chi è assistito che a chi assiste. Se l'Italia pensa di poter essere nel prossimo futuro un Paese per vecchi deve ripensare alla proprie modalità di assistenza. Si riuniscono sotto la definizione associativa di "Laboratorio di pensiero e parola" a Fabbrico, cittadina in provincia di Reggio Emilia le donne che si trovano al centro della riflessione che Sala e Vaccaro propongono all'attenzione di chi vedrà questo loro lavoro. Ecco allora, in questa narrazione suddivisa in capitoli, una proposta utopica che però è già stata sottoposta a verifica in un gruppo ristretto
Pasolini - Cronologia di un delitto politico (Paolo Angelini): 16/10
Un film inchiesta alla ricerca della verità politica dell'omicidio di Pier paolo Pasolini
Zucchero Sugar Fornaciari (Valentina Zanella, Giacomo De Stefano): 23/10
Jeff Koons - Un ritratto privato (Pappi Corsicato): 23/10
L'artista che è riuscito a elevare il kitsch e il pop per trasformarli in capolavori come pochi artisti visionari nella storia recente.
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Guarda l'invisibile e vedrai cosa scrivi, era con la gente invisibile che Bob voleva vivere, quelli a cui passiamo davanti ogni giorno, quelli che a volte diventiamo, quelli dei libri che vivono nell'occhio e nella mente di qualcuno. Era un uomo destinato ad attraversare la vita, non a girarci intorno, un uomo sicuro che la via più breve per il paradiso passasse dall'inferno
Questo è un modesto suggerimento, un film molto tenero e sensibile, mi ha preso molto, poi gli attori li apprezzo molto. Quanto la musica ed i libri amo molto anche il cinema. @apropositodime 🌷
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Il grande ritorno dei negozi fisici con la spinta dell’innovazione
Quest’anno si sta delineando una tendenza particolarmente interessante in relazione ai negozi fisici. In pratica, dopo diverso tempo in cui i negozi online sembravano aver preso nettamente le redini del mercato, ora le cose sono cambiate. Merito, senza ombra di dubbio, dell’evoluzione tecnologica. Non c’è dubbio che l’integrazione della tecnologia all’interno di ambienti come i negozi è stata una…
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Quella tizia che mette le pellicole ai cellulari su TikTok, che poi ha avuto milioni di follower e sta facendo i soldi con la pala, si merita tutto.
Perché? Perché ogni volta che devo farlo io non bastano tutte le divinità cristiane e non che mi tocca nominare, e il sangue che devo buttare, ci sono sempre dei puntini qui e lì, hai voglia a passare lo scacazzapolvere e l'anemechilemuort, niente, non viene mai bene.
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Non amo particolarmente il mare, o meglio: non amo particolarmente stare seduta sulla spiaggia a prendermi il sole. Queste cose per me significano soltanto litigare costantemente con la sabbia e morire letteralmente di caldo. Curioso che lo dica una siciliana? Per me no, ma quando lo racconto allora sì. La gente stravede per stare in spiaggia, io non ho più quella pazienza e la sabbia l'ho sempre trovato fastidiosa. Mi piace andarci nelle ore meno calde e cioè dalle 17 in poi, preferisco sedia o sdraio alla stuoia, un solo ombrellone non è sufficiente e ho bisogno di molta acqua fresca. Poi fin da piccola ho sempre trovato noiosa la spiaggia perché quella dove andavamo era praticamente abbandonata e non sapevo mai che fare ma devo ammettere che se fossi andata nelle spiagge frequentate sarei morta di vergogna. Così ho questo amore-odio per il mare e la spiaggia che mi porto dietro da piccola. Oggi allora il mare era abbastanza mosso, ho bruciato un sacco di pellicole perché non so impostare le istantanee, faceva caldo. Però mi sono bagnata quel tanto, era ventilato, mi sono seduta sulla sedia, ho messo più volte la protezione solare e sono stata quasi tutto il tempo sotto l'ombrellone a leggere. Leggere un libro cartaceo in spiaggia seduti su una sedia sotto l'ombrellone, allora, si è rivelato più bello di quanto mi aspettassi e tanto è bastato per farmi dispiacere di essere andata via così presto.
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INVENTATO IL BIOPOLIESTERE: BIODEGRADABILE E RICICLABILE
La maggior parte dei capi di abbigliamento nel mondo sono prodotti in poliestere. Questo polimero sintetico del petrolio, tuttavia, ha un processo di produzione inquinante e non può essere ulteriormente riciclato se già proveniente da riciclaggio.
I ricercatori del Fraunhofer Institute tedesco hanno realizzato e presentato alla comunità scientifica, un polimero biodegradabile, riciclabile e di origine biologica che può sostituire esattamente il poliestere, risolvendo i problemi legati alla tossicità e alla non circolarità di questo materiale. Il nuovo tessuto non contiene plastificanti migranti e, a differenza del polietilene a bassa densità derivato dal petrolio, è almeno all’80 percento di origine biologica. “A lungo termine, potremmo essere in grado di aumentare questa percentuale a quasi il 100 percento”, spiega il ricercatore André Gomoll. “Questo processo non richiede impianti di sintesi di grandi volumi ma può essere implementato localmente da aziende di medie dimensioni come processo a funzionamento continuo. Fino ad ora, il poliestere poteva essere prodotto in modo redditizio solo in impianti continui su larga scala che escludevano le aziende più piccole come produttori. Il nuovo materiale biopoliestere può anche essere trasformato in pellicole di plastica utilizzando apparecchiature di lavorazione convenzionali in modo simile al polietilene e può essere riciclato chimicamente con un apporto di energia notevolmente inferiore”, spiega Gomoll.
L’industria della moda fa sempre più uso dei tessuti sintetici che oggi rappresentano due terzi (69%) di tutti i materiali utilizzati nella produzione tessile, di cui il poliestere ha una quota superiore del 50%.
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Fonte: Fraunhofer Institute; Changing Market Foundation; foto di Maky Orel
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È proprio in questo periodo di vacanze quando tutti noi torturiamo tutti gli altri con le foto dei nostri viaggi e soggiorni che dovreste leggere questo volume edito da Einaudi nel 2016. La fotografia è morta e sepolta e, che ce ne rendiamo conto o meno, viviamo nell’epoca della post-fotografia. Chi l’ha uccisa? Le memorie elettroniche dei nostri dispositivi che hanno fatto sparire i costi delle pellicole e i social. La sovrabbondanza produce contaminazione iconica. Occorrerebbe una ecologia della fotografia, ma ormai il danno è stato fatto e come si sa da un acquario si può fare una zuppa di pesce ma da una zuppa di pesce non si può più fare un acquario. Se non ci credete leggete il libro e se ci credete, leggetelo lo stesso. Senza pubblicare la foto come ho fatto io…
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Che cosa ci volete fare...
Lo so. Sono un rompicoglioni. Uno che non si contenta facile. E non è l'età, no. Sono sempre stato così. Solo che ora lo sono di più.
Vi volevo confidare le mie impressioni di lettura su due cose che ho visto. E che mi hanno convinto poco.
La prima cosa è l'ultimo episodio di Castle. Va detto preliminarmente: la serie funziona solo per merito dei personaggi - tutti ben delineati e azzeccati - e delle loro interazioni. Le varie indagini sono un mero pretesto. La sottotrama, che riguarda sostanzialmente il passato del protagonista femminile, è banale. Ma peggio ancora è la sua risoluzione. L'episodio numero ventidue è poco plausibile e il finale, condensato in appena tre minuti, appare scandalosamente affrettato. Oltre a condensare tralascia ciò che è stato degli altri personaggi. L'ennesimo spreco, insomma.
La seconda cosa è il primo episodio di Piedone uno sbirro a Napoli. Premetto che Piedone lo sbirro era il napoletanissimo commissario Rizzo, protagonista di una fantastica tetralogia cinematografica. Lo interpretava Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli, l'attore che più ho amato quando ero ragazzo (e del quale possiedo quasi tutte le pellicole nelle quali ha lavorato, da solo o in coppia). La serie televisiva racconta la storia di Palmieri, anarichico poliziotto dalle maniere spicce che si presume essere stato allievo del mitico Rizzo. Ora, l'attore è simpatico e bravo e mi piace pure. Però il carisma dell'immenso Bud non ce l'ha proprio. E poi per me Piedone significava sganassoni, dati con quegli effetti sonori caratteristici del cinema italiano. Qui non ho visto gli uni e non ho sentito gli altri.
Ve l'avevo detto. Sono un rompicoglioni.
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INTERSTELLAR
- Buongiorno papà, questa sera andrò al cinema a vedere Interstellar, per il suo 10° anniversario - così questa mattina mentre tentavo un approccio a una tazza di caffè bollente, con delle labbra poco convinte, ho ricevuto il buongiorno da figlio 1. L'Edward Cullen di famiglia che adora i film di Christopher Nolan.
Interstellar. Già... l'ultima volta che ho visto quel film ho lacrimato anche l'ultima goccia di liquido amniotico presente in me.
Si tratta di uno di quei film che ho salvato nella memoria esterna, un disco rigido, dove ho raccolto pellicole di vario genere.
Uno di quei film dove, per guardarlo, devo armarmi di coraggio e solitudine. 2 ore e 49 minuti di pathos, accidenti.
Credo che un viaggio incredibile, intrOstellare, lo stia facendo anche io. Come il personaggio di Joseph Cooper ho sentito l'impulso di intraprendere un viaggio alla ricerca di qualcosa di più grande. Che sta in me.
Mio padre quando se ne andò non mi promise di tornare, anche se nei sogni lo ha fatto spesso. E come nel film anche lui non è mai invecchiato ai miei occhi. Chissà come reagirebbe davanti a un figlio che ha quasi la sua stessa età, quella di quando lui partì.
Una cosa che accomuna i due protagonisti di Interstellar e IntrOstellar è il senso di responsabilità verso i propri figli. Sono loro gli obiettivi, spesso dimenticandoci dei nostri, di quello che ci farebbe stare meglio. Ho sacrificato il mio cuore sull'altare di un'anima meravigliosa lungo il mio cammino.
Esiste un diverso scorrere del tempo tra il mio corpo e la mia mente, più rapido per il primo e molto più lento per la seconda.
Mai come in questo periodo la dicotomia tra di essi è così marcata.
Vorrei un giorno tornare al me stesso di molti anni fa, avendo a disposizione giusto il tempo per spiegare alcuni modi di interpretare la vita con l'esperienza acquisita. Così da lasciare un giovane me con le giuste capacità per non incorrere in gravi errori. Spesso questi errori, come per molti di voi, hanno un nome e un cognome oltre a quelli realmente commessi con nostri ragionamenti sbagliati.
Lo sto facendo con Edward Cullen, figlio 1, e con Eric Draven, figlio 2, nei tempi e nei modi che mi concedono. Rispettando chi sono e come ragionano. Credo che mi vedano come Beetlejuice, con poteri risolutivi ma tanto goffo e pasticcione.
Ho compreso che in IntrOstellar la forza motrice di tutto è la costante ricerca dell'amore, inteso come un'indagine di un sentimento da parte di chi è cresciuto in un mondo anafettivo.
Un insegnamento condiviso con Interstellar c'è l'ho: quello di mantenere viva ogni speranza anche davanti a difficoltà insormontabili. Perché il segreto sta nel comprendere che nulla è insormontabile, ma bisogna crederci.
Se ci sarà un nuovo inizio ve lo farò... no, non lo dirò a nessuno. Se ne accorgeranno solo le persone che a me tengono davvero. Il resto può solo trasformarsi in invidia, meglio evitare che ne ho subita abbastanza.
Chiudo dicendovi "Ad astra"... ah no, questo è un altro film. L'avventura di Roy McBride è un'altra mia storia simile. A presto.
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Nel 2022, mentre Draghi presentava le dimissioni, il ministro Pd Franceschini assegnava ben 22 poltrone. I fondi per il cinema vennero aumentati del 60% e usati per girare pellicole di registi rossi. E ci sono pure i flop di Ginevra Elkann.
E poi la sinistra ha ancora il coraggio di ergersi a moralizzatrice.
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Film italiani in uscita a dicembre
La chiocciola (Roberto Gasparro): 05/12
Il primo film ad affrontare il tema degli hikikomori, termine giapponese che indica le persone che hanno deciso di "stare in disparte", di isolarsi dalla società.
Nonna ci produce il film (Walter Garibaldi): 06/12
La storia di una famiglia molto numerosa che, quando si trova inaspettatamente ad attraversare un periodo di grande difficoltà, unita e convinta, cerca una soluzione.
Improvvisamente a Natale mi sposo (Francesco Paternò): 06/12
Mancano pochi giorni al santo Natale e tutta la famiglia si sta riunendo come ogni anno nell'hotel di Lorenzo.
Giorni felici (Simone Petralia): 11/12
Un dramma commovente che riflette sulla fragilità umana e la capacità di amare e resistere nelle situazioni più difficili.
Santocielo (Francesco Amato): 14/12
Una missione dal Paradiso mette a repentaglio la vita di un uomo in crisi. Rimarrà incinto e tutto cambierà per sempre.
Adagio (Stefano Sollima): 14/12
Sollima torna a raccontare una Roma disperata e crepuscolare in una crime story di forte impatto.
Ricomincio da me (Nathan Ambrosioni): 28/12
Toni è autrice di un brano pop di successo mondiale, che anni dopo si ritrova madre single di cinque ragazzi, con un quotidiano molto pesante.
Come può uno scoglio (Gennaro Nunziante): 28/12
Alla morte di suo padre, Pio eredita la gestione di svariate attività. Ora vive nell'agio di Treviso con la sua famiglia, ed è in corsa per diventare sindaco.
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- "Devi portare il fuoco."
Non so come fare". Si."
- Il fuoco è reale? Il fuoco?" Sì."
Dove si trova? Non so dove sia". Si.
- È dentro di te. È sempre stato lì. Posso vederlo."
.🦋.
🔸Il fuoco per Cormac McCarthy era la bontà! 🌹
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I discovered something horrible today and I won't let it die due to language barrier issues.
"Deputy Marco Grimaldi of Alleanza Verdi e Sinistra has submitted a parliamentary question to the minister of culture, Gennaro Sangiuliano, denouncing an arson that occurred on 6 June at the National Cinema Library of the Experimental Centre for Cinematography (CSC) in Rome. The arson was particularly significant and caught deputy Grimaldi's attention, because it hit cell B4, destroying a significant amount of nitrate films from the 1930s and 1940s, part of the Italian cultural heritage. But, above all, Grimaldi accused the CSC of «trying to keep it a secret».
An official statement on CSC's website (published on June 12th), which reported details about the arson, would have been removed shortly after, creating additional concerns about how the event has been managed. «After the intervention of both the fire department and police, so far the only concerns have been: sending an email to employees so they could prohibit them from revealing the event to outsiders and signing a contract with a private security company in order to supervise the deposits», Grimaldi denounced.
CSC informed Domani that the fire would have damaged only a small portion of the entire film archive, so the reels should already have a copy each. Right now, the complete census of the works that have been destroyed has not yet been completed». Meanwhile, the causes of the fire remain uncertain and are currently under investigation. The president of the foundation, actor and director Sergio Castellitto, said that CSC had already raised concerns about the safety of the archive's conservation status, a matter which the CSC had promised to address with the help of the Ministry of Culture, like exploring the possibility of more suitable structures for the preservation and restoration of italian's film heritage. A source close to the Cineteca revealed instead to Domani that the investigation is trying to determine whether the causes of the fire were intentional or not and if the damaged films are the original reels, and not «copies of copies»."
I tried to translate it as good as I could, still, have the original source and some more:
Editoriale Domani:
Repubblica's online articles are always behind a paywall, but it's a major italian newspaper, so I have to include it.
Quotidiano Nazionale (video):
dailymotion
#centro sperimentale di cinematografia#csc#news#corrupted pieces of shit#lost media#movie archive#media preservation
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È la fotografia di guerra più celebre nella storia del fotogiornalismo, ancor più degli scatti che testimoniano lo Sbarco in Normandia: è l’immagine de Il miliziano colpito a morte (The Falling Soldier), versione contemporanea della fucilazione del 3 maggio 1808 di Goya; fotografia che ferma nel tempo l’istante esatto in cui un uomo viene raggiunto da un proiettile mortale.
Pubblicata prima sulla rivista VU e poi su Life nello stesso 1936 in cui venne realizzata, la fotografia scattata durante la Guerra Civile Spagnola è – allo stesso modo – sia quella che ha procurato a Robert Capa la fama internazionale, sia l’oggetto delle maggiori critiche a lui indirizzate.
A partire dagli anni Settanta, infatti, studi e ricerche hanno avanzato diversi dubbi sull’autenticità dello scatto. Che, alternativamente, non sarebbe stato scattato a Cerro Muriano – in Andalusia – o riprenderebbe una “finta” battaglia, ovvero un conflitto inscenato a bella posta per l’obiettivo.
Un’intervista radiofonica realizzata da Capa nel 1947 – ma riscoperta solo in anni recenti – ha in effetti chiarito che quel giorno a Cerro Muriano non si tenne un combattimento, ma i miliziani antifascisti con cui viaggiava il fotografo si imbatterono in una mitragliatrice del nemico e uscirono in campo aperto per andare alla sua conquista. Durante questa operazione, Capa sollevò la macchina fotografica al di sopra della sua testa, restando riparato all’interno della trincea, e casualmente riuscì a scattare questa tragica immagine.
Come ha ammesso lo stesso fotografo, Capa inviò al giornale le pellicole senza averle ancora sviluppate, motivo per cui scoprì di essere diventato un reporter famoso solo dopo aver abbandonato il fronte ed essere tornato in territorio di pace.
Può essere allora che i rullini di Capa e quelli di Gerda Taro – sua compagna e anch’ella fotografa, che viaggiava con lui in Andalusia – si siano mischiati tra loro? Possibile che lo scatto attribuito a Robert Capa fosse stato invece scattato dalla fidanzata?
È quanto viene da supporre alla luce dell’ultima dichiarazione che mette in dubbio, ancora una volta, il ruolo svolto dal reporter in quel fatidico 5 settembre 1936. In un’intervista rilasciata a Progetto Mediterranea a fine marzo, il fotografo Ara Güler sostiene che “la famosa foto del miliziano che cade colpito alla testa, ad esempio, non l’ha fatta lui [Robert Capa, ndr], ma una ragazza che era lì con lui”.
A far pesare una simile dichiarazione è il fatto che Güler – il 93enne “occhio di Istanbul”, com’è stato ribattezzato – sia egli stesso un reporter appartenente alla stessa generazione di Robert Capa ed Henri Cartier-Bresson, che anzi lo convinse a entrare a far parte di Magnum Photos. La sua versione sarebbe insomma “di prima mano”, ma purtroppo nè Gerda Taro nè Robert Capa potranno mai fornirci la loro: entrambi sono morti in due differenti scenari di guerra, nel pieno svolgimento della loro missione.
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A qualche giorno dalla visione de “La chimera” di Alice Rohrwacher provo a buttare giù qualche riga sulle sensazioni che mi ha dato e le relative riflessioni che mi ha suscitato.
Parto col dire che lei mi aveva già colpito positivamente con il precedente film, “Lazzaro felice”, dove, salvo l’ultimo quarto d’ora un po’ sottotono, é riuscita a trasportarmi in un mondo ancestrale e magico allo stesso tempo, dove gli aspetti negativi dell’uomo emergevano preponderanti di fronte alla bontà primordiale di un essere divino. Il modo di rappresentare questa critica alla società contemporanea mi ha fatto ben sperare riguardo le nuove generazioni di cineasti nostrani.
Nel vedere al cinema La Chimera mi sono nuovamente trovato a pensare di stare guardando (finalmente) l’opera di un’autrice che ha qualcosa da dire e che sa come farlo. Le tematiche presenti sono avvolte da un velo di nostalgia e romanticismo verso un passato di comunione che forse non é mai esistito, se non nelle fantasie comuniste che ancora oggi hanno un certo appeal sui giovani e certi anziani che non hanno ancora capito che di rivoluzioni proletarie non ce ne saranno.
Un filo e la voce di una donna richiamano a se la persona rimasta appesa, come la carta dei tarocchi, tra due mondi: passato e presente, vita e morte. Il dono concesso di avvertire la presenza delle “anime” del passato porta con se la disgrazia di un presente spezzato. Serve dunque decidere se recuperare ciò che si é perso e recidere dunque ciò che di buono si ha oppure continuare a vivere in un mondo sempre più rancido e materialista.
La scelta di dare il ruolo da protagonista a un attore inglese risulta azzeccata sotto molti punti di vista: da una parte attira attenzioni dal fronte estero, dall’altra invece riesce ad esprimere appieno il senso di estraneità di Arthur nei confronti delle persone che lo circondano e che si riferiscono a lui con l’appellativo di “straniero”.
Dal punto di vista tecnico/visivo l’ho trovato ineccepibile: la fotografia mi ha ricordato per certi aspetti il recente “Aftersun”, sia per tono dei colori che per l’effetto da pellicola del passato; la regia e alcuni movimenti di camera invece mi hanno fatto pensare subito a “Stalker” e “Nostalghia”, nonostante l’assenza di tempi particolarmente dilatati.
Per chi se lo fosse perso, consiglio caldamente la visione, pellicole rare come queste vanno supportate!
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