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Il piccolo Tommy
Il 2 marzo 2006 due banditi incappucciati fecero irruzione in casa Onofri, a Parma, e rapirono il piccolo Tommy, 17 mesi. Il sequestro terrà tutta Italia con il fiato sospeso per circa 30 giorni. e i sospetti cadranno anche sulla famiglia. Il 2 aprile l’edizione straordinaria del Tg darà la notizia del ritrovamento del corpo del piccolo.
A Casalbaroncolo, dieci minuti da Parma, nella nebbia di una gelida sera di marzo del 2006, la famiglia Onofri è seduta a tavola per cena. Paolo, sua moglie Paola, Sebastiano, 7 anni e il piccolo Tommaso, 17 mesi, sono riuniti nel tinello del casolare. Mentre mamma Paola dà da mangiare a Sebastiano e il piccolo Tommy scalcia nel seggiolone perché non vuole più la pappa, improvvisamente va via la luce. Paolo si alza meccanicamente, abituato a riattivare l'elettricità ogni volta che si verifica il guasto. Dopo aver acceso le candele sul tavolo, esce dalla stanza diretto verso l'interruttore, ma torna indietro con un balzo, respinto da qualcuno. Due uomini con il volto coperto fanno irruzione nel tinello. Uno dei due punta una pistola sulla nuca di Tommy, che scoppia in lacrime, mentre l'altro intima agli Onofri di dargli dei soldi. I coniugi mettono insieme 150 euro che consegnano ai due malviventi, poi vengono fatti sdraiare sul pavimento e legati con il nastro adesivo. Sentono i ladri fuggire, l'incubo è finito. Il pianto di Tommy però non si sente più: distesa a terra Paola intravede i piccoli piedini che si allontanano. La rapina era un bluff: quello è un rapimento.
Nel giro di qualche ora i carabinieri stanno pattugliando la zona e l'indomani, tutta Casalbarolo, tutta Parma, tutta l'Italia, parlano del rapimento del piccolo. I genitori rivolgono diversi appelli pubblici dando a chiunque tenesse Tommy in ostaggio precise indicazioni su come debba essere accudito. È epilettico e assume quotidianamente un farmaco con una siringa senza ago. Il piccolo chiama l'iniezione ‘il mommo', ed è importante, si raccomandano – rivolgersi a lui con quel linguaggio, per non spaventarlo. Eppure mentre si rivolgono ai sequestratori del figlio, Paolo e Paola Onofri hanno negli occhi la terribile consapevolezza che quel bimbo cagionevole nelle mani di estranei non sopravviverà.
Gli inquirenti intanto cominciano a farsi alcune domande. Se quello è un rapimento a scopo di estorsione, lasciando da parte l'anomalia della mancanza di qualsiasi trattativa per la liberazione del bimbo, a quali soldi mirano i sequestratori? Gli Onofri non sono una famiglia ricca, posseggono solo il casale in cui vivono e che hanno acquistato con i soldi di un'eredità e in parte con il mutuo. Paolo dirige un ufficio delle Poste Italiane e anche Paola lavora alle Poste. Una delle prime piste investigative seguite, a quel punto, è quella della ritorsione. Gli inquirenti vagliano la posizione del secondo marito di Francesca Traina, la prima moglie di Paolo Onofri. Una strada che però non porta a niente, mentre altri aspetti del privato degli Onofri verranno presto approfonditi. Esiste un immobile che Paolo usa come pied-à-terre a solo un chilometro da dove lavora, in Via Jacchia, quartiere Montanara.
Lo aveva acquistato nel 2002, senza dirlo a nessuno, neanche alla moglie Paola. Dentro i carabinieri ci trovarono poltrone, una lampada, un diploma e un personal computer con 391 fotografie, 92 file e decine di filmati. Si tratta di materiale pedopornografico. Paolo Onofri si difende dicendo che stava raccogliendo del materiale per una denuncia. Gli inquirenti gli offrono di accettare una reprimenda in cambio della piena collaborazione sul caso del rapimento di Tommy. Rifiuta e parte l'indagine che si concluderà con un patteggiamento. Da quel punto in poi la figura di Paolo Onofri diventa oscura, ambigua, anche a causa di una telefonata scambiata con il capocantiere che aveva eseguito i lavori di ristrutturazione del casolare di famiglia. Dopo il sequestro Pasquale Barbera chiede a Onofri: "Hai fatto i nomi?". "Sì, ho fatto i nomi, ma non quei nomi" risponde Paolo. "Hai fatto bene se no mi avresti creato problemi".
L'attenzione allora si sposta sugli operai che hanno eseguito i lavori in casa Onofri. Fondamentale si rivela il ritrovamento di un'impronta su un frammento di nastro adesivo lasciato la sera del rapimento di Tommaso. Mario Alessi, manovale, viene indagato per falsa testimonianza e concorso in sequestro. Quell'uomo dal sorriso cinico ha un passato che fa venire i brividi: è stato condannato agli arresti domiciliari per aver violentato una ragazza davanti al fidanzato carabiniere, che aveva costretto ad assistere. Alessi confessa di aver rapito Tommy, ma non vuole dire dov'è e tira in ballo un complice, Salvatore Raimondi, pregiudicato. Sono sue le impronte sullo scotch. Dopo aver negato di aver toccato quel bambino, infine, Alessi ammette: "Non cercatelo più, è morto. È stato ucciso un’ora dopo essere uscito di casa".
La verità si abbatte come una cascata ghiacciata sulle spalle di chi per quasi 30 giorni aveva cercato ovunque quel bambino. La notizia viene data dal telegiornale in un'edizione straordinaria, prima che la famiglia sia stata avvertita. Paola lo scopre così, anche se in cuor suo, sapeva, da quando lo aveva visto portare via dal casolare, che non lo avrebbe più rivisto. Il piano messo a punto da Alessi con la complicità della compagna Antonella Conserva e di Raimondi, era quello di rapire il bimbo e chiedere ai familiari un riscatto di 5 milioni di lire. Dopo aver preso Tommy, però, qualcosa è andato storto e Alessi, rimasto solo col piccolo, lo ha ucciso. Tommy è stato strangolato fino a fratturargli la mandibola, peso a calci e a pugni, ha sofferto tantissimo. Impossibile stabilire il movente. Tutti e tre gli artefici del piano vengono condannati dal tribunale di Bologna. Ergastolo per gli esecutori materiali, 24 anni per la Conserva. La storia finisce lì, in quella discarica di materiali edili che è la tomba di Tommy a Sant’Ilario D'Enza, dove i suoi assassini lo hanno scaricato. Le indicazioni di Alessi hanno portato sul posto sono medici, poliziotti, magistrati. Per cercare il corpicino sotto rovi e sterpaglie gli agenti usano un forcone. Lo conficcano nel terreno piano piano, con prudenza, con delicatezza, quasi nel timore di fare male al piccolo. Ogni movimento è carico di dolore, di emozione, di tenerezza. Alla fine, sotto 30 centimetri di terra spunta il pigiamino di Tommy. È intatto, la terra lo ha protetto dalle intemperie, gli animali selvatici non lo hanno sfiorato. Dilaniata resta solo la famiglia di Tommy, le loro vite sventrate dalle indagini, i segreti scoperchiati, la fiducia reciproca spezzata. Paolo Onofri morirà di infarto qualche anno dopo.
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The United States has provoked for long enough. Now, we will see if this military exercise is just a way to scare the yankee or if it's finally time to crush the puppet regime.
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
(Foto di equipaggiamento militare e dove è posizionato)
(Photo of military equipment and its position)
⚠️ ESERCITAZIONE MILITARE DELL'ESERCITO POPOLARE DI LIBERAZIONE ATTORNO AL REGIME-FANTOCCIO DI TAIWAN ⚠️
🌟 Oggi, 8 aprile, l'Esercito Popolare di Liberazione ha dato il via ad un'esercitazione militare intorno al regime-fantoccio di Taiwan, della durata di tre giorni, come risposta all'illegale incontro tra Tsai Ing-wen e Kevin McCarthy, Presidente della Camera dei Rappresentanti USA e fondatore del "Comitato Ristretto" contro il Partito Comunista Cinese 🚩
⭐️ Dopo aver ricevuto ordini dal Comando Orientale, gli equipaggi di Cacciatorpedinieri, Caccia di Superiorità Aerea e Multiruolo, Bombardieri e Velivoli per la Guerra Elettronica - insieme a Formazioni delle Forze Missilistiche - sono state trasferite nelle aree operative, con l'obiettivo di testare la prontezza degli equipaggi per ottenere la superiorità aerea sullo Stretto di Taiwan, e il controllo su di esso 🔥
⚔️ Inoltre, sono state organizzate pattuglie intorno al regime-fantoccio, per costituire un blocco circolare dell'Isola ❌
✈️ I Caccia Multiruolo J-10 sono in volo, armati con Missili Aria-Aria PL-15, definiti dall'Esercito USA come "una minaccia per gli USA e i suoi alleati, a causa della sua portata e della sua potenziale velocità massima", i Sistemi di Lanciarazzi PHL-16 sono in posizione, i Sistemi Missilistici di Difesa Costiera YJ-12B sono schierati 🚀
💥 L'YJ-12B è - essenzialmente - una versione lanciata da terra del Missile Anti-Nave YJ-12, un Missile Supersonico con portata stimata pari a 500km 📊
🛥 Motocannoniere Missilistiche Type 022 stanno pattugliando lo Stretto di Taiwan 📟
🇹🇼 Il patetico Ministero della Difesa del regime-fantoccio di Taiwan ha riferito che l'Esercito Popolare di Liberazione ha inviato 42 Aerei e 8 Navi nello Stretto, e 29 di questi aerei hanno attraversato la "Linea Mediana" da più direzioni, e sono entrati nella Parte Sud-Occidentale dell'ADIZ di Taiwan 🔥
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⚠️ PEOPLE'S LIBERATION ARMY MILITARY DRILL AROUND THE TAIWAN PUPPET REGIME ⚠️
🌟 Today, April 8, the People's Liberation Army launched a three-day military exercise around the Taiwan puppet regime in response to the illegal meeting between Tsai Ing-wen and Kevin McCarthy, Speaker of the US House of Representatives and founder of the "Select Committee" against the Communist Party of China 🚩
⭐️ After receiving orders from the Eastern Command, the crews of Destroyers, Air Superiority and Multirole Fighters, Bombers and Electronic Warfare Aircraft - together with Formations of the Missile Forces - have been transferred to the operational areas, with the aim of testing the readiness of crews to gain air superiority over the Taiwan Strait, and control over it 🔥
⚔️ In addition, patrols have been organized around the puppet regime, to form a circular block of the island ❌
✈️ J-10 Multi-Role Fighters are in flight, armed with PL-15 Air-to-Air Missiles, defined by the US Army as "a threat to the US and its allies, due to its range and potential maximum speed", PHL-16 Rocket Launcher Systems are in position, YJ-12B Coastal Defense Missile Systems are deployed 🚀
💥 The YJ-12B is - essentially - a land-launched version of the YJ-12 Anti-Ship Missile, a Supersonic Missile with an estimated range of 500km 📊
🛥 Type 022 Missile Gunboats are patrolling the Taiwan Strait 📟
🇹🇼 The pathetic Ministry of Defense of the Taiwan puppet regime reported that the People's Liberation Army sent 42 Planes and 8 Ships into the Strait, and 29 of these planes crossed the "Middle Line" from multiple directions, and are entered the Southwestern Part of Taiwan's ADIZ 🔥
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Oristano: Controlli intensificati nella provincia, identificate 324 persone
Oristano: Controlli intensificati nella provincia, identificate 324 persone Nell’ambito dell’intensificazione delle attività di prevenzione e repressione dei reati disposti dal Comando Provinciale, i Carabinieri delle Compagnie di Oristano, Ghilarzae Mogoro con pattuglie Radiomobili e delle Stazioni Carabinieri, hanno svolto un servizio coordinato a largo raggio di controllo straordinario del territorio pattugliando prevalentemente le località del Centri cittadini e le zone marine litoranee... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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RAIPLAY
Decisi di andare in California, sui monti del nord Con il mio cane Lolabelle Lo scopo era di viaggiare e stare insieme a lei, per fare una specie di esperimento: imparare a parlare con lei. sapevo che i rat terrier potevano capire circa 500 parole e volevo vedere quali erano queste parole. Era febbraio e i monti erano ricoperti di piccoli fiori selvatici Il cielo era immenso, altissimo, c'era un'aria limpida, molto sottile, e i falchi volteggiavano in cerchio. Ogni mattina scendevamo verso l'oceano, camminando per tutto il giorno. Ed è successo, piu o meno che la bellezza ha intralciato l'esperimento. Lassù era così bello che ho dimenticato il mio progetto. Mi è passato di mente. Spesso la passeggiata verso l'oceano durava ore. In genere andavamo a zonzo, ci fermavamo e mangiavamo delle carote. I rat terrier sono allevati per proteggere le froniere, quindi Lolabelle era sempre di guardia. Trottava sul sentiero, andando in avanscoperta e pattugliando. Ogni tanto, con la coda dell'occhio, vedevo dei falchi volteggiare pigramente nell'aria, altissimi nel cielo. Una mattina, all'improvviso, senza ragione, sono scesi in picchiata su di noi, fendendo l'aria, con gli artigli snudati proprio sopra Lolabelle. Poi sono risaliti e si sono allontanati. Ho capito che avevano cambiato piano. La piccola cosa bianca che a 600 metri sembrava un coniglietto bianco, si rivelava un po' troppo grossa per essere afferrata per il collo. Studiavano la situazione per trovare una soluzione. Ho visto il muso di Lolabelle. Aveva un'espressione nuova di zecca. Primo, aveva capito di essere una preda e che gli uccelli erano venuti per ucciderla. Secondo, era affiorata una nuova idea: la consapevolezza che potevano venire dall'alto Non ci avevo mai pensato. Altri 180 gradi supplementari di cui adesso sono responsabile. Non solo la roba quaggiù, la terra, il sentiero, le radici, gli alberi, ma anche tutto questo! Tutto il tempo sui monti si è guardata alle spalle, trottando con la testa per aria, gli occhi rivolti al cielo. Come se qualcosa la turbasse nell' aria. Ho pensato: Dove ho già visto questo sguardo? Ho capito che era lo stesso sguardo sui volti dei miei vicini a New York, subito dopo l'undici settembre, quando ad un tratto hanno capito, primo: che potevano venire dall'alto. E secondo: che sarebbe stato così d'ora in poi. Avevamo varcato una soglia e non saremmo mai più tornati indietro.
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Ceccano, diversi furti nelle contrade occidentali
Ceccano, diversi furti nelle contrade occidentali
I ladri sarebbero entrati in azione nel tardo pomeriggio ma le effrazioni nelle abitazioni sarebbero durate fino a serata inoltrata. I carabinieri stabnno pattugliando le contrade di Colle Alto e Galluzzo, dove ci sarebbero stati diversi episodi. Forte l’allarme tra la popolazione.
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#fotoartistichepolice #io #lavoro #pattugliando #pedipedi #torino #sole #caldo #gente #pasqua #aprile #instagram #instapasqua #instosole #instaminkia #caudu #venticellodovesei #boh (presso Piazza San Carlo)
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Grecia, gli agricoltori aiutano l’esercito a difendere il confine dagli immigrati (Video)
Evros, 4 mar – In Grecia tutta la popolazione si sta mobilitando per difendere il confine con la Turchia. Non sono dunque solo polizia ed esercito ad opporsi alle decine di migliaia di immigrati che, spinti dal presidente turco Erdogan, stanno tentando di oltrepassare il confine per entrare in Europa. Anche gli agricoltori della prefettura di Evros, la più orientale della Grecia al confine con la Turchia, almeno da ieri sera stanno pattugliando il confine. (Continua nell'articolo)
#Grecia#confini#turchia#immigrazione#invasione#sovranità#sovranità nazionale#italexit#ilprimatonazionale#il primato nazionale
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Il dolore e la rabbia della madre di Hevrin Khalaf: sassi contro l'esercito turco Ricordate le sue parole piene di dolore e rabbia di pochi giorni fa? Ora la madre di Hevrin Khalaf, l’attivista curdo-siriana uccisa dai tagliola jihadisti al soldo di Erdoga? Ieri, vestita di nero, si è unita alle proteste popolari due curdi del Rojava finiti sotto l’occupazione turca e ha lanciato pietre e scarpe (in quel mondo lanciare scarpe è una forma con la quale si esprime disgusto) contro i blindati dell’esercito di Ankara che stanno pattugliando le aree curde occupato per essere sicuri che non ci siano quelli che loro definiscono ‘terroristi’ e che invece sono i combattenti curdi che hanno sconfitto l’Isis e stavano costruendo una società progressista che tutelasse i diritti civili. Lei aveva raccontato: “Mia figlia aveva due lauree, una anche in letteratura inglese. L’hanno assassinata perché era generosa, corretta, non accettava bustarelle e combatteva le ingiustizie. Diceva che la corruzione del regime andava combattuta in ogni modo. Non è accettabile aver pagato un tributo tanto alto di sangue per poi tornare come prima», aggiunge. Alla domanda sull’identità di chi l’ha uccisa, la risposta giunge veloce: «Certamente il regime di Erdogan, con le sue squadracce di uomini pronti a tutto. Ma le responsabilità maggiori sono degli americani, che prima aiutano e poi tradiscono. Mia figlia non voleva il male di nessuno, sin da giovanissima era una bambina generosa che voleva dare prima di prendere. Ma che umanità siamo diventati noi, che stiamo zitti di fronte al barbaro assassinio di una giovane che voleva solo il bene del mondo? Lo scriva questo. Per favore ricordate, denunciate, non dimenticate». globalist
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Cinque chili di hashish sotto al letto, arrestato 18enne e due denunciati
Livorno 8 ottobre 2022 Non è passato inosservato ai Carabinieri della Stazione di Livorno Centro che stavano pattugliando il centro cittadino e che, insospettiti dal suo agire circospetto, lo hanno fermato e controllato in piazza XX Settembre. Si tratta di un giovane livornese appena diciottenne, ma già conosciuto per altri precedenti, che i Carabinieri avevano notato incontrarsi, in circostanze…
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Diogene di Sinope ovvero andarsele a cercare col lanternino
Antefatto: sabato sera Figlia N.2 mi scongiura di percorrere 67,8 km e portarla alla festa di compleanno del suo ‘gancio’ (trad. ‘crush’) per evitare che ‘quella vaca zana della sua ex’ (trad. ‘ex-morosa dai costumi sessuali reprensibili’) ci riprovi e ci rivada assieme.
135,6 km --> col cazzo che torno a casa --> la aspetto in macchina (questo fa di me contemporaneamente Papà dell’Anno 2017 e TurboCoglione Volante da Competizione del Secolo ma do ut des e adesso ho un pagherò formidabile).
Il totale di tempo di stazionamento nell’autoveicolo è di ore 4 e il luogo particolarmente periferico (angolo sperduto del parcheggio di un quartiere industriale) mi permette di dedicarmi alla lettura, alla visione di film e allo scrollare la dash. Questo significa che dopo un’ora ero già steso a dormire sui sedili posteriori.
Rifaccio un breve sunto focalizzante per quelli come me (cioè per gli stupidi idealisti del volemose bene): luogo isolato+macchina decente+l’una del mattino.
Adesso anche i più cocciuti avranno intuito quello che sarebbe andato a succedere
Mentre sono in coma indotto dalla stanchezza sui sedili posteriori, vengo svegliato da un clac clac che risuona più volte nel parcheggio. Mi tiro su a sedere e vedo questa scena: ci sono due tizi vestiti di nero, uno per lato del parcheggio, che stanno provando a vedere se qualcuno ha lasciato la macchina aperta, mentre un terzo tizio sta facendo il palo all’ingresso, seminascosto da un cespuglio.
Il mio primo pensiero è ‘I ninja assoldati dallo Shogun mi hanno trovato!’ poi ricordo di essere nel mondo reale e allora ‘Porcoddio, furto con scasso e rapimento e/o omicidio in un colpo solo’.
Li osservo dai finestrini posteriori oscurati (per fortuna) mentre lentamente si avvicinano alla mia macchina e visto che adesso sono qua a raccontarvela facciamo che vi allieto con una proiezione del mio Palazzo Mentale in cui Sherlock mi guida fuori dai guai.
Kon - Aiuto, Sherlock! Tre pazzi pluriomicidi mi vogliono uccidere, sodomizzare e vendermi la macchina col mio cadavere a pezzi nel bagagliaio! Sherlock - Calmati, John... non essere irrazionale. Cosa vedi? Kon - TRE PAZZI PLURIOMIC... Sherlock - No, John... tu guardi senza vedere. Osserva meglio e dimmi cosa vedi. Kon - Tre... tre ragazzi. Italiani, del posto, giovani. Venti anni a malapena. Da come camminano hanno bevuto parecchio. Dalle scarpe direi birra e due o tre shottini a testa di superalcolici. Sherlock - Molto bene, John. Adesso dimmi perché non chiamerai i carabinieri. Kon - Perché non c’è tempo. La caserma più vicina è a 15 chilometri e l’unica macchina sta pattugliando il centro della città. Sherlock - Ottimo, John. Adesso sai cosa devi fare.
Lentamente, faccio scivolare la mano tra i poggiatesta dei sedili posteriori fin nel bagagliaio e prendo una cosa che sbuca da uno degli zaini, poi mi tiro sulla testa il cappuccio della felpa e aspetto che siano sufficientemente vicini.
Quando uno dei due fa per allungare la mano e controllare che la mia macchina sia aperta, io spalanco di botto lo sportello urlando CONTATTOOOOO!!! con voce e faccia da guerra e poi faccio uno swing micidiale con l’ascia da pompiere, piantandola nell’asfalto tra me e il ragazzetto (con tanto di scintille, giuro)
L’effetto è cinematografico, tanto quanto l’espressione di atavico terrore panico del cinno sbarbino o le urla da voci bianche degli altri due. Roba che sono corsi via tanto veloce da essere giunti nel 1955 con flusso canalizzatore di piscio giù dai risvoltini e 1,21 Gigawatt di merda nelle mutande.
Ecco... adesso che l’ho raccontato mi sento in colpa e credo che la prossima volta che mi dovesse capitare una cosa del genere, mi limiterò ad aprire il finestrino e a sussurrare parole di saggezza. Con delle bottiglie di vetro infilate sulle dita.
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Roma: 2 arresti per furto e resistenza a Pubblico Ufficiale nelle aree limitrofe alla stazione Termini.
Roma: 2 arresti per furto e resistenza a Pubblico Ufficiale nelle aree limitrofe alla stazione Termini. Sono 2 le persone arrestate dalla Polizia di Stato nelle ultime ore nei dintorni del principale scalo ferroviario della capitale. Nella notte scorsa, all'inizio di via Cavour, un 35enne di origini palestinesi è stato fermato da una pattuglia della sezione Volanti perché gravemente indiziato di aver strappato la catenina dal collo di un passante. Era stata la stessa vittima ad allertare la polizia che stava pattugliando la zona. Il 35enne, con violenza, si è opposto ai poliziotti. Dopo gli atti rito è stato arrestato per i reati di furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. La Procura ha poi chiesto ed ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma la convalida della misura pre-cautelare adottata dalla Polizia di Stato. Identici i reati contestati ad un camerunense di 36 anni arrestato da 2 pattuglie del commissariato Viminale. L'uomo, insieme ad un complice al momento ignoto, ha rubato il cellulare ad un turista nelle vicinanze di un ristorante; anche in questo caso l'indagato si è opposto violentemente all'arresto. La Procura ha chiesto ed ottenuto dal GIP la convalida dell'operato della PG inoltre 36enne è stata disposta l'applicazione della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere. Ad ogni modo tutti gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Mattarella da Trump: botta e risposta su dazi, Nato e Russiagate
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/mattarella-da-trump-botta-e-risposta-su-dazi-nato-e-russiagate/
Mattarella da Trump: botta e risposta su dazi, Nato e Russiagate
Mattarella da Trump: botta e risposta su dazi, Nato e Russiagate
Tensione sui dazi tra il presidente Mattarella e Donald Trump durante l’incontro nello studio Ovale. Dopo che Trump aveva ribadito le ragioni del provvedimento contro le merci europee – imposto dopo la decisione del Wto sugli aiuti Ue all’Airbus – il presidente Mattarella ha invocato “un metodo collaborativo”, “nello spirito transatlantico” che eviti “uno scambio di provvedimenti ritorsivi” quando, tra qualche mese, verranno messi in discussione i finanziamenti americani a Boeing e potrebbe essere la volta dell’Europa di imporre dazi agli Stati Uniti.
Poi è scattato un sottile botta e risposta tra Mattarella e Trump sul ruolo dell’Italia nella Nato. L’inquilino della Casa Bianca ha inaspettatamente criticato il nostro Paese, proprio alla presenza di Sergio Mattarella “L’Italia paga solo l’1% alla Nato invece del 2%, spero che aumenti le spese”, ha detto senza mezzi termini il presidente Usa da Washington.
Ma Mattarella prendendo la parola non ha mancato di sottolineare il contributo attivo del nostro Paese: “L’Italia resta, vorrei rammentarlo, oltre che il 5° contributore della Nato, il 2° contributore in termini militari nelle missioni della Nato. Dopo gli Usa, l’Italia è il Paese che di più fornisce suoi militari per le missioni Nato che, si aggiungono alle altre che l’Italia svolge sotto l’egida delle Nazioni Unite o nella Coalizione, contro il terrorismo, che si sono articolate e sviluppate in questi ultimi anni. Vorrei rammentare che in questo momento 6 F35 italiani, stanno vigilando e pattugliando i cieli dell’Islanda in ambito Nato, per assicurare sicurezza e pace”.
“L’Italia- ha aggiunto Mattarella- ha costantemente ribadito che lo spirito trans-atlantico va coltivato, preservato, mantenuto con forza in ogni ambito. Con questo spirito auspichiamo che l’avvio della nuova legislatura dell’Ue, possa costituire l’occasione di una rinnovata condizione collaborativa nei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea”.
Ma sui dazi Trump non molla e precisa: “Non vogliamo essere duri con l’Italia, vedremo di affrontare l’argomento”. Trump si è poi lamentato del deficit commerciale con l’Italia e l’Unione europea, parlando durante la conferenza stampa congiunta con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla Casa Bianca. Il deficit con l’Italia, ha sottolineato, “è circa il 20% del nostro deficit con l’Unione europea”. “Potrei risolvere la situazione molto velocemente con i dazi”, ma sarebbe “troppo duro”, aggiunge Trump.
E le divergenze sui dazi e le parole di Trump rimbalzano a Roma. E Giuseppe Conte, alla fine della sua giornata parlamentare di presentazione del Consiglio europeo commenta: “E ci credo che c’è una divergenza di opinione tra noi e gli Stati Uniti sui dazi. Noi non li vogliamo, ce li vogliono mettere”.
Nel mezzo di questi battibecchi commerciali si inserisce anche la vicenda Russiagate con Trump che lancia la sua frecciata: “Si è cercato di nascondere ciò che è stato fatto in alcuni Paesi e uno di questi potrebbe essere l’Italia”. Dice di non conoscere i contenuti della contro-inchiesta che l’attorney general William Barr sta conducendo sul Russiagate. E di non sapere cosa ha appreso nei suoi incontri romani. Però, aggiunge, so che c’è stata corruzione, che potrebbe arrivare fino al presidente Obama. Io penso che sia stato così”.
L’ipotesi dell’inchiesta condotta da Barr, secondo alcune ricostruzioni, è che nel 2016 la campagna elettorale di Donald Trump venne infiltrata da agenti dell’Amministrazione Obama, col concorso di governi alleati, per produrre lo scandalo del Russiagate, con il quale colpire Trump.
Intanto il Dipartimento di Giustizia americano avrebbe “di recente” messo le mani su due telefonini usati dal misterioso professore maltese Joseph Mifsud, ottenuti proprio dalle autorità italiane. L’accademico maltese che ha insegnato alla Link Campus University di Roma, è al centro della contro-indagine sull’origine del Russiagate.
Tensione sui dazi tra il presidente Mattarella e Donald Trump durante l’incontro nello studio Ovale. Dopo che Trump aveva ribadito le ragioni del provvedimento contro le merci europee – imposto dopo la decisione del Wto sugli aiuti Ue all’Airbus – il presidente Mattarella ha …
Nadia Sessa
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Bravi tutti. Medici Senza Frontiere sospende le attività di ricerca e soccorso della propria nave, la Prudence.
Bravi tutti. Medici Senza Frontiere sospende le attività di ricerca e soccorso della propria nave, la Prudence. Il comunicato sul sito di MSF: Ieri le autorità libiche hanno dichiarato pubblicamente di aver istituito una zona di ricerca e soccorso (SAR) e limitato l’accesso delle navi umanitarie nelle acque internazionali al largo delle coste libiche. Subito dopo, il Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo (MRCC) di Roma ha allertato Medici Senza Frontiere (MSF) di un rischio sicurezza legato alle minacce pronunciate pubblicamente dalla Guardia Costiera Libica contro le navi di ricerca e soccorso umanitarie impegnate in acque internazionali. A seguito di queste ulteriori restrizioni all’assistenza umanitaria indipendente e dell’aumento dei blocchi che costringono i migranti in Libia, MSF ha deciso di sospendere temporaneamente le attività di ricerca e soccorso della propria nave, la Prudence. L’équipe medica di MSF continuerà a supportare le attività di soccorso a bordo della nave Aquarius, di SOS Mediterranee, che al momento sta pattugliando le acque internazionali. “Se queste dichiarazioni verranno confermate e gli ordini attuati, vediamo due gravi conseguenze: ci saranno più morti in mare e più persone intrappolate in Libia” dichiara Loris De Filippi, presidente di MSF. “Se le navi umanitarie vengono spinte fuori dal Mediterraneo, ci saranno meno navi pronte a soccorrere le persone prima che anneghino. Chi non annegherà verrà intercettato e riportato in Libia, che sappiamo essere un luogo di assenza di legalità, detenzione arbitraria e violenza estrema.” Queste dichiarazioni giungono appena una settimana dopo l’annuncio del dispiegamento di navi militari italiane all’interno delle acque libiche, per aumentare la capacità delle guardie costiere libiche di intercettare migranti e rifugiati e riportarli in Libia. “I recenti sviluppi rappresentano un altro preoccupante tassello di un ambiente sempre più ostile per le operazioni salvavita di soccorso” ha detto Loris De Filippi di MSF. “Gli stati europei e le autorità libiche stanno attuando congiuntamente un blocco alla possibilità delle persone di cercare sicurezza. È un attacco inaccettabile alla vita e alla dignità delle persone.” MSF chiede alle autorità libiche di confermare in tempi brevi che aderiranno e rispetteranno l’obbligo legale, internazionalmente riconosciuto, di soccorrere imbarcazioni in difficoltà, e che consentiranno che questo avvenga in acque internazionali e libiche. MSF chiede inoltre alle autorità libiche di precisare che tutte le navi, gestite da ONG o da chiunque altro, saranno autorizzate a effettuare le attività di soccorso senza impedimenti e restando incolumi, e che né le autorità libiche né quelle italiane interferiranno con il diritto legalmente garantito di sbarcare le persone in un porto sicuro. “MSF rifiuta di essere cooptata in un sistema che mira, a qualunque costo, a impedire alle persone di cercare sicurezza” dichiara Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di MSF. “Chiediamo alle autorità europee e italiane di smettere di attuare strategie letali di contenimento che intrappolano le persone in un paese in guerra, senza nessuna considerazione dei loro bisogni di protezione e assistenza. Servono urgentemente delle vie sicure e legali per migranti e rifugiati, per ridurre inutili sofferenze e morti.”
Il comunicato sul sito di MSF: Ieri le autorità libiche hanno dichiarato pubblicamente di aver istituito una zona di ricerca e soccorso (SAR) e limitato l’accesso delle navi umanitarie nelle acque internazionali al largo delle coste libiche. Subito dopo, il Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo (MRCC) di Roma ha allertato Medici Senza Frontiere (MSF) di un rischio sicurezza legato alle…
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“Conosco il dolore dei migranti: ecco perché ho scelto di salire sulla nave che li soccorre”
“Conosco il dolore dei migranti: ecco perché ho scelto di salire sulla nave che li soccorre”
Don Mattia Ferrari, sacerdote modenese, racconta a “la Voce” la sua recente esperienza sull’imbarcazione “Mare Jonio” di “Mediterranea”: “siamo una grande famiglia, anche atei e agnostici partecipano alla Messa”
Il 1° maggio, mentre lo contattiamo, la nave “Mare Jonio” sta pattugliando la zona SAR compresa tra le città libiche di Zuara e Sabratha a una distanza compresa tra le 30 e le 35 miglia…
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#Chiesa Cattolica#Cristianesimo#Immigrazione#Libia#Mare Jonio#Mattia Ferrari#Mediterranea#Mediterraneo#Migranti#Religione
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Cocer Esercito: "Conte rilancia l'Italia, ma affossa i soldati"
I I Delegati del Co.Ce.R. Esercito Pasquale Fico, Gennaro Galantuomo, Domenico Bilello, Giuseppe Scifo, Francesco Gentile e Antonino Duca, in una nota congiunta esprimono tutto il loro disappunto sulle misure che dovrebbe prevedere il decreto Rilancio, di prossima approvazione da parte del Consiglio dei Ministri. "Da qualche ora circola, su svariati social e mezzi di comunicazione, una bozza di Decreto Legge denominato “Rilancio”, il fantomatico provvedimento legislativo con il quale il Governo Conte intende "rilanciare" il Paese. Sostengono i delegati che nelle quasi mille pagine, ogni Dicastero ha messo il proprio marchio tale per cui, il Decreto più che un "Rilancio" sembra dare un colpo al cerchio e uno alla botte in stile democrazia cristiana di andreottiana memoria. E quelle che erano le perplessità e paure dei delegati del Cocer Esercito, si sono trasformate in drammatiche certezze: I Soldati dell’Esercito Italiano soni stati completamente dimenticati! Altro che rilancio, trattasi di operazione al ribasso! Si legge, infatti, nella bozza che il Ministero degli Interni, ininterrottamente, chiede risorse da destinare al pagamento degli straordinari per il personale impiegato nell’emergenza. Dalla relazione tecnica alla norma inserita, si apprende che, quasi tutti gli operatori in divisa degli Interni, vengono impiegati per il COVID-19. La Ministra Luciana Lamorgese, precisa il Cocer Esercito, chiede per i suoi un ulteriore incremento di 13 milioni da destinare agli straordinari. Fondi che si vanno ad aggiungere agli attuali 33 milioni derivanti dalla conversione in legge del Decreto Legge n.18 per un totale di circa 46 milioni di euro! Praticamente, il Ministero degli Interni mette nero su bianco che un terzo della forza degli operatori della pubblica sicurezza è impiegato nell’emergenza COVID-19. Sacrosanta iniziativa a dimostrazione della lungimiranza degli Interni che di certo non fa restare a bocca asciutta i suoi operatori in divisa. La nota stonata del Decreto è come evidente la Difesa, con l’Esercito ulteriormente penalizzato. Nella bozza non viene previsto un euro in più per i soldati, se non un flebile accenno ad una richiesta di ulteriori 500 uomini da impiegare, in aggiunta agli apparenti 7303, marchiati con un “mancata copertura finanziaria”. Per il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte le richieste avanzate dai Governatori di tutte le Regioni d’Italia di militari a sostegno dell’emergenza sanitaria sono da bollare con una "mancanza di copertura finanziaria". Ed è giusto allora che i Governatori regionali vengano informati del fatto che le loro richieste di intervento dell'Esercito, sicuramente verranno accolte e che vedranno l'impiego di professionisti militari come manovalanza a basso costo, retribuiti con una manciata di spiccioli e una pacca sulla spalla. Perché, purtroppo di questo si tratta. Un ulteriore schiaffo alla Forza Armata maggiormente impiegata nel fronteggiare l'emergenza COVID-19. Eppure, dalle dichiarazioni del Sottosegretario alla Difesa Calvisi i soldati impiegati per l’emergenza sono 24500. Finanziare, pertanto, solo l’impiego di 7303 militari e lasciare che gli altri 17197 gravino sul bilancio della Difesa - ormai martoriato dai continui tagli senza stanziamenti ad hoc - per dare solo visibilità a qualche politico in voga, è una cosa deplorevole. Basti ricordare l’innalzamento del pagamento delle ore di straordinario per il personale impiegato nell’operazione strade sicure per gli ultimi 6 mesi dell’anno 2019 che �� gravato sul bilancio della Difesa. La Senatrice Garavini, a seguito dell’approvazione delle famose 40 ore pro-capite mensili dichiarava “Eliminate disparità per Forze Armate durante emergenza coronavirus. Ora impegno per renderlo permanente”. Senatrice, - sottolineano i delegati del Cocer Esercito- non è stata eliminata né la disparità né, tanto meno, si rende permanente lostanziamento dei fondi. I Soldati Italiani, che in queste ore stanno pattugliando tutto il territorio nazionale e dando sostegno alla popolazione, lo stanno facendo a testa alta e con senso del dovere, quel valore che chi Governa sembra aver dimenticato. Chiediamo con fermezza che all’interno del Decreto Rilancio, di prossima emanazione, ci sia rispetto per la dignità dei militari dell’Esercito Italiano, altrimenti invitiamo il Presidente Conte acomunicare chiaramente nei suoi appuntamenti televisivi cosa abbia deciso di fare delle donne e degli uomini in uniforme. Conclude la nota dei delegati Cocer dell'Esercito italiano. Read the full article
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