#pasta al burro
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Non posso crederci- una pasta che nemmeno esiste in Italia sta vincendo la gara delle paste?????
#LO SOOOOOOOO LO SOOOOOO CHE LA PASTA ALFREDO È PRATICAMENTE TAGLIATELLE AL BURRO MA CHISSEEEENEEEEE#you don't see me eating chicken Alfredo because chicken and pasta stay very away from each other in my household#*looks directly at sugo con le braciole* you're the exception
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meat-less pasta dish tier list?
omg I love this. some faves in order of how likely I am to have these as my last meal
PUMPKIN RISOTTO
TRUFFLE RISOTTO MY BELOVED
pasta with zucchini & zucchini flowers & mozzarella
the pasta with tuna ragù that my family always makes on Christmas Eve because as all Italians know. fish isn't meat. @ the pope not me
Risotto with savoy cabbage. Believe me it's delicious
pasta with pepper sauce (immersion blend the fuck out of those peppers with milk & some grana)
those fancy veg-stuffed ravioli with a butter sauce
pasta with smoked salmon and fresh parsley. once again if it has scales it's not meat
mushrooms ragù pasta
PASTA AL BURRO. great staple. you'll always be famous. it's the italian version of what some people call alfredo & it's ridiculously easy to make. u can also make it with a creamy ricotta sauce if you're feeling fancy
veggie ragù sauce pasta (also good with herb raviolis)
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Aveva fame. Non una fame banale, quel languore che prende chi non fa niente e che si risolve in un antipastino o un aperitivo. Lui aveva molta fame, di quella che per soddisfarla bisognava cuocere almeno un “quaddaruni” di pasta, equivalente a circa duecento, duecentocinquanta grammi di pasta, magari con il sugo di maiale o una marea di cozze, di quelle grandi e carnose. Ma in quel momento avrebbe mangiato la qualsiasi: gnocchi, tortellini al burro o con il ragù bolognese, la pasta “cuccuruzzu” con il bollito di castrato, i maccheroni fatti in casa con il sugo di coniglio, i maltagliati con le “poverelle”, le pappardelle con il ragù di cinghiale, una bella carbonara, un cacio e pepe o le lasagne con i funghi porcini appena colti. Apri la dispensa: vuota. Guardò in frigo: vuoto. Neanche un uovo , una crosta di formaggio, il barattolo semivuoto di pesto alla Genovese o alla Trapanese. La fame aumentò. Cercò delle patate ma nel cesto dove le conservava c’erano solo dell’aglio e due peperoncini rossi, raggrinziti e tristi. “Ci siamo – si disse – una bella : aglio, olio e peperoncino”. Mise su l’acqua e quando bolli verso dentro duecento grammi di pasta perché si disse che aveva fame. In una padella mise un dito d’olio e tutto l’aglio che aveva. (Cosa lo lasciava a fare?). Tagliuzzo il peperoncino e lo versò nell’olio caldo. Per la cucina si propagò un odore intenso, forte, che già da solo avrebbe fatto sturare il naso a chi aveva il raffreddore. Quando la pasta fu pronta la versò direttamente nella padella aggiungendo quella che rimaneva di una vaschetta di pecorino pepato che emanava un odore di ovino intenso e stordente. Mischiò il tutto e versò nel piatto la montagna di spaghetti e lo osservò con devozione e amore. Era consapevole che il pecorino era un di più, ma voleva sapori forti e poi, aveva fame. La prima forchettata sparì come se non vi fosse mai stata. La seconda gli regolò il gusto del pecorino, alla terza si accorse che stava sudando. Forse il peperoncino era troppo, perché la pasta pizzicava, la fronte si era imperlata di gocce di sudore ed il naso si era sturato ed ora respirava come un bambino. Continuò imperterrito, come che più che un nutrirsi, la sua era una prova di virilità, una ordalia in onore della buona tavola. Continuò forchettata dopo forchettata, mentre sentiva il calore dentro di se aumentava tanto che si sentiva quasi un forno che emanava calore su calore come quando si doveva mettere la carne di castrato e bisognava fare andare il fuoco nel forno un ora per ogni capra stivata li dentro. Apri una bottiglia di birra e la bevve di un fiato, complimentandosi con se stesso con un enorme rutto. Attaccò di nuovo il piatto, che ormai era quasi mezzo vuoto. Continuò forchettata dopo forchetta, ma visto che il calore era insopportabile, ogni due forchettate si scolava una bottiglia di birra e si incoraggiava con un altro rutto che faceva tintinnare la raccolta di bomboniere posta nella credenza della cucina. Quando fini, con la pancia che fuoriusciva abbondantemente dal pantalone dove la cintura era già stata slacciata verso la quinta o sesta forchettata. Prese una crosta di pane semidura e la fece girare nel piatto per ammorbidirla e raccogliere con l’olio i pezzi di peperoncino rimasti. Si congratulò con se stesso e finì l’ultima bottiglia di birra, ormai rosso come un pomodoro per il calore del peperoncino e con alito all’aglio che faceva appassire anche le tende della camera. Tra una russata e l’altra sgassava la pancia emettendo terrificanti scoregge. Quando sua moglie entro nella camera da letto sentì un odore così terribile che svenne. Ma lui continuò a dormire felice della mangiata..
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Un grande ritorno: la zucca!
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INGREDIENTI PER 4 PERSONE
PER LA PASTA
100 g di farina “0”
100 g di semola di grano duro
2 uova
olio extravergine d’oliva
PER IL RIPIENO:
300 g di zucca delica cotta (mezza zucca cruda)
150 g di Parmigiano Reggiano
noce moscata
sale se necessario
pepe
PROCEDIMENTO
Elimina i semi dalla zucca, tagliala in pezzi e cuocila in forno a 200°C per 40/50 minuti. Dovrà risultare molto morbida;
Nel frattempo prepara la pasta all’uovo nel solito modo, avvolgila nella pellicola e falla riposare per almeno 30 minuti;
Quando la zucca sarà cotta lasciala raffreddare e poi raccogli tutta la polpa in una ciotola, schiacciala con una forchetta e poi aggiungi il Parmigiano grattugiato, la noce moscata e, se serve, il sale;
Raccogli il ripieno in una sacca da pasticciere;
Stendi la pasta fino a raggiungere uno spessore non troppo sottile, taglia dei dischi di 5 cm di diametro, oppure dei quadrati con i lati di 7 cm e aggiungi al centro il ripieno;
Piega a metà i dischi e poi unisci le estremità avvolgendole sul dito;
Disponi i tortelli su un secca-pasta o su un vassoio foderato con carta da forno;
Cuocili in acqua salata e condiscili con burro e salvia oppure con dell’ottimo ragù di carne.
#ricette#cucina italiana#italian style#comfort food#italian recipes#italian food#cibo#cucina#food#cucina regionale#pasta#pasta fresca#pasta ripiena#pasta all'uovo#Youtube
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🍥 authentic italian fettuccine alfredo (fettuccine al burro). one of the easiest pasta recipes i've made and no cream needed!
🍔YouTube || 🍟Reddit
#AsianFoodStory#MexicanFoodBlogger#BrunchSoHard#BakingMakesMeHappy#BrunchParty#yogurt#AsianFoodLove#FoodTruckFestival#FoodTruckRally#MexicanFoodAddict#black pepper#BakingIsFun#BakingSchool#MexicanStreetFood#HealthyFoodRecipes#BakingACake#BakingSeason#AsianFoodShare#BrunchTime#Dessert#FoodTruckers#HealthyMexicanFood#HealthyFoodPrep#DessertPorn#AsianFood#HealthyFoodChoices#cilantro#DessertShots#AsianFoodBlog#FoodHealthy
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E niente, cancellato il pranzo di domani al ristorante perché ho il bimbo con la febbre. Però la torta me la vado a prendere lo stesso da loro, anche perché l'avevano iniziata già. Quindi: non volevo cucinare per il mio compleanno, invece dovrò uscire, comprare della carne macinata e della salsa di pomodoro in emergenza, preparare delle lasagne in emergenza perché checcazzo non è che posso pure mangiare pasta e burro al mio compleanno e andare anche a ritirare la torta. Alè! Bel modo di finire i 43 e iniziare i 44!
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21/10/24 - una settimana dall'inizio
Colazione: pane di segale integrale con burro d'arachidi e marmellata
Spuntino: ananas
Pranzo: pasta integrale con zucchine e un uovo sodo
Merenda: melograno + un quadratino di cioccolato fondente
Cena: nasello al pomodoro con finocchi e carote
#diario alimentare#alimentazione#dimagrire#perdere peso#me#voglio perdere peso#cibo#diario#food diary#dieta#piano alimentare
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Sto pianificando di cucinare i cileni ripieni di zucchero.
Ci sto pensando da ieri: se non ho troppi impegni questa domenica, o la prossima, andrò al supermercato e comprerò tutto l'occorrente. È una pazzia? Eccome.
Innanzitutto, esistono già dei dolci con un nome simile, sono i Chilenitos dal Cile. Io però voglio fare qualcosa da zero, anche per evitare possibili danni diplomatici o scontri con Gabriel Boric, presidente del Paese e soprattutto un Swiftie.
La ricetta che ho in mente sarebbe: prendo lo zucchero e lo sciolgo finchè non diventa caramello, per evitare si solidifichi lo mischio o col burro o con la panna liquida rendendolo una crema (ci sono varie ricette su internet se qualcuno volesse provarci con me ma non ha mai preparato del caramello, questa sembra la più congeniale).
A questo punto il ripieno è pronto: se verrà fuori come lo voglio io, credo che prenderò dei cannoli già preparati da riempire, oppure se farò dei biscotti da zero (che non ho molta voglia ma chissà come mi gira) di che forma li potrei fare? Mucca? Sedere? Cellulare (questa impossibile)?. Oppure potrei fare dei semplici biscotti e guarnirli con del semplice caramello, ovvero cileni guarniti di zucchero e non più ripieni.
Ritornando alla prima ricetta, pensavo di fare qualche guarnizione per rendere la pasta il più possibile "gold" al riflesso della luce, magari bagnandola un po' col tuorlo dell'uovo oppure con qualche cremina: Mahmood è sardo da parte di madre e legatissimo a quella terra, tumblrini sardi c'è qualche cremina/guarnizione per dolci tipica della vostra isola che potrei utilizzare? Magari non troppo complessa o costosa, da trovare in breve tempo in Veneto, eheh.
#sanremo#sanremo 2024#mahmood#alessandro mahmood#sardegna#ricette#italy#italian tumbr#quante tag che sto mettendo pd#italian music#italian man#tumblrita#cuisine#italian cuisine
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28/09/2023
Colazione: caffelatte + galletta cioccolato e cocco
Pranzo: insalata con salmone affumicato, avocado e formaggio light
Merenda: due gallette di mais, una con burro d'arachidi proteico (quello di prozis, molto buono) e una al caramello salato proteico
Cena: pasta con pesto di pomodorini rossi e pistacchi
10,5k passi
#alimentazione#diario alimentare#dimagrimento#dimagrire#grassa#percorso#dieta#calorie#calories#diet and exercise
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Dinner tonight, pasta al burro—butter, pasta water, and parmesan thickened into a creamy sauce—and a new favorite, garlicy butter beans drenched in olive oil with big chunks of green olives. The sun’s finally out. The maple tree is coming back to life. Green everywhere and warm, warm. The first day in forever we weren’t crouched by the fire shoving more logs on as if that will finally bring back feeling in our toes. Got an email from the farm share yesterday, they’d know better than I do. Is it finally spring? I hope so.
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After the immigrant food post and the dick sucking Italian husband I have to ask. What do you think of Italian American food. And also American pizza which I consider a distinct thing.
OKAY SO my answer to this is twofold
I cannot fault my long lost brethren across the sea for going to a new country far far away where there was meat everywhere for cheaper and MASSIVELY redefining comfort food
However, sometimes u gotta admit you can't improve on perfection. You don't need to put meatballs into pasta. What's wedding soup. Why do you put ricotta in lasagna. Alfredo sauce is soso bad but I can't fault the Alfredo guy for making a fortune from basic-ass pasta al burro
I've never actually had pizza in the US! Unless you count, like, Papa John's. I WILL say I've had pineapple pizza in the US and it sucked BUT I've also had pineapple pizza in Italy (on a trip to Capri with a French friend who really really wanted it) and it was delicious. It's all about 🤌 the balance of sweet and savoury and IMO the idea in theory isn't bad! It's just that it's too fucking loaded. TO ME
I think fusion cuisine in general is brilliant and interesting and tells you a lot about where / how certain dishes originated. But it's probably always gonna seem "weird" to people who are intimately familiar with the original cuisine. Like, I would not take a Japanese friend to an Italian sushi restaurant.
Also, about the bread... the whole time I live in the US I went CRAZY looking for, like. What I'd think of as normal bread. Her
It was always pre-sliced packaged soft bread? Although that probably depended a lot on my circumstances – I was studying abroad with a host family and was very reliant on them for grocery shopping + we were in a small town. I feel like if I'd had access to a deli / any tiny "ethnic grocer" kinda store I would've been happier
#megasilverfist#ask#you know what i miss about the US.... mexican restaurants#you can't find good mexican food in europe FOR SHIT
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Guarda "Pane quotidiano - Alberto Camerini" su YouTube
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E se penso all'allegria che mi da un
Amica mia, con i suoi vestiti bianchi
I suoi sorrisi colorati
Quando dice di volere un
Corpo bello, equilibrato
Mangia solo cibo naturale con amore preparato
Ma se cerchi di andare al di là
Dei suoi vestiti a fiori e seta
Dei suoi giochi dei suoi soldi
Per l'equilibrio del pianeta
Lei si alza sorridendo e dice
"ciao" e poi va via
Dicendo "scusa ognuno ha il suo karma
In fondo non e' colpa mia"
Insalata di riso bianco come
Il sorriso che la
Crema del latte da allo yogurt di frutta
Bianca come la chiara dell'uovo sbattuto
Come la panna montata con lo zucchero sopra
Come il fior di farina che lei ha in cucina
Bianca come lo yogurt anche se non fa rima
Bianca come dovrebbe essere la
Sua coscienza che si
Scioglie come il pane e burro ogni mattina
E c'è chi ha il pane dolce
La sua fetta di torta
C'è chi il pane lo ruba e
Il pane cresce di prezzo
C'è chi lo lavora, c'è chi fa fatica
E c'è il sapore amaro del suo pane quotidiano
Un amico mio, un compagno, un
Bravo rivoluzionario, un tipo serio
Intelligente e preparato
Troppo preso dai problemi della
Crisi dello stato, di sé stesso e del suo
Corpo sembrava essersi scordato
Ma il fegato dimostra ogni giorno
Quel contrasto tra i suoi nervi tesi e quel
Sorriso suo mai rilassato
O è il veleno che non ben
Ha digerito dopo il pasto
Ma il colore del suo viso
Che sembra essersi ingiallito
Uova plastificate, liofilizzate
Gente mineralizzata biodegradata
Carne inscatolata gelatinizzata
Deproteinizzata, supermarketizzata
Mangia verde artificiale
Devitalizzato, clorifilizzato
Superindustrializzato
Frutta sciroppata supercolorata, dolce
Gomma artificiale, bilancia sbilanciata
C'è chi ha il pane dolce
La sua fetta di torta
C'è chi il pane lo ruba e
Il pane scende di prezzo
C'è chi lo lavora c'è chi fa fatica
E c'è il sapore amaro del suo pane quotidiano
Io se mangio quando mangio se
Sono solo con me stesso
Garantito che non sono un bravo
Cuoco ma fa lo stesso
Ce la metto tutta ma in
Cucina sai non sempre basta
Poi finisce che non vado quasi
Mai oltre la pasta
Certo che in ogni caso devo fare economia
È che a volte se sei solo poi
Ti accorgi l'appetito se ne va via
E molto meglio cucinare l'ho
Scoperto in compagnia
Pronto in tavola e qualcuno
Per scoprirne la magia
Ma da quando vivo solo ho dimenticato gli
Stufati succulenti le patate al forno
I risotti le scaloppe la verdura intorno
Le ricette di torta appena pasticciate
Il patè di fegato il salmone rosso lo
Champagne le aragoste il ricco caviale
Non ricordo nemmeno che sapore hanno
Forse ho dimenticato come si fa a mangiare
C'è chi ha il pane dolce
La sua fetta di torta
C'è chi il pane lo ruba e
Il pane scende di prezzo
C'è chi lo lavora c'è chi fa fatica
E c'è il sapore amaro del suo pane quotidiano
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INGREDIENTI PER LA PASTA:
150 g di farina “0”
150 g di semola rimacinata di grano duro
3 uova
Olio extravergine d’oliva
INGREDIENTI PER IL RIPIENO:
700 g di carne di agnello con l’osso (spalla, stinco, collo)
500 ml di vino bianco
1 carota
1 cipolla
1 costa di sedano
1 spicchio d’aglio
5 o 6 foglie di salvia
1 cucchiaino di concentrato di pomodoro
50 g di Parmigiano Reggiano
noce moscata
1 uovo
sale e pepe
burro
olio extravergine d’oliva
PROCEDIMENTO
Prepara un soffritto grossolano con carota, sedano e cipolla. In una pentola dal fondo spesso aggiungi un filo d’olio, fallo scaldare e rosola molto bene e da tutti i lati la carne di agnello;
Quando la carne sarà ben rosolata, toglila dalla pentola e nello stendo fondo fai rosolare le verdure. Aggiungi anche l’aglio, la salvia e, se vuoi, un pezzettino di burro.
Quando le verdure saranno stufate unisci il concentrato e poi rimetti la carne in pentola. A questo punto bagna con il vino, un po’ d’acqua, copri e fai cuocere fin quando la carne non sarà tenerissima. Poi fai raffreddare il tutto.
Quando la carne sarà fredda spolpala e mettila in frigorifero, filtra poi il sugo e metti in frigorifero anche lui;
In una ciotola o su un piano da lavoro metti la farina, forma la fontana e rompi le uova al suo interno, aggiungi un filo d’olio e inizia a rompere le uova, incorporando pian piano la farina fino ad avere una consistenza che ti permetterà di impastare a mano;
Impasta per 5/10 minuti e avvolgi l’impasto nella pellicola per farlo riposare almeno una mezz’ora;
Fai ridurre il fondo di cottura di circa la metà;
Passa la carne al tritacarne o al mixer e aggiungi l’uovo, il Parmigiano, la noce moscata e una mestolata del sugo d’arrosto ridotto. Mescola il tutto fino ad avere un composto morbido ma asciutto;
Stendi la pasta fino ad avere una sfoglia non troppo sottile poi metti dei piccoli mucchietti di ripieno distanziati di circa 2 centimetri, ripiega la sfoglia, fai uscire per bene l’aria e taglia i ravioli della forma che preferisci;
In una padella fai sciogliere una noce di burro con un paio di foglie di salvia e aggiungi il resto del fondo di arrosto;
Cuoci i ravioli in acqua salata per un paio di minuti, scolali direttamente nel condimento e saltali fin quando il sugo non si sarà ristretto. Poi impiatta e servili caldi.
#italian food#cucina#food#cibo#ricette#cucina italiana#italian style#comfort food#italian recipes#cucina regionale#pasta fresca#pasta fatta in casa#Youtube
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Da piccolo non prestavo molta attenzione al mangiare, anzi, ero particolarmente difficile, "al magna minga sto putìn!" ("putìn" con l'accento sulla "ì"), e per forza che non mangiavo minga, guardavo al cibo con sospetto, mi sembrava innaturale mettere dentro delle cose che prima erano state là fuori, in mezzo a tutte quelle cose sporche e pericolose, e poi non avevo mai fame, mangiare era un contrattempo che interrompeva i giochi e le fantasticherie, e adesso che sono vecchio mi rendo conto di ritornare a poco poco a quell'antico stato di inappetenza speculativa. Non prestavo molta attenzione al mangiare perché le cose che mangiavo mi sembravano cose ovvie e date una volta per tutte, mica mi immaginavo che un giorno non le avrei mangiate più, per esempio i tortellini della nonna, i favetti, il sugul, i cotechini, le granite fatte in casa con il macinino del ghiaccio, una specie di ovone di Pasqua a manovella, tutto colorato come una carabattola del Sottsass, la poltiglia di ghiaccio ridotta a schegge (per avere un'idea delle schegge vedi "Il naufragio della speranza", Caspar David Friedrich) condita con gli sciroppi Fabbri all'orrida menta o alla fantastica amarena. Mia nonna, che da buona mantovana non conosceva l'uso del sugo di pomodoro, si era fatta dare la ricetta dalla nonna di Scalea, che il guagliunello mangiava solo la pasta cu u zugo. Perché la mia nonna di Mantova era una perfetta custode delle tradizioni ma era anche aperta alle novità pur di far mangiare il suo putìn. Mi manca adesso, per esempio, il sapore degli gnocchi alla veneta, con lo zucchero e la cannella e il parmigiano reggiano, affogati, sguazzanti nel burro come i turtei sguasarot sguazzavano nella riduzione di vino rosso e chiodi di garofano (il ripieno di castagne). È brutta cosa la modernità quando significa solo cancellazione cretina dell'antica sapienzialità cucinaria, in quest'epoca di pazzi ci mancavano solo gli idioti del progresso.
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Fettuccine al burro 🤌 fresh pasta and all Source: https://reddit.com/r/foodporn
http://foodmyheart.tumblr.com | https://campsite.bio/foodmyheart
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26 lug 2023 10:15
IL DUCE SI’, IL DUCE NO, SE FAMO DU’ SPAGHI? I FASCISTI ODIAVANO LA PASTA PERCHÉ RAMMOLLIVA LO SPIRITO, DAVA SONNOLENZA ED ERA UNA MODA IMPORTATA DALL’AMERICA. INOLTRE NON ERA FUNZIONALE AL PROGETTO AUTARCHICO. PER QUESTO SECONDO LA VULGATA PARTIGIANA LA PASTA E’ ANTIFASCISTA E OGNI 25 LUGLIO, ORMAI DA 80 ANNI, IN TUTTA ITALIA SI CUCINA, SI MANGIA E SI CELEBRA LA PRIMA SPAGHETTATA ANTIFASCISTA OFFERTA DAI SETTE FRATELLI CERVI ALLA COMUNITÀ DI CAMPEGINE, A REGGIO EMILIA, PER FESTEGGIARE LA FINE DELLA DITTATURA FASCISTA E LA DEPOSIZIONE DI BENITO MUSSOLINI – IL CASO ESPLOSO IN PROVINCIA DI VICENZA CON LA SINDACA CHE... -
Estratto da wired.it
I fascisti odiavano la pasta. Spaghetti, tagliatelle e maccheroni finirono al confino come Altiero Spinelli, Antonio Gramsci e Sandro Pertini. Per questo la pastasciutta è antifascista. E ogni 25 luglio, ormai da 80 anni, in Italia si cucina, si mangia e si celebra la prima pastasciutta antifascista, offerta dai sette fratelli Cervi alla comunità di Campegine, a Reggio Emilia, per festeggiare la fine della dittatura fascista e la deposizione di Benito Mussolini, avvenuta in quella stessa data nel 1943.
La famiglia Cervi
La famiglia Cervi era una famiglia di contadini benestanti. Il signor Alcide, padre dei sette fratelli, era riuscito ad emanciparsi dalla condizione di mezzadro assieme alla moglie Genoveffa e a prendere un podere in affitto a Gattatico, vicino Campegine, nel 1934. Lì costruirono la loro vita, lavorando la terra assieme a Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore.
Ma i Cervi erano molto più che semplici contadini. Erano antifascisti.
(...)
Fu quindi naturale e immensa la gioia che li pervase la sera del 25 luglio 1943, quando tornando dai campi scoprirono che il dittatore Mussolini era stato deposto, arrestato e confinato in Abruzzo dalla monarchia sabauda. Era tempo di festeggiare e mettere fine anche a quella fame che il fascismo aveva regalato a tutto il paese per 20 anni.
Prima degli anni Cinquanta e della diffusione della produzione industriale, l’Italia è sempre stato un paese di persone malnutrite e affamate, che mangiavano male e morivano presto.
(...)
Gran parte delle persone mangiava solo polenta, a nord, e pane, al sud. Niente pasta, che tra l’altro è molto più nutriente, perché ai fascisti non piaceva.
(...)
Così, è facile immaginare perché i fratelli Cervi decisero di dare una festa e cucinare quintali di pasta al burro e parmigiano per festeggiare la fine del fascismo. Una pastasciutta antifascista, la prima, che venne cucinata a Gattatico e poi trasportata a Campegine. Nel tragitto la pasta divenne completamente scotta e, nel frattempo, gli altri contadini e contadine cominciarono a rubacchiarne un po’ per placare i morsi della fame. Un’avventura.
(...)
Postilla: perché i fascisti odiavano la pastasciutta?
Come insegna il sociologo Marco Cerri nel suo libro La pastasciutta dei Cervi, i motivi sono tre. Il primo riguarda il progetto autarchico, perché la pasta si fa col grano e per raggiungere l’autosufficienza cerealicola bisognava consumare poco grano. Il secondo è propagandistico e nasce dai futuristi. Tommaso Marinetti e gli altri si scagliarono contro la pasta dicendo che rammolliva lo spirito, dava sonnolenza e portava al neutralismo, cioè ad essere contrari alla guerra.
Infine, l’ultimo riguarda la logica del ruralismo fascista, che additava la pasta come una moda importata dall’America. Fino agli anni Trenta del Novecento, la pasta era un alimento consumato quasi esclusivamente a Napoli e praticamente sconosciuto nel resto d’Italia. Furono i migranti tornati dagli Stati Uniti a darle nuova vita, dato che tra le comunità italiane d’oltreoceano era un alimento estremamente diffuso.
Fu quindi il sentimento anti statunitense dei fascisti, unito ai problemi economici e alla propaganda futurista che portarono il regime a combattere una guerra contro la pasta, tanto che nei suoi primi anni il consumo pro capite era di appena 12 chili l’anno, ridotto ai 9 durante la guerra. Mentre già nel 1954 ci fu un balzo a 28 chili l’anno, stabilizzatosi poi agli attuali 23 a testa.
Per questo, ancora oggi, la pastasciutta resta un simbolo dell’antifascismo. E quest’anno, a 80 anni dalla fine della dittatura, il 25 luglio 2023 verranno cucinate 220 pastasciutte antifasciste in tutta Italia, come annuncia l'Associazione nazionale partigiani d'Italia. Per ricordare i fratelli Cervi, la loro generosità e l’antifascismo su cui si fonda la Repubblica italiana, nonostante qualcuno provi a farcelo dimenticare.
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