#pannocchie
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Posted @withrepost • @gianni_villani Buona Vigilia di Natale a tutti Spaghettoni con pomodorini gamberoni e pannocchie con un tocco di prezzemolo #buonavigiliadinatale #vigiliadinatale #auguri #spaghettonipomodoriniegamberoni#spaghettoni#pannocchie#gamberoni#food #foodnapoli #foodblogger#napolifoodporn #cibo #cucinaitaliana #ciboitaliano #cibosano #cooking #chebontà #cucinarechepassione https://www.instagram.com/p/CmkTP_wtLgr/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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RATZY
Non a caso piovuto da un cielo plumbeo nel pieno splendido splendente della veneta pianura, Ratzy ha un mantello grigio perla senza macula e senza inganno, è un vivente di razza, ha una personalità giuridica con tutti gli effetti etici e morali, è una persona per bene, discreto quanto basta agli intelligenti e furbo quanto serve agli idioti, vive in un mondo di simili e consimili tra gioie e…
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Il venditore di pannocchie arrostite - Marina di Ragusa
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Luglio.
C’è ancora tanta luce
tra i chicchi delle pannocchie
e ogni cosa sembra creata per la nostra gioia.
(Fabrizio Caramagna)
BUONGIORNO ♣️
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Renato Guttuso (Italian, 1911-1987), Pannocchie [Corn on the cob]. Mixed media on paper laid on cardboard, 35 x 51 cm.
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Un amore del profondo Sud
"Ecco la pena che aveva nel cuore. La sua ragazza era Concia, l’amante di un sudicio vecchio e la libidine dei ragazzini. Ma l’avrebbe voluta diversa? Concia veniva da luoghi anche piú rintanati e solitari che il paese superiore. Ieri, contemplando un balcone dalle latte di gerani, Stefano gliel’aveva dedicato respirando voluttuosamente l’aria lucida e forte che gli ricordava quell’elastico passo danzante. Persino le sudice stanze basse dalle madie secolari festonate di carta rossa o verde, e dagli scricchiolii del tarlo, giuncate di pannocchie e ramulivi come stalle, supponevano il suo viso caprino e la sua fronte bassa, e una torva e secolare intimità."
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Renato Guttuso - Pannocchie, oggetti sul tavolo e finestra. 1963
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"abbiamo esaminato il tuo post"
secondo me l'unica cosa che avete esaminato sono le pannocchie che vi siete infilati su per il culo per darci un po' d'aroma, teste di melanzana
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Pannocchie di mais arrostite al forno con pancetta al barbecue è un contorno croccante, delizioso, dolce e salato da portare al tuo prossimo barbecue che lascerà a bocca aperta i tuoi ospiti ed è così facile!
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Un tempo immobile
Strisciava lungo il piccolo corridoio buio
Battevo le mani lungo le pareti
Facendo risuonare il perlinato finto legno
Nella stanza in fondo sonnecchiava sbuffando nuvole di polvere
Il letto di ottone su cui infilava la sua fede nuziale tutte le sere
Una piccola stanza affollata
Persiane blu sempre abbassate
Veniva dal bagno coperto di piastrelline verdi
Una nuvola balsamica al profumo di pino Silvestre. La cucina scassata col tavolo dalle gambe sottili di ferro al centro e un grande lavatoio in marmo grigio, dove ci facevamo il bagno da piccoli, dopo aver chiuso gli scuri di legno bianco dell' unica finestrella.
Sul mobile di fronte una zuccheriera d'argento annerita, che sembrava la lampada di Aladino e un enorme pentolone di stagno sui fornelli che attendeva di ingollarsi una ad una le pannocchie a cui avevamo strappato le foglie e la barba fulva.
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Seguire le Luci
Ok, c'é odore di salsedine
Le spiagge affollate
diventano minuscoli singoli granelli
che celano un infinito universo
di Stelle
e le vai a sgranocchiare per brillare un poco in più
come fossero pannocchie,
i denti perlacei
per le briciole degli amori masticati
che hai rincorso a perdifiato
sperando di acciuffarli neanche fossero
farfalle colorate
di un'infanzia grigia
E ti sorridi allo specchio
scompigliata e alla ricerca
di qualche risposta,
Poi le dita su quel piano
rimuovono la polvere
E la luce filtra dalla finestra.
Non sai se sia stata la guerra
delle precedenti generazioni
a renderti così stanca,
ma ti senti abbattuta
come se l'avessi combattuta tu,
Perciò danzi come una principessa
all'interno di un quadro impressionista
in cui si fondono i colori
e si sciolgono come emozioni di cioccolata
ed un bambino erroneamente ti soffia la sabbia addosso,
e tu ritorni lì
Occhi negli occhi,
Cuore nel cuore,
Sogni nei sogni.
E ti domandi, sinceramente, quale sarà il destino di questa generazione.
Casca la routine, scivoli sul vento come se fosse un tappeto prigioniero delle nuvole,
taccuini in vista, il gioco si fa semplice, le pedine le sposti tu,
la voce si fa flebile,
ti perdi dentro il blu,
una regina di una scacchiera di cristallo
ti porgi davanti ad un'occhio
per poter vedere meglio,
come a poterti illudere
di scrutare attraverso di lei il tuo stesso cuore di Donna
Disegni un cuore sul tuo stomaco
e immagini di tracciare le vie che imboccherai
e preghi, segretamente, come se credessi in qualche dio,
di trovare quella giusta,
e saperla percorrere,
lasciando indietro,
tutto ciò che valore non ha.
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“AI GENITORI DAVAMO DEL VOI”, ROMANZO PRESENTATO ALL’IC CAIATINO
Scritto dal già preside Pasquale Buonomo, scomparso due anni fa, in piena emergenza Covid
CAIAZZO - Un libro scritto in tempo di Covid per rafforzare l'identità e il senso di appartenenza, un modo per rifugiarsi nei ricordi quando tutto era fermo, e per ricomporre il mosaico di un mondo che non c’è più, fatto di rispetto, timidezza, pudore. “Ai genitori davamo del voi” di Pasquale Buonomo è stato presentato nell’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo Caiatino di Caiazzo, alla presenza di studenti e docenti di alcune classi della Secondaria di I grado, della dirigente Silvana Santagata e dei familiari dello scrittore. Un libro che rappresenta il cassetto dei ricordi di Pasquale Buonomo, già preside originario di Alvignano trasferitosi a Bergamo dopo gli studi universitari; un romanzo che si sviluppa dai primi decenni del secolo scorso fino agli anni 50, pensato e scritto quando c’era il lockdown, in piena pandemia, quando tra l’altro Bergamo fu tra le città più colpite dall’emergenza. L’autore ricorda il suo passato, la sua famiglia e scrive di Domenico, uno dei personaggi principali, che non è altro che la storia di suo padre. Una testimonianza di un tempo che, diversamente, andava perduta; un libro che preserva il ricordo di un uomo, dei. suoi studi, del suo lavoro in una fabbrica di mattoni, del suo talento musicale come autodidatta, della sua curiosità e del suo interesse per i mestieri di un tempo. Un racconto incentrato in un contesto storico tragico, (siamo tra la prima e la seconda guerra mondiale), quando si viveva un bullismo classista, quando era difficile conquistare un’amicizia.
La partenza per il fronte, il matrimonio con Maria, le lettere scritte e ricevute tramite altri, le abitudini, le tradizioni (la scartocciatura delle pannocchie e il racconto di storie davanti al focolare), la famiglia patriarcale, la laboriosità e il senso del dovere, la condizione subalterna della donna, il lavoro nella ‘puteca’, del bar (punto di ristoro e di pettegolezzi), il contatto curativo e lenitivo con la natura e il paesaggio. Flashback di un romanzo riferiti alla platea dalla curatrice della prefazione Renata Montanari de Simone che aggiunge “un testo in cui si ricavano valori universali e l’attaccamento alle radici”. Renata Montanari è di origine romagnola. Ha vissuto a San Severo, dove ha completato gli studi classici. Si è laureata in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Bologna ed in Lingue e Letterature Straniere Moderne presso l’Ateneo di Urbino.Risiede a Caserta dove è stata docente di Italiano e Latino al Liceo Classico “P. Giannone”.
Ha pubblicato saggi di carattere storico e traduzioni dal latino prima di dedicarsi alla poesia ed alla narrativa. Nel 2007 ha ottenuto il Premio speciale della critica al Concorso Nazionale “Mercedes Mundula” di Cagliari col saggio “La donna tra ragione e sentimento: testimonianze letterarie”. Collabora con varie associazioni culturali e dal 1999 ha istituito a Caiazzo un Laboratorio di cultura letteraria presso il Centro di Promozione Culturale “F. de Simone”.
“Leggete tanto e non concentratevi troppo sui cellulari – ha aggiunto Rita Buonomo, sorella dell’autore scomparso due anni fa, accompagnata dalla figlia avvocatessa e assessore del Comune di Alvignano Luisa De Matteo – io che non ho potuto studiare ho imparato tante cose dai libri di mio fratello”. “Un messaggio attuale – chiude la preside Santagata – sull’importanza della rievocazione e sulla riscoperta dei mestieri in un momento drammatico, ora come allora, se pensiamo alla guerra e alle tensioni internazionali in corso. Un libro che è una lezione di storia del nostro territorio”.
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PENSIERI DI PRIMAVERA
CAPELLI
Se i capelli fossero fili di brina a tessere la loro ragnatela tra le fate delle foreste, legherebbero ogni essere magico nel loro cerchio e sveglierebbero gli spiriti delle acque, spegnerebbero le luci delle lucciole e si mischierebbero nel verde delle fronde degli alberi o tra gli steli d’erba.
Perché i capelli non sanno dire bugie, sanno rannicchiarsi tra i cespugli e chiudere gli occhi aspettando l’inverno, quando il bianco li colora con il suo pallore. Adesso che sono come nuovi, vestiti di stoffe e di seta, che ostentato i loro colori non fanno in tempo ad asciugarsi che il rumore del sole incide le loro venature e il vento nel lento andare li scompiglia. Nei trascorsi del loro viaggio sempre complicato disobbediscono alle stelle, nei passaggi tra le palme e le spiagge, tra l’arcobaleno e il cielo e si annidano nella musica che nessuno li disturbi, trapezisti del loro disordine e della loro melanconie.
I capelli insolenti parlano basso, hanno sempre fame e le loro vibrazioni si espandono nell’aria, nei mille cerchi concentrici e s’insinuano nei pianerottoli, tra i vestiti d’epoca, nella nudità delle alcove a dissipare armonie e movimenti nel fluttuare dei tempi.
Sono i capelli, quelli lisi e malandati che cercano vendetta, quelli dai colori chiari che ostentano una certa aria giovanile, quelli nero corvino che ti riportano nel regno dei vivi, che ti lasciano l’impronta dei loro turbamenti. Capelli che guariscono dalle loro piaghe e diventano inseparabili, che intuiscono e continuano ad apparire, lucidi nella loro solitudine ad immaginare le giornate con la loro eredità, silenziosi e felici, poeticamente vestiti dei loro sentimenti. Spesso consunti dentro quell’odore di vecchio e ardenti nel fuoco delle pannocchie di granturco ad arieggiare il balsamo delle stanze vuote, nei sospetti lasciati dai fiori nei vasi, tra i vetri incandescenti delle finestre assolate , a farsi fotografare nella loro immutabile routine, tra un quartetto d’archi e gli esercizi da fare in palestra.
I capelli nella loro lettura, entusiasti dell’idea della convivenza, con le loro soluzioni e i loro ammiccamenti, per farti cedere ed invogliarti, nei telai della loro tessitura, immortalati negli arazzi, compagni di ballo e di merende. Offesi da un rapporto teso in un momento di particolare frustrazione a perdere le ciocche nel loro funerale. Lungi dal soffrire o provocare fastidio , a correre in bicicletta sulle colline, altezzosi tra i colori della terra, trascurando le scombinate figure e le speziate vanità. Capelli immaginando la loro reclusione nella pesantezza dell’atmosfera, a gareggiare in una folle corsa verso l’ignoto, a cercare istruzioni e indossare maschere, tra centinaia di migliaia nel resto del mondo.
Capelli che sviluppano una dipendenza, che non si sentono mai nominare, che sono obbligati in questa reclusione e che invece anelano alla libertà. Capelli chiusi in un cappello di sbieco, inceneriti dall’inclemenza dei deserti, che recitano con un’enfasi esagerata, nelle loro diagnosi che non lasciano scampo , che non hanno casa ne padrone , che sono sempre disponibili, che riescono a mettere insieme le loro voci, che si perdono tra le grinfie degli specchi, che sono famosi nei loro occhiali e nella moro montatura. Che si adornano, imbellettano, si rifanno un nome, si cullano nel loro stile bohèmien, tra una parentesi di gonne corte e maglioncini aderenti , per compiacere gli amanti, che sono la conferma di ogni sospetto e portano a spasso ogni desiderio, con le loro ossessioni da telenovela.
Capelli arrampicati nei piccoli lucernari ad inventare legende, enormi e cavernosi contro l’aria pulita, che cadono come lampadine fulminate e si nascondono negli strati di polvere ad estendere perimetri di merletti e di organze finite col misurare il tempo. Capelli pieni di tesori e misteri, di aure dorate, di virtù, che impiegano mesi interi a sbrogliarsi , che si scoprono fragili e traballanti , che pendono dalle travi e che tessono legami.
Capelli come i tuoi che sono destinati a custodire cose di valore, come le nostre anime, che sono il nostro scambio proibito, l’aroma del tuo fascino, la letizia , che sono confidenza e vanto, che avanzano con sospetto ed indecenza e lasciano una scia dettata dai nostri appetiti.
Che non saranno mai abbastanza, nel nostro esistere anticonvenzionale, che sono un baffo alle apparenze, alle maldicenze chiuse nei bauli , che sono padroni delle nostre coscienze, prove del vero. Che cercherò di trattenere, che vorrò assaggiare, la loro pasta di mandorle e il loro profumo di vaniglia, che sporcherò di zucchero a velo, che levigherò di miele, che annoderò al mio cuore, che saprò sussurrare e corrispondere, arruffare e corrompere, ritrovare in ogni dimora, che pensavo ormai di conoscere e invece si rinnovano ogni volta disegnando l’esistenza.
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Kentucky Fried ChickenK apre un nuovo ristorante a Fiumicino
KFC ha inaugurato il 4 gennaio un nuovo ristorante a Fiumicino. Il ristorante è stato aperto in uno dei più innovativi centri commerciali d'Italia. Per il brand si tratta del secondo ristorante a gestione diretta in Italia dopo quello aperto a Vicenza il 5 dicembre scorso. Entrambe le aperture sono frutto di una nuova strategia che ha l’obiettivo di dare un impulso ulteriore alla presenza del brand nel nostro Paese e che ha visto nell’aprile del 2023 l’ingresso nel sistema di un corporate franchisee totalmente italiano. KFC conferma così il processo di sviluppo e rinnovamento avviato nel 2023, a 10 anni dall’arrivo in Italia, con un importante piano di nuove aperture su tutto il territorio nazionale che punta ad arrivare a quota 200 ristoranti nei prossimi cinque anni. Fino a oggi sono più di 500 i nuovi posti di lavoro creati, di cui 25 proprio per il locale di Roma The Wow Side – Shopping Center, che costituisce un’apertura strategica anche per la posizione: il Lazio è una delle aree di maggiore espansione per il brand, che conta già altri 11 ristoranti nella regione. Tecnologia e comodità Anche nel nuovo ristorante KFC del Centro Commerciale The Wow Side, il celebre pollo fritto del Colonnello Sanders verrà preparato a mano ogni giorno dai cuochi KFC secondo la famosa Original Recipe, mix segreto di undici erbe e spezie mescolato alla panatura. Sarà aperto tutti i giorni dalle 11 alle 21, e come tutti i ristoranti del brand in Italia e nel mondo, sarà un luogo dove sentirsi accolti in una dimensione familiare, moderna e cool, con tutte le comodità che da sempre rendono l’esperienza da KFC piacevole e rilassante. L’esperienza dei clienti sarà caratterizzata da una dimensione omnichannel, grazie alla possibilità di ordinare in cassa, nei chioschi presenti nel ristorante, o attraverso la app di KFC Italia con il servizio Clicca & Ritira, per gustare il proprio menù sul posto oppure come take-away. Spazio alla tradizione KFC L’offerta proposta è quella comune a tutti i punti KFC: il suo boost è la famosa Original Recipe, mix segreto di undici erbe e spezie mescolato alla panatura del pollo con l’osso, il COB – Chicken On the Bone, e di altri prodotti KFC. Presente anche il famoso Bucket, l’iconico contenitore di KFC che, oltre ai formati classici da 2, 3 e 4 persone è disponibile anche in versione per una persona. Da KFC tutti i gusti trovano risposta: ci sono le Hot Wings, alette di pollo fritto piccanti, e i Tender, filetti di pollo fritto in versione Crispy oppure Original Recipe. E per chi preferisce i burger, ecco i nuovi panini Classic Original e Classic Zinger, Colonel’s Burger e Kentucky Cheese & Bacon, questi ultimi due disponibili anche in versione double, con doppio filetto. Sono imperdibili anche i contorni che si trovano solo da KFC come il soffice purè, da gustare insieme alla salsa Gravy, e le pannocchie. Ma anche le patatine, le insalate, i dolci e i gelati, tra cui il Sundae e la Kream Ball, disponibili anche con Nutella. Dichiarazioni “Questa nuova apertura arriva sulla scia dell’entusiasmo per l’inaugurazione di Vicenza, a meno di un mese di distanza, e conferma la volontà di KFC di investire in questa nuova formula che combina franchising e gestione diretta – ha commentato Corrado Cagnola, AD di KFC in Italia – Da aprile stiamo mettendo in campo un piano di espansione importante, e la formula del Corporate Franchising Agreement ci sta consentendo di crescere ancora più rapidamente, rafforzando la sinergia con la corporation e creando al tempo stesso un business model ancora più solido da condividere con i nostri franchisee”. Read the full article
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Sto evolvendo attraverso i miei sogni. Sta notte sono uscita con tre ragazzi che ne formavano uno (ma erano 3) che mi hanno offerto un head shot. Cosí camminando con loro a braccetto e i nostri spiriti guida, siamo arrivati in un luogo dove sul prato era pieno di shottini colorati (tutti insieme formavano l'arcobaleno) poi mi sono chiesta cosa significa tutto questo. Mi sono trovata ad un computer all'esterno, ma sono corsa per fare pipì, un uomo di colore non voleva farmi andare. C'erano queste porte con scritte delle parole, io ho aperto "possibilità di occasioni" e dentro c'erano due porte, una nella quale c'erano delle pannocchie cotte. Poi ero in un tunnel e volevo tornare lì nel prato, sono passata in un muro ed ero sotto un ponte in un prato, con altre donne che cercavano orgasmi. Cosí è successo anche per me. E a quel punto è arrivato un uomo a chiedermi se poteva partecipare con me.
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