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mezzopieno-news · 1 year ago
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L’EUROPA TAGLIA IL CONSUMO ENERGETICO
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L’Unione Europea ha adottato la nuova Direttiva sull’Efficienza Energetica (EED), completando il processo di rafforzamento delle norme nate nel 2018 per ridurre l’energia impiegata collettivamente in tutta l’Unione entro la fine di questo decennio.
La nuova norma stabilisce misure più rigorose in materia di risparmio, efficienza e sostenibilità dell’energia, accelerando, di fatto, la transizione energetica in Europa. Il testo rinforza gli strumenti e gli obiettivi, imponendo ai ventisette Stati membri di garantire a livello comunitario una riduzione del consumo di energia finale di almeno l’11,7% rispetto alle previsioni della domanda 2030 formulate nel 2020. Tutti gli Stati membri contribuiranno al conseguimento dell’obiettivo generale stabilendo piani nazionali integrati per l’energia e il clima (PNIEC). La nuova direttiva introduce anche le regole per la gestione della povertà energetica, dando priorità alle persone vulnerabili, alle famiglie a basso reddito e alle persone che vivono in alloggi sociali. Il settore pubblico è chiamato a dare il buon esempio, con l’obbligo di migliorare le pratiche di risparmio energetico ed un obiettivo annuale di riduzione del consumo energetico complessivo dell’1,9%. Tutti gli edifici pubblici saranno sottoposti a ristrutturazione per l’efficientamento del 3% della superficie totale ogni anno, per tutti i livelli della pubblica amministrazione.
La nuova direttiva rientra nel pacchetto “Pronti per il 55%” con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica dell’UE entro il 2050 e ridurre, entro il 2030, le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990, con iniziative interconnesse che introducano o modifichino atti legislativi esistenti.
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Fonte: Consiglio europeo; foto di Skigh Tv
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notiziariofinanziario · 11 months ago
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La produzione di idrogeno verde è tra gli obiettivi dell’Unione Europea
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L’idrogeno verde è visto da molti come alternativa ai combustibili fossili. La produzione di idrogeno verde è tra gli obiettivi dell’Unione Europea descritti nel piano REPowerEU: l’orizzonte di produzione previsto è di circa 10 milioni di tonnellate, oltre a ulteriori 10 milioni da importare, entro il 2030. Su carta, i benefici dell’idrogeno verde sono interessantissimi: abbatte le emissioni di CO2 nell’atmosfera, è un sostituto perfetto dell’idrogeno di origine fossile e può essere stoccato con relativa facilità. Ci sono, però, anche delle criticità importanti che riguardano questo combustibile, primo fra tutti i costi di produzione, ma anche la sostenibilità dell’intera filiera produttiva. Green hydrogen: a che punto siamo oggi? L’idrogeno verde si ottiene attraverso il processo di elettrolisi. Per via delle sue caratteristiche e dell’impatto ambientale ridotto rispetto all’idrogeno fossile, il green hydrogen viene definito "carburante rinnovabile di origine non biologica".  Attualmente, l'Unione Europea ha adottato un approccio specifico per la produzione e l’utilizzo di idrogeno verde, delineato nel piano REPowerEU e in un pacchetto di linee guida verticali sul tema, la strategia UE per l’idrogeno. Per supportare ulteriormente lo sviluppo dell'idrogeno, l'UE ha introdotto il pacchetto Fit-for-55 e il pacchetto Mercato dell'idrogeno e del gas decarbonizzato, proponendo obiettivi per l'adozione dell'idrogeno rinnovabile nell'industria e nei trasporti entro il 2030.  Non solo: nel 2023 la Commissione UE ha proposto l’istituzione di una Banca Europea dell'Idrogeno, nata per creare sicurezza negli investimenti e opportunità commerciali nella produzione di idrogeno rinnovabile, sia a livello europeo che globale. Questa iniziativa mira a sbloccare investimenti privati nelle catene del valore dell'idrogeno, collegando l'offerta di energia rinnovabile alla domanda dell'UE e affrontando le sfide iniziali degli investimenti. Da questo punto di vista, è facile capire quanto l’UE abbia investito (e stia investendo) nell’idrogeno verde come forma di combustibile alternativa a quelli tradizionali come il petrolio. I problemi dell’idrogeno verde L’idrogeno verde, però, presenta tantissime sfide e altrettante domande aperte. Le risposte da parte degli studiosi non sono sempre positive: ad esempio, nel rapporto “L’illusione dell’idrogeno verde” basato su una ricerca elaborata da Leonardo Setti (Università di Bologna) e Sofia Sandri (Centro per le Comunità Solari), vengono illustrate le criticità più importanti sulla produzione dell’idrogeno verde. Uno dei punti dibattuti riguarda il consumo di acqua. Il processo di elettrolisi, infatti, richiede una grande quantità di acqua: circa 9 litri per ogni chilogrammo di idrogeno. Di conseguenza, per produrre 1 tonnellata di idrogeno, serviranno circa 9.000 litri di acqua.  La strategia italiana prevede una produzione di 700.000 tonnellate di idrogeno all'anno entro il 2030: ci sarebbe, quindi, un consumo annuo di circa 6,3 milioni di metri cubi d'acqua. Questo consumo potrebbe aumentare fino a 0,6 miliardi di metri cubi entro il 2050, rappresentando lo 0,3% del consumo totale di acqua dolce in Europa.  I problemi, però, non sono legati solo alla produzione: anche lo stoccaggio, la compressione e il trasporto dell'idrogeno richiedonograndi quantità di energia, specialmente se l'idrogeno viene trasportato in forma liquida. Altro aspetto importante è il tasso di evaporazione dell’idrogeno verde, che si attesta sullo 0,4% al giorno: ciò vuol dire che, dopo circa quattro mesi, metà del suo contenuto energetico originale sarebbe disperso.  E ancora, secondo quanto definito dal report, la potenza necessaria per comprimere l'idrogeno per il trasporto è circa tre volte maggiore rispetto a quella richiesta per i normali gasdotti, con un dispendio di energia importante. Ultimo, ma non per rilevanza, è il problema del consumo del suolo: secondo quanto riportato su ReCommon, che ha pubblicato il rapporto, “per raggiungere l’obiettivo del piano strategico italiano di una potenza di elettrolizzatori pari a 5 GW, bisognerebbe realizzare 50 elettrolizzatori da 100 MW, per cui sarebbe necessaria una superficie complessiva di 550 mila ettari di parco eolico o 43.100 ettari di parco fotovoltaico. 5500 Kmq equivalgono alla superficie delle province di Modena e di Reggio Emilia messe insieme.” I costi di produzione e i rincari fino al 65% Altra nota dolente che riguarda l’idrogeno verde sono i costi di produzione. Secondo uno studio condotto dalla società McKinsey, su richiesta dell’Hydrogen Council, negli ultimi dodici mesi il costo di produzione dell'idrogeno verde ha registrato aumenti fortissimi, tra il 30% e il 65%. Questi rincari sono legati principalmente all'aumento dei costi dell'energia rinnovabile, al prezzo degli elettrolizzatori (i macchinari usati per estrarre l'idrogeno dall'acqua) e all’inflazione. Le prospettive (e le aspettative) per il settore dell'idrogeno verde in Europa sono dunque decisamente peggiorate negli ultimi due anni. Le stime iniziali prevedevano che i costi di produzione scendessero sotto i 3€ al chilogrammo entro la fine del decennio. Se, però, guardiamo alle attuali previsioni, i costi sono compresi tra 5€ e 8€ al chilogrammo, un livello che richiederebbe investimenti governativi molto più elevati di quelli attualmente previsti. Gli aumenti, ovviamente, hanno destabilizzato gli investitori, che stanno perdendo fiducia in questa risorsa. C’è da dire, però, che l’attenzione mondiale verso l’idrogeno verde è altissima e sono sempre di più i progetti che puntano a nuovi modi per produrre questo combustibile in modo più sostenibile. Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Parlamento Europeo: approvata la Direttiva EPBD Case Green
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Parlamento Europeo: approvata la Direttiva EPBD Case Green. La Direttiva EPBD – Energy Performance of Building Directive- Case Green, che ha fin dall’inizio diviso le parti politiche dei diversi stati membri, è stata discussa e votata oggi - 14 marzo 2023- dal Parlamento Europeo in seduta plenaria a Strasburgo. La Direttiva promuove il miglioramento della prestazione energetica degli edifici, tenendo conto delle condizioni climatiche esterne nonché delle prescrizioni relative al clima degli ambienti interni e dell’efficacia sotto il profilo dei costi. All’interno del provvedimento si definisce il quadro comune generale di una metodologia per il calcolo della prestazione degli edifici e delle unità immobiliari che gli Stati membri sono tenuti ad applicare. Il testo che arriva in aula è quello votato a inizio febbraio dalla Commissione Itre – Industria, ricerca ed energia- del Parlamento Europeo, grazie al compromesso raggiunto tra le principali forze politiche. Tra i punti più dibattuti figurano i target di rinnovamento energetico per gli edifici residenziali. Questi ultimi dovranno essere almeno in classe energetica E al 2030 e D al 2033. Gli immobili pubblici dovranno invece raggiungere le stesse classi, rispettivamente entro il 2027 e il 2030. Storica decisione che inciderà sul futuro del patrimonio immobiliare di ciascuno Stato. Da ricordare -inoltre- che le misure oggetto della direttiva europea rientrano nel pacchetto Fit for 55% presentato alla Commissione Europea, il 14 luglio 2021, al fine di allineare la normativa vigente in materia di clima ed energia al nuovo obiettivo di riduzione, entro il 2030, delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 nella prospettiva della neutralità climatica entro il 2050.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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editorialstaff2020 · 2 years ago
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Costruire l’energia di domani: l’impegno di Plenitude
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Entro la fine del 2022, Plenitude supererà i 2 GW di capacità installata da rinnovabili. Entro il 2030 l’espansione del portafoglio coprirà il 20% della nuova capacità rinnovabile di cui l’Italia ha bisogno per rispettare i target UE
 Rinnovabili, efficientamento energetico, mobilità elettrica. L’attenzione all’impatto su società e ambiente coniugato con il profitto. E la promozione di una nuova cultura dell’energia. Sono i punti cardinali del modello integrato di business di Plenitude, nata lo scorso marzo dal rebranding di Eni gas e luce, società che, nel 2021, è stata la prima grande azienda italiana del settore dell’energia ad aggiornare il proprio statuto sociale diventando Società Benefit.
Una forma societaria che permette a Plenitude di abbracciare in modo nuovo e integrato la dimensione sociale e ambientale. Creare valore condiviso non è un qualcosa di cui devono beneficiare solo gli stakeholder, ma anche la collettività, il tessuto sociale e gli ecosistemi. Rendendo disponibili soluzioni tecnologiche eque e accessibili che migliorano la qualità della vita delle persone mentre ne diminuiscono l’impronta carbonica.
In questa chiave, Plenitude prosegue lungo la strategia di acquisizioni importanti per allargare il suo portafoglio di progetti di energia sostenibile. L’ultimo passo risale ai primi di dicembre con la firma di un accordo per l’acquisizione del 100% di PLT, grazie al quale l’azienda inserisce in portafoglio più di 400 MW di asset rinnovabili nel Belpaese.
Con gli asset di PLT, Plenitude supererà i 2 GW di capacità installata da rinnovabili. E si tiene in linea per raggiungere l’obiettivo di arrivare a più di 6 GW entro il 2025 per poi salire a 15 GW nel 2030. Più del 20% della nuova capacità rinnovabile di cui l’Italia si deve dotare entro fine decennio, secondo le stime di Terna e Snam, per centrare gli obiettivi del pacchetto europeo Fit for 55.
Entro il 2040, la capacità di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili derivante da impianti proprietari consentirà a Plenitude di coprire l’intero fabbisogno di energia elettrica della base di clienti. Per ora, a fine 2021, dei 7,6 TWh di energia fornita in Italia, 3 TWh sono energia elettrica certificata. Gli impianti di proprietà, sempre l’anno scorso, hanno generato 944 GWh di energia da fonti rinnovabili, il triplo del 2020.
Il modello integrato di business portato avanti da Plenitude poggia su 3 pilastri fondamentali: la produzione di energie da fonti rinnovabili, i servizi energetici e la mobilità elettrica.
Attraverso la controllata Be Charge, l’azienda possiede una rete di oltre 12.000 punti di ricarica su suolo pubblico. Rete che mira a espandere, triplicandola, per arrivare a 30.000 colonnine entro il 2025 in tutta Europa. Sul fronte dell’efficienza, l’azienda punta sulla riqualificazione energetica di edifici e impianti produttivi. Con gli energy performance contract (EPC) fornisce analisi energetiche dei siti e individua soluzioni per l’efficientamento degli impianti per PMI e grandi imprese, offerta che si affianca a quella per il segmento residenziale. Il passo seguente saranno le comunità energetiche e l’autoconsumo collettivo.
Nell’ambito delle iniziative di sostenibilità la società si è impegnata a raggiungere il target di emissioni nette pari a zero entro il 2040, fornendo il 100% di energia decarbonizzata a tutti i clienti. In parallelo all’impegno contro le emissioni corre quello per rendere più sostenibile la catena di approvvigionamento sotto il profilo ambientale e sociale.
Link https://www.rinnovabili.it/energia/plenitude-creare-valore-transizione-energetica/
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vorticimagazine · 2 years ago
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Comunità energetiche: obiettivo 2030
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Comunità energetiche: obiettivo 2030
In questi ultimi mesi, si parla moltissimo di risparmio energetico e obiettivi climatici, tra questi la riduzione del 55% delle emissioni di gas ad effetto serra, entro il 2030, con la creazione e la promozione delle comunità energetiche.Noi di Vortici.it ci domandiamo: siamo davvero pronti a questo cambiamento epocale o ci sono criticità? Vogliamo capirne di più, poichè siamo consapevoli come al riguardo, occorra un'informazione adeguata.
Comunità energetiche: obiettivo 2030 - archivio notizie di Vortici Magazine:
Le comunità energetiche: cresce lo scambio tra pari per l’ambiente Il presente approfondimento di Vito Coviello, Socio AIDR e Responsabile Osservatorio Tecnologie Digitali nel settore dei Trasporti e della Logistica, certamente lungo, è meritevole d'attenzione, in quanto ci aiuta a orientarci nella comprensione di un pacchetto normativo europeo che tiene conto di diversi aspetti. Comunità Energetiche, siamo in linea con gli obiettivi climatici 2030? Vito Coviello, Socio AIDR e Responsabile Osservatorio Tecnologie Digitali nel settore dei Trasporti e della LogisticaIl 29 giugno 2022 il consiglio europeo ha adottato il pacchetto “pronti per il 55%” che racchiude l’insieme degli orientamenti generali sulle riduzioni delle emissioni e sul loro impatto sociale. Il pacchetto ha l’obiettivo di revisionare, adeguandola, tutta la normativa UE per allinearla agli obiettivi climatici 2030 di riduzione del 55% delle emissioni di gas ad effetto serra. Il quadro normativo deve necessariamente essere molto equilibrato per garantire non solo la equa transizione dal punto di vista sociale ma, anche, la competitività dell’industria europea e la sua leadership nella lotta globale ai cambiamenti climatici. È iniziato un conto alla rovescia che richiederà un enorme impegno della commissione europea e di tutti gli Stati membri, considerato che mancano solo sette anni alla data obiettivo. Riguardo alle energie rinnovabili, il pacchetto Pronti per il 55% propone di aumentare al 40% la quota parte percentuale di energia rispetto al consumo complessivo. L’aumento dell’uso di energie rinnovabili dovrà essere raggiunto soprattutto in quei settori dove i progressi sono stati più lenti: trasporti, edilizia e industria. L’aumento dei prezzi delle energie non rinnovabili e le difficoltà di approvvigionamento, aggravate dal conflitto in corso in Ucraina, hanno accelerato la consapevolezza dei Paesi membri UE dell’urgente necessità di raggiungere il prima possibile l’autonomia energetica e, soprattutto, di accelerare verso la neutralità energetica. Ma come raggiungere l’indipendenza energetica e, a tendere, entro il 2050 anche quella dall’utilizzo di energie non rinnovabili? Se ne discute molto e tante ipotesi sono allo studio, ma per assicurare un futuro sostenibile al nostro Paese è davvero indispensabile abbandonare i luoghi comuni e uscire dagli schemi precostituiti. Se da un certo punto di vista potrebbe essere utile o, molto probabilmente, anche necessario esplorare nel transitorio la possibilità di implementare l’estrazione e lo sfruttamento di energie non rinnovabili interne per gestire altri futuri eventi geopolitici incontrollabili, non si deve nel contempo perdere ulteriore tempo nella gestione della transizione energetica verso l’utilizzo di energie rinnovabili. L’indipendenza energetica non deve, però, essere considerata come una assenza di legami tout court dal resto delle comunità, ma come una rete di connessioni vantaggiosa per tutti. È questa la ragione per la quale è necessario traguardare una indipendenza energetica interna del nostro Paese da raggiungere però in un contesto allargato all’UE, dove ciascun Paese sia una parte di un sistema di rete di connessioni e abbia la garanzia di non dover subire in futuro impatti negativi sul tema energetico a causa di eventi geopolitici avversi. Riguardo all’indipendenza energetica interna e, soprattutto, per gli obiettivi di indipendenza anche dalle energie non rinnovabili, c’è ancora molto lavoro da fare ed è urgente un rapido cambio di passo nella progettazione, sperimentazione e realizzazione delle soluzioni, passando anche attraverso un migliore utilizzo delle risorse destinate dal PNRR. È indispensabile un vero e proprio cambio di paradigma e, quindi, occorre una nuova modellizzazione del sistema di approvvigionamento energetico a cui affiancare un efficientamento dei consumi, per ridurre al massimo gli sprechi. Le fonti di energia rinnovabili sono disponibili da sempre: energia solare, energia eolica, energia geotermica, energia idroelettrica, energia da biomassa ed energia oceanica: purtroppo mancano ancora o non sono completamente disponibili ed accessibili, gli strumenti con cui produrre l’energia da tutte le fonti rinnovabili. Possiamo installare gli impianti fotovoltaici, le pale eoliche, le turbine ma siamo anche ben consapevoli che: - occorrono incentivi per avviare il processo di produzione su scala di modelli idonei al pieno sfruttamento delle energie non rinnovabili che nel loro ciclo di vita utilizzino attrezzature riutilizzabili e con smaltimento a impatto zero. - Occorre gestire il processo di transizione energetica con investimenti dedicati e tempi di esercizio in linea con gli obiettivi UE. L’Italia produce energia da fonti rinnovabili per circa il 18%: è una percentuale ancora molto bassa rispetto ad alcuni Paesi quali Islanda (86%), Norvegia (71,5%), Spagna (22%) e Germania (19,4%), ma è più alta rispetto alla Francia e al Regno Unito. In sintesi, c’è abbiamo tanto da lavorare e le date obiettivo (UE 2030 e 2050), non sono poi così lontane. A che punto è la normativa UE e nazionale che deve favorire la transizione energetica, anche attraverso lo sviluppo di comunità energetiche? Le direttive UE che riguardano le comunità energetiche sono due. La prima direttiva, RED II, Renewable energy directive 2018/2001, è stata approvata nel dicembre 2018, e chiarisce che la comunità energetica rinnovabile è un “ … nuovo soggetto giuridico basato sulla partecipazione aperta e volontaria di imprese, persone fisiche, enti o amministrazioni comunali..”. La comunità è un soggetto autonomo che deve essere effettivamente controllato azionisti, soci o membri situati nelle vicinanze degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. La mission delle Comunità energetiche rinnovabili (REC, CER) è di fornire “ .. benefici ambientali, economici o sociali ..” al livello delle comunità che le hanno costituite. La seconda direttiva , la IEM ovvero “ ..la Directive on common rules for the internal market for electricity 2019/944 …” , pubblicata a giugno 2019, ha successivamente introdotto la definizione di CEC, la Comunità energetica di cittadini. In Italia i riferimenti normativi sono: - il recepimento normativo avvenuto con decreto milleproroghe 02/2020, - il successivo documento di consultazione 112/20 elaborato dall’Autorità di Regolazione e adottato nell’aprile 2020 - la Delibera ARERA 318/2020 (agosto 2020) - il Decreto attuativo del MISE di settembre 2020 sull’autoconsumo collettivo e sulle comunità energetiche. - Il Decreto Legislativo 199/2021 che recepisce La Direttiva RED II entrato in vigore 15 dicembre 2021; - I Decreti FER 1, e FER 2 (quest’ultimo in bozza e in fase di revisione) che sono finalizzati all’incentivazione delle tecnologie più mature (FER 1) e a disciplinare gli incentivi necessari per realizzare impianti a Biogas, a Biomasse, geotermici ed Eolici Offshore. Tutta la normativa è finalizzata all’accelerazione del percorso di transizione energetica per raggiungere l’obiettivo di una crescita sostenibile con l’impiego di energia da fonti rinnovabili e in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione che, come in parte già anticipato, sono : -  -55% di emissioni entro il 2030 rispetto al 1990 - Zero emissioni nel 2050. La normativa Ue RED II (2018/2001 UE) ha disegnato la strada da percorrere e gli obiettivi da raggiungere: incentivi, regole, quadro giuridico e finanziario. Con il decreto 199/2021 si introducono alcune novità importanti quali, ad esempio: - l’aumento del perimetro delle CER che passa dalla cabina secondaria a quella primaria; - L’aumento di potenza massima del singolo impianto che passa da 200 e 1000 kWp; - Gli impianti eleggibili a partire dal 15.12.2021 e quelli esistenti, fino al 30% della potenza complessiva; - L’efficienza energetica, la ricarica dei veicoli elettrici e Building Automation. L’aumento del perimetro e della potenza consente di aumentare le categorie dei soggetti che potranno essere ammessi alla costituzione delle comunità energetiche: - più comuni o comunità montane potranno unirsi in un progetto di costituzione di comunità energetica; - un intero quartiere di una grande città che rientra nell’ambito di una cabina primaria nei limiti di potenza massima stabiliti, può avviare una comunità; - enti religiosi, enti di ricerca, settore terziario, le PMI e, ovviamente anche più famiglie e condomini potranno avviare iniziative in questa direzione. Comunità energetiche: obiettivo 2030 - la costituzione e le regole delle comunità energetiche Le comunità energetiche non possono avere come scopo principale il profitto e riguardo alle formule di costituzione, sono maggiormente indicate l’associazione non riconosciuta o la cooperativa. Gli impianti di produzione devono essere installati in un’area in prossimità dei consumatori, ad esempio il tetto per i condomini. L’energia prodotta deve essere condivisa tra i costituenti la comunità, favorendo in questo modo lo sviluppo di energia a km zero; ma se l’energia è prodotta in eccesso, può essere accumulata tramite sistemi di accumulo, per poi utilizzarla quando le fonti di energie rinnovabili non sono utilizzabili (p.e. la notte). Oltre alla possibilità di accumulo dell’energia prodotta dall’impianto, parte della produzione può essere immessa nella rete, riconoscendo alla comunità il valore economico. L’impianto non deve essere necessariamente di proprietà, ma può anche essere messo a disposizione da uno dei partecipanti o da un terzo; si possono fare convenzioni con i comuni o altri enti pubblici per avere un sostegno alle imprese di investimento per la realizzazione dell’impianto. Ogni socio della comunità dovrà avere un contatore intelligente (smart meter) che sia in grado di rilevare in tempo reale i dati relativi alla produzione, autoconsumo, cessione e prelievo dalla rete dell’energia.Per la messa in esercizio dell’impianto si deve presentare una istanza al Gestore dei Servizi energetici (GSE).L’istanza può essere presentata anche da una azienda esterna, se delegata a tale scopo.Le regole su come ripartire fra i membri i ricavi derivanti dall’energia prodotta sono interne a quelle di funzionamento della comunità energetica: regole che ciascuna comunità stabilisce liberamente attraverso un contratto di diritto privato. Le comunità energetiche possono essere associate anche ad un sistema di efficientamento energetico degli immobili (p.e. cappotto termico, infissi di nuova generazione, ..) che consentono di ridurre gli sprechi nell’utilizzo dell’energia, aumentando così gli impatti positivi sia di natura ambientale, sia in termini economici, perché si abbattono ulteriormente i costi. Il decreto legislativo 199/2021 del 15.12.2021 ha poi introdotto le modifiche che danno maggiore flessibilità alle comunità energetiche, e tra queste si segnala: - La possibilità di incrementare al 60% della copertura da fonti rinnovabili dei consumi energetici di edifici nuovi o soggetti a ristrutturazioni; - La facoltà di aumentare fino a 1 MV la dimensione dei singoli impianti (prima era limitata a 200 kW); - L’eliminazione del limite imposto dalla cabina secondaria, gli impianti di produzione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili ora possono essere connessi alla rete elettrica attraverso la stessa cabina primaria (che corrisponde a circa 4 Comuni di piccole-medie dimensioni o a 2-3 quartieri di una grande città), a condizione che gli iscritti della comunità facciano parte di tale area. La diffusione delle comunità energetiche in Italia e nel Mondo L’Italia è in ritardo nella stesura dell’impianto normativo nazionale per le comunità energetiche rinnovabili che, invece, sono una realtà diffusa in molti Paesi del Nord Europa, in special modo in Germania, Danimarca e Paesi Bassi. Un esempio di comunità energetiche in Europa da assumere come riferimento potrebbe essere il l Bioenergy Village di Jühnde, in Germania. La comunità di questo comune tedesco si è dotata sin dal lontano 2004 di un impianto di cogenerazione a biogas da 700 kW e di una caldaia a legname di scarto da 550 kW con i quali genera il 70% del calore e il doppio dell’energia elettrica necessari a soddisfare il proprio fabbisogno. La guida ENEA riguardo alle comunità energetiche, stima che per il 2050 saranno 264 milioni di cittadini dell’Unione Europea che si uniranno al mercato dell’energia come PROSUMER (produttori e consumatori di energia) con la capacità di generare fino al 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva del sistema. Le comunità energetiche saranno quindi in grado di contribuire attivamente al raggiungimento della neutralità climatica. La transizione energetica verso le energie rinnovabili e la costituzione di numeri sempre crescenti di comunità energetiche necessitano di un forte piano di informazione e di formazione. La storia della nascita delle prime comunità energetiche in Italia risale alla fine dell’Ottocento con le prime cooperative sorte in località di montagna per garantirsi l’approvvigionamento energetico tramite la produzione locale. Si potrebbe citare a tal proposito la SEM - Società Elettrica in Morbegno, fondata in Valtellina nel 1897: questa società produce ancora oggi energia elettrica attraverso otto impianti idroelettrici con una potenza complessiva di 11 MW e un bacino di utenti di 13.000 unità. Se la storia delle prime comunità energetiche ci porta al lontano fine ‘800, non abbiamo poi fatto moltissima strada dopo i primi esperimenti; è ora il momento di accelerare fortemente nell’utilizzo di energie rinnovabili e le comunità energetiche possono svolgere un ruolo primario per il raggiungimento di tale obiettivo. Sarebbe auspicabile che le comunità energetiche diventino sempre più numerose, un vero e proprio ecosistema efficiente e sostenibile all’interno di una rete intelligente che garantisca sempre di più la continuità dei fabbisogni. La transizione energetica e il passaggio da CONSUMER a PROSUMER e al PROSUMAGELa normativa europea e il recepimento legislativo in ambito nazionale stanno creando le premesse per le comunità degli utenti per passare dal profilo di consumatore a quello di Consumatore-Produttore e, quest’ultimo, potrà anche accumulare energia fino a cedere la parte di energia che eccede i propri fabbisogni. Fin qui la normativa che ha riconosciuto il valore giuridico delle comunità, mettendo a disposizione i nuovi modelli per l’autoproduzione e l’autoconsumo energetico collettivo. La Crescita delle comunità sarà il volano per l’attivazione in esercizio di un enorme potenziale produzione di energia derivante da fonti rinnovabili e l’abbattimento delle emissioni di CO2 sarà la naturale conseguenza, insieme alla crescente autonomia dalle fonti energetiche non rinnovabili. È abbastanza evidente che sarà necessario avere una rete distribuita intelligente per produrre e consumare energia rinnovabile. La rete sarà molto diversa da quella attuale, pensata a suo tempo solo per la cessione dell’energie. Le smart grid, termine con cui si identificano queste reti intelligenti, dovranno abilitare i Prosumer con nuovi sistemi e soluzioni di Business Analytics che gestiranno la complessità del modello e ne aumenteranno l’efficienza. Il profondo cambiamento nel mercato dell’energia costringerà tutti gli operatori del settore ad accelerare nel processo di digitalizzazione e a ragionare sempre più in termini di data driven management. Anche nel mercato dell’energia condivisa il ruolo delle IT sarà, dunque, fondamentale e strategico: I vantaggi competitivi saranno sempre più legati alla capacità di mettere velocemente in relazione i dati e di analizzare le informazioni provenienti da più fonti per proporre soluzioni riguardo alle analisi predittive e alle indicazioni prescrittive. Ma siamo davvero già pronti? Possiamo davvero dare il via alla fase operativa della transizione energetica verso il nuovo modello che aprirà all’uso di energie rinnovabili e alle comunità energetiche? Sicuramente l’indipendenza energetica è oggi molto sentita perché dobbiamo mettere al riparo le nostre aziende e gli utenti consumatori dagli eventi politici che, come la guerra in Ucraina, sono incontrollabili. Purtroppo, però siamo ancora in una fase embrionale riguardo alle comunità energetiche, a causa dei ritardi sia legislativi sia della normativa tecnica di attuazione. Il Mite in applicazione del D.Lgs. 199/2021 aveva predisposto nel marzo 2022 una bozza di decreto (FER 2) con l’obiettivo di sostenere la produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili, tramite la definizione di incentivi che siano da stimolo ad aumentare la produttività e la competitività in questo settore e contribuiscano agli obiettivi di decarbonizzazione 2030. Cosa prevedeva la bozza del decreto FER2 ? Il Ministero della Transizione ecologica, con lo schema di Decreto "Fer2", aveva previsto la concessione di agevolazioni finalizzate all'aumento della produzione di energia a ridotto impatto ambientale nonché al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. Erano stati previsti incentivi per la realizzazione di impianti innovativi e a ridotto impatto ambientale alimentati a: - eolico off-shore. - solare termodinamico con limite di potenza di 5.000 kW; - geotermico-elettrico; - biogas e biomasse, con il limite di potenza di 300 kW; Nella bozza è fatto carico a chi dovrà progettare e realizzare di: - avere un titolo che abiliti alla costruzione e alla messa in esercizio degli impianti - redigere un preventivo di connessione alle reti dell’impianto - rispettare i requisiti minimi ambientali e prestazionali riportati nel decreto. Riguardo all’accesso alle agevolazioni, si prevedeva la partecipazione a procedure pubbliche competitive, bandite dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) nel periodo dal 2022 al 2026. Le Regioni hanno espresso un parere condizionato sul decreto FER 2 nel corso della conferenza unificata del 28 settembre u.s. Read the full article
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forzaitaliatoscana · 2 years ago
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e-o-t-w · 2 years ago
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Eyes on the world #114
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Ottobre è iniziato da poco, ma già fa parlare di sé.
Dai soliti aggiornamenti sulla guerra in Ucraina fino a due casi spaventosamente simili in ambito calcio femminile, passando per un po’ di vicende del caro Elon Musk e dall'ultima riunione dell'OPEC+.
Con calma e tranquillità cominciamo 👇
🇺🇦 INAUGURATO IL BALTIC PIPE, NUOVE SANZIONI IN VISTA, LE ULTIME DAL FRONTE: LA SETTIMANA IN BREVE
(1) Continua a muoversi su numerosi fronti il conflitto russo-ucraino. Quello energetico in primis, che come ben sappiamo coinvolge ormai pressoché tutti i paesi del mondo. Questa settimana le prime novità in merito sono giunte dalla #Polonia, che ha siglato un nuovo accordo con la #Norvegia (che ricordiamo essere una delle nazioni che più e meglio è riuscita a svincolarsi dalla Russia, diventando a sua volta la principale esportatrice di gas a livello europeo). Al centro dell’intesa il Baltic Pipe, un nuovo gasdotto che collega appunto Polonia e Norvegia passando dalla Danimarca e il mar Baltico. Sono all’incirca le stesse zone dove sono avvenute le (presunte) esplosioni che hanno danneggiato i gasdotti Nord Stream 1 e 2; soprattutto dal secondo, secondo la guardia costiera svedese, le perdite non si sono mai fermate, a differenza di quanto espresso dall’agenzia governativa danese che si occupa di energia. Restando in questo campo, non si sono fatte attendere le reazioni al gigantesco piano di aiuti annunciato dalla #Germania la scorsa settimana, pari a 200 miliardi di euro. A farsi sentire sono stati il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni e del commissario al Mercato interno Thierry Breton che, in una lettera aperta, hanno sostanzialmente manifestato preoccupazioni dal momento che non è chiaro – senza una strategia di aiuti comune a tutta l’Unione – come paesi senza la stessa disponibilità fiscale ed economica possano aiutare imprese e famiglie. Se ogni paese cominciasse a pensare a se stesso, il rischio che molti paesi dell’Unione restino indietro è molto elevato. Nel frattempo mercoledì, dopo un’interruzione durata qualche giorno, #Gazprom (azienda energetica statale russa) ha ricominciato a fornire gas naturale all’Italia. La disputa era avvenuta tra Gazprom stessa e Gas Connect Austria, società che gestisce i flussi in arrivo nel nostro paese dal metanodotto di Tarvisio (Friuli). Sempre mercoledì tutti gli stati membri dell’Unione hanno trovato un accordo sul nuovo pacchetto di #sanzioni da infliggere alla Russia, che prevede su tutti l’introduzione del tetto sul prezzo del petrolio importato E sul campo cosa sta succedendo? L’Ucraina sta continuando a guadagnare terreno, dopo aver riconquistato la città di Lyman (nella regione di Donetsk), centro che molti analisti definiscono strategico per proseguire il cammino verso est. A questo proposito, l’avanzata ucraina sta mettendo in crisi la Russia dal punto di vista dell’annessione dei nuovi territori post-referendum (che Putin ha formalizzato mercoledì), dal momento che le linee russe stanno di fatto arretrando di giorno in giorno, sconfitta dopo sconfitta. Una di queste aree (#Zaporizhzhia) è stata attaccata con dei missili giovedì scorso, con un bilancio di 3 persone uccise e diverse altre ferite/intrappolate. Intanto, secondo indagini portate avanti dall’intelligence americana, pare ci fosse proprio l’Ucraina dietro l’uccisione di Darya Dugina, figlia del politico dell’estrema destra russa Alexandr Dugin. Le autorità ucraine hanno a lungo negato ogni coinvolgimento, ma da quanto emerge sembra che abbiano agito senza seguire il consiglio degli USA di non procedere. Oltretutto sembra che l’obiettivo fosse proprio Dugin, che però non si trovava sull’auto poi esplosa.
📈 SI RIUNISCE L’OPEC+: SUL PIATTO IL CALO DELLA PRODUZIONE DI PETROLIO E ALCUNI EQUILIBRI GEOPOLITICI
(2) Per la prima volta dopo la pandemia, i paesi esportatori di petrolio (riuniti nell’organizzazione chiamata #OPEC+) si sono incontrati a Vienna in presenza. Dopo la riunione, hanno reso noto che la produzione di petrolio verrà ridotta di circa 2 milioni di barili al giorno. Si tratta del calo più importante dall’inizio del 2020, quando – proprio a causa della pandemia e della conseguente mobilità notevolmente ridotta – la produzione rallentò di circa 10 milioni di barili/giorno. Stavolta i motivi sono da rintracciarsi nel calo della domanda globale e per paura dell’arrivo di una recessione. In questo modo, riducendo il petrolio in circolazione, l’obiettivo è di aumentare il prezzo di quello rimanente, dal momento che i paesi dell’OPEC hanno visto scendere vertiginosamente i loro profitti. La scelta ha colto di sorpresa anche chi, come gli Stati Uniti, auspicava un calo del prezzo dell’energia. Tuttavia è necessario precisare un punto. Da tempo la produzione di numerosi paesi è stata ridotta, al punto che questi avrebbero già raggiunto la nuova soglia senza alcun taglio ulteriore. Di conseguenza, solo 8 paesi – in realtà – diminuiranno i barili erogati al giorno, portando quindi l’ammanco reale totale a 880 mila barili al giorno. Non va ignorato comunque che i suddetti paesi non abbiano alcuna intenzione di rinunciare ai profitti ottenuti in questi mesi. Ma non solo. Questa scelta consente a certi paesi di prendere una decisa posizione nel grande scacchiere geopolitico. Prendiamo l’Arabia Saudita, nota alleata degli Stati Uniti. È stato proprio il presidente Biden, durante un incontro molto discusso con il principe ereditario Bin Salman a luglio, a chiedere l’aumento di produzione di petrolio all’Arabia Saudita, di modo da alleviare la stretta sulle famiglie. Ebbene, ciò alla fine non è avvenuto, rendendo ancora più amaro l’esito di quell’incontro e – presumibilmente – delle elezioni americane di metà mandato del prossimo mese. Spettatore interessato della vicenda è senza dubbio la Russia, che ha appoggiato la scelta di Arabia Saudita, Emirati Arabi e altri paesi alleati di modo da impedire bruschi scossoni alle entrate già sufficientemente precarie per via delle sanzioni europee e non.
🇺🇸 CALCIO FEMMINILE NEL CAOS IN USA, RACCOLTE LE TESTIMONIANZE DI OLTRE 100 GIOCATRICI. E IN SPAGNA…
(3) Parliamo di calcio femminile, e non in modo particolarmente felice. Siamo negli Stati Uniti e circa un anno fa era stato commissionato un rapporto investigativo su parecchie accuse di abusi (di vario genere, dai sessuali ai verbali) provenienti da diverse calciatrici del campionato americano (National Women’s Soccer League, NWSL). È un tipo di storia che – purtroppo – non sentiamo per la prima volta negli USA, basti pensare in primis alla figura di Larry Nassar e la nazionale femminile di ginnastica artistica. Tornando al calcio, le accuse sono rivolte anche stavolta contro allenatori che avrebbero agito nella più totale tranquillità, con società molto spesso compiacenti che ignoravano sistematicamente quanto accadesse. Già nel 2021 la questione era stata sottoposta a giornali come il Washington Post e numerose calciatrici organizzarono proteste che portarono alle dimissioni e ai licenziamenti di tanti coach. A quel punto, la United States Soccer Federation ha deciso di indagare. Ebbene, ciò che è emerso dalle 319 pagine di documenti è un intero sistema che agisce sin dal settore giovanile; oltre 100 calciatrici hanno portato le loro testimonianze e ribadito che ogni segnalazione negli anni sia stata minimizzata o del tutto ignorata, offrendo maggiore protezione agli allenatori/dirigenti che alle calciatrici. Si parla persino di organi nazionali che avrebbero volontariamente ostacolato le denunce o le stesse indagini, non dando accesso a documenti considerati rilevanti. Ogni accusa è correlata da dettagli che vanno dal rivoltante al raccapricciante, raccolti anche grazie a sondaggi anonimi fatti nel corso degli anni. Le calciatrici sono state protette così poco che fino all’anno scorso non era contemplato nemmeno un protocollo contro gli abusi o un responsabile per la sicurezza delle calciatrici, oltre al fatto che – fino al 2018 – i rapporti intimi tra calciatrici e allenatori non erano nemmeno vietati. Al momento, tre tecnici non potranno più allenare negli Stati Uniti, mentre altri 2 sono stati temporaneamente sospesi. Una situazione simile si è verificata in Spagna, dopo che 15 giocatrici della Nazionale hanno chiesto espressamente alla federazione di cambiare il loro allenatore, accusato per gli approcci tattici e la gestione del gruppo inadeguati e definendolo senza troppi giri di parole psicologicamente abusivo. La federazione si è affrettata a rispondere in difesa dell’allenatore, affermando come non rientri nelle competenze delle calciatrici scegliere se modificare lo staff tecnico della squadra.
🦾 DA TWITTER AI ROBOT UMANOIDI OPTIMUS: ELON MUSK È TORNATO A FAR PARLARE DI SÈ
(4) All’AI Day organizzato da Tesla, Elon #Musk ne ha approfittato per presentare al pubblico dei prototipi di robot umanoidi (chiamati Optimus) sui quali c’erano grosse aspettative. Per il momento hanno mostrato pochi movimenti (uno dei 2 mostrati ha camminato lentamente, un altro ha “solo” salutato il pubblico), ma secondo l’imprenditore entro 3-5 anni potranno essere venduti al pubblico a meno di 20 mila dollari ciascuno. Gli ingegneri lavoreranno sul loro design affinché siano capaci di raccogliere oggetti di varie dimensioni ed eseguire piccoli movimenti con precisione. Va detto che, per essere uno solo l’anno di lavoro attualmente utilizzato per realizzare tali prototipi, il risultato è comunque di tutto rispetto; ma bisogna ricordare anche che ci sono altrettante aziende che negli ultimi anni hanno alzato moltissimo il livello delle produzioni di questo tipo, basti pensare a Hyundai, Honda o Boston Dynamics, i cui robot divennero famosi per un video virale in cui ballano. Tuttavia Musk confida molto nel suo team e ha fatto sapere di essere già al lavoro per moltiplicare le situazioni in cui Optimus può rivelarsi utile. Come se non bastasse, l’imprenditore pare abbia cambiato nuovamente idea sull’acquisizione di #Twitter, al quale ha inviato una lettera dicendosi ancora interessato all’affare. Musk avrebbe offerto la stessa cifra inoltrata ad aprile (un totale di 44 miliardi di dollari), anche se per molti sarebbe solo un espediente per rinviare il processo a suo carico proprio riguardo questa operazione, dalla quale si tirò indietro già una volta (il processo sarebbe tra una decina di giorni). Resta inteso che, qualora la trattativa andasse in porto, questo non verrà svolto.
Voliamo verso delle corpose brevi 👇
🇯🇵 Risveglio complicato martedì scorso per il Giappone. La #Corea del Nord ha infatti lanciato un missile balistico che, prima di precipitare nell’Oceano Pacifico (a circa 2.000 km di distanza dalle coste nipponiche), ha sorvolato proprio lo stato del Sol Levante. Il missile ha fatto scattare gli allarmi utilizzati solitamente per disastri naturali, come i terremoti, con moltissime persone avvisate dagli altoparlanti di mettersi a riparo quanto prima. Spostandoci invece in Corea del Sud, durante un’esercitazione militare congiunta con gli USA, un missile balistico è per sbaglio precipitato a terra ed è esploso nei pressi della città costiera di Gangneung.
🇭🇹 Almeno 8 persone hanno perso la vita a causa del colera ad Haiti. Si tratta dei primi casi da tre anni a questa parte, che ha fatto riaccendere i riflettori su uno dei territori più marginalizzati e poveri dell’America. Il governo haitiano e l’ONU hanno già comunicato di stare lavorando a soluzioni per contenere una potenziale epidemia.
🇮🇩 Restando in tema di calcio, un gravissimo caso di violenza ha scosso l’#Indonesia, dove almeno 125 persone hanno perso la vita al termine della partita tra l’Arema FC e il Persebaya Surabaya. Circa 3.000 tifosi hanno fatto irruzione in campo, quando la polizia è intervenuta con lacrimogeni, provocando il panico tra la folla (e motivo per cui la stessa FIFA, la federazione calcistica mondiale, ne sconsiglia l’uso). Molti di questi tifosi sono morti nella calca mentre provavano a scappare.
🇺🇸 Il sindaco di New York Eric Adams ha ufficialmente dichiarato lo stato d’emergenza dopo che negli ultimi mesi si sono intensificati gli arrivi dei migranti provenienti da stati governati da Repubblicani. Parliamo principalmente di quelli al confine con il Texas che, per protesta contro le politiche migratorie dell’amministrazione Biden, sono soliti eseguire questa pratica.
🇧🇬 Ancora incerto il destino della Bulgaria, che – nonostante le elezioni della settimana scorsa (le quarte in meno di un anno e mezzo) – rischia di non avere un governo stabile. Il momento è particolarmente critico, vista soprattutto la situazione energetica. Il governo a interim che ha portato il paese alle elezioni ha assunto una posizione più compiacente alla Russia e meno filo-occidentale (seguendo l’esempio del presidente Rumen Radev, sempre più influente in mancanza di altre figure politiche di rilievo), mettendo la nazione in una posizione di limbo molto critica.
🇮🇷 Proseguono senza sosta le proteste in Iran per la morte di Mahsa #Amini. Al larghissimo numero di donne, alle manifestazioni si sono aggiunti studenti che si sono scontrati violentemente con la polizia, che ha provato a reprimere con la violenza il loro dissenso. La protesta ha raggiunto persino le scuole superiori, dove numerose studentesse hanno partecipato alle manifestazioni togliendosi il velo e facendo il dito medio a immagini del leader politico e religioso Ali Khamenei. Intanto, secondo l’autopsia ufficiale, Amini sarebbe morta in seguito a un’ipossia che le avrebbe provocato danni cerebrali, unite a “malattie pre-esistenti”. Escluse quindi le percosse. L’avvocato della famiglia ha già provveduto a contestare la perizia.
🇧🇷 Altre elezioni fondamentali sono andate in scena in #Brasile, dove alle presidenziali si scontravano l’ex presidente Lula e l’uscente Bolsonaro. Quest’ultimo, criticatissimo a livello mondiale, ha ottenuto molti più voti di quanto non si credesse, costringendo Lula ad andare al ballottaggio. Quest’ultimo ha comunque chiuso con un punteggio del 49,39% rispetto ai 43,23 di Bolsonaro. Il ballottaggio andrà in scena il 30 ottobre.
🇬🇧 Dopo i risultati disastrosi sui mercati finanziari e le critiche piovute da ogni parte del governo, la premier britannica Liz #Truss ha deciso di tornare sui suoi passi e di annullare il gigantesco taglio delle tasse in favore dei ricchi. È molto probabile che la riforma non sarebbe stata mai approvata dal governo, soprattutto in un periodo di crisi simile.
🇧🇦 Il paese con il sistema politico più complicato al mondo (la #Bosnia) ha eletto i nuovi leader. Usiamo la formula al plurale poiché a rappresentare il paese ci sono 3 persone, una per ogni gruppo etnico nazionale. Il governo è diviso in due blocchi: la Federazione di Bosnia ed Erzegovina e la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina. La prima esprime un leader per la rappresentanza musulmana e uno per i bosniaci croati (per lo più cattolici), mentre la seconda uno per i bosniaci serbi (soprattutto ortodossi). Oltre alla conferma del presidente uscente Komšić (centrista), Denis Bećirović ha ottenuto la maggioranza per la leadership musulmana (pur avendo un approccio meno etnocentrico), mentre Željka Cvijanovic ha trionfato per la sezione serba, con il supporto del più forte partito nazionalista serbo.
🇺🇸 Il presidente americano Joe Biden ha cancellato le pene di coloro che sono stati condannati per il reato federale di possesso di marijuana. Si parla di circa 6.500 persone, ma è considerato più un atto simbolico dal momento che ogni stato ha le proprie leggi e – soprattutto se Repubblicano – difficilmente darà seguito a questa scelta. Ma non è finita qui. Venerdì il presidente ha anche firmato un ordine esecutivo per aumentare la tutela della privacy dei dati provenienti dall’Unione Europea e diretti negli USA, dove la legislazione in materia è meno stringente e l’intelligence americana ha maggiori libertà.
🔋 Il Parlamento Europeo ha approvato la legge che uniformerà il modo di ricaricare smartphone e altri apparecchi elettronici in commercio nell’Unione Europea. Dall’autunno 2024 tutti i caricabatterie avranno cavi con porte USB-C, ovvero quelli usati dai dispositivi Android. Dal 2026 invece la stessa cosa accadrà per i computer portatili.
🇸🇮 Sempre in tema di leggi emanate, martedì il parlamento della #Slovenia ha approvato una legge che rende legale e riconosciuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso, che potranno anche adottare bambini. Si tratta del primo paese dell’Est Europa a dare via libera a un provvedimento simile, decisamente più all’avanguardia di nazioni anche molto vicine come l’Italia.
🇹🇭 Nel nord-est della Thailandia oltre 37 persone, tra cui 22 bambini, sono state uccise in un attacco armato a un asilo nido. Secondo quanto emerso dalla polizia, il killer è un ex poliziotto, che si è tolto la vita dopo essere fuggito in auto. L’unico motivo riconducibile alla strage è che l’uomo era stato licenziato di recente.
🇪🇹 Buone notizie dall’Etiopia. Mercoledì scorso sono iniziati i negoziati tra il governo e i separatisti della regione del Tigré, che da oltre 2 anni sono impegnati in un conflitto sanguinoso. Si tratta dei primi colloqui formali dall’inizio della guerra e a monitorarli sarà l’Unione Africana, l’organizzazione dei paesi africani riconosciuti a livello internazionale.
Alla prossima 👋
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livornopress · 3 years ago
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Arriva l'obbligo europeo del fotovoltaico?
Energia e Ambiente - Arriva l'obbligo europeo del fotovoltaico? L'Europa propone l'obbligo del fotovoltaico dal 2030!
L’Europa propone l’obbligo del fotovoltaico dal 2030!   28 maggio 2022 La Commissione Europea pubblica un pacchetto di proposte che include l’obbligo fotovoltaico su tetti entro il 2030. Questo è un pacchetto volto a due principali motivi:[/intro] Differenziare l’importazione energetica italiana e abbassare la dipendenza da Russia e gli altri stati esportatori Accelerare rapidamente la…
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vertenzeambientali · 7 years ago
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EcoDem per la Conferenza programmatica
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Di seguito il documento degli Ecologisti Democratici in preparazione della “Italia 2020 - Conferenza programmatica del Partito Democratico” che si terrà a Napoli, al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, da venerdì 27 a domenica 29 ottobre 2017.
UN PD ECOLOGISTA
Il Partito democratico in Italia ha rappresentato una reale processo d’innovazione, perché è nato non solo per unire partiti e culture politiche del ‘900 – socialiste, cattolico-progressiste, ambientaliste, liberaldemocratiche -  ma anche per costruire un soggetto politico nuovo, in grado di rispondere alle sfide della contemporaneità e guardare al futuro, nell’interesse delle future generazioni. Il PD è nato per dare voce al riformismo del 21° secolo: ma non c’è riformismo possibile, in questo nostro tempo, se non si accettano le sfide ambientali, della sostenibilità dello sviluppo, della conversione ecologica dell’economia. Noi ambientalisti, entrati nel PD come soggetto fondatore, abbiamo messo a disposizione idee, valori e conoscenze, aggiornandole ai tempi attraverso un nuovo modello di ambientalismo riformista, aperto, moderno, basato su innovazione e competenza.
Nonostante il PD non abbia ancora risposto in pieno alle aspettative iniziali, riteniamo che le ragioni che hanno portato alla sua nascita siano ancora vere e attualissime, e persino ancor più necessarie oggi. Proprio oggi che le vecchie culture politiche hanno dimostrato tutti i loro limiti, la loro inadeguatezza a rispondere in modo coerente e integrato alle sfide – del lavoro, sociali, ambientali - di un mondo sempre più complesso. Riteniamo inoltre che all’interno dell’area progressista democratica l’ambiente possa costituire un elemento di coesione, per poter sempre di più aggregare le diverse forze che vi appartengono verso un obiettivo comune.
Occuparsi di ambiente significa ragionare non solo di ecologia ma anche di economia, lavoro, cultura civica, innovazione tecnologica; significa intervenire sulla questione sociale, causa di molti conflitti globali. I cambiamenti climatici costituiscono una minaccia temibile, il consumo di risorse naturali cresce a ritmi insostenibili, l’inquinamento compromette gli equilibri della biosfera. Eppure, se sapremo costruire una risposta politica globale alle sfide ambientali – un green new deal che affianchi alla rivoluzione industriale della green economy un profondo mutamento culturale con nuovi stili di vita - sarà possibile evitare il peggio e lasciare alle future generazioni un pianeta ancora abitabile.
Termini come “riscaldamento globale” sono ormai entrati nel linguaggio comune, perché i suoi effetti sono già rilevanti sull’ambiente, sull’economia e sulla qualità della vita dei cittadini di tutto il mondo. Anche i grandi fenomeni migratori sono legati ai cambiamenti climatici e con questi dovremo fare i conti. I governi sono ormai consapevoli della gravità del problema, a parte i recenti ripensamenti del presidente USA, e la firma dell’Accordo di Parigi riveste un grande valore, perché impegna le nazioni a ridurre le emissioni di gas serra e a prendere misure di adattamento al nuovo scenario climatico. L’Europa è impegnata anche attraverso la sua “politica in materia di clima ed energia al 2030”, oggetto di aggiornamento, per venire incontro ai più ambiziosi obiettivi dell’Accordo di Parigi. Si tratta dunque di una sfida mondiale, che l’Italia e un grande partito come il PD devono affrontare con maggiore determinazione e coraggio, con una visione innovativa e strategica che vada al di là degli interessi a breve termine, guardando al futuro del nostro Paese.  Se sapremo far leva sulle energie di un paese che ha non solo una antica storia alle spalle ma anche grandi potenzialità per affrontare il futuro, l’Italia può farcela. L’ambiente e l’economia verde rappresentano una leva decisiva per uscire dalla crisi, una nuova frontiera per dare al nostro paese un ruolo in Europa e nel mondo. Ciò richiede forti, coerenti e adeguate politiche pubbliche, a partire da politiche economiche, industriali e fiscali in grado di accelerare la transizione ad uno sviluppo ecologicamente sostenibile.
LE NOSTRE PRIORITA’ E LE NOSTRE SFIDE
1.     L’Italia deve mettere a punto un rigoroso Piano Energetico nazionale, ove si rafforzi ulteriormente il ruolo delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica dell’intero sistema economico, dei processi produttivi e dei consumi, e procedere verso una riduzione dell’uso delle fonti fossili. Ciò può essere ottenuto da un lato attraverso la definizione di un quadro normativo stabile, semplice e certo, eliminando le complicazioni che limitano lo sviluppo delle rinnovabili, stabilizzando gli eco-bonus introdotti nell’ultima legge di bilancio, e favorendo gli investimenti in questo settore, strategico per l’Italia. Occorre istituire una carbon tax, già attiva in diversi paesi, da concertare a livello europeo; la diminuzione dei consumi di fonti fossili avrebbe anche vantaggi economici, in quanto quelle fonti pesano molto come import estero nella nostra bilancia commerciale.
2.     A questa sfida di natura globale, si associano questioni ambientali più specifiche del nostro territorio, quali l’inquinamento dell’aria, delle risorse idriche e il dissesto idro-geologico. L’Italia è bella ma è fragile, sia per la natura del suo territorio, sia a causa dell’uso dissennato che ne abbiamo fatto. L’abusivismo è oggi uno dei fenomeni più urgenti da contrastare. Anche per questo è opportuno proseguire nella politica di valorizzazione delle aree interne e montane come già si è iniziato a fare. Occorre pertanto investire per una accurata gestione del territorio e la messa in sicurezza delle aree a rischio sismico e idrogeologico e migliorare la conoscenza del territorio, delle criticità e dei bisogni anche attraverso il supporto di sistemi informativi geografici.  
3.     Lo sviluppo che ha caratterizzato il dopoguerra che ha dato tanto benessere mostra oggi un lato oscuro. Pensiamo alle ferite profonde dei siti contaminati che derivano sia da un’eredità industriale, sia da comportamenti illeciti delle imprese o per attività criminali. Quei siti vanno risanati, e messi in sicurezza. Oggi sempre di più dobbiamo far valere il principio di “chi inquina paga” e dunque bisogna investire per le bonifiche, per tutelare la salute pubblica e ripristinare la qualità ambientale. Sarebbe importante per i cosi detti “siti orfani” l’istituzione di un Fondo nazionale per le bonifiche, cofinanziato dalle imprese e sostenuto da una fiscalità mirata. E’ parimenti necessario una profonda riforma del sistema normativo al riguardo ancora scarsamente orientato al risanamento delle aree. Meno conferenze di servizio e più opere. Non va dimenticato che queste aree sono spesso strategiche per insediamenti produttivi
4.     Più di altri, L’Italia è il Paese che può puntare sull’economia “green” e sostenibile, che è già una realtà che produce il 13% del Pil – 190 miliardi di euro – oltre 3 milioni di posti di lavoro, grazie ai suoi punti di forza straordinari: biodiversità, patrimonio naturale e bellezza inestimabili, qualità della vita e cultura con pochi rivali, lo spirito creativo e la capacità di innovazione delle nostre imprese e del “saper fare” italiano, la qualità del made in Italy che conquista il mondo. Settori di eccellenza nazionali come la produzione di materiali per l’edilizia, l’arredamento, la meccatronica e la robotica hanno da tempo scelto la via dell’innovazione e della sostenibilità e queste filiere manifatturiere vanno sostenute attraverso politiche di promozione, formazione e incentivazione, in grado di migliorare la performance delle imprese e incrementare la competitività su un mercato internazionale fortemente dinamico.
5.     Ma anche altri settori economici e produttivi vanno orientati nel senso della sostenibilità, promuovendo – tra gli altri - l’economia circolare, l’agricoltura biologica, a minor impatto e a chilometro zero; la chimica verde. Proprio l’economia circolare è una sfida importante che l’Italia sta affrontando con determinazione. Non è solo questione di aumentare la percentuale di raccolta differenziata – cresciuta ovunque, e in molte zone del paese all’altezza dei migliori standard europei – bensì di promuovere il riciclo, il riuso di rifiuti e delle acque reflue, la diminuzione stessa dei rifiuti e degli imballaggi, l’allungamento del ciclo di vita dei prodotti. Finalmente si può pensare ai rifiuti non più come un problema ma come risorsa, anche in linea con il pacchetto ambizioso che sta varando in questi mesi l’Europa. Siamo di fronte a un cambiamento epocale nel modello di produzione e di consumo, che riguarda tutti, dalla politica alle imprese ai singoli cittadini. Un cambiamento che va sostenuto attraverso politiche di indirizzo, ad esempio in direzione degli “acquisti verdi”, e di incentivazione alla realizzazione di impianti per il recupero di materia ed energia, con modalità e tecnologie innovative. E’ di primaria importanza ribadire che qualsiasi sistema industriale, anche il più innovativo, necessita di un’impiantistica adeguata. Da troppi anni nel nostro Paese non si riesce ad affrontare una discussione che preveda la costruzione di infrastrutture importanti.
6.     Il nuovo modello di sviluppo che vogliamo proporre per il paese, dovrà avere i suoi effetti più evidenti nelle città. E’ fondamentale approvare una buona legge che arresti il consumo di suolo. Norma indispensabile, che contribuirà a far diventare le città luoghi di innovazione, di risanamento ambientale, di riqualificazione e rigenerazione urbana, di riuso degli spazi. Le città devono diventare spazi di convivenza, di incontro e confronto, luoghi vivibili e puliti, dove ci sia meno spazio occupato dalle auto e più per le persone, dotate di servizi avanzati che supportino i cittadini nelle loro attività, “smart city” dove reti tecnologiche, infrastrutture di trasporto e di comunicazione dolce e a basso impatto, servono per garantire una migliore qualità della vita alle persone. Vanno promosse le infrastrutture verdi, che migliorano la sostenibilità dell’ambiente cittadino, gli orti urbani, la piantumazione di alberi, la realizzazione di boschi urbani, di tetti verdi (con piante che aumentano l’efficienza termica e assorbono anidride carbonica), la ri-naturalizzazione di suolo artificiale e asfaltato, per migliorare la permeabilità dei suoli e rendere le città più resilienti agli eventi meteorologici estremi.
7.     Bisogna definire un Piano nazionale per la Mobilità Sostenibile a partire dalle le principali città del Paese. In una situazione di costante crescita del traffico e dei suoi effetti ambientali e sociali, serve predisporre un quadro organico di azioni per razionalizzare e governare la domanda di mobilità, finalizzate alla disincentivazione del trasporto privato, alla promozione dell'utilizzo dei carburanti a basso impatto ambientale e al miglioramento e alla diversificazione del trasporto collettivo. L'idea di mobilita sostenibile non può significare soltanto spostare traffico o sostituire il parco auto più vetusto con mezzi a basso impatto ambientale, ma prevedere un nuovo equilibrio di mobilita attiva con obiettivi qualificanti da raggiungere, che affianchino quelli della riduzione delle emissioni, nell'uso della bicicletta, del trasporto pubblico e condiviso, degli spostamenti a piedi. E' fondamentale dotare il nostro Paese di una infrastruttura per i combustibili alternativi, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica rispetto ai vari tipi di combustibili, e le prime azioni intraprese in questa direzione vanno accelerate e implementate. Servono scelte chiare di tipo normativo, economico e fiscale di sostegno per accelerare l'evoluzione della mobilità verso le tecnologie più innovative, condivise, senza penalizzare le famiglie economicamente più svantaggiate. Vanno fissati indirizzi politici con obiettivi di riduzione progressiva del tasso di motorizzazione nel Paese, di rinnovo del parco veicoli privato e pubblico, di aumento della mobilità su due ruote e pedonale, scegliendo come hanno fatto altri Paesi europei di stabilire il divieto di commercializzazione di motoveicoli e autoveicoli alimentati a diesel e benzina a partire dal 2040. Da ultimo in questo solco, entro la fine della legislatura il Parlamento può compiere alcune scelte importanti come: l'approvazione della legge nazionale sulla percorribilità ciclistica; l'incremento delle reti e dei servizi per il TPL attraverso un aumento progressivo delle risorse già previste fino al 2033; la revisione dell'entità della tassa automobilistica in misura progressivamente proporzionale all'inquinamento generato dal veicolo, senza penalizzare le famiglie economicamente più svantaggiate.
8.     Anche i piccoli comuni, che sono il cuore pulsante della nostra Italia, potranno diventare luoghi dove l’innovazione tecnologica, il futuro, conviveranno con la tradizione. La banda ultra-larga ad di comunicazione mobile Internet consentirà di attivare anche nei centri montani servizi avanzati nell'artigianato, nel turismo e nella sanità, ad esempio consentendo visite mediche specialistiche in telemedicina, che prima richiedevano lo spostamento fisico delle persone nelle città. L'istituzione di un piano per l'istruzione destinato alle aree rurali e montane e il fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale sono misure decisive per ridurre lo spopolamento di queste zone. Garantendo un adeguato finanziamento, già dalla legge di bilancio 2018, oltre ai 100 milioni già previsti saremo in grado di realizzare un presidio reale sui territori, con vantaggi sia di coesione sociale sia sulla qualità ambientale.
9.     Tema fondamentale del programma politico del Partito democratico deve essere la gestione e la tutela della principale risorsa naturale, bene comune per eccellenza: l’acqua. L’acqua è una risorsa naturale fondamentale per la vita dell’uomo e degli ecosistemi; dalla sua tutela discende anche la salvaguardia dell’approvvigionamento alimentare.  Gli investimenti nel settore idrico sono una precondizione non solo per la qualità della vita e dell’ambiente, ma anche per la crescita economica, in direzione di uno sviluppo sostenibile. Su questo settore bisogna dunque investire con più determinazione e coraggio, puntando: sul risparmio idrico, sulla riduzione delle perdite, sul miglioramento della qualità del bene, su una maggiore manutenzione dei corpi idrici, ed efficientamento dei servizi idrici integrati. Dal trattamento dei reflui, che vanno riutilizzati secondo i principi dell’economia circolare, si possono recuperare sostanze utili per produrre energia, con relativo vantaggio economico. Sarà importante mettere in campo incentivi e disincentivi, ossia delle premialità per chi gestisce meglio la risorsa idrica, e penalizzazioni per chi invece si rivela non in linea con questi principi fondamentali. È ormai prioritario, anche per rispondere alle norme nazionali ed europee, migliorare la qualità dei corpi idrici – fiumi, laghi, aree marino-costiere – che hanno subito impatti e inquinamento da espansione urbana, attività agricole e sviluppo industriale incontrollati. Strumenti di gestione partecipata possono contribuire a rendere più efficace la governance dei corpi idrici, favorendo il coinvolgimento diretto di cittadini e stakeholders. Ciò favorisce anche il partenariato pubblico-privato, fondamentale per una gestione moderna ed efficace di una risorsa fondamentale qual è l’acqua.
10.                       Conoscenza e controlli ambientali: dopo aver approvato la legge sugli ecoreati, quella del sistema delle agenzie ambientali e aver costruito un unico corpo di polizia ambientale con la fusione tra carabinieri e forestali diventa indispensabile rendere operative queste importanti riforme. Più semplificazione per le imprese innovative e controlli efficienti ed efficaci per combattere ed estromettere dal mercato quelle malavitose. Un buon sistema dei controlli, che garantisca legalità, è condizione indispensabile per l’affermarsi della green economy a tutti i livelli. E’ necessario promuovere una battaglia culturale facendo capire che dei buoni ed efficienti controlli sono la garanzia per le imprese innovative di rimanere competitivi sul mercato eliminando le aziende che fanno dell’illegalità il loro “core business”.
“ Le questioni poste dalle sfide contemporanee sono di importanza storica, strategiche, e richiedono risposte politiche forti e di lungo respiro alla politica mondiale. In Italia, il Partito democratico, che si candida a governare il paese anche nella prossima legislatura, ha il dovere di mettere in campo le sue forze migliori, le competenze e le idee più innovative per fornire risposte efficaci alle questioni poste. Puntare sulla qualità ambientale, vista non più come freno, ma come fattore formidabile di sviluppo, è un punto cruciale del programma politico. Ciò a maggior ragione in un paese come l’Italia, che attraverso una “conversione ecologica” può valorizzare le sue straordinarie potenzialità, e migliorare la qualità della vita per i suoi cittadini.”
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sciscianonotizie · 7 years ago
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nanabianca · 7 years ago
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Vitamina: dalla farmacia a casa tua. Hubble e la startup di integratori su misura
Una farmacista nutrizionista e due startupper digitali. Da questo insolito incontro nasce Vitamina, personalizzatore di integratori alimentari, segmentati in mono componenti. Filippo Sala, Giovanna Geri e Marco Saccenti ci raccontano cosa li unisce nel progetto selezionato da Hubble.
Quando e come nasce l’idea alla base del progetto Vitamina?
Tutto è iniziato a fine 2016 a seguito di un confronto tra Filippo e un amico di famiglia sull’importanza della nutrizione e la sua influenza sulla qualità della vita. A questo si è unito il dato statistico sul mercato mondiale degli integratori alimentari. In particolare l’Italia è il primo paese europeo per vendite, con un fatturato di 2.7 miliardi di euro. L’idea alla base di Vitamina lega questi due fattori, mirando a offrire, dopo un’accurata analisi delle necessità nutrizionali, una soluzione personalizzata, in base a stile di vita e alimentazione del singolo individuo. Negli ultimi mesi mesi abbiamo lavorato alla creazione di una piattaforma online intuitiva, che informi e permetta agli utenti acquisti semplici e calibrati sui propri specifici bisogni: integratori mono componente, sotto forma di pack mensili, comodi e veloci da ricevere a casa.
Come funziona esattamente?
Vitamina è il primo configuratore italiano di integratori alimentari. Attraverso un semplice test a domande, consigliamo all’utente gli integratori di cui necessita, in modo personalizzato; non forniamo un prodotto universale e polivalente, ma ciò che può davvero colmare le carenze organiche di ognuno. Nell’arco di 72 ore, spediamo il pacchetto mensile di integratori direttamente a casa. I prodotti a marchio Vitamina sono studiati e testati da due esperti nel settore: Giovanna e il nostro produttore fiorentino, attivo da oltre 40 anni, entrambi garanzia di affidabilità e tranciabilità dei componenti. Se l’utente desidera aggiungere o eliminare uno o più integratori – quasi tutti mono componente – può farlo direttamente dalla pagina dei prodotti. Questi sono suddivisi in sette categorie corrispondenti ad altrettante necessità organiche: testa, digestione, depurazione, sistema immunitario, stress, energia, pelle. Il nostro servizio è disponibile anche in sottoscrizione mensile.
Quanto la formazione e l’esperienza lavorativa di ciascuno di voi hanno influito sulla crescita del progetto?
Siamo un team eterogeneo: le esperienze di ognuno di noi, in settori differenti, si sono unite per la buona riuscita del progetto. Giovanna, professionista in campo farmaceutico e della nutrizione, ha dato un contributo importante nella scelta dei componenti migliori per i nostri prodotti. Filippo e Marco, invece, hanno maturato esperienze lavorative nel mondo delle start-up, il primo in ambito management, il secondo come graphic designer – anche collaborando insieme in una di queste, Teeser. Conoscere il funzionamento delle start-up digitali e padroneggiare la grafica ci hanno permesso di sviluppare la piattaforma web e il piano di branding in modo coerente.
Quali sono gli obiettivi di business che avete già raggiunto?
Sicuramente l’ingresso in Hubble è stato decisivo per noi. All’interno del programma di accelerazione, abbiamo lavorato alla piattaforma in beta privata, fondamentale per affinare, grazie al contributo di 50 beta tester, la User Experience e la User Interface di Vitamina. Dopo le implementazioni necessarie, siamo stati pronti per il lancio ufficiale a novembre.
Quali sono i competitor di Vitamina e in cosa la vostra azienda è differente?
Negli Stati Uniti, a metà del 2016, sono nate alcune realtà per noi interessanti, come Zenamins e Care/of, che offrono una personalizzazione nutrizionale, simile a quella di Vitamina. In Italia, invece, un livello tale di individuazione delle esigenze specifiche non viene applicato da nessun player: qui non abbiamo competitor così diretti. I nostri maggiori concorrenti sono le farmacie tradizionali e quelle online, che però si limitano a una targettizzazione generica dell’utente (uomo/donna o  ragazzo/ragazza) e delle sue carenze (energia/stress/sistema immunitario). Il pack mensile componibile sulla nostra piattaforma, invece, può rispondere alle esigenze nutrizionali di ognuno, proprio grazie alla segmentazione dei prodotti a livello di mono componenti.
Quanto è utile per lo sviluppo del vostro progetto essere in Nana Bianca?
E’ fondamentale: da una parte per le competenze che possiamo accrescere – anche grazie al continuo confronto interno –  dall’altra per l’innovativa concezione di fare business che si respira in Nana Bianca. Ogni workshop, meeting o business review contribuisce al raggiungimento di piccoli obiettivi settimanali, che alla fine faranno la differenza.
Vitamina appare una start-up molto promettente…Buoni propositi per il futuro?
Miriamo alla leadership nel mercato degli integratori alimentari per ridurre deficienze e squilibri nutrizionali e rendere più facile la vita delle persone. Internet rappresenta un’opportunità preziosa nel responsabilizzare gli individui sulla propria alimentazione e sui modi per migliorarla, la personalizzazione da noi proposta va in questa direzione.
Per voi Nana Bianca è…
Nana Bianca si è dimostrata una grande opportunità di crescita per noi, sia a livello di business che personale. Ogni settimana eravamo supportati da una rete di professionisti competenti, che contribuivano allo sviluppo del nostro progetto. Ciò lo rende un ambiente di lavoro estremamente stimolante.
Vitamina: dalla farmacia a casa tua. Hubble e la startup di integratori su misura was originally published on Nana Bianca
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albaniaenergymarket-lg · 7 years ago
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Apertura del Mercato un Buon Aiuto alle PV in Albania, Dr. Lorenc Gordani, 29 Novembre 2017
Apertura del Mercato un Buon Aiuto alle PV in Albania, Dr. Lorenc Gordani, 29 Novembre 2017
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L'elettricità come merce distribuita a rete è una commodity il cui valore è in gran parte correlato al luogo e al tempo in cui si dispone. In questo senso, l'Albania ha un potenziale tecnico di energia rinnovabile ben distribuito, tra le risorse idroelettriche e fotovoltaiche, di gran lunga superiore alla media di qualsiasi altro paese europeo. Allo stesso tempo, a secondo del continuo supporto delle fonti tradizionali, i prezzi di riferimento nei mercati a lungo termine della regione raggiungono già i livelli più bassi storici di 35-40 Euro/MWh. Anche se il tutto con una forte tendenza oscillante, durante i periodi leggermente più secchi o più freddi dell'anno, nel mercato a pronti muovendosi tra i valori ben più alti di 100-200 Euro/MWh. Per massimizzare quanto sopra, mettendo in pratica il Terzo pacchetto energetico dell'UE in funzione a partire dal 2015, dipeso anche della natura vincolante degli impegni d’apertura dei monopoli naturali delle reti elettriche, e dall’altra parte il lasciare a discrezione del modello più appropriato da seguire per quanto riguarda l'attuazione del quadro per gli investimenti nel raggiungimento degli obiettivi rinnovabili dell’UE entro il 2020, diventa sempre più pressante del mercato albanese dell'energia la necessità di avanzare nel processo di liberalizzazione e l’apertura alle economie di scala offerte dal mercato regionale dell'energia. In questo contesto, si sta lavorando parallelamente all'avanzamento della piattaforma nazionale per lo scambio di energia (APEX), combinata con quella del bilanciamento fra giornaliero, e la distribuzione della capacità della rete tramite l'ufficio di aste congiunte dei Balcani occidentali (SEE CAO) a Podgorica. Pertanto, entro la fine del 2018, si prevede che l'Albania si colleghi al Kosovo, passando anche per l'adozione degli stessi meccanismi e protocolli con il resto dei Balcani e l'altra sponda dell'Adriatico, e più in generale il mercato comune dell'energia dell'UE. Tuttavia, i ritardi o l’esito di quanto sopra, tutto ciò consente al nostro sistema energetico di aprirsi all'opportunità "d’oro" per lo sviluppo verde attraverso un orientamento al consumatore, e il migliore modo per proteggere l'ambiente naturale, ecc. In particolare, proprio per quanto riguarda lo scopo dell’incentivare dell’offerte alternativa, anche nel soddisfare i requisiti ripetutamente espressi dai rapporti della Banca Mondiale, in particolare "Doing Business 2014", i recenti interventi del Ministero e dell'Ente Regolatore dell’Energia hanno già aperto la strada alla messa in rete del contributo dell'energia prodotta dalle imprese e dalle famiglie attraverso fonti distribuite generate sulla base del sistema di misurazione netto dell'energia. Ma l’aspetto più importante è che parallelamente all'avanzamento del sistema verso la completa liberalizzazione del mercato e lo sviluppo dell'attività di fornitura, si ha l'adozione della struttura del sistema di trasmissione e distribuzione, aumentando delle opportunità di utilizzo di energia alternativa da parte dei consumatori. Oltre ad attirare nuovi clienti sul mercato libero, forse con l’opzione di contratti a lungo termine con un prezzo fisso per l'elettricità che resta da considerare se attraente, i consumatori allo stesso tempo avranno il potenziale e saranno più interessati ad essere attivi alla auto-generazione di energia per i loro bisogni. Nonostante le numerose sfide, la soluzione definitiva del binomio fornitura alternativa o l'autoapprovvigionamento dipenderanno dalla velocità di penetrazione della fornitura competitiva, in cui le prime società che entrano nel mercato saranno ricompensate con costi di sistema leggermente più convenienti. Ma nel giudizio complessivo, se per i primi pionieri della fornitura le sfide sembrano in qualche modo invalicabili, le fonti di energia fotovoltaiche distribuite partono più avvantaggiate, aggirando i problemi di rete in quanto sono prodotti direttamente al luogo in cui è necessario il loro consumo. Inoltre, dal numero totale di clienti un terzo si trova nella capitale e il resto nelle più grandi aree urbane e rurali della pianura occidentale o in aree ad alta radiazione solare come Elbasan, Korça ecc. Naturalmente, al fine di superare delle sfide di cui sopra, restano essenziali le regolamentazioni sui problemi commerciali e tecnici. Un quadro in cui l'ERE svolge un ruolo chiave nel garantire la concorrenza dei tutti operatori del mercato! Attività regolatore che dovrà comunque garantire che l'operatore di rete, attualmente pubblico, non limiti o condizioni i consumatori in alcun modo la transizione. Inoltre, è fondamentale che il DSO applichi norme e tariffe non discriminatorie e trasparenti per tutte le forme di utilizzo della rete di distribuzione. Disclaimer: The consultation of this article can be made through its original source. The authorship and the opinion expressed pertain to their authors. While every effort are made by Esc Adriatic to ensure the accuracy of which publication, it is not intended to provide legal advice as individual situations may differ and should be discussed with an expert and/or lawyer. For any specific technical or legal advice on the information provided and related topics, we offer to direct communication through “[email protected]”.
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condizionatorinet · 8 years ago
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Condizionatori Mitsubishi ecofriendly
http://tinyurl.com/he6o3ym Tra i dispositivi per il condizionamento dell’aria sul mercato, un posto di rilievo spetta ai climatizzatori proposti da Mitsubishi Electric. Il marchio giapponese è da decenni uno dei protagonisti di questo comparto per effetto di una gamma di prodotti che riescono a unire mirabilmente design di avanguardia, livelli tecnologici di assoluta eccellenza e un rapporto elevatissimo tra i prezzi e la qualità proposta. Tutte peculiarità che hanno permesso al brand nipponico di calamitare il consenso dei consumatori e di assicurarsi larghe quote di mercato necessarie in un mondo sempre più globalizzato. A queste caratteristiche se ne aggiunge poi una non meno importante che fa dei condizionatori Mitsubishi un vero must, ovvero la vocazione ecofriendly. Una vocazione dimostrata in particolar modo dalla adesione totale alla direttiva ERP emessa dalla Comunità Europea per i climatizzatori a uso domestico con capacità di raffreddamento sino a dodici KW. Si tratta di una direttiva estremamente importante tesa in particolare alla riduzione delle emissioni di CO2 in una percentuale di almeno il 20% entro il 2020. La direttiva comprende anche i climatizzatori per il semplice motivo che ormai questi dispositivi sono entrati a far parte della vita quotidiana con sempre maggiore forza. Contenuta all’interno di un provvedimento noto con il nome di Pacchetto 20/20/20, si propone oltre alla riduzione dell’emissione di CO2, anche un aumento nell’ordine del 20% dell’uso di energie rinnovabili e una riduzione nella stessa percentuale del consumo di energia primaria.
Mitsubishi: climatizzatori di alto livello
I condizionatori Mitsubishi recepiscono la direttiva ERP, che impone parametri piuttosto rigidi e prevede la messa fuori legge nell’ambito europeo dei produttori che non raggiungano livelli minimi di efficienza energetica. Problema che non si pone certo per i climatizzatori Mitsubishi, grazie soprattutto all’uso della tecnologia Inverter per tutti i prodotti che fanno parte delle linee MSZ-SF e MSZ-HJ. La prima serie si caratterizza per un design molto discreto e per la compattezza. Ogni unità della serie prevede la presenza di un timer che permette una programmazione settimanale in grado di stabilire non solo accensione e spegnimento, ma anche le differenze di temperatura nel corso di una stessa giornata. Posizionata in classe A+++ per il raffreddamento e A+ per il riscaldamento dell’aria, la serie propone modelli monosplit e multisplit. La serie MSZ-HJ a sua volta oltre all’uso della tecnologia Inverter propone livelli di rumorosità assolutamente eccellenti con emissioni sonore ridotte al minimo. Inoltre i modelli di questa gamma permettono la gestione delle varie funzioni tramite un telecomando, in maniera molto semplice e intuitiva. La serie è posizionata in classe A sia in fase di raffreddamento che di riscaldamento, disponibile in modelli monosplit.
Condizionatori, la grande reputazione di Mitsubishi
Mitsubishi gode di grande reputazione e i suoi condizionatori sono ineccepibili. Una fama consolidata nel corso del tempo grazie a caratteristiche tecnologiche in linea con il meglio proposto dal mercato. Chi cerca modelli di valore per la propria abitazione non può prescindere da un marchio che è tra i più accreditati in assoluto. Su Preventivi.it è possibile analizzare i preventivi dei vari modelli prodotti dal brand nipponico, che possono dare una idea del livello di spesa e dei vantaggi che possono derivare dall’adozione di uno di essi. Desideri ricevere maggiori informazioni su condizionatori e climatizzatori? Ti occupi di installazione di condizionatori e cerchi nuovi clienti? Clicca qui.
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commercialistadiroma-blog · 8 years ago
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Economia Circolare: pubblicato Rapporto della CE sui progressi conseguiti dal Piano d’Azione del 2015
Economia Circolare: pubblicato Rapporto della CE sui progressi conseguiti dal Piano d’Azione del 2015
Bruxelles, 26 gennaio 2017
La Commissione Europea, ad un anno dall’adozione del pacchetto sull’Economia circolare COM(2015) 614 final, ha pubblicato un rapporto sui progressi a livello europeo nell’attuazione del Piano d’Azione UE per l’economia circolare e fornito orientamenti su rifiuti, energia e finanziamenti per l’economia circolare di concerto con la BEI. Insieme al rapporto la Commissione…
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bedris · 7 years ago
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Il controverso Nord Stream II
In un contesto sempre più teso tra i partner europei di fronte alle molteplici sfide che spaziano dalla crisi dei rifugiati all’unione economica del Vecchio Continente, il presidente polacco del Consiglio Europeo Donald Tusk ha inserito ieri anche dei riferimenti precisi all’unione energetica europea e al discusso progetto del Nord Stream II.
Sul tema si sono registrati tra i leader europei dei…
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e-o-t-w · 3 years ago
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Eyes on the world #96
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Sbornia da mega-ponte? Tranquilli, vi aggiorno io.
Solito recap di quanto sta avvenendo in Ucraina, con una spruzzata di gossip, social e – purtroppo – nuovo sangue a stelle e strisce versato.
Che dite, cominciamo? 👇
🇺🇦 L’ATTACCO A SEVERODONETSK, IL 6° PACCHETTO DI SANZIONI, IL RUOLO DELL’UNGHERIA: DOVE ERAVAMO
(1) Dopo un weekend di continui bombardamenti, l’esercito russo è entrato a #Severodonetsk, ultimo centro in mano alle truppe ucraine nella regione del Luhansk (#Donbass). Il sindaco Striuk ha fatto sapere che gli invasori hanno tagliato ogni comunicazione con l’esterno e i rifornimenti di energia elettrica, per non parlare dello stato degli edifici (2/3 dei quali sono stati completamente distrutti). Una conquista della città comporterebbe la possibilità che i russi possano gestire meglio le loro truppe e dirigersi verso le città più importanti della regione di Donetsk nella miglior forma possibile. Si pensa che dopo la conquista di Severodonetsk, l’offensiva si farà più lenta per evitare ulteriori perdite. Nel frattempo in #UE si sta discutendo del nuovo pacchetto di sanzioni che dovrebbe colpire la #Russia (il sesto finora). Il Consiglio Europeo ha convocato una riunione straordinaria lunedì 30 e martedì 31 per parlare dell’approvazione, ma ancora c’è da convincere l’Ungheria, che – in caso di accordo – non potrà più importare il petrolio dalla Russia, pur essendone completamente dipendente. Il tentativo che il premier Orban sta provando a fare consiste nell’ottenere concessioni su altri fronti, come lo sblocco dei miliardi del Recovery Fund (che il paese non potrebbe ricevere per le numerose violazioni dello stato di diritto). I restanti paesi dell’UE stanno provando a convincere l’Ungheria che al momento però appare irremovibile. La trattativa è andata avanti a lungo e alla fine l’accordo è stato trovato. Il petrolio bloccato dal sesto pacchetto di sanzioni riguarderà quello trasportato via mare, corrispondente a circa 2/3 del totale importato. Ciò fa parte, di fatto, di un’esenzione che consentirà a paesi come l’Ungheria di poter continuare a riceverlo attraverso oleodotto (ma sono già in atto accordi per ottenerne da altri paesi membri). I prossimi 6 mesi saranno utili per mettere in atto l’embargo, con l’eccezione di Bulgaria e Croazia che avevano chiesto garanzie sulle alternative per avere il petrolio. Ma non è tutto.
🇺🇦 LE ULTIME SANZIONI, LE NUOVE ARMI DAGLI USA, REFERENDUM IN DANIMARCA: IL CUORE DELLA SETTIMANA
(2) Nel sesto pacchetto di sanzioni, prevista anche l’esclusione dal sistema di pagamenti SWIFT anche per la Sberbank (la principale banca russa) e altre banche locali. Chi non figura tra i sanzionati è invece il Patriarca di Mosca Kirill I, ritenuto tra gli alleati più stretti del Cremlino. Anche su questo tema l’Ungheria ha messo parecchio i bastoni tra le ruote, con l’Unione costretta a rimuoverlo per evitare ulteriori ostacoli all’approvazione del pacchetto. Le difficoltà incontrate per stabilire l’entità, la grandezza e i “confini” delle limitazioni sul petrolio russo hanno fatto riflettere parecchi analisti, che ritengono questo l’ultimo pacchetto di sanzioni prima di mettere a repentaglio l’economia europea con nuove limitazioni. Il gas (in primis in Germania) sembra intoccabile, ad esempio. Mercoledì poi il New York Times ha annunciato i nuovi aiuti militari che gli #USA hanno deciso di fornire all’Ucraina, con all’interno – soprattutto – lanciarazzi dotati di missili a medio raggio, arma che da tempo l’esercito e il governo ucraino richiedono per fermare l’avanzata russa. In #Danimarca intanto, sempre mercoledì, si è tenuto un referendum attraverso il quale la popolazione ha approvato l’adesione alla difesa comune dell’Unione Europea. Ciò rientra in una delle tante modifiche alle politiche di difesa di diversi paesi del Nord Europa, che – dopo l’invasione della Russia in Ucraina – stanno lentamente perdendo la loro aura di neutralità durata finora. Il 66,9% dei votanti si è dichiarata a favore dell’adesione. Negli ultimi 30 anni, grazie a una speciale clausola, la Danimarca non ha partecipato alle iniziative a tema difesa e sicurezza dell’Unione. Adesso il paese potrà prendere parte alle esercitazioni congiunte degli eserciti in UE, così come a missioni militari speciali e investimenti nella difesa. Solo la Danimarca e Malta hanno sfruttato questa clausola speciale di “neutralità”.
🇺🇦 LA NUOVA NAVE RIGASSIFICATRICE ITALIANA, IL TUMORE DI PUTIN, LA CRISI IN ESTONIA: VERSO IL WEEKEND
(3) Proseguono le manovre dell’#Italia per uscire sempre più dalla dipendenza dal gas russo (la cui quota utilizzata si è assestata, prima dell’inizio della guerra, al 40% del fabbisogno totale). La Società nazionale metanodotti (SNAM) ha acquistato la prima di 2 navi-rigassificatrici, chiamata Golar Tundra, per 330 milioni di euro. Può essere utilizzata sia per trasportare il gas liquefatto, sia per trasformarlo allo stato gassoso (quando ormeggiata in un porto). Potrà lavorare circa 5 miliardi di metri cubi all’anno, contribuendo al 6,5% del fabbisogno nazionale. È probabile che venga sistemata nel porto di Piombino (in provincia di Livorno), dove le trattative per le varie autorizzazioni sono già ben avviate, oppure a Ravenna. In tutto ciò si inserisce una notizia (molto dubbia, lo diciamo subito) diffusa dalla rivista statunitense Newsweek giovedì pomeriggio. In un articolo, è stato illustrato un rapporto delle agenzie di intelligence americane secondo cui il presidente russo Vladimir #Putin avrebbe in atto un tumore in stadio avanzato. A smentire l’esistenza del rapporto intanto l’NSC (il Consiglio per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti), dicendo che nemmeno il presidente Biden sarebbe a conoscenza di tale documento. Nell’articolo non ci sono riferimenti sulla presunta malattia, come e dove abbia sostenuto un trattamento per diagnosticare/tentare di curare un tumore di questo tipo. Strano, secondo molti analisti, che un report così importante non sia stato trasmesso ai principali giornali americani (che non hanno dato alcuna copertura alla notizia), ma solo a una rivista abbastanza in declino come Newsweek. Non è la prima volta, specialmente dall’inizio della guerra, che numerose notizie di questo genere appaiano nei nostri feed, spesso senza alcun fondamento né fonte ufficiale, ma diffuse da tabloid scandalistici con informazioni impossibili da verificare con certezza. Tornando all’Unione, periodo difficile anche per l’Estonia, la cui prima ministra Kaja Kallas ha chiesto e ottenuto la rimozione di 7 ministri, accusati di aver avuto (e avere attualmente) contatti con la Russia anche dopo l’invasione in Ucraina. Ciò ha portato alla crisi di governo che sta facendo traballare la stabilità nel paese ed è probabile che presto venga rimpiazzato.
📱 LA COO DI FACEBOOK SI DIMETTE: SHERYL SANDBERG SI DEDICHERÀ AD ATTIVITÀ FILANTROPICHE
(4) Sheryl Sandberg, n.2 per anni di Mark Zuckerberg in #Facebook, ha deciso che – entro l’autunno – lascerà Meta dopo 14 anni di servizio come direttore operativo (COO). Ha avuto un ruolo chiave in diverse decisioni fondamentali per il funzionamento di Facebook, come ad esempio le strategie per la gestione degli annunci pubblicitari. Sandberg è stata al centro di numerose critiche nel corso della sua carriera al servizio del social, come quando nel 2016 affrontò le problematiche riguardanti le fake news dilaganti che – in qualche modo – portarono all’elezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti, oppure quando nel 2018 scoppiò il caos derivato da Cambridge Analytica, società che utilizzò un gran numero di dati privati provenienti da Facebook. Da tempo tutti erano a conoscenza che volesse lasciare Meta per dedicarsi ad altro, ma i vari scandali l’hanno convinta a rimanere al timone e aspettare tempi più tranquilli per fare spazio ad altre persone. Anche la decisa virata verso il #metaverso da parte di Zuckerberg ha cambiato le priorità all’interno del colosso, con la stessa Sandberg mai particolarmente interessata al mondo in questione (che ancora vive di difficoltà rilevanti dal punto di vista tecnologico e di utilizzo da parte del grande pubblico). La mossa di Zuckerberg è stata vista come una risposta al recente calo nei ricavi, dovuto principalmente alle nuove impostazioni sulla privacy nei dispositivi #Apple. È probabile che adesso la Sandberg si dedichi alla propria fondazione Lean It, specializzata in attività filantropiche in ambito parità di genere.
🇺🇸 NUOVE SPARATORIE IN USA: MORTI A TULSA (OKLAHOMA) E IN IOWA. INTANTO IL CANADA…
(5) Proseguono senza sosta le sparatorie negli Stati Uniti. Dopo le stragi di Buffalo e Uvalde è aumentata notevolmente la copertura mediatica e l’attenzione intorno a questi fenomeni, tragicamente diffusi negli USA da decenni. Due episodi questa settimana. Il primo nella giornata di mercoledì, a #Tulsa (Oklahoma), dove cinque persone sono morte all’interno di un ospedale. A sparare un uomo armato di pistola e fucile, che si è poi ucciso. Il tutto è avvenuto al secondo piano di una struttura distaccata del St. Francis Hospital. La polizia ha reso noto che l’uomo non è stato ancora identificato, né si sanno le motivazioni del suo gesto. Pare che comunque l’uomo sapesse esattamente dove andare e dove effettuare l’attacco. Il secondo di questa settimana è invece avvenuto nella città di Ames (Iowa), dove 3 persone hanno perso la vita in una sparatoria all’interno del parcheggio di una chiesa. Un uomo ha sparato a 2 donne per poi uccidersi. All’interno della struttura era in corso un’attività. Anche qui non sono chiare ancora le motivazioni. Se ancora negli Stati Uniti non si muove nulla in termini di limitazione dell’accesso alle armi, in #Canada, con una nuova proposta di legge ad hoc, il governo ha intenzione di vietare la vendita di numerose armi da fuoco all’interno del paese. Già dal 2020 sono vietate vendita, trasporto, importazione e uso di 1.500 modelli di armi da fuoco d’assalto. Resterà legale la vendita solo di fucili da caccia e per attività sportive, ma – anche lì – con parecchie limitazioni.
🎥 ARRIVA IL VERDETTO DEL PROCESSO DEPP-HEARD: L’ATTRICE RISARCIRÀ DEPP PER 10 MILIONI DI DOLLARI
(6) Si è chiuso il terzo processo tra Johnny #Depp e Amber #Heard, vinto dal primo lo scorso mercoledì. La loro storia è stata tra le più cliccate delle ultime settimane, ottenendo più spazio (in certi casi) persino della guerra in Ucraina. Tutto partì per un’allusione fatta dalla Heard in un articolo sul Washington Post, nel quale faceva intuire le violenze subite da Depp; adesso dovrà risarcire l’ex marito con 10 milioni di dollari. Secondo diversi analisti, questa rappresenta una sconfitta del movimento MeToo, che ha aiutato numerose donne a denunciare uomini violenti, poiché queste rischierebbero di essere denunciate a loro volta per diffamazione. A meno di due anni dal loro matrimonio, la Heard chiese il divorzio accusando Depp per violenze, chiedendo anche un’ordinanza restrittiva. I due poi si accordarono privatamente, dopo che la Heard ritirò le accuse. Nel 2018 invece Depp tornò in tribunale per citare il tabloid Sun, che lo aveva definito “picchiatore di mogli”, ma perse. Questo processo (il terzo appunto) è stato chiesto sempre da Depp, che aveva fatto causa alla Heard per 50 milioni di dollari, con l’accusa di averlo diffamato nel suddetto articolo del WP. Qui la Heard ha raccontato come, secondo lei, le istituzioni proteggano gli uomini accusati di abusi e i motivi per cui le donne che parlano vengano costantemente messe a tacere. Nel corso del processo sono venuti fuori diversi casi di violenza da entrambe le parti, ma il processo è stato vinto da Johnny Depp, con la giuria che ha ritenuto effettivamente diffamatorie le affermazioni della Heard, supportando anche le tesi dell’attore sulle violenze subite da lui stesso per mano dell’ex moglie. La donna, a sua volta, aveva citato l’avvocato di Depp di averla diffamata per aver considerato le accuse di abusi una montatura. In questo caso la Heard ha vinto la sua causa e dovrà essere risarcita di 2 milioni di dollari. Ha attirato grosse critiche anche l’idea di trasmettere in diretta il processo, trasformandolo in uno spettacolo di dominio pubblico e scatenando (come spesso succede) discussioni online e meme. La giuria inoltre non è stata isolata dal mondo esterno ed è probabile che sia stata influenzata anche dal grosso movimento che ha supportato Johnny Depp, soprattutto online. Amber Heard ha comunque fatto sapere che farà ricorso in appello.
Giretto intorno al mondo? Vediamo cosa è successo altrove questa settimana 👇
- Rodolfo Hernández e Gustavo Petro saranno i due candidati colombiani che andranno al ballottaggio per le elezioni presidenziali. Il primo è un populista di destra, il secondo un progressista di sinistra: poli totalmente opposti. Petro, al primo turno, ha raggiunto poco più del 40% delle preferenze, mentre Hernández si è fermato al 28%. La #Colombia non ha mai avuto un presidente di sinistra nella sua storia ed è noto come un paese tipicamente conservatore.
- In una finale molto discussa sia in campo che fuori, alla fine è il #RealMadrid a portare a casa – per la quattordicesima volta nella sua storia – la #ChampionsLeague, vincendo per 1-0 contro il Liverpool. Sabato scorso si è giocato allo Stade de France di Parigi, ma l’inizio del match è stato ritardato notevolmente per i disordini fuori dallo stadio. Il gol dell’1-0 finale porta la firma di Vinicius Junior, con l’unico tiro in porta dell’intera partita del Real.
- La scorsa domenica, in una gara 7 che lascerà strascichi per lungo tempo, i Boston Celtics hanno prevalso sui Miami Heat, conquistando le finali #NBA a 12 anni dall’ultima volta. Qui troveranno i Golden State Warriors. Nella prima gara delle 7 totali a disposizione, i Celtics si sono imposti in California e guidano 1-0 la serie.
- Entro il 31 ottobre, TIM, Cassa Depositi e Prestiti e Open Fiber discuteranno della creazione di una rete internet a banda larga unica, obiettivo ormai sul piatto da molto tempo.
- Pur avendo posizioni diametralmente opposte in ambito israelo-palestinese, Emirati Arabi Uniti e #Israele stesso continuano a migliorare i loro rapporti, specialmente dal punto di vista commerciale. È stato firmato un accordo di almeno 10 miliardi di dollari per i prossimi 5 anni al fine di accrescere il proprio commercio bilaterale annuo.
- Il nuovo fondo di maggioranza del #Milan prende il nome di RedBird, che ha concluso un accordo con Elliott Management in una trattativa che durerà fino a settembre. Elliott manterrà comunque una partecipazione di minoranza e rappresentanti nel cda. Il club è attualmente valutato 1,2 miliardi di euro.
- Restando in tema calcio, la prima edizione della Finalissima (partita tra le vincitrici di Europeo e Copa America) si è conclusa con una netta vittoria dell’Argentina sull’Italia. 3-0 il risultato allo stadio Wembley di Londra, davanti a più di 80.000 spettatori.
- Il deragliamento parziale di un #Frecciarossa poco prima della stazione di Roma Prenestina ha provocato ritardi a cascata tra Roma e Napoli. Entrando in una galleria, la locomotiva posteriore del treno è uscita dai binari, sbattendo contro l’ingresso della galleria e spezzandosi in più parti. Nessuno degli oltre 200 passeggeri è rimasto ferito. La velocità contenuta del treno (circa 80km/h) ha fatto sì che i danni fossero minori del previsto.
- La Commissione Europea ha votato favorevolmente all’adozione dell’euro da parte della Croazia. A luglio la decisione definitiva verrà presa da Parlamento Europeo e BCE. Se tutto andrà per il verso giusto, dal 1° gennaio 2023 la Croazia sostituirà la kuna croata con – appunto – l’euro.
- Dopo un cammino eccellente, la tennista italiana Martina Trevisan ha terminato la sua corsa al #RolandGarros di Parigi in semifinale, sconfitta dalla 18enne americana Cori Gauff, n.23 al mondo, che in finale ha però perso contro la n.1 al mondo Iga Swiatek. Domani sarà il turno della finale maschile tra Rafa Nadal e Casper Ruud.
- Colpisce ancora la politica autoritaria del presidente del Nicaragua Daniel Ortega. Nell’ultima settimana sono state sciolte circa 200 organizzazioni non governative, colpevoli di non essere registrate come “agenti stranieri”, ovvero autorizzate a ricevere fondi dall’estero. Per molti analisti si tratta dell’ennesimo tentativo di Ortega di evitare che la società si organizzi e mobiliti contro di lui. Dal 2018 ne sono state sciolte oltre 400.
Alla prossima 👋
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