#Generazione Elettrica
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abr · 1 month ago
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Così parlò l'uomo Volvo, azienda 100% CINESE dal 2010.
Ovviamente i poveri wokerelli di Open si guardan bene dal chiarirlo. Parla uno di loro, quelli che si credono sapientoni avanti pro ambiente. In realtà è proprio uno di loro: un venduto arretrato ambientalista 1.0 cioè un devastatore colonialista schiavista e in più sparaballe, pàrdon "narrative".
Pronuncia perle pura propaganda del tipo: "Noi spesso semplifichiamo dicendo che in Cina le cose costano poco perché non pagano i lavoratori, ma non è così. Lì, negli ultimi vent’anni, c’è stato un investimento enorme su tutta la filiera delle auto di ultima generazione (e per forza: se no rimanevano a copiar giocattoli di plastica, fatti male e tossici come quello che fanno adesso, ndr). Le rinnovabili da loro crescono molto più che in Europa (grandissima balla: restano il paese emettitore assoluto nr.1 al mondo, caxxi loro se sono tanti, ndr)...».
Poi crolla come un woke qualunque: a domanda: "Allora gli incentivi all’acquisto servirebbero a poco", lo sciagurato svicola come segue: «La vera svolta arriverà quando riusciremo a convincere le persone ad abbracciare queste tecnologie (è un problema di arretratezza tutto nostro, capito? ndr).
E procede imperterrito: «È vero, non basteranno più cinque minuti per fare il pieno (eufemismo, ndr) ma c’è il vantaggio, per chi può, di ricaricare l’auto anche a casa con prezzi infinitamente più bassi di benzina e diesel». Infinitamente più bassi ma dove? Anche "chi può", se ricarica l'auto, s'asciuga tutta la autoproduzione fv e deve comperarsi energia elettrica per la casa, come un comune mortale. Senza contare che "chi può", se solo avesse due auto elettriche in casa, non potrebbe più. E non parliamo di condomini! Se invece si usano le colonnine pubbliche di ricarica, si paga l'energia come il gasolio. Quindi è un falso boja faus. ndr. 
Impererrito prosegue (del resto, il livello del'audience aiuta): «Il racconto andrebbe un po’ cambiato, le persone andrebbero tranquillizzate (riecco l'arma woke per eccellenza: propaganda propaganda, ndr). E soprattutto va invertito il discorso sul grande spauracchio secondo cui se andiamo verso l’elettrificazione creiamo disoccupazione. È vero il contrario».
Ve lo dico: in casa abbiamo fin di peggio di Tavares.
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falcemartello · 11 months ago
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All'attenzione del sig. Santa Claus.
Con la presente Le comunichiamo i reati di cui dovrà rispondere in tribunale.
1) Lei si è dichiarato "Babbo", contribuendo al diffondersi del patriarcato e offendendo chi non si riconosce nella famiglia tradizionale come specificato dalla legge Papà Castoro del 1995.
2) Lei ha più volte utilizzato il suffisso "Natale" in spregio alla società multiculturale odierna. È inoltre al vaglio degli inquirenti la sua appartenenza al gruppo suprematista "Bianco Natale".
3) Lei non possiede una slitta elettrica di ultima generazione ed è entrato in ZTL chiuse al traffico inquinante, accorciando la vita del pianeta a tre anni, nove mesi, quattro giorni, dodici ore e ventisette secondi. Ora ventisei.
4) Lei applica costantemente il Body Shaming ai danni degli elfi. Quest'ultimi risultano essere stati da Lei assunti con regolare contratto a tempo indeterminato, in spregio alla flessibilità del mondo del lavoro.
5) Lei ha più case di proprietà (di classe G) site in Lapponia e al Polo Nord su cui non sta pagando alcuna Imu. Inoltre Lei non è ancora passato al mercato libero delle luminarie.
Le verranno comunque riconosciute le attenuanti date dalla sua Body Positivity, in quanto Lei non si è mai vergognato del suo normalissimo peso, e dalla sua collaborazione con la multinazionale Coca Cola.
Cordiali saluti,
Ministero della Verità e della Bontà.
(Matteo Brandi)
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palmiz · 2 years ago
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La Grande truffa elettrica:
Faccio spoiler di un paio di aspetti per i pigri:
"costo a km di una ricarica domestica = € 0,122 (€ 20,80 ÷ 170km = € 0,122)
- costo a km di una ricarica pubblica = € 0,217 (€ 35,60 ÷ 170km = € 0,209)
- costo a km di un pieno di benzina = € 0,109 (€ 74,40 ÷ 680km = € 0,109)
- costo a km di un pieno di Gpl = € 0,052 (€ 29,44 ÷ 560km = € 0,052) ."
( Per Un viaggio di 3 ore con auto termica, ne servono 6 con auto elettrica calcolando tempi di ricarica) . E per furgoni e tir , qualcuno mi spieghi come si farà a lavorare o con che costi... )
Evviva l’auto elettrica!
"Da un anno sono possessore di una auto Full Electric di ultima generazione: una Peugeot E-208 con una batteria da 50 KWh.
Mi sono fatto convincere dalle fandonie raccontate sul fatto che le auto elettriche sarebbero molto più convenienti di quelle con motore termico. Ebbene, posso dire con certezza, scontata sul mio portafogli, che le auto elettriche sono una colossale fregatura.
L'Unione Europea, non ho ben capito con quale logica e per quale interesse, spinge fortemente per la conversione totale della mobilità dal termico all'elettrico. I principali argomenti per convincere gli utenti a passare all'elettrico sono la scelta ecologica ed il risparmio.
Quanto alla valenza ecologica dei motori elettrici, non ho gli elementi per affermare se sussiste veramente ma ho seri dubbi anche in considerazione dell'enorme problema relativo allo smaltimento delle batterie esauste.
Per quanto riguarda invece la assoluta antieconomicità delle auto elettriche, e, problema di non secondaria importanza, la loro faticosissima fruibilità, ebbene qui ho solo certezze, raggiunte dopo un anno di calvario, sia pratico che economico.
Innanzitutto voglio spendere una parola sulla indegna malafede speculativa rappresentata dal costo addebitato all'utente per la energia erogata dalle colonnine pubbliche.
A fronte di un costo medio della energia domestica pari ad € 0,52/KWh, ho dovuto riscontrare che per le ricariche alle colonnine pubbliche viene praticato un costo pari ad euro 0,89/KWh, ovvero quasi il doppio.
Riguardo poi alla infruibilità delle auto elettriche, faccio presente che i motori elettrici di nuova generazione necessitano di batterie con una capacità di almeno 40kwh, che, a causa della rilevanza di tale capienza, necessitano di essere ricaricate quasi esclusivamente presso i punti di ricarica veloce visto che, con una ricarica lenta, per raggiungere il 100% ci vorrebbero almeno 14 ore.
Quindi il problema della scarsissima disponibilità di punti di ricarica pubblici viene enormemente acuito dalla necessità di accedere esclusivamente ai punti di ricarica veloce, che sono circa il 20% della totalità.
Da ciò deriva che se devi fare un viaggio, o ti prendi due giorni per fare 400 km oppure ti fermi almeno un paio di volte per ricaricare nelle postazioni di ricarica veloce, con una attesa per ogni ricarica di minimo un'ora (purtroppo anche la storia che con 20 minuti si raggiunge l'80% della ricarica è un'altra fandonia: ce ne vogliono almeno 40).
Si aggiunga poi che sulla rete autostradale italiana i punti di ricarica veloce sono rarissimi, il che significa che ogni volta che si ha bisogno di ricaricare si deve uscire dall'autostrada e percorrere a volte diversi chilometri aggiuntivi per raggiungere la postazione.
In sostanza un viaggio che con un motore termico richiederebbe tre ore di percorrenza, con un motore elettrico, se si è fortunati a trovare le colonnine funzionanti e libere, se ne impiegano almeno sei!
Veniamo ora alla tanto sbandierata "economicità" delle auto elettriche.
Mettiamo a paragone una piccola utilitaria con batteria da 40kWh ed autonomia di 170 km (che è la reale autonomia su percorso extraurbano rispettando i limiti di velocità, alla faccia della autonomia di 350 km dichiarata dalla casa), con la stessa utilitaria con motore termico a benzina e Gpl:
A) un "pieno" di energia effettuato collegandosi ad una utenza domestica costa € 20,80 (€ 0,52 x 40kwh = € 20,80);
😎 un "pieno" di energia effettuato collegandosi alle colonnine pubbliche costa € 35,60 (€ 0,89 x 40kwh = € 35,60);
C) un pieno di 40 litri di benzina costa € 74,40 (€ 1,86 x 40lt = € 74,40);
D) un pieno di 40 litri di Gpl costa € 29,44 (€ 0,736 x 40lt = € 29,44).
Nel paragone va considerato un "piccolo particolare": con un pieno di energia si percorrono al massimo 170 km, mentre con un pieno di benzina si percorrono almeno 680 km (considerando un consumo medio di 17 km/l) e con un pieno di Gpl se ne percorrono 560 (calcolando un consumo di 14 km/l).
E qui casca l'asino:
- costo a km di una ricarica domestica = € 0,122 (€ 20,80 ÷ 170km = € 0,122)
- costo a km di una ricarica pubblica = € 0,217 (€ 35,60 ÷ 170km = € 0,209)
- costo a km di un pieno di benzina = € 0,109 (€ 74,40 ÷ 680km = € 0,109)
- costo a km di un pieno di Gpl = € 0,052 (€ 29,44 ÷ 560km = € 0,052).
Quindi, tirando le somme, un pieno di carica elettrica alla colonnina costa il quadruplo di un pieno di GPL.
Il tutto senza considerare che una auto elettrica costa il 30% in più rispetto ad una pari modello termica e che una auto termica può durare anche 15 anni mentre una auto elettrica all'esaurimento delle batterie o della garanzia sulle medesime(dopo non più di 8 anni) vale zero.
Alla faccia delle "scelte ecologiche" per le quali subiamo pressioni da anni: facile così, tanto paga Pantalone.
A questo punto si può giungere ad una sola conclusione: va bene il Green, il rispetto dell'ambiente, l'etica ambientalista, va bene tutto, ma non a spese nostre, non costringendoci a spendere il quadruplo, e, soprattutto, non speculandoci sopra perché quando si tratta di mettere mano al portafogli la gente non è stupida".
(Da un utente del WEB)
PS 1: era scontato, le premesse ci stavano tutte ma in pochi ci "arrivavano", l'auto del futuro sarà per pochi eletti, si creerà un ulteriore distanza netta fra le caste e indovinate quale sarà quella sottomessa? ...
PS 2: per alimentare tutt' Italia,case private, industrie, auto, chi sa fare i conti dichiara che serviranno per restare green almeno 12 centrali nucleari... Quindi? Come faranno/ faremo?
PS3: in pochi sono preparati a spegnere gli incendi delle auto elettriche (che non sono pochi) , visto che servono attrezzature a parte adeguate, e in pochi meccanici ci sanno ancora mettere mano.
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mezzopieno-news · 2 months ago
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ITALIA, AUMENTO RECORD DI FONTI RINNOVABILI (+25%) E CALO D’EMISSIONI (-6%)
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I dati relativi al primo semestre 2024 segnano un forte avanzamento delle fonti rinnovabili in Italia, con una crescita del 25% ed una significativa diminuzione delle emissioni di CO2 (-6% contro -4% dell’Eurozona). L’analisi rileva il minimo storico per il contributo delle fonti fossili (38%) nella produzione di energia elettrica (10 punti percentuali in meno rispetto al semestre precedente).
Il miglioramento del mix energetico è stato spinto dal rimbalzo dell’idroelettrica (+65% dai minimi storici del 2022-’23), mentre nuovi importanti cali hanno riguardato l’utilizzo del carbone (-60% dopo il -30% del 2023), ormai ridotto ai minimi termini, e il gas naturale (-5%). In aumento marginale i consumi di petrolio. Il calo dei combustibili fossili è soprattutto concentrato nel settore elettrico (-32%), grazie al notevole incremento della quota delle fonti di energia rinnovabile nella generazione di elettricità, salita nel semestre al 44% della richiesta, il nuovo massimo storico.
In Europa un crollo della domanda di carbone nel semestre è stato del 24% mentre quello di gas naturale del 4%. I dati raccolti dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ENEA, indicano che l’indice composito ISPreD (Indice Sicurezza energetica, Prezzi dell’energia e competitività, Decarbonizzazione) che sintetizza lo stato della transizione energetica italiana, risulta in miglioramento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+10%). Rispetto al secondo trimestre 2023 l’ISPreD risulta in leggero miglioramento nelle dimensioni decarbonizzazione e prezzi dell’energia e competitività e in miglioramento più consistente nella dimensione della sicurezza energetica.
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Fonte: ENEA; foto di Rawpixel
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arcobalengo · 1 month ago
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🇳🇱UN PADRE OLANDESE HA IDEATO UN PROTOCOLLO PER LA PROPRIA FIGLIA ATTIVISTA PER SALVARE IL MONDO
🗣"Nostra figlia quindicenne si è commossa fino alle lacrime ascoltando il discorso di Greta Thunberg in TV ieri ed era arrabbiata con la nostra generazione “che non ha fatto nulla per 30 anni”. Quindi abbiamo deciso di aiutarla a prevenire “l’estinzione di massa e la scomparsa di interi ecosistemi”.
Daremo un futuro a nostra figlia e abbassiamo la temperatura del pianeta di 4 gradi centigradi in questo modo:
1️⃣Adesso andrà a scuola in bicicletta perché l’auto brucia combustibili fossili. Presto inizierà l'inverno e lei vorrà prendere un autobus, ma l'autobus funziona con un motore diesel, e questo, a nostro parere, non va a favole del Clima. Vorrebbe avere una bici elettrica. Ma le abbiamo mostrato la devastazione causata dall'estrazione del litio, quindi dovrà continuare a pedalare.
2️⃣Per iniziare ad abituarla a "fare a meno del gas naturale" abbiamo spento il riscaldamento della sua stanza. Adesso la temperatura scende la sera fino a 12 gradi, ma a volte in inverno scende fino a zero. In questo caso riceverà un maglione, un cappello, dei collant e dei guanti.
3️⃣Per lo stesso motivo abbiamo concordato che d'ora in poi farà la doccia solo con acqua fredda e lavi lei stessa i vestiti a mano, poiché la lavatrice e l'asciugatrice consumano molta elettricità.
4️⃣Tutti i suoi vestiti sono sintetici, cioè ricavati dal petrolio, pertanto, lunedì li porteremo al negozio dell'usato. Abbiamo trovato un eco-negozio che vende vestiti realizzati con lino, lana e iuta non tinti e non sbiancati. Non pensiamo che le staranno bene, la potrebbero anche prendere in giro i compagni di classe, ma questo è il prezzo che siamo disposti a pagare per il Clima. Il cotone è fuori discussione, viene portato da lontano e coltivato con utilizzo dei pesticidi.
5️⃣Abbiamo appena visto sul suo Instagram che si è arrabbiata con noi, anche se è abbastanza inutile. Quindi dopo le 19 spegneremo il WiFi e non lo riattiveremo fino a poco dopo cena domani. In questo modo risparmieremo energia, poi lei non sarà disturbata dallo stress elettromagnetico e sarà completamente isolata dal mondo esterno, così potrà concentrarsi sui compiti. Alle 23.00 toglieremo completamente la corrente elettrica così quando scende la sera farà veramente buio. Ciò farà risparmiare molta CO2.
6️⃣Non parteciperà più agli sport invernali. Non andrà da nessuna parte durante le vacanze perché le nostre solite destinazioni di vacanza sono praticamente inaccessibili in bicicletta. Ritornare a livelli di CO2 simili a quelli dei nostri bisnonni significa dover vivere come i vostri bisnonni, che non hanno mai avuto una vacanza o una bicicletta.
7️⃣Ora parliamo di cibo. Zero emissioni di CO2 significa assenza di carne, pesce, pollame o sostituti della carne a base di soia (che dopo tutto, cresce dove un tempo c'erano le foreste pluviali). Niente prodotti alimentari importati, poiché il loro trasporto ha un impatto ambientale negativo. E, infine, niente cioccolato dall'Africa, caffè dal Sud America, tè dall'Asia.
⚫️Solo patate, verdure e frutta olandesi. E solo coltivati sul terreno aperto, perché le serre sono riscaldate e illuminate artificialmente e questo è dannoso per il Clima. Può ancora mangiare il pane. Ma per produrre burro, latte e uova, formaggio e yogurt, ricotta e panna, servono polli e mucche, che emettono CO2. Niente gelato. Niente vino, birra o bevande gassate, queste bolle sono CO2. Voleva giusto perdere qualche chilo.
8️⃣Butteremo via tutta la plastica perché è prodotta in fabbriche chimiche. Getteremo anche tutti gli oggetti in acciaio e alluminio. Sapete quanta energia consuma un altoforno o una fonderia di alluminio? Infine, non riceverà più cosmetici, sapone, shampoo, crema, lozioni, balsami, dentifrici e farmaci, e produrrà lei stessa assorbenti con la biancheria. Proprio come prima.
👍 In questo modo eviteremo l’estinzione di massa e la scomparsa di interi ecosistemi.”
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leparoledelmondo · 11 months ago
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Hydroelectric generation
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Il paradosso tutto italiano è che nonostante la siccità, restiamo il paese che ha più pioggia e più corsi d’acqua di ogni altro paese europeo. Abbiamo 324 laghi ma siamo poverissimi di infrastrutture idriche. Oggi riusciamo a immagazzinare circa l’11% dell’acqua piovana che cade. Troppo poca. Secondo i dati di Terna (gestore delle reti per la trasmissione dell’energia elettrica dall’acqua), nei primi due mesi del 2023 la generazione di elettricità dell’acqua ha segnato un drammatico -51%, con febbraio che ha sfiorato il -60%. Il rischio è chiudere un anno peggiore del 2022, quando la lunga siccità in Italia aveva ridotto la produzione del 37,7%. Che fare? 
Nuovi invasi, nuovi bacini di raccolta e stoccaggio, impianti di pompaggio, sistemi di irrigazione tecnologici, ecco alcuni esempi che il Pnrr dovrebbe fare.
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voracita · 1 year ago
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E comunque, voi che amate così tanto l'inverno siete un po' maledetti. Lasciatevelo dire: amate l'inverno depressivo, quello del chiudervi fra le mura di casa e avere una buona scusa per non dovervi confrontare con l'idea dei corpi esposti, della gioia di vivere che esplode, dell'opportunità di scoprirvi e sperimentarvi nel mondo. Amate l'inverno dei ricchi, peggio ancora: il ceppo nel camino, la tv di ultima generazione, il riscaldamento in servizio permanente effettivo, le bollette di centinaia e centinaia di euro di cui, probabilmente, non dovete preoccuparvi. Altro è l'inverno di chi si trascina pendolare di stazione in stazione, di chi deve alzarsi presto la mattina per uscire quando è ancora notte e tutt'intorno gela, per poi rientrare dopo una giornata di lavoro, quando è di nuovo buio, e il gelo morde le ossa, e gli abiti per quanto pesanti non sono comunque adeguati alla stagione, perchè quel lavoro non permette un guardaroba idoneo e efficiente per ogni temperatura. Altro ancora è l'inverno di chi deve affrontare, per raggiungere scuola, università, lavoro, e in generale per vivere, i disagi della neve e del ghiaccio, non certo per settimane bianche, sciate e divertimenti natalizi, ma semplicemente per garantirsi l'opportunità di sopravvivere. C'è una neve estetica, una neve che è bella da vedere, toccare e sognare, una neve su cui scorrazzare in località alpine da 2-300 euro al giorno; e poi c'è la neve in cui affondi, che paralizza vite che già si muovono a fatica, che diventa immagine fisica di una lentezza, di un'asprezza del vivere che raggela l'animo, prima che il corpo, e contro cui una stufetta da quattro soldi o una borsa calda elettrica con scritto "se non hai altri, oggi ti scaldo io" di certo non basta.
Viva l'estate.
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bicheco · 1 year ago
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Bersani Ebbasta
Avrete certamente saputo della polemica Bersani (Samuele non Pierluigi) e Sfera Ebbasta, impossibile sfuggire alla "web-cazzata-del-giorno".
L'uno contesta all'altro di non saper cantare. Io per generazione, inclinazione, status mentale e costituzione sarei dalla parte di Samuele: per cantare bisognerebbe sapere cantare, per dipingere bisognerebbe saper disegnare e così via. Fin troppo ovvio. Tuttavia Sfera e i suoi simili, i cosiddetti trapper, non "cantano" bensì urlano, si sfogano, si "dichiarano" in forma di canzone. Detto ciò, a questi ragazzi rimprovero una cosa sola: non dovete usare l'autotuner. Mai! Assumetevi le vostre irresponsabilità! Sarebbe un po' come uno che vorrebbe partecipare al giro d'Italia, però con la bicicletta elettrica. Non è possibile. O pedali, e impari a pedalare oppure stoni, ma sempre!
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michiaman0mrorange · 1 year ago
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l'arco della pace: monumento messo in un'area pedonalizzata, di fianco al polmone verde di Milano, in una città dove devi pagare per entrare in centro se non hai un'auto elettrica
attivisti di ultima generazione: imbrattiamolo 🦍
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noneun · 2 years ago
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Chissà perché...
il tizio che propaganda il nucleare –inteso come fissione nucleare– dice che con il traguardo del prototipo a fusione nucleare inerziale di q > 1 raggiunto negli USA (ovvero una energia ottenuta maggiore di quella immessa) non si è più vicini ad un reattore funzionante.
Eccerto, fanno questi esperimenti per allontanarsi dall'obiettivo.
La frase esatta è stata:
"E questa è ovviamente una bella notizia e un passo avanti importantissimo per la ricerca. E quindi insomma siamo tutti contenti... Non siamo più vicini ad una applicazione tecnologica, non siamo più vicini alla generazione di energia elettrica da fusione."
Insomma, sprizza proprio gioia da tutti i pori per questo risultato e, da ingegnere quale è, dimentica che la ricerca è proprio ciò che avvicina ad una applicazione tecnologica. E per quanto manchi ancora molto al traguardo, non siamo certo più lontani.
Però se dici che questa gente pro fissione nucleare è in malafede è solo perché hai una paura irrazionale del nucleare. Eccerto.
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pettirosso1959 · 2 years ago
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Non succede, ma se succede, l'auto elettrica sarà la causa della più grande recessione di sempre
* Un Kg di gasolio contiene quasi 12 KW ora di energia, nello spazio di circa un decimetro e nel peso di circa 1 kg (poco di piu il primo, poco di meno il secondo).
* Una batteria al piombo contiene circa 0,04 kwh per kg... 300 volte di meno.
* Una costosissima batteria a base del raro Litio, fa ben 3 volte meglio di una al piombo (0,12 kwh ) , ma rimane sempre 100 volte sotto quella del gasolio. Una differenza abissale, che anche se il motore elettrico risulta 2,5 volte piu efficiente di quello endothermic ultima generazione, colloca le MIGLIORI batterie al mondo del costo di molte migliaia di euro 30 volte al di sotto della scatola di latta in foto.
* Stesso si può dire per tempo e facilità di ricarica. Il serbatoio di una utilitaria si riempie in pochi secondi con 500 kwh di energia.
Occorrono circa 100 ore da un'utenza domestica da 6kw per ottenere lo stesso risultato, anche le colonnine apposite richiedono varie ore per erogare la stessa energia.
Per non parlare della possibilità di carica da remoto, con una tanica da 10 Lt posso trasportare 120 kwh di energia, mi servirebbe una batteria al litio da 1000 chilogrammi (una tonnellata) per fare lo stesso.
FINE
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abr · 6 months ago
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Gli europei hanno fatto della transizione ecologica uno dei pilastri della propria politica economica e della loro stessa identità politica. La Commissione uscente ha stabilito target di decarbonizzazione e installazione delle fonti rinnovabili sempre più ambiziosi. Gli Stati membri stanno cercando di perseguirli con i due strumenti più vecchi del mondo: gli obblighi e i sussidi, cioè, in una parola, la politica industriale statalista in tutta la sua potenza.
Siamo sicuri che sia la via migliore? La risposta è no e la conferma arriva dal Texas.
Alla fine di quest’anno, secondo quanto racconta un dettagliato articolo del Financial Times, nel corso del 2024 il Texas avrà installato più pannelli fotovoltaici (rapportati alla popolazione) non solo di qualunque altro Stato Usa, ma addirittura di qualunque Paese al mondo. Anche in termini di incidenza sulla generazione di energia elettrica, il fotovoltaico texano a marzo ha scavalcato il carbone e superato altre realtà, come la California, che spesso vengono enfatizzate come esempi da seguire. Non colpisce solo il livello raggiunto dalle rinnovabili, ma anche la rapidità con cui esse si sono imposte, sostanzialmente negli ultimi quattro o cinque anni.
Eppure, il Texas non è certo un luogo ospitale per i seguaci di Greta: non ha una legislazione particolarmente favorevole per le rinnovabili, non ha incentivi generosi e tanto meno ha obblighi paragonabili ai nostri. Sono invece due gli ingredienti del successo texano, e si trovano esattamente dalla parte opposta rispetto a quella verso cui si guarda quando si dibatte di questi temi.
Il primo ingrediente è la libertà economica: in Texas le rinnovabili non godono di privilegi, ma tutte le imprese possono contare su un sistema di regole pensato per valorizzarne il contributo, non per mettere loro i bastoni tra le ruote. In Texas non ci sono i lunghi iter burocratici che, in California come in Italia, soffocano le rinnovabili assieme alle altre imprese. Quindi, il punto non è disegnare corsie preferenziali per le tecnologie alla moda, ma costruire un quadro normativo affidabile e aperto per tutti. Non è distribuire il Nimby ai nemici e le agevolazioni agli amici, ma creare un ecosistema a misura d’impresa. Il secondo ingrediente è che i pannelli fotovoltaici sono diventati sempre più competitivi, anche rispetto alle fonti energetiche tradizionali.
E questo dipende principalmente dalla concorrenza internazionale e dal basso costo del fotovoltaico cinese. Se c’è quindi una vera minaccia che rischia di mettere a repentaglio il modello texano, quella deriva dai dazi pretesi dal presidente più ambientalista di sempre, Joe Biden, e dai requisiti di “local content”. Se le rinnovabili prosperano in Texas è perché, in quel contesto, convengono davvero. Ma senza istituzioni favorevoli alla libera impresa, esse sarebbero al centro di quella stessa rincorsa tra sussidi e regolamentazione che le sta mettendo in difficoltà altrove, come in California (e in molti Paesi europei): It’s the economic freedom, stupid.
ambientalismo ignorante passé bovino, non (solo) per le scuregge al metano, vs. sostenibilità quella vera, quella che non ha bisogno di aiutini, via https://opinione.it/economia/2024/05/29/istituto-bruno-leoni-texas-usa-pannelli-fotovoltaici-california-biden/
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scienza-magia · 10 days ago
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Nucleare SMR per l'efficienza energetica
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Nucleare in Italia: costi, tempi e modello della newco Enel-Ansaldo-Leonardo. Il percorso non sarà semplicissimo tantomeno avrà effetti tangibili immediati. Nel paese cresce l’interesse per reintrodurre la generazione nucleare come fonti di produzione di energia elettrica. Per quanto varie iniziative stiano prendendo forma, inclusa la nomina da parte del governo di un esperto per valutare la percorribilità del processo e l’annuncio di una prossima legge delega per disciplinare il settore, il percorso non sarà semplicissimo tanto meno avrà effetti tangibili immediati. Da una parte serve convincere l’opinione pubblica rispetto alla possibilità di superare gli ostacoli - soprattutto in termini di sicurezza – che hanno portato per due volte gli italiani a votare no al referendum sul nucleare. Dall’altra, è necessario mettere bene a fuoco il fatto che, in ogni caso, anche la tecnologia che si trova allo stadio più avanzato non potrà entrare in funzione prima del 2030. Dunque significa attendere almeno altri 6 anni. È per questo motivo che nel frattempo sarà fondamentale portare avanti lo sviluppo delle fonti rinnovabili: soprattutto in Italia dove la dipendenza della formazione del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas resta molto elevata e per questo motivo il costo dell’elettricità è molto più alto di quella della media europea. Una situazione che non è più sostenibile per i cittadini, ma soprattutto per le imprese esposte alla competizione, che in alcuni casi di trovano ad avare la componente energia che pesa per oltre il 30 per cento dei costi di produzione. E sono proprio le imprese l’utente principale al quale verrà indirizzata la produzione nucleare, perché avrà costi più bassi del gas e potrà garantire continuità di produzione senza i problemi di intermittenza che hanno le rinnovabili. I mini reattori (SMR) disponibili solo a partire dal 2030 È sulla base di queste considerazioni che alcune società partecipate dallo Stato, e comunque operanti nel settore, hanno avviato trattative per costituire una società incaricata di svolgere tutte le valutazioni necessarie per adottare una tecnologia nucleare. Questa società non produrrà reattori, farà solo valutazioni e dovrà individuare le condizioni necessarie perché sia possibile creare una filiera produttiva in Italia che realizzi questi impianti su scala industriale. Tra le società coinvolte c’è Enel, il gruppo elettrico italiano che ha un grande know how sul settore perché gestisce e ha realizzato impianti: ne ha avuti in eredità in Spagna e in America Latina attraverso l’acquisizione di Endesa e in Slovacchia dove, attraverso una società partecipata in minoranza, ha completato la costruzione e avviato l’entrata in funzione di una centrale nucleare. Si tratta di nucleare tradizionale: dunque impianti così grandi da dover essere realizzati in loco con costi nell’ordine di decine di miliardi di euro. Altri partner di Enel sono il gruppo Ansaldo, gruppo operativo nel settore nucleare su vari fronti, e Leonardo. L’attenzione oggi, in realtà non solo in Italia ma un po’ in tutto il mondo, è per i mini reattori nucleari modulari (SMR) che si avvalgono di tecnologie di terza generazione: sono molto più piccoli degli impianti tradizionali (grandi meno della metà di un campo da calcio) e sono considerati più sicuri, perché hanno sistemi automatici per il raffreddamento del reattore – che continua a produrre calore anche dopo lo spegnimento – con l’utilizzo di acqua e senza bisogno che intervenga un operatore.
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Nucleare in Italia: costi, tempi e modello della newco Enel-Ansaldo-Leonardo Quindi può essere creata una filiera che produca questi modelli a moduli e poi li venda in Italia o li esporti anche all’estero. Prepararsi per tempo a dare vita a una filiera significa assicurarsi, ad esempio, che le materie prime che servono siano disponibili a rendere competitivo il prodotto in termini di prezzo nel momento in cui deve essere venduto. Insomma, evitare che accada quanto successo con i pannelli fotovoltaici, la cui produzione è delocalizzata in Cina e produrre in Europa ormai è troppo costoso. Le dimensioni più contenute consentono di poter costruire questi moduli all’interno di capannoni industriali per poi essere trasportati e assemblati nei luoghi dove deve essere istallato un impianto. A investire sulla produzione e costruzione dei mini reattori, una volta che sarà stata scelta la tecnologia da usare (che potrà essere usata su concessione dell’azienda che l’ha sviluppata) saranno soggetti vari: le utility oppure gli stessi distretti di imprese. A livello globale sono circa 80 i differenti progetti in fase di studio.I francesi stanno sviluppando una propria tecnologia (Nuward) e puntano alla commercializzazione nel 2030. In Inghilterra al lavoro c’è Rolls-Royce. Tra i maggiori sviluppatori della tecnologia SMR ci sono gli Stati Uniti. Sono tre gli operatori che stanno lavorando su progetti diversi: GE Hitachi, NuScale Power e Westinghouse. La tecnologia realizzata da quest’ultima potrebbe attirare l’interesse italiano, per l’avanzato stadio e per i costi più competitivi; starà però alla nuova società a guida Enel fare tutti gli approfondimenti necessari per stabilire con quale tecnologia realizzare gli impianti che eventualmente saranno realizzati in Italia. Al lavoro ci sono ovviamente anche i cinesi, con la tecnologia ACP100, ad oggi il progetto più avanzato e in fase di esercizio sperimentale. Nel frattempo si lavora anche allo sviluppo degli AMR, che hanno un sistema di raffreddamento a piombo. Richiedono circa 15 anni per arrivare alla commercializzazione, ma hanno il vantaggio di utilizzare combustibili diversi da uranio e plutonio e di ridurre drasticamente i volumi e la durata delle scorie, potendo bruciare il combustibile esaurito in altri impianti. L’idea di fondo è quella di partire con la prima tecnologia disponibile e via via adottare poi quelle nuove più efficienti. In Italia attesi fino a 40 SMR: investimenti per 40 miliardi L’interesse è legato soprattutto alle grandi quantità di energia elettrica che sarebbe prodotta a costi ritenuti competitivi. Una utenza elettrica deve essere alimentata per 8.760 ore l’anno: gli SMR garantiscono un’alimentazione costante, come il gas d’altro canto. Il fotovoltaico oggi riesce a fornire un’alimentazione per 1.500 ore. Una volta standardizzato il modello di produzione, l’SMR avrà un costo di realizzazione di 3,5 milioni a megawatt (5,5 milioni il costo stimato del prototipo). Gli impianti fotovoltaici “utility scale” hanno un costo di 1,2 milioni a megawatt, costo che però rapportato al numero di ore più basso che essi possono alimentare, rende due volte più oneroso l’investimento, in rapporto al ritorno, rispetto a quello per gli SMR. I quali possono, quindi, garantire un prezzo di vendita dell’energia elettrica più basso. Un SMR in media ha una potenza di circa 300 megawatt, quindi l’investimento dovrebbe attestarsi attorno a un miliardo di euro ciascuno. Secondo alcune ipotesi, che non sono però da ricollegare al lavoro della nuova società che peraltro deve ancora essere costituita, in Italia potrebbero servire 30-40 mini reattori nucleari. In base a questi numeri, il nucleare garantirebbe una potenza istallata tra 12 e 16 gigawatt, che rappresenta circa un decimo dell’attuale potenza di generazione in Italia, pari a 130 gigawatt. Dunque, le dimensioni limitate di questi reattori significano che non sono in grado di coprire il fabbisogno delle grandi città e che devono essere impiegati per attività produttive energivore, come le imprese o come i data center che saranno necessari per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Enel: 40 manifestazione di interesse dalle Big Tech per i data center A proposito di data center, l’Enel negli ultimi tre-quattro mesi Enel ha ricevuto circa 40 lettere di interesse da operatori internazionali di tutto il mondo che vorrebbero realizzare data center in Italia, tanto che la società ha costituito un apposito team per lavorare a questo nuovo ramo di business. Tra questi operatori ci sono le Big Tech, tra le quali Google e Amazon, ma anche società di sviluppo immobiliare come Starcom. Il gruppo elettrico gestisce la rete alla quale vanno allacciati questi centri, ma dispone anche di siti potenzialmente interessanti perché molto interconnessi alla rete e spesso vicini al mare. Ad esempio, quelli delle centrali a carbone di via di chiusura a Civitavecchia, Brindisi, Venezia e in Sardegna. E non solo: altri siti possono essere le aree limitrofe alle stazioni ferroviarie. Le Big Tech hanno iniziato a stipulare accordi per forniture di energia nucleare, come ha fatto Google con Westinghouse. È chiaro che puntano a un tipo di alimentazione elettrica costante e consistente, come quella degli SMR, combinata a sistemi di batterie e impianti rinnovabili. L’interesse, in ogni caso, è soprattutto per il nord Italia. Enel, comunque, ha diversificato il suo presidio su tutte le tecnologie: ha siglato un accordo con Newcleo, che sta lavorando sugli AMR. Ma non c’è solo la fissione: la novità recente è l’accordo per studiare progetti sulla fusione, diversi dal mega progetto Iter in Francia, al quale collaborano le maggiori potenze mondiali, Russia inclusa. Il gruppo elettrico italiano sta collaborando con la start up californiana TAE, che assieme a Google utilizza l’intelligenza artificiale per accelerare l’innovazione dei processi che possono portare a realizzare la fusione. In base alle conoscenze di oggi la fusione, in grado di generare grandi quantità di energia senza produrre scorie, non sarà disponibile come tecnologia prima del 2050. Chissà che l’intelligenza artificiale e i grandi investimenti privati, che le start up californiane sono in grado di catalizzare, non riescano ad accelerare il processo. Read the full article
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levysoft · 27 days ago
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Osservata per la prima volta la cosiddetta corrente chirale, ossia una corrente costituita da elettroni perfettamente ordinati nella stessa direzione: a studiarla e generarla è stato il gruppo di ricerca internazionale guidato da Federico Mazzola, del Sincrotrone Elettra di Trieste, nella ricerca pubblicata sulla rivista Nature.
Il fenomeno potrebbe trovare in futuro applicazioni in molti campi dalle tecnologie quantistiche al biomedico fino alle energie rinnovabili.
"In realtà è ancora molto difficile prevedere che applicazioni potrà avere questo fenomeno, la cosiddetta corrente chirale, perché è sostanzialmente una totale novità. La sua esistenza era stata prevista ma non era affatto scontata la possibilità di poterla produrre", hanno detto all'ANSA Mario Cuoco e Rosalba Fittipaldi, dell'Istituto Superconduttori, materiali innovativi e dispositivi del Consiglio Nazionale delle Ricerche, tra gli autori del lavoro che ha coinvolto fra gli altri anche Università di Salerno e Università di Cracovia.
Alla base del fenomeno c'è il più noto effetto fotoelettrico, ossia la capacità della luce, in determinate circostanze, di indurre la generazione di una corrente elettrica quando colpisce alcuni materiali. Un principio ampiamente usato ad esempio nei pannelli fotovoltaici.
"In questo caso – hanno aggiunto Cuoco e Fittipaldi – abbiamo realizzato dei materiali molto particolari, con una loro speciale organizzazione interna, tali che quando vengono colpiti dalla luce provocano il rilascio di elettroni tutti con lo stesso spin, una caratteristica degli elettroni". Si genera così un fascio di elettroni incredibilmente ordinato secondo 'un verso', la cosiddetta corrente chirale che potrebbe in futuro essere sfruttata in varie applicazioni proprio per le sue caratteristiche differenti rispetto alle correnti 'normali', dove convivono invece tutti gli spin.
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mezzopieno-news · 5 months ago
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PRODURRE ENERGIA DALLE VIBRAZIONI: LA SCOPERTA COREANA
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Una tecnologia di alimentazione di nuova generazione può generare energia in modo costante sfruttando le micro-vibrazioni presenti in innumerevoli contesti che ci circondano.
Il Korea Research Institute of Standards and Science ha sviluppato un metamateriale che intrappola e amplifica le micro-vibrazioni trasformandole in elettricità. Questa fonte di energia onnipresente può sopperire alla variabilità di altre forme di produzione di energia pulita spesso influenzate dalle condizioni meteorologiche. La sua capacità di generazione di energia costante e stabile può escludere il bisogno di accumulare l’energia e il conseguente uso di batterie. Il metamateriale sviluppato dai ricercatori coreani intrappola e accumula micro-vibrazioni al suo interno e le amplifica di oltre 45 volte. Applicando la raccolta delle vibrazioni con il metamateriale sviluppato, il team di ricerca è riuscito a generare più di quattro volte più elettricità per unità di superficie rispetto alle tecnologie convenzionali.
Il metamateriale sviluppato ha una struttura sottile e piatta, più o meno delle dimensioni del palmo di una mano, che gli consente di essere facilmente attaccato a qualsiasi superficie in cui si verifichi una vibrazione. Poiché la sua struttura può essere facilmente modificata per adattarsi all’oggetto a cui verrà attaccato, la sua gamma di applicazioni è molto ampia. Queste caratteristiche possono consentire la generazione di energia elettrica su larga scala e con impatto ambientale estremamente limitato. “É la prima al mondo che si riesce ad accumulare e amplificare con successo le vibrazioni utilizzando un metamateriale di superficie che le intrappola temporaneamente”, ha affermato Lee Hyung Jin del KRISS.
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Fonte: Korea Research Institute of Standards and Science via Science Direct; foto di Jordi Torrents
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antennaweb · 6 months ago
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