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PRIMA PAGINA Libero di Oggi lunedì, 04 novembre 2024
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[Oriana Fallaci:] Maestà, lei è il monarca che ha regnato più a lungo tra quelli che oggi sono rimasti sul trono. E, in un’epoca che ha visto la caduta rovinosa di tanti re, lei è l’unico monarca assoluto. Le capita mai di sentirsi solo in un mondo così diverso dal mondo in cui crebbe? [Hailé Selassié:] Noi riteniamo che il mondo non sia affatto cambiato. Noi riteniamo che questi cambiamenti non abbiano cambiato nulla. Non vediamo nemmeno differenze tra repubblica e monarchia: a Noi sembrano due modi sostanzialmente uguali di governare un popolo. Avanti, Ci dica: qual è la differenza tra repubblica e monarchia? [D] Veramente, Maestà… Ecco, a Noi… voglio dire… a me sembra d’aver capito che nelle repubbliche dove esiste la democrazia il capo viene eletto. Nelle monarchie invece no. [R] Non vediamo la differenza. [D] Non importa, Maestà. Cosa pensa della democrazia? [R] Democrazia, repubblica: cosa vogliono dire queste parole? Cos’hanno cambiato nel mondo? Gli uomini sono forse diventati più bravi, più leali, più buoni? Il popolo è forse più felice? Tutto continua come prima, come sempre. Illusioni, illusioni. E poi bisogna vedere gli interessi di un popolo, prima di sovvertire con le parole. A volte la democrazia è necessaria e Noi pensiamo che alcuni popoli africani possano adottarla. Ma altre volta essa è un danno, un errore.
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Intervista rilasciata dall'imperatore d'Etiopia Hailé Selassié nel giugno del 1972, raccolta in:
Oriana Fallaci, Intervista con la Storia - Nuova edizione ampliata e riveduta, B.U.R. / Rizzoli, 1981⁵, pp. 376-377.
NOTA: il Negus Neghesti fu deposto il 12 settembre 1974 e venne tenuto in prigionia nel palazzo imperiale fino al 27 agosto 1975, giorno del suo assassinio avvenuto per ordine del leader golpista Menghistu Hailé Mariàm.
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Al Sindaco di Martina Franca
Egregio Sindaco,
offriamo alla Sua riflessione e a quella del Consiglio Comunale alcune valutazioni sulla figura di Carol Wojtyla alias Giovanni Paolo Secondo.
Nel suo ruolo di Monarca vaticano ha stretto la mano a dittatori crudeli come Pinochet.
Ha dato un supporto senza precedenti all’Opus Dei, una organizzazione che ha dato particolare sostegno alle dittature di destra violente e sanguinrie dell’America Latina.
Ha dato copertura planetaria ai pedofili clericali con la direttiva De Gravioribus.
Ha avviato una campagna di demonizzazione in Africa contro l’uso dei preservativi la cui assenza ha causato la morte per HIV di un numero incalcolabile di persone, compresi bambini.
Ha dato potere assoluto a Paul Marcinkus messo a capo dello IOR nel periodo del crack del Banco Ambrosiano e dell’omicidio di Roberto Calvi, e ne ha negato l’estradizione.
Ciò che emerge dalle inchieste giornalistiche sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, conferma che le coperture su quanto realmente accaduto, furono di tale mole che, a distanza di quaranta anni nessuna inchiesta potrà mai più disvelare come è stata fatta sparire.
Il 22 giugno 1983 Emanuela Orlandi scomparve e nessuno dei suoi cari potrà mai avere il conforto delle sue spoglie, ove fosse stata, presumibilmente uccisa.
Carol Wojtyla all’epoca era il Monarca assoluto del Vaticano e oggi, nella Città che Lei amministra, il suo nome è omaggiato con la intitolazione del palazzetto dello sport, il PalaWojtyla.
Nel quarantesimo anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi in nome del partito che rappresentiamo, Le chiediamo di revocare l’intitolazione a Giovanni Paolo II del palazzetto dello sport.
Alla luce delle già indicate considerazioni, mantenere quella intitolazione è quantomeno imbarazzante.
Cordialità
Carla Corseti
Segretaria nazionale di Democrazia Atea
Giuseppe Ancona
Referente di Democrazia Atea di Martina Franca
ww.democrazia-atea.it
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철인왕후 - Mr Queen
Oggi consiglio un k-drama, ovvero una serie televisiva coreana. È su Viki ed è in coreano sottotitolata in italiano. La trama è la seguente (la copio da qui)
Nell'era moderna, Jang Bong-hwan è uno chef che lavora per i migliori politici del paese alla Casa Blu. Ha uno spirito libero, ma un giorno si ritrova nel corpo della regina Cheorin nel periodo Joseon. Re Cheoljong, il monarca regnante, è una persona gentile e accomodante, tuttavia, è re solo di nome: la regina Sunwon, la moglie del defunto re Sunjo, esercita il vero potere nel paese e lo ha relegato a una figura di spicco. Anche il suo ambizioso fratello minore, Kim Jwa-geun, desidera il potere. La regina Cheorin scopre presto che re Cheoljong non è quello che sembra e che ha un lato oscuro e sospetto in lui.
Un cuoco, un uomo del XXI secolo, si ritrova nel corpo di una regina, moglie di un re coreano che, storicamente, è stato in carica dal 1849 al 1864. La storia non è proprio fedele alla Storia, gli autori si prendono delle libertà e cambiano il destino del re, ma è raccontata in maniera tale da essere avvincente e divertente (si ride parecchio), pur nella sua tragicità: il re, storicamente, è visto come un burattino nelle mani delle famiglie nobili, va da sé che ci saranno parecchie difficoltà, lotte, ribellioni e scene d'azione.
Quello che mi spinge a parlarne oggi è il fatto che sia l'8 marzo. Il cuoco si trova nel corpo di una regina, una donna nella corea del XIX secolo, che già ora le donne coreane si sognano la libertà e le sicurezze di quelle occidentali (!), figuriamoci allora.
È stato estremamente istruttivo pensare a come avrei fatto io in determinate occasioni, per poi rendermi conto che lui, ora, è una lei, e certe cose non le può fisicamente o socialmente fare, anche con la carica di regina.
Davvero, se c'è un modo per cambiare prospettiva, è questo K-drama, lo consiglio a tutti.
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La “città ideale” di re Carlo non piace agli abitanti del Kent: “Danneggia l’ambiente e farà schizzare i prezzi delle case”
LONDRA – Re Carlo III è in terapia contro il cancro e ovviamente tutto il Regno è con lui in questa dura battaglia. Tuttavia, in questi giorni il monarca, che oggi ha presentato anche le prime storiche banconote e sterline con il suo nome e volto, ha irritato alcuni residenti del Kent, per un nuovo progetto di edilizia urbana da 2.500 case su 130 ettari di terreno di una cittadina storica della…
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Carlo III d'Inghilterra: quale futuro dopo l'annuncio della malattia
La notizia del cancro di Carlo III d'Inghilterra ha scosso l'intero Regno. E' stato lo stesso re a volere una comunicazione trasparente "per prevenire speculazioni e nella speranza che possa aiutare la comprensione pubblica per tutti coloro che nel mondo sono affetti da cancro" come si legge nel comunicato ufficiale. Gli impegni reali saranno rispettati per quanto possibile ma non si esclude che la situazione generale cambi e che il sovrano debba in qualche modo cedere lo scettro. Le ipotesi sul futuro del Regno Unito, se Carlo non dovesse essere più in grado di svolgere le sue funzioni, sono due: l'abdicazione o l'attuazione del Regency Act. Carlo III d'Inghilterra abdicherà? Non è trascorso neanche un mese dal 14 gennaio, quando l'83enne regina Margherita II di Danimarca ha annunciato la sua intenzione di abdicare in favore del figlio Frederick. Gli acciacchi dell'età sarebbero stati il motivo di questa decisione. A poche settimane di distanza, con l'insorgere di seri problemi di salute, più di un osservatore ritiene che re Carlo dovrebbe fare altrettanto. Dovrebbe abdicare in favore del figlio William che, tra l'altro, sembra pronto all'incarico. In Europa sono stati sette i sovrani che hanno abdicato mentre nel Regno Unito si è verificato un solo caso prima. Nel 1936 Edoardo VIII abdicò in favore del fratello Albert per sposare una donna divorziata. Albert salì al trono col nome di Giorgio VI, il nonno di re Carlo. Cosa sono i Regency Act Nel caso in cui il sovrano non voglia percorrere questa strada, si potrà ricorrere ai Regency Act. I Regency Act sono atti emanati dal Parlamento britannico nel caso in cui il sovrano non possa esercitare la sua carica. Tali atti si adottano quando: - il monarca è reso incapace di governare da una malattia fisica o mentale - quando sale al trono ancora minorenne - quando è il primo in linea di successione e ancora minorenne Nel 1811, per esempio, re Giorgio III fu dichiarato in capace di regnare dopo che fu nuovamente colto dalla malattia mentale in seguito alla morte della figlia Amelia. Le sue veci furono fatte dal primogenito Giorgio, principe di Galles, fino al 1820. Quell'anno il monarca morì e il reggente/erede salì al trono. Quanto alla terza ipotesi, la storia conta diversi casi anche piuttosto recenti. Quando nel 1936 salì al trono Giorgio VI, la sua presunta erede, la principessa Elisabetta, non aveva ancora compiuto 18 anni. Fu, pertanto, necessario redigere un Regency Act. In quell'occasione, in realtà, fu cambiata l'intera normativa. Da allora in poi fu stabilito che il reggente fosse un erede della corona, di età superiore a 21 anni e che fosse suddito britannico. Un nuovo Regency Act, l'ultimo in ordine cronologico, risale a più di settant'anni fa, a quando nel 1952 salì al trono Elisabetta. A quell'epoca, il primogenito Carlo (attuale re), primo in linea di successione, era ancora minorenne. In quell'occasione fu stabilito che la funzione di reggente sarebbe stata assunta dalla sorella della regina, la principessa Margaret. Cosa potrebbe accadere oggi Nel 2022 la legge sul Regency Act è stata ulteriormente modificata prevedendo che la reggenza sia assunta dai "Counsellors of State", scelti tra i membri della famiglia reale. Nel caso in cui re Carlo fosse dichiarato inabile a governare, i reggenti avrebbero dovuto diventare: la regina Camilla, il principe William, Harry, Andrea e la sua primogenita Beatrice. Alla morte della regina Elisabetta, Carlo ha chiesto al parlamento di aggiornare la lista dei Consiglieri di Stato includendo anche il principe Edoardo e la principessa Anna. Una scelta imposta dal forzato allontanamento di Harry e Andrea, coinvolti in recenti scandali. In copertina foto di falco da Pixabay Read the full article
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17 dic 2023 10:30
“LA CONDANNA DI BECCIU ERA INDISPENSABILE PER PROSEGUIRE LE RIFORME VOLUTE DA PAPA FRANCESCO” – GIANLUIGI NUZZI: “DALLA SENTENZA, ARRIVO UN NUOVO COLPO A CHI CERCAVA DI OSTACOLARE IL PERCORSO DI RIFORME VOLUTO DA BERGOGLIO - ANCHE LE SCELTE RUVIDE SUL CARDINALE RAYMOND BURKE E SU CERTI VESCOVI AMERICANI ESPRIMONO LA MISURA DELL'ATTUALE CAPACITÀ DI GESTIONE – I MUGUGNI CURIALI SONO DOVUTI ALLA PROGRESSIVA RIDUZIONE DEGLI ORTICELLI ABUSIVI CRESCIUTI SOTTO IL COLONNATO. PER BERGOGLIO IL FUTURO DELLA CHIESA DEVE IMBOCCARE LA POVERTÀ PERCHÉ SOLO COSÌ SARÀ CREDIBILE. E I MERCANTI DEVONO USCIRE DAL TEMPIO” -
Estratto dell’articolo di Gianluigi Nuzzi per “la Stampa”
A poche ore dal compleanno del monarca Francesco, arriva la condanna per il cardinale focolarino Angelo Becciu, potente sostituto ai tempi di Tarcisio Bertone e ultimo fortino dell'italianità curiale uscita sconfitta dal conclave del 2013. Ci ha impiegato dieci anni Bergoglio a mettere in un angolo quel mondo che ha ostacolato in ogni modo le riforme.
Mancava Becciu, […] una delle menti politicamente più brillanti e scaltre nei sacri palazzi.
[…] Quella frase «voglio essere sepolto a Santa Maria Maggiore a causa della mia grande devozione» alla Vergine Salus Popoli Romani, diventa annuncio di rara forza e potenza. […] È il ciclo che si chiude di questo pontificato, nato da una rinuncia e una Chiesa in sofferenza. […] la scelta resa pubblica […] esprime una distanza siderale anche da quei giochi di potere scattati da mesi e che si intensificano di chi scommette che, in fondo, il papa sta peggio di quanto ci dicono. Nei sacri palazzi oggi c'è chi ascolta e interpreta le parole del pontefice e chi, invece, cerca di afferrare un quadro clinico, capire come sta.
Non per affetto ma calcolo sull'immaginario successivo conclave e rilanciare proprio quell'italianità che latita dai tempi di Giovanni Paolo I, quasi mezzo secolo. Tra i sussurri non manca chi spera in un nuovo pontefice di rottura con Bergoglio, con le sue spinte riformatrice teologiche, dogmatiche, curiali e della Chiesa nel mondo. Così, si misura lo spettro dei sibili della voce, si contano i giorni del raffreddore, si calcola l'angolatura della palpebra o del capo. Nulla di più scontato in questa Chiesa che, come ripete un vecchio detto, «ha duemila anni ed è sopravvissuta persino a certi sacerdoti».
In realtà, la salute è stazionaria, di certo aiutata dalla tempra e soprattutto rinvigorita dal carattere di un uomo che cede a ironia, sarcasmo e indulgenza di fronte a simili pochezze e calcoli sterili. I prossimi viaggi, Belgio e probabilmente Argentina, sono la risposta immediata alle chiacchiere e a quell'insinuante pettegolezzo detestato da sempre da Francesco. Anche le scelte ruvide sul cardinale Raymond Burke e su certi vescovi americani esprimono la misura dell'attuale capacità di gestione, con o senza il raffreddore.
Qualcuno ricorda che persino il conservatore Benedetto XVI al termine del pontificato allontanò monsignori ritenuti partecipi a una lobby gay combattuta dal papa tedesco già ai tempi della Congregazione per la dottrina della Fede. Il paragone è ingeneroso, frutto dei mugugni curiali per questa progressiva riduzione degli orticelli abusivi cresciuti sotto il Colonnato. […]
la condanna di Becciu era indispensabile per proseguire, senza indebolirsi e lasciare la Chiesa alle cure Vergine, non dei mercanti. Ne sono passati troppi. A iniziare da monsignor Paul Casimir Marcinkus: un giorno allontanò in malo modo Albino Luciani, non ancora papa ma patriarca a Venezia, dicendogli di correre a curare le pecorelle perché «non si amministra la Chiesa con le Ave Maria e al suo futuro ci penso io». No, per Bergoglio, invece, il futuro della Chiesa deve imboccare la povertà perché solo così sarà credibile. E i mercanti devono uscire. Senza festeggiare nemmeno i compleanni.
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CLEOFI, CAPO GUERRIERO.
Nel 326 a.C. Alessandro Magno partì alla conquista della valle dell'Indo (oggi tra Pakistan e India) dove si stabilirono gli Asvaka, un popolo fieramente indipendente. Quando gli Asvaka videro che i macedoni avanzavano minacciosamente, radunarono un grande esercito per contenerli, ma dovettero soccombere alla spinta falangista. Le truppe sopravvissute fuggirono rapidamente per rifugiarsi nella città di Massaga, il cui sovrano era un giovane re di nome Asaac. Quando i Greci iniziarono ad assediarlo, questo monarca fu ucciso e gli successe Cleofis, che secondo la storia era sua madre. Cleophis immediatamente dopo aver preso il comando organizzò e ordinò la difesa della città. Alla testa dei suoi difensori, dove oltre ai soldati c'erano anche centinaia di donne da lei reclutate, resistette per diversi giorni contro Alessandro. Ma vedendo che giorno dopo giorno la fortezza crollava a causa del gran numero di morti e feriti e della mancanza di rifornimenti, Cleofis fu costretta a deporre le armi e parlamentare con il re macedone che le permise di mantenere il suo status di regina e ritirarsi. con i sopravvissuti da lei scelti. La storia racconta che Alessandro successivamente distrusse Massaga.
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#Italian 23.feb.23 23 Febbraio 2023 Come scritto a Prasanthi Nilayam oggi Un Re capace mantiene i ministri sotto controllo, li dirige per linee corrette e mantiene la pace e la sicurezza nel regno; un Re che permette invece che i ministri lo controllino non merita il trono, viene rifiutato e disonorato, il suo regno non ha pace né sicurezza. La mente è il monarca dell’essere umano e i sensi sono i ministri ma essa è diventata schiava dei suoi servitori per cui il regno non ha pace. Ogni aspirante spirituale che voglia ottenere la manifestazione ed espansione del Divino in sé deve quindi acquisire la padronanza dei sensi; questo è il primo passo. Il prossimo è costituito dalla conquista della mente, dalla sua eliminazione. Lo sradicamento delle tendenze innate (vasana) è il terzo passo e il raggiungimento della saggezza spirituale (jnana) è il quarto. I sensi sono i rami, la mente è il tronco e le tendenze innate sono le radici; tutte e tre devono essere superate e distrutte in modo che la consapevolezza della Realtà Atmica possa essere acquisita. Discorso Divino del 6 maggio 1983 La tensione è il prodotto della mente che indulge nel ‘mi piace’ e ‘non mi piace’. Con Amore, Baba #sathyasai #saibhakta #sathyasaibaba #saibaba https://www.instagram.com/p/Co-xA7RO3gx/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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I Numeranden, le antiche fortezze elfiche, protette dall’energia delle Fonti di Eru.
2b - Appendice
L'ULTIMA LEGIONE DEI MIRNAFELL
LA STORIA DI MORGWERT
Nelle profondità dell’ala orientale delle rovine, giacciono i resti degli elfi che combatterono fino all’ultimo contro Shaleeb. Piu’ di cento giovani guerrieri elfici, l’Ultima Legione dei Mirnafell, trovarono la morte quando uno di loro, Morgwert, si diede alla fuga condannando i suoi compagni.
Nei giorni più bui della guerra contro la Grande Ombra, quando le Rocche Ancestrali dei nani cadevano una dopo l’altra sotto le armate del Tetro Monarca, la Grande Ombra decise di muovere guerra contro la nobile stirpe degli elfi.
Il primo obiettivo furono i regni elfici dei Mirnafell -Elfi di Mezzo- oltre i Monti Denti di Drago (l’attuale Ducato di Mithossia).
Per difendersi i Mirnafell si arroccarono nelle alte e poderose Numeruden [Case dalla Luna o Case di Eru] Templi antichissimi, costruiti dai primissimi Mirnelfnar (gli Elfi primigeni).
Questi sacrarii custodivano l’energia delle Sorgenti di Eru, o fonti elfiche, dalle leggendarie doti rigenerative e -si dice- alla base stessa della magia Elfica.
Impossibilitato a distruggere i Numeruden dall’esterno, la Grande Ombra mandò i suoi Generali dell’Incubo. Mostruose creature, alcune delle quali più antiche delle stelle, in grado di muoversi liberamente dal Piano Etereo a quello materiale e quindi capaci di manifestarsi liberamente nel Piano Materiale.
Shaleeb, madre dei ragni venne mandata nel palazzo di quello che oggi viene comunemente chiamato Bosco Aracno.
Durante la battaglia gli Elfi riuscirono a imprigionare Shaleeb in una delle ali del palazzo e la prossimità della Fonte Elfica -risparmiata dalla distruzione- impediva alla creatura di poter tornare al Piano Etero, rendendola per sempre prigioniera. Con lei rimasero, unici sopravvissuti, un centinaio di valorosi guerrieri elfi sotto il comando del coraggioso generale Eklener .
Questi guerrieri si fecero chiamare l’Ultima Legione e fecero promessa di uccidere Shaleeb o perire nel tentativo!
L’unica via di fuga rimasta per uscire dalle rovine del palazzo era il passaggio del Portale del Sole, ai piani superiori. Per aprire il portale occorrevano due pietre magiche, quella del Fuoco (Occhio di Hehiellendir) e quella della Luna (Lacrima di Eru) gelosamente custodite da Eklener il Generale Elfo.
La storia di Morgwert -
Morgwert era un mezzelfo orfano.
Raccolto dagli Elfi di Mirfanell (gli Elfi che vivevano un tempo nelle terre meridionali dell’attuale Ducato) venne cresciuto come uno di loro, seppur tra diffidenze e intolleranza.
Divenuto un guerriero di valore venne mandato alla difesa del Palazzo della Luna, una delle sedici Numeruden, o fonti sacre degli Elfi.
Si ritrovò bloccato nelle segrete del palazzo a combattere l’invasione di Shaleeb assieme al gruppo di guerrieri scelti di Eklener, un coraggioso condottiero che aveva fatto voto di riscattare il Palazzo o morire nel tentativo.
Dopo due rovinosi mesi di assedio buona parte del palazzo era crollata e la guarnigione ormai intrappolata nelle segrete si era stabilita nelle Cripte sotterranee, lontano dagli attacchi di Shaleeb.
Ma Morgwert non ne voleva sapere di morire come un topo.
In un momento di confusione, a seguito di una fallita incursione nella tana di Shaleeb attraverso una stretta scala a chiocciola verso i livelli superiori, Morgwert riuscì a sottrarre le due pietre magiche dallo scrigno di Eklener. Ma temendo di essere scoperto e passato alle armi come disertore, o peggio lasciato nudo nella tana di Shaleeb come traditore, rubò anche la pesante chiave di ferro che chiudeva le cripte -dove la guarnigione s’era stabilita- condannando i suoi compagni a morire seppelliti vivi.Ma nella fuga si imbatté in Shaleeb! Colpito da una delle spore venefiche di Shaleeb rimase ferito perdendo una delle pietre, quella di Eru, che Shaleeb raccolse per sé confondendola per una delle sue uova!
Morgwert riuscì a fuggire ai livelli superiori, ma senza una delle pietre non potè mai aprire il portale e morì anch'egli seppellito vivo tra le rovine del palazzo, folle, a un passo dalla salvezza.
La Canzone dei Mirnafell negli ultimi giorni di prigionia
Piegate son le ossa
strette nella fossa
lontani dalle stelle
dalla corteccia e dalle foglie.
Morgwert con occhi di topo
Il cuore stretto con un nodo
Il tradimento dei suoi fratelli
Il più orrido dei fardelli.
E strette son le mani
Tra le fauci dei cani
Lontane dalle colline verdi
dai palchi regali dei nostri cervi
Chi avrà pietà di te misero insetto
Gratta le tue unghie sul pallido petto
Urla alle sorde mura la tua disperazione
Di fiamme e pece la tua consunzione.
Tutti ci hai dannati, ad una morte senza spada.
Ma Eru ha parlato, nel sogno la profezia è rivelata.
Noi ombre senza pace saremo un dì placati,
Dalla donna di Veliandir* che ci benedirà consacrati!
A quale sorte di consegni oh triste verme senza rispetto
A scavare nella terra che rigetta il tuo spettro.
Ed ecco che la lama saetta, spada del nostro Generale,
Eklener, Eklener, vendetta! Colpisci il senza onore infame!
E allora i nostri nudi piedi
poseranno finalmente tiepidi
le palme sui prati fioriti
dei fioriti giardini dorati
Quando il pozzo di Vorgmorr si pascerà dell’anima tua
Ingrasseranno i cani col midollo del tuo cranio
Mille tarme di fuoco bruceranno nel tuo petto, oh eterno vespaio.
E non basteranno le urla di mille spettri torturati,
Per coprire le tua, ultimo fra i vivi, primo tra i dannati.
*Sarà infatti Iris, un chierico di Veliandir, a pronunciare la cerimonia di purificazione per liberare le anime dei non-morti della Legione.
Il pianto di Morgwert
Se mai mi chiamaste fratello
Se mai giocammo assieme al sole di Nursill [luglio]
Se mai condividemmo le dolci fanciulle
Che nella terza Luna di Mirnill si aprono all’amore
Ma mi chiamaste bastardo!
Messo all’ultimo desco, al freddo inverno di Norkel [novembre]
Con gelosia vi stringeste le vostre figlie
E mi lasciaste il freddo della spada e l’odio della guerra
E oggi vorreste vedermi fratello?
Oggi vorreste tornare con me al caldo di Nursill?
Oggi vorreste condividere le dolci fanciulle
Che fuggito di qui comprerò sotto la luna degli Uomini?
No fratelli bastardi!
Siederò solo al desco degli Uomini nel sole di Nursill.
Coglierò le loro figlie che mi scalderanno nelle notti d’inverno.
E vi lascio soli, col freddo della spada e l’odio della guerra.
#Campagna di Pestenera#Bosco Aracno#Modulo B2 appendice#Fonte Elfica#Riassunto#L'Ultima Legione#Mirnafell
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in un mondo di gente insospettabile che fa coming out come monarchica dinanzi alla morte del monarca di un altro paese, io sono quella che ride coi memini sui procioni depressi. in questo frangente i’m not like other girls (gn)
#le mie compaesane lesbiche democristiane che erano andate a Londra per il giubileo???!!??!#che minchia fai che cazzo dite ma ve li regalano i soldi? ma che!!!#e ora sono in lutto ovviamente. ma poi anche gente insospettabile#per di più anche tra ex compagni di uni. gente che conosce il funzionamento e la logica delle istituzioni non solo per sport ma proprio per#studio e sincero interesse. E SEI FAN DELLA MONARCHIA INGLESE? via la laurea subito oserei dire#gente che festeggia il 25 aprile e poi prova sincero cordoglio se muore il monarca di un ex impero coloniale che era tale non otto secoli fa#ma letteralmente fino a pochi decenni fa#e le conseguenze sono più che tangibili oggi e chissà ancora per quanto
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Medioevo?
Il giorno dopo l’insediamento del nuovo governo, uno dei meme più gettonati richiamava un ritorno a pratiche medioevali, sospettando l’avanzata o il ritorno di istanze che definire a volte conservatrici è un eufemismo. Se da una parte le prime avvisaglie, soprattutto sui diritti civili, sembrano dar ragione a chi lo temeva, c’è una precisazione che voglio fare, uno spezzare la lancia sul termine di paragone per definire queste svolte retrograde: il Medioevo.
Una premessa fondamentale: per ogni periodo storico è facile cadere nel tranello di immaginare il passato “con gli occhi del presente”. Voglio dire che un abitante di, per dire, Tallin del 1027 d.C. (o come va di moda adesso, e.v., che sta per era volgare), non sapeva certo di essere nel Medioevo: viveva essenzialmente il suo tempo, la sua cultura, le sue abitudini, e in base alla sua brillantezza intellettuale, ne seguiva i cambiamenti. Se può sembrare un’ovvietà, basta aprire libri di storia famosi per scoprire che è invece il metodo di critica a ogni periodo storico passato.
Orbene, il Medioevo è un periodo storico lunghissimo, per convenzione si fa coincidere, per noi europei, dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476, anno in cui Odoacre, generale probabilmente di origini unne, depose il piccolo imperatore Romolo Augusto fino ad avvenimenti del 1400: per alcune correnti storiografiche, con il viaggio di Colombo nelle Indie, che sappiamo benissimo fossero altro, nel 1492, oppure con la presa di Costantinopoli degli Ottomani, nel 1453, oppure la fine della Guerra dei Cento Anni, che finì nello stesso anno, e che era durata più del suo nome, 116 anni dal 1337 quasi ininterrottamente.
Qualsiasi sia l’episodio prescelto, sin dal periodo successivo, che ricordo sancisce per convenzione la fine della Storia Antica e l’inizio della Storia Moderna, ci fu un immotivato perseguimento di questi secoli: periodi bui, fatti di superstizioni, potere oppressivo della chiesa, caduta di valori umani, regresso tecnologico, politico e morale. Il culmine si ebbe nell’Illuminismo, soprattutto con la Scuola Scozzese, che prefigurando la Storia Umana come un continuo progresso, non poteva che vedere con disgusto quei secoli fatti di arretratezza. Tant’è vero che ancora oggi “medioevale” vale all'antica, (scherz.) antidiluviano, antiquato, arretrato, da medioevo, retrivo, retrogrado, sorpassato, superato (voce “medioevale”, Vocabolario dei Sinonimi e Contrari Treccani).
Tolti gli specchi deformanti, definizione questa di un grande storico europeo, Joseph Fontana, si scoprono che girano infinite balle su questo periodo, che come molte balle sono dure a morire. Dal Terrore dell’anno Mille, inesistente poichè la datazione dei coevi non veniva “codificata” come avviene oggi, e seguiva per dire gli anni di Regno del Monarca, oppure sul mitico ius prime noctis, definizione che non esiste in nessun documento dell’epoca, tranne, parola del mitico professor Barbero, in un documento della diocesi di Amies, dove veniva definita così la gabella che una giovane coppia dava al vescovo, in segno di benedizione, quando andava ad abitare una nuova casa; oppure la tortura come pratica “condivisa” per estorcere confessioni, pratica tra l’altro regolamentata nel 1215 da una bolla papale di Innocenzo III, che ne aboliva la benedizione. Si continuò a seguire il diritto romano e le prime decisive concessioni in senso “democratico” avvennero in questi periodi, si pensi alla Magna Charta libertatum, del 1215, documento che doveva garantire la tutela dei diritti della chiesa, la protezione dei civili dalla detenzione ingiustificata, offrire una rapida giustizia e limitare i diritti di tassazione feudali del Re d’Inghilterra, che pochi ricordano però fu disattesa da tutte le parti in causa (Corona, Nobiltà e clero) tanto che lo stesso Innocenzo III di cui sopra la abolì, facendo precipitare il paese nella prima guerra dei baroni. Non si era più sporchi che nei secoli successivi, nemmeno più stupidi e creduloni, e il ruolo degli intellettuali era libero, perfino in senso contemporaneo, al netto delle conoscenze e dei valori etici del periodo. Secondo Fontana, e questa cosa è stupefacente, si uccisero più donne di stregoneria nel 1700 che nel 1200, e l’ultima donna arsa viva al rogo ebbe supplizio in Svezia nel 1786, tre anni prima della Rivoluzione Francese. E persino la diceria che fossero terrapiattisti è del tutto fuorviante, dato che uno dei libri più letti, studiati e copiati di tutto il periodo fu il Tractatus de sphaera opera fondamentale di Giovanni Sacrobosco (che in realtà era inglese, John Of Holywood) che riprendendo i trattati tolemaici illustrava la sfericità della Terra. E basta pensare a Dante, alla nascita delle Università (Bologna, la Scuola Medica Salernitana simbolo anche di tolleranza religiosa, Parigi, Padova, Napoli e tante altre in tutta Europa), all’arte gotica, ad una cattedrale di quel periodo per comprenderne la grandissima tecnica e abilità di calcolo, di ingegneria e di architettura. Oppure una copia di un manoscritto o una miniatura di abbazia.
Chiudo con una provocazione: uno dei simboli del periodo era la gogna, strumento punitivo, di contenzione, di controllo, di tortura. Propriamente era un collare di ferro, fissato a una colonna per mezzo di una catena, che esponeva i condannati alla berlina: la berlina era una tavola, o lo stesso palo dove veniva legata la gogna, dove era mostrato al pubblico chi aveva commesso il reato. Va detto che come mezzo di punizione, ha avuto vita ben più lunga di qualsiasi pratica medioevale: quasi del tutto scomparsa solo nel XIX secolo, in alcuni paesi ancora oggi è utilizzata. Se non fisicamente, vale la sua variante contemporanea attraverso non la colonna o la catena, ma l’esposizione mediatica. Esempio lampante è il caso sollevato dalla trasmissione televisiva Le Iene, riguardo una relazione virtuale sentimentale tra un 24enne di Forlì e una certa Irene, in realtà un uomo di 64 anni di Forlimpopoli che per oltre un anno ha condiviso messaggi con lui, con il doppio suicidio del 24enne, una volta scoperto l’inganno, e del 64enne, dopo che la trasmissione lo aveva rintracciato e filmato in un servizio del programma. Nelle gogne medioevali, i condannati venivano messi al pubblico ludibrio solo a condanna avvenuta, e duravano poche ore: oltre a lanciargli cose, tra cui i liquami dei pozzi neri (da cui nascono tutte le locuzioni sul tema), pratica comune era fargli il solletico (a Canelli in provincia di Asti, durante la rievocazione storica dell’Assedio alla città del 1613, c’è la riproposizione in chiave umoristica e folkloristica della gogna del solletico).
Siamo forse meglio di loro a questo punto?
Nel nostro immaginario è troppo forte il piacere di credere che in passato c’è stata un’epoca tenebrosa, ma che noi ne siamo usciti, e siamo migliori di quelli che vivevano allora. Alessandro Barbero
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Cuba dà l’esempio: il suo vaccino non è oggetto di speculazioni ed è a disposizione di tutti In questi tempi bui e incerti della pandemia, tutto si può dire tranne che l’Occidente stia dando una bella immagine di sé. Da noi, dove pure la cauta azione del governo Conte e del ministro della Salute, Roberto Speranza, è riuscita a contenere il contagio a livelli inferiori rispetto a quelli di altri Paesi europei, per non parlare di Regno Unito e Stati Uniti, il palcoscenico pare indebitamente occupato da politicanti cinici e ignari del bene comune come Matteo Renzi, che ha preso in ostaggio sessanta milioni di italiani per restare aggrappato al suo futuro di portavoce dei poteri forti, da Confindustria a petrolieri vari. Sarebbe meglio trovargli un altro lavoro, magari quello di testimonial del monarca saudita uso a far fare a pezzi colla sega elettrica i propri oppositori. Tutto l’Occidente è arrivato del resto impreparato all’appuntamento col virus, dopo aver letteralmente devastato i propri sistemi sanitari per effetto delle politiche neoliberiste perseguite con suicida perseveranza nel corso degli ultimi quarant’anni. Basta andarsi a vedere i dati della spesa pubblica in materia. (...) Se vogliamo cercare delle buone notizie, nell’attuale sconfortante panorama mondiale che vede la pandemia continuare a contagiare e uccidere milioni di persone in tutto il mondo, dobbiamo volgerci verso uno Stato piccolo, ma a dir poco eroico, come Cuba, che non solo è riuscito a contenere fino ad oggi il virus, ma ha prestato soccorso a varie altre popolazioni, come la nostra, ed ha messo a punto vari vaccini che saranno somministrati nei prossimi mesi a tutti i cittadini, e anche pare ai turisti e visitatori che ne facciano richiesta. Un successo davvero di grandissima portata, per un Paese piccolo, relativamente povero di materie prime e vittima da oltre quasi sessant’anni di un blocco economico spietato e devastante ad opera della principale potenza mondiale le cui coste si trovano a poche decine di miglia da Cuba. Anche sul terreno del vaccino e della sua distribuzione, come su quello dell’assistenza medica d’emergenza fornita con successo anche in Italia dalla brigata “Henry Reeve” cui va attribuito il prossimo premio Nobel per la Pace, Cuba conferma la natura internazionalista e solidale della sua politica estera. Infatti il vaccino cubano è a disposizione dell’umanità e non oggetto di speculazioni e imboscamenti, come quelli delle varie multinazionali che i governi europei, fra i quali purtroppo anche il nostro, si sono affrettati a favorire, ricevendone in cambio inadempimenti contrattuali, disservizi e calci nel sedere. Anziché sovvenzionare Pfizer&C. elargendo loro milioni di euro per vaccini che non si sa bene se e in che quantità arriveranno, sarebbe stato in effetti meglio puntare sulla capacità autonoma di ricerca e produzione del nostro Paese, così come hanno fatto i cubani. Se non fosse che anche questa capacità autonoma di ricerca e produzione è stata gravemente debilitata dalle politiche neoliberiste di taglio dei fondi portate avanti con protervia da tutti, nessuno escluso, i governi che si sono alternati nel corso degli ultimi trent’anni. Forse non tutto è perduto, ma urge un deciso cambiamento di rotta, recuperando e rafforzando la capacità in questione. Anche da questo punto di vista, quindi, Cuba è senza dubbio un esempio da seguire. (...) Fabio Marcelli
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Lista di libri con tema a La bella e bestia dark paranormal
Ed ecco finalmente a voi la lista completa di romanzi con il tema: Lui mostro/creatura magica/cattivo + Lei buona e bella che lo salva/si innamora di lui/capisce che non è poi così cattivo/passa dalla sua parte + ambientazione dark in un altro mondo/paranormal/ fantastico e che richiamassero l’ambientazione e lo stile del videoclip “Dance with the dragon” del gruppo musicale Dark Sarah: https://youtu.be/dc3XcTcTjaw
Inediti in italiano:
- Wicked as they come, di Delilah S. Dawson
Serie: primo libro della quadrilogia Blud
Il più simile, fra i libri della lista, all’estetica e alla trama del video dei Dark Sarah
Trama: Ambientato nel fantastico mondo di Sang simile alla nostra epoca vittoriana, solo molto più sanguinario, nel senso che è pieno di vampiri. ll protagonista del libro, Criminy Stain, è appunto un vampiro, un bludman, che conosce un poco la magia e che dirige un circo itinerante, e che, dopo una delusione amorosa, ha fatto un patto con una strega per trovare il suo vero amore, incantando un ciondolo, che l’avrebbe condotta fino a lui. Il ciondolo ha fatto il suo dovere, ha cercato la donna adatta a lui, ma nel nostro mondo. Un’infermiera di nome Letitia, uscita da poco da una relazione abusiva, che ha anche perso un figlio, e che in realtà non è proprio pronta ad impegnarsi con qualcun altro. Teme l’amore, lo vede come una prigione, ma il ciondolo la porta a Sang e l’attrazione con Criminy è immediata.
- The crown & key series, di Clay e Susan Griffith
Serie: si tratta di una trilogia già completa formata dai libri
1. The Shadow Revolution (2015)
2. The Undying Legion (2015)
3. The Conquering Dark (2015)
Trama: Simon Archer, nobile inglese, con fama di seduttore nullafacente, in realtà è un mago di rune, un tipo di magia molto rara. Lui non ha mai perseguito le sue doti, conoscendone i grandi rischi connessi, ma quando un branco di licantropi uccide una sua vecchia fiamma, capisce che è il momento che qualcuno si occupi degli esseri soprannaturali che la maggior parte della gente crede solo leggende. Da solo Simon non potrebbe mai fermarli, ma per fortuna sul suo cammino di vendetta incontrerà molti personaggi che si uniranno alla sua lotta: Kate Anstruther, una giovane nobildonna fuori dagli schemi che sa cavalcare, sparare, è brava con la spada e adora l’alchimia da cui è quasi ossessionata, e un cacciatore di mostri scozzese, Malcolm MacFarlane , uomo burbero ma che dentro è un poeta, bravo nella lotta e con le armi da fuoco.
- Land of the Beautiful Dead, di R. Lee Smith
Romanzo singolo inedito in italiano
Trama: Secoli fa fece la sua comparsa nel mondo un essere chiamato Azrael, con il potere di resuscitare i morti. Questa creatura con sembianze simili a quelle di un uomo non cercava la guerra, ma nemmeno voleva più nascondersi. Voleva un angolo di mondo tutto per lui dove poter esercitare i suoi poteri e vivere con i suoi morti rinati. Gli uomini però invidiavano e temevano il suo potere e cercarono di eliminarlo. Ne scoppiò una terribile conflitto. Azrael non poteva morire e aveva schiere di morti al suo servizio, gli umani giocarono la carta della bomba atomica, più e più volte, fino a cambiare il colore del cielo, fino a rendere inabitabile gran parte del pianeta e fino a riuscire ad uccidere i morti resuscitati più cari ad Azrael suscitandone l'ira. La sua rabbia creò gli Eaters, o zombie come li chiameremmo noi, morti senza più anima o consapevolezza tranne una enorme fame di carne umana. Azrael inoltre negò la morte all'umanità condannando ogni uomo una volta morto in qualunque modo a diventare un Eater e vinta così la guerra si rifugiò nel paese una volta chiamato Inghilterra, nella città una volta chiamata Londra nel castello una volta dimora dei monarchi britannici, e ribattezzò la città, Haven, la città bei bellissimi morti. E’ in questo sporco e brutto mondo che è sempre vissuta Lan, eppure nonostante tutte le difficoltà quotidiane, in lei è sempre stata viva la speranza che un giorno il mondo potesse tornare almeno in parte quello di una volta. Così una volta morta sua madre, l'unica persona cara che aveva al mondo senza più nulla da perdere decide di recarsi ad Haven e chiedere ad Azrael in persona di porre fine agli Eaters una volta per tutte.
- Lord of the fading lands, di C.L.Wilson
Serie: Primo libro della serie di 5 libri Tairen Soul
by C.L. Wilson (Goodreads Author)
Trama: Un tempo lui sconfisse l’oscurità. Un tempo lui amò con tanta passione da diventare leggenda. Un tempo distrutto dal dolore per l���uccisione della sua amata, il monarca fey chiamato Rain Tairen Soul portò distruzione nel mondo prima di sparire nelle terre dimenticate. Ora migliaia di anni dopo, una nuova minaccia lo ha riportato nel nostro mondo e un nuovo amore ha risvegliato il cuore che credeva morto per sempre. Ellysetta, figlia di un falegname, risveglia in Rain sentimenti che non ha mai provato prima. La sua anima lo chiama come una canzone seducente e irresistibile e non importa il prezzo da pagare, il suo lato selvaggio non intende assopirsi di nuovo. Un antico e famigliare male sta riacquistando forza, minando alleanze centenarie e minacciando la fine di Rain e del suo popolo... Il re dovrà reclamare la sua vera compagna per abbracciare il destino tessuto per entrambi nelle nebbie del tempo.
Disponibili in italiano:
- Vampire Empire di Clay e Susan Griffith
Editore Sonzogno
Serie: Si tratta di una trilogia già completata, ma solo i primi due titoli sono disponibili in italiano ad oggi:
1. Vampire Empire. Il principe di sangue nero
2. Vampire Empire. La principessa geomante
3. Vampire Empire. The kingmakers
Trama: ANNO 1870. I VAMPIRI HANNO CONQUISTATO LA PARTE SETTENTRIONALE DEL PIANETA, SEMINANDO MORTE E DEVASTAZIONE. Le grandi e sfarzose capitali dell'era industriale sono diventate cimiteri. I pochi sopravvissuti hanno dovuto cercare rifugio ai Tropici, il cui clima torrido è nocivo alle grigie creature della notte. Così, dall'Egitto al Centro America, fino ai templi immersi nelle foreste della Malesia, sono sorte nuove civiltà del vapore e del ferro, fondate sull'arte e la tecnologia. Anno 2020. Quello che resta del glorioso impero britannico è ora il regno di Equatoria, la cui erede al trono è la principessa Adele, un'intrepida guerriera, ma anche una ragazza colta e raffinata, che trascorre intere giornate immersa nella lettura nei silenziosi saloni della mitica Biblioteca di Alessandria. La sua intraprendenza e il suo spirito indomito risveglieranno però la crudeltà di un efferato clan di vampiri decisi a scatenare una nuova guerra. In questa lotta all'ultimo sangue, Adele troverà al proprio fianco il principe Greyfriar, affascinante signore delle tenebre dal volto mascherato. E il misterioso protettore le rivelerà la vera natura del conflitto tra gli uomini e i non-morti, combattendo con lei una battaglia epocale per la vita e per l'amore.
- Black Friars di Virginia de Winter
Serie: trilogia italiana composta dai libri:
1. L’ordine della spada
2. L’ordine della penna
3. L’ordine della croce
Trama: La Vecchia Capitale si prepara alla Vigilia di Ognissanti e il coprifuoco è vicino perché il Presidio sta per aprire le sue porte. Il lento salmodiare delle orde di penitenti che si riversano per le vie, in cerca di anime da punire, è il segnale per gli abitanti di affrettarsi nelle proprie case, ma per Eloise Weiss è già troppo tardi. Scambiata per una vampira, cade vittima dell’irrazionalità di una fede che brucia ogni cosa al suo passaggio. In fin di vita esala una richiesta d’aiuto che giunge alle soglie della tomba dove Ashton Blackmore, un redivivo secolare, riposa protetto dalle ombre della Cattedrale di Black Friars. Il richiamo della ragazza è un sussurro che si trasforma in ordine, irrompe nella sua mente e lo riporta alla vita.
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Margrethe II abdica, altri la seguiranno?
AGI – Margrethe II di Danimarca, la monarca vivente che siede da più tempo sul trono, chiuderà oggi i suoi 52 anni di regno, abdicando in favore del figlio maggiore, il principe ereditario Frederik. La regina – che a 83 anni è molto amata dai danesi anche per i suoi comportamenti eccentrici (detesta i cellulari e Internet) e fuori dal protocollo – ha annunciato a sorpresa la sua rinuncia nel suo…
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Clarens, Vaud, 26 settembre 1885.
Compagni,
domandate ad un uomo di buona volontà, che non vota e che non si candida, di spiegare le sue idee sul diritto di voto.
Il tempo che mi accordate è molto breve, ma dal momento che, sul voto elettorale, ho delle convinzioni molto precise, quello che ho da dire lo posso fare in poche parole.
Votare significa abdicare; nominare uno o più padroni per un periodo più o meno lungo, significa rinunciare alla propria sovranità. Che si tratti di un monarca assoluto, di un principe costituzionale o di un semplice mandatario con una piccola quota di potere, il candidato che portate al trono o alla poltrona sarà un vostro superiore. Andate ad eleggere degli uomini che saranno al di sopra della legge, dal momento che essi sono incaricati di redigerle, le leggi, e che la loro missione è quella di farvi obbedire.
Votare significa essere ingannati; significa credere che degli uomini come voi, all’improvviso acquisiscano, al suono di un campanello, la virtù di sapere tutto, e tutto comprendere. I vostri mandatari hanno da legiferare su tutto, dai fiammiferi alle navi da guerra, dalla potatura degli alberi allo sterminio delle popolazioni. Vi dovrà sembrare che la loro intelligenza possa crescere in ragione dell’immensità del ruolo cui sono chiamati. La storia insegna che si verifica il contrario. Nelle assemblee sovrane, fatalmente prevale la mediocrità.
Votare significa evocare il tradimento. Senza dubbio, gli elettori credono nell’onestà di coloro ai quali danno il loro voto – e forse è così il primo giorno, quando i candidati sono ancora nel fervore del primo amore. Ma ogni giorno ha il suo domani. Quando l’ambiente cambia, l’uomo cambia con esso. Oggi, il candidato s’inchina davanti a voi, e persino troppo; domani si tirerà su, e persino troppo. Aveva mendicato il voto, vi darà degli ordini. L’operaio, diventato capo-squadra, può rimanere quello che era prima di ottenere il favore del capo? L’ardente democratico forse non impara ad inchinarsi quando il banchiere lo degna di un invito nel suo ufficio, quando i valletti del re gli fanno l’onore di intrattenerlo nell’anticamera? L’atmosfera di simili corpi legislativi è malsana da respirare; se si inviano i propri mandatari in un contesto di corruzione, non ci si stupisca se ne risultano poi corrotti.
Non abdicate, pertanto, e non mettete il vostro destino in mano a degli uomini forzatamente incapaci, e futuri traditori. Non votate mai! Invece di affidare i vostri interessi ad altri, difendeteli da voi soli; invece di nominare degli avvocati per proporre una linea d’azione futura, agite! Le occasioni non mancano agli uomini di buona volontà. Scaricare su altri le responsabilità derivanti dalla propria condotta, denota mancanza di coraggio.
Vi saluto dal profondo del cuore, compagni.
Élisée Reclus.
(Lettera a Jean Grave)
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