#oggi germania
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primepaginequotidiani · 15 days ago
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PRIMA PAGINA Il Giornale di Oggi lunedì, 24 marzo 2025
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ilblogdellestorie · 2 years ago
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La partita del secolo!!!!
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Colonia: Un Ponte tra Storia, Cultura e Modernità. Ringraziamo i nostri 217 lettori di Colonia che seguono Alessandria Today e scopriamo insieme la bellezza della città tedesca
Colonia, città iconica sulle rive del Reno, è un luogo dove storia e modernità convivono armoniosamente, offrendo una ricchezza culturale senza pari.
Un caloroso ringraziamento ai 217 lettori di Colonia, Germania, che seguono con passione Alessandria Today. La vostra attenzione ci riempie di orgoglio e ci motiva a continuare a raccontare storie che uniscono culture e territori. Colonia, città iconica sulle rive del Reno, è un luogo dove storia e modernità convivono armoniosamente, offrendo una ricchezza culturale senza pari. La storia di…
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pettirosso1959 · 1 month ago
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La stampa tedesca ha ricordato, un minuto dopo l'annuncio di Ursula von der Leyen del piano RearmEurope, alcune cosette della presidente UE quando era ministro della Difesa della Germania, dal 2013 al 2019.
Ha ricordato, per esempio, i controversi contratti per decine di milioni di euro sui quali è intervenuta la Corte dei conti federale tedesca che definì quegli acquisti «spese non necessarie».
Anche il parlamento della Germania, il Bundestag, ha indagato aprendo una commissione d'inchiesta per i contratti di appalti da miliardi di euro assegnati senza supervisione da Frau Ursula a Katrin Sauder, fisica tedesca che per 14 anni aveva lavorato in McKinsey&Company, società internazionale di consulenza in realtà struttura affaristica di congiunzione tra le multinazionali e gli apparati governativi. La disinvolta, troppo disinvolta Katrin Sauder, ricorda il quotidiano "Die Welt" , rispondeva unicamente alla von der Leyen e tutti gli appalti dell'era Ursula avevano una cosa in conune: assegnati in maniera diretta, senza gara.
Inoltre, la commissione d'inchiesta del Bendestag ha rivelato che Ursula von der Leyen ha anche assegnato diversi contratti a società di consulenza esterne, in particolare la KPMG e più ancora la Accenture tanto che, ha scritto il giornale "Spiegel" , dopo 4 anni di collaborazione con il ministero della Difesa guidato dalla baronessa Ursula, la Accenture aveva aumentato i ricavi da 460mila euro del 2014 a circa 20 milioni di euro del 2019, cioè un incremento di 40 volte. Ma c'è altro: l'inchiesta portò a galla l'amicizia tra la Sauder e un alto dirigente della Accenture.
La rivista "Spiegel" ha evidenziato come la commissione parlamentare d'inchiesta avesse dimostrato che i consulenti assunti all'attuale presidente UE avevano fatto il bello e cattivo tempo e documentato numerose irregolarità finite sotto la lente della Corte dei conti, la quale ha poi scoperto la bellezza di 182 contratti individuali con società di consulenza per circa 200 milioni di euro.
I danni maggiori della von der Leyen li scontò l'aeronautica: il fermo consigliato dai suoi strapagati consulenti per riorganizzare l'aviazione - cosa mai avvenuta - provocò un disastro: nel 2016 su 109 caccia Thyphoon a disposizione solo 42 erano operativi, su 89 bombardieri Tornado la metà era parcheggiata negli hangar inutilizzata.
Le cose non andarono bene neanche per l'esercito: nel 2016 dei 244 carri armati Leopard in organico, 105 risultavano «pronti all'uso» ma solamente 9 erano armati secondo i requisiti della NATO.
Alle truppe mancavano il 31% di fucili necessari e 41% di pistole e 3/4 dei preziosi visori notturni: insomma, soldati equipaggiati parecchio al di sotto degli standard minimi stabiliti dalla NATO.
E nelle caserme mancavano le autoblinde indispensabili per le esercitazioni: la Sauder le aveva sostituite con normali furgoncini Mercedes Vivio buoni per portare il latte.
Siamo davvero sicuri che sia lei, che in patria si è presa una denuncia penale per aver cancellato i dati dai suoi telefoni prima di consegnarli al ministero della Difesa, la persona adeguata cui affidare il futuro esercito della UE?
Nel 2019 un sondaggio pubblicato nel giornale "Bild am Sonntag" definì Ursula von der Leyen «la seconda persona più incompetente del governo tedesco». Per Martin Schultz, capo del partito socialista, addirittura «l'elemento peggiore».
Quando la von der Leyen lasciò il ministero per fare rotta su Bruxelles, il "Financial Times" riportò Il commento di un deputato cristiano-democratico compagno di partito di Ursula: «È una buona notizia per l'esercito della Germania che se ne stia andando, giacchè i suoi anni al ministero sono stati mortificanti per le forze armate tedesche».
È questa la signora che oggi chiede ai governi dell'Unione Europea, cioè ai cittadini, 800 miliardi di euro?
Lorenzo Benetton -------------------------------------------- Guardate, cosa stanno pianificando. E guardate chi vi investirà... https://www.fortuneita.com/2025/03/05/difesa-europea-perche-serve-una-banca-per-il-riarmo-secondo-il-suo-ideatore/?fbclid=IwY2xjawI2O25leHRuA2FlbQIxMAABHbyPTsSfN4rV8-tQYhqLsWdRDBgpGXKnhgoK8rKzZ2Y-wWM-h0X5bhjAgQ_aem_p0ZXz6k5tbhmrBHiw59YMg --------------------------------------------- Parrebbe che i giochi siano fatti, pensati già da tempo!
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ilpianistasultetto · 5 months ago
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Ricordo mia madre, una giovane donna rimasta vedova troppo presto, che lavorava 12 ore al giorno ma quando stava in casa, cantava, cantava sempre. Ricordo mia nonna Emilia, povera contadina analfabeta, che quando mio zio Alessandro, emigrato illegale in Germania per lavorare, gli chiese cosa potesse portarle come regalo, lei rispose: "portami una di quelle belle radio-giradischi tedesche, una telefunken, cosi ascolto tante canzoni." Ricordo mio nonno Camillo che tutte le sere cenava alle 20 spaccate, poi si allungava sul letto e, mormorando sempre la sua solita frase: "il letto e' una rosa, chi non dorme, riposa", accendeva la sua radio sempre sintonizzata su una frequenza di musica lirica e ascoltava per ore.. Oggi certe cose non le fa quasi piu' nessuno. Non c'e' piu' il tempo per le piccole semplicita' e tanti non hanno nemmeno lo spirito giusto per farlo. @ilpianistasultetto
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colonna-durruti · 3 months ago
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PRIMO LEVI: IL FASCISMO È CONSACRAZIONE DI PRIVILEGIO, DISUGUAGLIANZE E VIOLENZA
"Pochissimi oggi riescono a ricostruire, a ricollegare quel filo conduttore che lega le squadre di azione fasciste degli anni Venti in Italia [...] con i campi di concentramento in Germania - e in Italia, perché non sono mancati nemmeno in Italia, questo non molti lo sanno - e il fascismo di oggi, altrettanto violento, a cui manca soltanto il potere per ridiventare quello che era, cioè, la consacrazione del privilegio e della disuguaglianza [...]
Il lager, Auschwitz, era la realizzazione del fascismo, era il fascismo integrato, completato, aveva quello che in Italia mancava, cioè il suo coronamento [...]
Io, purtroppo, devo dirlo, lo so questo, non è che lo pensi, lo so: so che si possono fare dappertutto [...]
Dove un fascismo - non è detto che sia identico a quello - cioè un nuovo verbo, come quello che amano i nuovi fascisti in Italia, cioè non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti, alcuni hanno diritti e altri no.
Dove questo verbo attecchisce alla fine c'è il lager: questo io lo so con precisione".
PRIMO LEVI
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der-papero · 4 months ago
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Tre sere fa, quando ho fatto questa foto, mi sono fermato un attimo a riflettere su come, lentamente, io stia ritrovando la mia vita, quella che avevo 10 anni fa, quella fatta delle mie passioni, dei miei spazi, dei miei tempi.
Nel 2014 non so cosa sia andato storto, ma iniziai a fare puttanate. Ogni volta, per correggere quella appena fatta, ne facevo una più grossa, per poi scappare in Germania, con la sicurezza che avrebbe messo a posto le cose, macché, ho continuato a farne qui, perché mi ero fondamentalmente perso e non riuscivo ad essere più quello di prima.
Ho provato a legarmi a tutti sperando di risolvere le cose, col risultato di fare peggio, le persone entravano nella mia vita, ci facevano quello che volevano e poi se ne andavano, lasciando un disastro. Il 2024 me ne ha portate via altre due, così, dopo anni insieme, senza motivo, dopo essersi prese un pezzo di cuore, sparite, senza una ragione, senza che io abbia torto un capello, nulla, ed è solo l'ultimo di tantissimi casi.
In tutto questo casino è nato il personaggio che ho costruito qui, che è un po' il risultato paradossale di tante cose, non sarebbe mai dovuto esistere, io qua non ce dovevo veni', diceva il saggio, e fortuna che poi mi ha donato due legami straordinari e al tempo stesso è diventato qualcosa di diverso e di allegro, ma il fatto rimane, non doveva esserci. Non rinnego quello che è oggi, ma se potessi premere un tasto e cancellare tutto, ma intendo tutto, forse sacrificherei anche questo, perché, almeno agli inizi, è stata l'ennesima puttanata fatta per non risolvere un problema.
Poi è arrivata Lilly nella mia vita, e qualcosa è cambiato profondamente. Lilly si è presa tutto, da ogni direzione, lasciandomi una porzione di tempo talmente limitata da iniziare a darle un valore immenso. Non procastino più, non cerco scuse o distrazioni, non esiste più "tanto c'è tempo", no, ogni secondo adesso ha un valore, e ho cominciato ad usarlo come 10 anni fa, con ciò che mi rendeva felice, con quei fogli e quella penna. La conseguenza di questo mio impegno costante, ogni sera, dedicato allo studio, oltre a ridarmi quello che ero prima, mi ha fatto permesso di vedere che da tempo ormai il vaso che doveva traboccare non c'era più, ma io mi illudevo che potesse ancora funzionare, e allora sì, ho iniziato a tagliare tutto quello che ho con gli altri, perché non sono più perso, e il mio tempo conta. Le persone che amo sono rimaste e non permetterò mai a nulla e a nessuno di portarmele via, ma il resto del mondo non mi interessa più, non mi sento più solo.
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3nding · 3 months ago
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I motivi per cui io e credo molti altri non vogliono tornare a lavorare in Italia, soprattutto in ambito accademico, sono raccolti in un articolo pubblicato su Repubblica che raccoglie l'esperienza di un prof italiano rientrato dall'estero
1) "Non ho risorse né laboratori, il mio ateneo non mi fornisce neanche una sedia"
2) Pochi corsi in Inglese e pochi studenti stranieri
3) Spazi e posti assegnati con logiche baronali
4) "Gli italiani che tornano nei nostri atenei lo fanno solo per ragioni familiari, oggi non c’è università del Paese che riesca a darti le stesse condizioni di una all’estero”. A questi punti aggiungo un mio pensiero: la legge sul rientro dei cervelli rappresenta un gigantesco specchietto per le allodole. Se come unico parametro per rientrare in patria l'Italia offre un taglio delle tasse per un tot di anni, ma poi si rientra nello stesso ambiente lavorativo da cui si è scappati anni prima credo che questo rappresenti una grande presa in giro... Per riattrarre gli italiani dall'estero e più in generale gli stranieri in Italia servono ben altre condizioni che un mero taglio delle tasse a tempo determinato....
Tra queste:
1) Investimenti in ricerca e sviluppo al pari degli altri Paesi del G7 (Italia nel 2022 ha investito l'1.3% del PIL in ricerca e sviluppo, Francia il 2%, Germania il 3% per rimanere in Europa..)
2) Creare un ambiente internazionale favorendo lo scambio culturale con altri Paesi e assegnare posti e spazi in base al merito anche a stranieri e non secondo le logiche baronali
3) Favorire il rientro dei cervelli permettendogli di riportare in patria il know how acquisito all'estero. Questo si deve tradurre mettendo a disposizione spazi, strumenti e personale a chi rientra per permettergli di re-importare in Italia conoscenze acquisite all'estero.
Questi 3 punti permetterebbero a chi rientra di:
A) Formare i giovani italiani con tecnologie acquisite all'estero
B) Aumentare la qualità della ricerca e dell'innovazione in Italia
C) Favorire un ambiente internazionale (io mando un PhD o uno studente o un post-doc all'estero in un centro in cui ho lavorato e ne prendo uno dall'estero a fare un'esperienza in Italia)
D) Far uscire l'accademia e il mondo della ricerca italiana dal provincialismo e baronismo di cui sono impregnate.... Ad oggi queste condizioni non esistono.... Risultato: Sempre più giovani continueranno ad emigrare e chi vive all'estero ci resta.. Contenti voi, contenti tutti.....
Massimo Fantini
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falcemartello · 6 months ago
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produttori di sè stessi.
In un’inchiesta dedicata a questo fenomeno, Lidl, secondo il settimanale tedesco Die Zeit, è diventata uno dei maggiori produttori di generi alimentari in Germania, forse addirittura il + grande.
La produzione è affidata a un’apposita divisione della Lidl, la Schwarz Produktion, che fornisce ai negozi di oltre 30 Paesi nel mondo acqua minerale, bevande, prodotti da forno, cioccolato, frutta secca, gelati, caffè e pasta.”
Alcuni degli impressionanti numeri dell’azienda tedesca:
- un milione di gelati/giorno;
- 13mila pagnotte/ora;
- 50mila tonnellate di caffè/anno
- 47.mila tonnellate di noci e frutta secca/anno.
“A questo punto c’è qualche preoccupazione fra le aziende di prodotti alimentari.
“Se la Lidl si mette a fare concorrenza ai suoi fornitori producendo essa stessa, quali prodotti sarà + probabile trovare sugli scaffali del supermercato?”
Ecco, questa è una bella domanda.
Legarsi a doppio filo allo strapotere della gdo rischia di nn essere stata una buona strategia x molti produttori dell'agroalimentare.
Fonte: (Discount, fare la spesa conviene. E ora Lidl diventa produttore (ilfattoalimentare.it))
"Per quanto ne so da consumatore la Lidl molti prodotti di propria produzione se li può pure tenere, come il "pane fresco" che in realtà è pane decongelato proveniente dalla Polonia Finché la gente non capisce che oggi la GDO si sostiene strozzando i produttori e poi rivendendo a caro prezzo prodotti di scarsa qualità non se ne esce".
Amen
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primepaginequotidiani · 5 months ago
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PRIMA PAGINA Il Fatto Quotidiano di Oggi giovedì, 07 novembre 2024
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ballata · 3 months ago
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Non si parla altro che di babygang di stranieri, che terrorizzano e insultano i paesi che li ospitano, di ghetti esplosivi in Francia o altri posti e gli stessi imbecilli di “intellettuali” che non avevano capito il punto quando il fenomeno e' iniziato, non lo capiscono oggi. Spieghiamo: Parliamo della prima, primissima generazione. Chiamiamola generazione O. La percezione della generazione zero, quando si parla di posizione sociale ed economica e' una percezione di confronto: confrontano cio' che hanno ora con cio' che avevano prima di partire eva bene. Sono soddisfatti. Ovviamente, adesso che possono, fanno figli. E i figli crescono, ma non hanno modo di fare confronti. La loro percezione e' interamente locale. La percezione della generazione 1 e' quella di essere finiti nel buco del culo del mondo, di essere un una specie di trappola dalla quale non possono uscire, nella quale li hanno portati i loro padri, e nella quale non sono affatto “riusciti” o “vincenti'. Sono gli sfigati..
La prima rottura e' con la famiglia di origine ed i suoi lavori.Negli anni che vanno dai 15 ai 18, tornano al paese numerose volte. Errore fatale, perche' si accorgono di non essere piu' italiani o marocchini, o turchi. Parlano, vivono, pensano come si fa nella nuova patria, e quindi c'e' un muro tra loro e la vecchia patria. I marocchini gli africani che vedete su TikTok insultare l'italia o in babygang, non possono tornare a casa, perche' non appartengono piu' a quel posto. Ma sono nel culo della societa' in Europa. E lo stesso in Francia, in Germania, ovunque. E sono stati i Democratici con i loro sporchi affari mimetizzati da falso umanesimo che ci hanno ridotto cosi. Noi e Loro.
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i-am-a-polpetta · 6 months ago
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oggi vi presento Kristhian uno dei pt della mia palestra che va tranquillamente in giro con sta bella catenazza al collo con il pendaglio dell'aquila stemma della Germania nazista che tiene tra le zampe la svastica.
ah, avrà 18 anni.....
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t-annhauser · 24 days ago
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historia magistra vitae
29 settembre 1938, A Monaco di Baviera Hitler, Mussolini, Chamberlain e Daladier firmano il trattato di non belligeranza, la Germania viene autorizzata a procedere all'annessione delle parti dello Stato cecoslovacco abitate da popolazioni di lingua tedesca (zona dei Sudeti). Si teme oggi l'appeasement di Trump analogamente a quello di Chamberlain, con Putin/Hitler che ci guarda sornione in attesa di far un sol boccone dell'Europa. Ma l'Europa, che ha imparato dalla storia, sarà boccone indigesto: operazione Porcospino d'Acciaio. Davvero la NATO si è stufata di noi, davvero ci lascerà soli, davvero ritirerà tutte le testate nucleari? Abbiamo bisogno di un grosso deterrente. Più grosso di quello di Macron, che pur millanta dimensioni ragguardevoli. Con la NATO che c'è e non c'è, farne subito un duplicato europeo, con soldati abituati a tutto, a cui andrà tolta la PlayStation. Anzi, addestrati sulla PlayStation, con Call of Duty®. Droni telecomandati da CiccioGamer. Definisce lo Stahlhelm un cappello boomer. 
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francescosatanassi · 1 year ago
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UN MALEDETTO SELVAGGIO
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Una storia che non conoscevo. Di fronte alle più alte cariche dello Stato cubano, oggi sono state tumulate presso l’altare dei rivoluzionari di L’Avana, le ceneri di Gino Donè, "El Italiano", come lo chiamavano i suoi compagni. Donè era nato in provincia di Treviso e aveva combattuto come partigiano nella Brigata Piave, ricevendo anche un encomio dal Gen. Alexander per aver salvato un gruppo di ufficiali inglesi nella laguna veneziana. Dopo la guerra cercò fortuna in Francia, Belgio, Germania, fino all'arrivo a Cuba. "Facevo il carpentiere - raccontò nel 2006 - ma avevo il sangue che mi bolliva, dentro ero ancora un maledetto partigiano.” In quel periodo, Fidel Castro era esiliato in Messico e stava arruolando giovani per liberare Cuba dalla dittatura di Batista. Venne a sapere di un italiano che aveva combattuto i fascisti e lo volle con sé come tenente del 3° plotone. Fu Gino a insegnare le tecniche della guerriglia a Che Guevara e assieme a lui, Fidel e Raul Castro, era tra gli 82 che, a bordo dell’imbarcazione Granma, sbarcarono ai piedi della Sierra Maestra. Con Aleida March, futura moglie del Che, organizzò, senza metterlo in atto, un piano per assaltare la sede del comando militare di Santa Clara. Ricercato dalla polizia, i compagni lo convinsero a rifugiarsi negli USA, dove si guadagnò da vivere come marinaio per 3 anni, prima di tornare in Italia. Al suo funerale parteciparono centinaia di persone, tra le quali i funzionari dell’ambasciata cubana con 4 corone di rose inviate in Italia da Fidel. "Mi hanno chiesto se fossi anarchico, comunista, rivoluzionario - raccontò l''unico europeo ad aver partecipato alla rivoluzione cubana - io sono soltanto un maledetto selvaggio. Però osservo il mondo e vedo che c'è sempre qualcuno più povero di me. E oggi, chi dà una mano ai proletari? Forse ci vorrebbero ancora uomini che decidono di essere fratelli."
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diceriadelluntore · 6 months ago
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Mira vitium natura saporem alienum in se trahendi
Meravigliosa è la natura delle viti di tirare a sé il sapore altrui (cioè del terreno dove sorgono)
Plinio Il Vecchio
Pavese diceva che i giorni della vendemmia sono i più belli dell'anno. Lo sono pure per me, che solo per tradizione familiare andiamo a raccogliere l'uva. La vigna i miei nonni la ebbero in dote dal padre di mia nonna materna come dote di nozze. Mio nonno era tornato a piedi dalla Germania, soldato catturato lì come prigioniero di guerra dopo la caduta del regime. È stato sempre il luogo della meraviglia per me sin da piccolo, e dei segnali del tempo e della natura: la scansione dei fiori, delle piante, i profumi degli agrumi, le ciliegie. Raccogliere le noci i giorni prima dell'inizio della scuola, e per farlo indossare due paia di guanti per non farsi nere le dita. I ricci delle castagne, da raccogliere con un bastoncino. E il piantare un albero per ogni cosa bella accaduta in famiglia: i successi personali, le nascite, i matrimoni.
Ancora oggi ogni volta che cerco un pensiero diverso vado a camminare tra i filari, a raccogliere i ciclamini in questo periodo, che crescono tra le nocciole.
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È un posto dell'anima.
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colonna-durruti · 1 day ago
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La lezione dello storico alla piazza – Barbero: “Sindrome da invasione come nel 1914: evitiamo il suicidio dell’Europa”
Intervento di Alessandro Barbero alla manifestazione di Roma contro il riarmo del 5 aprile 2025, testo raccolto da Angelica Tranelli.
A noi storici spesso chiedono: ma l’epoca nostra che stiamo vivendo a quale periodo del passato assomiglia? Ecco, io purtroppo negli ultimi tempi comincio ad avere sempre più l’impressione che l’epoca nostra assomigli paurosamente agli anni che hanno preceduto lo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914.
Allora l’Europa usciva da un lungo periodo di pace. Se uno non guarda alle guerre nei Balcani e alle guerre coloniali in cui tutti i Paesi europei si erano imbarcati, perfino noi italiani (in Etiopia e Libia), effettivamente l’Europa usciva da un lungo periodo di pace. Anche adesso usciamo da un lungo periodo di pace, quasi. Anche adesso – se dimentichiamo i Balcani, se dimentichiamo la Jugoslavia, se dimentichiamo il bombardamento di Belgrado, se dimentichiamo le guerre coloniali che ci sono anche oggi – i grandi Paesi dell’Occidente non si sono più fatti la guerra da tanti anni.
E allora come mai nel 1914 l’Europa è precipitata nella guerra più spaventosa di tutti i tempi? Il guaio è che, se uno va a vedere da vicino com’era quel mondo che assomigliava molto a quello nostro di oggi, non è così strano che siano precipitati in una guerra spaventosa.
Intanto in quei lunghi anni di pace parlavano continuamente di guerra, della “prossima guerra”. C’era un genere letterario, oggi dimenticato, che all’inizio del secolo faceva furore: gli storici della letteratura lo chiamano “letteratura dell’invasione” o “della prossima guerra”. In tutti i Paesi, non solo dell’Europa, ma del mondo, uscivano romanzi che raccontavano come “il nostro Paese presto sarà invaso da un feroce nemico’’. Questi romanzi si pubblicavano in una quantità enorme di copie, tutti li leggevano e raccontavano tutti la stessa storia: “Il nostro Paese è debole, siamo circondati da nemici cattivissimi, dobbiamo riarmarci perché non siamo abbastanza sicuri”. E l’opinione pubblica intossicata, sentendo parlare continuamente “della prossima guerra” e dei “malvagi nemici che ci minacciano”, ha cominciato a chiedere sicurezza, armamenti e alleanze.
Una risposta dei governi alla fine dell’Ottocento è stata: “Beh, allora cerchiamo degli alleati”, nell’illusione che da soli si sia in pericolo e, se invece si hanno alleati, si sia più sicuri. Peccato che le alleanze producano anche effetti inaspettati, perché i Paesi che rimangono esclusi da queste alleanze – all’epoca era la Germania – cominciano a dirsi: “Queste alleanze le stanno facendo contro di noi, siamo minacciati”. Poi le alleanze faranno sì che, alla prima scintilla che esplode nei Balcani, tutti questi Paesi siano costretti a entrare in guerra, uno dopo l’altro, perché sono vincolati dalle alleanze. E poi l’opinione pubblica chiede il riarmo: certo, se stiamo per essere invasi! Il riarmo è pazzesco: negli ultimi cinque anni prima dello scoppio della Prima guerra mondiale, le potenze europee – compresa l’Italia, che era l’ultima delle potenze europee, ma si considerava tale anche lei – aumentano le spese militari del 50% in media, di nuovo nell’illusione di “essere più sicuri”. Solo che questa faccenda dell’illusione della sicurezza è proprio un paradosso. Perché? È più facile capirlo raccontando nel concreto. L’Inghilterra ha la più potente flotta del mondo, domina i mari e si sente sicura. La Germania si sente minacciata, soffocata dalla potenza dell’Inghilterra, decide di armarsi, di costruire anche lei una grande flotta. L’Inghilterra così improvvisamente non si sente più sicura e perciò investe per aumentare ancora gli armamenti. I tedeschi vedono che gli inglesi investono ancora per rafforzare la flotta e sono costretti a spendere sempre di più. L’unico risultato è che in entrambi i Paesi si diffonde il nervosismo, la sensazione di insicurezza, la sensazione che l’altro è il nemico. Sul continente invece la Germania è sicura e tranquilla, ha il più potente esercito del mondo. Chi non è sicuro è il suo vicino: la Francia. I francesi pensano: “Dobbiamo riarmarci per essere più sicuri”. All’epoca c’era il servizio militare obbligatorio, c’era dappertutto e durava moltissimo (oggi ne sentiamo parlare come di una cosa che magari andrebbe quasi reintrodotta, dopo che – grazie al cielo – ce ne eravamo liberati). I francesi però pensano che non duri abbastanza, così nel 1913 decidono di allungarlo da 2 a 3 anni. I tedeschi allora si dicono: “Dobbiamo rafforzarci anche noi, perché presto non saremo più i più forti. Dobbiamo rafforzarci o, visto che per il momento i più forti siamo ancora noi, forse allora è meglio farla, questa guerra, finché siamo in tempo”. I libri che parlano della “prossima guerra”, a quel punto, non sono più solo romanzi: cominciano a uscire i libri dei generali che parlano della “prossima guerra”. Ai primi di giugno del 1914 il comandante dell’esercito tedesco Von Moltke dichiara: “Ora siamo pronti. E prima è, meglio è”.
Ecco, io ogni tanto mi dico: “Ma no, non è vero che la nostra epoca assomiglia tanto a quella, ci sono tante differenze”. Però credo che dipenderà essenzialmente da noi fare in modo che davvero questa nostra epoca non assomigli troppo a quella che ha preceduto il suicidio dell’Europa nel 1914.
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