#narrativa reale
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pier-carlo-universe · 21 days ago
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Bukowski: lo specchio crudo dell’umanità. Un tributo di Alessandria Today al poeta e scrittore che ha trasformato la realtà in arte
Nato Heinrich Karl Bukowski nel 1920 in Germania, Charles Bukowski emigrò negli Stati Uniti con la famiglia durante la sua infanzia.
Biografia dell’autore: Charles Bukowski Nato Heinrich Karl Bukowski nel 1920 in Germania, Charles Bukowski emigrò negli Stati Uniti con la famiglia durante la sua infanzia. Crebbe in un contesto difficile, tra violenze domestiche e difficoltà economiche, elementi che avrebbero profondamente influenzato la sua scrittura. Bukowski visse una vita ai margini della società, fatta di lavori precari,…
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chuiweeee · 1 year ago
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queerographies · 10 months ago
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[La congregazione reale di sua maestà][Juno Dawson]
Nota come la Congregazione Reale di Sua Maestà: Protezione contro le Forze Soprannaturali e la Profezia Imminente Titolo: La congregazione reale di sua maestàScritto da: Juno DawsonTitolo originale: Her Majesty’s Royal CovenTradotto da: Laura PrandinoEdito da: MondadoriAnno: 2024Pagine: 552ISBN: 9788804766544 La trama di La congregazione reale di sua maestà di Juno Dawson Nota come la…
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vickapinto · 1 year ago
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Sobre contabilizar la bilis... Y el sistema de salud público en general
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victor1990hugo · 1 year ago
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reevesj · 1 year ago
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"si parezco más listo, digamos que sí." responde medio en broma, poniéndose de pie. "¿de casa de tus padres?" asume, pues comprende el dilema. él mismo se independizó cuando tenía la edad de augustine, y puede estar seguro de que sus padres se hubieran escandalizado si llevaba tres cachorros a casa, incluso cuando estos todavía cabían en su mano. como espera que la pregunta se mantenga dentro del universo canino, lo que escucha en cambio lo saca de eje. no es solamente el cambio de tema, sino que su conclusión lógica le cae de golpe. "no viste nada..." lo pronuncia con un deje de interrogación, examinando las facciones femeninas para confirmar que, efectivamente, la protagonista del suceso que revolucionó a devil's marsh esta mañana es la última en enterarse. se pregunta entonces si él es la persona adecuada para darle las malas noticias, o si a ella le conviene permanecer en la ignorancia. supone que es demasiado tarde para hacerse el desentendido. "el diario te está llamando una ladrona." jamás fue amigo de la sutileza, por qué sería este el momento de cambiarlo. "creo que la palabra exacta que usaron fue cleptomanía. y nunca en tu vida vas a adivinar quién les puso la idea en la cabeza."
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a augustine no se le escapa la pausa incómoda del mayor, y aunque podría atribuirlo al hecho de que los jolivette son personas... peculiares, le es difícil pasarlo por alto cuando no es la primera vez que sucede algo similar hoy. un par de personas le han mirado raro y en el trabajo las cosas estuvieron tensas — ella, ignorante de la publicación en el periódico, simplemente lo adjudicó a lo sucedido en el festival. sin embargo, vuelve a sonreír y vuelca su atención en el animal nuevamente, intentando contener su curiosidad. "por supuesto que le agrado, es mi carisma natural, ¿no es así, roscoe?" se permite acariciar al perro entre las orejas, con toda la confianza del mundo. en más de alguna ocasión casi se ganó una mordida en el pasado por hacer algo similar con perros callejeros. "titus, ¿andronicus?" bromea, alzando la vista un instante. "no, no tengo" se lamenta, irguiéndose al fin. "pero pienso adoptar uno cuando me mude" cuando deje devil's marsh, quiere decir. "tendría que ser más pequeño que estos bebés" augustine recién toma en cuenta el tamaño de los perros — se imagina que son de temer cuando están irritados. "¿puedo preguntarte algo?" no espera a la respuesta y continúa: "no eres el primero en mirarme raro hoy, ¿tengo algo en la cara o qué?" inquiere por fin, incapaz de mantener la curiosidad a raya por más tiempo.
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falcemartello · 5 months ago
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e lo facevano nel nome dell’interesse pubblico a “evitare la disinformazione” e “limitare l’anarchia sul web”: “Non è che questi tycoon privati si possono sentire al di sopra delle leggi!”
E fin qui, avremmo a che fare con una tesi politica, una tesi straordinariamente ottusa, ma formalmente rispettabile come tutte le affermazioni politiche.
Solo che poi mi è sovvenuto che su quelle stesse pagine, proprio le stesse, durante la pandemia si giustificava la censura sui social, anche quando era totalmente e manifestamente pretestuosa, e lo facevano nel nome del fatto che “dopo tutto i social sono imprese private, e fanno quello che gli pare; se non ti piace, puoi sempre andartene”.
Questo, per dire, veniva sbattuto in faccia quando veniva chiusa la propria pagina per un mese per aver pubblicato un articolo del British Medical Journal che contrastava la narrazione ufficiale (ogni riferimento a cose e persone riconoscibili è puramente intenzionale).
Dunque finché censura in linea con la narrativa ufficiale è un'impresa privata libera di fare fa quel che gli pare, quando non censura è un'impresa privata che deve essere messa in riga nel nome dell'interesse pubblico.
Ora, la questione che mi si pone è l’eterno dilemma: “Ci sono o ci fanno?” Vedo infatti solo due interpretazioni possibili, che potremmo chiamare, per darci un nome icastico, l’interpretazione alla Carlo Maria Cipolla e l’interpretazione alla Sartre.
La prima interpretazione accetta la possibilità che questa gente, nonostante spesso si tratti di affermati professionisti, giornalisti, persino accademici, molto semplicemente sia così sconfortantemente scema da non vedere la contraddittorietà dei propri criteri.
In effetti una profonda verità del più citato dei libri di Cipolla (peraltro, grande storico) è che “La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.” (II legge fondamentale).
E a questa verità, per sconfiggere la mia incredulità, si affianca la Prima Legge: “Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.”
La seconda interpretazione assume invece che questi soggetti non siano stupidi, ma siano in malafede. Diciamo che è gente così in malafede che persino la loro malafede soffre di malafede.
Questa genia è disposta serenamente a qualunque menzogna, contraddizione, doppio e triplo standard purché ciò si attagli ai propri interessi del momento.
Qui l’onnicomprensività della malafede semplicemente ha abolito le funzioni di verità, viste come orpelli inutili.
Avremmo dunque a che fare con il cinismo utilitaristico più conclamato, dove ogni appello al vero e all’integrità sarebbe sconfitto in partenza dalle esigenze pragmatiche correnti.
C’è, tuttavia, temo una terza interpretazione, che fonde entrambe le precedenti.
A metterci sulla buona strada è ancora una volta Cipolla, questa volta con la Terza Legge: “Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita."
Dovremmo fare spazio all’amara possibilità che l’abolizione di ogni criterio di verità, integrità, ragione nel nome di una concezione utilitaristica del vero (“Proclamo come vero ciò che mi serve”), abbia finito per creare le condizioni per la più perfetta stupidità: la stupidità in malafede, che avendo perduto ogni contatto con il vero e il reale non è più nemmeno in grado di percepire il proprio porco interesse.
Questo è il più grande dei pericoli, in cui se non mi inganno stiamo sguazzando: la presenza diffusa di un gran numero di persone disposte a mentire, distorcere, falsificare opportunisticamente, ma senza più nemmeno la capacità di percepire cosa sia nel loro, per quanto meschino, interesse.
Ecco a voi il Male.
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delirantesko · 10 months ago
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Abdicais de toda sanidade ao entrardes neste salão!
Bem vindos!
"O autor de delirantesko adota um estilo introspectivo, com foco na escrita emocional e poética. Ele usa linguagem densa e reflexiva, explorando temas existenciais, sonhos e emoções profundas. O tom geralmente é melancólico e filosófico, mas também apresenta elementos de provocação e intensidade. Há uma busca por autenticidade e vulnerabilidade, com narrativas que transitam entre o real e o surreal. Sua escrita é visceral, marcada por uma estética minimalista, sem distrações visuais, enfatizando a experiência imersiva no texto."
Comecei minha aventura pelo mundo das palavras em 1997, mas só voltei a escrever com mais regularidade a partir da metade de 2023.
Eu criei e apaguei muitas contas por aqui, mas com o projeto Delirantesko (uma mistura de delirante com dantesco?) eu finquei o pé na poesia, mas adoro escrever frases, textos, e até alguns contos.
Já fui Escribardo, Oniriko, Labirintiko, Palahvras, Literado, SextosePoetarias, e alguns outros, por isso alguns dos meus escritos tem esses pseudônimos. (Eu adoro inventar novos nomes).
Você pode ver meus delírios nos links abaixo:
Minhas poesias
Minhas frases
Meus textos
O que ando lendo em leituras
Minhas provocações
Minhas fabulas.
Meus contos (alguns são +18!)
Minhas músicas favoritas
Minha playlist Spotify de Trip-hop
Minha playlist Spotify de Dark Ambient
Minha playlist Spotify de Martial Industrial
Meu livro de contos adultos
Minhas asks respondidas
Guia para usar o Reedsy (contém apenas o guia inicial por enquanto), futuramente talvez tenha um método para publicar livros no Kindle Unlimited.
Um pouco do meu método ou considerações sobre escrever (levando em consideração que sou apenas um amador, que são apenas um relato de como eu escrevo, do meu processo, não são regras, não são imposições, apenas compartilhando, pois gosto de ver as pessoas se expressando da melhor forma que considerem fazer).
O estilo/estética desse tumblr é principalmente pras minhas autorias, e não uso nem reblogo imagens nele também, a não de livros, mangás, textos e coisas relacionadas à música.
Gosto de escrever, conversar, além de escrever, nas hora vagas estudo programação e japonês, mas sem muita pressa.
Meus autores favoritos são Chuck Palahniuk, Haruki Murakami e Anne Rice, mas gosto de vários outros também.
Escrever tem um aspecto terapêutico, e tudo que se escreve são conversas anacrônicas, atemporais, que podem ser lidas por qualquer um, a qualquer momento.
Wu Wei is the way.
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diegosouzalions · 1 month ago
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Prezado Diego Souza,
Gostaria de compartilhar uma teoria que desenvolvi com base em sua AU (Alternative Universe) intitulada "Magenta Diamond Origins", uma obra que admiro profundamente pela criatividade e pela forma como expande as possibilidades narrativas do universo de Steven Universe.
Na minha concepção, há um mistério envolvendo "The Pearl", que é apresentada como a suposta pérola da Diamante Arco-Íris. Acredito que, na verdade, ela seria originalmente a pérola da Diamante Branco. Criada à imagem de sua Diamante, essa Pérola teria desenvolvido uma percepção de superioridade, acreditando-se até acima de sua criadora. Tal ousadia a teria levado a se rebelar contra a Diamante Branco, com o objetivo de usurpar seu controle. Porém, sua tentativa foi em vão, resultando em sua expulsão.
Banida, The Pearl teria encontrado um novo propósito em outro universo. Ela teria escolhido o Planeta Colorido como palco para sua reinvenção, fundando as gems Arco-Íris e, posteriormente, dando origem a novas Diamantes. Dentro desse contexto, ela teria criado a Diamante Magenta como uma espécie de "experimento social", um teste para avaliar a lealdade das gems e das próprias Diamantes.
Uma revelação intrigante está associada à visão monstruosa que a Diamante Magenta tem. Suspeito que essa forma grotesca seria, na verdade, a verdadeira aparência de The Pearl após os tempos de servidão sob a Diamante Branco. As rachaduras em sua forma monstruosa poderiam ser o reflexo de um longo histórico de abusos psicológicos e surtos provenientes de sua criadora. Por receio de assustar suas próprias gems, The Pearl teria ocultado essa forma real e criado a "farsa" da Diamante Arco-Íris como fachada para sua liderança.
As gems Arco-Íris seriam as únicas cientes dessa verdade, e por sua lealdade absoluta a The Pearl, elas seriam recompensadas com privilégios excepcionais. Esses benefícios teriam sido estrategicamente pensados como forma de garantir que a verdade sobre a origem da liderança das gems permanecesse em segredo.
Ótima teoria!
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hablemosderol · 4 months ago
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El fenómeno del self insert ocurre cuando un usuario, consciente o inconscientemente, se refleja a sí mismo en su personaje. Es decir, el personaje que han creado no es una invención completamente ajena, sino una extensión de ellos mismos: sus gustos, experiencias, sentimientos y, a veces, hasta sus problemas personales. Si bien es normal que algunos aspectos de nuestra personalidad se filtren en los personajes que interpretamos, el self insert va más allá, porque la línea entre la vida real y la ficción se difumina al punto de que, cuando el personaje enfrenta dificultades, el usuario también lo siente de manera personal. Aunque es una técnica que algunos pueden disfrutar, es importante tener cuidado, ya que esta fusión entre creador y creación puede hacer que el rol pierda su esencia como espacio de ficción y creatividad, transformándose en una extensión de los propios conflictos emocionales.
El rol nació como un espacio de creatividad donde todos tenemos la oportunidad de desarrollar personajes y tejer historias junto a otros. Era un lugar donde, a través de la ficción, podías explorar situaciones imposibles o lejanas de la realidad, con el entendimiento de que eran sólo eso: personajes y ficción. Sin embargo, en los últimos tiempos, parece que la línea entre lo que somos en la vida real y lo que somos en nuestros personajes se ha ido difuminando. Cada vez más personas no sólo crean personajes, sino que los viven. De repente, lo que siente un personaje lo sienten ellos, y lo que vive ese personaje parece reflejarse en su propia vida.
Esto puede ser peligroso. ¿Por qué? Porque al no separar la ficción de la realidad, nos exponemos a emociones y conflictos que no nos pertenecen realmente. Las alegrías y penas de un personaje son parte de una narrativa, pero cuando empezamos a identificarnos tanto con ellos que sus problemas se sienten como nuestros, la experiencia del rol deja de ser una actividad creativa y comienza a impactar negativamente nuestra salud mental.
Es fácil caer en este hábito cuando vemos el rol como una vía de escape, pero cuando empezamos a vivir a través de nuestros personajes, las cosas se complican. No sólo se pierden los límites entre usuario y personaje, sino que las tramas también empiezan a enfocarse en la vida personal de quien está detrás del teclado, más que en la historia que se está contando. Se pierde esa magia de lo fantástico, incluso en contextos realistas, porque la historia deja de ser un ejercicio de creatividad y se transforma en un reflejo personal de lo que el usuario está viviendo o sintiendo.
¿De qué forma lo controlamos? Para empezar, es esencial recordar que el rol es un pasatiempo, no una representación de nuestras vidas. Es sano desconectar de los personajes cuando terminamos de escribir. Si ves que empiezas a vivir a través de tu personaje, quizás sea momento de tomar un respiro. Recuerda que está bien dejar que la creatividad fluya, pero no te olvides de ti mismo ni de lo que te rodea. Mantener esta separación no solo ayuda a disfrutar más del rol, sino que también protege tu salud emocional.
Cada uno de nosotros es responsable de poner límites. Si sientes que tu personaje empieza a convertirse en una extensión de tu persona, es hora de parar y reflexionar. Disfrutemos de lo que el rol nos ofrece: una plataforma para crear, imaginar, y jugar, sin perder de vista que, al final del día, nuestra vida y nuestra identidad están fuera de la pantalla.
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pier-carlo-universe · 14 days ago
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NON BRUCIARE LA MIA LUNA, NONNA! di Un racconto di Abdulla Vakhsh
Il cancello di ferro del carcere numero "64/..xxx", scricchiolando pesantemente, si aprì a metà. Una prigioniera uscì, avvolgendo il capo con uno scialle fiorito e coprendosi la bocca, assicurandosi che nessuno fosse venuto a prenderla.
La storia.Il cancello di ferro del carcere numero “64/..xxx”, scricchiolando pesantemente, si aprì a metà. Una prigioniera uscì, avvolgendo il capo con uno scialle fiorito e coprendosi la bocca, assicurandosi che nessuno fosse venuto a prenderla. Con un nodo stretto sul petto, iniziò a camminare lentamente lungo il bordo della strada.Dopo pochi passi, non poté fare a meno di voltarsi. La vista…
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sgiandubh · 6 months ago
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Anon rebelde.
Está vez voy a ser un poco 😈
RRPP de Sam o de ambos dos porque sabemos que Cait y el son socios en el crimen.
Chicos, lo siento pero toca la última anónima del mes de junio, julio ya tiene las suyas pero no os preocupéis, que después del fiasco de la escort, el filtro está activado,
pero está vez ¿ porque no hacemos la pantomima de otra manera ? La caminata JJ por el Soho ya no se la va a creer nadie después del desastre de la escort entonces ¿ que os parece un posado que aparezca por casualidad, en el vídeo de un evento de cierta clase para darle un poco de brillo ? ya sabemos que hay que subir la categoría. Solo tenemos que preguntar dónde estará enfocando la cámara oficial para asegurarnos de que el fandom os encuentre ya que sabemos, video de TS, que el fandom lo va a diseccionar como rata de laboratorio. La lejanía puede hacer circular el chisme que nos interesa y generar esa controversia en los fans de si son peras o manzanas y que siga siendo creíble en un 20% como mucho, ya sabeis, el roce corporal justo, un vestido de color llamativo y ya está echo y otra muesca en el revolver de Sam sin mucha sangre. Yo apostaría a que esto es real como la vida misma. ¿ Deberían pedir aumento de sueldo por lo listos que se creen que son ? Y mientras Mordor y sus palmeros encantados de ser las marionetas de la narrativa y encima gratis. Se puede ser más tonto...
Dear (returning) Anon Rebelde,
Si se trata de RRPP, deberían ser despedidos inmediatamente. Si esto es solo S, debería hacer un poco de examen de conciencia y darse cuenta de que los costos serán drásticos, ya que el fin de OL está a la vista. Pero primero traduzcamos:
EN: If this is PR, they should immediately be fired. If this is just S, he should do a bit of soul searching and realize the costs will be drastic, as the end of OL is now in sight. But first, let's translate:
'This time, I'm going to be a little 😈
Hey Sam's PR (or both of them, because we know he and Cait are partners in crime),
Guys, I'm sorry, but it's the last wannabe for the month of June, July already has its own. However, don't worry: after the escort fiasco, the filter is activated,
But this time, why don't we do a different pantomime ? A JJ walk through Soho will no longer be believed by anyone, after the escort disaster, so what do you think of a pose that appears by chance in the video of a classy event, just to give it a little extra shine? We already know that we have to upgrade the category. We just have to ask where the official camera will be placed, to make sure the fandom finds you since we know, since that TS video, that the fandom is going to dissect it like a lab rat. Distance can help circulate the gossip that interests us and generate that controversy among fans, potato/potahto, and that remains credible at 20% at most, you know, just the right amount of body friction, a bright colored dress and that's it. Another bullet in Sam's revolver, without much blood. I would bet this is real as life itself. Should they ask for a raise because of how smart they think they are? Meanwhile, Mordor and its clappers are delighted to be the puppets of the narrative, for free. Can you be more stupid…''
One thing to add, a tiny detail, really. It bothered me a LOT.
This...
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as compared to this...
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Once the coin drops, you can't unsee it, dear Anon Rebelde.
Meanwhile...
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Both are all sorts of pathetic. That being said, I suspect Emily does it unprompted and for free. Joker's privilege.
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cmatain · 3 months ago
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«Amoríos reales. Cómo y por qué murió Villamediana» (1914), de Diego San José (1)
Se trata de una novela corta que se publicó el 6 de noviembre de 1914 como número 306 de la colección «Los Contemporáneos» (Madrid), con ilustraciones de Pedrero. Lleva una dedicatoria «A Joaquín Dicenta (hijo), que ha dramatizado conmigo el lamentable fin de don Juan de Tassis»[1]. Su título completo es: Amoríos reales. Cómo y por qué murió Villamediana. Hojas sueltas del libro de memorias de un…
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cartasparaviolet · 9 months ago
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Seguro com todo o carinho o livro da minha vida e folheio cada página com a visão de quem aprendeu a se amar. Passado, presente e futuro a se misturar. Sinto o cheiro das laudas a me embriagar. Cada memória, cada história é um local sagrado que desejo retornar. Um pedacinho meu é encontrado em todos os cantos, como uma assinatura energética, desabrochando um orgulho outrora desconhecido de quem ultrapassou seus próprios limites para tornar-se uma melhor versão de si mesma e desempenhar com satisfação seu papel no teatro cósmico. Dessas tantas linhas escritas, ninguém sequer imagina que seja nas entrelinhas que o meu ser real habita. A pura essência, a verdade oculta. Já não se anula a dor ou a cicatriz, alegra-se, pois escapei por um triz. Incontáveis travessias, de um lado a outro dessa ponte-jornada denominada Vida. Respiro a fragrância de seu conteúdo emocionada, agradecida por apreciar esse capítulo por uma nova perspectiva. Já fui austera o suficiente comigo, hoje me porto como meu melhor amigo. Reconciliei-me com a existência, estive ausente em minha própria pele. Incapaz de desfrutar da beleza de um pôr-do-sol, do abraço de uma pessoal especial, do cheiro matinal. Da simplicidade da natureza, dos encantos de uma noite de lua cheia, dos sentimentos que surgem de modo inexplicável, fazendo o coração pulsar mais forte. Os aprendizados estão expostos em cada página e, ainda que a narrativa não tenha chegado ao seu desfecho final, sei muito bem qual é a sua conclusão: o amor.
@cartasparaviolet
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martacasamorim · 6 days ago
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Mulher à Beira-Rio
O toque frio das águas encontra o teu corpo, delineando-o em contornos que conheço tão bem, mas que jamais consigo imortalizar. O branco das tuas unhas contrasta com o bronze da tua pele, enquanto observas os pés a brincar na superfície da água. Os teus cabelos, em mechas espessas, ocultam-te o rosto, mas deixam entrever os ombros desnudos e as alças do vestido que escorregam pelos braços, como se o mundo à tua volta não conhecesse limites. As tuas pernas mergulham no ribeiro, e o tecido do vestido, encharcado, molda-se ao teu corpo como uma segunda pele, revelando formas que qualquer escultor invejaria — e que eu desejo.
Os teus seios, bem delineados, parecem talhados no tecido, fundindo-se à seda outrora pura. A água sobe até ao teu ventre, e o vestido molhado sugere, com provocação inocente e cruel, a intimidade das tuas coxas. Brincas com a água; os braços balançam ao teu lado, os dedos acariciam a superfície, o pescoço inclina-se em movimentos preguiçosos. Embora o teu rosto esteja velado pelas madeixas húmidas, consigo adivinhar a expressão: uma mistura de candura e desafio. A luz do sol esculpe-te como um milagre, realçando cada gota que escorre pelo teu pescoço.
As tuas imagens pertencem-me, e ainda assim, fogem-me. Tento guardá-las, recriá-las, roubá-las para mim. No início, são simples - quase estáticas. Mas no calor do meu desejo, transformam-se em filmes. Construo fantasias desajeitadas, guiões de finais felizes que invento para ti... e para mim. Elaboro gestos com precisão quase cirúrgica, tentando arrancar-te da realidade, moldar-te à força ao meu sonho. E falho, sempre.
Fico ali, sentada, a observar-te. A tua silhueta parece desafiar-me, o busto é uma arma apontada, a tua expressão, uma brincadeira maliciosa. Os teus cabelos, encharcados, caem em cascata pelo tronco até à cintura, e eu analiso cada detalhe em câmara lenta.  O beicinho do lábio superior, a ponta da língua que o humedece, o movimento despreocupado da tua mão a desalinhar o cabelo. A tua cabeça inclina-se para o lado e os teus olhos, depois de rebolarem num teatrinho ensaiado, fixam-se em mim com um viés que me diz: "Como eu gosto de brincar."
E então, destróis tudo. Ris. Desligas-te de mim. Fazes as malas e foges. Volátil e zombeteira, mostras-me as costas. Fico, humilhada, a assistir à tua partida. As tuas costas serpentinas, descobertas por um decote indecente que desce até ao cóccix, provocam-me pela última vez. Os cabelos roçam-te a pele nua com a suavidade de um pincel numa tela. É como se me tocasses, mas sem me veres, sem me sentires.
Invento-te. Sempre te inventei. No entanto, tola de mim, descubro que não és uma criação minha. És a autora do teu próprio destino, a animadora do teu caleidoscópio de versões, enquanto eu fico a assistir, impotente. Tento moldar-te a algo que possa conter, uma imagem sólida, algo que dure mais do que um instante fugaz. Mas és barro escorregadio nas minhas mãos.
Quando me deixas tocar-te, quando me dás a mão e caminhas ao meu lado, quando abres a porta do teu mundo e me deixas entrar, descubro-te. Pequena. Desprotegida. Nua. E acredito, ingenuamente, que é nesse momento que encontro a tua verdadeira essência, a mulher que realmente és. À luz das velas, observo-te com olhos ávidos e, por um instante, a tua expressão muda. Os teus olhos pedem amparo. Pedem tréguas. Paz. E eu quase acredito que vês em mim algo real. Por um instante, és minha. Só minha.
Mas o momento nunca dura. Levantas-te de rompante, ris outra vez e, zombeteira, destróis tudo. Recuperas o controlo da cena, da narrativa, e eu fico, mais uma vez, no papel de espectadora. És tu, outra vez, quem comanda. És tu, outra vez, quem rouba o meu tempo, o meu espaço, a minha capacidade de ser. Malvada, fazes de mim uma personagem secundária no meu próprio filme.
E então compreendo: não és tu quem se recusa a ser controlada. Sou eu. Sou eu quem projeta em ti a incapacidade de se focar em si mesma. Tu és um espelho, um jogo de luzes que dança fora de alcance, mas nunca além do meu próprio reflexo. E enquanto fico aqui, de mãos vazias, a observar a tua dança interminável, percebo que o que mais me aterroriza não é perder-te, mas sim nunca ter sido suficientemente inteira para me perder ou encontrar. Talvez seja por isso que te amo. Porque, ao amar-te, finjo que sou capaz de existir.
Mas agora entendo que não posso continuar a fazer de conta. E, pela primeira vez, deixo-te partir. Não porque te compreenda por completo, mas porque preciso de deixar de te inventar para me encontrar a mim mesma. É nesse ato de despedida, nesse instante final, que finalmente começo a existir.
@martacasamorim
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transmetropolitan · 9 months ago
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Creo que de las peores cosas sobre la falta de presupuesto a las universidades es que varios hospitales simplemente no van a funcionar más, o de forma muy limitada. Yo me atendi en la facultad de odontología y ese lugar es de altisima calidad.
Lo más probable es que el gobierno llegue a un acuerdo real con las universidades porque, bueno, si siguen con este conflicto es darse un tiro en el pie.
Pero esto sirve para ver la estrategia de este gobierno para dar lo que ellos llaman (y que tomaron de los gringos) "la batalla cultural": primero provocan un desfinanciamiento en un area del gobierno, esto hace que la gente proteste, y cuando el debate se hace público, los medios de comunicación centrales atacan de manera sincronizada. A veces con argumentos ciertos, pero llenan la discución con mentiras, con impresición y razonamiento falopa que no condice con la realidad (y probablemente con alguna referencia a un anime para tener a los boludos de siempre aplaudiendo).
Cuando el quilombo es después tapado con otro quilombo, o simplemente ya no se le da bola después de un tiempo, ahí es que suceden los despidos, las clausuras y los cierres. Esto ya lo vimos con TELAM, con el Conicet y toda administración pública que se les ocurra. No se extrañen que en está semana escuchen sobre arancelamientos a universidades, o que los extrajeros tienen que pagar la universidad pública, o argumentos de que lo que se investiga en esos lugares no sirve para nada, que la educación es solo para privilegiados de la sociedad, y como algunas de esas cosas son atendibles (ponele), damos por cierto el conjunto de todas esas mentiras.
Es la lógica discursiva del gobierno porque cala perfecto en su narrativa: hay una élite que mantiene privilegios que bancamos entre todos mientras hay un pueblo que se caga de hambre y no recibe esos beneficios. Ponen argentinos contra argentinos, atacando empleados públicos, estudiantes y científicos que nos venden cómo los enemigos, mientras las verdaderas élites se cagan de risa.
Bueno, eso, no bajen la guardía y sigan tan activos cómo hasta ahora.
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