#narrativa epica moderna
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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I Guardiani della Terra: Il Consiglio degli Dei. Un viaggio epico tra destino e volontà. Recensione di Alessandria today
Scopri il romanzo di Stefano Attiani che intreccia mitologia, avventura e riflessione sul senso della vita.
Scopri il romanzo di Stefano Attiani che intreccia mitologia, avventura e riflessione sul senso della vita. Trama e temi principali. “I Guardiani della Terra: Il Consiglio degli Dei”, scritto da Stefano Attiani, è un romanzo che porta il lettore in un universo ricco di mistero, avventura e introspezione. Al centro della narrazione c’è il tema del destino umano, della sua connessione con le…
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agrpress-blog · 1 year ago
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Il 20 gennaio 2024 nella sede di Spazio5, in via Crescenzio 99/d a Roma, Lisa Paternoste ha presentato con David Pironaci dell'Associazione Why not e Fabio Furnari, editore Terre Sommerse, “Le radici del tempo” (2023, Ass. Terre Sommerse) un libro che, esplorando il mondo femminile con profondità e sensibilità, offre un'esperienza narrativa unica. Lisa Paternoste ci trasporta in un mondo complesso, pacifico e misterioso vissuto dalle donne. "Le Radici del Tempo" è una poesia evocativa che abbraccia la realtà e la storia, mettendo in luce la complessità di temi come maternità, amicizia e famiglia attraverso le vite intrecciate di Aisha e Keren, donne legate da una profonda amicizia in un periodo storico violento. Il romanzo offre una prospettiva unica sulle donne che, attraverso epoche e paesi come Marocco, Italia e Turchia, riscrivono la storia e ridefiniscono il concetto di appartenenza in chiave moderna. La trama affascinante rivela come le protagoniste superino le convenzioni, abbracciando la possibilità di realizzazione personale al di là della morte e delle restrizioni imposte dalla società e dalla religione. "Le Radici del Tempo" non è solo un libro; è una riscoperta del valore del tempo, della tradizione e del racconto. Paternoste libera questi concetti dalla polvere del passato, facendoli brillare con una nuova luce, sottolineando la contemporanea possibilità di costruire un mondo che onora le tradizioni senza esserne prigioniero. Il romanzo ci invita a considerare la vita al di fuori delle convenzioni, mostrando che le vie alternative possono essere percorse solo con la solidarietà e l'amicizia come guide. Ogni personaggio in questa epica storia di amicizia e amore offre uno sguardo profondo su come potrebbe essere il mondo, trasmettendo un messaggio di speranza e cambiamento. Con il suo evento di presentazione, "Le Radici del Tempo" si candida a essere non solo un successo letterario, ma anche un'opera che lascia un'impronta duratura nella mente dei lettori.
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massimomantovani · 2 years ago
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L’epica: dal poema al romanzo “Romanzo,moderna epopea borghese” F.Hegel, “Il romanzo,come grande opera epica e raffigurazione narrativa…,costituisce il polo opposto all’epos antico” G.Lukàcs, “Il mondo epico è separato dal presente da una distanza assoluta” M.Bachtin,
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kon-igi · 4 years ago
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Ecco la verità: il vero eroismo non riceve ovazioni, non intrattiene nessuno. Nessuno fa la fila per vederlo. Nessuno se ne interessa.
David Foster Wallace
Perché Wallace ha sentito il bisogno di accompagnare l’aggettivo ‘vero’ a ‘eroe’?
Secondo Esiodo e Omero l’eroe era il figlio di un dio e di una donna mortale (qualche volta viceversa, vedi Achille o Enea) quindi un Εμίθεος, un Semidio.
Eccezionalmente - e in modo sempre più frequente col procedere della narrativa epica - l’eroe prese a non avere più origini divine ma era comunque caratterizzato da un insieme di doti positive - coraggio, generosità, forza - che per centinaia di anni definirono ogni protagonista di ogni storia e che ebbero a essere accomunate sotto un doppio aggettivo sostantivato.
Kallokagatìa.
Bellezza e Bontà.
(piccolo inciso: l’eroe era bello secondo i canoni antichi, magari oggi non condivisi, e soprattutto la loro bontà non era certo quella di stampo cristiano, quindi Teseo piantò Arianna in asso - in Nasso, in realtà... l’isola - e Ulisse sfracellò Neottolemo, il figlio neonato di Ettore, giù dalle mura di Troia ma erano comunque ‘buoni’)
Ci sono voluti più di 2000 anni per arrivare all’eroe maledetto e una manciata in più per avere un antieroe come protagonista della storia narrata, oggi così indispensabile per non farti addormentare con l’ebook reader piantato di traverso nel naso o Netflix a chiederti se sei ancora vivo.
Ma senza scomodarne la letteratura e la cinematografia epica moderna che, mi spiace, è davvero per pochi, mi interessa soffermarmi sull’uso che si fa del termine ‘eroe’ nella narrazione mediatica quotidiana.
Un pompiere-eroe salva una famiglia dalle fiamme.
Un poliziotto-eroe sventa una rapina.
Un medico-eroe salva la vita di un neonato.
Un autista-eroe evacua 25 bambini dal bus in fiamme.
Questo non è eroismo... è mandato professionale.
Questi sono professionisti formati e pagati per fare esattamente quello che hanno fatto ed è un po’ triste considerarli eroi, magari col paragone verso tanti altri colleghi che invece non si sono comportati allo stesso modo.
Ma come dice un mio amico, questo è un mondo che ha bisogno di eroi.
Parimenti all’antichità, abbiamo bisogno di semidei da adorare in vita e piangere dopo la morte, sentiamo la necessità di una guida morale che si distingua dalla massa e la guidi. E abbiamo bisogno di un eroe che alla fine ci deluda col suo essere stranamente e umanamente fallibile, per poi volgere lo sguardo altrove alla ricerca di uno nuovo con cui ricominciare.
Volete in nome di un vero eroe?
Non ve lo posso dare, perché non so come si chiamasse quel vecchietto che qualche giorno fa ha fermato la macchina sul ciglio della strada ed è sceso ad annusare un cespuglio di gelsomino, però posso dirvi che il suo sorriso mi ha raccontato di una lotta del quotidiano a cui lui non ha voluto arrendersi e della ricerca del bello in mezzo a tanto grigio procedere. Ho visto l’amore per la gentilezza della vita racchiusa in un fiore, che nel passare veloce delle persone chiedeva solo di essere annusata.
Ho visto un eroe silenzioso, non cantato, ma di cui ho voluto cantare io le gesta eroiche per un pubblico che certo non avrebbe immaginato di avere.
Quindi sì, ha ragione il mio amico... viviamo in un mondo che ha bisogno di questi eroi.
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jueggo · 3 years ago
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Operation Flashpoint: Dragon Rising (PS3)
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Proveedor: JUEGGO Tipo: Juegos Precio: 23.67
Product Description Operacion Flashpoint Dragon Rising En un shooter que recrea la brutal realidad de la experiencia de combate moderna con impresionantes detalles| Dragon Rising desafiara a los jugadores a sobrevivir al caos y a las situaciones de guerra moderna en un nuevo teatro contemporaneo Los jugadores experimentaran la intensidad| la diversidad y la claustrofobia de un conflicto actual desde las perspectivas unicas de un marino de infanteria y un oficial de las Fuerzas Especiales| cada uno comprometido contra toda la fuerza del PLA chino en la enorme isla de mundo abierto de Skira El juego simula un inmenso conflicto entre fuerzas avanzadas y proporciona un alcance sin precedentes con diferentes disciplinas militares| vehiculos y equipos para que los jugadores utilicen El mas accesible| inmersivo| atractivo| wargame de arena Todos los 2,3681 ft² de la isla de Skira esta completamente abierto para explorar en cualquier momento e incluye un ciclo de dia y noche en tiempo real y sistema meteorologico La tecnologia de streaming significa que la isla siempre esta alli| y una enorme distancia de 186 mi permite a los jugadores ver puntos de inflamacion alrededor de la isla jugando mientras vuelan| conducen y caminan por el mapa La caja de juguetes militar mas grande jamas vista en una consola FPS los jugadores pueden recoger y usar mas de 60 armas y explosivos autenticos en Dragon Rising y utilizar mas de 25 vehiculos PLA y del ejercito estadounidense Modo cooperativo y de campana para un solo jugador Con toda la campana totalmente jugable en cooperativo con cuatro jugadores| los jugadores asumiran el papel de la infanteria y las operaciones de especificaciones de USMC durante la intensa campana de mision 11 mientras la guerra juega en toda la isla de Skira Atencion intrincada al detalle Se utilizan tacticas y equipos precisos de USMC en todo el mundo y los marines de los EEUU fueron utilizados como consultores durante el desarrollo para asegurar que las tacticas y equipos de USMC se usen en todo y los marines de EEUU fueron utilizados como consultores durante el desarrollo para garantizar la autenticidad Set Contains 1 Game Disc
Libertad de juego – Operacion Flashpoint 2 dara a los jugadores la libertad de manejar situaciones de crisis militar en su iniciativa Las misiones sin escrito haran que los jugadores tengan objetivos reales| como colocar el fuego| cubrir un retiro de una unidad amigable o realizar patrulla de reconocimiento de corto alcance Armado con hardware militar de vanguardia| los jugadores tendran que equilibrar la fuerza bruta con el uso inteligente de tacticas Una vez que los jugadores han completado la campana| un editor de mision permite a los jugadores crear sus propias misiones de un solo jugador y multijugador El juego militar mas realista y moderno de conflicto – Operacion Flashpoint 2 cuenta con niveles sin precedentes de realismo y variedad de fuerzas militares| equipos| armas y tacticas Las armas totalmente cargadas y los tipos de municion individuales se simularan con fisica balistica detallada| basada en mecanica hecha individualmente Los jugadores mandaran y controlaran una amplia variedad de vehiculos multicomponente| multiarma| incluyendo tanques| vehiculos de lucha de infanteria APCs| helicopteros de ataque y utilidad El sistema de danos del personaje representa autenticamente las terribles heridas y lesiones de las armas modernas para comunicar la realidad del combate Combate basado en platones – como una campana epica teje la narrativa| los jugadores lucharan como soldados de infanteria en batalla| conduciran tanques en asalto armado| helicopteros piloto en golpes de aire| e infiltraran al enemigo en operaciones especiales encubiertas utilizando una amplia variedad de armas militares realistas desde cuchillos y rifles hasta pistolas| lanzadores de granadas Disenadores laser para aire golpea En cualquier papel que elija| experimentaran la realidad feroz y brutal de la guerra y el choque y asombro de la potencia de fuego contemporanea desatendida en la escala de combate moderno Redefine el tamano de la batalla las zonas de juego inmensas de mas de 135 millas cuadradas dan a los jugadores una multitud de decisiones tacticas sobre como lograr mejor misiones Densamente repleto de detalles y objetos| valles| montanas| costas| pueblos y complejos industriales se combinan para ofrecer un ambiente tactico rico y desafiante El mundo es persistente| por lo que los edificios destruidos en una mision de campana seran destruidos en la siguiente Cinematografia estilizada Operacion Flashpoint 2 modelara el entorno| objetos y personas con detalles realistas| pero su estilo visual adoptara tecnicas documentales La camara funciona a traves de escenas de corte sera muy influenciada por los informes de guerra de la television que a menudo se disparan en circunstancias extremas ofreciendo un aspecto unico con exposicion incorrecta| grave vibracion de la camara y perdida de enfoque
Otras caracteristicas
ASIN B001VMATGG
Fecha de lanzamiento Octubre 9| 2009
Opinion media de los clientes 51 calificaciones
40 de 5 estrellas
Clasificacion en los mas vendidos de Amazon nº40,084 en Videojuegos Ver el Top 100 en Videojuegos
nº773 en Juegos de PlayStation 3
Precio El precio tachado es el precio de lista Los ahorros representan un descuento sobre el precio de lista
Dimensiones del producto 531 x 059 x 677 pulgadas 353 Onzas
Binding Videojuegos
Idioma Aleman
Clasificado Rating Pending
Numero de modelo del producto 39479
Is Discontinued By Manufacturer No
Peso del producto 353 onzas
Fabricante Codemasters Limited
Producto en amazoncom desde Mayo 15| 2010
source https://jueggo.com/products/operation-flashpoint-dragon-rising-ps3
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pangeanews · 5 years ago
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“Stringo negli artigli la ghianda del tuo cuore”. In onore di Derek Walcott
Pubblicato in origine nel 1990, in Italia accadde nel 2003, per Adelphi, per merito di Andrea Molesini. Per me, cresciuto alla periferia di ogni canone, fu uno shock. Epica moderna, Omero nei Caraibi, terzine dantesche fragranti come scodinzolare di palme, poesia salmastra, abilissima, nenia narrativa che imita lo sciabordio oceanico, paziente, letale. Omeros è una delle opere poetiche più ambiziose degli ultimi decenni antipoetici, avrebbe potuto scriverla soltanto uno smaliziato poeta di Santa Lucia, Caraibi, crocevia di geologico sangue – un poco english, un poco dutch, un poco africano. Si chiamava Derek Walcott, questo omerico inciso nel bronzo, questo Whitman brunito dal talento inesorabile: nel 1992 gli diedero il Nobel per la letteratura, pigliò a cazzotti Saint-John Perse – riconoscendo un magistero indimenticabile, tuttavia, alle “poesie fragranti e privilegiate” di Perse – disse cose importanti – “La poesia, che è il sudore della perfezione ma che deve sembrare fresca come gocce di pioggia sulla fronte di una statua, combina il naturale e il marmoreo; coniuga simultaneamente entrambi i tempi: il passato e il presente, dove il passato è la scultura e il presente le gocce di rugiada o di pioggia sulla fronte” – quest’anno compirebbe 90 anni, il 23 gennaio, sia lode a lui, e non lo pubblicano più, mannaggia a noi, inattuali alla grandezza.
*
Per me fu una rivelazione quell’epica raffinata e primordiale, sfinge di sabbia nel palmeto all’altro capo del mondo, incrocio strano tra il supremo di Elizabeth Bishop, la cultura di Robert Graves – entrambi, per altro, adorarono il genio di Walcott – e i canti schietti dei pescatori. Lavoravo al “Domenicale”, sorseggiai le prime terzine, in redazione, sognando paurosi esotismi:
“Così al sorgere del sole, abbiamo tagliato quelle canoe”. Filottete sorride per i turisti, che cercano di rubargli l’anima con le loro canon. “Il vento portò la notizia
ai laurier-cannelles, le loro foglie tremavano quando la scure del sole colpì i cedri che vedevano le lame riflesse nei nostri occhi.
Il vento scosse le felci. Suonavano come il mare che nutre noi pescatori per tutta la vita, e le felci annuirono: “Sì, gli alberi devono morire”…
Abbozzai un articolo. Inacidito di retorica. Iniziava così: “Verrà un giorno un uomo più scuro dell’ebano e più lucido del diamante a cantare queste terre e questi dolori, mi disse quella donna ingobbita da troppi stracci che profetizzava al porto raschiando con un pettine le scaglie dei pesci che le gettavano i pescatori e che nemmeno i gatti venivano a stracciare, rivoltando le viscere infami e confrontandole con le nuvole che s’ammucchiavano come esseri preistorici o altri pesci che combattono per il cibo anche loro. Dio bruno, dio scolpito nel marmo, io ti vidi e tu venisti a noi come un rovo ardente perché udibili sono le tue parole ma invisibile ciò che sta dietro ad esse, quella gemma che ce le marchiò sulla pelle”.
*
Due anni prima, 2001, avevo comprato Prima luce – titolo originale: “The Bounty”, 1997 – che forse è la canoa migliore per penetrare nell’amazzonia verbale di Walcott. La copia è lacerata di sottolineature.
Caute creature escono dalla terra, narici mordicchiano l’aria, abbondano scoiattoli che si ripetono come domande, i vermi non smettono d’indagare finché le foglie non dicono chi sono, ma qui c’è solo un’uniformità senza stagioni, e niente storia, che è noia ininterrotta dalla guerra. Civiltà è impazienza, frenesia di termiti intorno ai formicai di Babele, da cui si levano messaggi e antenne; ma qui il granchio eremita si rannicchia quando incrocia un’ombra e pietrifica persino la propria.
*
Apri Walcott ed è un precipizio di luci, lo sfoggio della meraviglia. Le Egloghe italiane dedicate a Iosif Brodskij – per anni, Walcott, Brodskij e Seamus Heaney costituirono un trio di poeti eccezionali che scrivevano nel mondo inglese con sguardo eremita, apolide, poliedrico e polemico – commuovono. “Sono un’aquila che ti riconduce verso la Russia,/ stringo negli artigli la ghianda del tuo cuore/ che ti consegna, oltre il Mar Nero di Ovidio, alle radici/ di un faggio; vengo innalzato dal dolore e dalla lode, e tu/ sei un granello che ingigantisce nell’euforia, un punto che ascende”.
*
Una tale felicità ‘tropicale’ nel dire di Walcott che funge da galvanizzante, da turbo all’ispirazione – perché la poesia non è un appartamento milanese arso nel grigiore, ma oceano e cielo, bestia che morde e umano che s’ingegna. La copia di Omeros è segnata ovunque. Leggevo Walcott e sorgeva un’immagine, un viso, una pozza di chiarore. Oggi rileggo – tutto è scritto a matita, dunque tra qualche tempo sparirà – con un misto di imbarazzo e tenerezza: “forse è più fedele il volatile che torna a salarsi le piume sul mare prima di bucarlo e ricucire lo strappo risalendo – delle mie mani che sembrano granchi – gli dissi – la luce entra nella testa e la allarga prefigurando il suo volto da vecchio – da morto”.
*
Mi sono comprato l’edizione di Omeros della Faber.  “In a language as brown and leisurely as the river,/ they muttered about a future Achille already know/ but wich he could not reveal even to hi breath-giver// or in the council of lders”. Tutto è antico e al contempo nuovo, sorgivo, è marmo e foglia. Nel luglio del 2003 Walcott cascò a Rimini. Mi pareva incredibile. All’epoca lavoravo a Milano. Non m’importa la firma, mi attengo all’opera – non m’importa neanche di quel libro griffato da Borges, m’importa Borges. Eppure, chiesi di farmi firmare quella copia di Omeros – c’è pasta sciamanica nella poesia di Walcott.
*
Il levriero di Tiepolo uscì per Adelphi nel 2005. Però io ho la versione, fuori commercio, stampata l’anno prima dal Consorzio Venezia Nuova, con gli acquerelli di Walcott. “Mentre squame di pesce al mercato gli soppesavano l’anima,/ bilanciando i due mondi. In quale sarebbe rimasto?”.
*
Era marzo, poco prima di primavera, sera quasi calda, cadde la telefonata. Era il 2017. È morto Derek Walcott. Ne scrissi e mi sembrò un onore, un privilegio dato ai cavalieri. Walcott aveva infiammato la mia giovinezza, ne avevo scritto, continuamente. Ricordai la sua gita in Italia. “Derek Walcott, questo titano di granito dagli occhi blu, era a suo agio tra le spoglie mute dell’Impero romano. Elegante, severo, dall’intelligenza vivacissima, pareva più europeo – più ‘romano’ – di tutti quelli che erano capitati ad ascoltarlo. Un uomo venuto dall’aldilà dell’Occidente sapeva dare i nomi alle pietre morte e convogliare la Storia in un poema”. In un secondo ‘coccodrillo’, censisco una cosa che mi irrita assai, ancora. “Accendo la tivù. Chissà cosa dice Mamma Rai di Derek Walcott, il più grande poeta in lingua inglese del millennio, autore di un testo pazzesco e muscolare come Omeros (ottomila versi suddivisi in abbacinanti terzine dantesche), pubblicato in lungo e in largo dall’editore più figo d’Italia, Adelphi, per altro Premio Nobel per la letteratura nel 1992. Niente. Non dice niente. Discettano di voucher aboliti (pensate solo ai soldi e allo stomaco, gente, così non date problemi a chi vi governa con il frustino…), dell’incontro rugginoso tra Donald Trump e Angela Merkel, della Juventus che ai quarti ha incocciato il Barcellona. Insomma, quisquiglie. Detto senza nobiltà, cazzate. Continuiamo a occuparci del particolare senza fare i conti con gli assoluti”.
*
L’ultimo libro di Walcott pubblicato in Italia è del 2015, Egrette bianche. Un lustro fa. Potrebbero ridurre Omeros in ‘economica’ – costa 38 euro. C’è moltissimo altro da tradurre e pubblicare. Poesie. Testi teatrali – molti: Walcott ha avuto vasta attività da drammaturgo –, i saggi (What the Twilight Says), la raccolta di Conversations. Un tempo, dico, non si poteva fare a meno di citare Walcott – ora mi pare nelle retrovie, tra i titani pericolosi, quelli che frantumano il nostro narcisismo per eccesso. Troppo vasta la sua ricerca poetica, troppo raffinata la sua lingua, concreta e orfica. Ma senza il poeta, come riconosci il bene? (d.b.)
*
Dopo la peste, le mura incrostate di mosche, l’amnesia del fumo, impara, vagabondo, a non andare altrove come le pietre ché il tuo naso e i tuoi occhi sono ora la mano di tua figlia; va’ dove la scansione dei frangenti si fa più facile da sopportare dove non c’è padre da uccidere, o cittadini da convincere, e non forzare più la memoria per capire se i morti eleggono il proprio governo sotto la giurisdizione dei mandorli di mare; certe disposizioni di legge li sigillano in un silenzio che nessuno osa rompere, e un solo sostantivo li fece trasparenti là dove vivono, oltre la coniugazione dei tempi nella loro città bianca. Senza pena ci rinnegano, e rinnegano ogni altra cosa che qui scalzi la nostra fatica. Siedi sul tuo plinto nell’ultima luce di Colonus, lascia che i tuoi alluci nodosi mettano radici nella loro terra. Lenta una farfalla si posa sul ginocchio di un tiranno; siediti tra gli scogli mangiati dal mare e lascia che il vento della notte spezzi le terrazze del mare. Questa è la luce giusta, questo peltro lustro sull’acqua, non la carneficina di nubi, non lo scontato stupore della verità infiammata e delle piogge oracolari, ma queste secche gentili quanto la voce di tua figlia, mentre gli dèi stingono come tuoni tra le montagne crepitanti.
Derek Walcott
*da “Prima luce”, Adelphi 2001, traduzione italiana di Andrea Molesini
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itavideogiochi-blog · 7 years ago
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Koch Media presenta videogiochi sotto l'albero. https://goo.gl/uMdFTV #KOCHMEDIA #Pc #Ps4 #Videogame #Xbox
Nuovo articolo pubblicato su https://italiavideogiochi.it/news/koch-media-presenta-videogiochi-sotto-lalbero/
Koch Media presenta videogiochi sotto l'albero.
VIDEOGIOCHI SOTTO L’ALBERO LE PROPOSTE DI KOCH MEDIA
Non manca molto a Natale, è tempo di scegliere i regali da mettere sotto l’albero, un must che farà felici grandi e piccini, sono sicuramente i videogiochi.
Koch Media vi propone una ricchissima selezione di prodotti capace di soddisfare tutti, ma proprio tutti i gusti, anche quelli più sofisticati.
Ecco le proposte di Koch Media per un magico Natale 2017:
Per i nostalgici ed i più piccoli
Sonic Forces
(PlayStation4, Xbox One, PC, Nintendo Switch) _ Dallo stesso team che ha creato Sonic Colors e Sonic Generations, ritorna il celebre porcospino blu che regala ai giocatori un’esperienza di gioco avvincente e ricca come Modern Sonic, catapultandoli sulle pericolose piattaforme che hanno caratterizzato Classic Sonic e utilizzando gadget potenti per creare un proprio eroe personalizzato.
Micro Machines World Series
(PlayStation4, Xbox One, PC) _ Micro Machines World Series mantiene il gameplay social e frenetico della serie classica, aggiornato con una splendida grafica HD che vi riporterà in giardino, in cucina, in officina ed in molti altri grandi luoghi con questi incredibili veicoli in miniatura.
Oltre alle modalità di gioco classiche come Race ed Elimination, Micro Machines World Series introduce delle nuove arene di combattimento che permettono di seminare distruzione di massa su una scala in miniatura contro gli amici o l’intelligenza artificiale.
Per trascorrere un Natale esilarante:
Agents of Mayhem
(PlayStation4, Xbox One, PC) _ Agents of Mayhem è l’ultima creazione di Deep Silver Volition! Con questa nuova avventura, gli sviluppatori hanno voluto offrire il loro personale contributo al recente revival di supereroi, fumetti e cartoni animati. Gli autori della popolare serie Saints Row si sono superati di nuovo, creando un universo fumettistico completamente nuovo.
Un gruppo di particolarissimi Super Agenti, reclutati da ogni parte del mondo, scorrazzano nella città di Seoul per salvarla dai piani distruttivi della malvagia organizzazione LEGION (“League of Evil Gentlemen Intent on Obliterating Nations”). Per chi non può perdersi i cult made in Japan del 2017:
Yakuza Kiwami
(PlayStation 4) _ Yakuza Kiwami è il remake HD del classico Yakuza per PlayStation 2. Il gioco inizia con il protagonista della serie, Kazuma Kiryu, imprigionato per l’omicidio del patriarca della sua famiglia (che non ha commesso).
Ciò che segue da qui in poi è un’intricata rete di tradimenti, intrighi politici e redenzione, dato che niente fermerà Kiryu nel tentativo di recuperare il suo onore.
Persona 5
(PlayStation4) _ “Best Role-playing Game” ai The Game Awards 2017. Persona 5 è un imperdibile JRPG che racconta la doppia vita come Ladri Fantasma di un gruppo di adolescenti di Tokyo, i quali trascorrono la tipica giornata di un liceale ma che possono anche intraprendere delle avventure fantastiche utilizzando il loro poteri ultraterreni per entrare nei cuori della gente.
Il loro potere deriva da Persona, il concetto junghiano di “sé”. Il gruppo di Ladri Fantasma cerca di cambiare il mondo giorno per giorno ascoltando le loro percezioni e scrutando attraverso le maschere che indossa la società moderna.
Nier Automata
(PlayStation 4, Xbox One, PC) _ “Best Music” ai The Game Awards 2017. Secondo capitolo della saga RPG di successo NIER. In un futuro distante, invasori da un altro mondo hanno attaccato senza preavviso, scatenando una nuovo tipo di minaccia: armi conosciute come biomacchine. Di fronte a questo pericolo, l’umanità è costretta a lasciare la Terra e a rifugiarsi sulla Luna.
Il Consiglio dell’Umanità organizza una resistenza composta da soldati androidi nel tentativo di riprendersi il proprio pianeta: una nuova unità di androidi da fanteria: la squadra YoRHa. Su questa terra arida ed abbandonata, la brutale guerra tra le macchine e gli androidi continua ad infuriare. Una guerra che presto porterà a galla la verità su questo mondo…
Per gli amanti dello sport
F1 2017
(PlayStation 4, Xbox One, PC) _ F1 2017 è il videogame ufficiale della FIA FORMULA 1 WORLD CHAMPIONSHIP ed è il nuovo capitolo dell’acclamata saga racing di uno dei campionati sportivi più seguiti al mondo. In questo nuovo capitolo ci sarà il ritorno dei classici veicoli F1 nella serie, le vetture più iconiche degli ultimi 30 anni, una modalità carriera più profonda, numerosi miglioramenti al multiplayer, una nuovissima modalità ‘Campionato’ ed una serie di altre nuove funzionalità.
Dirt 4 (PlayStation 4, Xbox One, PC) _ DiRT 4 sfida ad essere “Senza paura” cavalcando l’entusiasmo, le emozioni e la passione che offre questo titolo racing mozzafiato. Il gioco ricrea l’inebriante mix di adrenalina e paura che si alimenta dietro una curva cieca o con un sorpasso all’ultimo sull’orlo di un precipizio quando non c’è abbastanza spazio all’ultimo giro di gara.
Football Manager 2018
(PC, MAC, Linux) _ Entra nella storia del calcio con Football Manager 2018. Una vera e propria “masterclass manageriale” ti guiderà sin dai primi passi sulla panchina digitale e ti preparerà al successo, aiutandoti a trasformare la tua squadra da semplice partecipante a fucina di campioni, trasformandoti in un eroe manageriale.
Per tutta la famiglia:
Let’s Sing 2018
(PlayStation 4, Wii, Nintendo Switch) _ Scalda le corde vocali. In Let’s Sing 2018 i giocatori potranno scegliere tra 30 brani di successo internazionali, in giocatore singolo e multiplayer fino a 4 giocatori, su Wii e PS4, e a 2 giocatori su Switch. Tra le tracce disponibili troviamo “Hymn For The Weekend” dei Coldplay, “Faded” di Alan Walker, “I Hate U, I Love U” di Gnash ft. Olivia O’Brien, e “Rockabye” di Clean Bandit ft. Sean Paul & Anne-Marie.
Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue 
(PlayStation4) _ Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue è una raccolta che include: la versione rimasterizzata in alta definizione di Kingdom Hearts [Dream Drop Distance] HD, Kingdom Hearts 0.2 Birth by Sleep: A Fragmentary Passage: un nuovo episodio giocabile che anticipa gli avvenimenti di Kingdom Hearts III dal punto di vista del personaggio Acqua e Kingdom Hearts x [chi] Back Cover (movie): un nuovo filmato in HD che racconta la storia dei misteriosi Foretellers e si ricollega agli eventi iniziali della serie.
Per gli appassionati della serie Final Fantasy
Final Fantasy XIV Collector’s Edition
(PlayStation 4, PC) _ Immergiti nell’ultimo capitolo dell’acclamato FINAL FANTASY XIV Online con una nuova, epica espansione: Stormblood! Esplora nuove terre come Ala Mhigo, sfida i nuovi Primal di Eorzea e affronta centinaia di nuove missioni come Guerriero della luce!
Regalati la favolosa Collector’s Edition che include una statua di Zenos yae Galvus, artbook con copertina rigida, una mappa di Eorza stampata in tessuto e un set di adesivi, inoltre sono presenti alcuni contenuti digitali da utilizzare nel gioco. Se sei un vero fan di Final Fantasy visita lo store online di Square Enix con tutti i gadget esclusivi della serie https://store.na.square-enix.com/
Final Fantasy XII The Zodiac Age
(PlayStation 4) _ Un’edizione migliorata del classico FINAL FANTASY XII, pubblicato nel 2006. Il gioco è ambientato nel mondo di Ivalice, dove il piccolo Regno di Dalmasca si trova catapultato nel mezzo di una guerra tra gli Imperi di Archadia e Rozaria. La principessa Ashe, sola e unica erede al trono, guida la Resistenza con la speranza di porre fine all’occupazione della sua terra. Vaan, un giovane ladruncolo, sogna invece di solcare, libero, i cieli di Ivalice. La storia ha inizio quando questi due improbabili alleati si incontrano, cambiando il destino delle nazioni più potenti di questo mondo.
Final Fantasy XV
(PlayStation 4, Xbox One, PC) _ L’ultimo capitolo della celebre serie, FINAL FANTASY XV, è ambientato in un mondo emozionante dove l’universo fantasy incontra la realtà. I giocatori intraprenderanno un’avventura mai vista prima.
Unisciti al principe Noctis e ai suoi amici in questo epico viaggio di fratellanza, amore e disperazione mentre cercano di cambiare il destino di Noctis e combattono il terribile impero di Niflheim.
Goditi le vacanze di Natale con questo titolo straordinario con tutti i DLC finora rilasciati inclusa l’espansione multiplayer online COMRADES per divertirti insieme ai tuoi amici.
Per i più avventurosi:
Total War Warhammer II
(PC) _ Total War: WARHAMMER II, il secondo della trilogia e il sequel del pluripremiato Total War: WARHAMMER, porta ai giocatori una nuova campagna narrativa mozzafiato, ambientata sui vasti continenti di Lustria, Ulthuan, Naggaroth e le Terre Meridionali. La campagna Il Grande Vortice imposta il ritmo di gioco, che culminerà in un finale sorprendente e garantirà un’esperienza unica, sconosciuta ai precedenti titoli Total War.
Ark Survival Evolved
(PlayStation 4, Xbox One, PC) _ Realizzato con Unreal Engine 4, ARK: Survival Evolved e’ un titolo survival che offre un mix elettrizzante di collaborazione e competizione in multiplayer.
Dopo un naufragio i giocatori si svegliano affamati sulla spiaggia di un’isola misteriosa. Devono cacciare, raccogliere, fabbricare, ingegnarsi con la tecnologia e costruire rifugi per proteggersi dai pericoli circostanti. Devono inoltre abbattere, allenare, cavalcare e crescere almeno uno dei 100 incredibili dinosauri o delle altre bestie preistoriche presenti nel gioco.
Elex
(PlayStation4, Xbox One, PC) _ Sviluppato da Piranha Bytes, creatori della acclamata e premiata serie Gothic e Risen, ELEX è una meravigliosa esperienza RPG, ambientato in un universo sci-fantasy e post-apocalittico, che catapulta i giocatori in un mondo vasto e rapsodico, ricco di personaggi originali, creature trasformate, profonde scelte morali ed un potente senso dell’azione.
Battle Chasers: Nightwar
(PlayStation 4, Xbox One, PC) _ Battle Chasers: Nightwar è un RPG ispirato ai grandi classici su console, con dungeon ricchi di trappole, avvincenti combattimenti a turno, presentati nel classico formato JRPG e con una storia intricata e affascinante che ti guiderà attraverso un nuovo mondo.
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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L'armonia segreta di Geraldine Brooks: Un Viaggio nell'Età del Ferro attraverso la Vita di Re Davide. Recensione di Alessandria today
Un ritratto affascinante e intenso di uno dei leader più enigmatici della storia biblica
Un ritratto affascinante e intenso di uno dei leader più enigmatici della storia biblica Un romanzo che riporta in vita l’epoca antica “L’armonia segreta” di Geraldine Brooks è un’opera straordinaria che si addentra nelle pieghe dell’Antico Testamento, ricostruendo la vita di Re Davide, figura leggendaria e complessa dell’Età del Ferro. Con una scrittura potente e coinvolgente, Brooks combina…
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pangeanews · 6 years ago
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Curzio Malaparte è atterrato in Rai, evviva! Ovvero: di quella volta che portai Curzio a Lima e insegnai l’arte di scrivere la guerra nell’Università di Mario Vargas Llosa
Su Rai Storia – evviva! – per la sezione “Italiani” è andato in onda, il 2 aprile, uno speciale su Curzio Malaparte. Tra i colti interventi, quelli di Maurizio Serra (autore, per Marsilio, di una poderosa biografia dedicata a “Malaparte. Vite e leggende”), di Francesco Longo e di Andrea Caterini, bravo nel riconoscere in Malaparte la costante tensione verso i vinti, l’affratellamento – esistenziale, senza retrovie ideologiche – ai perduti. Cinque anni fa fui invitato all’Istituto Italiano di Cultura a Lima a raccontare Malaparte, testimoniato attraverso una mostra, “L’occhio nel taccuino”, che radunava una quarantina di scatti fotografici del divo Curzio. Feci una lezione davanti a una platea di studenti attentissimi nell’università dove, mi dicevano, si laureò Vargas Llosa. Intorno all’evento, tornato in Italia, sconcertato dal classismo imperiale peruviano (ma forse ho nostalgia di quello sgomento), scrissi alcune cose che non piacquero – poco importa, poco valgo – e un servizio su “Libero”, la testata su cui collaboravo. L’incipit di quell’articolo, dal titolo deciso (“Malaparte conquistatore del Sudamerica”), aveva un esordio malapartesco, lo riconosco, questo: “L’ambasciatore italiano a Lima, sulla via lastricata di nostalgia della pensione, disse «meraviglioso», guardando nel vuoto, dove forse si rispecchiavano tutte le sue azioni irrisolte; l’ambasciatore austriaco Andreas Rendl, invece, giovanissimo, in Perù da due mesi, appena approdato da Cuba, mi fissava con occhi allucinati, citando Hermann Broch e Georg Trakl, ripetendo «incantado, incantado»; il direttore della facoltà umanistica dell’Universidad del Pacifico, visibilmente emozionato, ostentò una copia de La piel («La pelle»), affermando che «Curzio Malaparte è il più intenso e importante scrittore italiano del Novecento». Poco dopo, inghiottendo un gamberetto, Enrique Bonilla Di Tolla, che nel 2012 ha curato alla Biennale di Venezia il padiglione peruviano di architettura, appena onorato dalla Repubblica con la griffe di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia, declamò «la bellezza assoluta e modernissima della casa di Malaparte a Capri». Sembrava di essere dentro Kaputt, in una chiacchierata con il principe Eugenio di Svezia, ascoltando, dal centro di Stoccolma, l’ansia dei piroscafi e il rombo dei sauri; oppure nella lussuosa sauna finlandese dove i kapò marciano nudi dietro a Himmler e Malaparte ne svela l’arcano segreto, cioè che «i tedeschi nudi sono meravigliosamente inermi. Sono senza segreto. Non fanno più paura. Sono talmente nudi, che non si sentono vestiti se non in uniforme». Dall’altra parte del mondo, in una Lima devastata dalla povertà, dalle case protette dai fili elettrici ai cancelli, come a proteggere i grassi pascoli delle vacche grasse, con soldatini privati ovunque, e del lusso smodato, immondo, tra case-museo di agghiacciante bellezza e il tentativo – fallimentare – di trincerare l’orrore dietro i vetri oscurati di mirabolanti automobili, risorge Curzio Malaparte”. Il canovaccio della lezione tenuta all’università oltreoceanica, lo ricalco qui, giusto per tornare a dire di Malaparte, a 70 anni da “La pelle”. (d.b.)
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Lo stato essenziale della letteratura è la guerra – il lettore, in questo caso, ora è un soldato ora è lo storico che redige il conto dei morti dopo il massacro, ricorda le basiliche ridotte a bunker, le vertiginose città falciate come un prato. La Seconda guerra ha costretto gli scrittori italiani a fare i conti con una Patria sgangherata, in cui cambia la ragione sostanziale – la Repubblica invece della monarchia – e quella parlamentare – la caduta del Fascismo per la dinamica democratica – con paesi semidistrutti e una strana fedina “etica” – siamo eroi perché i partigiani hanno aiutato l’azione degli Alleati o traditori perché eterni voltagabbana, incapaci di resistere con gli “alleati” tedeschi? La guerra, legge antica e terribile, procura soltanto vincitori: non eleva eroi ma scopre assassini. In questa guerra, la più devastante mai accaduta, gli scrittori fanno i conti, anche, con una lingua tarlata, crivellata, disfatta. L’Italia, da Dante in poi, si è fatta coagulando il linguaggio: il Fascismo ha esaurito ogni forma retorica, d’altra parte come parlare a un popolo in cui tutti sono un po’ traditori e un po’ colpevoli? Colpevoli, almeno, di essere sopravvissuti.
Tre opere, per la loro eccentricità assoluta, nel proliferare di romanzi “a tema”, allineati all’esaltazione della Resistenza con le armi del “realismo socialista”, spiccano per la forza linguistica estrema, la inaudita violenza verbale. E segnalano tre modi – da tre diverse latitudini cronologiche – di raccontare la guerra. Di questi, Curzio Malaparte è il più avvezzo alla guerra: nato nel 1898, partecipa alla Prima guerra (uscendone decorato), vive la Seconda da inviato del Corriere della Sera. Questa esperienza emerge in Kaputt, romanzo scritto “sul campo” (una prima versione è del 1942, quelle definitive del 1948 e del 1960), che sgretola ogni forma narrativa “orizzontale”, incastrando sezioni sceniche quasi “cinematografiche” una all’altra, incarnate sulla realtà quasi cronachistica di ciò che Malaparte ha visto, toccato, sentito. Sgorga così un romanzo terribile e visionario, che racconta lo sgretolamento dell’Europa, e il cui termine, kaputt, che, ci viene detto nel romanzo, “proviene dall’ebraico kopparoth, che vuol dire vittima” è doppiamente cruento: la parola tedesca deriva da quella ebraica, ma sono i tedeschi, atrocemente, ad aver compiuto sterminio degli ebrei. Eppure, sono i tedeschi – o meglio, la civiltà europea – le vere vittime del conflitto mondiale. Vittime inermi e inutili, non “sacrificali”, perché non c’è più un dio a illuminare l’Europa.
Grosso modo negli stessi anni in cui viene edito Kaputt, nel 1947, lo stesso editore storico di Malaparte, Vallecchi, pubblica un cupo, ardito, aristocratico romanzo di uno scrittore di una generazione successiva a quella di Malaparte, Tommaso Landolfi (classe 1908). Racconto d’autunno è un romanzo plumbeo, gravemente “gotico”, che adotta una tattica narrativa opposta a quella di Malaparte: piuttosto che accumulare fatti, nomi e circostanze storiche con la disperazione del cronachista, assolutizza. La Seconda guerra è descritta semplicemente come “la guerra”, la “campagna cruenta che parve infinita”, i tedeschi indicati come “l’invasore” e il partigiano protagonista del racconto un “brigante, di continuo braccato” che s’inoltra in un bosco e fa esperienza di una casa disastrata, ma piena di memorie, in cui s’intrufola. Lì accade l’esperienza onirica, simbolica, dell’incontro con una donna che è enigma e demone, Patria e fuga, dark lady e luminosa fatalità: un tu-per-tu con il patriottismo, un valzer con l’Italia ammantata di tenebre. Il grottesco adottato da Malaparte non ha quartiere, qui: Landolfi è dominato dall’indole del “manierista”, dell’orafo e del cesellatore. Il romanzo non è una colata lavica, ma un oggetto di superba porcellana.
Due sono le strade per narrare la guerra, allora: dall’interno, alternando cinismo a compassione (Malaparte) o dall’esterno, esagerando nel rigore simbolico. La “terza via”, per così dire, è quella epica. Ma un’epica di verbi a disagio, di aggettivi che rifiutano il “parlar materno”. Sarà uno scrittore di altra generazione ancora, Beppe Fenoglio, nato nel 1922, giovane partigiano e resistente durante la Seconda guerra, a tentare la battaglia di narrare l’indicibile che è la morte – la morte assurda di soldati in espatrio dal proprio cuore, senza più patria. Il partigiano Johnny ha l’andamento narrativo vasto, che è proprio dell’epica – se Kaputt “ha voluto per la letteratura quel che Roma città aperta ha voluto dire per il nostro cinematografo”, come scrisse Bruno Romani, è vero che Il partigiano, secondo l’illustre interpretazione di Dante Isella, “è come il Moby Dick nella letteratura marinara” – un genere mai realizzato in Italia. Ed è per questo, forse, che Fenoglio, gran traduttore degli elisabettiani, soprattutto Christopher Marlow, e dei romantici inglesi (Coleridge, Hopkins, Cime tempestose), impasta gli italiani con anglicismi, comincia la frase nell’idioma di Dante per terminarlo in quella di Shakespeare. Di certo, una scelta di campo etica – l’italiano è lordo di troppo sangue – ma anche la pretesa di far scollinare il romanzo provinciale italiano. Insomma, per narrare la guerra non basta più soltanto un linguaggio, non basta un genere letterario. La guerra moderna – che non è epica, come lo era ai tempi di Omero o di Napoleone, ma odiosa, bastarda, assurda – resta indicibile: Fenoglio muore senza aver terminato la propria opera, pubblicata postuma – ed è questa incompiutezza a renderla leggendaria.
Se Lev Tolstoj in Guerra e pace poteva narrare il conflitto come Omero lo ha cantato nell’Iliade, selezionando i personaggi, tessendo le loro vite come Dio, dall’alto, serenamente, lo scrittore italiano che descrive la Seconda guerra è un dio minore scampato al flagello dei titani. Malaparte, Landolfi e Fenoglio non raccontano la storia di una comunità, ma di un singolo: la guerra non si compie più insieme, ma da soli; non si difende altro che l’integrità del proprio sguardo. Si è in espatrio, in esilio, nessuna patria autenticherà in inno queste narrazioni. Questo è dunque lo scopo della guerra moderna: isolarci. La guerra è sempre dentro di noi.
In un passaggio preveggente, di stordente acutezza, Malaparte dice che “ciò che muove il tedesco alla crudeltà, agli atti più freddamente, più metodicamente, più scientemente crudeli è la paura. La paura degli oppressi, degli inermi, dei deboli, dei malati, la paura dei vecchi, delle donne, dei bambini, la paura degli ebrei”. La guerra, lo sterminio nasce dalla paura dell’inerte. Questa verità è sontuosa: lo scrittore, che si fa più misero tra i miseri per descrivere la miseria – ed è per questo il più nobile degli uomini – ci aiuta a non aver paura. Frequentare la grande letteratura ci salva dalla violenza, non inquina di crudeltà i nostri atti. Chi legge i grandi libri, non fa la guerra, la impedisce.
Davide Brullo
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