#narrativa con ironia
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La Locanda del Giallo: misteri e ironia nel nuovo romanzo di Gaia Conventi. Recensione di Alessandria today
Un viaggio tra enigmi, personaggi eccentrici e atmosfere avvincenti in un giallo unico nel suo genere.
Un viaggio tra enigmi, personaggi eccentrici e atmosfere avvincenti in un giallo unico nel suo genere. Trama e temi principali. “La Locanda del Giallo” è il nuovo romanzo di Gaia Conventi, un’opera che unisce il fascino del giallo classico con un’ironia fresca e brillante. Ambientato in una locanda dall’atmosfera retrò, il libro segue le vicende di un gruppo di personaggi tanto peculiari quanto…
#Alessandria today#autori italiani#Gaia Conventi#Gaia Conventi autrice#Gaia Conventi libri#giallo classico moderno#Google News#italianewsmedia.com#La Locanda del Giallo#Letture consigliate#letture ironiche#letture piacevoli#libri da leggere#Libri gialli#Libri per l’estate#libri su misteri.#libri sul mistero#locanda e misteri#mistero avvincente#mistero e suspense#narrativa brillante#narrativa con ironia#narrativa contemporanea#narrativa d’autore#narrativa italiana#narrativa italiana contemporanea#narrativa leggera#narrativa per amanti del giallo#Pier Carlo Lava#romanzi avvincenti
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My Lady Jane: Quando la Storia si Trasforma in Magia e Risate
Lady Jane Grey: La Regina dei Nove Giorni... o dei Nove Episodi?
Lady Jane Grey è conosciuta nei libri di storia come la "Regina dei Nove Giorni". Una figura tragica che fu usata come pedina politica e che trovò una fine prematura. Tuttavia, la serie televisiva My Lady Jane prende questa narrativa e la stravolge completamente.
La serie offre a Jane un destino radicalmente diverso. In questa versione della storia. La protagonista, infatti, non è una vittima passiva degli eventi, ma una giovane donna intelligente e determinata. In questo mondo fantastico è in grado di cambiare il suo destino con l'aiuto di una buona dose di magia.
Tudorland: Benvenuti nel Regno di Maghi e Metamorfosi
L'ambientazione della serie rimane l'Inghilterra Tudor, ma è arricchita da elementi fantastici che rendono il mondo di My Lady Jane unico nel suo genere.
Tanto per dirne uno: il regno è popolato da persone che possono trasformarsi in animali (what?!). Inoltre, le già intricate dinamiche politiche sono complicate ulteriormente da questi elementi soprannaturali.
Questi cambiamenti non solo aggiungono un tocco di magia alla narrazione, ma permettono anche ai personaggi di esplorare le loro identità in modi nuovi e inaspettati.
Risate Reali: Quando la Storia si Prende una Pausa
Uno degli aspetti più affascinanti di My Lady Jane è la sua capacità di trattare temi seri con un tocco di leggerezza e ironia. La serie non si prende mai troppo sul serio. Questo approccio rende la visione estremamente piacevole.
I dialoghi sono frizzanti e pieni di battute argute, e le situazioni assurde in cui si trovano i personaggi sono gestite con una comicità brillante. Questo stile distintivo è uno dei motivi principali per cui My Lady Jane si distingue tra i numerosi adattamenti storici.
Non ha niente a che vedere con le serie televisive Starz come The White Princess, The White Queen o Becoming Elizabeth.
La protagonista non è più la storia. Al centro brilla la fantasia e la libertà di cambiare il destino storico di un personaggio drammatico come quello di Jane Grey.
Un Cast da Fiaba: Principesse e Principi (e Animali) Incantati
Il successo di My Lady Jane non sarebbe stato possibile senza un cast eccezionale. La giovane attrice protagonista porta sullo schermo una Jane Grey piena di vita e spirito. Gli altri membri del cast offrono interpretazioni altrettanto memorabili.
Ogni personaggio, dai principali ai secondari, è caratterizzato da una profondità e complessità che rendono la storia ancora più coinvolgente.
L'eroina : Jane è una ragazza che vuole ampliare le proprie conoscenze. È intelligente e curiosa. Nonostante la costrizione al matrimonio da parte di sua madre, Jane non perde lo spirito. Per l'intera serie la ragazza dimostra di essere però anche leale. Essa è pronta a rischiare la sua vita per gli amici e per le sue convinzioni.
Il bello e dannato : Guildford viene introdotto come un ragazza senza un vero scopo. In un bar recita versi "poetici" e beve come se non ci fosse un domani. Tuttavia il suo personaggio diventa uno dei più particolari e complessi. Il suo passato continua a tormentarlo e il pubblico finirà per tifare per lui.
Il re malato: Edward non è solo un bambino malaticcio. In questa versione, in cui il monarca inglese è un ragazzo di colore interessato agli uomini (altro che licenza poetica), Edward prende in mano il suo destino.
Dal Libro allo Schermo: Una Magia Diversa, ma Sempre Incantata
Pur rimanendo fedele allo spirito dei libri, la serie televisiva My Lady Jane introduce diverse modifiche rispetto ai romanzi. Alcune sottotrame sono state semplificate o eliminate. Inoltre, nuovi personaggi sono stati aggiunti per arricchire la narrazione.
Questi cambiamenti non fanno che migliorare l'adattamento, rendendolo più adatto al formato televisivo e mantenendo l'attenzione del pubblico. Inoltre, l'elemento visivo della trasformazione degli esseri umani in animali è reso con effetti speciali che aggiungono un ulteriore livello di fascino alla serie.
Conclusione
My Lady Jane è un esempio brillante di come un adattamento televisivo possa prendere una storia conosciuta e trasformarla in qualcosa di completamente nuovo e affascinante. Con la sua combinazione di storia, ironia e magia, la serie offre un'esperienza di visione unica che riesce a intrattenere e sorprendere ad ogni episodio. Se siete alla ricerca di una serie che sappia mescolare abilmente passato e fantasia, My Lady Jane è sicuramente una scelta imperdibile.
Ho trovato questa serie brillante, ma ancora di più la capacità dei creatori di spingere l'hyper per uno show anche relativamente semplice. La storia non è un racconto epico e complesso. Tuttavia cattura il pubblico con colpi di scena e un focus intelligente su certe tematiche rilevanti.
Ovviamente tanto fa anche la chimica tra i due protagonisti, cosa che non fa male ad una storia semplice e senza troppi personaggi.
Ho visto le nove puntate tutte d'un fiato in soli tre giorni. La storia è organizzata bene affinché il pubblico sia spinto a guardare lo show in poco tempo.
Se amate le serie come me, non perdetevi gli altri articoli.
Stay Tuned, la vostra EasyTears.
#serietv#actors#blog#serieaddicted#tumblr tv#tv shows#emozioni#my lady jane#guildford dudley#jane grey#easytears
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Emilio Tadini
Il circo magico
A cura di Stefano Cortina
Testi di Flaminio Gualdoni - Foto opere Andrea Angelucci -Crediti fotografici Maria Mulas, Ugo Mulas, Vito Redaelli
Cortina Arte Edizioni, Milano 2008, 96 pagine, 22,5x22cm, paperback
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Associazione Culturale Renzo Cortina - Milano 25 novembre-25 dicembre 2008 - Mostra in collaborazione con Spazio Tadini
La mostra presenta un nucleo di opere risalenti agi anni “giovanili” di Tadini, un periodo di ricerca che si data tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60. Gli anni in cui Tadini si orienta verso una ricerca ispirata a un surrealismo e a un simbolismo di tipo narrativo e letterario, matrice che peraltro caratterizzerà anche i “cicli” successivi dell’artista. Sono storie e personaggi di fantasia, scene e scenari ispirati da un’osservazione pungente della realtà, poi tradotta e interpretata con sapida ironia, attraverso composizioni che preludono alla spazialità tipica del suo alfabeto pittorico. Un “ circo magico “ popolato di fantasmagoriche figure , un ludico caleidoscopio su realtà possibili se non probabili .
Emilio Tadini (Milano, 1927-2002), pittore e scrittore fonda con Umberto Eco il Gruppo 63 e svolge l’attività di critico d’arte negli anni ’50 e ’60, soprattutto sulla rivista “Verri”. Scrive diverse opere, tra cui: Le armi, L’amore, La lunga notte a la tendenza narrativa si rivela anche nelle opere pittoriche, spesso riunite in cicli a soggetto, come la celebre serie di opere dedicate alla vita di Voltaire. Esordisce nel 1961 alla Galleria del Cavallino a Venezia. Molte le personali da allora, a Milano, Padova, Brescia, Venezia e all’estero in Francia, Belgio, Austria, Inghilterra. Nel 2001 Milano gli ha dedicato una importante mostra personale a Palazzo Reale.
07/04/24
#Emilio Tadini#circo magico#art exhibition catalogue#Ass.Renzo Cortina Milano 2008#opere giovanili tra '50 e '60#art books#fashionbooksmilano
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[…] Nel caso specifico il ricercatore stava iniziando a lavorare sul classicone Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen quando ha deciso, per curiosità, di girare i suoi interrogativi a ChatGpt, scoprendo che la versione GPT-4 del chatbot era incredibilmente accurata sull'albero genealogico dei Bennet. Come se avesse studiato il romanzo in anticipo.
Il ricercatore ha deciso dunque di saperne di più usando il metodo che un professore di letteratura userebbe per capire se un suo studente ha letto davvero un libro o se bluffa con Wikipedia. Con il suo team ha cominciato a interrogare ChatGpt in modo massivo su una discreta quantità di testi, interrogandolo sulla conoscenza di vari libri e dando un punteggio per ognuno. Più alto era il punteggio, più era probabile che quel libro facesse parte del set di dati del software. Al termine delle sue interrogazioni Bamman ha stilato la lista dei romanzi che ChatGpt conosce meglio e che, molto probabilmente, sono stati dati in pasto al software per sviluppare conoscenze sulla sintassi e per avere informazioni sulla cultura generale e sulla letteratura.
I libri letti da Chat GPT
L'elenco dei 50 romanzi che il team di ricercatori ha scovato - pubblicato su Business Insider - ovviamente una piccola parte dell'immenso database del chatbot - comprende i libri cult della letteratura nerd: Douglas Adams con Guida Galattica per Autostoppisti, Frank Herbert e il suo Dune, George R.R. Martin e The Game of Thrones e Philip. K.. Dick con Ma gli androidi sognano pecore elettriche?. Non mancano anche cenni di letteratura americana come Furore di John Steinbeck o passaggi di letteratura inglese con Il Signore delle Mosche di William Golding.
Con sorpresa il team ha scoperto che i libri con la percentuale di conoscenza più alta da parte di Chat GPT sono libri di fantascienza e fantasy. In cima alla lista ci sono Harry Potter e la pietra filosofale, il primo della saga firmata da J.K. Rowling e 1984 di George Orwell. Al terzo posto c'è La compagnia dell’Anello, capostipite questa volta della saga di J.R.R. Tolkien. Ancora, Fahrenheit 451, Il mondo nuovo ma anche Neuromante di Gibson e Il cacciatore di androidi di Philip K. Dick, capolavori cyberpunk che, ironia della sorte, sono stati tra i primi a parlare dei pericoli intelligenza artificiale. Nella lista dei libri ci sono anche un paio di romanzi della saga di 007 di Ian Fleming, mentre tra i testi che ChatGpt conosce meno figurano Shining e I diari di Bridget Jones.
Nerd amante del fantasy e della fantascienza
“In pratica, scorrendo i titoli assimilati da ChatGpt, si scorge il profilo di un giovane adulto, mediamente colto e con una discreta passione per la narrativa fantasy e la nerd culture”, ci informano i ricercatori. Proprio il profilo degli ingegneri informatici che hanno effettivamente programmato il software.
Il team si è sicuramente divertito con un bel gioco letterario, che però nasconde quesiti dal significato sinistro, come osserva Bamman: “Le fonti su cui sono stati addestrati questi modelli di intelligenza artificiale influenzeranno il tipo di modelli stessi e i valori che presentano. Cosa succede quando un bot divora narrativa su tutti i tipi di mondi oscuri e distopici? In che modo questo genere può influenzare il comportamento di questi modelli in modi che non riguardano cose letterarie o narrative? Non abbiamo ancora la risposta a questa domanda”.
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😎ll Times la considera «la nuova voce di una generazione», Ken Loach ha definito il suo libro «straordinario... un'esplosione di forza, ironia e rabbia».
🎉 in libreria il nuovo titolo della nostra collana #workingclass diretta da Alberto Prunetti: "La porca miseria. Memoir di una madre single nei quartieri poveri di Londra".
Cash Carraway è una donna londinese working class e in questo libro racconta la sua storia – tragica e insieme esilarante – di madre single che lotta contro la miseria e la colpevolizzazione a cui viene sottoposta dal governo conservatore e dai media mainstream che descrivono le donne povere come parassite e «welfare queen».
Cash, mentre vive in una casa rifugio per donne vittime di violenza domestica, si trova a fare mille impieghi precari, passando da un lavoro come spogliarellista alla scrittura di copioni teatrali e televisivi. Senza riuscire a superare la soglia di povertà.
Un libro divenuto a sorpresa un best seller in Gran Bretagna, che si inscrive in un filone di narrativa di crescente successo che incrocia femminismo e classe sociale ma che al tempo stesso alimenta un interesse pruriginoso dei lettori che nelle storie delle donne povere cercano solo il "misery porn" e una forma di voyeurismo narrativo. Cash Caraway, con una scrittura schietta e provocatoria, fa saltare consapevolmente il peep-hole da cui la cultura mainstream vorrebbe spiare i corpi e le storie delle donne working class.
⏳Cash sarà tra le principali ospiti del Festival di letteratura working class che si svolgerà dal 31 marzo al 2 aprile presso la fabbrica Gkn a Campi Bisenzio (Firenze).
🛠La working class scrive la sua storia
L'illustrazione di copertina è come sempre del nostro Antonio Pronostico Sileo
https://edizionialegre.it/product/la-porca-miseria/
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Sciascia Alien
Universo senza donne: Sciascia non narra mai di grandi passioni sentimentali. Nel suo universo la donna, come costante essenziale di tutte le altre vicende umane, non esiste.
Protagonisti sono i capipopolo e gli assassini, i cardinali, i ruffiani, i colonnelli dei carabinieri, i ministri, i confidenti di polizia, i teologi, i viceré, gli accattoni: la donna mai!
In quello che probabilmente resta il suo libro esemplare, per perfezione narrativa e nitidezza di significati morali, “Il giorno della civetta”, unico personaggio femminile presente in tutto l’arco del racconto è la vedova Nicolosi, che praticamente costituisce il perno dialettico dell’intera vicenda: il marito è stato assassinato per un delitto di mafia, e tuttavia qualcuno vuole dimostrare com’egli sia stato semplicemente trucidato da un misterioso amante della donna. C’è, per un attimo, un presentimento da tragedia greca. Ma appena la vedova Nicolosi fa un passo avanti (che diamine, l’uomo che hanno ucciso era il suo uomo, tutto dovrebbe gridare vendetta, violenza, passione in lei) Sciascia la ricaccia subito gelidamente indietro. E’ gelido anche nel descriverla, quasi con l’involontaria ironia di un verbale di carabinieri: «Era bellina la vedova; castana di capelli e nerissimi gli occhi, il volto delicato e sereno ma nelle labbra il vagare di un sorriso malizioso. Non era timida. Parlava un dialetto comprensibile. Qualche volta riusciva a trovare la parola italiana, o con una frase in dialetto spiegava il termine dialettale!».
Tutta la storia d’amore di questa donna, giovane, bella, alla quale hanno letteralmente strappato il marito per farne pupo da zucchero (un dolce tipico siciliano che si regala ai bambini nel giorno dei Morti), tutta la passione, i fremiti, il desiderio tradito, il dolore, la violenza sensuale, i sogni spezzati, l’essere donna di questa vedova, tutto il suo grido di femminilità violentata, si racchiude in questo placido periodo, allorché ella racconta il suo rapporto con l’ucciso:
«Egli ha conosciuto me ad un matrimonio: un mio parente sposava una del suo paese, io sono andata al matrimonio con mio fratello. Lui mi ha vista e quando quel mio parente è tornato dal viaggio di nozze, lui gli ha dato incarico di venire da mio padre per chiedermi in moglie. Dice “è un buon giovane, ha un mestiere d’oro”, e io dico che non so che faccia ha, che prima voglio conoscerlo. E’ venuto una domenica, ha parlato poco, per tutto il tempo mi ha guardata come fosse in incantamento. Come gli avessi fatto una fattura, diceva quel mio parente. Per scherzare, si capisce. Cosi mi sono persuasa a sposarlo!». Nelle donne di Sciascia non ci sono proiezioni d’ombre e trasalimenti di Ecuba, Fedra, Medea, nessuna femminilità tragica e furente, nessuna donna come madre della vita. Il rapporto sentimentale fra uomo e donna è sempre grigio, usuale, senza misteri. Sciascia probabilmente non ritiene la donna pari all’uomo, né come individuo, né dentro la storia. Una aggregazione, una appendice, un elemento di spettacolo. Le donne: mogli, amanti, duchesse e puttane, vengono sulla scena a recitare la loro parte e basta. Sono ininfluenti, emettono suoni, non comunicano sentimenti. Comparse che servono semmai alla battuta del maschio, alla sua riflessione; al più sono comprimarie utili al dialogo, in cui tuttavia gli uomini protagonisti formulano infine il pensiero essenziale, l’unico degno di rispetto.
da I Siciliani (maggio 1983)
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La parola al diabete: convegno con lo scrittore Marco Zenone
Non ti voglio di Marco Zenone edito da Effedì è stata un’occasione per affrontare il tema del diabete alla luce dei cambiamenti repentini a cui è sottoposta la nostra società. In occasione del XII Convegno di Fondazione AMD che si è tenuto a Roma dal 16-18 maggio, Fondazione AMD - Associazione Medici Diabetologi Italiana ha invitato l’autore novarese per portare la proprie testimonianza. Nel pomeriggio di venerdì 17, infatti, Marco ha preso parte, come relatore della faculty, a una tavola rotonda sulla patologia diabetica, dal titolo “LA PAROLA AL DIABETE - CONFRONTARSI CON GLI ALTRI: LO SCRITTORE, L’INFLUENCER, LE ASSOCIAZIONI”. Durante il dibattito si è affrontato il tema della comunicazione legata al diabete declinata in diverse forme: quella degli influencer mediante i canali social, quella delle associazioni e anche quella attraverso le pagine di un testo letterario di narrativa, come è avvenuto nel caso di Marco Zenone, che nel 2020 ha pubblicato il romanzo "Non ti voglio" con la casa editrice Effedì Edizioni. Marco Zenone Non ti voglio di Marco Zenone Si tratta di un romanzo di autofiction che, prendendo spunto da alcuni accadimenti personali, con ironia e leggerezza, affronta il tema del diabete tipo 1, patologia di cui Zenone soffre dall’infanzia. Il libro racconta la bizzarra storia d’amore tra il giovane Enzo, un alter ego dell’autore (anch’esso diabetico dalla tenera età), e Arianna. Per quest’ultima, il diabete tipo 1 è una realtà conosciuta solo attraverso i tanti luoghi comuni che accompagnano ancora questa malattia e che andranno a dilatare la distanza tra i due innamorati. Non ti voglio di Marco Zenone, che tocca l’aspetto spesso trascurato della discriminazione e dello stigma sociale a cui, in alcune circostanze, è soggetto chi soffre di diabete tipo 1, ha suscitato molto interesse sia nell’ambito medico sia in quello letterario. L'autore in passato ha già avuto modo di collaborare con la Fondazione AMD; ricordiamo, infatti, che un estratto di “Non ti voglio”, intitolato "Maracana 1984", è stato pubblicato sul volume 23, n°4, 2020 di JAMD, periodico di approfondimento scientifico e formazione della Fondazione stessa (il testo è disponibile e scaricabile dal web per chi fosse interessato). «Ringrazio Fondazione AMD per questa straordinaria opportunità di condivisione e divulgazione; per me è stata una nuova occasione di arricchimento personale che spero si possa ripetere in futuro», queste le parole dell'autore sull'esperienza romana. XII Convegno di Fondazione AMD Il convegno è stato un incontro prezioso che ha permesso il confronto sulle più̀ recenti innovazioni in ambito clinico-terapeutico e di ricerca scientifica grazie alla presenza di relatori di spicco nazionali ed internazionali. Durante la tre giorni di Roma, è stato possibile dialogare con le Istituzioni, gli Specialisti e le persone con diabete su temi quali l���assistenza e la prevenzione. Ampio spazio è stato dedicato alla gestione del rischio cardiovascolare nel diabete, le emergenze del piede diabetico, il diabete gestazionale, la Nutrizione e il diabete e tanti altri argomenti di grande interesse sociale e clinico. Nell’ambito del convegno, Non ti voglio di Marco Zenone, è stato un ulteriore spunto di confronto su cui riflettere, una testimonianza che affronta il tema del diabete di tipo 1 nell’ambito dei rapporti interpersonali. Read the full article
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Il noto gruppo musicale Les Naifs, composto da Gabriele Lombardi e Massimiliano Magliano, ci presenta il loro lavoro editoriale intitolato Io, mio marito e mia nonna. Dopo il successo ottenuto con le trasmissioni radiofoniche e televisive, hanno deciso di mettersi in gioco con il mondo dell’editoria. Un’autobiografia edita da Jolly Roger che va ad affrontare temi scottanti e attuali mediante l’ironia e il divertimento. I due autori decidono di approcciarsi ai lettori/lettrici in maniera spontanea, coinvolgendoli/coinvolgendole nelle loro vite e avventure. Les Naifs raccontano senza veli e con una pura sincerità gli aneddoti delle loro vite, i momenti up e quelli down che hanno condizionato il loro percorso di crescita e non solo. Il testo di Gabriele e Max, fin dalle prime pagine, ha come obiettivo quello di presentarsi ai suoi lettori/lettrici con una certa spontaneità. Il risultato immediato, è quello di un libro che non ha peli sulla lingua, in grado di affrontare tematiche importanti senza appesantire il sentire altrui. Il lettore avrà quindi la possibilità di entrare fin da subito in forte contatto con quella che è stata la vita dei due protagonisti narratori. Gli eventi della loro vita, sono scanditi da una sequenza temporale. Gli avvenimenti, infatti, si svolgono secondo un ordine cronologico. I due, quindi, hanno tutto il tempo per raccontare in maniera sensazionale la loro infanzia, passando per un’adolescenza particolare, fino a giungere all’età adulta. L’amore, uno fra gli argomenti cardine del testo, viene raccontato nel pieno del suo vigore: vissuto senza limiti e tabù, mostrato alla luce del sole, raccontato in famiglia, goduto nella sua piena luce. Sono sentimenti, raccontati dai due autori, che non hanno paura di mostrarsi e che, anzi, si svelano nella loro veste sensuale. Sono molti i passaggi di scenario, poiché i trasferimenti vissuti da Gabriele sono svariati. Come molti sono i lavori fatti da quest’ultimo, in una vita in continuo cambiamento. Attraverso gli occhi di Massimiliano, invece, si può affrontare l’argomento dell’identità di genere, toccando con mano lo smarrimento che un giovane può provare, nel pieno dei suoi dubbi. Un testo che, con ironia, è in grado di raccontare la vita di due artisti poliedrici, amanti della musica, impegnati nella costruzione di Musical, e adesso anche autori di libri. Les Naifs, si avvicina al pubblico attraverso una narrazione sincera e schietta. Un libro arricchito nelle ultime pagine da bellissime foto, a testimonianza di personaggi che sono delle vere persone. Un mondo colorato, quello dei due autori, in grado di sedersi con onestà accanto al pubblico e di svelarsi, pagina dopo pagina, come in un incantesimo. Io, mio marito e mia nonna di Gabriele Lombardi e Massimiliano Magliano, pubblicato da Jolly Roger Edizioni - genere: narrativa (autobiografia); pp. 246 -, è disponibile in libreria e online da settembre 2023.
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MEME 1
Il meme in questione appartiene alla categoria di meme chiamata "immagini macro", la quale utilizza immagini in grande formato per creare un effetto umoristico e/o satirico. In particolare, il meme rappresenta un'esperienza negativa dei social media, dove molte persone, soprattutto giovani, tendono a perdere ore di sonno scorrendo i contenuti dei social media, come ad esempio quelli offerti da TikTok.
Nonostante l'argomento sia serio e preoccupante, il meme riesce a far ridere perché molti possono riconoscersi nella situazione rappresentata dalla bambina che fugge dalla scimmia (ovvero TikTok) che la insegue. In questo modo, il meme utilizza l'auto-ironia come strumento per far riflettere sull'uso eccessivo dei social media e la dipendenza ad essi.
Per quanto riguarda il livello di intertestualità del meme, è necessario conoscere TikTok e l'esperienza di trascorrere ore a guardare i video sulle piattaforme social. Non sono presenti riferimenti ad altri meme specifici, ma il meme utilizza la metafora della scimmia insegue la bambina come simbolo della dipendenza dai social media.
Il livello di indicizzazione del meme è alto, poiché può essere utilizzato in molti contesti differenti. Ad esempio, potrebbe essere utilizzato per parlare dell'uso eccessivo dei social media, del tempo che viene perso mentre se ne fa uso, ma anche come strumento di auto-riflessione per coloro che si riconoscono nella situazione rappresentata.
Infine, il livello di replicabilità del meme è elevato. Per creare una variazione del meme, sarebbe sufficiente cambiare le scritte o le immagini utilizzate, mantenendo la stessa struttura e la stessa metafora della scimmia che insegue la bambina. Ci sono numerosi siti e strumenti online che possono essere utilizzati per creare e modificare i meme, rendendolo quindi facile da replicare e condividere su molteplici piattaforme social.
Questo meme in specifico non è un meme che abbiamo incontrato in precedenza. Lo abbiamo trovato su Pinterest, in una bacheca chiamata “ALPHA MALE”; il luogo in sé non è considerato problematico; tuttavia, il poco controllo dei contenuti fa si che si possano creare dei luoghi all’interno di Pinterest con contenuti/memes controversi, di stampo sessista.
A creare la bacheca è stato un’utente chiamato RobWest.TV, il quale si definisce come “Vlogger, blogger, (…) funny husband, and father of three.” Oltre ad aver creato la prima bacheca ne abbiamo notata un’altra intitolata “Make America Funny Again” nella quale si trovano memes che possiamo definire come black humor. Anche per la bacheca presa da noi in analisi, notiamo sulla sinistra dei tag che descrivono il contenuto come “Humor divertente” “Umorismo sarcastico”. È abbastanza evidente che l’utente in questione ha creato la bacheca con l’intenzione di far ridere e di condividere il proprio umorismo che va a toccare argomenti polemici.
Questo genere di memes rimane tuttavia controverso perché va ad alimentare una narrativa sessista: alimenta degli stereotipi e la disparità di genere tipici della cultura patriarcale, andando ad urtate la sensibilità di chi subisce i danni di questo retaggio.
In contrapposizione alla cultura patriarcale c’è la discussione della mascolinità tossica: si potrebbe utilizzare questa posizione per andare a contrastare il discorso sessista mosso dal primo meme, sfruttando sempre i tag di Pinterest in modo da renderlo visibile a chi ricerca tali contenuti e ne fa usi errati per alimentare la propria visione sessista. La nostra idea è dunque utilizzare lo stesso template con scritte diverse, gettato nuovamente questi temi sull’umorismo per mostrare la ridicolezza di certe visioni, pubblicando le immagine su Pinterest sotto gli stessi tag come “Umorismo sarcastico” “Humor divertente” ecc.
MEME 2: Counter-meming
Questo meme in specifico non è un meme che abbiamo incontrato in precedenza. Lo abbiamo trovato su Pinterest, in una bacheca chiamata “ALPHA MALE”; il luogo in sé non è considerato problematico; tuttavia, il poco controllo dei contenuti fa si che si possano creare dei luoghi all’interno di Pinterest con contenuti/memes controversi, di stampo sessista.
A creare la bacheca è stato un’utente chiamato RobWest.TV, il quale si definisce come “Vlogger, blogger, (…) funny husband, and father of three.” Oltre ad aver creato la prima bacheca ne abbiamo notata un’altra intitolata “Make America Funny Again” nella quale si trovano memes che possiamo definire come black humor. Anche per la bacheca presa da noi in analisi, notiamo sulla sinistra dei tag che descrivono il contenuto come “Humor divertente” “Umorismo sarcastico”. È abbastanza evidente che l’utente in questione ha creato la bacheca con l’intenzione di far ridere e di condividere il proprio umorismo che va a toccare argomenti polemici.
Questo genere di memes rimane tuttavia controverso perché va ad alimentare una narrativa sessista: alimenta degli stereotipi e la disparità di genere tipici della cultura patriarcale, andando ad urtate la sensibilità di chi subisce i danni di questo retaggio.
In contrapposizione alla cultura patriarcale c’è la discussione della mascolinità tossica: si potrebbe utilizzare questa posizione per andare a contrastare il discorso sessista mosso dal primo meme, sfruttando sempre i tag di Pinterest in modo da renderlo visibile a chi ricerca tali contenuti e ne fa usi errati per alimentare la propria visione sessista. La nostra idea è dunque utilizzare lo stesso template con scritte diverse, gettato nuovamente questi temi sull’umorismo per mostrare la ridicolezza di certe visioni, pubblicando le immagine su Pinterest sotto gli stessi tag come “Umorismo sarcastico” “Humor divertente” ecc.
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Beppe Sebaste vince il premio Wondy per la letteratura resiliente nella sua VI edizione col romanzo "Una vita dolce" (Neri Pozza)
Beppe Sebaste vince il premio Wondy per la letteratura resiliente nella sua VI edizione col romanzo "Una vita dolce" (Neri Pozza). È Beppe Sebaste con il romanzo “Una vita dolce” (Neri Pozza), il vincitore della sesta edizione del Premio Wondy di letteratura resiliente, annunciato ieri sera al Teatro Manzoni di Milano nel corso della tradizionale serata di festa tra parole e musica che accompagna la premiazione, presentata da Drusilla Foer e Alessandra Tedesco, con la partecipazione di numerosi ospiti illustri tra i quali: Levante, la pianista Giuseppina Torre, Valerio Aprea, Francesca Cavallin, Fiammetta Cicogna, Vinicio Marchioni, Vittoria Puccini e Alessandro Roia. Paola Cereda con il libro "La figlia del ferro" (Giulio Perrone Editore) è invece la vincitrice decretata dalla giuria popolare. È stata inoltre assegnata una menzione speciale alla fumettista italiana Icaro Tuttle per il graphic novel “La cura – Storia di tutti i miei tagli” (BeccoGiallo). La Giuria Tecnica, presieduta da Umberto Ambrosoli e composta da Stefania Auci, Federica Bertoni, Alessandra Casella, Fabio Genovesi, Luca Dini, Francesca Mannocchi, Gaia Manzini, Emanuele Nenna e Gianni Turchetta, si è così espressa nella motivazione: “Fin dal titolo del libro, la “dolcezza” è una dichiarazione programmatica di resilienza: la “vita dolce” è infatti proprio una vita che si scontra ogni giorno con la realtà dolorosa di una malattia terribile. Eppure, è una vita che a ogni istante viene vissuta con incrollabile tenerezza, e persino con ironia. Una vita dolce racconta l’Alzheimer di S., la compagna del narratore: “Io e S. ridiamo e piangiamo molto”, scrive Sebaste; ma “ridere è una sfaccettatura della perdita”. Ridono, ma anche cantano e ballano, creando una sorprendente “Zona Temporaneamente Liberata”. La privatissima esperienza raccontata riguarda in realtà tutti, e dà luogo a una serie inesauribile di rivelazioni, in un confronto permanente con il sacro e la verità: perché è la stessa malattia a dare rilievo all’assolutezza del “qui e ora”, a quell’“adesso che è sempre” e che illumina “l’eternità come simultaneità”. "Ricchissimo sul piano intellettuale, il libro è anche sempre carico di poesia: a cominciare dal quotidiano scambio di haiku fra il narratore e S., nella lotta contro il progressivo disintegrarsi della memoria. Alla storia principale si intrecciano poi altre storie: come quella della relazione con l’altra compagna di vita del narratore, la geniale artista Cathy Josefowitz. Dentro la cornice narrativa, Una vita dolce accoglie materiali diversissimi: ricordi; citazioni; meditazioni; aforismi. Questo densissimo Zibaldone è anche una riflessione sul senso della scrittura: “Tutta la letteratura è un esercizio di resistenza e liberazione dalle illusioni”. Grazie a Sebaste, ora lo sappiamo meglio: l’atto stesso di scrivere è una forma di resilienza.” Le altre opere finaliste erano: “La bambina sputafuoco” di Giulia Binando Melis (Garzanti), “La figlia del ferro” di Paola Cereda (Giulio Perrone Editore), “Tuamore” di Crocifisso Dentello (La Nave di Teseo), “Sarà solo la fine del mondo” di Liv Ferrachiati (Marsilio), e “Trema la notte” di Nadia Terranova (Einaudi). Al vincitore va un premio di 5000 euro e un'opera su tela dell'artista Luca Tridente, le cui opere donate nelle scorse edizioni sono state inserite nel Catalogo dell'arte moderna (Editoriale Giorgio Mondadori), considerato un punto di riferimento per l'arte moderna e contemporanea. Un premio di 2000 euro è stato invece assegnato alla vincitrice della giuria popolare. Prima della serata è stato organizzato un momento dedicato a giurati e finalisti in collaborazione con PizzaAut, il primo locale in Italia gestito da ragazzi con autismo, fondato da Nico Acampora. Il progetto nasce come laboratorio di inclusione sociale e, grazie anche all’amicizia del fondatore cresciuta negli anni col presidente dell’Associazione Wondy Sono io Alessandro Milan, ha portato al Teatro Manzoni le Gourmaut, pizze realizzate sul momento e servite dai ragazzi di PizzaAut. La sesta edizione del Premio Wondy è organizzata dall’associazione “Wondy Sono Io”, quest’anno in collaborazione con il settimanale F, con i Main Sponsor Banco BPM, Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Community, Mindful Capital Partners (MCP), Tendercapital e gli Sponsor Tecnici Collistar, Lions Club International, MASI, PHYTO-L’energia della natura, PizzaAut, Planetaria Hotels e Yamaha.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Recensione IL MAGGIORDOMO ETEROCURIOSO a cura di @djordjevitchlibrary_of_babel00 ~ Qualche settimana fa Sceneggiature X mi ha proposto una collaborazione un po' particolare. Tutti voi sapete come io sia solita leggere fantasy, gothic, dark o narrativa e invece, questa volta, mi è stato proposto di leggere "Il maggiordomo eterocurioso". Già dal titolo un programma eh? Nicolae fa il maggiordomo da tutta la vita e quando la famiglia che aveva servito per anni lo licenzia, deve trovare un nuovo lavoro! Egli diventerà il maggiordomo di una villa alquanto strana. Infatti, ogni sera, Nicolae sente il suo padrone intrattenere rapporti sessuali con diverse persone. Il povero maggiordomo non riesce neanche a dormire per tutti quei rumori molesti. Un giorno stanco ed eccitato scende le scale per capire cosa stia succedendo nella stanza del padrone. Qui, Nicolae scopre la verità. La casa è infestata da demoni e il suo padrone deve sfamarli ogni sera! Lui stesso si ritroverà a vivere un'esperienza alquanto unica e singolare. Letto nell'arco di una serata, mi sono davvero divertita. Non è il solito romanzo spicy che tutti si aspettano, anzi questo qui è dalle vibes gothic e dark, ma allo stesso tempo divertente. C'è sempre una certa ironia con la quale si racconta tutta la strana vicenda ed è proprio quella che ti porta a leggere il romanzo tutto d'un fiato. Consiglio questo libro a chiunque abbia voglia di una lettura spicy e soprattutto di una lettura leggere e divertente per spezzare la solita routine! (presso Roma, Italia / Rome, Italy) https://www.instagram.com/p/Cpujki3ooAd/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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...il protagonista di questo straordinario romanzo porta un nome di per se stesso simbolico, Chance, cioè caso in inglese, a significare appunto che questo anonimo e inconsistente personaggio è nato per caso. Potrebbe forse essere l'uomo di domani; si tratta comunque di un anti-eroe per eccellenza, che trascorre la vita occupandosi esclusivamente di due cose: del proprio giardino e della televisione, che guarda di continuo. E il risultato è sconvolgente, perché il protagonista diviene alla lettera un "uomo senza qualità", la cui identità psi-co-fisica è funzione degli avvenimenti che scopre nelle immagini televisive. Eppure quando questo derelitto è costretto a lasciare il giardino per affrontare direttamente la società, ed entrare in contatto, imprevedibilmente, con uomini di stato, finanzieri, ambasciatori (avrà perfino una sua bislacca "storia d'amore...») le sue risposte a domande che riguardano la situazione mondiale appaiono argutamente semplici e vengono giudicate colme di sottintesi storici. Viene da chiedersi se Chance non rappresenti il tecnocrate del futuro, un tipo di uomo disimpegnato, senza legami e senza angoscia. O forse una sorta di discepolo di Rousseau che confidi nella naturale bontà della specie umana. Sono interrogativi che sorgono alla lettura dell'affascinante romanzo di Kosinski, che si configura come una parabola moderna, una satira, una storia appassionante intrisa di ironia e di humour...( dal risvolto di copertina)... Nel 1979 dal romanzo di Kosinski venne tratto il film Oltre il giardino voluto fortemente da Peter Sellers che lo aveva letto nel '72 "Dopo aver letto il libro di Kosinski, divenni ossessionato da questo romanzo" affermò, ma per una serie di ragioni sia economiche che di carriera, i produttori erano riluttanti a finanziare un film astratto, perciò non era riuscito a trovare i fondi necessari per produrlo. La sua splendida interpretazione lo portò alle soglie dell'Oscar con una nomination come miglior attore. Fu il penultimo film dell'attore...#ravenna #booklovers #instabook #igersravenna #instaravenna #ig_books #consiglidilettura #librerieaperte #narrativa #jerzykosinski (presso Libreria ScattiSparsi Ravenna) https://www.instagram.com/p/CpUOOWMoneE/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Alla faccia...
Da diversi anni ho scoperto Giuseppe Marotta, scrittore partenopeo trapiantatosi in quel de Milan, ormai obliato e trascurato da ogni casa editrice possibile e immaginabile. Tanto è vero che le opere sue, se proprio si vogliono leggere, si devono cercare sulle bancarelle e nei mercatini dell’usato. Fino adesso avevo letto la sua narrativa (che poi il termine narrativa è a ben guardare improprio, essendo la sua prosa più una raccolta di descrizioni e riflessioni: romanzi e racconti veri ne ha scritti ben pochi). Poco tempo fa ho messo le mani su un suo volume del quale ignoravo l’esistenza. S’intitola Facce dispari ed è una raccolta di recensioni cinematografiche. Mi correggo: sono per lo più stroncature. Ma sono scritte con molto garbo, molta ironia, senza alcuna veemenza. A vedere come tratta certi film (dei quali non avevo mai sentito parlare) viene troppo da ridere. Insomma, mi sta sorprendendo. E sono rarissimi i libri capaci di inseguire e suscitare la Meraviglia. Benedettissimi chi li scrisse. E ancor più chi li stampò.
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LIBRI IN ITALIANO CON VIAGGI NEL TEMPO SEZIONE NARRATIVA GENERALE, video 2
- Timeline, di Michael Crichton
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Il romanzo inizia in un mondo in cui le nuove tecnologie, sfruttando anche le teorie della fisica quantistica, permettono di muovere istantaneamente informazioni e oggetti, senza cavi né reti. Computer piccoli come una molecola consentono anche agli uomini di visitare qualunque istante del passato: la storia potrebbe diventare un immenso luna park a disposizione dei turisti del tempo. È difficile immaginare i rischi di viaggi di questo tipo: lo apprende a proprie spese un gruppo di storici e archeologi che “visita” la Francia del Trecento e si trova catapultato nel pieno della Guerra dei Cent'Anni, tra assedi, duelli, briganti, soldataglie e affascinanti castellane.
- La confraternita degli storici curiosi, di Jodi Taylor (serie di 12 libri)
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Link al post dove parlo di questa serie: https://weirdesplinder.tumblr.com/post/643733196166545408/jodi-taylor
Dietro la facciata apparentemente innocua dell’Istituto di ricerche storiche Saint Mary, si nasconde ben altro genere di lavoro accademico. Guai, però, a parlare di «viaggio nel tempo»: gli storici che lo compiono preferiscono dire che «studiano i maggiori accadimenti nell’epoca in cui sono avvenuti». E, quanto a loro, non pensate che siano solo dei tipi un po’ eccentrici: a ben vedere, se li si osserva mentre rimbalzano da un’epoca all’altra, li si potrebbe considerare involontarie calamite-attira-disastri. La prima cosa che imparerete sul lavoro che si svolge al Saint Mary è che al minimo passo falso la Storia vi si rivolterà contro, a volte in modo assai sgradevole. Con una vena di irresistibile ironia, la giovane e intraprendente storica Madeleine Maxwell racconta le caotiche avventure del Saint Mary e dei suoi protagonisti: il direttore Bairstow, il capo Leon Farrell, Markham e tanti altri ancora, che viaggiano nel tempo, salvano il Saint Mary (spesso - anzi sempre - per il rotto della cuffia) e affrontano una banda di pericolosi terroristi della Storia, il tutto senza trascurare mai l’ora del tè. Dalla Londra dell’Undicesimo secolo alla Prima guerra mondiale, dal Cretaceo alla distruzione della Biblioteca di Alessandria, una cosa è certa: ovunque vadano quelli del Saint Mary, scoppierà il ��finimondo.
- La mappa del tempo, di Felix J. Palma
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Londra, 1896. Il giovane e ricco Andrew Harrington è inconsolabile per la perdita dell'amata Marie, una prostituta uccisa anni prima da Jack lo Squartatore. A un passo dal suicidio però decide di tentare un'ultima, disperata mossa: tornare nel passato per cambiare il corso degli eventi e salvare la donna. In un'epoca di scoperte e invenzioni, questo sembra infatti possibile tanto che una nuova compagnia, la Viaggi Temporali Murray, dichiara di aver realizzato una macchina del tempo, già immaginata un anno prima da H.G. Wells nel suo celebre romanzo. Ma i viaggi nel tempo hanno effetti imprevisti: lo scrittore stesso è minacciato da un ciarlatano arrivato dal futuro, Marcus Rhys, che tenta di rubargli il manoscritto della sua ultima opera. Rhys è a sua volta inseguito dall'ispettore Garrett, che lo ritiene responsabile di una serie di crimini compiuti con armi misteriose. A servirsi del prodigioso apparecchio c'è anche l'eccentrica Claire Haggerty che, per scappare dalla rigida morale vittoriana, si sposta nell'anno 2000, dove incontra finalmente l'uomo della sua vita. Per tutti è solo una questione di tempo: sfuggirgli, trasformarlo, modificarlo potrebbe offrire loro l'unica possibilità di cambiare il proprio destino.
- Serie Oxford Time Travel di Connie Willis (5 libri, ma in realtà solo Blackout e All Clear vanno letti per forza asssieme, i romanzi precedenti seppur ambientati nello stesso universo sono a sé stanti)
1. Fire watch (inedito in italiano)
2. To say nothing of the dog (inedito in italiano)
3. L'anno del contagio
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Per la giovane Kivrin viaggiare nel tempo è un'esperienza unica e affascinante, ma in fondo non troppo difficile: l'importante è osservare le regole perché il suo improvviso arrivo nel 14° secolo risulti plausibile e passi inosservato. Il resto è compito della tecnologia futura che rende possibile un simile trasferimento temporale. Tuttavia il suo viaggio nel Medioevo sarà molto di più che la realizzazione di un sogno, anzi si trasformerà in un'esperienza decisiva, non solo per sé, ma addirittura per due epoche separate dall'abisso del tempo, eppure unite da un solo drammatico destino. disposizioni normative, prodotta al riguardo dal Ministero delle Finanze. nella distribuzione dei redditi personali e familiari.
4. Blackout (collana Urania)
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Inghilterra 2060. Tre esperti di viaggi nel tempo si preparano a tornare in momenti diversi della Seconda guerra mondiale. La missione: osservare, da un punto di vista "sicuro", la vita quotidiana in un periodo storico critico. Quindi dall'evacuazione di Dunkerque agli orrori del blitz su Londra. Peccato che qualcosa vada storto e gli osservatori si trovino intrappolati nel flusso della storia, costretti a partecipare agli eventi che determineranno un'intera epoca e tutto il nostro futuro.
5. All Clear (collana Urania)
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Michael Davies, Merope Ward e Polly Churchill sono i tre storici di Oxford che dal 2060 sono rimasti intrappolati nell'Inghilterra della Seconda guerra mondiale. Tornando nel 1940 dovevano essere semplici osservatori della storia, invece piccole discrepanze nella documentazione sembrano indicare che in qualche modo hanno influenzato il passato, cambiando l'esito della guerra e smentendo la convinzione che il passato possa essere osservato ma mai alterato. Nel frattempo a Oxford, nel 2060, il supervisore del progetto cerca di ritrovare i tre aghi nel pagliaio della Storia...
-Hyperversum, di Cecilia Randall (serie di 3 libri con molti spin off)
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Daniel, studente universitario, ha una passione bruciante per un videogioco online, “Hyperversum”, che trasporta la sua fantasia nella storia. Dentro la realtà virtuale ha imparato a essere un perfetto uomo del Medioevo e conosce tutte le astuzie per superare ogni livello di gioco. Una sera, Daniel gioca con alcuni amici e mentre vivono tutti insieme la loro avventura virtuale nel Medioevo vengono sorpresi da una tempesta che li tramortisce: i ragazzi si ritrovano così in Fiandra, nel bel mezzo della guerra che vede contrapposte Francia e Inghilterra. Si apre quindi per loro una nuova vita, nuove strade, un nuovo amore.
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Quiero estar en paz y me toma tiempo aceptar que para tener paz hay que pasar por caos. Nunca he visto en persona a una pareja amarse de verdad, durante toda mi niñez y adolescencia solo vi parejas fugaces o condicionales a mi alrededor. Lo que hago, lo hago desde una teoria narrativa de lo que podria ser el amor, pero he aprendido todo sobre la marcha. Derrepente olvido que las relaciones y la vida en si misma, son lo que una quiere, pues es mi mente quien controla todos estos vaivenes, y me dejo llevar por los miedos e irracionalidades preestablecidas, llenas de patriarcado y heterosexualidad.
Quiero ser diariamente consciente de que el amor es como yo decida vivirlo y llevarlo, y que en el amor es donde menos me han enseñado. Es una total ironia que a los 21 concluya que el mundo se se mueve en amor. Tengo miedo, porque esas nulas relaciones estaban llenas de violencia y creo que aprendi mirando que la unica manera en la que no me violentan es siendo perfecta, pues si no cometo errores me van a querer más. Es otra de las millones de situaciones que no debi absorber en mi infancia.
Voy comprendiendo que estamos en una relacion donde los dos decidimos sanar desde lo más profundo, pero para sanar eso hay que destruir el patron anterior, y que dificil es destruir los patrones impregnados a hogar. Por muy violento o negligente que haya sido el hogar.
Quiero preguntarte por vez mil si estas dispuesto a pasar por todo este desarme y armado emocional y mental, por el que tu tambien estas pasando. Porque yo si quiero. Aunque sea un viaje extraño y a ratos muy confuso, pues por nuestra joven edad me imagino que ninguno ha vivido algo asi antes. Creo que sera más complicado de lo que tenia previsto, pero claro, no he vivido esto antes y me es dificil auto aceptar que esto que vamos y vivimos juntos es diferente a todo lo que ha pasado. Que esto es aceptar la felicidad, compartirla con el otro, llorar en el amor y el dolor que provoca avanzar, reconocernos a nosotros mismos, y un sin fin de sucesos que no puedo ni imaginar.
Me da miedo que quieras pasar esto conmigo y al final te arrepientas, y me dejes a medio camino porque encontraste que era muy tedioso o lo que sea. Pero me recordare a mi misma que eso es parte del aprendisaje completo de la vivencia.
Pienso tambien que el mundo le quedan 27 años y medio de recursos naturales y que si la vida es tan corta porque deberia pasarme las noches de marte sufriendo, pero me hago la diferencia en mi corazon donde me aviso que no estoy sufriendo en vano como todos los años atras, si no que lloro por dejar atras y construir desde 0. Y que por su puesto que vale la pena pasar estos 27 años y medio arreglando cada cable mal puesto y suelto que quedo en mi mente, para vivir una adultes lo mas plena posible, sea a tu lado o no.
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Binocoli a gettoni di Antonio Laurino
Storie di vita Binocoli a gettoni di Antonio Laurino edito da Scatole Parlanti è una splendida raccolta di racconti in cui, in un modo o nell’altro, tutti i personaggi fanno i conti con la realtà. Il file rouge che accomuna tutte le esperienze personali dei protagonisti è la consapevolezza. In queste bellissime storie di vita, l’autore ci svela le contraddizioni dell’animo umano, le difficoltà interpersonali, quelli generazionali, la consapevolezza della morte e tanti altri temi trattati con umanità e dolcezza attraverso un linguaggio semplice, diretto e ricco di pathos. Antonio Laurino è nato nel 1986 a Napoli, dove si è laureato in Scienze della comunicazione, prima di trasferirsi a Bologna e specializzarsi in Semiotica. È docente a contratto di scrittura funzionale all’Università di Bologna e all’Università di San Marino e tutor di digital marketing all’Università “Uninettuno” di Roma. Suoi scritti sono apparsi in antologie, riviste e blog letterari. Abbiamo avuto il piacere di scambiare alcune battute con Antonio Laurino a cui abbiamo fatto qualche domanda non solo su Binocoli a gettoni ma anche sul suo rapporto con la scrittura. Binocoli a gettoni di Antonio Laurino: intervista all’autore Partiamo dall’inizio, “binocoli a gettoni”. E’ un titolo curioso, perché lo ha scelto? Cosa significa? Quella del titolo è stata una delle scelte più difficili che hanno riguardato il libro. Cercavo qualcosa che desse concretezza a ciò che accomuna i diversi racconti: un momento di consapevolezza, un istante definitivo in cui il personaggio chiave vede le cose per quello che sono. In particolare, volevo che fosse un oggetto, familiare ma non banale, esotico eppure non di nicchia. E dopo tante idee scartate, credo di averlo trovato. Lei nei suoi racconti affronta diverse tematiche, molto attuali, come gli omicidi stradali, l’incomunicabilità generazionale, la solitudine e tanto altro. Argomenti seri, molti dei quali ce li presenta con tanta ironia, fantasia e apparente leggerezza. Che posto ha l’umorismo nella sua scrittura? È di certo uno degli ingredienti di base delle mie storie. E riesce a bilanciare – spero – il gusto amaro di altre componenti altrettanto fondamentali: solitudine, dolore, malinconia, nostalgia. D'altra parte, è anche una via di accesso alle vite di alcuni dei protagonisti dei racconti, e una strada che provo a percorrere quotidianamente nella mia. C’è un racconto di Binocoli a gettoni a cui è affezionato di più? E se sì, perché? Ce ne sono diversi. Innanzitutto, Il rifiuto, che reputo forse il mio racconto più riuscito. Poi Freni e refrain, il primo a essere stato pubblicato (in un'antologia). Dopodiché ci sono Parole, colori e città e Desideri rurali, a cui sono particolarmente legato perché mi hanno permesso di trascorrere dei momenti molto belli con le persone che amo, in occasione delle cerimonie di premiazione dei concorsi letterari a cui li avevo presentati. Lei ha scritto tantissimo, lo fa ormai da anni, probabilmente non riuscirebbe neanche per un attimo ad immaginare il suo futuro senza la scrittura. Ci racconta qualche sua abitudine di scrittura? Non so, decide diligentemente ogni sera di impegnarsi a scrivere una storia, prende la penna solo quando ha l’ispirazione, scrive sempre e di tutto in qualsiasi momento? Da dieci anni la lettura e la scrittura occupano gran parte delle mie giornate, anche se i testi con cui ho a che fare sono di natura accademica e professionale. Da circa la metà, poi, ho iniziato ad affiancare letture e scritture di altro genere, riscoprendo e alimentando la mia naturale predilezione per la narrativa breve. Ho cominciato così ad appuntare spunti e osservazioni in modo sistematico. Dopodiché, ho individuato alcuni periodi dell'anno in cui gli impegni di lavoro si diradano e so di poter riprendere i miei appunti: le idee che a distanza di tempo sento ancora vive e interessanti, le sviluppo. Potrei dire dunque di non avere una routine giornaliera, ma di averne una annuale. Ha mai pensato di scrivere un romanzo? Le piacerebbe l’idea? Onestamente, no. Preferisco le storie brevi e brevissime e ho intenzione di continuare a esplorarne la forma. Penso infatti che la vita, lungi dall'essere un grande romanzo, sia un susseguirsi di episodi minimi, reali e immaginari, tra i quali provare a mettere ordine. Magari proprio attraverso la scrittura. Read the full article
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