#musei di musica
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pier-carlo-universe · 28 days ago
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Davide Lo Surdo: Una Statua di Bronzo per Celebrare il Chitarrista più Veloce della Storia
Un omaggio alla leggenda vivente della chitarra, Davide Lo Surdo, con una scultura in bronzo in Danimarca che ne consacra l'eredità musicale
Un omaggio alla leggenda vivente della chitarra, Davide Lo Surdo, con una scultura in bronzo in Danimarca che ne consacra l’eredità musicale. Davide Lo Surdo, celebre chitarrista italiano, continua a segnare la storia della musica con una serie di tributi e riconoscimenti che testimoniano il suo impatto senza pari. Riconosciuto dalla rivista Rolling Stone Brasil come il chitarrista più veloce di…
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mezzopieno-news · 2 months ago
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NASCONO I CONDOMINI PER GLI ANZIANI: PER ESSERE FELICI INSIEME
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Sono due i condomini per anziani nati in Italia con l’obiettivo di offrire la possibilità di vivere la terza età in un ambiente indipendente ma all’interno di una comunità organizzata che favorisce il benessere fisico e sociale.
L’ultimo aperto è un elegante edificio di Torino con parquet e soffitti affrescati, con 40 appartamenti organizzati come una comunità e numerosi servizi inclusi e condivisi. La peculiarità del condominio risiede nel fatto che non si tratta di una casa di riposo o di una RSA ma di un luogo dove gli anziani possono vivere in modo autonomo ma protetto, con accesso a strutture comuni e assistenza condivisa. Qui si trova una palestra con sauna, una biblioteca, un bistrot e una sala per concerti da camera. Ogni giorno un ricco programma di attività come ginnastica, lezioni di musica, d’arte, visite ai musei o uscite nei mercati e concerti riempiono le giornate dei condòmini. L’edificio dispone inoltre di un sistema di telemedicina e sorveglianza attiva 24 ore su 24 che garantiscono sicurezza e assistenza continua ai suoi abitanti. Chi vuole può cucinare, invitare gli amici o organizzare incontri ma per chi non se la sente, tutte queste cose le organizza il condominio.
Una struttura simile è stata inaugurata anche a Siena nello scorso mese di ottobre 2023 dal gruppo Specht Italia con una piscina, bar, ristorante e cinema interni. Qui le persone con più di 65 anni si sentono a casa loro ma con tutti i vantaggi di una struttura residenziale assistita.
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Fonte: Torino News; Specht Group; Guild living; foto di Mart Production
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angelap3 · 2 months ago
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"Mi chiamo Caryn Elaine Johnson, ma tutti mi conoscono come Whoopi Goldberg. Sono un’artista Egot (ossia il poker dei massimi riconoscimenti americani dello spettacolo: Emmy, Grammy, Oscar e Tony) a significare un’attrice che si è misurata con tutto: televisione, musica, cinema e teatro. Dicono abbia una simpatia travolgente e una carica di energia capace di andare in Vaticano e chiedere a papa Francesco di recitare in Sister Act 3 e di rilanciare nel mio show americano l’omaggio fattomi da Fiorello in tv.
Ho vinto l'Oscar come miglior attrice non protagonista per Ghost - Fantasma nel 1990 (seconda donna afroamericana dopo Hattie McDaniel, la Mami di Via col vento) e sono stata candidata come miglior attrice protagonista per Il colore viola di Steven Spielberg. Ho anche vinto due Golden Globe, due Emmy, un Saturn Award, quattro People's Choice Award, cinque Kids' Choice Award, sette Image Award, due Drama Desk Award e un Bafta. Nel 2002 mi è stata assegnata una stella nella Hollywood Walk of Fame.
Ho diretto e prodotto documentari, musical e film acclamati da pubblico e critica. Sono attivista per i diritti umani, il sostegno della ricerca contro l'Aids e i diritti dell'infanzia. Sono apparsa in innumerevoli trasmissioni e serie tv americane e, tra le altre, ho condotto insieme a Billy Cristal e Robin Williams nove stagioni di Comic Relief, uno speciale televisivo benefico a favore dei più svantaggiati. Dal 2007 sono una delle conduttrici della popolare trasmissione e progressista della Abc, The View."
A 68 anni ho scritto la mia autobiografia dal titolo "Frammenti di memoria".
Nel memoir, che ho scritto anche per superare il lutto di mia mamma Emma, mi racconto a partire dalla mia infanzia (nelle case popolari di New York, le gite a Coney Island, gli spettacoli di pattinaggio artistico sul ghiaccio e le visite ai musei) alla mia carriera, successi e fallimenti. Il libro è un omaggio alle figure cardine della mia vita, mia madre e mio fratello Clyde, entrambi venuti a mancare negli ultimi anni. Mia madre, orgogliosa, pratica e indomabile, ha trasmesso a noi figli l’amore e la saggezza necessari per riuscire nella vita, incoraggiandoci sempre a essere onesti almeno verso noi stessi."
Whoopi Goldberg
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chez-mimich · 10 months ago
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SUL CONCETTO DI EGEMONIA CULTURALE
Nel vasto e variegato panorama della Destra italiana che ormai governa il paese (ma anche regioni, provincie, comuni), dirige televisioni, spopola sui social, indice feste di partito ecc. da qualche tempo ha preso piede il dibattito sulla cosiddetta “egemonia culturale”, espressione di derivazione gramsciana che definiva in realtà una idealità operativa, una “conditio sine qua non” che potesse consentire ad un “blocco storico” di governare la nazione (Gramsci usava spesso il termine “nazione”). Cos’era un “blocco storico”? Secondo quanto elaborato nei “Quaderni” il blocco storico era l’unione del proletariato del Nord con la classe contadina del Sud, sotto la guida degli intellettuali. Certo, anche le terminologie erano di altri tempi (e infatti erano altri tempi), così come lo erano le idee. Ma almeno erano idee. Oggi una Destra con un ampio consenso elettorale, ma con un evidente complesso inferiorità culturale, sembra tutta impegnata a colmare questo “gap”. Lo si vede a livello locale, lo si vede a livello nazionale. E, non per caso, si ritorna a parlare di “egemonia culturale”. Ma mentre la Destra storica, pensando non solo ai soliti Papini e Prezzolini, ma anche a quella destra che costituì la matrice ideologico-artistica dell’eversione fascista, come fu quella di Filippo Tommaso Marinetti e dei futuristi, produceva cultura, la cultura che, ideologicamente opposta, produceva la Sinistra, mentre la Destra di oggi produce poltrone, non nel senso che si sono dati all’industria manufatturiera dell’arredamento, ma nel senso simbolico del termine. Loro pensano che l’egemonia culturale non si costruisca nei teatri con le idee, ma con il figlio del Presidente del Senato infilato nel CDA del Piccolo Teatro di Milano, pensano che non si costruisca con programmi televisivi di grande rilevanza culturale, ma creando le condizioni perché Corrado Augias lasci la Rai. Loro pensano che basti nominare loro simpatizzanti a dirigere musei, biblioteche, assessorati alla cultura, per far sì che questa “egemonia culturale” si compia. Purtroppo per loro e per fortuna per noi, non è così. Gramsci non elaborò questo concetto da una poltrona di un ministero o nel salotto di Bruno Vespa e nemmeno sulle pagine di un social, Gramsci lo elaborò dal carcere, dove era stato rinchiuso dai fascisti, tanto per chiamarli col loro nome. Ed è questo che fa la differenza, perché la “santa guerra dei pezzenti” non la si può condurre dopo una prestigiosa nomina, e nemmeno dalla direzione di un partito che si riunisce in una SPA di lusso. “La rivoluzione” è il lavoro della talpa e per fortuna la talpa continua a scavare nei libri, nei teatri, nella musica, nell’arte, nel cinema e nella coscienza di tutti noi…
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latuavocedinotte · 5 months ago
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Ho trovato nella mia vita molta più consolazione nell'Arte, e non mi sentirete mai dire "a discapito delle persone", perché nonostante i miei estremismi non faccio di tutta l'erba un fascio. Tuttavia, coloro i quali sanno apprezzare le gioie d'un buon libro, una visita a mostre e musei, un buon film e della buona musica avranno sempre un posto speciale nella mia vita. Potrei vivere solo di questo.
Si è detto: "Fai della tua vita così come si fa un'opera d'Arte", e credo non vi sia nulla di più veritiero. È ciò a cui siamo chiamati
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michelangelob · 6 months ago
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Musica al museo di San Marco e al Cenacolo di Sant'Appollonia a Firenze
Le forme d’arte sono tutte strettamente collegate fra di loro. ‘Note al Museo’ è l’iniziativa che porta dieci momenti musicali nelle sale dei musei di San Marco e del Cenacolo di Santa Apollonia, a Firenze. L’Orchestra da Camera fiorentina accoglierà gli spettatori, da giugno a ottobre, con una rassegna che spazierà da Bach a Mozart a Ravel e Giacomo Puccini nell’anno del centenario dalla morte,…
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siamotuttideidiamanti · 2 years ago
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tumblr era un piccolo posto in cui si poteva viaggiare con la mente solo osservando luoghi, musei, paesaggi, in cui si poteva scoprire musica nuova, modi di fare e di pensare di persone a noi sconosciute, posto in cui si poteva guardare una persona scrivere pensieri simili ai nostri e sentirsi in parte capiti, posto su cui condividere tristezze, gioie e soddisfazioni.. ora non è più il posto di prima.. è superficialità, è odio , parole buttate a caso senza ricordarsi che dietro dei blog ci sono delle persone, è fare critiche infondate, è invidia, è nascondersi dietro quella faccina grigia con gli occhiali e pensare sia lecito in questo modo dire ciò che si vuole, è sempre più guardare all’esteriorità perché la cosa importante è avere le sopracciglia truccate perfettamente, essere in linea, essere ”fighe/i” essere negli standard imposti, anche qui è diventato tutto così.. ci sono anni di me in questo blog e in tutti questi anni mi è capitato spesso di scrivere parole di conforto e di apprezzamento a ragazze/i , anche cose apparentemente banali ma che possono far piacere e altre volte mi è capitato di ricevere ed essere sorpreso da parole semplici e gentili, e fidatevi che tutti ne hanno bisogno. Quindi curatevi la cattiveria che avete e se proprio dovete scrivere qualcosa fate in modo che sia positiva oppure una critica costruttiva che possa aiutare..
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istanbulperitaliani · 8 months ago
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Le Cem Evleri
Le Cem Evleri sono luoghi di culto e di comunità della fede alevita, una delle più grandi minoranze religiose in Turchia.
"Cem" in turco significa "riunione" o "assemblea" quindi letteralmente si traduce come "case delle riunioni" o "case delle assemblee".
In una Cem Evi gli aleviti si riuniscono per praticare il loro culto, che comprende la lettura di poesie sacre, la musica, la danza e le loro pratiche spirituali. Le Cem Evleri servono anche come centri culturali e sociali, promuovendo la solidarietà e l'unità tra i membri della comunità.
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Le differenze principali tra le Cem Evleri e le moschee sunnite includono la pratica del culto e le credenze religiose.
Mentre le moschee sunnite seguono la tradizione islamica ortodossa, le Cem Evleri sono caratterizzate da pratiche religiose uniche degli aleviti, che differiscono da quelle del sunnismo. Ad esempio, gli aleviti non praticano le cinque preghiere quotidiane prescritte nell'Islam sunnita, ma si riuniscono per le cerimonie collettive nelle Cem Evleri, qui i partecipanti si dispongono spesso in un cerchio per creare un'atmosfera di comunità e di unità. Questa pratica riflette l'importanza dell'uguaglianza e dell'armonia all'interno della comunità alevita. Inoltre, è importante notare che nelle Cem Evleri non ci sono separazioni tra uomini e donne, e non sono presenti il mirhab e il minbar, caratteristici delle moschee sunnite. Inoltre, le Cem Evleri possono includere dipinti e raffigurazioni che non si trovano nelle moschee. Raffigurazioni come Ali, figura centrale nella spiritualità alevita, e Mevlana Rumi il celebre poeta e mistico sufi.
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somniatoressinespe · 10 months ago
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io lo so che non è questo il punto della questione etc etc ma la musica di sottofondo mi ricorda quella nei musei sensoriali o whatever e onestamente mi sta facendo salire la nausea e ok non è il messaggio etc ma è il festival della canzone italiana potevano farlo con un violino che ne so
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kiki-de-la-petite-flaque · 1 year ago
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Amanda Lear nasce come Amanda Tapp il 18 novembre del 1939 a Saigon. Trasferitasi a Parigi dopo aver finito le scuole elementari, studia alla Scuola d'Arte di San Martino di Londra nel 1964. In quel periodo, sale agli onori della cronaca in virtù della sua storia d'amore con Bryan Ferry, frontman dei Roxy Music, e inizia a lavorare come modella per Catherine Harle. La Lear diventa molto richiesta in breve tempo: fa la modella per Paco Rabanne, e viene immortalata dalle macchine fotografiche di Charles Paul Wilp, Helmut Newton e Antoine Giacomoni per testate come "Vogue", "Marie France" ed "Elle". Partecipa, inoltre, a sfilate per Antony Price, Ossie Clark e Mary Quant a Londra, e per Coco Chanel e Yves Saint Laurent a Parigi. Nel frattempo, nel 1965 a Parigi, in un locale chiamato "Le Castel", ha conosciuto Salvador Dalì, eccentrico artista spagnolo che è rimasto immediatamente colpito dall'affinità spirituale che intercorre tra i due. Amanda accompagnerà la vita del pittore surrealista nei successivi quindici anni, passando ogni estate con lui e sua moglie: avrà così l'opportunità di visitare i salotti parigini e scoprire i musei europei, oltre che posare per alcune sue opere quali "Voguè" e "Venus to the Furs". Il nome d'arte Amanda Lear pare sia stato proprio inventato dall'eccentrico pittore, foneticamente affine a amant de Dalí. Protagonista della copertina di "For your pleasure", disco dei Roxy Music del 1973, Amanda appare insieme con David Bowie nella serie tv "Midnight special", sulla Nbc. Sempre con Bowie l'anno successivo registra la sua prima canzone, "Star", che però non viene mai pubblicata. Il suo singolo di esordio sarà, invece, "Trouble", che tuttavia non otterrà il successo sperato, a dispetto delle lezioni di canto frequentate e pagate proprio da Bowie. Del brano, per altro, viene incisa anche una versione francese, che viene notata dall'etichetta Ariola Eurodisc: la casa discografica, tramite il produttore Antony Monn, le propone un contratto di sei dischi e sette anni per una cifra eccezionale. Il disco d'esordio si chiama "I am a photograph", e ottiene un successo strepitoso in Austria e in Germania. In Italia riuscì ad arrivare alla Top 10. Dall'album furono estratti alcuni singoli, tra cui Blood and Honey, Tomorrow e Queen of Chinatown che diventò il suo primo successo a livello europeo. L'album che seguì I Am a Photograph fu Sweet Revenge, un concept album che contiene un medley continuo nel primo lato. L'album riuscì ad arrivare nella Top 10 di alcuni paesi europei e fu certificato Disco d'oro in Germania Ovest e Francia. Dall'album fu poi estratto il singolo di successo Follow Me e la Top 20 Enigma (Give A Bit Of Mmh To Me). Per promuovere l'album Amanda Lear ne cantò le canzoni in varie emittenti televisive in Europa e altrove. In Italia e in Germania la promozione fu continua. Dopo aver preso parte al programma di Raidue "Stryx", dove interpreta il personaggio ambiguo di Sexy Stryx, la Lear nel 1978 ottiene un cameo nella pellicola "Zio Adolfo in arte Fuhrer" e in "Follie di notte", di Joe D'Amato. L'artista, però, non abbandona la carriera musicale, e dà alle stampe "Never trust a pretty face". Negli anni Ottanta, Amanda incide "Diamonds for breakfast", eccezionale successo di vendite in Svezia e in Norvegia, e "Incognito": accolto tiepidamente in Europa, si rivela un successo imprevisto in Sud America; l'unica hit destinata a lasciare il segno, però è "Egal". In Italia conduce "Ma chi è Amanda?" e due edizioni di "Premiatissima" su Canale 5, nel 1982 e nel 1983. Il 1984 è l'anno della pubblicazione di "My life with Dalì", la sua prima autobiografia, intitolata in Francia "Le Dalì d'Amanda". Poi Amanda Lear si dedica nuovamente alla musica dando alle stampe "Secret Passion". La promozione dell'album, tuttavia, va incontro a una pausa forzata, a causa di un incidente automobilistico che coinvolge la Lear, costretta a una convalescenza di diversi mesi.
Il 1988 vede la Lear tornare in vetta alle classifiche musicali con "Tomorrow (Voulez vous un rendez vous)", reinterpretazione di "Tomorrow" realizzata con Giovanni Lindo Ferretti, cantante dei CCCP Fedeli alla linea. Torna in tv nel 1993 nella serie "Piazza di Spagna", in cui interpreta se stessa, e in "Une femme pour moi", film tv di Arnaud Selignac; nel 1998 è la volta de "Il brutto anatroccolo", programma condotto in prima serata su Italia 1 con Marco Balestri. Nel frattempo, ricompare in passerella, sfilando per stilisti come Thierry Mugler e Paco Rabanne. Il nuovo millennio si apre con una tragedia: il marito di Amanda, Alain-Philippe, nel dicembre del 2000 muore a causa di un incendio divampato in casa. La Lear lo ricorda registrando il disco "Heart". In televisione, l'artista presenta "Cockatil d'amore" e "La grande notte del lunedì sera", condotta con Gene Gnocchi. Dopo aver fatto parte, nel 2005, della giuria di "Ballando con le stelle", nel 2008 appare in Francia in "La folle histoire du disco", in Italia in "Battaglia fra sexy star" e in Germania in "Summer of the '70s". Sempre nel nostro Paese, appare in un curioso cameo all'interno della soap opera di Raitre "Un posto al sole", dove interpreta la Morte. Ma gli anni Duemila di Amanda Lear sono contrassegnati anche dal doppiaggio (nel film "Gli incredibili", presta la voce a Edna Mode) e dall'esposizione delle sue opere d'arte: per esempio con la mostra "Never mind the bollocks: here's Amanda Lear", tenuta nel 2006. Dopo essere stata nominata Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere dal governo francese, nel 2009 pubblica l'album "Brief encounters". In una carriera poliedrica come la sua non può mancare il teatro, e così dal 2009 al 2011 inizia un tour con "Panique au Ministere", spettacolo teatrale che attraversa la Francia, il Belgio e la Svizzera. Dopo aver preso parte, come membro della giuria, a "Ciak, si canta!", varietà in onda su Raiuno, nel 2011 Amanda Lear incide il singolo "Chinese Walk", e interpreta, nuovamente a teatro, la commedia "Lady Oscar". Pittrice, cantautrice, presentatrice, Amanda Lear vive in Francia, a Saint-Etienne-du-Gres, non lontano da Avignone. Dall'inizio della sua carriera, l'artista francese ha dovuto convivere con le dicerie riguardanti la sua sessualità: si diceva, infatti, che Amanda, prima di diventare fotomodella, in realtà fosse un ragazzo, tale Renè Tapp, che si sarebbe sottoposto a un'operazione di cambio di sesso a Casablanca. La stessa Amanda Lear, tuttavia, in più di un'occasione ha smentito le dicerie a tal proposito, sostenendo che si trattava unicamente di una strategia pensata da lei, insieme con Dalì, per attirare l'attenzione e incrementare le vendite dei suoi dischi.
(da:https://biografieonline.it/biografia-amanda-lear)
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amamiofacciouncasinoo · 1 year ago
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Fastidi.
finire la cartaigienica - l'audio di instagram - le persone che guardano il telefono mentre gli parlo - lo spritz annacquato - le rose - i dossi alti - le strisce colorate per capire dove cazzo devo andare in ospedale - gli inviti - i matrimoni - l'acqua fredda quando fa freddo - l'acqua della doccia che non tiene la temperatura - la muffa - le spine nel pesce - la pescheria nel supermercato - le code in autostrada - i coglioni che viaggiano nella corsia centrale in autostrada - le mamme pancine - i tuttologi - i ricchi - la spia dell'olio - i sughi pronti - le penne lisce - l'immondizia - le stampanti che non stampano - la gente che chiede la pizza con abbondante pomodoro - i barattoli che non si aprono nemmeno bestemmiando - lavare la doccia - pisciare - pisciare fuori - pisciare in piedi - pisciare seduti in inverno - il vino del cazzo - il vino costoso - il freezer - i nomi degli alcolici - le spugne - radersi - trovare i calzini uguali - gli zaini scomodi - le chiamate - le casse del supermercato - le cassiere lente del supermercato - le cassiere troppo veloci del supermercato - la tovaglia con le briciole - i fari al led delle macchine nel senso opposto - la musica da discoteca - il cagotto - il cagotto in viaggio - la digestione - le ricette - il tempo di cottura - i fagioli cannellini - i compleanni - gli amici che si fidanzano - gli amici che si mollano - io che non mi fidanzo così non posso mollarmi - la convivenza - i tavoli tondi - la birra belga - la gente che ordina birra belga - i musei - le audioguide - scegliere l'avocado migliore - il reparto ortofrutta - la verdura per terra dopo il mercato - il mercato - l'erba - gli insetti che stanno nell'erba - le cimici - i frutti che cadono dagli alberi - i frutti spiaccicati per terra dopo esser caduti dagli alberi - i bigliettini da visita - le richieste di amicizia - le notifiche - non ricevere notifiche - i soldi di carta - le monete - il pin del bancomat - i manifesti con un sacco di testo - la musica rock che però non è proprio rock rock diciamo - i Coldplay - Don Matteo - le strisce pedonali - le assicurazioni che pagano solo se attraversi sulle strisce - i bambini - i bambini degli altri - il pensiero di avere un bambino - i preservativi - la pillola - le coperte felpate - la neve - la pioggia quando c'è la neve per terra - i guanti che non tengono caldo - i guanti che mi devo togliere per poter usare il telefono - le scritte romantiche sui muri - i post romantici - i gatti grandi - la musica metal - i cantanti growl - i frontali - le quote rosa - l'ingresso gratuito per le ragazze in discoteca - i giochi di carte - i rompicapo - nomi cose città - le feste di capodanno - il forno che non forna mai come dovrebbe - i libri - le biblioteche - l'incertezza - il clima - le meteoriti - le cose che vedo - le cose che non vedo - le cose che non vedrò - gli appuntamenti - gli eventi in calendar - le mail lunghe - gli imprevisti - le visite - i medici incompetenti - i medici che non si capisce un cazzo di quello che scrivono - i nomi delle medicine - il menù delle pizze - la gente che non capisce cosa dico e mi costringe a ripetere - i computer vecchi - i computer lenti - la voltura - le offerte - gli scaffali con troppa scelta - le esperienze - le esperienze di coppia - le degustazioni - le cantine aperte - le località turistiche - i ristoranti - gli amici che parlano di ristoranti - l'ansia da prestazione - gli esami - il percorso universitario - i treni regionali - il sudore - gli amici che poi se ne vanno - le abitudini che cambiano - le mamme e i papà che annunciano con gioia l'annuncio l'arrivo di un nuovo bebè - i bebè - i nomi dei bebè (come cazzo fai a chiamare una bambina "Agape Amelia"?) - i nomi delle persone - la lavanda dei piedi - il catechismo - la dottrina - le buone maniere - l'educazione - le ore perse - la parola di Cristo - cambiare idea - la batteria del telefono - le notizie false - i titoli clickbait - la pubblicità prima dei video - la pubblicità su LA7 - i chitarristi bravi - i concerti con troppa gente
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seoul-italybts · 2 years ago
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[✎ ITA] EL PAÍS : Intervista - RM: ❝In Corea lavoriamo così duramente perché 70 anni fa non avevamo niente❞ | 12.03.23⠸
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🇪🇸 EL PAÍS : Intervista - RM
RM, leader dei BTS: ❝ In Corea lavoriamo così duramente perché 70 anni fa non avevamo niente ❞
Il rapper sud-coreano promuove il suo primo album solista, in Spagna, e riflette sul prezzo del successo del K-pop, sulla storia del suo paese e sull'essere un collezionista d'arte
__ di PATRICIA GOSÁLVEZ | Twitter
Kim Namjoon (Seoul, 1994) sembra sinceramente sorpreso che un gruppo di fan l'abbia riconosciuto, qualche giorno fa, per le strade di Bilbao. "Mi piace pensare che, magari, in una cittadina dall'altra parte del mondo sia ancora possibile passare inosservato...", dice il rapper, noto come RM o, ancor meglio, come il leader dei BTS – la band maschile K-pop che nei suoi frenetici 10 anni di carriera ha battuto ogni record nell'industria musicale globale, quella di Bilbao inclusa.
La scorsa estate, i 7 membri del gruppo hanno annunciato una pausa per dedicarsi ai propri progetti solisti e svolgere il servizio militare, che è obbligatorio in Corea. I/le loro fan, gli/le ARMY – 72 milioni solo su Instagram – aspettano con trepidazione la reunion annunciata per il 2025. RM ci ha assicurato che la sta aspettando anche lui.
È venuto in Spagna per promuovere il suo album, "Indigo" (rilasciato a dicembre), e per visitare i musei Guggenheim, Thyssen, il Prado e la Fondazione Picasso a Barcellona... "Ho visto un sacco di opere di Goya e mi son lasciato conquistare dal patrimonio artistico di El Greco, ma rimango fedele a(l quadro di Velázquez) Las Meninas (Le damigelle d'onore)", confida il rapper. La prima traccia dell'album di questo collezionista alle prime armi si intitola Yun, in onore dell'astrattista coreano Yun Hyong-keun. "Lo chiamano 'il Rothko d'Asia', ma ciò che mi interessa personalmente è la sua vita: ha vissuto la dominazione giapponese, la guerra ed è stato torturato dal governo, ma non si è mai arreso. Nei suoi lavori, vedo rabbia, tristezza, complessità e bellezza..."
D: La traccia si apre con il verso "Fanculo alle tendenze / voglio tornare indietro nel tempo / ... a quando avevo 9 anni /... Penso il me stesso di allora fosse più umano". Trovi che il successo stratosferico del K-pop de-umanizzi l'artista?
RM: Iniziamo le nostre carriere da giovanissimi, come parte di un gruppo. Non abbiamo molte occasioni per distinguerci in quanto individui, ma quello è il bello del K-pop: giovani e giovanissimə che fanno del loro meglio, tuttə insieme... Viene a crearsi un'energia che si ha solo a 20 anni. Lotti giorno e notte per perfezionare le coreografie, padroneggiare i video e le canzoni e poi il successo, questa sorta di Big Bang. Dai 20 ai 30 anni, abbiamo investito tutto il nostro tempo e le nostre energie nei BTS. Ciò che ottieni è successo, amore, influenza, potere, e poi? Ma alla radice c'è sempre la musica... Qual era già la domanda?
D: Se trovi questo sistema sia de-umanizzante?
RM: Alla nostra etichetta non piace la risposta che do a questa domanda, perché, in parte, è un'ammissione e poi i giornali saltano su a dire 'Ah! È un sistema orribile, rovina i giovani!' Ma, in un certo senso, è proprio questo a rendere l'industria K-pop così speciale. E la situazione è migliorata molto in termini di contratti, stipendi e formazione. Ora abbiamo insegnanti e psicologi...
D: Le etichette discografiche coreane formano i loro artisti per anni. Tu hai vissuto con i tuoi colleghi dai 16 ai 19 anni, prima di debuttare nei BTS, nel 2013. Cosa dicevano i tuoi genitori?
RM: Mia madre ha trascorso 2 anni a dirmi "Torna a studiare, andavi così bene, segui il tuo percorso, va' all'università, la musica può essere un hobby!"...Ma non c'è stato verso di farmi cambiare idea.
D: La lezione più grande che hai imparato durante il tuo periodo da trainee?
RM: Il ballo. Ero negato.
D: E che cosa hai perso nel diventare un trainee?
RM: La vita universitaria.
D: Questo culto della gioventù, della perfezione e del lavoro spinto all'estremo, nell'industria K-pop... sono tratti tipici anche della cultura coreana?
RM: La gente in Occidente non può capire. La Corea è un paese che è stato invaso, distrutto e diviso in due. Fino a 70 anni fa, non c'era niente. Ricevevamo aiuti dal Fondo Monetario Internazionale e dalle Nazioni Unite. Mentre ora tutti gli occhi sono puntati sulla Corea. Com'è possibile? Cos'è successo? È successo che la gente si fa un culo così per migliorare. Gente che vive in Francia o in Regno Unito, paesi che non hanno fatto altro che colonizzare altre nazioni per secoli, che mi dice "Oh cielo, sei troppo esigente con te stesso! In Corea fate una vita troppo stressante!". Beh, certo?! Solo così si ottengono risultati. Ed è parte di ciò che rende il K-pop così affascinante. Anche se, ovviamente, ci sono luci ed ombre, perché, come ogni cosa che capita troppo rapidamente, ci sono effetti collaterali.
D: Qual è il pregiudizio peggiore che si possa avere rispetto al K-pop?
RM: Che sia preconfezionato.
D: Come credi sarebbe ora la tua carriera, se l'avessi sviluppata nel circuito alternativo o in un altro paese?
RM: Penso spesso al concetto di multiverso, è la lezione che ci insegna Dottor Strange è sempre questa: la tua versione corrente, nell'Universo, è la migliore possibile, non preoccuparti per le altre. Non c'è niente di meglio che essere un membro dei BTS.
D: Ti saresti mai immaginato in questa versione?
RM: Nient'affatto. Il mio sogno non era diventare un idol K-pop. Volevo fare il rapper e, prima ancora, essere un poeta.
D: Tra gli artisti cui ti ispiri ci sono rapper quali Nas ed Eminem, gruppi come i Radiohead e i Portishead, ma non hai mai menzionato altre boy band.
RM: Anche i Beatles erano considerati una boy band... Con questo, non sto cercando di paragonarci a loro, sono stati i capostipiti di tutto questo. Ma immagino intendiate gli NSYNC o i New Kids on the Block: gruppi che facevano musica pop ed erano molto apprezzati, anche se io non ero un gran fan.. Ciò che mi ha conquistato è stato il rap: il ritmo e la poesia.
D: Hai dichiarato di invidiare coloro che ammiri. Puoi farci qualche esempio?
RM: Kendrick Lamar, sempre. E Pharrell Williams. È una leggenda vivente. Vorrei esserlo anche io, magari in futuro. Ecco perché non dipingo: essere invidioso di Monet o Picasso sarebbe da incoscienti.
D: Sei un collezionista, come scegli le opere?
RM: Lo sono solo da 4 anni e sono in continua trasformazione. Mi concentro, principalmente, sull'arte coreana del 20° Secolo. Ma non sono Getty o Rockefeller...
D: Non lo fai come forma di investimento.
RM: No, ve lo giuro. Se il mio obiettivo fosse investire, acquisterei opere di artistə nerə, di donne o di artistə emergenti indonesianə... Il mio obiettivo è aprire un piccolo spazio espositivo, tra circa 10 anni, perché credo Seoul abbia bisogno di un luogo allestito con gusto giovane, seppur nel rispetto della tradizione coreana; e io, personalmente, vi includerei anche artistə come Roni Horn, Antony Gormley o Morandi.
D: Hai sempre desiderato diventare un collezionista?
RM: Colleziono da sempre figure, giacche o anche modellini ispirati a Takashi Murakami, poi ho iniziato con gli abiti vintage e gli oggetti d'arredo. Adoro Charlotte Perriand e Pierre Jeanneret [entrambi collaboratori di Le Corbusier], ma il mio preferito è George Nakashima.
D: Nel tuo album troviamo canzoni di vari generi. Una parte della critica la definisce incoerenza, altrə dicono che si tratta di versatilità...
RM: Credo che, tra qualche decennio, il concetto di 'genere (musicale)' non esisterà più. R&B, hyperpop, Jersey club, UK drill, Chicago drill, K-pop! Non significano nulla. La musica è solo un insieme di frequenze che ha un certo impatto sull'umore della gente.
D: Sei stufo di essere etichettato come (artista) "K-"?
RM: Anche fossi stufo di Spotify che ci classifica tuttə come K-pop, c'è da dire che, però, funziona. È un'etichetta di pregio. Una garanzia di quell'eccellenza per cui i/le nostrə bisnonnə si sono sempre battutə.
D: Nel tuo album troviamo Anderson .Paak, Youjeen e anche l'elusiva Erykah Badu, come sei riuscito a convincerla?
RM: Conosceva già i BTS perché sua figlia è una nostra fan, ma non è stato sufficiente. Ho dovuto usare la persuasione. Le ho mandato un messaggio con la storia di Yun, spiegandole perché avevo bisogno della sua "voce saggia da regina".
D: A volte mischi l'inglese al coreano nel mezzo di una frase, come decidi (quale lingua usare)?
RM: Le parole straniere hanno consistenza e struttura differenti; è lo stesso messaggio, ma la pennellata è diversa. Mi viene spontaneo. Io non sono un musicista, io compongo e scrivo melodie attraverso la mia voce, che è il mio unico strumento musicale, e la maggior parte delle mie canzoni nascono a partire dalle parole.
D: Sei anche passato per diverse identità: il tuo nome da rapper, quando eri adolescente, era Runch Randa, nei BTS eri Rap Monster e poi sei diventato RM (che sta per Real Me). Non hai mai pensato di usare il tuo vero nome?
RM: [Ride] Abbiamo tutti un passato, delle "origini oscure", come diciamo in Corea. Runch Randa era il mio soprannome in un gioco di ruolo, poi volevo diventare, beh, sapete, un "rap monster (mostro del rap)" e poi sono maturato... Preferisco il mio nome sia noto a meno persone possibile. Non sono John Lennon o Paul McCartney. Almeno posso prenotare in un hotel senza destare troppo clamore, e la cosa mi piace.
D: Il tuo modo di vestire è anche cambiato parecchio.
RM: Sono passato dalle t-shirt XXL ed i capellini da baseball alle marche di pregio... Quando ero Rap Monster, indossavo solo bianco o nero [alza gli occhi al cielo e dà una scrollata di spalle]. Ora ciò che mi interessa è l'essere senza tempo, non mi curo più delle tendenze e cerco jeans stile vintage e magliette di cotone o altri tessuti naturali che non gridino "Hey, guardatemi!".
D: Corre voce che collaborerai con Bottega Veneta, e sei appena stato alla loro sfilata di moda, a Milano.
RM: Mi piacerebbe molto. Nonostante io abbia perso interesse nei brand, nelle settimane della moda e nelle palette in continuo mutamento... Bottega è diverso, non hanno loghi, sono esperti di tessuti e pelli, non hanno neppure un profilo Instagram, vanno oltre le mode.
D: Quant'è pesante trascinarsi dietro una tale armata di fan?
RM: Non puoi andare in giro, neppure in mezzo al nulla, senza essere riconosciuto ed il tenore (di vita/comportamento) che ci si aspetta da te è molto alto. Ma si matura e si impara a conviverci, senza compiangersi troppo, del tipo "Oh, vorrei solo essere una persona normale!" Cioè, sul serio, se vi piace considerare la fama come un peso, è vero, è una cazzo di roccia; ma, nel mio caso, mi ha dato ciò che stavo cercando: una certa influenza ed indipendenza economica, il più rapidamente possibile, così da poter scrivere la musica che voglio senza dovermi preoccupare delle classifiche... Non ci sono ancora riuscito al 100%, ma cerco di concentrarmi sul mio caos interiore, piuttosto che sul frastuono che mi circonda.
D: E come stai affrontando i tuoi 30 anni?
RM: Non ho mai sperimentato un'età così ambigua. Per un decennio, sono sempre stato il leader dei BTS, la situazione era stabile e mi divertivo, le cose non facevano che migliorare. Nel 2023 sono cambiate molte cose, sia dal punto professionale che personale -anche se non posso scendere nei dettagli -. Adesso che sto per compiere 30 anni, mi piaccio di più rispetto a quando ne avevo 20. Ora passerò un anno e mezzo a prestare servizio militare, che è un'esperienza fondamentale nella vita di ogni uomo sud-coreano. Dopodiché, sono sicuro sarò un essere umano diverso, spero solo migliore e più saggio.
ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ eng: © btscharts_spain
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intrusivoodistruttivo · 2 years ago
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Che sia pace o felicità lasciati avvolgere. Quando ero giovane pensavo che queste cose fossero stupide, sempliciotte, avevo il sangue cattivo una mente contorta un'educazione precaria, ero duro come il granito non sopportavo il sole non mi fidavo di nessun uomo e soprattutto di nessuna donna, vivevo all'inferno in piccole stanze oggetti rotti, oggetti distrutti, camminavo sui vetri, maledetto. Sfidavo ogni cosa, venivo continuamente sfrattato incarcerato dentro e fuori risse dentro e fuori dalla mia testa, le donne erano qualcosa da scopare e insultare non avevo amici maschi, odiavo le vacanze, i bambini, la storia, i giornali, i musei, matrimoni, film, ragni, spazzini, gli accenti inglesi, lo spagnolo, il francese, l'italiano, noci e il colore arancione. L'algebra mi faceva arrabbiare, l'opera mi faceva vomitare, Charlie Chaplin era finto, i fiori erano per finocchi, la pace e la felicità erano per me segni di inferiorità propri di una mente debole e confusa. Ma andando avanti con le mie risse di strada, i miei anni di autodistruzione, il mio passare da una donna all'altra iniziai gradualmente a capire che io non ero diverso dagli altri, ero uguale. erano tutti pieni d'odio accecati da futili rancori, gli uomini con cui mi picchiavo nei vicoli avevano il cuore di pietra tutti spingevano sgomitavano imbrogliavano per qualche vantaggio insignificante la menzogna era l'arma e la trama era vuota l'ignoranza era il dittatore. Con cautela permisi a me stesso di sentirmi bene, a volte trovavo momenti di pace in squallide stanze fissando i pomelli di un comò o ascoltando la pioggia al buio. Meno cose mi servivano più mi sentivo bene, forse l'altra vita mi aveva consumato, non trovavo più nessun fascino nel sovrastare qualcuno nella conversazione o nel montare il corpo di una povera femmina ubriaca la cui vita era scivolata via nel dolore. Non potrò mai accettare la vita così com'era, non potrò mai ingoiare tutti i suoi veleni, ma c'erano delle parti tenui, magiche, non so quando ma il cambiamento avvenne e qualcosa in me si rilassò, si attenuò, non dovevo più dimostrare di essere un uomo, non dovevo più dimostrare niente, cominciavo a vedere le cose, tazze di caffè dietro il bancone di un bar o un cane che camminava sul marciapiede. Cominciavo a sentirmi bene, cominciavo a sentirmi bene nelle situazioni peggiori e ce ne sono state tante. Mozart è morto ma la sua musica è ancora lì nella stanza,l'erba cresce, la terra gira. Sono uscito fuori, salito sulla mia meravigliosa auto, ho messo la cintura di sicurezza, sono uscito a marcia indietro dal vialetto sentendo un calore sulla punta delle dita fino al mio piede sul pedale del gas, sono entrato nel mondo ancora una volta, ho guidato giù per la collina superando case piene e vuote di gente, ho visto il postino ho suonato il clacson, lui ha ricambiato il mio saluto.
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interactiondesignrsm · 2 years ago
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Collocata all’interno di Palazzo Mosca sede dei Musei Civici, la Sonosfera® è parte integrante del patrimonio di Pesaro Musei. Unico al mondo, questo Teatro per l’ascolto profondo di ecosistemi e musica, nato per il progetto ‘Fragments of Extinction – Il Patrimonio Sonoro degli Ecosistemi’, nel 2014 ha ottenuto il brevetto internazionale ad opera dell’ideatore David Monacchi, professore del Conservatorio Rossini. Il progetto studia e propone i paesaggi sonori delle foreste primarie equatoriali registrati da Monacchi durante le spedizioni in tutto il pianeta. Visti i drastici mutamenti del clima e degli habitat naturali a livello globale, è ora di fondamentale importanza portare all’attenzione generale la ‘sesta estinzione di massa’. L’esperienza diretta e in tempo reale del suono degli ecosistemi che si vive all’interno della Sonosfera®, costituisce intatti uno strumento di consapevolezza verso il cambio di paradigma e la transizione ecologica, ormai richiesti inderogabilmente alla nostra civiltà. Il pubblico è seduto in una doppia cavea simile ad un anfiteatro, costruito per essere acusticamente perfetto, isolato dall’esterno e completamente fono-assorbente all’interno. Il suono proviene da 45 altoparlanti che si combinano creando al centro un campo sonoro sferico molto prossimo alla realtà. Gli spettrogrammi del suono e i contenuti audiovisivi sono proiettati a 360° ad altissima definizione e l’esperienza è quella di una vera e propria immersione in un panorama sonoro e visivo e di un’esplorazione sensoriale molto potente. Grazie alla coinvolgente esperienza proposta, la Sonosfera® costituisce uno straordinario strumento di divulgazione sia scientifica che per un pubblico più ampio, arrivando a coprire una serie di ambiti legati alla ricerca nelle scienze e nell’arte, all’educazione ecologica ed estetica. Sono allo studio anche applicazioni di tipo terapeutico legate alla specificità di uno strumento immersivo così avanzato e per questo capace di sollecitare stati di rilassamento profondo o di interagire con disturbi dello spettro autistico o disturbi sensoriali più in genere.
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umi-no-onnanoko · 2 years ago
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Ieri sono giunta all'ultima pagina del quadernino dove, quasi quotidianamente, cercavo di trovare 10 cose che mi piacessero in modo da essere grata per queste cose/ persone ed al contempo per fare si, una volta finito il quadernino, di comprendere cosa ricorreva di più e quindi ciò che mi piace davvero rispetto a ciò che era passeggero.
Questo è il risultato, ovviamente ci sono anche altre cose che mi piacciono, ma ciò che è rimasto nel tempo (più di un annetto) sono queste cose:
L'inverno
Il nero
Il tiramisù
La pioggia
Il mare
Il blu
Scrivere, soprattutto a mano (lettere,testi, poesie, canzoni)
Disegnare
Le lasagne
Il thè (soprattutto il thè nero e quelli alla vaniglia e all'arancia e cannella della Twinnings)
Gli abbracci
Il rosa
I fiori di ciliegio
I soffioni
I baci sulla fronte
Cantare
Il colore Tiffany
Tutto ciò che è vintage
L'antiquariato
William Shakespeare
Il cappuccino (Con molta schiuma, quello solubile della Nescafé, o quello con la cannella)
Che mi vengano accarezzati i capelli
La musica (soprattutto da giradischi)
Halloween
Natale
Le arance
Le margherite
I profumi da uomo
La cannella
I palloncini
I baci perugina
Le pesche
Il vento estivo
Il limone
Il Giappone
Vienna
La sacher
Ballare
Il verde
Harry Potter
The Mentalist
I tacchi (anche se non so camminarci)
I tulipani
I bambini che ridono
Fare la spesa
I Queen
Tiziano Ferro
Sperimentare
I braccialetti con le conchiglie
I maglioni di lana
Gli ombrelli colorati
I bomboloni alla crema
Il lillà
Le ombre degli oggetti
Il rossetto rosso
Le borse in tela
I cartoni Disney
Death note
Demon slayer
Il ramen
Gli anni 50' e 80' della moda
Emma Watson
Le canzoni italiane "vecchie"
I delfini
I pop corn
Vedere i film al cinema
Andare a teatro
Cantare quando non c'è nessuno
Inventare nuove parole
Aiutare gli altri
Il bianco
L'odore della terra bagnata quando piove
I sottobicchiere in sughero
Le parigine
Stitch
I lecca lecca alla Coca-Cola
Le candele
Le luci di Natale
Suonare il pianoforte
Gli accordi di chitarra
L'odore della bigbabol alla fragola
Riordinare
Le uova di pasqua
I libri
Il viola
I capelli puliti
Il sapone alla melagrana
Essere gentile
Gli abbracci
Ascoltare gli altri e le loro storie
Guardare fuori dal finestrino
I messaggi inaspettati
I ti voglio bene
I croissant (alla crema, alla marmellata di arancia, al miele e nocciole o integrali vuoti)
Sognare
Le farfalle
I pettirossi
Le cinciallegre
I cannoli alla crema
Gli stivali in pelle
La pizza
La mozzarella in carrozza fatta in casa
Il succo di frutta all'albicocca
L'erba mossa dal vento
La neve
I cani
Le nocciole
Il bagnoschiuma al miele
I gatti (soprattutto quelli neri)
L'alba
I peluche
Leggere
Preparare dolci
Le tartarughe
La luna e le fasi lunari
Fare sorridere gli altri
Le mongolfiere
I toast fatti in casa
I colori della natura
Il rosso
I cereali con all'interno il cioccolato fondente
I fiori
I film dello studio ghibli ( in particolare il castello errante di howll)
I fiocchi per i capelli
La generosità
Le stelle
I grilli
Argo
Latte e cioccolato
La pasta al pesto
I conigli
La rugiada
La pasta al ragù
I biscotti al cioccolato
L'arcobaleno
L'indaco
Il giallo
Il succo di frutta alla mela
Le coccole
L'azzurro
I bagni caldi
Le patatine fritte
Gioielli a tema astronomia
Le nuvole
L'arancione
Van Gogh
Fare colazione al bar
Pranzare seduta sull'erba
Scoprire e provare nuove ricette
I panini al salame
Il corallo
Il giardinaggio
La coppa del nonno al caffè
Nightmare before Christmas
Il pain au chocolat
Lo zucchero filato
Passeggiare
Curiosare tra i libri nelle librerie
Fare regali
Organizzare sorprese
Il rispetto
Il dialogo
Gli anime e manga
Le caramelle ricoperte di zucchero
Conoscere nuove persone
Le conversazioni interessanti
I musei
La letteratura italiana e straniera
I Funko-pop
I post-it
Gli oggetti in resina
I balletti
Le conchiglie
La magia
Supernatural
Le ortensie
Le tazze in vetro minimal
Le civette/ i gufi
Le sfoglie al burro
I ghiaccioli alla pesca con pezzi di frutta
Le coccinelle
L'Egitto antico
Gli scarabei
I dolcetti in pasta di mandorle
Il piccolo principe
Le frittelle di mele
Parigi
Gli aquiloni
Il profumo di pino silvestre
Il modo in cui le persone camminano
Gli occhi (Soprattutto quelli verdi, grigi o così scuri da sembrare neri)
Camminare sotto la pioggia senza ombrello
Il rumore delle foglie secche sotto le suole delle scarpe
Condividere il mio tempo con chi merita
La storia dell'arte
Le mani
Il beige
L'odore dei libri
Le trecce
Le lentiggini
I capelli ricci nei ragazzi
Le foglie d'acero
Il gelato alla pesca e cocco (il mio preferito se artigianale)
Le fotografie
Gli abiti da sposa in stile princess
Il legno
I camini
La pallavolo
La F1
L'architettura gotica
La pasta al gorgonzola
Sailor Moon
I pic nic
I marshmallow
Gli anelli da uomo
Le lucciole
I pancakes
Il romanticismo
I profumi speziati
I peperoni
I musical
Lo stile cottagecore
I disegni d' anatomia
Le rondini
Le sculture in marmo
I mercatini di Natale
Il vetro di Murano
Mangiare cubetti di parmigiano
I mozziconi di matite
Giocare a basket
I tramonti
L'autunno
Il caramello (anche salato)
L'odore del soffritto
L'eleganza
Le tazze
Le perle
Audrey Hepburn
I draghi
I balli latino-americani
L'astronomia
I soffioni
I videogiochi
I leccalecca a forma di cuore
I ricci
La camomilla
I martinpescatori
F.R.I.E.N.D.S
I cappotti
I vinili
Gli specchi
Il salice piangente
La focaccia (soprattutto alle cipolle o alle patate)
La redvelvet
Lo spazio
Il silenzio
I girasoli
Sentire parlare in francese
La marmellata/ crema di maroni
Gli schiaccianoci come quelli del balletto
Le mele cotte
I libri gialli
La torta pere e cioccolato
Le polpette
Il porridge
I pinguini
La marmellata di pesche
Il cioccolato fondente con nocciole intere
Il cioccolato con caramello della Milka
La mitologia
Grazie a chiunque avrà voglia di leggere fino qui, questa piccola sfida mi ha permesso di conoscermi meglio e quindi spero potrete conoscermi un po' meglio anche coi lettori o trovare interessante porvi la stessa sfida e scoprirvi.
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
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carmenvicinanza · 5 days ago
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Trisha Brown
Tumblr media
Trisha Brown ballerina e coreografa statunitense, ha aperto le porte a un nuovo modo di pensare e agire il movimento.
È stata la prima a portare la danza in luoghi non convenzionali, a far ballare in jeans, scalzi, a usare la musica (ma spesso anche a non usarla) in modo libero, a intrecciare il lavoro con altre arti a cominciare da quelle visive, a giocare con l’improvvisazione.
Dagli anni Settanta al 2011 ha creato oltre cento coreografie e sei opere liriche. È stata la prima a creare performance su superfici urbane, trasponendo la danza dal piano orizzontale a quello verticale.
In cinquant’anni di carriera la sua arte, pur sottoposta a un ininterrotto processo d’invenzione e reinvenzione, ha presentato delle coordinate fondamentali che hanno caratterizzarono la sua poetica: la ricerca di un nuovo corpo danzante, la raffinatezza del vocabolario gestuale, l’improvvisazione come modalità creativa, la continua esplorazione dello spazio, l’interdisciplinarità e la riflessione sul rapporto tra musica e danza.
Instancabile sperimentatrice vicina all’élite artistica newyorkese, ha vissuto gli anni dell’esplosione delle avanguardie e assistito all’evoluzione del concetto di musica negli happening di John Cage, compositore e teorico musicale che è stato un guru di quella generazione e una delle personalità più rilevanti e significative dell’intero Novecento.
È stata anche un’importante visual artist, le sue opere sono state esposte in mostre, gallerie e musei di tutto il mondo tra cui la Biennale di Venezia, il Drawing Center di Philadelphia, il Walker Art Center, il Musée d’art Contemporain de Lyon e il Museum of Modern Art.
Nata ad Aberdeen, nello stato di Washington il 25 novembre del 1936, si era diplomata in danza nel 1958. Attratta dagli studi sull’improvvisazione si era trasferita a New York nel 1961 dove ha fondato il collettivo del Judson Dance Theater, identificato come l’origine della danza postmoderna.
Ha collaborato con il movimento artistico Fluxus, network internazionale d’arte, musica e design che mescolava diversi media e discipline artistiche e studiato le tecniche di educazione somatica, in particolare la Kinetic Awareness e la Klein technique, che hanno accompagnato il suo lavoro sul corpo segnandone la qualità di movimento.
Nel 1970 ha fondato la sua compagnia che, fino al 1979, era composta da sole donne.
Concentrata sul rapporto del corpo con la gravità e sull’interazione con contesti urbani, allenava a una astrattezza e leggerezza quasi da sogno, come a vincere la gravità. E così ballerine e ballerini, appesi a grandi funi, hanno scalato pareti e ballato sui tetti dei palazzi di New York.
Nel 1979 ha creato Glacial Decoy, il suo primo lavoro ideato per il teatro.
Del 1983 è il capolavoro Set e Reset con le musiche di Laurie Anderson e disegni di Robert Rauschenberg, considerato il manifesto della danza postmoderna.
Nel 1987 ha vinto il Laurence Olivier Award per l’eccellenza nella danza.
Nel suo percorso di ricerca ha sperimentato diversi stili che alternavano momenti di totale controllo ad altri di abbandono al libero flusso delle emozioni.
Alla fine degli anni ottanta ha approfondito il tema del gender e si è cimentata nella produzione lirica, ha curato le coreografie della Carmen diretta da Lina Wertmüller al Teatro San Carlo di Napoli e firmato diverse regie di opere classiche.
Negli ultimi anni ha utilizzato le nuove tecnologie collaborando con il visual artist e robotics designer Kenjiro Okazaki.
Si è spenta il 18 marzo 2017 a Sant’Antonio, in Texas, seguendo di qualche mese la dipartita del marito, l’artista Burt Barr con cui aveva spesso collaborato.
La sua compagnia, oltre a preservare e tenere viva la memoria del suo repertorio, ha avviato il progetto In Plain Site, con cui ha riadattato le sue opere principali, frammentandole e proponendone selezioni in modalità site-specific.
Una strategia di resistenza fedele all’atteggiamento pragmatico, aperto e proiettato nel futuro che ha caratterizzato l’intero percorso di questa grande icona della danza.
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