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Nessuna ispirazione - Rosetta Sacchi: La lotta interiore tra vuoto e creatività. Recensione di Alessandria today
Quando l’ispirazione sfugge, rimane il vuoto e la promessa di nuove parole
Quando l’ispirazione sfugge, rimane il vuoto e la promessa di nuove parole Recensione: Nessuna ispirazione di Rosetta Sacchi è una poesia che esplora il tema del vuoto creativo e dell’assenza di ispirazione, un momento di sospensione e di incertezza che ogni autore, artista o pensatore ha incontrato almeno una volta. La poesia inizia con un’immagine suggestiva del sole che “indietreggia” e del…
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15 agosto 2018
Ore 00:30
Forse con poca consapevolezza che quell'estate mi avrebbe lasciato un grande segno dentro.Una foto scattata male per mantenere un ricordo di quella notte strana e un po' magica in spiaggia.
Con l'incoscienza che 12 mesi dopo su quella spiaggia ci sarebbero stati dei vuoti incolmabili e ricordi dolorosi che si affollavano dentro e nella mente.Che 12 mesi dopo non avrei dimenticato nulla ma avrei portato con me tutte le lacrime,le paure ma anche il coraggio di aver affrontato un lutto che mi sarebbe rimasto addosso per sempre.
Con l'intuizione che su quella spiaggia,davanti a quel mare,quella notte non c'era più la stessa persona di sempre.Ma c'era una persona che era in cerca di se stessa,che ancora oggi la cerca negli altri sbagliando tutto.
C'era quella persona che ancora oggi cerca di scappare da quel vuoto che ha dentro facendo finta di stare bene,volendolo riempire per forza con qualcosa ma alla fine gli resta solo un vuoto ancora più grande.
Forse quella persona è ancora lì su quella spiaggia,davanti a quel mare,avvolta dalla poca luce del fuoco ma circondata da tutto il buio e dal vuoto che sente dentro.
Proprio come allora anche oggi il buio e il vuoto mi circondano ma c'è sempre quella piccola luce fiocca di un falò che mi da quella speranza di andare avanti.
-la ragazza dal cuore nero♡
#falò#spiaggia#ricordo#notte#mare#momenti#scatto#luce#buio#solitudine#sensazione di vuoto#sensazioni#vuoto dentro#senso di vuoto#ragazza
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mi specchio su una vetrina o in una pozza d'acqua
osservo il mio riflesso con aria stanca
e mi domando che senso abbia tutto questo
i miei capelli scombinati la mattina presto
quel viso congelato
con la stessa espressione di sempre
gli occhi parlano e la bocca tace e acconsente
…
faccio qualche foto sperando di imprimere
qualche bel ricordo
ma ogni scatto è destinato ad essere dimenticato
metto da parte il telefono e continuo ad
osservare
quella sagoma allo specchio che vorrebbe soltanto scappare
#specchio#pozzo#acqua#stanca#riflesso#domande#senso di vuoto#mattina#faccia#occhi tristi#occhi che parlano#momenti#ricordo#dimenticare#osservare#scappare
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Ti meriti il riposo.
Una notte serena, sogni da bambina, nessun rumore se non il tuo respiro, nessun rumore se non i tuoi battiti.
Ti meriti il riposo, soprattutto da te stessa, da tutte le critiche che ti muovi di continuo, da tutti i fantasmi del passato che non se ne sono andati ma vivono con te ogni giorno, a tutte le ore, anche quando non ci pensi, anche quando sei troppo stanca per accorgertene.
Ti meriti il riposo dalle persone, dalla loro voce, dalle loro pretese, dalla voglia che ciascuno ha di lamentarsi un po', di sfogarsi, di farsi ascoltare.
C'è un tempo per esserci ed uno per sparire.
E tu sparisci troppo poco.
Ti meriti il riposo dalle responsabilità, dalla necessità di sapere cosa accadrà domani, fra una settimana, fra un mese, dalla smania di programmare e controllare tutto, di organizzare, di reagire. Non puoi essere sempre pronta, non devi per forza esserlo.
Ogni tanto, non fare nulla.
Ti meriti il riposo, la solitudine, il silenzio, ti meriti un tempo in cui non ci sia niente a cui pensare. Ti pare impossibile immaginare un vuoto ma sarebbe bello, semplicemente, non sentirti sempre traboccare.
Ti meriti il riposo, gli occhi chiusi, la mente sgombra, un minuto per respirare, per ritrovarti, per riprenderti, senza impulsi esterni, senza sollecitazioni, senza contatto.
Non grandi cose, non troppo tempo, non giorni, non ore.
Momenti.
Ti meriti il riposo, almeno per un attimo.
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I miei genitori sono stati sposati per 55 anni. Una mattina, mia madre scese in cucina per preparare la colazione a papà, quando ebbe dolore al petto e cadde. Mio padre la sollevò come meglio poteva e, quasi trascinandola, la portò in macchina. A tutta velocità, senza rispettare i semafori, la guidò fino all’ospedale.
Quando arrivò, purtroppo, non c’era più.
Durante il funerale, mio padre non parlò; il suo sguardo era perso nel vuoto. Non pianse quasi per nulla.
Quella sera, noi figli ci radunammo intorno a lui. In un’atmosfera di dolore e nostalgia, ricordammo insieme i bei momenti trascorsi, finché papà chiese a mio fratello, un teologo, di spiegargli dove si trovava in quel momento mamma. Mio fratello iniziò a parlare della vita dopo la morte, di ipotesi su come e dove potesse trovarsi.
Papà lo ascoltava attentamente. Improvvisamente, ci chiese di portarlo al cimitero.
“Papà!” rispondemmo, “sono le 11 di sera, non possiamo andare al cimitero ora!”
Alzò la voce, e con uno sguardo velato ci disse:
“Non discutete con me, per favore non discutete con un uomo che ha appena perso sua moglie dopo 55 anni.”
Ci fu un momento di silenzio rispettoso, e non discutemmo più. Andammo al cimitero, chiedemmo il permesso al custode notturno. Con una torcia, raggiungemmo la tomba.
Mio padre la accarezzò, pregò e disse a noi figli, che osservavamo la scena commossi:
“Sono stati 55 anni… sapete? Nessuno può parlare di vero amore se non ha idea di cosa significhi condividere la vita con una donna.”
Si fermò e si asciugò il viso. “Io e lei, siamo stati insieme durante quella crisi. Ho cambiato lavoro…” continuò. “Abbiamo fatto le valigie quando abbiamo venduto la casa e ci siamo trasferiti in un’altra città. Abbiamo condiviso la gioia di vedere i nostri figli laurearsi, abbiamo pianto insieme la perdita di persone care, pregato nelle sale d’attesa di vari ospedali, ci siamo sostenuti nel dolore, ci siamo abbracciati ogni Natale e ci siamo perdonati gli errori… Figli miei, ora lei è andata via, e io sono felice, sapete perché?
Perché è andata via prima di me. Non ha dovuto affrontare l’agonia e il dolore di seppellirmi, di rimanere sola dopo la mia partenza. Sarò io a passare attraverso tutto questo, e ringrazio Dio. L’amavo così tanto che non avrei voluto vederla soffrire…”
Quando papà finì di parlare, io e i miei fratelli avevamo le lacrime che ci rigavano il volto. Lo abbracciammo, e lui ci confortò: “Va tutto bene, possiamo andare a casa, è stata una buona giornata.”
Quella notte capii cos’è il vero amore; è ben lontano dal romanticismo, ha poco a che fare con l’erotismo o il sesso. Piuttosto, è legato al lavoro, al completarsi a vicenda, al prendersi cura l’uno dell’altro e, soprattutto, al vero amore che due persone realmente impegnate si promettono per tutta la vita.
✍️ Amore a distanza
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"Siamo stati qualcosa, non so come definirci.
A volte va così, semplicemente ti godi il momento. Ci sei dentro, te ne rendi conto, provi emozioni mai provate prima e ti scopri diverso, più sereno ma sempre con un costante brivido che ti accompagna di giorno in giorno. Poi qualcosa si spezza e ti convinci che va bene così. Non può finire qualcosa a cui non hai mai dato un nome. Però ci stai male, soffri, e pure tanto. Ti rendi conto che ciò che eravate non lo sarete più. È un po' come guardare una vecchia fotografia e rendersi conto del tempo che è passato. Certi momenti resteranno per sempre ricordi. Per un istante tutto si fa più grigio. Poi te ne dimentichi, metti da parte la foto e la tua vita riprende colore. Ma solo poi. Prima ti passi una mano sul petto, il battito va più veloce, una strana mancanza, un piccolo vuoto, si fa spazio dentro di te.
Succede, quando qualcosa in cui credevi ha smesso di far parte della tua vita."
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sento la vita scorrere inesorabile senza avere più il minimo controllo su di essa. mi dispiace, scusa: lo dico per tutto, ogni mio movimento. non lo dicevo così tanto, non lo sentivo così tanto cinque anni fa; un'altra di quelle cose apprese. intanto devo ancora rispondere a una mail che dice: sei una persona molto concentrata su di sé. più che altro a non far cadere la cristalleria che ho intorno con il mio ingombro, vorrei scrivere. dopo aver distrutto ogni cosa sto correndo via, sono corsa via. il vuoto attorno a me. il mondo nuovo. il mio corpo è enorme, anche in questo vuoto è immenso, mi chiedo se c'è ancora qualcosa alle mie spalle che rischio di far cadere, ma è il fantasma dei miei urti, non c'è davvero più niente ormai. devo respirare, sentire che la stasi è bene, la stasi non è pericolo, anche se il mio istinto è sempre di scappare (anche questo me lo avevano detto, mesi fa), devo star ferma.
la sera quando sono a letto, ci sono dei momenti in cui a occhi chiusi perdo le coordinate del posto in cui sono e mi sento il corpo improvvisamente minuscolo, sento la sua proporzione rispetto all'intero globo terrestre. è una bellissima e vertiginosa sensazione. la chiamavo "stare nelle grandi mani di Dio". ora è più che altro un mio riconnettermi al mondo. l'altra sera mi è successo, ad occhi aperti, scrivendo a te. volevo dirtelo ma poi mi è passato di mente, la sensazione è passata, mi sono addormentata. sono così piccola che non importa niente, posso esser piccola, tornare sempre piccola, stanotte respiro e mi ridimensiono, anche se non mi puoi vedere, anche se nessuno mi può vedere, ed è giusto così. si camminerà nel niente, si pedalerà nel vuoto, reimparando la precisione delicata e agile e ferma del controllo e della verità
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Per una piccola parte di me <3 0.1
La parte più difficile in ogni cosa è iniziare, come adesso. Non è facile trovare le parole giuste per aprire la strada alle milioni di cose che vorrei dirti. Ogni inizio è spaventoso, difficile. E me lo ricordo che qualche mese fa di paura ne avevo tanta, temevo tutte le cose che avremmo dovuto vivere.
Tu sei la prima volta in cui ho perso il controllo, in cui mi sono buttata nel vuoto e mi son detta 'Ora o mai più'. Perché in fondo te lo senti che alcune cose puoi farle solo in un determinato momento e che non c'è altro tempo per viverle.
Sei il mio momento giusto, su questo non ho dubbi, mi sei piombato addosso per caso e senza alcuna pretesa, nessuna forzatura e nessuna speranza, sei rimasto.
A volte mi chiedo perché, dopo aver visto tutto il casino che sono, tu sia rimasto. Non hai neanche dovuto lottare per entrarci nella mia vita, perché ti avevo lasciato ogni porta aperta, era troppo tempo che non davo così tanta fiducia a qualcuno ma stranamente con te mi sentivo al sicuro. E ci sono tutti gli ingredienti le farfalle, le palpitazioni, l'impazienza di essere tua.
Ci sono tutti gli ingredienti perché tu possa distruggermi e forse, per la prima volta, voglio correrne il rischio.
Probabilmente, anzi, sicuramente mi sono innamorata prima io ma come dovevo fare? Quando mi guardavi e mi parlavi di filosofia, di storia, cose che non mi hanno mai preso, ma che dette da te diventavano la cosa più interessante del mondo.
Non mi sono innamorata di te perché necessitavo di avere qualcuno al mio fianco, sono sempre stata bene da sola.
Non mi sono affezionata a te perché avevo bisogno di qualcuno che mi rendesse felice, ne perché stessi cercando qualcuno con cui stare.
In realtà, non cercavo proprio nessuno.
Mi sono innamorata di te perché mi sono sentita apprezzata, perché sei l'unica persona che mi restituisce tutto l'amore che do. Mi sono innamorata di te perché mi fai stare tranquilla, potremmo anche stare seduti senza dire nulla e guardare tik tok ed io non avrei ansia.
Siamo così simili ma in certi sensi così diversi, eppure sei esattamente quella parte che mi manca per essere come vorrei.
E' bastato un istante, uno sguardo e ti ho riconosciuto, come se in fondo ti avessi sempre aspettato. Delle volte sono istanti piccolissimi a cambiarci la vita, momenti così insignificanti da non rendercene nemmeno conto, ogni tanto mi chiedo cosa starei facendo ora se non ti avessi mai scritto, se tu non mi avessi mai baciata, se fossimo rimasti solo amici.
La maggior parte delle persone si limita al “mi piaci”, Kierkegaard invece scrisse: “Ti muovi costantemente sulle onde dell’intuizione; eppure, ogni singola somiglianza con te basta a rendermi felice. Perché? É a causa della ricca unità del tuo essere o della povera molteplicità del mio? Non é l’amare te, amare un mondo?”
D’altronde hai avuto tutto, prima ancora che te ne rendessi conto. Ti ho parlato di qualsiasi cosa, quando per me parlare di sentimenti o emozioni risulta essere complicato, tendo sempre a sopprimere qualsiasi cosa, penso perché da piccola venivo etichettata come “la bimba matura “e qualsiasi persona contava su di me ed io non avevo tempo di pensare a cosa realmente provassi.
Forse ho perso la testa, tu mi hai fatto perdere la testa, perché adesso non sento neanche di essere io, ho meno paura di tutto e provo cose talmente diverse che mi destabilizzano. Ti ho parlato di cose che non voglio ammettere nemmeno a me stessa, che portavo, e porto, come un peso, con vergogna, ma tu sei stato così paziente e mi hai ascoltato quando probabilmente quello che dicevo non aveva senso nemmeno per me.
Ti ho amata fin da subito ed ho avuto paura della velocità con cui un sentimento del genere sia cresciuto, d’altronde sono un overthinker e mi son chiesta, che vuoto lascerà una persona del genere nella mia vita? Come mi faccio domande, mi do anche risposte e Tu lasceresti un vuoto enorme, incolmabile.
Oramai occupi tutto, tutto lo spazio che c'è, sei ovunque e neanche me ne rendo conto. Se conquisti la mia mente ci sarai sempre dentro.
Hai reso tutto pieno di significato, pieno d'amore e di timori. Per la prima volta ho davvero paura di perdere qualcuno, per la prima volta penso che non esista qualcosa che non farei per te, qualsiasi cosa pur di farti stare bene.
Non lo dico perché ti amo, ma lo dico perché sei una persona speciale. Meriti qualsiasi cosa di bello possa esserci, tutta la felicità che possa provare. Hai così tante cose dentro, che non dici e che non mi mostri. Ed io vorrei sapere tutto, conoscerti meglio di te stesso perché niente che ti riguarda mi è estraneo.
Ho capito che ero fottuta quando non mi sapevo dare una risposta al perché ti amassi, lo faccio e basta.
Ogni volta che dico di amarti significa che ti accetto per la persona che sei, e che non voglio trasformarti in qualcun altro. Significa che ti amerò e starò al tuo fianco anche nei momenti peggiori. Significa amarti anche quando sei giù di morale, non solo quando è divertente starti vicino. "Ti amo" significa che conosco la tua persona e non ti giudico. Significa che ci tengo abbastanza da lottare per quello che abbiamo e che ti amo abbastanza da lasciar perdere, se ciò significa vederti felice. Vuol dire pensarti, sognarti, volerti e aver bisogno costantemente di te, e sperare che tu provi lo stesso per me.
Mi stai donando qualcosa che non potrò che inscrivermi nel cuore, quelle cose che ti porti gelosamente dentro, che sai di poter vivere solo con una determinata persona.
Alla fine, ogni cosa mi riconduce a te. Sei nei libri che sottolineo e nella musica che ascolto, in ogni film che mi segno, in tutte le parole che scrivo, persino in quelle che non scrivo ma che custodisco gelosamente dentro di me, tra l’anima e il cuore, in quello spazio che solo tu riesci a raggiungere e che vorrei non abbandonassi mai. É come se dopo un viaggio molto lungo tu mi avessi finalmente riportato a casa.
Mi hai dato talmente tanto che adesso sono piena di te e non potrei dimenticarti mai, seppur volessi.
Mi hai riempita di un amore che non credevo avrei mai provato, così forte che adesso fatico nello scrivere senza commuovermi, senza sentire quelle stupide farfalle, perché pensarti mi fa questo effetto.
Esattamente come quando ti guardo troppo a lungo, penso a quanto sei stupenda, a quanto sai farmi stare bene e mi escono dagli occhi tutte le parole che mi rimangono bloccate in gola. Non riesco a dirtelo mentre ti ho davanti, ma hai dato alla mia vita un valore aggiunto e che avrei milioni di parole da dedicarti se solo riuscissi a concentrarmi mentre mi guardi con quegli occhioni da cui non riesco a fuggire.
Quando mi guardi dimentico tutti i miei difetti ma allo stesso tempo ho paura che guardandomi troppo o standomi troppo vicina tu mi veda come mi vedo io.
Vorrei rivivere ogni ora passata insieme, per rendermi conto di quanti dettagli mi son persa, ma poterli assaporare tutti, coglierli e conservarli. Sei un regalo grandissimo, per il quale sarò per sempre in debito verso il destino. Non so cosa succederà un domani, non importa se un ti amerò esattamente come adesso, probabilmente di più, ma sarai sempre e comunque tu, niente ti renderà diverso di fronte ai miei occhi, adesso non vedo altro che la tua essenza. Non vedo l'ora di poterti baciare, mi manchi da morire e niente mi rende felice come averti accanto e poter sentire il calore di un tuo abbraccio che tanto ho desiderato. Sei ciò di cui ho più bisogno e che non voglio lasciar andare per nulla al mondo.
Ti amo, come non amo altro.
Tua, A.
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IL CANALE DEL DOLORE
È un argomento molto difficile da trattare per me, anzi, lo era fino a oggi pomeriggio, quando sono riuscito a trovare una metafora per definire il mio stato d'animo... stavo guidando, ho tirato fuori una penna dalla borsa e mi sono scribacchiato sul polso il titolo che avete letto là in alto, giusto per non dimenticare l'immagine che mi era apparsa.
Non credo proprio di soffrire di depressione (non rispetto i criteri maggiori), magari qualcosa di più simile a una pseudo-ciclotimia ma, vedete, potrei anche sbagliarmi però ho come l'impressione che le persone dividano le loro esperienze in positive e negative: da una parte le cose che le hanno fatte stare bene e che, se perseguite, continuano a far stare bene e dall'altra quelle negative, esperite nel passato e da evitare nel futuro.
Sbaglio nel pensare questo? Me lo confermate?
Ecco... per me funziona in modo completamente differente.
Io ho vissuto esperienze e basta, se percepite poi positive o negative dipende dalla mia vicinanza al Canale del Dolore.
Prendete la mia gattina Minou, che ci è stata accanto per tanti anni, fin dalla nascita di Figlia Grande.
Se percorro la mia vita nel verde paesaggio del mondo posso ricordarne con gioia i bei momenti condivisi assieme - quando la allattavo minuscola e miagolante, quando dal tavolo ha rubato un pollo arrosto intero più grande di lei e quando Figlia Grande divideva con lei i biscotti plasmon sul seggiolone. Poi però imbocco il viale di ghiaia che costeggia il canale del dolore e comincio a provare nostalgia - le zampate di fango che ancora resistono sotto al davanzale della finestra da cui entrava, il collarino viola che sbuca fuori da un cassetto - e poi comincio a camminare sugli argini del canale, dove mi prende la tristezza del vuoto che ha lasciato, di come forse avrei dovuto accarezzarla di più, di come a volte la sogno e sono pieno di gioia che sia tornata ma poi mi sveglio con le guance umide.
E infine cado nel canale del dolore, dove riconosco le mie colpe e ciò che avrei potuto fare e non ho fatto.
Intendiamoci, non succede sempre e soprattutto non succede per ogni cosa che ho vissuto ma il cammino è sempre potenzialmente quello.
Per dire, ho vissuto cose estremamente negative e mi basta riuscire a stare lontano da quel canale, nel verde della foresta del mondo, per riuscire comunque a evocare un ricordo di quello che di bello sono riuscito a tirare comunque fuori da esse.
Vi dirò, forse il trucco è camminare sul bordo di quel viale di ghiaia, attingendo alla malinconia per farmi più consapevole del tempo che scorre in una sola direzione e nel contempo non rimpiangere mai troppo ciò che non è più...
Però la vita è faticosa e in quel canale giacciono troppi nomi e troppi istanti perché il mio passo sia sempre fermo e dritto.
E fa male che il dolore nel caderci dentro offuschi i bei ricordi.
Vabbe'... stasera va così ma sono sicuro che domani qualcuno mi confermerà che c'è davvero del buono in questo mondo e che è giusto combattere per questo, quindi tranquilli <3
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È così, riempiamo il tempo che abbiamo e poi ci chiediamo dove sia andato a finire. Ci distraiamo, deviamo il corso dei nostri pensieri come si può deviare il corso di un fiume; poi arriva uno di quei momenti in cui, per qualche istante, ci appare tutto più chiaro e più a fuoco, e ci chiediamo a che punto siamo, nella nostra vita, tanto ci sentiamo lontani dal traguardo, lontani dalle nostre aspirazioni più profonde, dalla soddisfazione, dalla pace, dalla sensazione reale di essere «a casa» in noi stessi e profondamente connessi con gli altri. In momenti simili ci domandiamo forse dove ci stia portando la vita, perché mai le cose non vadano un po’ meglio di come vanno o non ci diano qualche soddisfazione in più; passiamo una brutta notte o due, e poi ricadiamo nelle nostre abituali tattiche di diversione, anche perché ci fanno stare meglio a breve termine e fanno passare il tempo che, altrimenti, ci sembrerebbe interminabile, vuoto, spaventoso.
Per andare al sodo: anche se ci lamentiamo di non avere mai abbastanza tempo, può darsi che in realtà abbiamo paura di averne a disposizione. Forse abbiamo paura di quello che potrebbe accadere se non lo riempissimo, se smettessimo di interromperci e ci limitassimo a installarci nel presente, anche solo per pochi attimi. Forse abbiamo esattamente la giusta quantità di tempo, solo che abbiamo dimenticato come ci si mette in una relazione saggia con esso.
-Jon Kabat-Zinn-
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Di nuovo sola
sempre sola.
E non cercare più amore
tra briciole di elemosina buttate al vento , nei momenti vuoti, ed io a beccare i grani del nulla sentendo dentro il cuore un grande vuoto, una grande ingiustizia taciuta per trattenere un uomo freddo come la morte che non conosce fantasie .
Vai, ti aspetta un mondo di cose perfette e reali , sistemate in ordine secondo i tuoi gusti , sobrie ma senza calore . Senti la mia fronte , scotta. Senti il mio cuore , batte.
Ero troppo viva per te
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Ci sono amicizie che, per un tempo, sembrano l’universo intero. Persone che entrano nella nostra vita con un impatto devastante, come stelle cadenti che illuminano ogni angolo della nostra esistenza. Con loro, condividiamo segreti, pensieri, speranze e dolori, intrecciando le nostre vite come se nulla potesse mai scioglierle. Ci convinciamo che quei legami, così profondi e preziosi, dureranno per sempre. E poi, un giorno, senza un motivo chiaro, senza un segnale evidente, le strade iniziano a divergere. Passano giorni, mesi, anni, e quella presenza fondamentale si allontana, fino a diventare solo un’ombra lontana.
All'inizio, fa male. Un dolore acuto, come una ferita aperta che non sembra voler guarire. Ogni luogo sembra risuonare della loro assenza, ogni oggetto un richiamo ai momenti passati insieme. Era come vivere in una casa piena di fotografie di un tempo che non esiste più, ma da cui è impossibile distogliere lo sguardo. Tutto sembrava richiamare quella persona, ogni piccolo dettaglio, anche quelli che un tempo sembravano insignificanti. Ogni sorriso, ogni risata, ogni segreto condiviso diventava un nodo in gola, un peso nel cuore. Era come camminare in una casa dove le pareti sono ricoperte di ricordi che non vuoi dimenticare, ma che fanno male ogni volta che li osservi.
Col tempo, però, il dolore si smussa. Non scompare, ma diventa una presenza silenziosa, una sorta di eco lontano che non lacera più, ma che fa parte di noi. È strano, quasi spaventoso, rendersi conto di come il cuore impari a convivere con il vuoto, di come l’assenza si fonda con la nostra normalità. E ci si sorprende nel ritrovare una parvenza di serenità anche senza quella persona che, un tempo, sembrava indispensabile.
Ma forse la cosa più dolorosa, quella che ci spaventa di più, è proprio la facilità con cui il cuore si abitua. Guardarsi allo specchio e rendersi conto che quel legame, un tempo così intenso, ora è diventato una presenza sfocata, un ricordo che non riesce più a suscitare le stesse emozioni di una volta. È un pensiero che ci fa sentire fragili, vulnerabili. Come se la nostra stessa capacità di amare, di creare legami profondi, fosse in realtà limitata, destinata a consumarsi con il tempo.
È spaventoso pensare a quanto tutto sia effimero, a come le persone che hanno significato tutto possano diventare niente. È come vivere in un mondo fatto di sabbia, dove ogni passo che lasciamo dietro di noi viene lentamente cancellato dal vento. Ci spaventa la consapevolezza che anche i legami più forti possano svanire, che l’affetto e l’amore possano trasformarsi in ricordi sempre più vaghi, fino a dissolversi completamente.
E così, impariamo a convivere con questo vuoto. Impariamo ad abitare una casa spoglia, a riempire le nostre giornate di gesti nuovi, di volti nuovi. Eppure, ogni tanto, quando meno ce lo aspettiamo, il passato torna a bussare alla porta. Basta un profumo, una canzone, un luogo particolare, e tutto quel dolore che sembrava addormentato si risveglia, ricordandoci di quanto abbiamo amato e perso. È un dolore che non ci travolge più, ma che si insinua piano, come un’ombra che non possiamo scacciare del tutto.
A volte mi domando se sia giusto così, se sia giusto accettare che anche le persone più importanti possano svanire come nebbia al sole. Mi domando se sia possibile costruire qualcosa di eterno, o se siamo destinati a perdere, a dimenticare, a trasformare tutto in ricordi. Ma forse, il senso di tutto questo sta proprio qui: nell’accettare che ogni incontro, ogni legame, è una parte del nostro cammino, una tappa preziosa che ci arricchisce e ci cambia, anche se non sarà per sempre.
E così, continuiamo a camminare. Portiamo con noi i frammenti di quelle persone, di quei momenti, anche se ormai sono solo ombre nel nostro passato. Forse, alla fine, ciò che conta non è quanto dura un legame, ma quanto ci ha fatto sentire vivi, quanto ci ha permesso di scoprire parti di noi che non conoscevamo. Forse è questo il dono che ci lasciano le amicizie passate: la consapevolezza di essere stati amati, di aver vissuto qualcosa di unico, anche se solo per un breve istante.
E in questo silenzio, in questo vuoto che a volte sembra pesare troppo, continuiamo a camminare
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I miei pensieri, distratti e stinti, si sono essicati al sole. Io ora posso raccoglierli con calma, guardarli e catalogarli. Una volta ripuliti da caratteristiche di inutile estemporaneità, li sistemerò in voluminose giare, in modo che poi, negli immancabili momenti di fame o vuoto, siano pronti a ricordarmi dell'afa, della piacevole noia e della leggerezza di quest'estate.
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11-31-42
Buongiorno 😉
Buongiorno a te 🌼 grazie per le domande 🫶
11 "Età preferita tra quelle che hai passato fino ad adesso" da bambina e adolescente, un periodo senza pensieri, circondata dalla mia intera famiglia, dove pensavo solo a giocare con i miei cugini.
31 "Puoi cancellare qualsiasi esperienza del passato, che cosa?" Se cancellassi i momenti di estremo dolore per la morte di qualcuno o per delusioni varie, cose che ti lacerano dentro, non sarei quella che sono adesso. Fanno parte di quelle esperienze che servono a farti maturare, acquisire consapevolezza, a formare il tuo carattere, a non essere un guscio vuoto. Quindi non cancellerei nulla.
42 "segui qualche sport?" No, non amo lo sport
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“Ti diranno che tutto passa. Ti diranno che tutto passa ma non ti diranno dove. Passerà nelle vene, nelle ossa, tra i contorni del tuo viso, in ogni muscolo, in ogni goccia di sangue, tra i tuoi sorrisi, nelle tue lacrime, attraverso quel vuoto che scaverà nello stomaco. E passerà senza pietà, senza chiederti il permesso. E passerà, e ti cambierà. E resisterai, e passerà. Avrai nuovo inizio, un’altra vita. Ma nelle giornate no, in un momento di crisi, in un attimo di debolezza… beh, solo una cosa ti tornerà alla mente. Un segno sul cuore, una cicatrice rimarginata ma mai guarita. Il desiderio più grande, una stella cadente, la monetina lanciata nella fontana, le striature bianche nel cielo. Un nome e un paio d’occhi. Perché, ragazzo mio, alcune cose finiscono. Ma altre, semplicemente… finiscono di meno. E saranno l’eco assordante del silenzio con cui fingerai non ne sia mai valsa la pena. Vedrai la tua stessa casa bruciare, senza poter far nulla per salvarla. Ti sentirai stupido quando ascolterai le stesse vecchie canzoni, quando avrai paura del buio e ancora di più della luce, quando piangerai in mezzo alla gente con gli occhi asciutti. Ma proprio in quelle giornate no, in quei momenti di crisi, in quegli attimi di debolezza… quando vivere non ti basterà più, allora ricorderai. E scaverai nel tuo passato, e ti farai del male. Lo farai. Dovrai. Perché dimenticare è impossibile. E ricordare è il solo modo che esiste per imparare a non farlo più.”
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Questa vita non mi appaga, sono un lupo in mezzo al gregge. Faccio passi da gigante, ma sembra che torno indietro. Sento un vuoto grande dentro. Dovrei sorridere di più, ma non ci riesco. Sento il peso sulle spalle. Quello che ho detto l'ho fatto, quello che faccio lo ammetto. Provo a sorridere, ma ho sempre gli occhi spenti. Urlo sempre più forte anche se so che non mi senti. Non guardo indietro perché so che mi cerchi, sparisci nei momenti brutti e torni in quelli belli. Oggi il mio amico è un nemico, ho cicatrici sul mio viso. Ho tutto, ma ho perso tutto, non so più di chi mi fido.
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