#mobilità elettrica
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Mobilità sostenibile
Se vogliamo parlare di mobilità sostenibile diciamo subito che il miglior viaggio e quello evitato. Circa il 25% delle emissioni italiane di gas serra arriva dai trasporti (1.700 kg per persona all’anno). E’ facile produrli, basta bruciare un paio di litri di gasolio (ogni litro genera 2,6 kg di CO2). Se una autovettura fa circa 20 km con un litro di carburante fossile emette circa 130 gr di CO2 al chilometro.
Una valida soluzione di trasporto, per abbassare il nostro impatto ambientale, potrebbe essere l’auto elettrica, solo se verrà caricata con energie rinnovabili e una rigida filiera di riciclo delle batterie esauste.
Poi ci sono i consueti mezzi pubblici: treni, tram, metropolitane, bus. Sono sempre convenienti in termini di basse emissioni per passeggero e per chilometro percorso, anche se qualche volta i prezzi e il livello di servizio non ne incoraggiano l’uso. Ma i migliori mezzi di locomozione sono i cari vecchi piedi e la bicicletta (se volete quella elettrica a pedalata assistita).
Illustrazione di Andy Singer
#auto elettrica#combustibili fossili#decrescita#trasporti#co2emission#mobilità sostenibile#mobilità elettrica#tramvay#gas serra#ambiente#sostenibilità#bicicletta
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Ewiva porta la mobilità elettrica nelle scuole superiori con il progetto “E-MOBILITY@SCHOOL”. Milano
Un viaggio educativo per oltre 12.500 studenti italiani verso la sostenibilità e la transizione energetica
Un viaggio educativo per oltre 12.500 studenti italiani verso la sostenibilità e la transizione energetica La mobilità elettrica entra in classe Milano, 20 novembre 2024 – Ewiva, la joint venture tra Enel X e Gruppo Volkswagen, ha lanciato il progetto educativo “E-MOBILITY@SCHOOL – Il viaggio elettrizzante inizia oggi”. L’iniziativa, patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza…
#agenda 2030#Alessandria today#arte e sostenibilità#Cambiamento climatico#città sostenibili#contest creativo#creatività studentesca.#Crediti formativi#Daniela Biscarini#E-MOBILITY@SCHOOL#Educazione Ambientale#Educazione civica#educazione green#Enel X#Energia pulita#Ewiva#Futuro sostenibile#giovani e ambiente#Google News#Gruppo Volkswagen#iniziative educative#Innovazione tecnologica#italianewsmedia.com#kit didattico digitale#mobilità e ambiente#mobilità elettrica#Mobilità sostenibile#Neways#opere murali#Pier Carlo Lava
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Da "Il Sole 24 Ore" di oggi: per andare da Milano a Napoli con una Volkswagen ID3 elettrica occorrono due ore in più che con una vettura a gasolio. E servono 110 euro di energia elettrica contro i 76 euro per un diesel. Il futuro sarà dunque avere ben due ore di ritardo e una spesa maggiore. Ogni altro commento pare inutile...
Ma no... Un commento lasciamolo:
Babbei, siamo solamente dei babbei!
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La lentezza delle infrastrutture pubbliche ritarda l'elettrificazione della mobilità
I punti di ricarica dei veicoli elettrici in servizio cresceranno complessivamente del 220% tra il 2023 e il 2027 a livello globale ma si potrebbe fare di più per l’adozione di auto e moto elettriche se le infrastrutture pubbliche stessero al passo, limitando quindi l’elettrificazione della mobilità. Questo quanto emerge dallo studio di Juniper Research. Un nuovo studio di Juniper Research ha…
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Se non si familiarizza con il concetto di "vita a debito", tutta ciò che si crede è falsato da mera raffica di menzogne atte a circuire il cittadino facendogli credere che alti principi come la tutela del Pianeta guidino le azioni umane, le decisioni politiche. Così non è ovviamente ed è persino banale spiegarlo. Auto elettrica e casa green sono solo merce venduta da imbonitori per cui politici e giornalisti garantiscono. Così il cittadino crede, crede sempre, come atto di fede per non dover ammettere di non essere mai in grado di maneggiare la verità. Non solo la tassa per entrare in centro: in futuro saranno tassate le colonnine di ricarica (qualora esse prendano piede) per pareggiare il mancato introito delle accise irrinunciabili. Così quelle che di fatto sono restrizioni indirette prendono piede, mettono radici, diventano strutturali. Mobilità ridotta e soldi da sborsare come pegno eterno per riacquistare esigui spazi di libertà che prima erano gratuiti, il tutto sotto l'ombrello della battaglia ideologica di circostanza che ora è il cambiamento climatico e domani chissà: qualcosa ci inventeremo.
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Un team di ricerca del Georgia Institute of Technology e dell’Università di Tianjin in Cina, guidato dal professore di fisica Walter de Heer, ha raggiunto un importante traguardo nel campo dell’elettronica: la creazione del primo semiconduttore funzionale realizzato in grafene. Questo risultato è stato ottenuto “coltivando” il grafene su un substrato di carburo di silicio per dare vita a un semiconduttore con una mobilità (degli elettroni) 10 volte superiore a quella del silicio.
Il grafene avrà una responsabilità enorme: cambiare l'elettronica
“Ci eravamo cullati pensando che il silicio fosse il punto massimo dell’elettronica [nel campo dei semiconduttori]. Ma non è così. Era solo l’inizio”, queste le parole usate da de Heer per presentare il grafene con capacità di semiconduttore.
Il grafene è un materiale costituito da una sequenza di atomi di carbonio legati tra loro in modo da formare una struttura a nido d’ape bidimensionale, cioè con uno spessore pari alla dimensione di un solo atomo. Per questo motivo il grafene appartiene alla categoria dei materiali bidimensionali, o 2D.
È già applicato nell’elettronica perché alcune delle sue caratteristiche, come l'elevata conduttività elettrica, la flessibilità e la trasparenza lo rendono adatto ad essere usato come elettrodo trasparente, per esempio nelle celle solari, o anche nella produzione di dispositivi elettronici indossabili grazie alla sua flessibilità e resistenza.
Però, proprio a causa della sua alta conduttività elettrica, finora al grafene è mancata una caratteristica propria del silicio: un adeguato band gap.
Il band gap è la differenza di energia tra la banda di valenza e la banda di conduzione del materiale. In altre parole, rappresenta l'energia necessaria per spostare un elettrone dalla banda di valenza, dove non può contribuire alla conduzione, alla banda di conduzione, dove può contribuire al passaggio della corrente elettrica.
Il silicio ha un band gap insito nel materiale stesso, quindi è possibile anche non drogarlo, cioè introdurre in modo controllato impurità o atomi estranei in un cristallo semiconduttore, al fine di modificare le sue proprietà elettriche.
Avere un adeguato band gap in un semiconduttore permette di usare quel materiale per rappresentare degli stati di “acceso/spento”, fondamentali nel campo dell’elettronica.
I ricercatori del Georgia Institute of Technology e dell’Università di Tianjin in Cina sono riusciti a dare proprietà di semiconduttore al grafene facendolo “crescere” su wafer di carburo di silicio grazie all’uso di forni appositi.
In questo modo è stato ottenuto grafene epitassiale, cioè un singolo strato aggrappato alla faccia cristallina del carburo di silicio. Dopo numerosi test, i ricercatori hanno dimostrato che il grafene epitassiale si lega chimicamente al carburo di silicio, creando così un adeguato band gap e dimostrando caratteristiche di semiconduzione ottime.
Gli esperimenti hanno infatti rivelato che questo nuovo semiconduttore di grafene ha una mobilità elettronica 10 volte superiore a quella del silicio.
Inoltre, ha spiegato il professore de Heer, “il grafene è un materiale estremamente robusto, in grado di gestire correnti molto elevate e di farlo senza riscaldarsi e distruggersi. [Quindi] ora disponiamo di un semiconduttore di grafene estremamente robusto con una mobilità 10 volte superiore a quella del silicio e con proprietà uniche non disponibili nel silicio”.
Nel comunicato con il quale ha annunciato la pubblicazione della ricerca su Nature, il Georgia Institute of Technology ha affermato che questo semiconduttore di grafene potrebbe portare a un cambiamento di paradigma nel campo dell'elettronica e consentire tecnologie completamente nuove che sfruttano le sue proprietà uniche. Il materiale consente anche di utilizzare le proprietà ondulatorie della meccanica quantistica degli elettroni, un requisito indispensabile per l'informatica quantistica.
Inoltre, considerando che il silicio si sta avvicinando ai suoi limiti fisici rispetto all'aumento della domanda di elaborazione, che deve essere sempre più rapida e abbinata a dispositivi elettronici più piccoli, l'innovazione del semiconduttore di grafene riveste una grande importanza per l'industria elettronica.
Avere un materiale di questo tipo senza la possibilità di poterlo produrre su larga scala e con le giuste economie potrebbe però essere un ostacolo alla sua diffusione. Non è il caso del semiconduttore di grafene perché, secondo de Heer, la sua produzione è compatibile con i metodi convenzionali di lavorazione della microelettronica. Una necessità per qualsiasi alternativa valida al silicio.
Walter de Heer ha iniziato a studiare le proprietà elettroniche del grafene nel 2001. "Per me questo è un momento simile a quello dei fratelli Wright", ha detto il professore. "Costruirono un aereo che poteva volare per 100 metri. E gli scettici si chiesero perché il mondo avesse bisogno del volo quando aveva già treni e barche veloci. Ma loro hanno insistito, ed è stato l'inizio di una tecnologia che oggi può portare le persone a sorvolare gli oceani".
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E' stata l'unica mossa davvero furba fatta dai woke negli ultimi anni. Riporta alla mente certe deliberazioni cinicamente ipocrite ma purtroppo efficaci riguardo la egemonia culturale del Gramsci. Il paziente versa in condizioni disperate ma attraversa ancora momenti di lucidità.
Non resta che attendere la classica scossa autoinculante auto assestata, che fatalmente supererà ogni momento di lucidità.
(Prendete nota, detta scossa ha già un nome: EMBODIED CARBON. Dal puntare il dito su ciò che emetta gas serra mentre funziona - operating carbon, si passa a contare anche i gas serra emessi PER COSTRUIRE: salta tutta la mobilità elettrica, il solare e soprattutto il wind, etc.etc.. Il re è nudo).
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Contrordine compagni.
Guardate cosa hanno scritto nel loro comunicato i sindacati, pronti a scioperare contro la crisi dell’automotive. Testuale: “Non si può accettare una transizione contro il lavoro e con costi sociali enormi”. Come, scusa? Finalmente la Cgil e i sindacati hanno capito che dalla Germania al Belgio, passando per Stellantis, complice anche l’auto elettrica, la crisi delle immatricolazioni rischia di bruciare milioni di posti di lavoro. Meglio tardi che mai, certo. Ma se oggi puntano il dito contro il costo dell’energia e contro una transizione portata avanti “contro il lavoro”, beh: allora l’ipocrisia regna sovrana. Era il maggio del 2022, governo Draghi, quando la Cgil e Maurizio Landini si riunirono con Paolo Gentiloni (commissario del governo Ue ideatore del green deal) e con l’allora ministro delle mobilità sostenibili per “allearsi con gli ecologisti di fronte alla sfida dell’auto elettrica”. Diceva Giorgio Airaudo, leader della Cgil piemontese: “A noi non convince la storia per cui elettrico significhi esuberi. Un recente studio tedesco ipotizza nell’automotive un saldo a somma zero tra posti di lavoro persi e posti di lavoro creati con le nuove tecnologie delle vetture a batteria e a guida autonoma: pensiamo solo alle reti di ricarica”. S’è vista come è andata. Volksvagen potrebbe arrivare a tagliare 15mila posti di lavoro. Bmw e Mercedes lanciano allarmi. Il fornitore di batterie, la svedese Northvolt, ha annunciato licenziamenti per 1.600 lavoratori e sospenderà gli investimenti per i nuovi stabilimenti. E Acea, l’associazione che riunisce i costruttori europei, ha denunciato la “riduzione della quota di mercato delle auto elettriche”. Se l’Ue non rivedrà le regole sulle emissioni, con l’addio al motore endotermico entro il 2035, il rischio - scrive Acea - è che altre famiglie restino senza la pagnotta da portare a casa. Domanda: ma era coì difficile capirlo? Domanda per Landini: quando nel 2022 preferiva le manifestazioni di Fridays for future a quelle degli operai, non poteva immaginare che l’addio al motore endotermico in così poco tempo avrebbe avvantaggiato Cina e Usa (tecnologicamente più avanti), portando al tracollo della maggiore industria del vecchio continente? Forse, quando sosteneva che le priorità della Cgil erano “la lotta al cambiamento climatico, una giusta transizione ecologica e sostenibile e il superamento dell’uso delle fonti fossili”, non aveva compreso fino in fondo quali sarebbero state le conseguenze. Ora la sveglia è suonata, e speriamo non sia troppo tardi. E pensare che Giancarlo Giorgetti lo andava spiegando dal lontano 2021: “Vogliamo scegliere la strada della transizione ecologica? - aveva detto in tempi non sospetti - Tutto questo avrà un prezzo sociale ed economico enorme in termini di disoccupazione. Chi lavora oggi in una fabbrica di motori diesel sa perfettamente” che è condannata a morte. Landini avrebbe fatto meglio ad ascoltare il ministro, invece di Greta Thunberg.
L'ipocrisia verde di Landini, la preghiera anti-partite iva e Putin: quindi, oggi... (msn.com)
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Affari Sbullonati: Fiat 500 d'epoca elettrica retrofit in mostra
Scoprite come Affari Sbullonati ha creato una Fiat 500 d'epoca elettrica retrofit, unendo tradizione e sostenibilità.
In un mondo che cerca soluzioni sostenibili, il retrofitting (la trasformazione da auto a motore termico in auto a motore elettrico) emerge come una scelta entusiasmante. Affari Sbullonati ha abbracciato questa sfida, trasformando la classica Fiat 500 d'epoca in un'opera d'arte elettrica. A differenza di altri progetti simili, il motore è stato montato direttamente sul differnziale, rimuovendo il cambio, in questo modo si è semplificato ulteriormente il progetto guadagnando leggerezza e spazio. Il Progetto Elettrico di Affari Sbullonati "Eccola ragazzi, la Fiat 500 d'epoca elettrica di Affari Sbullonati" inizia così il video che mostra il retrofit della Cinquecento Jolly usata per questo progetto. Silenziosa e raffinata, la 500 elettrica conserva l'aspetto originale ma nasconde un cuore innovativo.
Dettagli Tecnici della Trasformazione Questa autovettura ora ospita un motore elettrico da 48V e 4 kW, che garantisce un'autonomia di circa 70-80 km, ideale per il diletto in Beach Resort o proprietà private. "Guardate che bellezza ragazzi, tutto veramente assemblato in maniera fantastica," si sente nel video mentre vengono mostrate le celle al litio e il sistema di gestione della batteria.
Motore elettrico da 48V e 4 kW, notare l'assenza del cambio e l'ampio spazio guadagnato. Rispetto per la Tradizione Uno degli aspetti più notevoli di questa Fiat 500 d'epoca elettrica è il rispetto per l'integrità originale della vettura. All'interno, il cruscotto storico è stato mantenuto, mentre sono stati aggiunti un nuovo acceleratore elettrico e un selettore per le marce. Questa trasformazione non solo è ecologica, ma anche reversibile: "I punti di ancoraggio sono stati tenuti quelli originali, quindi basta smontare queste tre piastre, rimontate il termico senza modifica per la macchina originale"
Batterie al litio, regolatori e trasformatore di alimentazione posti nel vano anteriore Un Passo Verso il Futuro Questa Fiat 500 d'epoca elettrica non è solo un tributo al passato, ma anche un passo verso un futuro sostenibile attraverso il retrofit. "Affari Sbullonati ha fatto un lavoro fantastico, pulito e raffinato," afferma il video, sottolineando l'importanza di un'innovazione che rispetta sia la storia che l'ambiente.
Selettore direzione al posto della leva del cambio Un grande problema Il kit di Affari Sbullonati è molto semplice. Tuttavia è proposto solo al mercato estero perché in Italia al momento, non è possibile l’omologazione dal momento che la legge sul retrofit non autorizza tale kit (deve essere mantenuto il cambio che in questo caso è stato eliminato in quanto non necessario) E' incredibile come non ci sia l’opportunità di installare questi kit elettrici e green, dagli unici venduti dalle due aziende leader autorizzate. In conclusione, la Fiat 500 d'epoca elettrica di Affari Sbullonati è una testimonianza della possibilità di unire la passione per le auto classiche con l'impegno verso un futuro più verde. Cosa ne pensate di questa straordinaria fusione tra passato e futuro? La Fiat 500 elettrica potrebbe essere il simbolo di una nuova era per la mobilità? Cosa ci dite sul problema dell'impossibilità di omologare questa vettura?
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"Si apre una nuova era nell’elettronica. Una ricerca congiunta di Cina e USA ha creato il primo materiale in grafene con capacità di semiconduzione e con una mobilità elettrica 10 volte superiore a quella del silicio."
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https://www.dday.it/redazione/48009/inventato-il-primo-semiconduttore-di-grafene-lelettronica-non-sara-piu-la-stessa
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Tesla nel 2023: Innovazione, Prestazioni ed Elettrificazione
Il 2023 segna un altro anno di progressi rivoluzionari nel settore delle auto elettriche, con Tesla che continua a guidare la strada verso una mobilità sostenibile.
Fondata da Elon Musk, l'azienda ha mantenuto la sua posizione di pioniere nel mercato delle vetture elettriche, combinando innovazione tecnologica, prestazioni eccezionali e design all'avanguardia. In questo articolo, esploreremo alcune delle più recenti creazioni di Tesla del 2023, nonché le sue caratteristiche e vantaggi distintivi.
Tesla Model S Plaid
Il Model S Plaid rappresenta la massima espressione dell'ingegneria di Tesla, offrendo prestazioni senza precedenti in un'auto elettrica. Equipaggiato con tre motori elettrici, questo veicolo in grado di superare i 1.100 cavalli di potenza, raggiunge una velocità di 0 a 100 km/h in meno di 2 secondi, stabilendo una nuova pietra miliare per le auto di produzione. Il Model S Plaid è anche dotato di un'autonomia migliorata, che supera i 600 chilometri con una singola carica. Questo è possibile grazie agli avanzati sviluppi della batteria e alla costante ottimizzazione della gestione energetica di Tesla.
Tesla Model X Long Range
Il Model X Long Range è un SUV completamente elettrico che combina lusso, spaziosità e una guida senza emissioni. Con una capacità di trasporto fino a sette passeggeri, questo veicolo è progettato per offrire un'esperienza premium senza compromessi. La batteria migliorata consente una straordinaria autonomia di oltre 550 chilometri, rendendolo ideale per viaggi lunghi e avventure in famiglia. Il Model X Long Range è anche dotato di caratteristiche di sicurezza all'avanguardia, garantendo protezione sia per gli occupanti del veicolo che per i pedoni.
Per saperne di più sul Tesla Model X Long Range, visita il sito ufficiale www.tesla.com.
Tesla Model 3 Standard Range Plus
Il Model 3 è stata la vettura che ha reso Tesla più accessibile a un pubblico più vasto, ed il 2023 non fa eccezione. La versione Standard Range Plus è progettata per essere la scelta più economica senza sacrificare le prestazioni e l'autonomia. Con un'accelerazione vivace e un'autonomia di circa 420 chilometri, il Model 3 continua a essere una delle auto elettriche più popolari e ricercate sul mercato. Il design compatto e moderno lo rende perfetto per la guida in città, mantenendo al tempo stesso il carattere sportivo tipico dei Teslari più accaniti.
Per saperne di più sul Tesla Model 3 Standard Range Plus, scopri la scheda tecnica sul sito tesla.com.
Conclusione
Tesla nel 2023 si conferma come un punto di riferimento nell'industria automobilistica elettrica, portando innovazioni, prestazioni e sostenibilità a livelli mai visti prima. Le vetture di Tesla continuano a dimostrare che è possibile coniugare un'elettrificazione completa con prestazioni eccezionali e un design all'avanguardia. Con il costante impegno per migliorare le batterie, l'autonomia e la sicurezza, Tesla continua a essere un'opzione di prim'ordine per coloro che desiderano abbracciare il futuro della mobilità sostenibile.
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Finiti i sussidi, ecco che tutti i nodi vengono al pettine. Niente solare sul tetto (chi è il folle che spende 30 mila euro per pannelli FV che non restituiranno nemmeno la metà della somma spesa?), fine delle auto elettriche. I sussidi sono una distorsione del mercato, ma anche un modo legale per dirottare ingenti somme di denaro verso le lobby che speculano... Rammento che GM sta perdendo, in media, 10 mila dollari per ogni veicolo elettrico prodotto, tanto da arrivare a perdite nel settore per oltre 9 miliardi di dollari, un vero e proprio salasso economico.
Luglio 2024 drammatico per le auto elettriche in Germania: 30.762 unità vendute, con un crollo del 37% rispetto a luglio 2023. Tutto in tendenza, così che la crisi si aggrava nel più importante mercato di vetture d’Europa. Il calo più pesante da dicembre 2023, quando il governo tedesco ha improvvisamente eliminato i sussidi per i veicoli elettrici, evidenza Automotive News, in base ai numeri dell’autorità federale tedesca per i trasporti a motore KBA rivelati il 5 agosto. Di contro, le immatricolazioni dei veicoli senza spina sono aumentate del 7%.
Senza ecobonus statali, neppure i tedeschi, come gli altri abitanti del Vecchio Continente, comprano le elettriche, sempre molto costose per via degli investimenti delle Case. La situazione spinge a far dire a Constantin Gall, consulente di EY, che “l’aumento della mobilità elettrica si sta rivelando finora insostenibile. Il mercato ha perso tutto lo slancio e molti clienti dubitano delle prospettive delle auto elettriche”.
Chi cerca consolazione in altre statistiche ne resta deluso: la quota di vendite di veicoli elettrici in Germania a luglio è precipitata a poco meno del 13% dal 20% dell’anno precedente. Proprio quando i costruttori si aspettavano una rapida adozione di veicoli alimentati a batteria. Un problema sovrannazionale e trasversale, un virus che colpisce addirittura la Svezia, leader dei veicoli elettrici: consegne giù del 15%. In Svizzera -19%.
Il più grande, il Gruppo Volkswagen, ha dichiarato la scorsa settimana di aver tagliato la capacità negli stabilimenti ad alto costo in Germania e potrebbe anche cambiare i tempi di avvio della produzione di batterie. Mercedes e BMW meditano sul da farsi innanzi alla Caporetto del full electric.
Adesso, i colossi teutonici (come tutte le Case) fanno i conti con lo spettro delle multe dell’Unione europea, decisa a confermare il bando termico del 2035: o viene proposta una certa quota di elettriche, o scattano sanzioni pesantissime. In alternativa, si spende tantissimo per comprare ancora i crediti ecologici di Tesla.
Il tutto, mentre VW rischia di affrontare un impatto negativo di 2 miliardi di euro sugli utili il prossimo anno, secondo l’analista UBS Patrick Hummel. Come un effetto domino, le aziende chiedono meno batterie per elettriche ai fornitori, che vanno in “debito d’ossigeno” avendo meno commesse: la francese Valeo sta cercando acquirenti per due stabilimenti che non producono a sufficienza. Uno di questi era già stato ristrutturato per produrre parti di auto elettriche. OPmobility, un altro produttore francese di componenti, ha affermato che la produzione di veicoli elettrici è circa la metà rispetto alle attese.
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Quante sono davvero le auto elettriche e ibride in circolazione, regione per regione
Mobilità del futuro green? Nel 2022 aumenta il parco circolante di vetture ibride ed elettriche (+49,2%), ma rappresentano solo il 4,3% sul totale. Sono ben 20,2 mln le vetture obsolete in circolazione (quasi una su due è Euro 4 o inferiore), di cui 4,4 milioni Euro 0-1 (11%). L’età media? Quattro auto su dieci (15,84 milioni) hanno 15 anni o più. A dare i dati è AutoScout24. Secondo i dati…
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LA PRIMA AUTO SOLARE ARRIVA SUL MERCATO
Si chiama Lightyear 0 (letteralmente dall’inglese ‘anno luminoso’) ed è la prima auto alimentata ad energia solare ad arrivare sulle strade.
Sviluppata e creata e dall’azienda olandese Lightyear dopo 6 anni di ricerche, la prima auto elettrica solare al mondo scrive la storia iniziando ufficialmente la produzione del suo primo veicolo presso lo stabilimento di Valmet Automotive in Finlandia. Si tratta della prima tecnologia in grado di alimentare un veicolo elettrico con energia generata direttamente dalla luce solare.
Lightyear punta a consentire di saltare la rete di ricarica e guidare in modo più sostenibile. Con un coefficiente di resistenza di 0,175 è l’auto più aerodinamica al mondo. Ogni dettaglio è stato considerato per ridurre al minimo il consumo energetico e massimizzare la resa solare fornita da 5 metri quadri di pannelli solari posti nella parte superiore dell’auto e da un gruppo propulsore che raggiunge un’efficienza del 97%. L’auto può sfruttare fino a 70 km di autonomia libera e pulita al giorno dal solo sole, più 300 chilometri attraverso la ricarica tradizionale, con una velocità massima di 160 chilometri orari.
“L’avvio della produzione di Lightyear 0, la prima auto solare, ci avvicina di molto alla nostra missione di mobilità pulita per tutti, ovunque. Potremmo essere i primi a raggiungere questo obiettivo, ma sicuramente spero che non saremo gli ultimi”, afferma Lex Hoefsloot, CEO e co-fondatore di Lightyear.
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Fonte: Lightyear
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