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gregor-samsung · 7 months ago
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" Il volto del colonialismo inglese si rivelò in tutta la sua brutalità in Sudafrica. I bianchi si erano impadroniti dell'88 per cento delle terre, mentre i neri, con la Legge sulla terra dei neri, il Natives Land Act, del 1913, avevano perso ogni diritto di proprietà. Fu l’inizio della politica razzista di segregazione dei neri in “riserve per gli indigeni”. Ma siccome questo processo non funzionò, nel 1948 fu introdotto il sistema dell'apartheid. Nel 1949 furono proibiti i matrimoni misti e nel 1950 la popolazione fu catalogata secondo quattro gruppi razziali: bianchi, indiani, gente di colore e neri, con questi ultimi relegati in bantustan. Almeno tre-quattro milioni di neri furono segregati con la forza in queste zone loro riservate. Mentre ai neri che rimanevano, per ragioni di lavoro, in zone “bianche”, era vietato accedere a scuole, locali pubblici, mezzi di trasporto, riservati ai soli bianchi. I leader del movimento anti-apartheid, tra i quali Nelson Mandela, furono condannati all'ergastolo. Ma la repressione del governo non riuscì a soffocare la ribellione degli africani. Sia i lavoratori sia gli studenti neri diedero vita a una serie di scioperi e di manifestazioni che lentamente fece entrare in crisi il sistema dell'apartheid. La svolta avvenne nel 1990 quando il primo ministro Frederik De Klerk annunciò in Parlamento la rimozione della messa al bando del Congresso nazionale africano e il rilascio dei prigionieri politici. Dopo ventisette anni di carcere, Nelson Mandela fu liberato. Nel 1994 si svolsero le prime elezioni su base non razziale e, il 10 maggio, Mandela divenne il presidente del Sudafrica. Anche qui le Chiese dei bianchi, tanto cattoliche quanto anglicane e protestanti, appoggiarono in larga maggioranza il sistema dell'apartheid. Ma un piccolo gruppo profetico, composto dall'arcivescovo cattolico di Durban, Denis Hurley, dal pastore della Chiesa riformata Beyers Naudé e dall'arcivescovo anglicano Desmond Tutu, guidò la resistenza dei neri contro l’apartheid. "
Alex Zanotelli, Lettera alla tribù bianca, Feltrinelli (collana Serie Bianca); prima edizione marzo 2022. [Libro elettronico]
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lamilanomagazine · 6 months ago
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Bari, al via la 19esima edizione della festa dei popoli: spettacoli, concerti, enogastronomia e tradizioni
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Bari, al via la 19esima edizione della festa dei popoli: spettacoli, concerti, enogastronomia e tradizioni Torna a Bari dal 23 al 26 maggio la Festa dei Popoli, il Festival Interculturale che, giunto alla sua 19esima edizione, promuove l'incontro tra popoli e culture attraverso eventi, spettacoli, concerti e condivisione di enogastronomia e tradizioni popolari. Quattro giorni di vera e propria festa, con eventi gratuiti, musica, spettacoli, danze, artigianato e numerose attività pensate per i più piccoli. "Uomini e donne in cerca di pace" è il tema scelto per questa edizione della manifestazione, che si terrà nel Giardino Princigalli di Bari (quartiere Mungivacca, nei pressi del multisala Showville) ed è realizzata dal Centro Interculturale Abusuan, dai Missionari Comboniani e da Cgil, con la collaborazione del Comune di Bari, della Regione Puglia e di un'importante rete di associazioni, comunità straniere e istituti scolastici. L'evento è infatti frutto di un grande lavoro di rete e di relazioni intessute con le tantissime realtà associative del territorio che ogni anno si impegnano, tutte insieme, per creare e rafforzare legami e radici, per rendere la città di Bari una comunità sempre più interculturale. Tra le novità di quest'anno una masterclass di musica africana, per un massimo di 20 partecipanti a partire dagli 11 anni a cura della cantante franco-camerunense Valérie Èkoumè, che insegnerà l'importanza della lettura e della scrittura ritmica insieme alla tecnica vocale e delle percussioni; in secondo luogo, l'istituzione di un premio alla memoria di Giacomo Princigalli, promotore del dialogo interculturale e protagonista della vita politica locale e nazionale, a cui è intitolato il Giardino in cui si svolge la Festa. Il premio, istituito dall'omonima associazione Giacomo Princigalli e con cadenza annuale, sosterrà progetti musicali e/o associativi interculturali nei quali la musica e le arti si propongono come occasioni per l'incontro e il dialogo tra persone, popoli e culture che si affacciano sul Mare Mediterraneo. E ancora, la direzione sempre più ambientalista ed eco-sostenibile della manifestazione, grazie anche alla collaborazione con i volontari di Legambiente Bari, dell'associazione di volontariato Plastic Free e dell'associazione Seconda Chance, un ponte tra carceri e aziende per creare opportunità di reinserimento, che, nei giorni precedenti all'avvio della manifestazione, hanno effettuato un'operazione di clean-up del Giardino e che, per l'intera durata dell'evento, affiancheranno il pubblico presente nell'attività di corretto conferimento dei rifiuti all'interno dei contenitori preposti alla raccolta differenziata. Tra le realtà partecipanti anche Bistrot Ethnic Cook, progetto che promuove l'integrazione tra i migranti e la comunità ospitante, nonché marchio registrato come impresa sociale dall'associazione Origens. Ethnic Cook offre infatti formazione gratuita per l'introduzione nel mondo professionale della ristorazione e della panificazione, nonché numerosi tirocini professionalizzanti per donne rifugiate. Nel corso della Festa dei Popoli 2024 i referenti di Ethnic Cook saranno presenti con un proprio stand nel quale daranno vita ad un laboratorio di decorazione di biscotti con i più piccoli. Programma Si parte giovedì 23 maggio con un pomeriggio ricchissimo di appuntamenti: l'apertura della XIX edizione della Festa dei Popoli, alle ore 17.30, sarà dedicata al concerto che rappresenta la restituzione di un laboratorio che il compositore e musicista palestinese Ramzi Aburedwan, accompagnato dal suo ensemble musicale Dal'Ouna e dai musicisti baresi Fabrizio Piepoli, Nabil Bey (Radio Dervish) e Anna Rita Di Leo, ha svolto negli scorsi giorni a Bari, in collaborazione con gli studenti del Conservatorio e del Liceo Musicale, nonché delle scuole secondarie di I° Michelangelo di Bari e Capozzi-Galilei di Valenzano. Un'esibizione che spazierà dalle composizioni originali ad un ampio repertorio di musica araba e, in particolare, palestinese, classica e folkloristica: un vero e proprio viaggio attraverso un universo musicale originale e innovativo. Seguiranno alle ore 20.00, le performance de La Galleria della Danza, che presenta al pubblico, con il suo gruppo avanzato diretto da Antonella Serini, due coreografie hip hop dai titoli Energy e Beach Ball e, alle 20.25, del gruppo barese Fabularasa: un sound di chiara matrice jazz e fusion, con inserti ispirati alla musica etnica, in particolare mediterranea. Alle ore 21.00 spazio al progetto speciale italo-palestinese dal titolo"La musica tra i due mondi": un lavoro di residenza realizzato a Bari, negli scorsi giorni, dallo stesso artista internazionale Ramzi Aburedwan مزي أبورضوان e dal suo Ensemble Dal'Ouna – formato da Abo Gabo, Youssef Hbeisch dalla Palestina, e Ziad ben Youusef dalla Tunisia – con lo scopo fondamentale di dare rilancio, attualità e qualità alla musica dal mondo. Ramzi Aburedwan è, infatti, noto per la sua dedizione alla musica come strumento di resistenza e cambiamento sociale. Nato nel campo profughi di Al-Amari, Ramzi ha fondato l'associazione Al Kamandjâti, che si impegna a fornire educazione musicale ai bambini palestinesi, soprattutto a quelli che vivono sotto occupazione o in condizioni difficili. In particolare, durante la residenza artistica, i musicisti franco-palestinesi e italiani/pugliesi, Fabrizio Piepoli, Nabil Bey e Anna Rita Di Leo hanno realizzato una produzione inedita durante la residenza artistica, utilizzando strumenti particolari della tradizione araba, mediterranea, occidentale e mediorientale, con canti in italiano e arabo declinati in poesia. A partire dalle 21.55 sul palco il concerto del quartetto 4Troubles e, a seguire, sarà la volta delle Sister Queen: quattro donne dalle sonorità vocali differenti e ben assortite che entusiasmeranno il pubblico attraverso un viaggio sonoro che spazierà tra le influenze musicali internazionali degli anni '70, '80 e '90. Venerdì 24 maggio sarà un pomeriggio dedicato alle esibizioni delle scuole: a partire dalle 17.30, infatti, si alterneranno gli studenti degli istituti "Alessandro Leogrande", "Michelangelo", "Riccardo Monterisi", "Margherita", "Nicola Zingarelli-Anna Frank", "Amedeo d'Aosta". Alle 20.10 sarà la volta dell'esibizione musicale delle protagoniste dell'associazione di volontariato In...Canti di Donne, che presentano cinque brani della tradizione africana, italiana ed ebraica a che toccano i temi della pace, della coesione, dell'umanità. A seguire, si svolgerà un reading a cura di Alma Terra e Squola senza confini Penny Wirton. La serata musicale prosegue con il concerto di Perla Catucci in duo con Domenico Mercurio, che spazierà tra brani originali da lei stessa scritti e composti ai grandi successi della musica italiana (cover di famosi pezzi di Pino Daniele, Cesare Cremonini, Brunori Sas, Mina) e della musica internazionale (con successi di Lady Gaga, Jassie Glynne, Miguel Bosè). E ancora, si continuerà con l'esibizione dell'Associazione sportiva dilettantistica Samira Oriental Academy e si concluderà con il concerto del progetto CCM – Cantiere Comune Mediterraneo, un'orchestra e collettivo di sensibilizzazione e ricerca sul valore delle diversità disseminate nel nostro mare, che uniscono i popoli oltre i confini. Sabato 25 maggio inizierà con un evento al mattino: alle ore 11.00, infatti, nello stesso Giardino Princigalli si terrà una masterclass di musica africana, per un massimo di 20 partecipanti a partire dagli 11 anni (prenotazione obbligatoria all'indirizzo e-mail [email protected]) a cura della cantante franco-camerunense Valérie Èkoumè, che insegnerà l'importanza della lettura e della scrittura ritmica insieme alla tecnica vocale e delle percussioni. Seguirà, alle ore 17.00, il reading dal titolo "Uniti per l'Ucraina" e, alle ore 18.00, il flash mob di S-Confin-Arti. Il pomeriggio entrerà poi nel vivo alle 18.10 con la Conferenza sulla Pace alla quale prenderanno parte Monsignor Giovanni Ricchiuti, Presidente nazionale di Pax Christi, Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, introdotti e coordinati da Vito Micunco, Coordinatore della Rete dei Comitati per la Pace in Puglia. Seguiranno, poi, a partire dalle ore 20.00 e fino alle ore 23.30, le esibizioni a cura delle associazioni Alma Terra, Le Aquile di Sera – che porteranno nel Giardino Princigalli balli e canti tipici della terra albanese – e degli artisti I Maltesi, band pugliese in formazione acustica, Naib Abid – che si esibirà in una performance coinvolgente in cui il pubblico sarà chiamato ad imparare ed interpretare canti in italiano, inglese e spagnolo inerenti i temi dell'unità, dell'umanità della gentilezza , Valérie Èkoumè insieme al batterista e percussionista Guy Nwogang e Papa Buju & Dub Fevah Band, gruppo musicale nato a Bari alla fine del 2019 dall'incontro tra musicisti di diverse età e provenienze accomunati dalla passione per la musica reggae. L'ultima giornata della Festa dei Popoli 2024, domenica 26 maggio, partirà alle ore 17.00 con lo spazio dedicato all'esibizione musicale a cura dell'associazione Culture Organization of Bangladesh Debi e Sabana Suresh & Vidya, con musica, danza e animazione tipica del Bangladesh a cui seguiranno i reading a cura dell'Associazione di Promozione sociale Gianni Ballerio e della comunità Baha'i e Gep (Gruppo Educhiamoci alla Pace). Alle 19.15 sarà la volta di "Approdi – Danze in viaggio", esibizione di danza a cura di Artidea Cultura, che proporrà al pubblico presente danze tradizionali come occasione per conoscere altre culture, scoprendo che la danza etnica-popolare è danza collettiva, armonia di gesti, passi, espressioni, sorrisi, vicinanza che permette di sentirsi uniti. Seguirà, alle 19.40, l'esibizione di Darwish Dream, a cura dell'associazione culturale BandeRumorose: una profonda interpretazione vocale e strumentale delle più significative poesie del grande poeta palestinese Mahmoud Darwish. E ancora, Kabila, gruppo italo-libanese che propone una fusione di lingue (arabo, inglese e italiano) e sonorità, tra rock, elettronica, world music, progressive rock e pop, suoni e arrangiamenti e alle 21.05 il duo ucraino Masha Ruta & Tetiana Rohocha, che interpreteranno brani di racconto della bellezza della terra e del popolo ucraino, nonché della rinascita, della bellezza della vita e della forza d'animo dei popoli. A partire dalle 21.20 sul palco i progetti Let's Funk Under The Disco Sky, con un medley di canzoni funky e disco ispirate alla pace, Spiff Onyuku, musicista nigeriano che si pone l'obiettivo di coniugare la tradizione musicale africana con le sonorità dell'elettronica e Lu Rusciu Nosciu, gruppo di pizzica salentina con sonorità caratterizzate dal ritmo di tamburelli, insieme a colpi ritmici di percussioni etniche, chitarre e nacchere uniti a suoni melodici. Festa dei Popoli KIDS (attività̀ per bambini) - Venerdì, sabato e domenica pomeriggio, sul prato, a cura di "Help A.T.T.": laboratori manuali - Sabato pomeriggio, davanti al proprio stand, a cura di "Le Aquile di Seta": laboratorio ambientale - Sabato pomeriggio, all'interno del proprio stand, a cura di "Migrantes Arcidiocesi cattolica Bari-Bitonto": laboratorio sulla pace - Domenica pomeriggio, all'interno del proprio stand, a cura di "bistrot Ethnic Cook": laboratorio di decorazione di biscotti - Domenica pomeriggio, davanti al proprio stand, a cura di "Le Aquile di Seta": laboratorio sulla mondialità - Domenica pomeriggio, sul prato, a cura di "AGESCI Bari 18": attività ludiche "Ancora una volta, dopo ben diciannove anni, siamo orgogliosi ed entusiasti di proporre alla città di Bari la sua Festa dedicata all'integrazione e allo scambio interculturale – spiega Koblan Amissah, organizzatore della Festa dei Popoli –. Mai come in questo periodo di difficoltà e di scenari di guerra a livello internazionale, crediamo nell'importanza del dialogo tra le culture e le comunità che abitano, insieme, la nostra città. Questo evento, divenuto nel tempo un appuntamento ricorrente del panorama culturale barese, torna ogni anno a ricordarci che ogni differenza rappresenta una ricchezza e che, a prescindere dai contesti sociali, professionali, culturali che ciascuno di noi vive, il denominatore comune deve rimanere sempre l'umanità. Quella di uomini e donne che oggi, a Bari, si riuniscono in cerca di pace". "La Camera di Commercio di Bari ha voluto dedicare a Futurae – programma imprese migranti, uno stand nell'ambito della Festa dei Popoli, in coerenza con le attività già svolte per favorire la nascita di imprese di immigrati nel nostro territorio di competenza e nella certezza che sia il contenitore più giusto per favorire ulteriori adesioni alla seconda edizione tutt'ora in corso – ha dichiarato Luciana Di Bisceglie, presidente della Camera di Commercio di Bari –L'accordo di recente stipulato da Unioncamere nazionale con Banca Etica e PerMicro, che offre agli imprenditori migranti che partecipano al progetto la possibilità di richiedere finanziamenti per l'avvio dell'attività, è la conferma che siamo sulla strada giusta: per i benefici in termini di integrazione dei cittadini stranieri e di opportunità di crescita per l'intero sistema economico". Festa dei popoli è promossa e organizzata da :Centro Interculturale Abusuan, Missionari Comboniani, CGIL, Stop Border Violence. Associazioni partecipanti Afghanistan, A.I.B.A. (Costa d'Avorio), Alma Terra, APS Gianni Ballerio, ArtiDea cultura, Balasua, BANDERUMOROSE, Bari in jazz, Bari Sviluppo - Progetto Futurae 2, Brasile, C.A.M.A. - L.I.L.A, CAPS - Casa Shalom, Centro Missionario - Migrantes - Caritas Arcidiocesi cattolica di Bari-Bitonto, Communitas, Comunità baha'i di Bari, Comunità ortodossa di Etiopia, Comunità Palestinese di Puglia e Basilicata, CSV San Nicola, Culture organisations of Bangladesh - DEBI, Digiuno di Giustizia in solidarietà con i Migranti, Dioubo Diame Africa (Senegal), EMI - Editrice Missionaria Italiana, Equanima, bistrot Ethnic Cook, G.E.P. - Gruppo Educhiamoci alla Pace, Govinda (Mauritius), G.U.A.P. (Ghana), Help ATT, Iraq, Le Aquile di Seta (Albania), Legambiente, Nawa Wax (Senegal), Nazma's Kitchen (Bangladesh), Nigeriani di Bari e Puglia, PER.I.P.L.O, Plastic Free, Refugees Welcome, S-CONFIN-ARTI, Squola Senza Confini Penny Wirton, Stop Border Violence, Suore Missionarie Comboniane, Tessere di Solidarietà, Uniti per l'Ucraina, Unsolomondo Partner solidali Agriturismo "Al Verneto", Balafon Film Festival, Bistrot "Buò – crudo, cotto e mangiato", bar "Caffè portineria", boutique "Charity Chic", autofficina "Dentico", OdV "Eco Eventi", libreria "La Campus", libreria "Svoltastorie", APS "Teatro Osservatorio – ImprOfficina", società di consulenza "SAMO Security & Business Solutions" Scuole partecipanti S.S. 1° G. "Amedeo d'Aosta" - Bari, I. "Margherita" - Bari, I.C. "Michelangelo" - Bari, S.S.1° G. "Riccardo Monterisi" - Bisceglie, I.C. "Nicola Zingarelli - Anna Frank"- Bari, C.P.I.A. 1 "Alessandro Leogrande" - Bari... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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corallorosso · 5 years ago
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"Il decreto che ha chiuso i porti è criminale" Non importa chi sta al governo. Importano le azioni che si fanno. E se ci sono persone che muoiono perché lasciate senza soccorsi è qualcosa di inaccettabile. "In queste ore in cui come cristiani e missionari celebriamo nel mondo, in modalità certo stranissime, la festa della Pasqua, che significa liberazione dalle schiavitù della storia, nel Mediterraneo l'ong Sea Watch denuncia il naufragio di un gommone tra Malta e Tripoli. Ci sono dei morti e, al momento, non sappiamo quanti. Ma è una tragedia annunciata già da ieri dalla stessa ong che aveva segnalato la presenza di 4 barche in pericolo. 'Lasciati morire soli nel giorno di Pasqua da un'Europa che parla a vuoto di solidarietà verso le persone che soffrono' tuona la ong oggi. Questo ci addolora ancora di più in un tempo in cui ormai parliamo solo della pandemia e siamo attanagliati da paura e chiusura. Tre giorni fa un criminale decreto interministeriale ha chiuso di fatto i porti italiani fino al 31 luglio appellandosi all'emergenza coronavirus". Così la Commissione Giustizia&Pace dei Missionari Comboniani su 'Nigrizia'. globalist
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tradizioni-barcellona · 2 years ago
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LUNEDI 10 OTTOBRE 2022 - 🔸 SAN DANIELE COMBONI 🔸 Daniele Comboni (Limone sul Garda, 15 marzo 1831 – Khartum, 10 ottobre 1881) è stato un missionario e vescovo cattolico italiano, fondatore degli istituti dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù e delle Pie Madri della Nigrizia. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, fu canonizzato da Giovanni Paolo II il 5 ottobre 2003 e viene commemorato il 10 ottobre. Era figlio di Domenica Pace, i cui avi erano originari di Cadria, e Luigi, umili braccianti impiegati nella tenuta di un lontano parente presso Limone sul Garda. Luigi apparteneva all'antica famiglia dei Comboni, capostipite della quale fu il notaio Combono Comboni da Muslone. Daniele Comboni era l'unico sopravvissuto di otto fratelli, ed il 20 febbraio 1843 si trasferì a Verona in un istituto per ragazzi con poche possibilità finanziarie, fondato dal sacerdote Nicola Mazza. Fu Mazza a infondere in Comboni l'amore per l'Africa e per le missioni. Durante la sua adolescenza decise di diventare sacerdote e nel 1849 giurò a Mazza di dedicare tutta la sua vita all'Africa sub-sahariana. Cinque anni dopo completò gli studi di filosofia e teologia e venne ordinato sacerdote il 31 dicembre 1854 dal vescovo di Trento, il beato Giovanni Nepomuceno de Tschiderer. L'8 settembre 1857 partì per il suo primo viaggio nell'Africa centrale, corrispondente all'odierno Sudan, con altri quattro sacerdoti mazziani (Giovanni Beltrame, Alessandro Dal Bosco, Francesco Oliboni, Angelo Melotto) ed il fabbro friulano Isidoro Zilli. Comboni, ventiseienne, era il più giovane del gruppo. Dopo quattro mesi raggiunsero Khartoum, dove Dal Bosco restò come procuratore. Il 14 febbraio 1858 gli altri cinque arrivarono alla stazione missionaria di Santa Croce, dove rimasero poco meno di un anno. Rientrato in Italia nel 1859 a causa delle insistenti febbri malariche, continuò la sua opera a favore dell'Africa e coniò il suo motto O Nigrizia o morte. Nel 1864 a Roma, concepì il "Piano per la rigenerazione dell'Africa" che, proseguendo il progetto mazziano di «salvare l'Africa con l'Africa», si arricchiva di nuove intuizioni e progetti maturati dalla sua esperienza diretta... Link in bio 🔴 (presso Africa) https://www.instagram.com/p/Cjh2vybsnb4/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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gdsradio7 · 3 years ago
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Web: grandi investimenti in corso per coprire tutta l'Africa dei servizi della rete internet
Web: grandi investimenti in corso per coprire tutta l’Africa dei servizi della rete internet
Sempre attento alle vicende del continente africano, il sito dei missionari comboniani Nigrizia, parla in un articolo, a firma di Antonella Sinopoli, dei grandi investimenti in corso per cablare l’immenso territorio e consentire l’uso della rete a tutta la popolazione, soprattutto a quei 700 milioni di africani che non hanno mai utilizzato internet. Oggi tutto si fa con la rete ed è importante…
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giancarlonicoli · 4 years ago
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8 mar 2021 12:45
“LUCA ATTANASIO ERA VENUTO A CONOSCENZA DI MOLTE INFORMAZIONI SULLE UCCISIONI DI MASSA” - C’È UNA NUOVA IPOTESI INVESTIGATIVA SULL’ASSALTO ALL’AMBASCIATORE ITALIANO IN CONGO. A SUGGERIRLA SONO I MISSIONARI COMBONIANI, CHE PUNTANO IL DITO CONTRO IL “SIGNORE DELLA GUERRA” DEL RUANDA, IL COLONNELLO JEAN CLAUDE RUSIMBI: L’ATTIVISMO DI ATTANASIO AVREBBE INSOSPETTITO LE AUTORITÀ RUANDESI E IL PRESUNTO MANDANTE SAREBBE ADDIRITTURA IL PRESIDENTE PAUL KAGAME…
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Da www.tgcom24.mediaset.it
L'ambasciatore italiano Luca Attanasio sarebbe stato assassinato nell'"Operazione Milano", organizzata dal colonnello Jean Claude Rusimbi, signore della guerra del vicino Ruanda, indagato dalla Corte internazionale per crimini contro l'umanità.
Questa è l'ipotesi investigativa indicata dai missionari comboniani: il colonnello Rusimbi aveva appreso "che Attanasio era venuto a conoscenza di molte informazioni su diverse uccisioni di massa e voleva visitare i siti sospetti". Per questo avrebbe pianificato di eliminarlo.
La nuova ipotesi investigativa - Rusimbi, dunque, per fermare il lavoro di Attanasio avrebbe inviato il luogotenente Didier nei pressi di Goma, "con altri quattro soldati addestrati come killer". Eseguito l'omicidio, gli assassini, sempre secondo i missionari comboniani, da decenni radicati nella Repubblica del Congo - avrebbero fatto ritorno a Rubavu, in Ruanda.
Attanasio voleva, dunque, verificare la reale destinazione di fondi e aiuti per le missioni umanitarie e sapere di più sulle uccisioni di massa della zona: un attivismo che andava oltre il suo ruolo di diplomatico e che aveva insospettito le autorità ruandesi. Il presunto mandante dell'agguato mortale sarebbe proprio Paul Kagame, da oltre 25 anni presidente del Ruanda, che controlla la regione dei grandi laghi.
Ci si continua, allora, a chiedere come mai la spedizione del Pam, il Programma alimentare, su cui viaggiavano Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, non avesse una scorta adeguata. La zona, infatti, è teatro di frequenti scontri e massacri per le incursioni del vicino Ruanda che punta alle ricchezze minerarie del Congo.
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aliasmarco · 5 years ago
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Elikya, la speranza del Vangelo senza confini
Ovvero il commento al Vangelo del Giorno 14 aprile 2020
L’altro giorno mi è stato chiesto di pensare a Elikya, il commento al Vangelo del giorno di Nigrizia, la rivista dei Comboniani. Ecco quindi il mio contributo relativo al Vangelo di Giovanni 20,11-18 :
In quel tempo, Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro"».
Maria di Màgdala andò subito ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Commento
E’ interessante notare come tutti i Vangeli sono caratterizzati da una cosa nell'annuncio della resurrezione: una grande Gioia. Giovanni però a differenza degli altri evangelisti ci propone una gioia personale.
 Personale perché caratterizzata da una chiamata per nome. Maria riconosce Gesù nella chiamata e Gesù arriva da lei perché riconosce in Maria una grande delusione una grande sofferenza. Ecco quindi la commozione e la chiamata per nome.
Ecco questa chiamata personale che ci coinvolge tutti, soprattutto nella grande solitudine che molti di noi stanno sperimentando in questi giorni che ci chiama a vivere questa Gioia della resurrezione della Pasqua in un modo diverso in un modo diverso, un modo nuovo. Ma ci aiuta renderci conto che questa gioia segue una sofferenza. 
In questi giorni la cronaca ci sta raccontando e ci sta dando un sacco di notizie di sofferenza e un po' in sordina è stata data anche la notizia che come conseguenza alla emergenza sanitaria e vi è l’impossibilità a garantire dei “place of safety” previsti dalla convenzione di Amburgo. Riassumo in 2 parole, “porti chiusi”.
Ora queste notizie forse stoneranno un pochettino con la gioia che andiamo ad annunciare di questi giorni,  ma come cristiani non possiamo non metterci a nudo e metterci contro questa scelta, non possiamo di fronte a crisi umanitarie e guerre, che in questi giorni di Pasqua sono continuata con bombardamenti e assedi, non possiamo fare finta di nulla e quindi dobbiamo alzare la voce in favore di questi fratelli e sorelle.
“Dobbiamo vedere in loro il Cristo crocifisso che cerca la resurrezione.” Ecco con queste parole del messaggio della commissione giustizia pace dei missionari comboniani vi chiedo di essere davvero parte di questo di questo progetto di rimboccarci tutte le maniche perché sia davvero una festa e quindi chiedo davvero a tutti cittadini e cittadine di buona volontà di farsi solidali ed appoggiare questo appello, fare sì che se ne parli e appoggiare quei parlamentari che hanno già proposto una mozione chiedendo l'immediato intervento dello stato per salvare altri migranti in pericolo di vita.
Solo così tutti insieme, potremo davvero vivere un Pasqua di liberazione e di festa, che ci porta a conoscere la gioia con gli altri.
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jamariyanews · 6 years ago
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Invito al Convegno internazionale per il 70° della NATO
By Comité No Guerra no Nato
Global Research, February 12, 2019
 Consapevoli della crescente pericolosità della situazione mondiale, della drammaticità dei conflitti in atto, della accelerazione della crisi, riteniamo che sia necessario far comprendere all’opinione pubblica e ai parlamenti il rischio esistente di una grande guerra. Essa non sarebbe in alcun modo simile alle guerre mondiali che l’hanno preceduta e, con l’uso delle armi nucleari e altre armi di distruzione di massa, metterebbe a repentaglio l’esistenza stessa dell’Umanità e del Pianeta Terra, la Casa Comune in cui viviamo. Il pericolo non è mai stato così grande e così vicino. Non si può rischiare, bisogna moltiplicare gli sforzi per uscire dal sistema di guerra.
Discutiamone al
Convegno internazionale
I 70 ANNI DELLA NATO:
QUALE BILANCIO STORICO?
USCIRE DAL SISTEMA DI GUERRA, ORA.
Firenze, Domenica 7 Aprile 2019
CINEMA TEATRO ODEON
Piazza Strozzi
ORE  10:15 – 18:00
Tra i relatori: Michel Chossudovsky, direttore del Centre for Research on Globalization (Global Research, Canada). Gino Strada, fondatore di Emergency. Alex Zanotelli, missionario comboniano. Franco Cardini, storico. Generale Fabio Mini. Tommaso Di Francesco, condirettore de il manifesto. Giulietto Chiesa, direttore di Pandora TV. Manlio Dinucci, giornalista. PROIEZIONE DI DOCUMENTAZIONI VIDEO E VIDEOMESSAGGI MICROFONO APERTO AL PUBBLICO PER LE CONCLUSIONI Promotori: ASSOCIAZIONE PER UN MONDO SENZA GUERRE Comitato No Guerra No Nato/Global Research in collaborazione con Pax Christi Italia, Commissione Giustizia e Pace dei Missionari Comboniani, Rivista/Sito Marx21, Sezione Italiana della WILPF (Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà), Tavolo per la Pace della Val di Cecina e altre associazioni la cui adesione è in corso. PER PARTECIPARE AL CONVEGNO (AD INGRESSO LIBERO) OCCORRE PRENOTARSI COMUNICANDO VIA EMAIL O TELEFONO IL PROPRIO NOME E LUOGO DI RESIDENZA A: Giuseppe Padovano Coordinatore Nazionale CNGNN Email [email protected] Cell. 393 998 3462 Originale con video: https://www.globalresearch.ca/invito-al-convegno-internazionale-per-il-70-della-nato/5668407  
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iesuchristi-blog · 6 years ago
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Daniele Comboni (Limone sul Garda, 15 marzo 1831 – Khartum, 10 ottobre 1881) è stato un missionario e vescovo cattolico italiano, fondatore degli istituti dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù e delle Pie Madri della Nigrizia. Comboni esemplificò la peculiarità del suo piano missionario con il motto: « Salvare l'Africa con l'Africa ». Fu canonizzato da Giovanni Paolo II il 5 ottobre 2003. PREGHIERA O Dio, che vuoi la salvezza di tutti, risveglia in ogni cristiano un forte slancio missionario, affinché Cristo sia annunciato a coloro che non l'hanno ancora conosciuto. Suscita molte vocazioni e sostieni con la tua grazia i missionari nell'opera di evangelizzazione. Concedi ad ognuno di noi, per l'intercessione del beato Daniele Comboni, di sentire la responsabilità verso le missioni e soprattutto di comprendere che il nostro primo impegno per la diffusione della fede è quello di vivere una vita profondamente cristiana. Per Cristo nostro Signore. Amen. PREGHIERA O Padre, San Daniele Comboni ha vissuto una mirabile e sconfinata fiducia in Te: dona anche a noi per sua intercessione una fede semplice e grande, che si abbandona fiduciosamente ogni giorno alla tua volontà. O Padre, lo spirito di sacrificio e l'amore eroico alla Croce ardevano nel cuore di San Daniele Comboni: dona anche a noi un cuore generoso come il suo, che sa donarsi nel sacrificio senza stancarsi. O Padre, San Daniele Comboni aveva un amore immenso per le anime dei più poveri e abbandonati: fa che non abbiamo pace, come lui, se qualche fratello ancora non ti ha conosciuto; fa di noi missionari del Vangelo perchè tanti ti possano incontrare. O Padre, San Daniele Comboni ha trascorso tutta la sua vita per la diffusione del Tuo regno fra i popoli dell’Africa, ha amato intensamente l’Africa e gli Africani: per sua intercessione dona il pane del Vangelo ai popoli africani e sostieni i missionari in quelle terre. San Daniele Comboni, prega per noi! https://www.instagram.com/p/Bov-kMZidwD/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1vnd55ly7wqt9
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gregor-samsung · 9 months ago
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" Il 1° marzo 1896 un corpo di spedizione di diecimila soldati guidati dal generale Baratieri attaccò ad Adua un esercito di centoventimila etiopi guidati da Menelik. L’Italia subì una pesantissima sconfitta, lasciando sul terreno quasi cinquemila morti. Questa vittoria permise all'Etiopia di rimanere indipendente e insegnò ai popoli africani che gli invasori potevano essere sconfitti. L’Italia cercò allora di mettere le mani sulla Libia, con un corpo di spedizione italiano che sbarcò a Tripoli il 5 ottobre 1911. Ma l’invasione della Tripolitania e della Cirenaica da parte di un corpo militare di oltre centomila soldati italiani fece scattare la rivolta araba. Ne seguì una feroce repressione da parte italiana: migliaia di libici furono impiccati, fucilati, deportati. La resistenza, però, non si piegò e durò oltre vent’anni, nonostante la brutalità della repressione, soprattutto sotto la dittatura di Mussolini. Nel 1930, per ordine del Duce, per isolare i partigiani, vennero deportati dalla Cirenaica e rinchiusi in quindici campi di concentramento almeno centomila libici, in gran parte poi fucilati o impiccati. Fu impiegata anche l’aeronautica, su ordine di Mussolini, per sterminare le popolazioni ribelli, utilizzando le armi chimiche (gas asfissianti e bombe all'iprite). Nel 1931 il leader della ribellione, Omar al-Mukhtar (il “Leone del deserto”), fu individuato e catturato e, dopo un processo sommario, impiccato davanti a ventimila libici. È stata una delle più feroci repressioni coloniali, che costò la vita a oltre centomila persone. Fu allora che Mussolini, dopo aver sottomesso la Libia, decise nel 1934 di conquistare l’Etiopia. Si trattò della più grande spedizione coloniale con cinquecentomila uomini, trecentocinquanta aerei e duecentocinquanta carri armati. Più che una guerra di conquista coloniale, fu una guerra di distruzione del popolo etiope. "
Alex Zanotelli, Lettera alla tribù bianca, Feltrinelli (collana Serie Bianca); prima edizione marzo 2022. [Libro elettronico]
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Balafon Film Festival: al via la 33esima edizione al Cinema Esedra
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Balafon Film Festival: al via la 33esima edizione al Cinema Esedra. Bari. Al via domani, mercoledì 15 novembre, al Cinema Esedra, la 33° edizione del Balafon Film Festival. Organizzato dalla Comunità di Corte Altini in collaborazione con Centro Interculturale Abusuan Bari, Missionari Comboniani Bari, Parrocchia San Giuseppe Bari, Arcidiocesi di Bari-Bitonto, Murattiano Bari, CGIL Bari, Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Fondazione Migrantes, GEP Gruppo Educhiamoci alla Pace ODV e il festival del Cinema Africano di Verona, con il patrocinio e il sostegno della Regione Puglia e del Comune di Bari - assessorati alle Culture e alle Politiche educative e giovanili, il festival propone un fitto programma di film dai paesi del Sud del mondo affinché la conoscenza possa rappresentare il primo passo per la promozione della convivenza pacifica tra i popoli. Lungi dall’essere una semplice sequenza di proiezioni, la proposta cinematografica che caratterizza Balafon Film Festival fin dalla sua prima edizione nel 1990 intende varcare gli orizzonti geografici e culturali del suo pubblico per favorire la diffusione di una cultura di pace tra popoli diversi. Balafon Film Festival, che è parte integrante del network dei più importanti festival dedicati alla cinematografia africana in Italia – tra i quali il Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina di Milano e il Festival del Cinema Africano di Verona – come di consueto prevede proiezioni pomeridiane e serali di lungometraggi e cortometraggi scelti tra le pellicole africane di recente realizzazione: 8 i film in concorso per questa 33° edizione, tra cui 4 cortometraggi e 4 lungometraggi. A queste proposte si affiancano poi 4 proiezioni fuori concorso. Opere d’arte della filmografia africana che raccontano storie di uomini e di donne, nei loro dettagli più intimi o spettacolari, indagando tra le pieghe della loro quotidianità e di un contesto sociale tanto familiare quanto ostile, culla di antiche e insanabili difficoltà ma anche di intimi desideri. Tra i registi di maggior rilievo Nganji Mutiri, artista pluripremiato nato a Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo, e la giornalista, documentarista e produttrice franco-tunisina Erige Sehiri. “A partire dall’ormai lontano 1990, Balafon apre una finestra sulle arti e le culture della diaspora nera a Bari - spiega Koblan Amissah, promotore del festival - per consentire una conoscenza che si faccia ponte tra i popoli. Lo facciamo a partire da un linguaggio immediato e universale, come quello delle immagini, consapevoli che l’audiovisivo e il linguaggio cinematografico siano in grado di fare breccia nella coscienza più profonda del pubblico. Un pubblico, il nostro, che è costituito dai tantissimi affezionati e seguaci del festival da anni, ma anche e soprattutto da tutte le giovani e giovanissime generazioni grazie a una selezione appositamente pensata per le scuole che permette agli studenti di viaggiare nello spazio e nel tempo, tra le pieghe di una cultura lontana ma quanto mai vicina nell’umanità”. “Da trentatré anni il Balafon unisce le culture del mondo grazie alla forza del cinema - commenta Ines Pierucci, assessora comunale alle Culture -. Le parole, le lingue e le tradizioni delle culture africane arricchiscono un paradigma del linguaggio universale fatto di diritti, di corpi, di futuro. Noi stessi siamo Sud del mondo, con la consapevolezza di quanta ricchezza possa provenire dai Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo, con i quali costruire assieme una cultura di pace. Sono convinta che il pianeta sia una grande foresta, e tutte e tutti noi siamo piante le cui diverse origini fanno parte della stessa natura, quella umana”. BALAFON FILM FESTIVAL 2023 Film Fuori Concorso · Toute la nuit di Fayçal Hammoum (Algeria, 2021) · Lusala di Mugambi Nthiga (Kenia, 2019) Cortometraggi in concorso · The town di Lindiwe Makgalemele (Sudafrica, 2021) · Twin lakes haven di Philbert Aimé Mbabazi Sharangabo (Rwanda, 2022) · Young man rumble di Karima Elba (Belgio, 2022) · Zaffa di Ahmed Samir (Egitto, 2022) Lungometraggi in concorso · Borga di York - Fabian Raabe (Ghana/Germania, 2021) 7’ · Juwaa di Nganji Mutiri (Belgio, 2021) · The last shelter di Ousmane Zoromé Samassékou (Francia/Mali/Sud Africa, 2021) · Under the fig trees di Erige Sehiri (Tunisia/Francia/Svizzera/Germania/Qatar, 2022) Sezione scuola · Aloe vera di Peter Sedufia (Ghana, 2020) · Non conosci Papicha di Mounia Meddour (Francia/Belgio/Algeria/ Qatar, 2019) PROGRAMMA DI SALA Mercoledì 15 novembre · ore 18.30 Selezione fuori concorso Lusala di Mugambi Nthiga (Kenia, 2019) · ore 20.00 Selezione fuori concorso Toute la nuit di Fayçal Hammoum (Algeria, 2021) · ore 20.30 Selezione in concorso The town di Lindiwe Makgalemele (Sudafrica, 2021) · ore 21.00 Selezione in concorso Borga di York-Fabian Raabe (Ghana/Germania, 2021) Giovedì 16 novembre · ore 18.00 Selezione in concorso · Borga di York-Fabian Raabe (Ghana/Germania, 2021) · ore 20.00 Selezione in concorso The town di Lindiwe Makgalemele (Sudafrica, 2021) · ore 20.30 Selezione in concorso Zaffa di Ahmed Samir (Egitto, 2022) · ore 21.00 Selezione in concorso The last shelter di Ousmane Zoromé Samassékou (Francia/Mali/Sud Africa, 2021) Venerdì 17 novembre · ore 17:00 Selezione fuori concorso Aloe vera di Peter Sedufia (Ghana, 2020) · ore 19.00 Selezione in concorso The last shelter di Ousmane Zoromé Samassékou (Francia/Mali/Sud Africa, 2021) · ore 20:30 Selezione in concorso Zaffa di Ahmed Samir (Egitto, 2022) · ore 20.45 Selezione in concorso Young man rumble di Karima Elba (Belgio, 2022) · ore 21.15 Selezione in concorso Juwaa di Nganji Mutiri (Belgio, 2021) Sabato 18 novembre · ore 17.00 Selezione fuori concorso Non conosci Papicha di Mounia Meddour (Francia/Belgio/Algeria/ Qatar, 2019) · ore 19.00 Selezione in concorso Juwaa di Nganji Mutiri (Belgio, 2021) · ore 20:30 Selezione in concorso Young man rumble di Karima Elba (Belgio, 2022) · ore 21.00 Selezione in concorso Twin lakes haven di Philbert Aimé Mbabazi Sharangabo (Rwanda, 2022) · ore 21.30 Selezione in concorso Under the fig trees di Erige Sehiri (Tunisia/Francia/Svizzera/Germania/Qatar, 2022).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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corallorosso · 6 years ago
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ROSARIO ELETTORALE di Missionari Comboniani in Italia Noi Missionari Comboniani in Italia siamo schierati. Portiamo nel cuore il Vangelo che si fa strada con le Afriche della storia. Che non scende a compromessi e strategie di marketing. Né elettorali né di svendita becera dei piccoli in nome del denaro. Ci indigna profondamente l’utilizzo strumentale del rosario, baciato sabato scorso in piazza Duomo a Milano dal ministro dell’Interno, chiedendo voti alla Madonna. Rosario che è segno della tenerezza di Dio, macchiato dal sangue dei migranti che ancora muoiono nel Mediterraneo: 60 la settimana scorsa, nel silenzio dell’indifferenza dei caini del mondo. Ci rivolta dentro il richiamo ai papi del passato per farne strumento della strategia fascista dell’esclusione degli ultimi. Di chi bussa alle nostre porte chiedendo di aprire i porti. Come la nave Sea Watch di queste ore. Nave che accoglie chi scappa da mondi inquinati dai gas serra della nostra sete di materie prime per mantenere uno stile di vita sempre più insostenibile. Che pesa sulle spalle degli impoveriti. Ci ripugna il richiamo alla vittoria elettorale in nome della madre di Gesù di Nazareth che cammina con gli “scarti” del mondo per innalzare gli umili. Sempre dalla parte dei perdenti della globalizzazione dei profitti. La carne di Cristo sulla terra. “Ero forestiero e mi avete accolto” (Mt 25,35). Ci aggredisce l’arroganza d’invitare la gente a reagire durante le celebrazioni in chiesa di fronte ai preti che predicano “porti aperti”. Dettando legge in nome dei vescovi. Ci dà coraggio e ci fa resistere, contro questa onda di disprezzo e disumanità, condividere il sogno di Dio: ridestare la speranza tra la gente che un mondo radicalmente altro, interculturale, aperto, inclusivo e solidale è urgente e dipende da ognuno di noi. Da chi non tace e, con la determinazione della nonviolenza del Vangelo, grida con la sua vita che non ci sta con il razzismo dilagante di chi vuole stravolgere l’immagine vera del Dio della vita. I Missionari Comboniani ci sono. Alzano la voce. Scendono in strada, non fanno calcoli e stanno da una parte precisa. Quella degli oppressi da un’economia che uccide. Prima e sempre. I Missionari Comboniani d’Italia
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tradizioni-barcellona · 3 years ago
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DOMENICA 10 OTTOBRE 2021 - SAN DANIELE COMBONI Daniele Comboni (Limone sul Garda, 15 marzo 1831 – Khartum, 10 ottobre 1881) è stato un missionario e vescovo cattolico italiano, fondatore degli istituti dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù e delle Pie Madri della Nigrizia. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, fu canonizzato da Giovanni Paolo II il 5 ottobre 2003 e viene commemorato il 10 ottobre. Era figlio di Domenica Pace, i cui avi erano originari di Cadria, e Luigi, umili braccianti impiegati nella tenuta di un lontano parente presso Limone sul Garda. Luigi apparteneva all'antica famiglia dei Comboni, capostipite della quale fu il notaio Combono Comboni da Muslone. Daniele Comboni era l'unico sopravvissuto di otto fratelli, ed il 20 febbraio 1843 si trasferì a Verona in un istituto per ragazzi con poche possibilità finanziarie, fondato dal sacerdote Nicola Mazza. Fu Mazza a infondere in Comboni l'amore per l'Africa e per le missioni. Durante la sua adolescenza decise di diventare sacerdote e nel 1849 giurò a Mazza di dedicare tutta la sua vita all'Africa sub-sahariana. Cinque anni dopo completò gli studi di filosofia e teologia e venne ordinato sacerdote il 31 dicembre 1854 dal vescovo di Trento, il beato Giovanni Nepomuceno de Tschiderer. L'8 settembre 1857 partì per il suo primo viaggio nell'Africa centrale, corrispondente all'odierno Sudan, con altri quattro sacerdoti mazziani (Giovanni Beltrame, Alessandro Dal Bosco, Francesco Oliboni, Angelo Melotto) ed il fabbro friulano Isidoro Zilli. Comboni, ventiseienne, era il più giovane del gruppo. Dopo quattro mesi raggiunsero Khartoum, dove Dal Bosco restò come procuratore. Il 14 febbraio 1858 gli altri cinque arrivarono alla stazione missionaria di Santa Croce, dove rimasero poco meno di un anno. Rientrato in Italia nel 1859 a causa delle insistenti febbri malariche, continuò la sua opera a favore dell'Africa e coniò il suo motto O Nigrizia o morte. Nel 1864 a Roma, concepì il "Piano per la rigenerazione dell'Africa" che, proseguendo il progetto mazziano di «salvare l'Africa con l'Africa», si arricchiva di nuove intuizioni e progetti maturati dalla sua esperienza diretta a contatto con la realtà (presso Africa) https://www.instagram.com/p/CU2T1RJos3u/?utm_medium=tumblr
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arcipalermo · 8 years ago
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C.S. Società civile Palermitana su Telegramma inviato alle Questure per il rimpatrio di cittadini/e nigeriani con richiesta di diffusione Mentre gli occhi del mondo e le piazze virtuali guardano, discutono e si sollevano su quanto sta accadendo negli Stati Uniti, in Italia – prima di tutto questo – è iniziata una caccia ai migranti "irregolari". In questi giorni, con un telegramma, a firma del Direttore della Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere e inviato il 26 gennaio alle Questure di tutta Italia, si apre la caccia all'uomo per individuare 95 uomini e donne definiti “sedicenti cittadini nigeriani rintracciati in posizione irregolare sul territorio nazionale” da espellere e rimpatriare. E per raggiungere il numero in fretta si invitano le Questure “ad effettuare mirati servizi finalizzati al rintraccio di cittadini nigeriani in posizione illegale sul territorio nazionale”. Sulla base del citato telegramma, intitolato “attività di contrasto dell’immigrazione clandestina”, dal 26 gennaio al 18 febbraio, nei CIE di Roma, Torino, Brindisi e Caltanissetta saranno riservati 95 posti, 50 per donne e 45 per uomini, con precedenza assoluta fino al raggiungimento del numero, “anche mediante eventuali dimissioni anticipate”, di altri irregolari che sono già trattenuti in quei centri. Le persone così identificate (meglio rastrellate!?) saranno, sulla base degli accordi con il governo nigeriano, messe su un volo charter con destinazione Lagos con un biglietto di sola andata! Dove sono i diritti, le tutele, le leggi? Tutto questo è in assoluta contrapposizione con il diritto nazionale e internazionale: l’azione di espulsione collettiva e per di più su base della nazionalità è vietata dalla legge e l’Italia per questo è stata già condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e altre condanne sono state inflitte per trattenimenti illegittimi nei CIE e per l’assenza di tutela legale. È questo un atto inaccettabile e discriminatorio, che lede i diritti umani e non tiene in alcuna considerazione il principio secondo il quale la presenza irregolare di chiunque va valutata caso per caso e, in particolare, nel caso delle donne nigeriane ci si dimentica che moltissime e giovanissime donne nigeriane possono essere o sono vittime di tratta! Come società civile attiva contro la tratta e per l’accoglienza non discriminatoria, non possiamo non denunciare l’illegittimità di queste misure, non sono queste le misure che vogliamo si prendano per contrastare il traffico di esseri umani e la tratta. TUTELA DEI DIRITTI DI CHIUNQUE PRIMA DI TUTTO. Coordinamento Antitratta Favour e Loveth Palermo Forum antirazzista Palermo Palermo senza Frontiere Osservatorio contro le Discriminazioni Razziali Noureddine Adnane CISS/Cooperazione Internazionale Sud Sud Onlus Arci Palermo Associazione Comunicazione e Cultura Paoline Onlus – Palermo Borderline Sicilia Centro Salesiano "Santa Chiara" Comitato antirazzista migranti Cobas Emmaus Palermo Laici missionari comboniani Palermo Suore missionarie comboniane - Palermo Per contatti: Segreteria Coordinamento Antitratta “Favour e Loveth” Palermo tel.: 091/6262694 - mail: [email protected] http://ift.tt/2jKS1d4
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infoturismiamoci · 12 years ago
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Festa dei popoli!
Anche quest'anno è in arrivo la "Festa dei Popoli" e noi non mancheremo assolutamente a questa grande festa Festa dei popoli, Bari 28-29 maggio 2011 „multietnica all'insegna del dialogo tra culture, della legalità e della condivisione, giunta ormai alla settima edizione!!! Musica, colori, profumi e tanta allegria rendono questo appuntamento davvero imperdibile :) Organizzata dai missionari comboniani e da diverse associazioni no-profit, la Festa dei popoli si svolgerà il 23 e 24 giugno nel Piazzale Cristoforo Colombo (Lungomare Imp.re Augusto).  Spero anche questa volta di imbattermi negli amici mauriziani e nei loro buonissimi spaghettini *_* vi faro sapere (e vi consiglio vivamente di assaggiarli)!!! Per info: Missionari Comboniani 080.5010499 - Abusuan 080.5283361 Che altro aggiungere??? Buona festa dei popoli :D  http://dlvr.it/1l4ZtJ
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gregor-samsung · 10 months ago
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" Il 14 gennaio 1990 lasciai il Centro giovanile, dove vivevo e, zaino in spalla, mi incamminai per Korogocho. Fu la mia “discesa agli inferi”! Era la domenica del Battesimo di Gesù e celebrai con i pochi cristiani l’Eucaristia. Spiegai loro con il mio povero kiswahili (lingua ufficiale in Kenya) che avevo scelto proprio quel giorno perché avevo bisogno di essere battezzato da loro. Mi sentivo un piccolo-borghese che aveva necessità del battesimo degli impoveriti. Scelsi di vivere come tutti loro: in una baracca, mangiare quello che loro mangiavano, andare a comprarmi l’acqua con una tanica, vivere la loro realtà quotidiana, spesso violenta e drammatica. Persi subito i venti chili in più che noi occidentali accumuliamo. Soprattutto, gli orrori umani che incontravo mi facevano impazzire. Quante volte fui preso da un profondo sconforto, dal desiderio di sbattere la testa contro i muri della baracca! In quell'immensa distesa di lamiere che è Korogocho si palesava tutta l’assurdità del nostro mondo. Dai buchi della mia baracca potevo vedere i grattacieli di Nairobi, mentre a soli quattro chilometri da Korogocho c’è Muthaiga, la zona residenziale più bella e lussuosa della metropoli, con ville da sogno. Nairobi è una città nella quale, in pochi chilometri, si passa dal paradiso all'inferno. O meglio agli inferi: ce ne sono tanti in quell'area! Il più terribile, forse, sorge a fianco della baraccopoli: l’enorme e spaventosa discarica di Dandora, dove arrivano i rifiuti dei ricchi della capitale, per l’esattezza i rifiuti dei rifiuti; vi lavorano migliaia di persone chiamate “scavengers” (i raccoglitori di rifiuti).
Un giorno, mentre camminavo fra le baracche, fui bloccato da un uomo della discarica, un “gigante” che mi guardò dall'alto in basso: «Muthungu» (bianco), mi disse, «sei il primo bianco che ha avuto il coraggio di vivere qui. Ma chi siamo noi che non ti degni neanche di venire a trovarci?». «È da poco che sono arrivato qui,» gli risposi, «ma hai ragione! Domani, sarò da voi!» Quella sera una delegazione di cristiani venne a trovarmi. Erano visibilmente preoccupati: «Padre, abbiamo saputo che domani vuoi andare in discarica. Non puoi andarci, quelli sono criminali. Ti ammazzano». Restai qualche istante in silenzio, riflettendo su quelle parole: «Io non sono venuto a Korogocho per i santi,» risposi, «ma per i criminali». L’indomani presi lo zaino e mi incamminai. Arrivato in cima alla collina, fui accolto da uno stormo di avvoltoi, davanti a me si spalancò uno spettacolo infernale: un’immensa spianata con montagne di immondizie, ovunque fuochi, centinaia di scavengers: uomini e donne di ogni età, anziani e bambini… Fui preso dal terrore, il primo istinto fu quello di scappare. Per fortuna vidi quel gigante che mi aveva sfidato ad andare in discarica, Jeremias. Gli corsi incontro, quasi per cercare protezione. Quando mi vide, mi guardò con un sorriso ironico: «Muthungu, non pensavo che voi bianchi manteneste le vostre promesse!». "
Alex Zanotelli, Lettera alla tribù bianca, Feltrinelli (collana Serie Bianca); prima edizione marzo 2022. [Libro elettronico]
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