#metafora di vita
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Avere un cuore grande non basta. E' un pò come qundo giochi una bella partita e non porti a casa il risultato.
#pensieri#frasi#sentimenti#stati d'animo#sensazioni#frasi vere#frase#frase mia#frasi brevi#compagnia#metafora di vita#similitudine
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stavo cercando la power bank in borsa e ho trovato un limone.
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Il forno rotto
Anche frammenti di cuore è cresciuta, quindi le riflessioni filosofiche che vi toccano adesso sono legate al mondo degli adulti (siate clementi, ci sto lavorando per accettare questa cosa).
Il forno di casa mia è rotto, da sempre. Immaginate la sorpresa di ritrovarsi con la prima pasta al forno della propria vita completamente carbonizzata ✌🏻 raga, la gioia proprio. Ormai è più di un anno e mezzo che convivo con questo forno e adesso sono in grado di gestirlo. Ci è voluto tempo, errori, pranzi e cene rovinate, per riuscire finalmente a capire come comportarmi con il mio caro amico. Ecco, nella vita capita a tutti di essere il forno di casa mia ogni tanto (wow raga le scelte intelligenti eh). Io in primis mi sento spesso come quel forno. Diverso da tutti gli altri, inutile delle volte, non capito e con nessuno intorno che sia in grado di farlo funzionare correttamente.
Il problema va sistemato, su questo non ci piove, ma nel frattempo è bello sentirsi capiti da qualcuno, vedere che qualcuno ci prova lo stesso a farti sentire meglio. Non verrà fuori una pasta al forno perfetta, sarà un po' cruda o un po' troppo cotta delle volte...ma sarà mangiabile.
Solo perché qualcuno non si comporta come voi pensate debba fare, non significa che non ci stia provando con tutto se stesso a dare il meglio di sé. Spesso sappiamo di essere rotti da qualche parte dentro di noi, ma non abbiamo la forza di aggiustarlo quel pezzo, non in quel momento almeno.
E sai che si prova quando vedi che per gli altri hai senso solo quando funzioni alla perfezione? Ci si sente un errore, sbagliati, sbagliatissimi. Il non sentirsi amati per come si è...ti lacera dentro e io mi sento così con la maggior parte delle persone che mi circondano.
Ti merita che mangerebbe una torta un po' bruciata insieme a te, perché sa che quello è il tuo massimo in quel momento, chi ti dà il tempo per imparare a stare meglio, chi si prende del tempo per aiutarti a farlo.
Non sono perfetta, non lo sarò mai e non voglio esserlo. La mia casa rappresenta perfettamente quello che sono, il mio forno lo rappresenta, il mio disordine pure. Chi ti ama ha bisogno solo di quello che sei, non che tutto funzioni sempre alla perfezione, perché la perfezione perenne è pura finzione.
Un giorno quel forno sarà aggiustato e un giorno anche io lo sarò. Ma sai di chi mi ricorderò quando tutto andrà bene? Di chi si faceva una risata con me anche quando tutto andava male.
Sai chi vorrò accanto quando la mia pasta al forno sarà la migliore del mondo? Chi ha pensato che lo fosse anche quella un po' bruciata.
zoe.
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Quando L’Amore arriva a sfidare
le leggi gravitazionali,
unendo due Entità distinte
per farne divenire una soltanto,
perché non c’è niente che possa contrastare
quello che provano l’una per l’altro
Il Loro Sentimento è d’Esempio,
vale sempre la pena combattere
quando si ama,
anche se questo significa stare lontani
e separati
quasi sempre,
perché ciò ho che li lega è più forte
di ciò che li divide
Ogni Eclissi rappresenta una Vittoria
che si rinnova ad ogni Loro Magico incontro
quando finalmente possono amarsi
senza limiti,
lasciando tutti col fiato sospeso
soprattutto quelli che come Me
sognano L’Amore Eterno.
@elenascrive
📸 web
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La metafora della vita: un viaggio tra sensazioni, esperienze e riflessioni
Come una metafora ci aiuta a comprendere il senso profondo dell’esistenza attraverso emozioni e connessioni.
Come una metafora ci aiuta a comprendere il senso profondo dell’esistenza attraverso emozioni e connessioni. Una metafora della vita.La vita è come un fiume che scorre, talvolta placido e calmo, altre volte impetuoso e imprevedibile. Ogni curva rappresenta una scelta, ogni tratto calmo una pausa per riflettere, ogni rapida un momento di sfida. Vivere significa navigare, adattarsi al flusso,…
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LA SCATOLA DEL DOLORE
Non basta essere appassionati di qualcosa per diventare automaticamente dei professionisti specializzati, altrimenti il mondo sarebbe pieno di ginecologi e androloghe e infatti per ciò che riguarda il dolore e la sofferenza io non mi ritengo né esperto né professionista, però dopo tanti anni passati a calpestare questa bella terra in balia di mie e altrui fortune altalenanti, posso perlomeno affermare che in genere, se ne parlo, è perché so di cosa parlo.
Esistono differenti tipi di dolore e altrettante differenze scatenanti ma da che ho memoria ho sempre visto entrare nella mia vecchia casa a Viareggio persone con le lacrime agli occhi e poi uscirne, se non proprio sorridenti, perlomeno più serene.
Il fatto è che nella quasi totalità dei casi si trattava di madri e di padri che avevano perso i propri figli e le proprie figlie, genitori desiderosi di chiedere ai propri cari se Oltre ci fosse ancora sofferenza o invece la pace e la serenità che si auguravano.
Mio papà e mia mamma sono stati per la quasi totalità delle proprie vite Mulder e Scully de'noantri, però al contrario: mia mamma vedeva gli spiriti e ci parlava e mio papà scacciava infastidito i negromanti che conficcavano spille nelle loro bamboline per vendicarsi che gli rubavano il lavoro e pure gratis.
Nessun giovane spirito, però, ha mai parlato ai propri genitori - più grande è il dolore meno possibilità ci sono di attingere alle emanazioni della Cosa Una - invece queste madri e questi padri disperati hanno ritrovato una quiete interiore parlando non di chi è andato oltre ma di chi è rimasto.
Io sono forte con i dolori che conosco e assolutamente impreparato e fragile anche solo a pensare al dolore che non è ma che potrebbe essere. Anzi, che per forza di cose sarà.
Che cos'è, allora, la scatola del dolore?
Si tratta di una serie di espressioni emotive che ho incontrato in questi ultimi anni e che ho voluto fissare in una metafora visiva.
Noi siamo scatole, contenitori viventi delle più variegate emozioni che si agitano ad ogni nostro agire, sbattendo contro il nostro cuore e risuonandoci dentro.
Quando subiamo il lutto di una persona a noi cara, diventiamo contenitori di un'unica emozione, enorme, ingombrante e onnipresente: il dolore.
Immaginate il dolore come una palla rossa che a ogni nostro movimento sbatte contro il cuore e ci rimbomba dentro di sofferenza e disperazione. Apriamo gli occhi al mattino e ZAC! una coltellata al cuore, saliamo in macchina e ZAC!, apriamo la porta di casa ZAC! e così in ogni aspetto della nostra vita.
Poi un giorno succede qualcosa di strano... apri gli occhi al mattino e la coltellata non arriva: la palla rossa del dolore non ha colpito il cuore ma... c'è ancora! Rimbalza ovunque ma non tutti i movimenti la fanno sbattere là dove fa più male.
Ma... la palla del dolore si è forse rimpicciolita?
Non sembra sia più piccola, solo che colpisce meno frequentemente il cuore e col passare del tempo la sua capacità di ferire sembra diventare sempre più rara.
No, non è più piccola... è diventata più grande la scatola.
La persona è cresciuta intorno a quel dolore, lo ha accettato, compreso e lo ha reso più piccolo del posto in cui all'inizio esso sembrava spingere e spadroneggiare.
Non lo ha dimenticato, non lo ha seppellito, non è fuggita ma vi è cresciuta faticosamente intorno, fino a che il suo flebile manifestarsi non si è presentato come una piccola fitta di nostalgia velata di sorriso stanco.
Questo è il dolore, quando troviamo la forza di abbracciarlo e comprenderne le oscure motivazioni, perché oltre la cortina di pioggia del rimpianto e del desiderio di non sentire più, la via prosegue senza fine e i nostri sogni appartengono già al domani.
P.S.
Se il vostro dolore sembra essere troppo grande e la vostra scatola troppo piccola, cercatemi su telegram come kon_igi... magari non parleremo con gli spiriti ma vi posso assicurare che se avrete bisogno, cercherò di arrivare alla prima luce del quinto giorno. Quindi all'alba guardate ad Est! ❤️
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(image by: beautiful-contrast.tumblr.com)
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La metafora per comprendere la moneta digitale, l'identità digitale e in generale ogni digitalizzazione della vita è l'ascensore.
È comodo, toglie la fatica, confortevole ma accettereste di vivere in una casa alla quale tolgono le scale e lasciano solo l'ascensore?
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"Vedete questo dipinto? Ha emozionato milioni di persone ma pochi conoscono la storia straordinaria che c’è dietro! Sicuramente avrete già sentito parlare del
«Viandante sul mare di nebbia» di Caspar Friedrich. (1818)
Guardatelo con attenzione. C’è un uomo che fissa con straordinaria intensità l’orizzonte. Nel dipinto non potete vedere il volto dell’uomo, ma tutto nella sua postura, nella curva delle sue spalle ti trasmette una sensazione intensissima. Sembra quasi trattenere il respiro. E voi potete quasi sentire il brivido che lo assale. Che cosa sta guardando? Il cielo sospeso sull’orlo di un precipizio.
Ma perché lo fissa con tanta intensità? E no, non è soltanto un sentimento di meraviglia davanti l’immensità della natura, come credono in molti. Ma per capirlo, dovete conoscere la storia che c’è dietro. Un giorno mentre il giovane Caspar stava pattinando assieme a suo fratello, il ghiaccio si spezza sotto i piedi. Suo fratello per salvarlo, annega. Si dice che dalla sofferenza siamo nate le anime più forti; che le anime più belle siano quelle segnate dalle cicatrici. E lui ne aveva tante. Perse la madre quando aveva soltanto 7 anni, e poi perse due sorelle e infine l’amato fratello. Conobbe la povertà, la solitudine e l’incomprensione. Nonostante questi dolori però, il giovane Caspar si dà la forza per andare avanti. Ecco il vero significato di questo dipinto!
Nella posa del Viandante c’è tutto: coraggio, solitudine, struggimento, nostalgia, la nostalgia di chi è alla ricerca non di un luogo qualunque ma di una casa. Perché casa non è dove si vive, ma dove ci si comprende. E ci si perdona. La nebbia che inghiotte le montagne è la metafora delle difficoltà, delle prove e delle incertezze che ognuno di noi deve affrontare nella vita. Ma se osservate meglio, noterete che la nebbia sembra diradarsi all'orizzonte. Perché non importa ciò che ti capita, ma è come reagisci a ciò che ti capita che fa la differenza, ecco cosa vi sta dicendo questo dipinto! Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati."
(Angela P.)
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Come quando entri in un cesso di quelli pubblici e d’improvviso s’accende la luce, che c’è un sensore attivato dal movimento o dalla porta, e tu ti accomodi a fare le tue cose in sto posto dove già altri hanno fatto le loro, e badi ai fatti tuoi, e poi d’improvviso la luce si spegne, come a dirti che il tuo tempo lì è scaduto. Ecco, a me questa cosa pare una bastantemente veritiera metafora della vita, della morte e del venire al mondo. La parte del cesso, soprattutto.
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Non disegnavo su carta più o meno seriamente da un po’ (seriamente ovvero per più di 5 minuti) e mi sono ributtata sui miei classiconi: cuori e tirannosauri. Ognuno c’ha le sue fisse.
Comunque il più grande alleato di un disegnatore è il pennarello scarico, tu puoi comprare tutti i pennarelli fichi del mondo e invece quello vecchio, consumato, ormai in pensione fa il culo a tutti.
Che poi è un po’ una metafora della vita, pure questa.
#moleskine #comics #illustration #anathomicalheart #trex #dinosaur
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Ritornato in terra straniera, puntuale come una colite post-zuppone, arriva l'appucundria pinodanielesca, che in questi giorni si è sommata ad un resoconto del mio 2024 fatto quasi ogni notte, visto che delle mie 8 ore standard ne dormivo sempre 4.
E' stato un anno un bel po' infame, ad essere sinceri, e mi ha ricordato tanto la pasta e ceci della mamma. Se Gump diceva che la vita è una scatola di cioccolatini, eh, la mia è una pasta e ceci. La pasta e ceci mi fa cagare, e nonostante la mia mamma fosse consapevole e sicura al 100% che non l'avrei mangiata, puntualmente me la faceva, così, pe' cazzimm. Posso dire che quelli del Leone mi stanno abbastanza sul cazzo.
Detta fuori da ogni metafora, mi ha dato tutto quello che non stavo cercando e mi ha tolto tutto quello che volevo avere o conservare. Aver perso una di quelle persone che metti sulle dita di una singola mano ti fa ripensare parecchio a quanto possano essere sinceri i tuoi legami, per poi finire a tirare su talmente la soglia dello sbarramento da non lasciare più passare nessuno, ho perso poi un'altra possibilità che mi ero dato, il bello è che se ne è andata pure affanculo da sola (ma solo ad un coglione della mia risma possono capitare questi lussi), ho perso una opportunità di lavoro che avevo faticosamente costruito, ho perso la mia Meggie (vabbè, questo lo si sapeva già 4 anni fa, ma lo metto comunque perché fa numero), ho perso momenti che, col senno di poi, erano più falsi di una banconota da 30 euro, però se il benzinaio se la piglia è comunque tutto grasso che cola.
E quindi niente, ho provato pure ad incazzarmici, ma non ci sono riuscito, quest'anno ho perso pure la capacità di rimuginare sulle cose. Detta così sembra una cosa positiva, ma per un Cancro vuol dire perdere un pezzo di sé.
Oh, mo' questo non c'entra niente, però poi ho pure pensato "ma lo scrivo o non lo scrivo?", è da un po' che non faccio post di questo tipo, dopo anni di blog mi sarei anche un po' rotto di lagnarmi a vuoto e sperare di trovare qui chissà cosa, ma poi ho pensato che, se non le dico qui queste cose, a chi cazz le dico? Per raccontare come mi sento serve che chi mi ascolta abbia un'empatia che ho trovato in una persona sola nella mia vita, e, giusto per non farci mancare nulla, vive a 1500 km da me e, anche con tutta la buona volontà del mondo, il tempo è quello che è, e allora rompo le palle qui, il bello è non sapere mai che faccia state facendo mentre lo leggete e, come diceva quello, l'ignoranza l'ingrediente principale della felicità (non la ciucciaggine, chell è n'ata cos).
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Quando ho compiuto sessant’anni, ormai molto tempo fa, con mia moglie feci un viaggio in Giappone, e visitai il tempio di Ise. Sa perché è importante il tempio di Ise?
Viene distrutto e rifatto ogni vent’anni. In Oriente l’eternità non è costruire per sempre, ma di continuo.
I giovani arrivano al tempio a vent’anni, vedono come si fa, a quaranta lo ricostruiscono, poi rimangono a spiegare ai ventenni. È una buona metafora della vita: prima impari, poi fai, quindi insegni.
Sono i giovani che salveranno la terra.
I giovani sono i messaggi che mandiamo a un mondo che non vedremo mai.
Non sono loro a salire sulle nostre spalle, siamo noi a salire sulle loro, per intravedere le cose che non potremo vivere.
Renzo Piano
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Perfetta metafora dedicata a tutte quelle persone che basano la propria vita sull'apparenza.
Prima o poi la facciata crollerà e la scarsità della sostanza verrà a galla... é solo questione di tempo...
@occhietti
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Il sogno di una vita, viaggiare su un greyhound d'acciaio luccicante fin sulle coste della California..
"E' lui fuori di testa o lo sono tutti gli altri?"
Il viaggio e' l'argomento piu' ricco per una metafora. Si viaggia per una meta, si viaggia dentro un bacio o un abbraccio. Si viaggia nel sogno, dentro un tempo andato o uno che verra'. Il viaggio e' cambiamento, un tormento o un desiderio in movimento. @ilpianistasultetto
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Il "Mito della Caverna" di Platone: Un Viaggio nell'Ombra e nella Verità
Un’allegoria senza tempo per comprendere la realtà e la conoscenza. Il "Mito della Caverna" di Platone, contenuto nel Libro VII de "La Repubblica", è una delle allegorie più celebri e profonde della filosofia occidentale
Un’allegoria senza tempo per comprendere la realtà e la conoscenza.Il “Mito della Caverna” di Platone, contenuto nel Libro VII de “La Repubblica”, è una delle allegorie più celebri e profonde della filosofia occidentale. Questo racconto simbolico, scritto nel IV secolo a.C., affronta temi universali come l’ignoranza, la ricerca della verità e il difficile percorso verso la conoscenza. Ancora…
#Alessandria today#allegoria della conoscenza#allegoria universale#attualità del mito#comprensione del mondo#conoscenza del Bene#dialoghi platonici#educazione alla verità#Epoca contemporanea#filosofia antica#filosofia e società#filosofia greca#filosofia occidentale#filosofia per la vita#Google News#Ignoranza#illuminismo filosofico#insegnamenti di Platone#insegnamenti senza tempo#italianewsmedia.com#La Repubblica#luce del sole#metafora della condizione umana#metafora filosofica#Mito della Caverna#mondo delle idee#mondo sensibile#ombre e realtà#percorso della conoscenza#Pier Carlo Lava
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Donne, uomini e libri
Credo che la situazione sentimentale di molte persone sia lo specchio dell'attuale società.
Si cerca tutto e subito, leggerezza e piacere senza impegno. Avere quello che si vuole solo quando necessita.
Le App insegnano. Hai fame *click*, hai voglia di un week end fuori porta *click*, vuoi andare al cinema *click*, vuoi ascoltare una canzone *click* e in fine vuoi degli incontri con partner senza impegno? Anche qui *click* *click*.
Secondo me le persone meriterebbero più importanza. Spesso si giudica con troppa fretta, in maniera approssimativa.
Io reputo le persone come dei libri, non ci si deve fermare alla copertina e neanche della prefazione. Ci sono vari libri come i romanzi per esempio che vanno da quelli sentimentali a quelli d'avventura, da quelli noir a quelli filosofici oppure anche libertini. Credo che nelle persone, come se fossero libri, ci siano più generi che vanno scoperti leggendoli e sfogliandoli.
Le donne.
Sono da leggere, fino all'ultimo capitolo. E se dopo un primo appuntamento ci rimane qualche dubbio, cosa che a noi uomini spesso capita, restando con quell'espressione di chi ha letto Nietzsche o Kant senza averci capito nulla, basta impegnarsi e ricominciare a leggerle.
Perché in quanto libri, le donne, non saranno mai uguali alla prima lettura, ma magicamente appariranno altri capitoli come se inavvertitamente nella fretta fossero stati saltati.
In un momento che stiamo vivendo di scarso impegno intellettuale, dove a molti risulta difficile leggere post oltre le dieci righe sui social, come si può pensare di impegnarsi per leggere una vita, fatta di esperienze ed emozioni, racchiuse in una persona solo con un rapido giudizio?
Faccio un esempio, si ha la possibilità di scegliere un libro. Uno solo, non di più. Se ci si accontenta di impegnarsi poco si sceglierà un libro pieno di illustrazioni. Guardare è meno impegnativo che leggere.
Chi avrà fatto questa scelta si perderà la possibilità, invece, di scegliere un libro pieno di pensieri, parole, racconti e consigli. Quanti inconsciamente non s'immaginano minimamente a cosa hanno rinunciato. Quello che si sono persi.
Gli uomini.
Non sono da giudicare dalla copertina.
Immaginiamo una donna in una libreria, davanti a sé ha dei libri in esposizione. Vede un libro sconosciuto in libreria. Lei è attratta dalla copertina di uno di essi. Non conosce l'autore.
Così sbircia l'occhiello, ma essendo curiosa passa al frontespizio... uhm, non si è ancora decisa. Sfogliando ecco che le appare l'esergo, "caspita che citazione" sussurra mentre il libro è sempre più saldo nelle sue mani.
A seguire sfogliando trova una dedica, che la fa sciogliere un po'... ed ecco che arriva al punto chiave. Come dopo alcuni appuntamenti interlocutori con un uomo, gira la pagina e trova la prefazione. Finalmente scopre il suo contenuto, l'ambientazione, i personaggi e un sunto della trama del libro.
A questo punto ha solo due opzioni: richiudere il libro e riposizionarlo sullo scaffale, oppure ammirarlo un attimo e con un sorriso avviarsi alla cassa con esso.
Donne e uomini.
Solo leggendo i libri, come metafora delle persone, alla fine della lettura si può essere perdutamente innamorati di quel libro. Come invece si può, alla fine della lettura, rimanerne delusi, nonostante quella prefazione che sembrava promettere bene.
Prendere a caso un libro da uno scaffale solo dalla copertina, senza valutarlo né guardarlo più di tanto, trovandosi poi tra le mani un libro che ci faccia innamorare, può accadere solo con un colpo di fortuna.
Bisogna sapersi leggere, senza fretta o pregiudizi. Solo alla fine trarre le conclusioni.
Ognuno di noi è un libro. Buona lettura a tutti.
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