#meglio legale
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L'associazione Meglio Legale ha appena concluso un flash mob in Piazza Montecitorio per il lancio della Proposta di Legge di iniziativa popolare sulla coltivazione personale di cannabis. Insieme a Meglio Legale, la proposta è sostenuta da una rete di oltre 30 partner, tra cui l'Ass. Luca Coscioni rappresentata in Piazza da Marco Cappato, Marco Perduca e Matteo Mainardi. L’obiettivo è quello di raccogliere 50.000 sottoscrizioni così come previsto dalla legge italiana; sarà possibile firmare online con Identità Digitale (SPID) al sito https://www.iocoltivo.org/ La Proposta di Legge vuole consentire la coltivazione domestica fino a 4 piante di cannabis, esclusivamente per uso personale. Allo stesso tempo, prevede la creazione delle Associazioni di Coltivatori (Cannabis Social Club) con lo scopo della coltivazione della cannabis e della sua distribuzione solamente ai membri. Inoltre, la proposta prevede la decriminalizzazione dell’uso personale. Ciò vuol dire che sarà consentito il trasporto fino a 30 grammi e le sanzioni amministrative oggi previste, come il ritiro della patente e del passaporto, verranno abolite. Resta naturalmente punibile la guida in stato di alterazione. La futura legge punta così alla creazione di un sistema con regole precise affinché ciò avvenga in maniera legale, ma soprattutto sicura per tutti. La manifestazione è stata inizialmente fermata dalle forze dell'ordine perché, nonostante la richiesta della piazza avanzata dall'Associazione, la questura di Roma non ne aveva autorizzato lo svolgimento. Dato l'arbitrario divieto, l'Associazione, coordinata da Antonella Soldo, ha deciso tenere ugualmente il presidio. Grazie all'interlocuzione dell'Onorevole Riccardo Magi (+Europa) con il gabinetto del questore, gli attivisti sono riusciti ad entrare nella piazza, scortati anche da altri parlamentari tra cui Giulia Pastorella (Azione) e Rachele Scarpa (PD).
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" La cannabis è uno stupefacente "
Quando sei evidentemente tossicodipendente, ma non sai bene di cosa ti fai.
A definire la cannabis uno stupefacente è la stessa associazione Meglio Legale, in un tweet del 3 giugno 2003; coloro che vogliono la droga libera per scopo ludico, però, non sanno nemmeno di cosa parlino: ciò prova che la droga leggera, tanto leggera non sia affatto, visto che non concede a chi ne faccia uso nemmeno di sapere di cosa parli.
Qui, il post per intero:
Per essere solo una pianta, la cannabis, ne fa di danni, però.
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ma che cazzo vuol dire??? un tizio se ne va in pensione e allora per un’intera sessione non ci sono appelli?? del tipo che possono tranquillamente far slittare delle lauree di SEI MESI???????
#e te lo dicono tre settimane prima#👆forse è meglio se lo fai a luglio😊#ma sì tranquilli noi mica ci eravamo organizzati per la sessione#ma può essere legale una toba del genere#mi manca così poco eppure devono farmi penare anche per gli ultimissimi esami#non vedo l’ora di andarmene da questo posto di merda#personal
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@SpinellidItalia (il meglio).
https://twitter.com/SpinellidItalia
Lo stigma sul consumo di droghe leggere nasce dal comportamento di chi ne fa uso: l'irrazionalità ha un prezzo ed è quello di essere considerati persone inaffidabili, su cui non si può riporre fiducia.
Per la sicurezza sul lavoro, il consumo di droghe tollerato è pari a zero.
Un imprenditore serio non vuole avere a che fare con chi faccia uso di droghe: può diventare un pericolo per se stesso e per gli altri sul posto di lavoro - questo non per stigma sociale, ma poiché previsto anche dalle norme per la sicurezza sul lavoro, con controlli a campione.
Una campagna seria per la cannabis legale deve puntare a motivi di salute (soprattutto per le persone gravemente malate); ad una normativa che protegga i minori dall'approccio e sottragga alle associazioni a delinquere lo spaccio: non a video e foto che invitano al consumo.
Bere una tazzina di caffè, o tè, mangiare la cioccolata, non è la stessa cosa che fumarsi una canna o bere alcool. Il termine droga ha una connotazione al negativo, associata a comportamenti non ordinari.
#Spinelli d'Italia#stigma sociale#sostanze stupefacenti#drogatevi meglio#irrazionalità#persone inaffidabili#fiducia#sicurezza sul lavoro#lavoro#tolleranza zero#imprenditore#pericolo#posto di lavoro#norme#controllo a campione#alcool#prontezza mentale#stereotipi#campagna#cannabis legale#malattie gravi#minori#associazioni a delinquere#spaccio#video#foto#consumo#invito al consumo
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"Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa, non è affatto una prova che non sia completamente assurda. Anzi, considerata la stupidità della maggioranza degli uomini, è più probabile che una convinzione diffusa sia balorda che sensata."
Da "Marriage and Morals", Bertrand Russell, 1929
"È nota la definizione della democrazia come sistema pieno di difetti ma di cui non si è ancora trovato nulla di meglio. Da questa ragionevole assunzione discende, per la maggior parte della gente, la convinzione errata che la democrazia (il migliore o il meno peggio dei sistemi di governo) sia quello per cui la maggioranza ha sempre ragione. Nulla di più falso. La democrazia è il sistema per cui, visto che è difficile definire in termini qualitativi chi abbia più ragione degli altri, si ricorre a un sistema bassamente quantitativo, ma oggettivamente controllabile: in democrazia governa chi prende più consensi. E se qualcuno ritiene che la maggioranza abbia torto, peggio per lui: se ha accettato i principi democratici deve accettare che governi una maggioranza che si sbaglia.
Una delle funzioni delle opposizioni è quella di dimostrare alla maggioranza che si era sbagliata. E se non ce la fa? Allora abbiamo, oltre a una cattiva maggioranza, anche una cattiva opposizione. Quante volte la maggioranza può sbagliarsi? Per millenni la maggioranza degli uomini ha creduto che il sole girasse intorno alla terra (e, considerando le vaste aree poco alfabetizzate del mondo, e il fatto che sondaggi fatti nei paesi più avanzati hanno dimostrato che moltissimi occidentali ancora credono che il sole giri) ecco un bel caso in cui la maggioranza non solo si è sbagliata ma si sbaglia ancora. Le maggioranze si sono sbagliate a ritenere Beethoven inascoltabile o Picasso inguardabile, la maggioranza a Gerusalemme si è sbagliata a preferire Barabba a Gesù, la maggioranza degli americani sbaglia a credere che due uova con pancetta tutte le mattine e una bella bistecca a pasto siano garanzie di buona salute, la maggioranza si sbagliava a preferire gli orsi a Terenzio e (forse) si sbaglia ancora a preferire "La pupa e il secchione" a Sofocle. Per secoli la maggioranza della gente ha ritenuto che esistessero le streghe e che fosse giusto bruciarle, nel Seicento la maggioranza dei milanesi credeva che la peste fosse provocata dagli untori, l'enorme maggioranza degli occidentali, compreso Voltaire, riteneva legittima e naturale la schiavitù, la maggioranza degli europei credeva che fosse nobile e sacrosanto colonizzare l'Africa.
In politica Hitler non è andato al potere per un colpo di Stato ma è stato eletto dalla maggioranza, Mussolini ha instaurato la dittatura dopo l'assassinio di Matteotti ma prima godeva di una maggioranza parlamentare, anche se disprezzava quell'aula «sorda e grigia». Sarebbe ingiusto giocare di paradossi e dire dunque che la maggioranza è quella che sbaglia sempre, ma è certo che non sempre ha ragione. In politica l'appello alla volontà popolare ha soltanto valore legale ("Ho diritto a governare perché ho ricevuto più voti") ma non permette che da questo dato quantitativo si traggano conseguenze teoriche ed etiche ("Ho la maggioranza dei consensi e dunque sono il migliore").
In certe aree della Sicilia e della Campania i mafiosi e i camorristi hanno la maggioranza dei consensi ma sarebbe difficile concluderne che siano pertanto i migliori rappresentati di quelle nobilissime popolazioni. [...]"
Da una "Bustina di Minerva" di Umberto Eco del 27 Maggio, 2010
"Alta sui naufragi, dai belvedere delle torri
China e distante sugli elementi del disastro
Dalle cose che accadono al di sopra delle parole
Celebrative del nulla, lungo un facile vento
Di sazietà, di impunità
Sullo scandalo metallico di armi in uso e in disuso
A guidare la colonna di dolore e di fumo
Che lascia le infinite battaglie al calar della sera
La maggioranza sta, la maggioranza sta
Recitando un rosario di ambizioni meschine
Di millenarie paure, di inesauribili astuzie"
Da "Smisurata preghiera”, brano di Fabrizio De André tratto da "Anime Salve", 1996
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Avvocato!
Finalmente, dopo tanti studi, realizzo il mio obiettivo. Non in uno studio legale tutto mio. Non ancora per lo meno.
Nello studio di un amico di mio padre. Mi ha accolto volentieri, con molto affetto. Lo credo: mi conosce da sempre, da bambina praticamente, è un vecchio micio di famiglia.
Vecchio per la durata della amicizia. Lui è un 55 enne niente male. Bel fisico, ancora senza pancia per fortuna. Bel sedere. Ha una bella moglie, e pare che le sia fedele.
Non mi preoccupa. So come far girare la testa a un maschio.
Con lui non è difficile. All’inizio i suoi sguardi le mie gambe duravano un battito di ciglia e più rari. Poi forse si è sentito più sicuro, o gli è diventato più difficile resistere alle mie pose provocanti, e allora gli sguardi sono diventati più frequenti. Ma sempre timidi.
Chissà quanto lo imbarazzo venendo in studio con vestiti aderenti, gonne corte, calze velate, tacchi a spillo. Ha anche provato, un giorno, a dirmi d8 essere più castigata. Tutto un giro di parole, ho fatto finta con tutto il finto candore di cui sono capace di non capire. H cambiato discorso.
Il mio gioco si è fatto più audace ogni giorno di più. Entrare nella sua stanza, con una scusa qualsiasi. Sedermi accavallando le gambe. Sfiorarlo quando siamo vicini. Sono arrivata a sfiorargli la gamba con il piede durante una riunione, facendogli perdere il filo del discorso, con mio grande divertimento.
Ma non mi dice nulla.
Quando ho capito di averlo cotto a puntino ho messo in atto il mio piano.
Quel giorno, nella sala riunioni, eravamo rimasti soli io e lui. Mi seggo sul tavolo. Accavallo le gambe. Vedo il suo pomo d’Adamo agitarsi. Una goccia di sudore scivolargli sulla guancia. Un tonfo sulla moquette, prima una scarpa, poi l’altra.
Oh, fingo che tutto sia involontario. Con un sorriso gli chiedo se me le raccoglie e mi aiuta.
Trema, ma obbedisce. Ha un piedino tra le sue mani, e sembra ipnotizzato.
Quando gli metto la mano tra i capelli, poi dietro la nuca, e spingo, si fa docilmente guidare tra le mie cosce.
Non devo dirgli nulla. Chissà quanto aveva sognato quel momento. Le sue labbra premono sul nylon dei collant, indossati per questa occasione senza mutandine.
Non devo dirgli niente, comincia a leccare, come il cucciolotto docile che è. Le mie cosce si serrano intorno al suo viso.
- Da oggi metti il mio nome prima del tuo nella targa dello studio legale, vero?
Il suo viso fa su e giù. Forse è solo per leccarmi meglio, ma penso che abbia voluto dire di sì.
Bene. Farà comunque quello che gli dirò di fare.
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Da: Rodigium boxe:
Da uno scritto del Professore di Filosofia Andrea Zhok dell'Universitá di Milano:
<<questo dovrebbe chiudere la discussione.
Imane Khalif - secondo quanto riportato dall'International Boxing Association nel 2023 - è biologicamente un uomo, in quanto l'analisi del DNA ha riportato la presenza di cromosomi XY e non XX.
Peraltro, se uno dubitasse dell'analisi cromosomica, uno sguardo alla struttura fisica dell'atleta non lascia molti dubbi.
( A dispetto che sia nata esteriormente donna pur con cromosomi XY aggiungo io)
Ora, in molti sport, e in modo particolarmente rilevante negli sport di combattimento, la differenza biologica tra chi ha avuto una crescita e pubertà maschile e chi ha avuto una crescita e pubertà femminile è molto marcata. La densità ossea è maggiore nei maschi, il che ha due implicazioni: conferisce maggiore resistenza alle percosse e, dipendendo la potenza di una percossa da massa per velocità, l'incremento della massa ossea conferisce maggiore potenza al colpo (le misurazioni medie danno una potenza di pugno maschile del 162% rispetto al pugno femminile). Anche i tempi di reazione sono inferiori e sia le fibre muscolari bianche, da cui dipende la velocità, che rosse, da cui dipende la resistenza, sono mediamente maggiori nei maschi.
Chiedo scusa per essermi soffermato su queste banalità prosaiche, ma in un mondo in cui l'ideologia cancella la realtà, anche l'ovvio deve essere ribadito in forma dimostrativa.
E l'ovvio qui è che mettere su di un ring un atleta geneticamente maschio contro un'atleta geneticamente femmina è una grave scorrettezza. Può darsi che la sorte sia benevola, ma in generale è un'ingiustizia, con potenziali rilevanti rischi fisici.
(Segnalo un dettaglio forse non noto a chi non ha praticato la boxe. Alle Olimpiadi si utilizza un caschetto per gli incontri. Il caschetto nella boxe è l'apoteosi dell'ipocrisia. Infatti il caschetto limita soltanto le ferite superficiali, i sanguinamenti delle sopracciglia o degli zigomi - preservando gli spettatori - ma i traumi cerebrali legati all'entità della percossa sono esattamente identici, e naturalmente sono quelli ad essere i più pericolosi nel medio periodo.)
Ora, la questione è: come si è potuti arrivare a questo punto?
Storicamente la cesura ideologica su questi temi avviene all'inizio degli anni '70. Fino ad allora le rivendicazioni di genere (first-wave feminism) avevano sollevato il sacrosanto tema dell'eguaglianza formale, legale, dei diritti tra persone di sesso, genere o inclinazione sessuale differente.
A partire dai primi anni '70 si avvia invece un movimento ideologico con caratteristiche essenzialmente differenti, che non mira più al raggiungimento di diritti legali identici (in Occidente raggiunti), ma ad un non meglio precisato "superamento sostanziale" delle differenze.
Di questo superamento sostanziale fanno parte numerose battaglie distinte, il cui punto di caduta comune però è il rifiuto della realtà materiale nel nome di una rivendicazione ideologica (o, per chi vi aderisce, ideale).
Si tratta di una curiosa forma di idealismo, che inizia in sempre maggior misura a negare la realtà come se si trattasse di un improvvido accidente, qualcosa che dovrebbe essere superato di principio dall'autoaffermazione volontaria. Come in una novella forma di idealismo assoluto, l'Io si deve qui imporre al non-Io (alla Natura, alla Materia, alla Società).
Di questa tendenza fa parte il rigetto delle differenze sessuali, viste come latrici di discriminazione, nel nome della "lotta al patriarcato", e ne fanno parte tutte le varie forme di rivendicazione dell'identità sessuale percepita, vista come come superiore all'identità biologica.
L'intera tematica viene infine presa ostaggio dall'atteggiamento politicamente corretto, che rende ogni discussione aperta di tali questioni difficile, rischiosa, sempre sull'orlo di accuse infamanti.
Il cerchio così si chiude.
La prima mossa sancisce la superiorità delle pretese idealistiche di una sorta di Io assoluto, che può e anzi deve imporsi sulla materia (sulla biologia, ma anche sulla realtà sociale).
La seconda mossa, mette al sicuro dalle confutazioni le pretese di questo Io assoluto, isolandolo dalle critiche, attraverso una loro delegittimazione a priori (come omofobe, sessiste, retrograde, ecc.).
E cosa resta fuori da questo cerchio splendidamente autoreferenziale?
Nulla. Nulla salvo la realtà, che anche se i suoi campioni sono stati silenziati, rimane tuttavia testardamente in piedi.
Ed è la realtà che, con i suoi tempi, la sua implacabilità, e purtroppo anche le sue vittime sacrificali, finirà per fare giustizia di questo delirio culturale.>>
PS: piccolo "dettaglio" : il comitato olimpico non ha voluto riconoscere gli esami dell IBA ed ammesso lei e la thailandese per questioni ideologiche visto che l' iba ha ammesso nei suoi tornei tutti gli atleti russi lasciandogli anche esporre la loro bandiera... Sempre più una farsa.
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Ieri sera tipello mi chiede di cenare insieme, un mercoledì qualunque, un mercoledì in cui avremmo giocato a D&D ma abbiamo già giocato Lunedì (finendo una campagna lunga 1 anno). Domenica con la scusa di far prendere aria alla macchina (ha una mezza macchina da corsa da 300cv, ci siamo fatti giri in pista un po' di volte e poi qualcos'altro di non propriamente sicuro, legale e coscienzioso) finiamo in un paesino sperduto, poche anime, 3 macellerie sull'unica strada principale. Paesello talmente sperduto che le vie vengono segnalate con queste placche di ottone agli angoli dei palazzi anziché i soliti segnali. Una di queste macellerie è famosa per una salsiccia che produce, è vero, potrebbe campare di solo quello, ho visto gente uscire con buste di 5-6 kg. Ne prendiamo un po' per tenercela a cene improvvisate, ieri era una di quelle.
Tipello arriva e porta un carico di 9-10 biscotti. Biscotti all'erba che fa un amico nostro. L'ultima volta a casa sua venivamo da mangiare sushi e ci siamo rivistin LOL 1 fino alle 4 di notte, nel mentre una spagnola (non posso dire amica dato che l'aveva conosciuta qualche giorno prima a un rave) ci preparava le tisane e sonnecchiava sulla sedia. Ne prendo meno della metà. Conosco gli effetti. Uno intero e ho questa botta allucinante fino alla sera del giorno dopo, ricordo molto, mi è difficile socializzare, penso che il mondo sia una gran cosa. Metà e l'effetto è più blando il giorno dopo, socializzo meglio, vado col pilota automatico e per quanto difficile, sono capace di capire un film nella sua interezza. 1/4 è la dose ideale, la botta sale, le cose tanto si fanno in automatico, riesco a concentrarmi, ho una bella risata e se non lo dicessi nessuno sospeterebbe. Ieri ne prendo 1/4, lui il resto, con la variabile che lui è il doppio di me. Facciamo una tarte tatin zucca, cipolla e salsiccia, mettiamo Crash Bash e giochiamo fino alle 2. Lui va via e io mi ritrovo in botta a fare una valigia, oggi vado a Roma per una specializzazione. Posso dire che è stata una pessima scelta di vita? Si. Dovevo scegliere come vestirmi elegante, se farlo, se essere più casual, se essere più trasandato. Boh. Ho preso una giacca di pelle.
Stamattina la botta continua ma va tutto bene, sono sul treno, lui si muove, io sto fermo.
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È dal 2011 che mi drogo e oggi dovrebbe essere una giornata speciale, ho fatto mille giorni di disintossicazione dalla droga… ho usato di tutto e oggi sono mille giorni senza alcun tipo di droga… è stato un lungo e duro percorso ma non sono felice come pensavo di esserlo, non mi sento fiero di me stesso. Alla fine la droga mi ha rovinato la vita è vero ma ora vado avanti a vagonate di psicofarmaci e mi chiedo sempre quale sia il senso(?) Sono solo passato da una droga a un’altra legale. Sono sempre uno schiavo di qualcosa, buprenorfina, xanax valium, rivotril, lexotan… che differenza c’è? La legalità? La purezza? Non lo so. So solo che ho una gran voglia di qualche grammo di eroina e un bel po di erba. Sto combattendo una battaglia che probabilmente durerà tutta la vita, io contro me stesso. Solo chi è in questo tunnel può capire, i dottori, psicologi, assistenti sociali e psichiatri faranno del loro meglio ma non capiranno mai veramente pur avendo mille lauree e dottorati. Si va avanti un passo alla volta anche se a volte si indietreggia l’importante è non fermarsi e continuare il cammino e forse prima o poi da questo maledetto tunnel si intravedrà la luce. Marracash in una canzone cita: Ma non c'è una cura per l'anima droghe per sfasciarsi, per superare i complessi e dopo psicofarmaci per rimettere assieme i pezzi, metà del tempo a farsela e metà a farsela scendere.
Pace e amore ✌🏼☮️
#pezzi di vita#riflessioni#pensieri#sfoghi#solitudine#tristezza#una battaglia continua#tossicodipendenza#droga#psicofarmaci#andare avanti#la mia vita#frasi tristezza#dipendenze#abbonamento al Sert#frasi tristi#pezzi di me#sono a pezzi
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ORSINI DIFFIDA WIKIPEDIA CHE PER DIFENDERSI OSCURA LA PAGINA
Dopo la scoop del Fatto Quotidiano sull'amminstratore della pagina che era anche un analista NATO, Alessandro Orsini ha diffidato wikipedia-Italia dal pubblicare informazioni false sulla propria persona (e in violazione delle stesse norme della piattaforma). Come risposta Wikipedia ha oscurato la pagina, dando l'impressione che le accuse siano fondate e che quindi sia meglio oscurare la pagina fino alla fine della controversia legale.
Una piccola vittoria per il pacifismo, una grande sconfitta per gli sbufalatori e i fact-checkers di sistema.
🔴 Rigetta la propaganda, entra nel canale Telegram de @lafionda
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Cannabis, 'Meglio Legale': “Le misure di Salvini sono mera propaganda”
“Si usano due pesi e due misure con differenti sostanze stupefacenti”. Commenta così Antonella Soldo, presidente dell’associazione 'Meglio Legale', le novità per il ritiro della patente comprese all’interno del nuovo Codice della strada promosso da Matteo Salvini. “Con l’alcol non cambia nulla, bisognerà continuare a dimostrare lo stato di ebbrezza”, spiega l’attivista per la legalizzazione della cannabis, mentre “nel caso delle altre sostanze stupefacenti bisognerà dimostrare soltanto la positività. Questo vuol dire che una persona può risultare positiva a un test avendo assunto sostanze anche ore prima”, sottolinea Soldo, che spiega come il nostro corpo, non percependo i cannabinoidi come tossici per l’organismo, smaltisca con lentezza la sostanza in questione. “C’è una sentenza di febbraio di quest’anno della Cassazione che dice che bisogna dimostrare lo stato di alterazione e non la semplice positività del guidatore”, ricorda la rappresentante di 'Meglio Legale', che sottolinea anche come, secondo i dati ISTAT, l’alcol procuri più incidenti alla guida rispetto alla cannabis. “Parliamo di una misura di mera propaganda, che Salvini aveva annunciato in conferenza stampa: ‘Se hai fumato una canna anche un mese prima, io ti ritiro la patente’. È una follia da ogni punto di vista scientifico e giuridico, che ovviamente sarà abbattuta pezzo pezzo dai tribunali”. Ovviamente, conclude Soldo, “chi guida in stato di alterazione va punito. Però chi guida avendo fumato una canna una settimana prima magari no, così come sembrerebbe assurdo punire qualcuno per aver bevuto whisky una settimana prima”, ricordando infine quanto, nonostante l’Italia abbia una tra le leggi più severe d’Europa sulle droghe, il consumo non sia diminuito.
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Oggi è sabato, non un sabato qualunque come cantava Sergio Caputo. Questo sabato è quello che sta tra il venerdì Santo e la domenica di Pasqua. Scendendo le scale condominiali incontro il bimbo, quello che abita sotto "Il Signore che sta su"*. Cioè me. Lo incontro come sempre, vista la tenera età, con la madre. - Pecchè sei qui te? - mi chiede appena mi vede - Ehm, dove dovrei essere scusami? - Ma tu sei molto - "Molto"? - Si molto in cloce, ieri all'olatolio ho visto la "Via Cucis", Gessù è molto in cloce - Aaaah, si certo. Ma poi sono risorto, non te lo hanno detto? - Si ma lunedì oggi è sabato - Si hai ragione, ma sai questa notte ci sarà il passaggio all'ora legale. Così ho anticipato! Metti che il lunedì, avendo perso un'ora di sonno, tutti siano mezzi addormentati (leggasi rincoglioniti). E se non mi riconoscessero? Di sicuro io ci rimmarrei male.
Capisco che non ha compreso bene questo passaggio, quello dell'ora legale, dimenticandomi che il bimbo vive ancora quel periodo di vita in cui, degli orari, non gliene frega assolutamente nulla.
Il bimbo mi guarda con un punto interrogativo stampato in fronte, io guardo sua madre cercando un punto esclamativo sulla sua fronte. Lei tenendosi una mano sulla bocca, per non scoppiare a ridere, guarda suo figlio come se avesse l'emoji del cuore su tutto il volto.
- Cosa hai visto durante la Via Crucis? - gli chiedo per interrompere il momento di stallo - Che ti hanno dato tante botte, ma tante - facendo il segno con la manina di un pugno che colpisce Lo guardo con tenerezza, quando di botto mi dice - Ma tu folse non sei Gessù, tu sei Babbo Natale.
La madre non regge, come una diga che collassa esplode. Sono fragorose le risate. Saluto e finisco di scendere le scale. Conscio che la mia peluria sta sbiancando e che no, ma proprio no, non comprerò nessuna colomba pasquale. Meglio investire il tempo in una sana camminata. Per perdere qualche chilo.
Dalla Passione di Cristo a Cristo che pressione ci è voluto davvero poco. La prova costume questo anno solo con l'intelligenza artificiale.
* vedere post precedenti
#libero de mente#AbitareSottoGesù#sabato#Pasqua#Via Crucis#passione#Cristo#ironia#dialoghi#frase#pensieri
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"Sicuro mi ritroverò a fare psichiatria dopo la laurea, sono troppo sensibile a questi temi"
Two hours later...
collega: "mi sta venendo l'ansia"
E fu ansia ansia ansia ansia ansia ansia ansia.
Medicina legale sarebbe meglio in confronto
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senza gloria
Esistono due realtà fantasma che evolvono in modo parallelo, quasi simmetrico: una è quella creata e propagata dal sistema, l’altra, ad essa speculare, è quella foraggiata dalle continue prese di posizione dei così detti anti-sistema che, senza elaborare alcuna visione del mondo originale, si limitano a seguire, rincorrere, rilanciare e ricalcare la stessa realtà fantasmatica che il sistema produce. Un tale atteggiamento reca in sé, però, diverse problematiche perché, occupandosi continuamente della fantasmaticità sistemica, la rafforza sempre più, e rilanciandola, concorre a farla sembrare vera e, così facendo, a darle una dignità che non ha.
Di conseguenza, delle due “realtà” parallele, la più pericolosa è, senza ombra di dubbio, la seconda, in quanto, con pochezza intellettuale e assenza totale di lungimiranza, questi supposti antisistema, magari anche in buonafede, spingono il dibattito, sempre e solo, nel campo di battaglia creato dal nemico, concentrando lì le loro forze e, quindi, legittimandolo.
La pandemia, evidentemente, non ha insegnato nulla a questi “ribelli”: abbiamo sempre sostenuto che il problema reale non fosse né medico né, tantomeno, legale, ma fosse politico e, di conseguenza, la risposta non avrebbe potuto che essere politica. Chiaramente questa era una riflessione complessa che avrebbe meritato un impegno che andasse oltre qualche canzocina e due slogan populisti urlati in piazza, questa è la ragione per la quale i guru di quel periodo, idoli indiscussi di quelle folle, sono stati medici, avvocati o improvvisati ciarlatani che, dai palchi, offrivano facili ricette ad un popolo affamato di soluzioni, ancorché semplicistiche e, spesso, inutili. Anche in quel caso, si seguiva il nemico rafforzandone la finta narrazione.
Ora, a distanza di due anni, di tali opache figure che, arrivati a questo punto, possono solo rimescolare aria e concetti ormai fritti e rifritti, resta solo un labile e flebile ologramma. Non è andata meglio a tante organizzazioni che, da quelle piazze, hanno preso le mosse: la maggior parte non è pervenuta o si è trasformata in un calderone. Il che, però, è abbastanza normale: come spesso ribadito, il movimentismo è solo fuffa che sta alla politica come il virtuale sta al reale.
Coloro che hanno proseguito il loro cammino, seguitando a creare consenso intorno al nulla, sono estremamente pericolosi, non solo perché mancano di visione, o peggio, di prospettiva, ma, soprattutto, perché continuano a mantenere quelli che li seguono, in una sorta di limbo fatto di indeterminatezza, travestita da sicumera, facili slogan liberatori ed altrettanto falsi campi di battaglia, per altro settoriali, che sono solo quelli che conoscono semplicemente perché è il sistema a configurarli, scegliendo, di volta in volta, non solo l’argomento ma il linguaggio. Seguendo il nemico si è destinati ad una sicura continua sconfitta, questa è una ineluttabile certezza, così come è una certezza che la sconfitta crea disinnamoramento ed allontanamento. La situazione di immobilismo attuale ne è un evidente esempio: più si moltiplicano le manifestazioni su risibili argomenti, più diminuisce il coinvolgimento ed aumenta il senso di sconfitta. Questo atteggiamento è funzionale, ancora una volta, solo al sistema che ne esce rafforzato. L’opposizione, al contrario, ne esce scoraggiata ed indebolita.
Ricapitolando, doppia è la colpa e la responsabilità di questi personaggi: da un lato contribuiscono, con la loro indolenza ed incapacità di elaborazione, a dare manforte al sistema, facendo da eco alla sua realtà fantasma perché rimbalzandola continuamente da ogni piattaforma, la fanno apparire vera e degna di credibilità, dall’altro contribuiscono ad allontanare, ogni essere pensante, dal politico con una attività frenetica ed autoreferenziale.
A questa breve considerazione, aggiungiamo una piccola nota a margine: chi ha a cuore la Politica si è ormai reso perfettamente conto che la dicotomia novecentesca è solo una delle tante creazioni dell’apparato liberale che persegue, da sempre, l’unico scopo di dividere e controllare per meglio dominare e, è evidente che, fino ad oggi, ci sono riusciti benissimo… qualcosa, durante il periodo pandemico, stava cambiando, ed il sistema se ne è accorto, chi non se ne è reso conto è, purtroppo, proprio il popolo “antisistema” che, alla fine, si è fatto fregare di nuovo da quattro sgangherati figuri, alcuni improvvisatesi politicanti da social, altri provenienti dal vecchio sistema partitico preteso “bipolare”, che, infiltrando o creando nuove organizzazioni, hanno finito per imporre la loro linea, esautorandole e rimandando in dietro di cento anni la visione del mondo.
Gli unici a poter essere felici di questa ultima burlesca operazione di contenimento, a parte il sistema di potere, sono quattro nostalgici, privi di strumenti interpretativi che permettano la decodifica della falsa realtà, che sentono riverberare dentro di sé il loro ardore passato. Per costoro, è più facile rispolverare un inutile vecchio inservibile arnese che mettere in discussione quelle loro scarse ed inutili convinzioni ed affrontare la complessità di una realtà mutevole.
Così ecco che si ciancia, ricordiamo che siamo nel 2023, di socialismo, scientifico o meno, che solo a nominarlo fa ridere, o di demagogici slogan falsamente antiamericani, per di più bellamente copiati da altri, che riecheggiano dalle bocche di vecchie figure, la maggior parte delle quali ormai ampiamente sputtanate dalla loro stessa storia politica. Entrambi gli atteggiamenti mancano totalmente di credibilità, eppure, forse, entrambi avranno successo sia perché la nostalgia e “la fede certa in poveri miti” paga sempre, sia perché il liberalismo è potente e, per sopravvivere, ha bisogno di tali giochi delle parti, ha bisogno di falsi bipolarismi, di immaginaria dicotomia, di dividere per meglio controllare, di demagogia semplice ed inoffensiva.
I fatti avevano provato che il bipolarismo era una finzione ed ecco che, proprio i soggetti che si pensava fossero anti-sistemici, lo ricreano artificialmente: siete stati bravi, ammazzate oh!
Così, se da una parte il popolo bue continuerà a bearsi di un supposto dualismo incarnato da PD e accoliti, da un lato: la sinistra! e da Meloni, Lega &co. dall’altro, la destra! Dall’altra parte, il popolo dei dissenzienti avrà di che proseguire queste funamboliche false dicotomie con nuove formazioni partitiche a cui delegare il proprio crescente malcontento, grazie a vecchi ciarpami ideologici, parametri interpretativi farlocchi e quattro sloganucci imperituri che rimasticano ancora di mirabolanti uscite da Euro e NATO, come se fossero le porte di una stanza che basti chiudersi alle spalle, senza dimenticarsi la coperta di Linus della Costituzione più bella del mondo… buona fortuna a loro ed a chi, ancora, crede a certe scempiaggini e alla legittimità di destra e sinistra. Il governo giallo-verde, è chiaro, non ha insegnato nulla a nessuno perché la potenza dell’affabulazione facile e il richiamo dei miti giovanili sovrastano la razionalità e l’intraprendere un cammino sulla lunga strada di un reale impegno lontano da inutili, anacronistici cascami ideologici.
Destinati a continue delusioni e sterili critiche si avviano a percorrere il viale del tramonto della civiltà seguendo i soliti noti che, privi di qualsivoglia parametro interpretativo e cognizione politica, non hanno mai condotto nessuno da nessuna parte, se non, in certi casi, loro stessi in un qualche parlamento di figuranti o in qualche spettacolo televisivo: questo è il solo risultato che, spesso, hanno conseguito e che, ancora, cercano di conseguire… Riusciranno? Molto probabilmente sì. Hanno i mezzi e gli inutili strumenti per farlo.
Evidentemente c’è bisogno di illusioni e di miseri ritorni al passato perché l’elaborazione di parametri politici originali è qualcosa di serio e complesso, qualcosa che non si addice a buffoni ed affabulatori affetti, quasi sempre, da narcisismo patologico che è, al fondo, ciò che gli impedisce di lavorare con altri.
Manete, missa non est.
-Frontiere- Laboratorio per la demondializzazione
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Coma 22
Il governo Meloni leva il Reddito di cittadinanza ai disoccupati, chiamandoli “occupabili” per far credere che se volessero lavorerebbero. Il governo tedesco lo aumenta di 50 euro al mese sia agli inoccupabili, sia agli occupabili (termine intraducibile in altre lingue: all’estero si dice disoccupati) sia agli occupati mal pagati: oltre 5 milioni di percettori, contro i 3,6 italiani. Il governo Meloni tuona contro i truffatori del Rdc (l’1% degli importi versati). Il governo tedesco allevia le sanzioni. Il governo Meloni schifa il salario minimo legale di 9 euro l’ora. Il governo tedesco lo porta a 12. Il governo Meloni piagnucola perché le politiche attive del lavoro non funzionano, intanto licenzia i navigator e lascia i Centri per l’impiego con soli 8 mila addetti. La Germania ne ha 110 mila, il Regno Unito 67 mila, la Francia 54 mila.
Se il grande Joseph Heller fosse vivo, scriverebbe il sequel di Comma 22 sulla ridicola illogicità degli argomenti usati dai nemici del Rdc da quando fu varato da Di Maio (Conte-1, 2019). Si cominciò col dire che costava 40-50 miliardi l’anno, avrebbe sfasciato i conti, ci avrebbe portato fuori dall’Ue con la troika in casa, quindi non sarebbe mai nato: invece nacque e costò 8 miliardi l’anno. Allora si disse che era un incentivo a “stare sul divano” (copyright Renzi), come se l’Italia avesse il record non di disoccupati, ma di posti di lavoro vacanti: dopo tre mesi di Rdc, l’occupazione aumentò più che negli ultimi 10 anni. Allora si disse che era meglio non chiederlo per evitare terribili “assalti e caos alle Poste”. Che però non ci furono. Allora si disse che non lo voleva nessuno, anzi i pochi che l’avevano chiesto volevano rinunciare (per il Messaggero erano “130mila”) perché era troppo basso o perché era troppo alto e si vergognavano. Infatti, dopo tre mesi, c’erano già 1,4 milioni di richieste. Allora si disse che non c’erano i controlli, però i controlli dell’Inps ne scartarono 500mila. Allora si disse che il M5S comprava voti, soprattutto al Sud: infatti straperse le Regionali e le Europee, soprattutto al Sud. Allora i giornaloni scrissero contemporaneamente che il Rdc era una mancetta ridicola e uno scialo trimalcionico: “Un terzo degli italiani guadagna quanto il Rdc” titolò Rep che, essendo di sinistra, voleva risolvere il problema non alzando i salari, ma abbassando il Rdc. Poi si cominciò a sbattere in prima pagina mafiosi e criminali comuni col Rdc, come se il problema fosse il Rdc, non l’Italia piena di mafiosi e criminali comuni. Alla fine, non sapendo più dove arrampicarsi, si iniziò a menare scandalo perché chi prende il Rdc non lavora: oh bella, ma se tutti lavorassero nessuno avrebbe bisogno del Rdc! Idea: quelli che parlano di occupabili chiamiamoli manicomiabili.
Marco Travaglio.
P.s. Il "capolavoro" socio-economico e direi quasi antropologico della politica italiana marcia, del Grande Capitale, dell'informazione corrotta e dei RICCONI evasori è essere riusciti a mettere i poveri contro i poverissimi. Roba da matti.
Karl Marx si sta rivoltando nella tomba.
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