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Addio a Sammy Basso: L'Italia saluta un esempio di coraggio e determinazione
La scomparsa di Sammy Basso lascia un vuoto profondo, ma il suo straordinario messaggio di forza e speranza continua a ispirare il mondo
La scomparsa di Sammy Basso lascia un vuoto profondo, ma il suo straordinario messaggio di forza e speranza continua a ispirare il mondo L’Italia piange la scomparsa di Sammy Basso, un giovane che, nonostante la sua condizione rara e debilitante, la progeria (invecchiamento precoce), ha saputo trasformare la sua vita in un messaggio di speranza, coraggio e determinazione. La notizia della sua…
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Le Coppie si dividono perché manca l’Amore.
E l’Amore non è Bisogno.
E’ piena condivisione dell’Unità interiore.
Non siamo stati amati. Perciò non sappiamo amare. E incolpiamo l’Altro di non riuscire a colmare i nostri vuoti. Di rompere il patto di “compensanzione” reciproca.
Le donne cercano disperatamente la protezione di un padre, gli uomini il grembo di una madre.
E quando questa illusione si scontra con la realtà, con la vertiginosa mancanza di adultità emozionale, il teatrino crolla. E ci si ritrova puntualmente soli, traditi, arrabbiati, delusi e reciprocamente asserragliati nelle ragioni e nei torti.
Chiediamo all’Altro di riparare il nostro bambino interiore, piangente e ferito. Chiediamo a chi ci sta accanto di frapporsi tra noi e il nostro Vuoto.
Non siamo in grado di "accontentarci" di un compagno o di una compagna. Pretendiamo un “risarcimento danni”.
Il Femminile si sente ricattato dall’immaturità del Maschile, che spesso diviene prepotente e capriccioso, e il Maschile si sente allontanato dal Femminile, svalorizzato e rifiutato, messo in secondo piano rispetto ai figli, perpetrando il circolo vizioso delle Ferite abbandoniche.
I figli si sentono colpevoli, non voluti, di peso, maturando essi stessi ferite insanabili d’amor perduto.
Un “gioco al massacro”. Tutti si guardano indietro per tentare di recuperare i “pezzi perduti”. Nessuno si spinge in avanti, nessuno si accorge di distruggere con la propria immaturità la generazione successiva. In un ciclo senza fine di Disamore e Mancanza.
E’ per questo che le Coppie Sacre sono rare. Rarissime. Poche centinaia al momento. Poiché rari sono coloro che hanno guarito e risolto con sufficiente amorevolezza la propria Ferita incarnazionale dell'Origine.
Le guerre, i lutti irrisolti, le perdite economiche, i massacri, le violenze, i ricatti emotivi, sono frutto di questa reiterata e folle mancanza di maturità emozionale e spirituale.
Siamo poveri e miseri. O perlomeno è questo quello che ci hanno fatto credere.
Ma tutto può cambiare.
Siamo immersi in un Tempo unico e prezioso di destrutturazione e di crescita, di responsabilità, di conoscenza approfondita dei nostri schemi irrisolti, delle nostre credenze illusorie sull’Amore.
“Amare se stessi” non è un “mito”. Prendersi cura delle proprie emozioni non è uno “slogan pubblicitario”e non è la “moda del momento”. L’autonomia emotiva e la cura di se stessi sono l’unica medicina efficace per questa società malata, asservita e completamente allo sbando.
Si riparte da Noi.
Solo da Noi.
Da quanto siamo disposti a metterci in gioco nel processo di Guarigione.
Da quanto siamo in grado di entrare nelle nostre oscure cantine impolverate e costellate di scheletri del Passato.
Non possiamo passare da una Relazione all’altra a caccia di "madri e padri surrogati".
Queste storie inizialmente così idilliache e perfette, anestetizzano per un po’ la Ferita, nascondono la Verità di chi siamo veramente per un tempo limitato, ma l’innamoramento finisce in fretta. E la doccia fredda della Realtà non tarda a sopraggiungere. Il Principe si trasforma in un ranocchio e la Principessa nella matrigna senza scrupoli.
Questo è il momento di affrontare. Di maturare. Di risollevarci dal Buio della nostra Incoscienza.
Non è tardi. Non lo è mai stato. Per nessuno.
Ma ci vuole tanta volontà, tanto investimento, tanta ricerca e ascolto interiore.
Siamo chiamati ad investire tutto ciò che abbiamo sul nostro potenziale emotivo, sulla nostra generatività, sul nostro ampio ventaglio di Doni e Talenti.
Non è sufficiente "comprendere".
Non sarà l’intelligenza o qualsiasi altra capacità di elaborazione mentale a guarire le fratture del nostro Campo Energetico.
Qui entra in gioco il “Cuore”.
Qui si entra nel "Dolore più profondo e oscuro". Quello che sbatte i piedi di fronte all’ingiustizia di non essere stato amato, visto, rispettato e accolto veramente. Quello che ci toglie il respiro e il sonno. Quello che condanna l’Altro per non essere mai all’altezza del nostro vuoto d’Amore. Quello che pretende un “risarcimento genitoriale”. Quello che vede nella Relazione il “nemico affettivo” da punire, da sconfiggere o da sfruttare. Quello che trema nello specchiarsi davanti a se stesso e alla propria fragilità emozionale.
Nell’Odio c’è Amore negato.
Nella Violenza c’è disperata Mancanza Affettiva.
Nel Dolore c’è il Vuoto di Senso.
Ma nella Guarigione Interiore c’è Vita.
Quella Vita che meritiamo di riconquistare.
Quella Vita che per intere generazioni si è persa, smarrita, dimenticata di Se stessa.
Lo sappiamo oramai: nessuno salverà nessuno.
Ma tutti possiamo salvare noi stessi.
Ed è solo accogliendo e ricomponendo i nostri Cuori spezzati che scopriremo quanto sia meraviglioso sperimentare l’Adultità nelle Relazioni. Quel senso di piena Libertà e Autonomia di esistere, di manifestare, di condividere, di accrescere l'abbondanza reciproca.
L’Amore non pone sul piedistallo l’Altro, non lo distorce, non lo obbliga a stare dentro ad un ruolo che non gli compete. Non sana le Ferite. Non è lì per surrogare una mancanza. Non è Padre e non è Madre.
C’è stato un tempo per l’Infanzia ed uno per l’Adolescenza. Un tempo per essere amati e uno per la ribellione. Un tempo che se anche non ha “funzionato”, non è più recuperabile.
Ma possiamo crearne uno nuovo. Reale e consapevole. Senza toglierci più nulla, senza elemosinare o pretendere “favole a lieto fine”. Un tempo reale, concreto. Rispettoso di noi stessi. E dell’Altro.
Un Tempo dove diventa umiliante e dissacrante continuare a palleggiarsi le Ferite.
Un Tempo di Padri e Madri consapevoli e integri, amorevoli e coraggiosi.
Chi davvero ambisce alla pienezza di Vita e di Amore, raccolga il proprio “zaino” da terra, lo liberi dalle aspettative, dai rimpianti, dalle illusioni, dai drammi irrisolti. Si rivesta della Forza, della Compassione e della Verità e segua la potente Onda della Grande Trasformazione.
Abbandoni le recriminazioni, le scuse, le egoiche pretese di approvazione e riconoscimento e impugni la Spada.
Si affidi totalmente all’Anima e si prepari a riconquistare la propria integrità, la propria indipendenza, la Terra e l’eredità degli Avi. Si abbandoni con Fede e Fiducia alle Fiamme del proprio Fuoco Interiore.
Siamo qui per la Vita, e la Vita è qui per noi.
Con infinito affetto, Mirtilla Esmeralda.
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Chiedi all'ingegnere
Percepisci come la SICUREZZA sia divenuta un problema nella tua città. Commissioni uno studio al riguardo.
Gli ingegneri studiano la situazione e, dati alla mano, ti dicono che il 92% delle donne affermano che la loro paura numero uno è di essere aggredite o struprate mentre si spostano nella loro città; il 94% afferma di essersi sentite in pericolo usando i trasporti pubblici (dati da una ricerca in UK nel 2021).
L'ingegnere identifica problemi e propone soluzioni. Ma, attenzione, lo fa in modo realistico, concreto, fattibile e percorribile: quindi TENENDO CONTO DEI VINCOLI AL CONTORNO (constraints).
In questo caso il PRIMO VINCOLO INTOCCABILE è che lo studio delle soluzioni - il lavoro dell'ingegnere - deve essere INCLUSIVO, capisc'ammé.
L'ingegnere non si arrende, mai. Quindi la sensazione (molto più di una sensazione) di pericolo provata dai soggetti più deboli nel muoversi nelle città odierne, l'ingegnere la risolve scientificamente, tenendo conto dei vincoli .... ta tàaaaa: progettando strade stazioni e parcheggi con più illuminazione e più telecamere. Più qualche accorgimento su uscite e percorsi. FInito, risolto così.
E' come la medicina allopatica standard: curano i sintomi non le cause. Senza curarsi degli effetti collaterali - a quelli ci penseranno altri medici, altri ingegneri. Le cause non sono così misteriose, le conosciamo bene, evidenti a tutti i vedenti ma sono out of scope, so' vincoli, NON SE NE PUO' PARLARE. So' #RISORSE.
Tu chiedi all'ingegnere.
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CHURNALISM 🌺🌺🌺
"Churnalism" è un termine peggiorativo per una forma di giornalismo in cui, invece di riportare notizie originali, si riciccia materiale preconfezionato come comunicati stampa o storie fornite dalle agenzie di stampa. Il "churnalism" riduce i costi, la raccolta di notizie originali e il controllo delle fonti. L'origine della parola sarebbe una combinazione di "churn" (ovvero "agitare", "rimestare") e "journalism" (https://en.wikipedia.org/wiki/Churnalism).
Il sito web di Sensible Medicine ha dedicato molteplici pezzi al "churnalism" nella medicina e nella scienza, definendolo come "il resoconto negligente e privo di curiosità di una ricerca biomedica mal condotta. Il churnalismo scambia la vera storia – perché uno studio non è importante o dimostra qualcosa di diverso da quanto sostiene – con un titolo facile." (https://www.adamcifu.com/churnalism). Secondo un recente post del blog di Sensible Medicine (https://www.sensible-med.com/p/churnalism-on-npr), i "sette peccati capitali" del "churnalism" in medicina sono:
1. Dare per scontata la causalità quando uno studio mostrasse solo un’associazione;
2. Estrapolaee e generalizzare senza scrupoli e cautele;
3. Ignorare i fattori di confondimento o di selezione;
4. Non valutare se l’affermazione di un medico o di un ricercatore sia plausibile prima di riportarla tal quale;
5. Usare la “manovra di disclaimer e pivot” – in cui un autore afferma qualcosa del tipo: “Naturalmente questo risultato potrebbe rappresentare solo un’associazione e non una causalità” prima di spendere i successivi otto paragrafi assumendo la causalità;
6. Ignorare l'esistenza di un mondo di ricerche, pubblicate, non pubblicate o “annullate” che potrebbero mettere in discussione la loro tesi;
7. Soprattutto, non manifestare mai alcuna curiosità.
Per combattere questa deriva e i suoi rischi, Sensible Medicine raccomanda di riflettere sempre profondamente su ciò che si sta riportando e cercare punti di vista alternativi, capire che, sebbene lo studio non riesca a mostrare ciò che sostiene l’autore, la ricerca ci dice qualcosa che vale la pena discutere, e promuovere sempre una ricca e vivace discussione.
Giorgio Bianchi
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Il fondatore di Greenpeace
«Vi svelo la truffa ambientalista»
Uno dei padri dell’organizzazione: «La sinistra, capito che attorno all’ambientalismo girano soldi e potere, ne ha traviato la missione L’obiettivo è stato fare da megafono all’apocalisse climatica, con l’uomo unico responsabile da punire.
25 Apr 2024 FRANCO BATTAGLIA
Studioso, ecologista e leader di lungo corso nel campo ambientale internazionale, Patrick Moore, con un dottorato di ricerca in Ecologia dall’Università della British Columbia e un dottorato di ricerca onorario dalla North Carolina State University, è considerato uno dei più qualificati esperti di ambiente al mondo. Nel 1971 fondava Greenpeace, la più grande organizzazione di attivisti ambientali del mondo, ma l’ha lasciata nel 1986.
Come mai l’ha lasciata, dottor Moore?
«Greenpeace è stata “dirottata” dalla sinistra politica quando ha capito che c’erano soldi e potere nel movimento ambientalista. Gli attivisti politici di sinistra in Nord America e in Europa l’hanno trasformata da organizzazione scientifica a un’organizzazione politica di raccolta fondi. Oggi gli ambientalisti si concentrano principalmente sulla creazione di narrazioni progettate per infondere paura e sensi di colpa nel pubblico in modo che il pubblico invii loro denaro».
Cosa pensa dell’Ipcc, il Comitato dell’Onu sul clima? Fa scienza?
«L’Ipcc assume scienziati per fornire loro “informazioni” che supportino la narrazione dell’emergenza climatica. Le loro campagne contro i combustibili fossili, l’energia nucleare, la CO2, la plastica, etc., sono fuorvianti e mirano a far credere alla gente che il mondo finirà, a meno che non paralizziamo la nostra civiltà e distruggiamo la nostra economia. Sono ormai un’influenza negativa sul futuro dell’ambiente e della civiltà umana. Oggi la sinistra ha adottato molte politiche che sarebbero molto distruttive per la civiltà perché non sono tecnicamente realizzabili. Basti pensare all’incombente crisi energetica, una crisi che hanno creato loro stessi, rifiutandosi, opponendosi all’energia nucleare e adottando una posizione impossibile sui combustibili fossili in generale».
L’uomo è il nemico del pianeta…
«Già. Secondo i leader ambientalisti gli esseri umani sono i nemici del pianeta e della Natura. Secondo la nuova filosofia dominante, il mondo sarebbe migliore se esistesse meno gente. Ma le persone che dicono questo non si sono offerte volontarie a essere le prime ad andarsene».
Come accadde che lasciò Greenpeace?
«Ero uno dei 6 direttori di Greenpeace International, e l’unico ad avere una formazione scientifica formale, laurea con lode in scienze e foreste e dottorato in ecologia. I miei colleghi direttori decisero che Greenpeace avrebbe dovuto iniziare una campagna per “bandire il cloro in tutto il mondo”. Ma l’aggiunta di cloro all’acqua potabile, alle piscine e alle terme è stato uno dei progressi più significativi nella storia della sanità pubblica nel prevenire la diffusione del colera. Inoltre, circa l’85% dei prodotti farmaceutici è prodotto con chimica legata al cloro e circa il 25% di tutti i nostri farmaci contiene cloro.
Tutti gli alogeni, compresi cloro, bromo e iodio, sono potenti antibiotici, e senza di essi la medicina non sarebbe la stessa. Invece i miei colleghi pretendevano che il cloro passasse come l’elemento del diavolo” e che il Pvc, cloruro di polivinile, fosse etichettato come “la plastica velenosa”. L’obiettivo era di spaventare il pubblico. Inoltre, questa politica sbagliata rafforza l’atteggiamento secondo cui gli esseri umani non sono una specie degna e che il mondo starebbe meglio senza di loro. Non sono riuscito a convincere i miei colleghi di Greenpeace ad abbandonare questa politica sbagliata. Questo è stato il punto di svolta per me».
Una delle narrazioni di Greenpeace riguarda la scomparsa degli orsi polari
«Il Trattato internazionale sugli orsi polari, firmato da tutti i Paesi polari nel 1973 per vietare la caccia illimitata all’orso bianco, non viene mai citato dai media, da Greenpeace o dai politici che affermano che l’orso polare si sta estinguendo a causa dello scioglimento dei ghiacci nell’Artico. In realtà, la popolazione di orsi polari è aumentata da 6.000-8.000 esemplari nel 1973 a 30.000-50.000 oggi. L’obiettivo della narrazione è sostenere la teoria dell’apocalisse ambientale. Gli Aztechi gettavano le vergini nei vulcani, e gli europei e gli americani hanno bruciato le donne come streghe per 200 anni, sostenendo che così si sarebbe salvato il mondo. Gli esseri umani sono animali sociali con una gerarchia, ed è più facile ottenere una posizione elevata usando la paura e il controllo. La teoria dell’apocalisse ambientale riguarda soprattutto il potere e il controllo politico. Oggi, nei Paesi più ricchi, si stanno prendendo decisioni che i nostri nipoti dovranno pagare. È normale che le persone abbiano paura del futuro perché è sconosciuto e pieno di rischi e difficili decisioni. Alle giovani generazioni di oggi viene insegnato che gli esseri umani non sono degni e stanno distruggendo la Terra. Questo indottrinamento li ha fatti sentire colpevoli spingendoli a vergognarsi di sé stessi».
Perché è stata presa di mira la CO2?
«Il mondo si sta riscaldando dal 1700 circa, e l’ha fatto per due secoli prima dell’utilizzo dei combustibili fossili. Il 1700 è stato l’apice della Piccola era glaciale, un paio di secoli molto freddi che hanno patito scarsi raccolti e fame. Prima di allora, intorno al 1000 d.C., c’è stato il Periodo caldo medievale, quando i vichinghi coltivavano la Groenlandia. Alcuni credono che la CO2 sia la causa principale del riscaldamento degli ultimi decenni. Ma sono principalmente scienziati pagati da politici e burocrati, da media che fanno notizia o da attivisti che fanno soldi. Se l’anidride carbonica fosse la causa principale del riscaldamento, allora dovrebbe esserci un aumento della temperatura in corrispondenza dell’aumento della CO2, ma non è stato così. Inoltre, la CO2 è alla base di tutta la vita sulla Terra e la sua concentrazione nell’atmosfera oggi è più bassa di quanto sia stata per la maggior parte dell’esistenza della vita. L’aumento della CO2 è correlato all’aumento della vegetazione: quasi tutti i coltivatori di serre commerciali in tutto il mondo acquistano CO2 da iniettare nelle loro serre per ottenere raccolti con rese superiori fino al 60%. Gli allarmisti climatici preferiscono discutere delle conoscenze climatiche solo a partire dal 1850. Il periodo precedente viene definito “età preindustriale”. Questa “età preindustriale” è durata più di 3 miliardi di anni, quando la vita era presente sulla Terra. In quel periodo si sono verificati molti cambiamenti climatici, tra cui ere glaciali, ere temperate, grandi estinzioni. Oggi la Terra si trova nell’era glaciale del Pleistocene, iniziata 2.6 milioni di anni fa. Siamo ancora nel Pleistocene, per quanto gli allarmisti climatici vogliano negarlo.
La grande ironia dell’attuale panico climatico è che la Terra è più fredda oggi di quanto lo sia stata per 250 milioni di anni prima dell’inizio del Pleistocene. E la CO2 è più bassa oggi che nel 95% della storia della Terra. Ma non lo saprete mai se ascoltate solo tutte le persone che traggono vantaggio dalla menzogna del cambiamento climatico antropico».
Vogliono azzerare l’uso dei combustibili fossili…
«Non possiamo fermare l’aumento dell’uso dei combustibili fossili o ridurre le emissioni di CO2. Nel 2015, mentre partecipavo alla Cop (Conferenza delle parti) di Parigi, ho offerto una scommessa pubblica di 100.000 dollari in un comunicato stampa diffuso da oltre 200 media, secondo cui entro il 2025 le emissioni globali di CO2 sarebbero state superiori a quelle del 2015. Nessuno ha voluto scommettere con me. Russia, Cina e India rappresentano il 40% della popolazione mondiale e non sono d’accordo con l’agenda anticarbonio. Se aggiungiamo Brasile, Indonesia e la maggior parte dei Paesi africani, la maggioranza della popolazione mondiale non è preoccupata dal clima. Un’altra grande ironia è che molti Paesi con i climi più freddi, come Canada, Svezia, Germania e Regno Unito, sono i più preoccupati per il riscaldamento».
Vogliono produrre energia solo con fotovoltaico ed eolico…
«Le tecnologie fotovoltaica ed eolica sono entrambe molto costose e molto inaffidabili. È incredibile che a così tante persone sia stato fatto il lavaggio del cervello per pensare che interi Paesi possano essere sostenuti con queste tecnologie. Esse sono i parassiti di un’economia più ampia. In altre parole, rendono il Paese più povero rispetto al l’utilizzo di altre tecnologie più affidabili e meno costose. I fornitori di energia eolica e solare godono di sussidi governativi, sgravi fiscali e normative che obbligano i cittadini ad acquistare energia eolica e solare anche se più costosa, con il pretesto che è “rispettosa dell’ambiente”. Milioni di persone pagano di più per l’energia eolica e solare mentre poche persone si stanno arricchendo a spese dei primi. È una colossale frode. Senza contare che parchi eolici e solari utilizzano grandi quantità di combustibili fossili per l’estrazione, il trasporto e la costruzione. E in molti luoghi non producono, nel corso della loro vita, l’energia necessaria per costruirli e mantenerli».
Gli ambientalisti ce l’hanno anche con la plastica...
«La plastica non è un materiale tossico. Ed è per questo che se ne fa così largo uso!».
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L'ARCHIATER
Pochi lo sanno, ma nel 142 d.c., venne istituita, in tutto l'Impero Romano, per ordine di Antonino Pio, la professione del medico municipale, chiamato archiater, ovvero il medico pubblico cittadino, insomma il medico della mutua degli antichi romani. Naturalmente il medico stava in città, per i villaggi invece i cittadini malati dovevano raggiungere la città più prossima, il municipio più vicino. Il medico privato invece era chiamato medicus.
Ne ebbero diritto tutti i cives romani, pertanto esclusi gli schiavi e gli stranieri, ma vigeva per tutto l'impero romano, da occidente all'oriente, dal settentrione europeo al meridione africano. Mai stato fece opera tanto grandiosa. L'architater faceva diagnosi, dava le erbe e le medicine, operava chirurgicamente, curava i denti e le ossa rotte.
I Romani infatti avevano medici, medicine, chirurghi e dentisti, anche se non si conoscevano nè batteri nè virus, scoperti solo nel 1800, per cui erano sconosciuti il contagio e le cause di molte malattie.
Tuttavia i medici romani, anche se non sterilizzavano, tenevano in gran conto la pulizia, tanto che avevano bende pulite e cofanetti e cassette ove tenevano gli attrezzi ben puliti e, se erano di ferro, ben oliati con puro olio di oliva.
Anticamente la medicina proveniva dalle erbe, e la loro ricerca era affidata alle donne. Anche se teoricamente doveva essere il pater familia a prendersi cura della famiglia e pure degli schiavi, in realtà erano le romane a prendersi cura dei familiari con impacchi, decotti, impiastri e tisane dei malati in famiglia, ed erano sempre le donne a fare le levatrici.
Catone si irritò molto per l'uso di valersi dei medici, soprattutto quelli greci che avevano invaso Roma, trascurando i buoni usi antichi e ci ha tramandato che la medicina domestica si basava essenzialmente sull'uso del cavolo, del vino e sul pronunciamento di filastrocche magiche (formule o invocazioni). Egli sintetizza così la cura del pater familiae:
"Forniti di una canna verde, si reciti la formula "motas uaeta daries dardaries, asiadarides una te pes" e si canti ogni giorno "haut haut istasis tarsis ardannabon" e si guarirà così ogni male"
(Marco Porcio Catone, "De agri coltura", 160)
Per fortuna però c'erano le donne della famiglia e poi i medici, e per ciò che riguardava invece le malattie più gravi o la chirurgia, gli uomini che ne avevano possibilità andavano a studiarla nei paesi più progrediti in materia, in Grecia e in Egitto, ma esisteva anche una progredita medicina etrusca.
Nell'ambulatorio veniva attrezzata una piccola farmacia dove le sostanze semplici erano collocate in scatole di legno o vasi di terracotta o di ceramica sigillata (aretina) con l'indicazione del contenuto. Anche nelle case si attrezzarono minuscole farmacie, con cofanetti in metallo, osso o avorio, con diversi scomparti, con bende e medicinali di base per un pronto soccorso.
-Romano Impero
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Ciao Lee, piacere di conoscerti. Cosa ti ha spinta a mollare la tua vecchia facoltà scientifica alla ricerca di altro? Cosa ti ha fatto cambiare idea? Come ti sei sentita? Perdona tutte queste domande, ma in un periodo di incertezza sulle mi scelte passate mi è capitato l’ask dell’anon in cui dichiaravi tutto ciò e mi hai incuriosito.
ciao! allora, rispondere mi richiederà un po', onestamente potrei scriverci un libro sul mio vissuto in merito, quindi scusami se sciorinerò un papiro, ma essendomi trovata dall'altro lato di questa domanda diverse volte, mi sento di risponderti per bene, raccontandoti prima anche un po' della mia storia (io lo trovavo utile, ma se vuoi più giù c'è direttamente la risposta alle domande - che trovi in grassetto).
un po' della mia storia:
innanzitutto, per contesto, io vengo da un ambiente familiare in cui sono stata sempre fortemente elogiata per i miei risultati accademici, ho avuto risultati molto positivi in tutte le scuole che ho frequentato fino al liceo e sono sempre stata spinta verso un determinato tipo di percorso. in particolare, ho un rapporto molto stretto con mia madre, che mi ha cresciuta praticamente da sola, e che avrebbe voluto fare il medico, cosa che non ha potuto fare perchè mancavano i soldi in famiglia per sostenerla in un percorso universitario così lungo. puoi quindi immaginare quale sia la facoltà che io abbia scelto una volta finito il liceo (e che ero "convinta" di voler fare fin dalle elementari).
ora, la mia fortuna-sfortuna è stata che ho superato il test d'ingresso al primo tentativo, quindi sono entrata subito nell'ateneo che avevo scelto. passare dal liceo all'università (e in una facoltà iper competitiva e con un ambiente tossico come medicina) nel giro di un paio di mesi è stato già traumatico a dir poco di per sé, in più non mi ha lasciato il tempo di pensare meglio alla mia scelta e quel che stavo facendo. i primi anni sono stati pieni di tentativi disperati di far funzionare a forza qualcosa che, posso dirlo col senno di poi, chiaramente non mi piaceva e mi rendeva molto infelice. ho dato tutti gli esami dei primi due anni, ma a ogni esame dato la mia salute mentale diminuiva di un tassello. mi dicevo che era normale, che in università è così, e soprattutto mi era stato detto che per fare bene quello che stavo facendo avrei dovuto rinunciare a tutti i miei altri interessi e dedicarmici pienamente, che se volevo "leggere e disegnare" medicina non era la facoltà per me, e così ho fatto, senza capire che mi stavo mutilando. poi ho iniziato il terzo anno, che è anche coinciso con la pandemia covid e quindi un isolamento assoluto, e ho toccato veramente il fondo di me stessa. onestamente non mi va neanche troppo di parlarne perché è stato l'inizio di un periodo estremamente doloroso, che è durato quasi tre anni, durante i quali sono a malapena riuscita a dare cinque esami (considera che il percorso normale ne dura sei, io in due anni e mezzo praticamente stavo ancora dando esami del terzo anno), e che sono davvero contenta di poter dire di aver lasciato dietro di me. pensarci mi rannuvola, ma credo che se avessi avuto la lucidità di rivolgermi ad un professionista avrebbe sicuramente quantomeno notato dei sintomi depressivi piuttosto seri. il fatto è che mi sentivo schiacciata dentro me stessa, come se fossi su un percorso ma senza esserci col cuore e con l'anima e con la testa e con tutta me stessa. mi sembrava tutto vano, come se la vita che era stata sempre colorata e piena di prospettive, si fosse appiattita in una sottiletta monocroma.
odiavo quello che facevo, ma non lo capivo (o non avevo il coraggio di dirmi che avevo imboccato il sentiero sbagliato) e mi sentivo come se non avessi scelta. perché a quel tempo per me era inconcepibile pensare di lasciare...non solo c'era la questione familiare (che era pesantissima) ma anche la convinzione profonda che avevo nel fatto che un percorso come quello di medicina fosse più "solido", che mi avrebbe "garantito un futuro". era quello che mi dicevano TUTTI (non una campana dissonante in questo coro).
ora, io onestamente non avevo avuto neanche tanto il modo di chiedermi cos'altro volessi fare oltre medicina nella mia vita prima dell'università, quindi non avevo un piano B definito, ma sono sempre stata una persona creativa, curiosa, appassionata di cultura, storia, filosofia, letteratura... e mi era stato detto (e ridetto) che tutto questo era privo di valore, che le persone che sceglievano queste discipline come percorso di vita finivano a fare lavori sottopagati e a trovarsi in difficoltà, mi era stato fatto intendere che la mia "bravura" nello studio sarebbe stata "sprecata" in ambiti umanistici e che sarei stata guardata con meno rispetto se avessi scelto un percorso alternativo a quello "predefinito". (quante cazzate, dico adesso). questo mi arrivava sia dalla famiglia che dai colleghi della facoltà di medicina. tantissimo da questi ultimi, che addirittura ricordo una volta mi giudicarono come pigra e inaffidabile quando decisi di portare un blocco da disegno in biblioteca...se ripenso alla poca solidarietà in quell'ambiente mi vengono i brividi. ma al tempo me la prendevo con me stessa, reputavo che il giudizio altrui fosse quello giusto, da seguire, di non potermi fidare di me stessa, quindi ho preferito sedare il lato di me che protestava e mi sono letteralmente spenta, trascinandomi nella vita passivamente, nascondendomi in meccanismi di coping alienanti che mi facevano perdere sempre più dentro me stessa e mi facevano vivere una vita in cui non ero presente, non davvero.
questo finché non sono arrivata a un punto (un annetto fa) in cui ho detto "basta, non voglio più vivere così, qualcosa deve cambiare" e questa era davvero l'unica certezza che avessi, che qualcosa DOVESSE cambiare, era un imperativo luminoso dentro di me.
dunque, per tornare alle tue domande, cosa mi ha spinta a mollare la mia vecchia facoltà scientifica alla ricerca di altro? in sintesi, potrei dire che sia stato 1) un amore ritrovato per me stessa, aver capito che non mi stavo volendo bene e non mi stavo permettendo di vivere per me, con tutti gli annessi e connessi di questa realizzazione, 2) l'aver scardinato (dopo essermi finalmente rivolta a un professionista della salute mentale - cosa che per me è arrivata in seguito a un momento di crisi particolarmente brutto in cui, piangente davanti a mia madre, sono riuscita a dire "io non ce la faccio da sola, ho bisogno di una mano") tutta una serie di preconcetti su me stessa (ad esempio ho scoperto di essere una perfezionista tossica e una people pleaser estrema) e sulla vita e aver capito che dentro me stessa urlavo da un po' ma non mi ero mai ascoltata, 3) l'aver ritrovato la consapevolezza che, non importa quanto difficile e meno convenzionale possa essere la mia strada, ma la mia priorità nella vita è che sia mia, che io la viva in prima persona, che mi porti più vicina a una serenità che è quello che mi importa coltivare. una delle cose che ho imparato a dirmi in questi anni è che il successo nella vita non si misura in base ai risultati ottenuti, bensì in base al benessere generato. vista da questo punto di vista, per me fare un lavoro che mi fa guadagnare meno soldi e meno fama, ma mi regala più pace, più passione, più connessione e più tempo, significa avere più successo. per altre persone sarà diverso ovviamente, e va bene così. purtroppo viviamo in un momento storico in cui le difficoltà economiche impattano tanto sulle nostre scelte (soprattutto in vista di un futuro incerto), ma alla fine a me interessa poter vivere dignitosamente, non ho altre pretese oltre questo e ho capito che questo posso raggiungerlo anche facendo dei compromessi più favorevoli nella mia realtà, senza dover rinunciare a me stessa, ai miei interessi o dovendo vivere una vita che non mi si addice.
cosa mi ha fatto cambiare idea? di questo ne ho parlato ampiamente prima, ma anche qui, in sintesi: la sensazione di essere un'ospite nella mia stessa vita, che non stavo vivendo per me ma solo per soddisfare quello che pensavo fosse l'unico modo giusto di vivere. mi ha fatto cambiare idea anche la convinzione che abbiamo sempre la possibilità di cambiare qualcosa per vivere una vita più nostra. ovviamente le nostre condizioni di partenza sono determinanti per le possibilità che abbiamo (se mia mamma non si fosse spaccata la schiena in azienda io non avrei mai avuto la possibilità di iscrivermi a due facoltà e per così tanto tempo, così come lei non avrebbe avuto la possibilità di crescere una figlia da sola e progredire nella sua carriera se mio nonno non si fosse spaccato la schiena a fare il postino), però sono convinta che siano tante le scelte piccole e grandi che determinano quanto siamo presenti nelle nostre azioni. la vita che vogliamo va scelta, di giorno in giorno, di passetto in passetto e non c'è cosa peggiore di abbandonare sé stessi a una vita vissuta senz'anima.
come mi sono sentita? anche qui in parte ho già risposto, gli anni di medicina mi hanno svuotata, ero diventata piccolissima dentro me stessa, nulla mi toccava più. pensa che, io che sono un'amante della lettura e dei libri da quando ho la capacità di leggere (i libri di geronimo stilton erano un must), e del disegno e dei progetti creativi da quando mi hanno messo in mano un pastello a cera (mia nonna ha ancora le mie opere d'arte contemporanea), ho perso i quegli anni la capacità di dedicarmi a queste e altre attività che ho sempre amato. preferivo farmi risucchiare dal telefono, farmi assorbire dagli scroll infiniti di tiktok o instagram, a volte tumblr stesso (anche se è sempre stato il più "sano" dei miei social) o guardare serie tv tutto il giorno. non riuscivo a dedicarmi a nulla che richiedesse la mia presenza attiva. ero completamente ingabbiata in una vita senza sapore, senza colore, senza emozione. sono troppo felice e fuori di me per esserne fuori!! (e a chiunque mi legga voglio dire SI PUÒ USCIRNE). da quando ho fatto il passaggio, non ti mentirò, ci sono stati momenti difficili (tornare a studiare il latino dopo sei anni, ad esempio! ma anche disabituarsi a certi pattern tossici che prima erano una modalità di sopravvivenza e a volte continuo ad attuare in automatico) ma pian pianino diminuiscono. e quello che provo è indescrivibile; la vita mi sembra un'opportunità quotidiana e non passa giorno che io non mi senta immensamente grata per esserci e per avere la fortuna di poter decidere (!!) di prenderla appieno, tutta quella che c'è, tutto il bello che c'è, finché c'è. ho cancellato quasi tutti i social (ad eccezione di tumblr e youtube) e sto lentamente riacquisendo il controllo della mia stessa esistenza :) e finalmente faccio quello che amo!! e mi sto riabituando a leggere per ore!! e ho voglia di imparare e di conoscere persone e di trovare l'amore e di andare al mare e in montagna e di costruirmi una vita dolce, che sia fatta apposta per me <3 che magari sarà meno "inquadrata", più semplice, che magari dovrò reinventare qui e là ma che sarà soprattutto un motore di gioia, di pace, di amore e di crescita (e quando smetterà di esserlo, la cambierò di nuovo per quel che potrò finché potrò).
ecco, non so se tutto questo pippone ti sia utile a qualcosa, e non conosco la tua storia, ovviamente, però ti consiglierei due cose: innanzitutto, di darti il tempo di capire se il dubbio che provi è un segnale del tuo cuore che ti dice "hey, non ci sto troppo bene in questa vita" (nel qual caso, se ne hai la possibilità, suggerirei tantissimo un percorso di terapia, ci sono strumenti che io non pensavo mai di poter acquisire da un estraneo e invece!!) o se è magari un'insoddisfazione verso alcuni aspetti della tua via, sui quali puoi lavorare senza stravolgere tutto; secondariamente, e questo te lo dico super caldamente, non indulgerei nel riflettere troppo sul passato. per esperienza, non serve a nulla, pensare a "quello che poteva essere" o "quello che avresti potuto fare" è la ricetta comprovata e infallibile per non vivere nel presente e buttare un sacco di tempo in un limbo di auto commiserazione. piuttosto, mi concentrerei su quello che si dispiega davanti a te e le opportunità che hai nel tuo contingente (oggi, domani!! non tra un anno, ma tra un mese! mi raccomando!!) ad avvicinarti a una vita che ti assomiglia :)
ti auguro super buona fortuna e mi scuso immensamente per la lunghezza di questo post, so che sarà noioso da leggere ma mi faceva piacere anche cogliere l'occasione per raccontare qualcosa di me su cui ancora non mi ero aperta in questo blog!
#ask#università#vita#lavoro#carriera#riflessioni#percorsi#qualità di vita#dubbi#dubbi esistenziali#incertezza#benessere psicologico#benessere mentale#psicologia#mio post#storia#storie#su di me#me#medicina
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MAGP002 - Apportare Migliorie
[Episodio precedente] [Indice TMAGP]
[Il decrepito PC dell’O.I.A.R. si accende nuovamente e inizia a registrare da metà di una conversazione.]
[Gwen sta preparando la sua postazione mentre Sam sfoglia il manuale]
SAM
– OK… Dracula.
GWEN
(Distratta) V per vampiri. Presumendo che tu stia parlando del Conte Dracula, come il romanzo, suggerirei la sottosezione “cultura popolare” e presumendo che si stia comportando come penso -
SAM
Cosa che sta facendo.
GWEN
Direi come DPHW… sette quattro sette cinque.
[Sam sfoglia il manuale]
SAM
Fuochino… Sette quattro sei cinque.
[Gwen è chiaramente un po’ irritata]
SAM
OK… Frankenstein?
GWEN
Presumendo che tu intenda lo scienziato e non il mostro –
SAM
È così.
GWEN
– e quindi sarebbe un’altra “rianimazione”, sottosezioni possibili… “ossessione”, “medicina”, “ricerca” e hmmm. “Blasfemia” forse, quindi sarebbe… quattro due tre sette.
[Sam sfoglia nuovamente il manuale]
GWEN
Beh?
SAM
Cinque tre tre sette.
GWEN
Dà qua.
[Sam le passa il manuale]
[Gwen gira una pagina avanti e indietro]
[Si lascia sfuggire un suono frustrato]
[Il manuale viene restituito a Sam in maniera poco elegante]
SAM
Questo coso è enorme, non possiamo pensare di imparare tutto a memoria?
GWEN
Non riuscirai a tenere il passo se te ne resti tutta la notte a sfogliare le pagine.
SAM
Ma di sicuro c’è una logica o altro. Tipo, per che cosa sta DPHW?
GWEN
Non so se sta per qualcosa. È solo un indice arbitrario. Dopo un po’ inizierai a orientarti -
SAM
Ma l’ha creato qualcuno, il che vuol dire che in un momento c’è stata una logica -
GWEN
Sam.
SAM
– quindi se riusciamo a capire che cosa accomuna i casi simili, allora sapremmo su che cosa si basa il sistema e -
GWEN
(più forte) Sam.
[Sam si blocca a metà del discorso]
GWEN
Non siamo qui per decodificare il sistema. Quello è il lavoro di Colin e hai visto quanto lo ha reso gradevole. Limitati a cercare di imparare i codici e processa i tuoi casi.
SAM
(sventolando il manuale) Ma non riuscirò mai a imparare tutta questa roba! Tu sei qui da anni e non sei nemmeno riuscita a -
GWEN
(Freddamente) Allora licenziati. Nessuno ti sta costringendo a lavorare qui.
SAM
Io – (realizza) Già.
[Una pausa. Gwen sta scrivendo con rabbia]
SAM
(tono di scuse) Senti Gwen –
GWEN
(irritata) Cosa?
[Alice entra facendo rumore. Butta le sue borse alla sua scrivania, rompendo la tensione]
ALICE
Ehilà! Vi sono mancata? È stata un’agonia?
GWEN
(rimettendosi al lavoro) Sei in ritardo.
ALICE
Sono sicura che il governo del Regno Unito sia riuscito a cavarsela senza di me per…
[Controlla l’orologio e ridacchia]
ALICE
…tre minuti e mezzo.
GWEN
(Continuando a scrivere) Chissene.
ALICE
Tutto bene qui? Ti sei divertito a giocare con la Zietta Gwen?
[Una pausa]
SAM
…Sì. Tutto bene.
[Una pausa]
ALICE
(accendendo il suo computer) …fico. Analizzeremo questo pesante silenzio più tardi. Non abbiamo ancora finito i tuoi casi arretrati.
SAM
Certo.
[Una pausa. Rumore di tasti mentre tutti lavorano.]
GWEN
(Borbotta) Se sei così preoccupata dai casi arretrati allora forse potrebbe essere utile arrivare in orario…
ALICE
(avvicinandosi silenziosamente Gwen) Hey Gwen? Gwen? Gwen?
GWEN
(A denti stretti) Cosa?
[Pausa]
ALICE
(Ironica) Il tempo non è reale.
[Sam ridacchia]
[Gwen fa un respiro profondo]
GWEN
Chiudi il becco.
[Saltiamo a un’altra registrazione. Le voci qui sono un po’ distorte, essendo una videocall]
DARIA
Pronto, mi senti?
PSICOLOGA
Sì, ma non c’è il video.
DARIA
Um. Io, um preferirei di no se va bene?
PSICOLOGA
Potrebbe essere una cosa di cui parlare in seguito, ma per adesso va bene.
DARIA
Ottimo.
PSICOLOGA
Ho visto gli appunti che il dottor Khan mi ha mandato e c’è molto di cui discutere quindi -
DARIA
Non sono pazza.
[Una pausa]
PSICOLOGA
Ma certo. Non mi piace molto quella parola nemmeno a cose normali, ma sono curiosa di sapere perché hai deciso di iniziare così.
DARIA
L’ultimo tizio usava molto la parola “allucinazioni”, ma non è così… so che è stato reale. E ho bisogno che tu mi creda.
[Pausa]
PSICOLOGA
Penso di poterlo fare. Posso provarci, almeno.
DARIA
E non fare nemmeno quello. Non voglio farti pena. Voglio solo arrivare alla fine di questo percorso.
[Pausa]
PSICOLOGA
A cose normali non incoraggerei questo approccio, ma comprendo che queste sono sedute imposte dal tribunale, quindi la situazione è un po’ più complessa. Perché non iniziamo sentendo la tua versione di quello che ti ha portata qui. Che ne pensi?
DARIA
Oh. Er. Non pensavo che ci saremmo arrivate subito così…
PSICOLOGA
Non dobbiamo se non vuoi.
DARIA
No, no, va bene. È solo che, non so bene da dove partire, sai?
PSICOLOGA
Prenditi tutto il tempo che ti serve.
DARIA
Certo.
[Una pausa mentre pensa]
DARIA
Ho sempre odiato il mio aspetto. Sono certa che sotto ci sia qualche trauma nel profondo se proprio vuoi scoprirlo, ma è un fatto. E non una cosa a cui posso non pensare. Sono un’artista che lavora principalmente grazie alle commissioni sui social media. Il che vuol dire che passo quattro o cinque ore al giorno su Instagram come minimo, e questo ti crea problemi dopo un po’, sai? Cioè, si sà che è tutto finto, sono tutti filtri e Photoshop e tutti fanno finta di essere “al naturale” e #makeupree! Ma saperlo non ti rende immune, e sì, mi sono ritrovata in un periodo un po’ buio. E quando ho compiuto 30 anni, ho deciso di fare qualcosa al riguardo.
Sono partita dai capelli, li ho lasciati crescere per far sembrare la mia faccia più lunga. Ha funzionato più o meno. Poi mi sono liberata di tutti i vestiti vecchi di mia sorella maggiore e ho attinto ai miei risparmi per prendermi un paio di jeans che non mi facessero sembrare un cono stracarico di gelato. Ho persino sborsato un bel po’ per un tubino nero per quando sarei riuscita a perdere un po’ di peso. Mia mamma ha detto che ero troppo ambiziosa, ma adesso mi sta largo, ovviamente. La maggior parte dei vestiti mi stanno larghi…
[Una pausa]
PSICOLOGA
Daria?
DARIA
(imbarazzata) Scusa, dove ero rimasta?
PSICOLOGA
Stavi cambiando look.
DARIA
Oh, già, sì. Allora ero in bagno davanti allo specchio che cercavo di capire che cosa mancava, ed è stato a quel punto che ho deciso che avevo bisogno di un tatuaggio. Ne avevo già un paio - delle cosucce sul polpaccio e sul polso - ma ho deciso che mi serviva qualcosa di grosso. Qualcosa che cambiasse davvero il mio aspetto. Quindi ho iniziato a cercare dei tatuatori su Insta.
All’inizio sembra che ci sia una marea di scelta, ma più guardi più ti rendi conto che per la maggior parte sono design riciclati, e anche quelli erano deeecisamente troppo costosi per me.
A dire il vero stavo cercando un po’ di ispirazione per una commissione quando li ho trovati. Dovevo fare un ritratto per un personaggio, una generica streghetta alchimista, ed è stato mentre stavo cercando dei simboli o roba simile che ho trovato “Ink5oul” - è, uh, come “ink soul”, anima d’inchiostro, ma la S è il numero 5. Puoi cercarli. Adesso sono piuttosto popolari.
Non avevano altrettanti followers allora, ma i loro design erano fantastici, e offrivano uno sconto enorme se dopo accettavi di farti scattare delle foto. Ho pensato che non avevo niente da perdere a contattarli, quindi sono andata sul loro sito, ho compilato il loro form “about me” per contattarli e ho ricevuto immediatamente una risposta che mi invitava al loro “prestigioso” studio di Londra.
Ho udito lo studio prima ancora di vederlo. Della sgradevole musica dubstep riecheggiava dall’altro capo del corridoio, e quando ho girato l’angolo mi sono ritrovata davanti il set up più da influencer che si possa immaginare. Un'enorme scritta a neon viola occupava la maggior parte dell’ingresso del negozio con “Ink5oul” in corsivo, affiancata da un paio di casse così grandi da essere ridicole. Guardando l’interno, dava più l’idea che lo studio fosse dedicato alle lampade ad anello e all’attrezzatura fotografica che ai tatuaggi!
Ink5oul in persona erano… onestamente, erano un po’ una delusione. Non mi mi è rimasto molto impresso, tranne che avevano un bellissimo design con un serpente e dei fiori che correva lungo il loro braccio fino al collo ed era così vivido che sembrava sul punto di strisciare via dalla loro pelle e sulla sedia.
Mi hanno fatto cenno di avvicinarmi e abbiamo chiacchierato per un po’. È stato strano - non mi hanno chiesto il tipo di disegno che volevo, mi hanno solo fatto domande sulla mia vita, sul motivo per cui volevo l’inchiostro. Sono stata onesta, forse anche fin troppo, ma niente è sembrato attirare la loro attenzione finché non gli ho detto cosa facessi per vivere. Poi hanno fatto un sorriso enorme e hanno urlato,”L’artista diventa la tela!”
Prima che potessi rispondere hanno pigiato un pulsante del loro setup, e improvvisamente eravamo in diretta streaming con le luci puntate negli occhi e il loro braccio stretto attorno alle spalle. Non ricordo molto di quello che hanno detto ai viewers, ma continuavano a ripetere a tutti quanto ero fortunata mentre mi trascinavano sulla sedia. E poi all'improvviso l’hanno reclinata, e prima che mi rendessi conto di quello che stava succedendo, ho urlato per la sorpresa quando l'ago mi ha toccato la pelle. Non avevano parlato del disegno o altro, hanno solamente iniziato a lavorare sulla parte interna del mio braccio sinistro, quello con cui disegno. Potevo sentire il panico montare, ma non potevo che restarmene seduta immobile.
A quel punto avevo perso la capacità di pensare, in quanto quello è stato il peggior dolore di tutta la mia vita. Terribili fitte di dolore mi attraversavano il braccio da una estremità all’altra, dal petto alla punta delle dita. Ogni muscolo si era teso per riflesso e avevo inarcato la schiena sulla sedia. Volevo urlare ma non riuscivo nemmeno a respirare, come se migliaia di vespe mi stessero dilaniando il corpo con i loro pungiglioni mentre della mediocre musica dubstep mi attraversava la cassa toracica e Ink5soul chiacchieravano con i viewers, del tutto indifferente.
Devo essere svenuta, perché quando ho riaperto gli occhi Ink5oul si trovava dall’altra parte dello studio a pulire gli strumenti insanguinati. Lo streaming era finito e sembrava che fossi stata dimenticata. Il dolore era diminuito, quindi mi sono azzardata a controllare l’avambraccio, mi aspettavo di vedere un macello di brandelli insanguinati. Ma invece, un perfetto design con dei pennelli partiva dall’interno del mio gomito fino al palmo della mano, un vortice di motivi floreali intrecciati con simboli che non riconoscevo. Nonostante il dolore ho ruotato il braccio avanti e indietro per ammirare l'opera, e quei simboli quasi parevano brillare sotto la luce. Era… era bellissimo.
Così come le luci si erano accese all’improvviso, si spensero, e io venni accompagnata all’uscita. Niente raccomandazioni, niente cure. Dissero che avevano le foto di cui avevano bisogno e prima che me ne accorgessi, mi ritrovai fuori, disorientata e malferma. Avevo preso in considerazione di rientrare, ma ero così�� stanca… invece me ne tornai barcollando a casa, con il mio nuovo tatuaggio completamente esposto.
Una volta tornata al mio appartamento, l’ho pulito, ho messo la crema, e poi l’ho coperto come meglio potevo, ma era già guarito. Se non fosse stato per il dolore, sarebbe potuto essere lì già da delle settimane. Sono andata davanti allo specchio del bagno e mi sono osservata e per la prima volta ho visto una persona interessante. Una persona che volevo conoscere meglio.
Sono diventata un po’ maniacale a quel punto. Per la prima volta in vita mia volevo provare un auto-ritratto. Qualcosa di autentico e fisico, volevo sentire i pennelli nelle mie mani e l’olio sulle mie dita.
Ho lavorato per tutta la notte con una passione che non provavo da anni. C’erano spessi grumi di vernice in tutta la stanza; le mie mani, braccia e viso e vestiti ne erano coperti, ma quando ho studiato il lavoro finito, era perfetto. Non solo, era di gran lunga il mio miglior lavoro, un Impasto bellissimo che saltava fuori dalla tela. Mi definivo un’artista da anni, ma questa è stata la prima volta che mi ci sono sentita.
Non ricordo di essermi addormentata, e non mi sono svegliata fino a dopo le quattro di pomeriggio. Ero ancora stanca e avevo un mal di testa martellante oltre al mio braccio dolorante, ma mi sono comunque svegliata con il sorriso, perché quando ho aperto gli occhi, la mia stessa faccia mi stava guardando. E per la prima volta, non provavo vergogna.
Per lo meno, non all’inizio.
Osservandola, però, ho notato che anche se era fedele alla realtà, non era perfetta. Gli occhi erano ancora leggermente sbagliati, l’angolo del sorriso non era corretto, e ovviamente il naso aveva ancora qualcosa che non andava.
Guardandomi intorno, mi sono resa conto che tutti i miei colori erano ancora fuori. Ho guardato il mio nuovo tatuaggio, e mi sono resa conto che avrei potuto fare un ritocco veloce. Niente di eclatante, solo un piccolo aggiustamento, solo per me.
Nonostante il mal di testa, la fame, la fatica e il dolore al braccio, ho portato una spatola all’occhio sinistro. Solo un piccolo tocco. Era un cambiamento sottile, si notava a malapena, ma sapevo che stavo facendo del progresso, perché potevo sentire quando la lama grattava l’osso.
Quando sono andata in bagno a controllare, ero soddisfatta del risultato. Non c’erano chiazze scolorite, niente sangue, nessuna ferita ma il volto attorno ai miei occhi era decisamente più simmetrico. Aveva un aspetto decisamente migliore. Ma non ancora perfetto.
Mi sarei dovuta fermare allora. Avrei dovuto fare una pausa. Avrei dovuto chiamare mia mamma, mettere tutto da parte e uscire, ma… avevo il potere nelle mie mani. Potevo finalmente rendermi perfetta. All’inizio erano leggeri miglioramenti, che ogni volta davano un nuovo brivido di dolore. Ho allungato leggermente le mie dita, reso le mie orecchie un po’ più delicate, ho raddrizzato il naso e cambiato l’angolo degli zigomi, affilato il mento, rimpicciolito la vita e aumentato il petto, ho reso la mia forma più affusolata, allungato le gambe, sistemato le caviglie, assottigliato i polisi, accorciato i piedi.. Niente di che, davvero.
Ma è stato quando ho ritoccato le spalle che sono incappata in un problema. Mentre il mio pennello e la mia spatola facevano le loro alterazioni, il tatuaggio sul mio braccio ha iniziato a fuoriuscire, non dalla mia pelle, ma lungo la parte superiore del braccio, diffondendosi e riversando i suoi fiumi di colori nei nuovi confini che stavo tracciando. E il tatuaggio era, ovviamente, l’unica cosa che al momento era perfetta, quindi dovevo lavorare senza toccarlo come meglio potevo.
Ho lavorato costantemente per giorni. Ogni volta che passavo la spatola nella mia pelle e le davo una nuova forma mi facevo sempre più vicina alla perfezione, ma ogni volta dovevo fare sempre più compromessi attorno al tatuaggio che si diffondeva.
Ero vicina però, così vicina. C’ero quasi, a quella sensazione di totalità che senti solo quando la tela è finalmente completa… Ma non riuscivo a fare quell’ultimo passo. Ogni volta che sistemavo un punto altri due si disfacevano, e per tutto il tempo il tatuaggio continuava a diffondersi sempre più e il mio capolavoro si allontanava sempre più.
È stato allora che Sarah, la mia coinquilina, è tornata dalla visita ai suoi genitori. Avevo perso la cognizione del tempo e non mi ero resa conto che il suo viaggio era già finito.
Avevo sperato che avrei potuto mostrarle il mio nuovo look una volta finito, ma non ne ho mai avuto la chance. Ha varcato la soglia proprio mentre stavo finendo la bocca, quindi non ho potuto dire niente. Se avessi potuto, sono certa che sarei riuscita a spiegarmi e far sì che capisse.
Invece, si è messa a urlare, e quando ho fatto dei rumori rassicuranti e ho allungato una mano verso di lei, è indietreggiata. Sono riuscita ad afferrarla per un momento, ma il lavoro che avevo fatto sulle mie mani il giorno precedente mi ha impedito di stringere la presa.
È stato allora che mi ha tirato un pugno. Sono certa che fosse solo sorpresa, ma è stato comunque straziante. La sua mano ha colpito proprio il mio zigomo distruggendo il lavoro di giornate intere e da come ha continuato, avresti pensato che la faccia rovinata fosse la sua.
Comunque, sono sicura che hai letto il resto nella verbale del tribunale. Quando è arrivata l’ambulanza, Sarah gli ha detto che avevo provato a suicidarmi con dell’acido che ha trovato tra le cose che uso per dipingere. Mi hanno messa sotto osservazione preventiva e mi hanno concesso di uscire solo quando ho accettato di sottopormi alla terapia. Non ho più fatto nessun aggiustamento da allora. È solo che, mi sa che sto aspettando l’ispirazione.
[Una pausa]
PSICOLOGA
Capisco. Che storia.
DARIA
Non mi credi nemmeno tu.
PSICOLOGA
Non è quello che ho detto. Mi piacerebbe, comunque, chiedertelo in maniera diretta: hai provato a farti del male con l’acido?
[Una pausa]
DARIA
Certo che no. Non ho mai voluto farmi del male, volevo solamente essere… migliore.
PSICOLOGA
Buono a sentirsi.
DARIA
Se avessi voluto ripulire la tela, avrei usato l’acquaragia.
[Di nuovo all’audio del computer dell’O.I.A.R.]
[Un ping quando Sam finisce di catalogare il caso]
[Si stiracchia e fa un respiro profondo]
ALICE
(girandosi) Problemi?
SAM
Hm? No.
ALICE
(Tornando al lavoro) Oh ottimo.
[Una pausa]
SAM
È solo che…
ALICE
(ancora al lavoro) Uh-huh?
SAM
Come diavolo fate ad ascoltare tutte queste cose? Sembra che non vi facciano né caldo né freddo!
ALICE
Oh, capisco… Vuoi sapere come riuscire a leggere e ascoltare tutte queste cose?
SAM
Sì!
ALICE
Il segreto sta nella mia mente di acciaio che mi rende stoica di fronte alle atrocità che codurrebbero la gente con una forza di volontà inferiore alla follia?
SAM
(più irritato) Per favore.
[Una pausa]
ALICE
Smettila di prestare attenzione.
Non guardarmi così, sono seria. Io mi limito a cercare nel testo le parole chiave, e se è uno di quelli parlanti pigio play e nel mentre faccio altro. Poi quando ha finito di fare le sue cose inquietanti lo processo e vado avanti. Non ce la farai se continui ad assorbire tutto. Cavalca l’onda senza essere risucchiato.
SAM
E se trovi qualcosa che sai che potrebbe essere vero?
ALICE
Perchè dovrebbe fare qualche differenza? In più, siamo pagati proprio per non infischiarcene.
SAM
Sì, ma –
ALICE
Mi hai chiesto come faccio. Ecco come.
[Una pausa]
SAM
(Sospirando) Va bene.
ALICE
(tornando al lavoro) Prima lo accetti meglio stai.
SAM
(non convinto) Certo.
[Rumori del sistema CCTV quando inizia una nuova registrazione]
[Alice si sta facendo un pessimo caffè alla macchinetta]
[Gwen entra e inizia afarsi un tè]
[Una lunga pausa]
ALICE
Gwendolyn.
GWEN
(Fredda) No.
ALICE
(Ironica) Wow. Che modo antipatico di salutare la tua “migliore amica di lavoro”!
GWEN
Non sono in vena.
ALICE
Va bene. Possiamo comunque fare due chiacchere come delle persone normali.
[Una pausa. Gwen non le dà spago]
Dunque...
[Un’altra pausa]
Se potessi magicamente parlare tutte le lingue, ma dopo ogni frase dovessi fare una scorreggia molto rumorosa e dichiarare “sono stata io e lo farò di nuovo.” Accetteresti?
GWEN
Lena sta pianificando dei licenziamenti.
ALICE
(davvero scioccata) Cosa?
GWEN
Sì. Sono passata davanti al suo ufficio prima e l’ho sentita al telefono. Stanno “espandendo le operazioni esterne” e sai cosa vuol dire. Outsourcing. Licenziamenti.
ALICE
È assurdo! Siamo tipo solo in tre qui. Tra l’altro, tecnicamente questi sono i servizi civili. È impossibile che riescano a delocalizzare tutto senza una montagna di scartoffie.
GWEN
Non puoi saperlo.
ALICE
Hai visto la quantità di carte che genera questo posto. Devi compilare un modulo in triplice copia prima che ti lascino andare a pisciare! Le ce vorrebbero degli anni per fare quello che dici tu.
GWEN
Magari ha iniziato l’iter anni fa. Sappiamo entrambe che Lena non ci penserebbe due volte a cacciarci entrambe.
ALICE
Te, magari. Mi piace pensare che io e lei abbiamo un buon rapporto.
GWEN
Nell’ultimo anno ti avrà detto massimo 10 parole.
ALICE
Lo so. Davvero buono, no? Comunque, che te ne frega? Tu dovresti esserne felice. Una bella e sostanziosa buonuscita e puoi finalmente mollare questo lavoro che odi così tanto.
GWEN
Non odio questo lavoro.
ALICE
Mi avresti potuta fregare!
GWEN
Quello che odio è che nessuno in qua dentro mi porta un briciolo di rispetto.
ALICE
Ah.
[Una pausa]
Sì, non succederà mai.
GWEN
Chiaramente.
ALICE
Penso comunque che tu abbia frainteso. C’è la stessa probabilità che Lena assuma un altro Sam che ci butti tutti fuori.
GWEN
Se lo dici tu.
[Di nuovo al computer dell’O.I.A.R.]
[Il rumore delle tastiere è accompagnato dalla musica che proviene dalle auricolari di Alice]
[Il telefono di Alice inizia a vibrare sulla scrivania]
SAM
Alice.
[Una pausa]
SAM
Alice!
[Sam la tocca]
ALICE
(togliendosi le cuffie) Ow! Che?
SAM
(Tornando al lavoro) Il cellulare.
ALICE
(Risponde al cellulare e si alza in piedi) Oh grazie.
(Al telefono) Beh ma ciao! Perché mi chiami così tardi? Hm? No, non sono impegnata. Sono a lavoro quindi…
[Fa una pernacchia, Sam ride suo malgrado]
[Passi mentre Alice gira per l’ufficio]
ALICE
Sì, che c’è? Okay. Com’era il pubblico? Sembra uno show abbastanza serio. Non è questo il modo di rivolgerti a tua sorella maggiore. Disgraziato. Allora questa volta c’è davvero la possibilità di un tour oppure… fico. E presumibilmente adesso che ci sono delle attenzioni vere e proprie ti butteranno fuori per qualcuno che sa, beh, suonare uno strumento? Awwwww, sei sempre così dolce.
[Una pausa]
ALICE
(un po’ più seria) Er, sì, dovrebbe andare bene. Dovrà essere dopo il 28, visto che la paga è quel giorno.
Okay, non preoccuparti. Senti, probabilmente dovrei andare e lavorare. Sarebbe davvero imbarazzante se venissi licenziata proprio quando stai per diventare una rockstar stordita dalle droghe.
[Una pausa]
Sì, non ti preoccupare, ci risentiamo più tardi. Salutami Trotter.
[Alice mette giù, veramente felice per un attimo]
SAM
Come sta Luke?
ALICE
Sta bene!
SAM
Suona sempre per i Proiettili per San Sebastiano?
ALICE
(Tornando alla scrivania) Dio no! Si sono sciolti anni da. È con un gruppo nuovo: Dredgerman. Non sono niente male.
SAM
Sono felice stia bene, per quel che riguarda i fratelli ti saresti potuta ritrovare di peggio -
ALICE
Anche lui ha i suoi momenti.
[Una pausa]
ALICE
(cambiando argomento) E quello cos’è?
SAM
Hmmm?
ALICE
“L’Istituto Magnus?” Stai già pensando di abbandonare la nave?
SAM
Oh non è niente, solo qualche ricerca -
ALICE
Ricerca? Sam, dimmi che non è collegato a uno dei tuoi casi.
SAM
Solo una cosa che avevo trovato il mio primo giorno. Stavo cercando di togliermelo dalla testa.
ALICE
Beh, fallo meglio.
SAM
Va tutto bene, onestamente, sto rispettando il carico di lavoro–
ALICE
Non è per quello.
SAM
Allora qual’è il problema?
[Una pausa]
ALICE
Prima non stavo scherzando, devi davvero tenere le cose separate per questo lavoro. Crea una scatola nella tua testa, e alla fine del turno butta tutto lì dentro e poi pigia il bottone dell’inceneritore, okay? Non vuoi pensare a queste cose fuori da qui. Non ti farebbe bene. Ho già visto della gente diventare strana.
SAM
E fammi indovinare, io sono già abbastanza strano.
ALICE
Sono seria, Sam.
SAM
(Comprende) Okay. Ho capito.
[Click come chiude la pagina su internet]
ALICE
Grazie.
SAM
Non ti preoccupare.
ALICE
Quella sarebbe l’idea di base.
[Computer che si spenge]
[Traduzione di: Victoria]
[Episodio successivo]
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🐝 🍯REAL FOOD.
Royal jelly, polyn, honey are foods offered by bees, which are processed inside the hives (natural bee nests).
Each hive is capable of hosting 50,000 bees, which are well organized and clearly divided
in different castes:
🐝worker bees, queen bees and drones (male bees that die immediately after fertilizing the queen).
🐝Only the queen can generate life in a hive, and she is killed when she is unable to lay new eggs.
🐝Worker bees and the queen bee have the same DNA, genotype, but have completely different appearance and characteristics.
It happens that the nutrients, the microRNAs, the exosomes of royal jelly, exert a positive modulation on the DNA which will make the difference between queen bees and worker bees.
🐝The action of the microRNA contained in the exosomes of royal jelly has also been studied on human stem cells, showing a positive action.
Stem cells are the parent cells of other cells.
In order not to die, the human body must renew itself every day through stem cells.
🐝🍯Honey, pollen and propolis contain exosomes derived from flowers in different doses.
The most current scientific research is offering an explanation to the popular traditions that have lived the food gifts of bees with great respect.
Nature: flowers, bees, humans united and interconnected in their biological life, however remain a wonderful mystery.
Doctor Pier Luigi Rossi.
University professor.
Specialist in Food Science.
Specialist in Preventive Medicine.
���The treasure chest of nature
🐝 🍯IL CIBO REALE.
Pappa reale, poline, miele, sono alimenti offerte dalle api, che vengono elaborati all'interno degli alveari (nidi naturali delle api).
Ogni alveare è in grado di ospitare 50.000 api, che sono ben organizzate e nettamente suddivise
in differenti caste:
🐝api operaie, ape regina e fuchi,(le api maschi che muoiono subito dopo aver fecondato la regina).
🐝Solo la regina può generare la vita in un alveare, e viene uccisa quando non è in grado di deporre nuove uova.
🐝Le api operaie e l'ape regina hanno lo stesso DNA, genotipo, ma hanno aspetto e caratteristiche del tutto diverse.
Succede che i nutrienti i microRNA, gli esosomi della pappa reale, esercitano una modulazione positiva sul DNA che farà la differenza tra ape regina e api operaie.
🐝L'azione del microRNA contenuti negli esosomi della pappa reale, è stata studiata anche sulle cellule staminali umane evidenziato un'azione positiva. Le cellule staminali sono le cellule madri di altre cellule. Il corpo umano per non morire, si deve rinnovare ogni giorno proprio attraverso le cellule staminali.
🐝🍯Miele, polline e propoli, contengono in dosi diverse esosomi derivati dai fiori. La più attuale ricerca scientifica sta offrendo una spiegazione alle tradizioni popolari che hanno vissuto con grande rispetto i doni alimentari delle api.
La natura: fiori, api, umani uniti interconnessi nella loro vita biologica, restano comunque un meraviglioso mistero.
Dottor Pier Luigi Rossi.
Professore Universitario.
Specialista in Scienza Dell'alimentazione.
Specialista in Medicina Preventiva.
📚Lo scrigno della natura
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Impronte atomiche del cancro: nuova frontiera nella diagnosi e nel trattamento?
In un'eccitante fusione tra medicina e geologia, i ricercatori hanno scoperto che le cellule tumorali presentano delle impronte atomiche, distinguibili da quella dei tessuti sani. Questa scoperta rivoluzionaria, avvalendosi di uno strumento comunemente impiegato in geologia, apre nuove strade per la diagnosi e il trattamento del cancro. Impronte atomiche del cancro: lo studio Lo studio, condotto da scienziati della CU Boulder e della Princeton University, ha analizzato i rapporti di isotopi di idrogeno, ovvero atomi di idrogeno con un diverso numero di neutroni, in cellule di lievito e cellule epatiche di topo coltivate in laboratorio. L'analisi ha rivelato che le cellule in rapida crescita, come quelle tumorali, possiedono un rapporto isotopi di idrogeno significativamente diverso rispetto alle cellule sane. Questa differenza è dovuta al metabolismo accelerato delle cellule tumorali, che le porta a favorire l'idrogeno più leggero (protio) rispetto al suo isotopo più pesante (deuterio). Le potenzialità della scoperta Le potenziali applicazioni di questa scoperta sono numerose. La "firma" atomica del cancro potrebbe essere utilizzata per: - Diagnosticare il cancro in modo precoce e non invasivo: Analizzando i fluidi corporei o i tessuti alla ricerca di questo caratteristico rapporto di isotopi di idrogeno, i medici potrebbero identificare il cancro in fase iniziale, quando è più curabile. - Monitorare l'efficacia del trattamento: Misurando i cambiamenti nel rapporto di isotopi di idrogeno nel tempo, i medici potrebbero monitorare l'effetto del trattamento e adattare le strategie terapeutiche in base alla risposta individuale del paziente. - Sviluppare nuovi farmaci: La comprensione del metabolismo alterato delle cellule tumorali potrebbe portare allo sviluppo di farmaci mirati che sfruttano la loro dipendenza dal protio. Tuttavia, ci sono ancora ostacoli da superare prima che questa tecnologia possa essere applicata nella pratica clinica. La sfida principale è sviluppare metodi sufficientemente sensibili e non invasivi per misurare i rapporti di isotopi di idrogeno nei tessuti umani. Nuove sfide Nonostante queste sfide, la scoperta delle "impronte atomiche" del cancro rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro questa terribile malattia. Apre nuove strade per la diagnosi precoce, il monitoraggio del trattamento e lo sviluppo di terapie personalizzate, offrendo una speranza rinnovata ai pazienti oncologici di tutto il mondo. Oltre al potenziale impatto sulla diagnosi e sul trattamento del cancro, questa scoperta potrebbe avere implicazioni anche in altri campi della biologia e della medicina. La possibilità di distinguere tra cellule sane e tumorali basandosi sulla loro composizione isotopica potrebbe essere utile per studiare lo sviluppo del cancro e testare nuovi farmaci. La scoperta delle "impronte atomiche" del cancro è un'importante pietra miliare nella ricerca scientifica, con il potenziale di trasformare la nostra lotta contro questa malattia. L'ulteriore sviluppo di questa tecnologia potrebbe salvare innumerevoli vite e migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici in tutto il mondo. Foto di GrumpyBeere da Pixabay Read the full article
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Prevenzione in Italia: Solo il 23% degli Italiani si Definisce Proattivo. Conclusa a Roma la 19ª Edizione del Forum Meridiano Sanità: Disuguaglianze e Sfide per una Sanità Sostenibile
Si è chiusa a Roma la 19ª edizione del Forum Meridiano Sanità, intitolata "Health for all Policies: verso una nuova visione strategica del sistema sanitario per la crescita del Paese".
Si è chiusa a Roma la 19ª edizione del Forum Meridiano Sanità, intitolata “Health for all Policies: verso una nuova visione strategica del sistema sanitario per la crescita del Paese”. Il Forum, ospitato allo Spazio Esposizioni, ha evidenziato importanti temi di attualità nel settore sanitario italiano, con particolare attenzione alla prevenzione e alle difformità territoriali nell’accesso ai…
#Alessandria today#barriere economiche#collaborazione istituzionale#Comunicazione sanitaria#coperture vaccinali#differenze regionali#disuguaglianze sanitarie#Forum Meridiano Sanità#forum sanità#Google News#governance europea#immunizzazione#indicatori prevenzione#invecchiamento attivo#invecchiamento della popolazione#investimenti sanità#italianewsmedia.com#Lea#Life Sciences#Livelli Essenziali di Assistenza#Medicina preventiva#Meridiano Sanità 2024#monitoraggio sanitario#nord sud Italia#Orazio Schillaci#Pier Carlo Lava#politiche sanitarie#prevenzione in Italia#resilienza sociale#Ricerca e Sviluppo
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Salute, torna la Giornata dell'ipertensione arteriosa nei rifugi di montagna
Tra il 6 luglio e il 10 agosto l’iniziativa di Club alpino italiano, Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa e Società Italiana di Medicina di Montagna coinvolgerà 50 rifugi alpini e appenninici in 14 regioni. I frequentatori potranno misurare la propria pressione arteriosa e rispondere in forma anonima a un questionario utile ai fini della ricerca. Nella maggior parte dei rifugi la…
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Ma lo svilire le facoltà umanistiche 24/7 è un hobby puramente italiano o è international?
Perché lo capisco che un paese che produce pochi stem è messo male per ricerca, sviluppo economia ecc. Ecc.(oltre ad essere bellissime materie,quindi un peccato di per sé),ma non è manco possibile che ogni volta che si parla di qualcosa di umanistico o sanitario che non sia medicina in automatico è: scienza delle merendine, fabbrica di disoccupati e così via.
Gli esseri umani sono complessi e hanno tremila sfaccettature PROPRIE,è giusto studiare e produrre conoscenza in ambiti che anche in società gloriose e a cui guardiamo con gli occhi a cuoricino(roma/grecia) avevano dignità e grande spazio.
Prendo la più note delle facoltà dei kinder brioche per i meme:scienze della comunicazione.
Studiare i meccanismi comunicativi,i media, l'influenza e come plasmano la società può veramente essere considerata inutile solo perché non fa fare gli occhi a dollaro alle aziende?
Una società che svilisce gli ambiti della conoscenza,a prescindere da quali siano,è perduta.
Le persone che sono abbastanza intelligenti da non dividere in saperi di serie a e b sempre meno e sempre meno portate al dialogo perché a parlare con un muro non ci concludi granché.
Il resto delle persone sono sopite da non si sa cosa a sbraitare su un social x,fare la lotta tra poveri o ad essere wannabe imprenditori col 💎 in bio.
Ignoranti, violenti,intolleranti, più poveri materialmente e umanamente ma felici(?)
Mi piacerebbe dire che il ricambio generazionale salverà il mondo,ma quelli col diamante vanno dagli anni 90 in poi.
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Lago Techirghiol è la bellezza naturale, le benedizioni e la salute offerte da questa piccola città multietnica di Costanza
Techirghiol Liman, chiamato anche Lago Techirghiol, si trova alla periferia della località balneare di Eforie Nord sulla costa del Mar Nero, a 12 km dal porto di Costanza, in Romania. È un limano marino-fluviale con una superficie di 10,68 km², separato dal mare da un perisip e con una profondità massima di 9 m. Attraverso il piccolo apporto di acqua dolce, l'acqua di liman ha aumentato la sua concentrazione salina a circa 95 g / l. Questo fenomeno ha permesso la formazione di uno strato di fango con qualità terapeutiche.
Sulle rive del fiume di fronte a Eforie Nord si trova la città di Techirghiol, fondata nel 1893. Dal 1899 è stato aperto un sanatorio a Techirghiol. La città è una famosa stazione di trattamento, dove gli effetti terapeutici dell'acqua salata (mineralizzata) e fanghi di limano, raccomandati per il trattamento di malattie come la psoriasi, i reumatismi, le allergie, ecc. Una panoramica della composizione chimica del lago ci mostra una porzione centrale, comprendente i resort Techirghiol, Eforie Nord ed Eforie Sud, una mineralizzazione e salinità praticamente omogenee, sia orizzontalmente che verticalmente (fino a 3 m di profondità), in circa 85,5 g a ‰.
L'acqua e il fango del lago Techirghiol, fattori terapeutici di grande valore medico e scientifico, sono stati oggetto di numerosi studi, nei vari settori di ricerca.
Dal punto di vista dell'origine, il lago Techirghiol è un'antica laguna del Mar Nero, oggi completamente separata da esso, la completa interruzione del collegamento con il mare è relativamente recente. Il lago si trova a 1,5 m sotto il livello del Mar Nero, ha una profondità variabile da 0,5 ma 5 m, raggiungendo talvolta 9-10 m.
La fauna è costituita da diverse specie di artropodi, vermi e protozoi, la flora attraversa diverse specie di alghe e verso il basso predominano i batteri solforosi incolori e colorati. Lucido e untuoso, il fango nel lago Techirghiol è nero in quanto è nero e ha un odore caratteristico. Possiede proprietà fisico-chimiche che lo rendono estremamente utile nel trattamento di varie malattie insieme all'acqua salata.
La leggenda del lago Techirghiol è raccontata di generazione in generazione ed è la base del riconoscimento dei benefici offerti dall'acqua salata e dai fanghi sapropelici a livello nazionale e internazionale.
Si dice che un vecchio tartaro zoppo e cieco di nome Tekir arrivò con il suo asino ferito sulla riva di questo lago, dove l'animale entrò per fare il bagno. Il vecchio ha lottato dopo ore per farlo uscire dal fango, ma l'asino testardo non voleva uscire dall'acqua. Grande fu la meraviglia e la gioia del vecchio quando, uscendo dal lago, si rese conto che i suoi occhi potevano di nuovo distinguere la luce e le sue gambe lunghe e impotenti avevano iniziato ad ascoltarlo.
Quanto al suo asino saggio, le ferite sulla schiena erano guarite e il suo corpo sembrava vivere una nuova giovinezza. Dopo aver ascoltato la notizia di questo evento miracoloso, la gente venne al lago, facendo il bagno e ungendosi con il fango per trovare la loro cura. E poiché Tekir e il suo asino furono quelli che scoprirono i miracolosi benefici del lago, fu chiamato Techirghiol che significa "Lago Techir"( in lingua turca “göl” significa ��Lago” perciò il nome della città è oggi Techirghiol!
Le prime testimonianze scritte sull'uso di fango e bagni nel Lago Techirghiol a scopo terapeutico risalgono al 1800 e nel 2014 sono stati celebrati 115 anni di riconoscimento del Lago Techirghiol nella balneologia e nelle sue proprietà terapeutiche.
Foto : Tekir e il suo asino ( ora è il logo della città Techirghiol
Qui abbiamo alcune foto e interviste ai medici specializzati in terapia del resort di balneoterapia e recupero Techirghiol.
1-La dottoressa Olga Surdu
DR. OLGA SURDU
MEDIC PRIMAR Medico
specialista
in recupero primario, medicina fisica e balneologia. Bvd. Victor Climescu 34-40 https://youtube.com/shorts/NolGC2847HQ?si=OREmBtoZ4c8tQtmO
Techirghiol, CT, 906100
(0241) 481 711
(0241) 481 711
Contatto online:
2-Dott.ssa Elena-Valentina Ionescu
Direttore medico
Specialità
Recupero medico di base, medicina fisica e balneologia
Responsabile degli studi di dottorato Facoltà di Medicina dell'Università Ovidius di Constanta
Bvd. Victor Climescu 34-40
Techirghiol, CT, 906100
(0241) 481 711
Contact Online:
Chiunque voglia visitare questo piccolo paradiso del lago e la cittadina di Techirghiol per salute, benedizione e per una piacevole vacanza può contattare il comune e i medici per offrirvi un pacchetto riguardante i fanghi terapeutici per la fisioterapia, tutte le prenotazioni vengono effettuate in primo luogo via email o anche telefonando qui potrete trovare condizioni da vero hotel 4 stelle.
Intervista al Vicesindaco di Techirghiol signor Zisu Florin.
Tra le attrazioni, si possono visitare il Monastero "Santa Maria", il Centro di Balneoterapia di Techirghiol e la Chiesa Cattolica dedicata a San Corrado di Parzham. Altrettanto si può visitare qualche piccole moschea che si trova nella città sono dedicato a tutti gli musulmani .Inoltre, il Club Nautico Rumeno offre opportunità per gli appassionati di nautica. Il paese ha visto nascere Jean Constantin, attore rumeno conosciuto per il suo talento. Un luogo tranquillo, Techirghiol offre un mix di storia, cultura e benessere naturale.
Per me Techirghiol è una città molto bella che amo moltissimo perché sono molto religioso e spesso trovo il mio luogo di culto e di pace in questo monastero di Santa Maria, soprattutto nella piccola e antichissima chiesetta in legno. Prego sempre qui dove scopro lo spirito santo è la forza spirituale ma anche la cappella del prete Arsene Boca dove pregano molti ortodossi, ma da diversi anni abbiamo un nuovo monastero, molto grande, un edificio molto bello con mosaici e disegni di tutti i santi sulle pareti.
Elena Rodica Rotaru
Articolo di @elenarodicarotaru-blog
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Il Colosseo? È tutto rotto. Gli serve un restauro e una riverniciata, sono queste le incredibili parole scritte da un turista in una recensione su google.
Il visitatore, insoddisfatto dell’aria vecchia e cadente del nostro monumento, prosegue imperterrito: «Ci avevano detto che nella visita era inclusa una battaglia tra gladiatori, ma nel giorno della nostra visita non c'era nulla in programma.» È questa la storia tragicomica riportata da Repubblica, che ha raccolto alcune delle più assurde recensioni scritte dai turisti stranieri in visita nel Bel Paese. Un altro turista insoddisfatto scrive: «L'ho visto per la prima volta nel film Il Gladiatore, ma quando siamo arrivati, siamo rimasti stupiti. È tutto rotto. Non possono ripararlo e farlo funzionare di nuovo?»
Qualcuno la prenderà sul ridere, ma io non riesco a riderne, forse perché questa è una battaglia che vivo ogni giorno in prima persona da quando ho pubblicato il mio romanzo Clodio. L’ignorante di turno, che è convinto di conoscere l’Antica Roma per aver visto il Gladiatore, si sente sempre in diritto dirmi: ma che sciocchezze hai scritto; una signora, risentita del fatto che nel mio libro i romani parlavano del bene e del male, della ricerca della verità e altra “robaccia”filosofica, ha voluto esprimere tutto il suo disappunto in una recensione.
Avrà mai sentito parlare di Seneca e di Terenzio? E che dire di Cicerone che vedeva nella filosofia la “medicina dell’anima”? O di Orazio che si domandava quale fosse il senso della vita? Nell’immaginario collettivo la storia di Roma si riduce a battaglie epiche, piccanti scene di sesso e pugnalate alle spalle.
L’ignoranza ormai è una virtù, perché almeno prima ci si vergognava di “parlare a vanvera”, ma nell’era di Uomini e Donne e del Grande Fratello “sapere” è diventato sinonimo di noia e presunzione e riflettere prima di parlare è un anacronismo. Certo la storia di Roma mi tocca in prima persona, per via di Clodio, ma non crediate che altrove le cose vadano meglio. Su TripAdvisor il museo egizio non è stato risparmiato: “mummie...mummie... e ancora mummie, troppo deprimente, non portateci i bambini,” scrive un nostro connazionale, e il pantheon? “Un buco nel soffitto”, così è stato liquidato, mentre occorre un restauro alla basilica di San Marco perché, a detta di un turista, “ci sono alcuni arazzi sbiaditi". Dove andremo a finire?
Ripubblicato per i nuovi lettori
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X Se vi ho incuriosito potete leggere un estratto gratuito di Clodio a questo link: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848
#cultura #istruzione #storia #colosseo #filosofia
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Ciao! Ho visto che hai commentato la domanda che ho fatto sull'altro blog, quella riguardo il vaccino.
Vedo sempre più novax insistere sul fatto di aver avuto ragione, le continue notizie sul malore improvviso e morte di giovani e non... Iniziano a spaventarmi seriamente nonostante io da quasi infermiera non dovrei pensarla così...
Scusa per la domanda 🙏🏻
Ciao! Sì avevo scritto questo (lo incollo per chi mi segue)
"Anche io studio infermieristica e ho fatto le tre vaccinazioni, al contrario di quello che si sente dire sul vaccino creato in 2 minuti, c'era già stata un'epidemia di SARS tra il 2002 ed il 2004 in Cina perciò non sono studi nati dal nulla ma sono passati ben vent'anni, inoltre ci sono stati finanziamenti a tutto perché, insomma, era ed è ancora una pandemia, ecco perché la rapidità delle vaccinazioni. In una tale situazione d'emergenza vaccinarsi era fondamentale ma soprattutto era importante che, da parte di noi studenti di professioni sanitarie/medicina e da tutto il personale medico sanitario ma anche da parte della comunità scientifica in generale, ci fosse stata coerenza, unione ed una corretta spiegazione della vaccinazione, degli effetti collaterali, ecc. Tutto ciò non è avvenuto, ogni persona diceva qualcosa di diverso e così sono nati mille dubbi che magari non sarebbero nemmeno insorti se ci fosse stata una coerenza a livello scientifico."
Ribadisco che i vaccini ad mRNA sono nati da un ventennio di ricerca e studi proprio per questa SARS avvenuta nel 2002-2004, ma in generale sono stati ampiamente studiati. Molti, anche personaggi famosi, hanno insinuato di essere stati male a causa della vaccinazione anche dopo 2 mesi ma ciò è impossibile, proprio scientificamente. Non esistono nel mondo casi di effetti indesiderati dopo tutto questo tempo, per un vaccino. Considerando che chi ha fatto il vaccino ha studiato il tutto per tantissimo tempo come ho detto già più volte, non c'è da preoccuparsi per questo ma anche perché non ci sono casi noti di persone che hanno avuto malori gravi per il vaccino del Covid, spesso viene fuori che è un fake news o che la causa era un'altra. Tutto qui ♡
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