#matriarcato
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“L’UOMO CHE TRATTA LA DONNA COME UNA PRINCIPESSA È COLUI CHE È STATO CRESCIUTO DA UNA REGINA” 👸🏼👑
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"Il Tempo del Riso Glutinoso" di Fiori Picco: Un Viaggio nelle Tradizioni del Sud della Cina. La storia di una giovane donna tra modernità e tradizione, tra ostacoli e scoperta di sé in una società matriarcale.
Nel suo ultimo romanzo "Il Tempo del Riso Glutinoso", Fiori Picco ci porta in un affascinante viaggio culturale nel cuore del Sud della Cina, tra le montagne isolate al confine tra le province dello Hunan e del Guizhou, in un piccolo villaggio abitato dal
Nel suo ultimo romanzo “Il Tempo del Riso Glutinoso”, Fiori Picco ci porta in un affascinante viaggio culturale nel cuore del Sud della Cina, tra le montagne isolate al confine tra le province dello Hunan e del Guizhou, in un piccolo villaggio abitato dall’etnia Kam. La protagonista è una giovane laureata che, dopo aver trascorso gli anni della sua formazione in una grande città, è costretta a…
#Cina rurale#cultura del Sud della Cina#cultura Dong#cultura e società#divinità femminili#donne e potere.#etnia Dong#Fiori d’Asia Editrice#Fiori Picco#Grande Nonna Sama#Il tempo del riso glutinoso#letteratura cinese#lotta femminile#matriarcato#minoranze etniche#narrativa contemporanea#narrazione antropologica#Patrimonio Culturale Nazionale#Recensione libro#ricerca identità#Riscoperta di sé#riso glutinoso#rivalità femminile#romanzi con protagonista femminile#romanzo ambientato in Cina#romanzo etnia Kam#romanzo storico antropologico#società matriarcale#spiritualità e cultura#spiritualità orientale
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Femminicidi
Nel mondo nuovo di Huxley erano vietati i rapporti stabili tra uomini e donne. La soluzione mi sembra un po’ estrema, ma eliminerebbe possessività e femminicidio. Se poi, oltre che della famiglia, ci liberassimo anche di dei e patrie, cesserebbero anche guerre di religione e per il possesso di territori. Gli uomini comunque continuerebbero a macellarsi tra loro per qualche altro splendido motivo,…
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Cosa guardare su Netflix - Ooku, le stanze proibite
L’Ooku era l’harem dello shogun in Giappone. Creato nel 1607 dallo shogun Togukawa Hidetada nel castello di Edo, rimase in attività per due secoli. Nell’harem erano presenti la moglie, le concubine e le parenti femmine. Solo un lungo corridoio collegava l’ooku (“grandi interni”) al resto del castello e altri maschi potevano entrare solo con lo shogun, il cui ingresso veniva annunciato suonando…
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#anime#cartone#cultura#manga#matriarcato#ooku#ooku le stanze proibite#ooku the inner chambers#patriarcato#potere
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MUST. RESIST. Dal. Postare. Sui. Social. Commenti. Troll. Per. Far. Partire. Flame. War. Su. Silvio.
#sono indeciso se scrivere#addio eri il migliore di noi#oppure#grazie per aver sconfitto da solo il matriarcato
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PATRIARCATO E MATRIARCATO: FALSI ANTROPOLOGICI
PATRIARCATO E MATRIARCATO: FALSI ANTROPOLOGICI
Videoconferenza del canale YouTube FABBICA DELLA COMUNICAZIONE, trasmessa in live streaming online il 16 gennaio 2024. Beatrice Silenzi intervista l’antropologa romana Valentina Ferranti. PATRIARCATO E MATRIARCATO: FALSI ANTROPOLOGICI PATRIARCATO E MATRIARCATO: FALSI ANTROPOLOGICI
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VITTIMA DEL MATRIARCATO
Dovevano essere i primi anni ottanta e credo di essere stato in quinta elementare o al massimo in prima media, quando un pomeriggio di Agosto in spiaggia a Viareggio mentre tra amici guardavamo una partita di calcetto tra nuvole di sabbia, qualcuno vicino a me indicò una ragazza in bikini bianco, di uno o due anni più grande di noi e mi chiese a bruciapelo 'Quella lì te la tromberesti?'.
Io rimasi un po' spiazzato dalla domanda ma visto che si trattava di una risposta per forza dicotomica e comunque dell'argomento sapevo giusto giusto le basi teoriche, ovviamente risposi di sì.
Il tipo (che non era proprio un amico ma piuttosto una di quelle conoscenze estive estemporanee) sghignazzò e in men che non si dica si avvicinò alla suddetta ragazzina e indicandomi le disse qualcosa a bassa voce.
Dobbiamo dire che allora (come ora) io per le cose mondane non ero certo il più sveglio della cucciolata e quindi non riuscii a collegare quanto avevo detto al tipo poco prima con l'espressione furiosa e sconvolta della ragazza, che con le lacrime agli occhi corse verso il gruppo dei genitori sotto gli ombrelloni, tra cui c'era anche mia madre.
Dovevano essere le tre del pomeriggio ma io posso ancora ricordare che a un certo punto era sera (c'era la mezza luna in cielo) e mia madre non smetteva ancora di urlarmi contro PER LA COSA SCHIFOSA CHE AVEVO DETTO A QUELLA RAGAZZA E CHE MI DOVEVO VERGOGNARE PERCHÉ LEI DI SICURO DI VERGOGNAVA DI AVERE UN FIGLIO COSÌ.
Quando mio padre rientrò a casa ricominciò tutto da capo ma in stereo, con lui a braccia conserte che scuoteva la testa e mi diceva che ERO STATO UNA GROSSA DELUSIONE E CHE QUELLA RAGAZZA AVREBBE SOFFERTO MENO SE LE AVESSI DATO UN PUGNO NELLO STOMACO.
La cosa strana è che non provai nemmeno a difendermi spiegando che in realtà non le avevo detto proprio nulla... ho accettato il fatto di essere stato beccato mentre ballavo il tip tap in un campo minato e il giorno dopo continuai a fare quello che facevo fino al giorno prima ma diffidando di più della gente che faceva le domande stupide.
Vedete, il fatto è che io sono stato cresciuto in un ambiente familiare davvero molto aperto e inclusivo, dove c'era poco spazio per il giudizio frettoloso verso il diverso, il fragile e l'emarginato, quindi quell'episodio più che ingiusto mi parve strano... davvero c'era gente che andava in giro a dire alle donne che le voleva trombare? Ma dov'erano i genitori di queste persone?
E più tardi capii che erano proprio loro a dire queste cose e i figli semplicemente imparavano.
E ne ho conosciuto davvero tanti di figli così (che, per inciso, sono i genitori di oggi da cui altri figli imparano) e a volte non c'è nemmeno stata una responsabilità genitoriale diretta nell'aver insegnato loro certi comportamenti... a volte basta non dare peso, sorridere a certe battute e derubricare certi comportamenti a scherzi presi troppo sul serio.
Perché poi, alla fine, è sempre questione di saper stare allo scherzo, no?
E fatevela 'na bella risata invece di stare sempre a pensare a cose macabre tipo che una donna viene uccisa ogni quattro giorni!
No?
No.
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𝟴 𝗠𝗔𝗥𝗭𝗢 🌼
Quando capiremo davvero cosa voglia dire unione, sorellanza e amore la smetteremo di lottare contro il patriarcato marciando a seno nudo per dimostrare la nostra libertà e la nostra indipendenza, anche economica, e cominceremo solamente ad incontrarci per espandere Amore, insieme, senza nulla dover dimostrare 💗
l’uomo non può che venir attratto da tanta bellezza ed energia senza più sentirsi giudicato e criticato e senza più dover portare il peso degli errori dell’uomo del passato accontentando invano donne sempre più esigenti ed insoddisfatte 💗
Perché anche noi donne ne abbiamo commessi molti di errori ed ancora stiamo punendo uomini innocenti con la nostra finta indipendenza e chiusura del cuore 💗
L’uomo vuole solo sentirsi visto ed amato per quello che è, tanto quanto la donna 💗
Questa divisione, ... matriarcato... patriarcato... non è più necessaria
Ognuno di noi deve solo amare e lasciarsi amare 💗
Il mondo non deve tornare in mano al matriarcato, alle donne...
Ma all’AMORE 💗
Quello vero e sincero 💗
E allora donne... prima di chiederlo agli uomini chiediamoci se siamo in grado anche noi di rispettarci e di rispettare l’uomo, di amare e di lasciarci amare veramente prima di voler cambiare il mondo 💞
Che la più profonda sorellanza unita dall’energia femminile,
una sorellanza che unisce e non separa,
una sorellanza che si basa sulla complicità e sostegno reciproco,
si incontri sempre di più (non necessariamente fisicamente)
per creare, tessere, unire, sostenere ed espandere amore piuttosto che ottenere, dimostrare indipendenza, di essere dea o guerriera, strega o amazzone, lottando contro le ingiustizie per la sua libertà …
Che questa unione sincera possa espandersi ed aprirsi come un fiore nel cuore di ogni donna a sua volta in contatto col mondo intero, con ogni uomo e persona, con la foresta e l’oceano, fli animali e le stelle,
non per rivendicare il suo ruolo, ma per amare davvero, perché é questa la sua più grande natura e potenza, amare 💞
Un augurio dal cuore all’Amore della donna 🌸
Claudia Sapienza
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L’appello di Cathy La Torre a Giorgia Meloni:
«Diventiamo tutti immuni al patriarcato, approvi una legge per l’educazione affettiva»
Io sono una donna emancipata».
«Io non chiedo il permesso a nessuno».
«Io sono cresciuta tra le donne, il patriarcato non so cosa sia».
Per tanti anni ho pensato così, che questa fosse la mia verità. In fondo il mio curriculum parlava da solo: lesbica, attivista per i diritti e l’eguaglianza di genere, al punto da essere definita una ‘nazifemminista’ (e già associare il femminismo al nazismo non è folle?).
Non ho forse tutte le carte in regola per avere milioni di anticorpi contro il patriarcato?
E invece non è così.
Il patriarcato è una malattia che nessuno di noi vuole ammettere di avere.
E invece è praticamente ovunque, persino nella ‘casa del Mulino Bianco’ e fra i cosiddetti ‘ bravi ragazzi’.
Il patriarcato è vivo e protetto meticolosamente, pervicacemente, silenziosamente anche da chi oggi grida di essere diverso, di essere non colpevole.
Tra queste ci siamo anche noi donne.
Tra queste ci siamo anche io e Lei, e così togliamo questo gigante dalla stanza, signor Presidente, anche io sono stata ammalata di patriarcato e per curarmene ho dovuto prima di tutto riconoscerlo.
Anche io, come Lei, sono cresciuta in un matriarcato.
Mia madre è americana, parla 3 lingue, ha studiato in uno dei migliori college ma quando si trasferì in Sicilia si rese conto che lì contavano poco. Quello che contava era che fosse la perfetta donna di casa. Per questo ogni mattina si svegliava alle 6 e tirava su le tapparelle delle finestre: per far vedere al paese che lei, come ogni brava donna, si alzava prima per far trovare al marito la colazione pronta e la casa linda. Mia madre però dopo l’operazione tapparelle tornava a dormire e la colazione non la preparava a nessuno. Col senno di poi mi ha insegnato a fregare il patriarcato senza neanche rendersene conto.
Ma anche questo non è bastato, purtroppo, a proteggermi da reazioni inconsapevoli basate sull’essere cresciuta in una società maschilista e patriarcale.
Quella che lei, signor presidente del Consiglio Giorgia Meloni, finge di non vedere. Ogni giorno decine e decine di ragazze e donne mi chiedono se sia normale che il partner controlli il loro telefono.
Se sia normale che gli impedisca di uscire con determinate persone.
Se sia normale che distrugga la sua autostima.
Se sia normale che insista per avere rapporti sessuali.
Altre donne mi dicono, invece, che sono loro a ritenere “normale” controllare i propri partner.
Insomma, confondere comportamenti amorosi con reati, non riconoscere che quello non è amore o parte dell’amore, ma violazione (anche di norme e leggi) è già di per sé avere la gigantesca prova che non solo il patriarcato esiste, ma colpisce proprio tutti e tutte.
Un esempio?
Quando una donna viene uccisa, di femminicidio, che Lei chiama barbarie, ma invece si chiama femminicidio perché le parole non solo sono importanti ma solo lo specchio delle nostre convinzioni; quante volte si dice «eh però guarda in che situazione si era ficcata?».
Com’era la Sua frase Signor Presidente del Consiglio?
«Occhi aperti e testa sulle spalle», non è forse dire che dobbiamo essere più attente perché spetta anche a noi la responsabilità di evitare di essere stuprate, violate o ammazzate?
Quindi le 106 vittime di femminicidio forse non avevano abbastanza testa sulle spalle?
E se anche Lei fosse del tutto immune dal patriarcato, perché vaccinata fin da piccola con i migliori anticorpi, il suo partito Fratelli d’Italia (a proposito mi sono sempre domandata ma perché non si chiama Fratelli e Sorelle d’Italia, forse le sorelle si sono perse per strada?), si è rifiutato di aderire alla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne per «ribadire la preoccupazione sulle tematiche legate al gender».
Allora Le faccio una proposta, visto che Lei il patriarcato non lo ha vissuto, né è immune, lasci che anche milioni di ragazze e ragazzi crescano come lei immuni da questo male: approvi in fretta una legge che già a partire dalle scuole primarie insegni l’educazione sentimentale ed affettiva, a riconoscere cosa sono gli stereotipi legati al genere, e i ruoli di genere che vorrebbero i maschi a far certe professioni, sport, ad avere certe ambizioni e le femmine no; visto che il 54% delle studentesse è incuriosita dalle cosiddette materie Stem (Scienza, tecnologia, ingegneristica, matematica) ma le reputa ancora poco adatte al femminile.
Insomma, Lei che ha il potere di farlo, si smarchi da questa logica del no, io non ho la “malattia” del patriarcato e faccia qualcosa di concreto, reale, efficace, affinché questo male venga veramente estirpato.
Perché sa qual è la diseguaglianza più radicata, bestiale, inaccettabile fra donne e uomini? Il peso della paura così iniquamente distribuito: gli uomini non si preoccupano di come si vestono per uscire da casa perché hanno paura che una donna potrebbe stuprarli.
Gli uomini non hanno paura del lupo cattivo.
Gli uomini non hanno paura che uno di loro ogni 3 giorni scompaia perché ammazzato da una donna.
Gli uomini non hanno paura che domani possa toccare a loro.
E se questo avviene non è solo e soltanto colpa degli uomini, ma si chiama patriarcato e si alimenta, come una muffa, di quello che donne e uomini producono.
In Fede, Cathy La Torre
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Ha aperto la porta alle donne ma sicuramente non la apre agli uomini. Questo ti sembra giusto??
Sinceramente non mi interessa perché sono egoista e un raro gesto di galanteria o gentilezza nei miei confronti me lo prendo e porto a casa senza farmi altre domande che poi porterebbero a considerazioni sul patriarcato, sul matriarcato eccetera.
Se la apre anche agli uomini sono felice per lui. L'ha aperta a me e ne sono felice. Punto.
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l'italia è un matriarcato fondato su questa esibizione di giorgia ed elisa
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Io sono un padre
Per di più un padre “single” perché mia figlia ha scelto di stare con me, anche se è fuori per studi. Ma qui è la sua casa ed io sono in parte la sua casa.
Mio padre ci voleva bene, lo so, perché ricordo quante volte mi prendeva in braccio da piccolo, o soddisfava le mie voglie di Dudufour oppure come sorrideva il giorno che mi ha regalato il tavolo da disegno, perché in qualche modo seguivo il suo percorso ed un suo desiderio inespresso. Ma mio padre era un taciturno, un orso. Non anaffettivo ma probabilmente incapace per educazione a dire ti voglio bene. Orfano di madre dall’età di sei anni, figlio di contadino, vita da campagna in una sorta di matriarcato, trattato a modo suo come un principe dalla sorella più piccola. Ma ti voglio bene lo sapeva esprimere o facendo cose o in silenzio. E quel silenzio, aggravato dal suo umore peggiorato dai mille acciacchi a seguito di un grave incidente, è risuonato come un urlo in un vano scale: assordante.
Mio padre di colpo è mancato, non tanto inaspettatamente, ma ci ha lasciato nel fiore della mia gioventù stravolgendomi la vita. É mancato nel momento in cui sembrava stesse cambiando, in cui era più sereno, in cui sembrava cercasse maggiormente il nostro contatto. É venuto a mancare ed io l’ho potuto vedere solo steso sul letto, pronto ad essere messo in una cassa per sempre, senza avergli potuto dire ciao oppure “ti voglio bene”. Tante parole mancate che non possono essere più dette ma almeno pensate, per ricordargli e ricordarsi che non bisogna mai far mancare a un figlio il senso di protezione, un abbraccio, un “ti voglio bene” anche quando sei distrutto o il mondo ti si rivolge contro.
Non gliene faccio una colpa. Lui era così. Non poteva fare di più di quel che ha fatto. Ma io da lui posso solo apprendere che quello che a me è mancato, non deve mai mancare a mia figlia, anche se le ho inferto un dolore insanabile essendo la concausa dello sfascio della nostra famiglia.
Un “ti voglio bene”, un abbraccio non sono mai troppo. Bisognerebbe dirli ed esprimerli a profusione per dare quel senso di calore e sicurezza ai propri figli nei giorni belli e nei giorni brutti, per ricordare loro che, anche se siamo imperfetti, anche se sbagliamo e possiamo fare loro del male (siamo pur sempre uomini) noi ci siamo e ci saremo, nella buona e nella cattiva sorte, finché morte non ci separi davvero.
Dopo, tutto quello che non è stato dato non ritornerà più.
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IL FOGLIO
27-AGO-2024
pagina 1/
foglio 1
Mariti licenziati, ministri fantozzizzati, matriarcato à gogo. 053374 Scoop: il melonismo è il femminismo che sogna da sempre la sinistra
DI SALVATORE MERLO
La femministe del ed dovrebbero iscriversi a Fratelli d'Italia, o frequentare casa Meloni. Ai compleanni, per dire, festeggiano solo loro tre. Le due sorelle, Giorgia e Arian- na, con la mamma Anna. Niente fidanzati né mariti, mai. Nes- sun maschio. Da sempre. E' consuetudine famigliare. Perché il matriarcato in casa Meloni è un fatto acquisito con la natu ralezza allegra dei fenomeni naturali: è così e basta. Sempli- cemente. Un sistema di equilibri spiccioli sedimentato negli anni, coltivato senza orgogli luciferini e diventato abitudine, tradizione appunto. Cosi adesso che anche Arianna, la luogo- tenente e sorella maggiore, ha "licenziato" il marito ministro (e gaffeur) proprio come Giorgia, la presidente e sorella mino- re, aveva già fatto con il compagno giornalista (e gaffeur), l'uno lasciato con un post sui social e l'altro con una intervista al Foglio, ora che insomma entrambe hanno esercitato in pa- rallelo una certamente sofferta potestà femminile nella loro vita privata riuscendo con una freddezza più simile al disin- canto che alla saggezza a mantenere rapporti civili con questi maschi subordinati e rimessi al loro posto, un fatto s'impone all'occhio dell'osservatore. Altro che Michela Murgia, altro che convegni organizzati dalle senatrici del Pd sul patriarca- to e il premierato: ella, cioè Elly, insomma Schlein, vada a pranzo dalla signora mamma Meloni, Anna Paratore. Non c'è forse in Italia esempio d'emancipazione femminile più fosfo rescente di quello meloniano. Casa, famiglia, governo e parti- to: comandano le donne in virtù d'una superiorità caratteria- le, personale e politica. Talmente acquisita come fatto incon- trovertibile, da non essere nemmeno rivendicata o fatta og- getto di quel genere di teorizzazioni ideologiche e propagan- distiche che sono il piatto forte della sinistra che teorizza ma assai meno pratica la parità di genere. Una donna di destra, minuta e dal portamento sciolto e deciso, ha conquistato un partito di maschi, s'è affrancata dal padrinato degli uomini che l'avevano tenuta a battesimo come Fabio Rampelli, e camminando così spedita che nessuno avrebbe mai pensato di fermarla è diventata la prima presidente del Consiglio femmina nella storia della Repubblica. Ha annientato senza pietà due maschi incontenibili come Berlusconi e Salvini, ha nominato per la prima volta nella storia una donna ammini- stratore delegato d'una partecipata pubblica, Giuseppina Di Foggia ad di Terna, e poi ha interrotto centocinquant'anni di consuetudine maschile alla Ragioneria dello stato favorendo l'ascesa di Daria Perrotta nel cuore della finanza pubblica. Infine ha pure replicato il matriarcato famigliare, quello dei compleanni che a casa Meloni (anzi Paratore) si festeggiano solo tra donne, anche a Palazzo Chigi dove ogni cosa è sottopo
sta all'attenzione della sua seconda sorella acquisita, la se
motoris particolare Dateisin Santi Incom
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È TEMPO DI UNIRE
È TEMPO DI UNIRE
di Marco Giovanni Lanzoni Vi fu un tempo molto lontano, in cui la terra era governata dal matriarcato…e falli’. Ora, da diversi millenni è il patriarcato a farla da padrone…e anche questo sistema è fallito NESSUNA terra infatti può essere SORRETTA E NUTRITA da una SOLA delle forze portanti, perché QUALSIASI forma o frequenza energetica che si definisce femminile o maschile che prevarica, o che…
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Tra rocce selvagge e venti che sussurrano,
sorge la mia Sardegna, antica isola abbracciata
dal mare e battuta dai venti, terra di misteri e meraviglie,
dove l'anima si perde tra i segreti che custodisce.
Nelle profonde grotte, le domus de janas,
silenti testimoni di un tempo passato,
raccontano storie di un'aspra solitudine,
di un popolo fiero e ricco di antica dignità.
Sotto il sole cocente, tra profumi di mirto,
la terra si stende in nell’abbraccio della Natura,
e nel silenzio si avverte l'antica magia,
che avvolge ogni nuraghe e ogni roccia.
Matriarcato di tradizioni e forza innata,
donne di Sardegna con abiti tradizionali
tessono dignità e memorie,
come fili intrecciati di un antico telare,
che lega il passato al presente in un canto di glorie.
E mentre il mare bacia la costa dorata,
la Sardegna rimane un'isola amata,
tra le pieghe della storia e del tempo,
dove passato e presente convivono,
dove l'anima trova forza e nutrimento.
Così, tra mito e realtà, tu splendi,
Sardegna antica e misteriosa,
nel cuore di chi ti scopre e ti ama,
e nella mia anima che scrive di te.
Agostino Degas
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Uccide il figlio neonato a coltellate sotto gli occhi degli altri due bambini. Poi manda un sms choc al marito
Donna e cristiana. Già le vedo le condanne al matriarcato e alla religione...!
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