#mario tavella
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cloned-sheep97 · 7 months ago
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The gay gang
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The inspo (aka ugly gay gang)
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La banda mas querida y polémica de Urugay
Existen distintos tipos de bandas en el mundo, bandas de rock, bandas de punk, cumbia, y diversos géneros, pero solo he conocido una que sea capaz de combinar estos géneros junto con una crítica social y ritmos muy experimentales siempre presente en sus canciones, esa es el Cuarteto de nos.
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Conformada inicialmente por Roberto Musso ,Rikki Musso , Santiago Tavella y Alvaro Pintos.
Pero actualmente, con la retirada de Rikki y Santiago se integró Gustavo Antuña y Santiago Marrero .
Esta banda se a destacado por letras curiosas desde sus inicios con el álbum Soy una Arverja , lanzado en 1987.
youtube
Estando tan cerca del lanzamiento de su nuevo álbum Miren para recordáremos: ¿Por qué es la banda mas polémica de Uruguay?
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Si bien tiene criticas sociales al consumismo como en la canción Mario Neta o a la corrupción como en la canción Punta Cana. Se ha metido en problemas haciendo críticas a los héroes nacionales de su país como en la canción El día que Artigas se emborracho, a la religión, como en  Al cielo no y El diablo en mi corazón ,y quizá una de sus canciones mas extrañas y que haría poner el grito en el cielo a cualquier conservador ,es La pequeña Leti, que es una crítica muy explícita al abuso infantil y lo que sufren las victimas de esto.
En conclusión cuarteto de nos, amados por millones, criticados por muchos pero siempre dando de qué hablar. Sus fans estamos ahora en la expectativa y en la pregunta constante       ¿ Que nos entregara el Cuarteto en este nuevo álbum?
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personal-reporter · 1 year ago
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Pesaro Film Fest 2023
La Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro avrà un programma davvero ricco per la 59ª edizione, che si terrà dal 17 al 24 giugno, e sarà aperta da Flashdance, uno dei film simbolo degli anni Ottanta che proprio quest’anno festeggia i 40 anni dal debutto nelle sale, oltre ad essere parte di un progetto finalizzata a gettare luce su alcuni cineasti essenziali della contemporaneità. Dopo gli onori tributati nelle precedenti edizioni a Mario Martone e Liliana Cavani, anche per l’edizione 2023 è stato scelto un grande regista italiano a cui dedicare una retrospettiva, si tratta di Giuseppe Tornatore, di cui il Pesaro Film Festival 2023 proietterà la filmografia integrale, a partire da Ennio, il documentario che ha diretto nel 2022 sul suo amico e storico collaboratore  Ennio Morricone. Sempre sul cinema italiano, il Pesaro Film Festival 2023 dedicherà grande attenzione ad artisti illustri del panorama cinematografico nostrano come lo scenografo Dante Ferretti, di cui sarà proiettato Hugo Cabret, e Carlo Verdone, che ripercorrerà insieme al pubblico la propria carriera, seguita da una proiezione di Borotalco in occasione proprio dei 40 anni dalla sua uscita. Anche tra le anteprime figurano diversi film di autori italiani, come Bellezza, addio, il documentario di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese dedicato ad uno dei maggiori poeti romani del Novecento, Dario Bellezza, a cui segue un lavoro di Francesco Tavella, Cocoricò Tapes, che racconta per mezzo di immagini inedite e materiali d’archivio le notti dell’omonima discoteca romagnola. Tra i debutti c’è Alessandro Marzullo, che con Non credo in niente traccia un viaggio notturno nell’anima di quattro ragazzi in piena crisi esistenziale e il cortometraggio di Elisabetta Giannini, Sognando Venezia, con protagonista Francesco di Leva, vincitore del David di Donatello per Nostalgia. In continuità con la sua lunga storia di sperimentazioni e scoperte, anche quest’anno il Festival di Pesaro dedica ampio spazio alla ricerca di nuovi autori, visibile nell’inedito programma dedicato al cinema sperimentale argentino contemporaneo, così come nei due focus sulla regista tedesca Milena Gierke e su quella anglo-palestinese Rosalind Nashashibi, oltre all’apertura della manifestazione al cinema uzbeko, con un omaggio al suo regista più rappresentativo, Ali Khamraev, di cui sarà presentato Senza Paura a 52 anni dall’uscita. Non mancano naturalmente su personalità innovative, omaggiate di volta in volta con proiezioni, retrospettive e approfondimenti, infatti a Igor Imhoff sarà dedicata l’ottava edizione di Animatori italiani oggi, la sezione riservata alle più recenti opere realizzate da autori italiani nel campo del cinema d’animazione nostrano. A questa si accompagna una nuova rassegna, La Vela Incantata – Cinema in Spiaggia, che getterà luce su tutte quelle opere che presentano come temi il mare e la spiaggia e che festeggiano quest’anno il loro cinquantesimo anniversario. Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Liguria: Vinitaly, premiati i viticoltori etici liguri
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Liguria: Vinitaly, premiati i viticoltori etici liguri. Si chiamano Giuseppe Parenti ed Elena Tavella dell’Azienda Agricola Viarzo (Quiliano SV) i viticoltori etici che il vice presidente della Regione Liguria con delega all'Agricoltura Alessandro Piana ha premiato a Vinitaly insieme al presidente di Enoteca Regionale Marco Rezzano. Sono intervenuti inoltre il sindaco di Quiliano Nicola Isetta, di Finale Ligure Ugo Frascherelli e di Albenga Riccardo Tomatis. Il riconoscimento dedicato ai grandi interpreti del mondo enologico italiano tributa la continua ricerca che contribuisce alla crescita della qualità. “L��azienda agricola Viarzo si è distinta per la caparbietà e la lungimiranza con cui ha ripristinato vecchie fasce abbandonate e due vigneti secolari – spiega l’assessore Alessandro Piana - in uno dei luoghi più suggestivi della nostra Liguria, che ha ispirato personalità del calibro di Mario Soldati e Luigi Veronelli. Giuseppe ed Elena hanno ricomposto un binomio importantissimo, quello tra cultura e agricoltura, proprio a Quiliano, vale a dire nell’entroterra in cui, intorno al 1700, è iniziata la storia della Granaccia. I loro vini di punta sono vere opere d’arte che incarnano il territorio grazie allo spiccato spirito di iniziativa e al rispetto della materia e della natura, che infatti restituisce al vino tutte le sue sfumature. Un premio davvero meritato”. “Ringraziamo il vice presidente della Regione Liguria e il presidente di Enoteca Regionale Marco Rezzano per questo riconoscimento che è un’ulteriore conferma del nostro lavoro – dicono Elena Tavella e Giuseppe Parenti-. Portiamo a Vinitaly la Granaccia in purezza, in declinazioni diverse per profumi e sapori grazie alla differenza del territorio di impianto delle vigne. Siamo un’azienda molto piccola, abbiamo iniziato quasi per scherzo, seguendo la grande passione per il vino. Ci siamo documentati in lungo e in largo, in Italia e all’estero, fino a riuscire a realizzare un vino che ci emoziona e che emozioni. Ed occasioni come quelle di oggi ci spronano a continuare”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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dijonbeaune · 3 years ago
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13,5 millions d'euros pour la 161e Vente des vins des Hospices de Beaune : un résultat "au-delà des espérances"
13,5 millions d’euros pour la 161e Vente des vins des Hospices de Beaune : un résultat “au-delà des espérances”
Petit millésime, grands records. Avec les frais de vente et l’extraordinaire pièce des présidents (800 000 euros), cette 161e édition se place sur le podium des meilleurs résultats. Une prouesse qui installe le nouvel opérateur Sotheby’s dans une nouvelle dimension en France. Pierre Mothes, commissaire-priseur de Sotheby’s ayant ouvert le bal de cette 161e Vente des vins des Hospices de Beaune.…
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groovin2019 · 3 years ago
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Avanguardia e sperimentazione: Marco Di Castri racconta i Dedalus
Avanguardia e sperimentazione: Marco Di Castri racconta i Dedalus #prog #progressive #progitaliano #marcodicastri #furiodicastri #dedalus #fiorenzobonansone #enricogrosso #pinerolo #pinerolese #jazz
Per la musica italiana, gli anni Settanta sono stati una sorta di età dell’oro. Il periodo del rock progressivo, più o meno collocabile nella prima metà del decennio, fu attraversato da un fermento artistico irripetibile. In quell’ambito si formarono band e musicisti che hanno segnato indelebilmente la storia nostrana. Gruppi dalla carriera duratura e di grande successo, acclamati cantautori e…
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tempi-dispari · 2 years ago
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Al via il Moncalieri Jazz 2022 con La Notte Nera “Jazz a Corte”
Il Moncalieri Jazz Festival compie quest’anno un quarto di secolo che ha deciso di festeggiare da protagonista, al motto “Continuiamo a vivere!” Dopo l’emergenza Covid-19, che ha inficiato notevolmente sugli spettacoli dal vivo, la rassegna che da 25 anni propone il meglio della musica internazionale, non si è arresa ma è anzi tornata in prima linea per continuare a proporre spettacoli di grande qualità.
Immancabile, al suo debutto dell’edizione 2022, la Notte Nera, la maratona musicale tradizionale di apertura del festival, quest’anno intitolata “JAZZ a CORTE” per descrivere al meglio i luoghi più belli e suggestivi del Centro Storico della Città di Moncalieri. Sabato 29 ottobre, dalle ore 17:00 in poi, la città respirerà musica gratuita per dodici ore ininterrotte che vedranno esibirsi 200 Musicisti da tutta Italia in 25 Concerti Originali organizzati in 7 Corti, 3 Piazze, 3 Vie, oltre a speciali “Aperitivi in Jazz” in sei locali del centro storico. 
Tra le bellezze architettoniche che faranno da cornice alle performance ci saranno il Castello Reale di Moncalieri con il Giardino delle Rose, il Palazzo Comunale con tre Corti, e alcune Corti private della Città, per offrire l’opportunità al grande pubblico di godere della buona musica senza però creare assembramenti.
In alcuni punti del territorio ci saranno anzi concerti ad impatto acustico “Zero” che saranno fruibili attraverso cuffie Silent System con il Dj set Jazz. Un evento che vuole essere un modo per respirare musica in luoghi caratteristici della Città, forse a volte scorti solo frettolosamente, ma vuole anche essere un modo per scoprire nuovi, piccoli e inaspettati angoli nascosti.
Il Moncalieri Jazz Festival intende, infine, ricordare e non dimenticare: a tal proposito il direttore artistico Ugo Viola ha pensato di assegnare ad ogni Corte il nome di un’artista jazz piemontese scomparso, per rendere omaggio a chi ha lasciato un segno sul territorio con la propria musica, partecipando in passato al festival.
Tra i nomi che si sono succeduti, nel corso degli anni, vi sono Gianni Basso, Mario Tavella, Andrea Allione, Maurizio Lama, Gigi Di Gregorio, Sergio Bevione, Giulio Camarca, Pino Russo, Dino Pelissero, Johnny Capriuolo ed ultimo, scomparso proprio qualche giorno fa, Pippo Colucci. 
IL PROGRAMMA
LE CORTI
1) Corte Gianni Basso : Giardino delle Rose – Castello Reale: pJAZZa Baden Baden, 4
In collaborazione con la manifestazione “FIORILE”
ore 17,00 
Giulia Damico “SYMPATHEIA”: 
Giulia Damico (voce) Sergio Chiricosta (trombone) Viden Spassov (contrabbasso) 
Carmelo Graceffa (batteria & electronics live)
ore 20,45
Bacciolo – Borgatta – Venegoni – Petrini quartet: Roberta Bacciolo (voce) 
Silvano Borgatta (pianoforte) Luigi Venegoni (chitarra) GianPaolo Petrini(batteria)
2) Corte Gigi Di Gregorio : Anagrafe – Via Principessa Maria Clotilde, 10
ore 17,40 
Supergroove 3: 
Paolo Porta (sax tenore) Alberto Gurrisi (Hammond) Alessandro Minetto (batteria)
ore 21,00 
Valerio Signetto quartet: Valerio Signetto (sax contralto) Marco Parodi (chitarra) 
Enrico Ciampini (contrabbasso) Vittorio Sicbaldi (batteria)
3) Corte Mario Tavella – Andrea Allione: Via Real Collegio, 20
ore 20,45 
DJ set Jazz con Andrea Margiotta
4) Corte Maurizio Lama : Economato – Via Principessa Maria Clotilde, 8
ore 17,20 
Rindone & Calvagna Jazz Duo:
 Aldo Rindone (pianoforte) Giuseppe Calvagna (contrabbasso) 
ore 20,45 
Night Dreamers:
Emanuele Sartoris (pianoforte) Simone Garino (sax contralto)
Dario Scopesi (contrabbasso) Antonio Stizzoli (batteria)
5) Corte Johnny Capriuolo Pippo Colucci: Via Alfieri, 17
ore 17,20 
Fratelli Lambretta Ska Jazz: Alberto Borio (trombone & arrangiamenti) Igor Vigna (tromba) Simone Garino (sax contralto) Daniele Bergese (sax tenore) Nicola Meloni (pianoforte) Diego Damiano (chitarra) Alessandro Loi (basso) Paolo Inserra (batteria) Giulio Arfinengo (batteria)
ore 20,45 
PCJB “Soireè Conte”: Gianni Fidanza (voce e pianoforte) Freddy Paris (fisarmonica) 
Luca Restaino(chitarra) Fernando Paris (basso) Tonino Bianchi (batteria) 
Antonio Gargaro (sax soprano e tenore) Mimmo Matteucci (sax contralto e baritono) 
Pietro Maria Paolucci (sax tenore)
6) Corte Sergio Bevione – Giulio Camarca : Via San Martino, 26
ore 17,00 
Chiara – Chiovarelli duo: 
Fulvio Chiara (tromba) Valerio Chiovarelli (fisarmonica)
Ore 20,45 
Johnny Lapio e Arcote Project: 
Johnny Lapio (tromba) Francesco Partipilo sax contralto) 
Lino Mei (pianoforte) Michele Anelli (contrabbasso) Davide Bono(batteria)
7) Corte Pino Russo – Dino Pellissero : pJAZZale Aldo Moro
Primo set ore 18,00 – Secondo set ore 21,00
Nico Gori Swing 10tet: Nico Gori (leader – clarinetto)
Michela Lombardi (voce) Federico Frassi (pianoforte) Mattia Donati (voce e chitarra) 
Matteo Anelli (contrabbasso) Vladimiro Carboni (batteria) 
Tommaso Iacoviello (tromba) Renzo Cristiano Telloli (sax contralto) 
Francesco Felici (sax tenore) Silvio Bernardi (trombone) Iacopo Crudeli Speaker e voce)
APERITIVO IN JAZZ 
Centro Storico: ore 19.00 
L’Oragiusta Caffetteria-Ristorante-Pizzeria Birreria – pJAZZa Caduti per la Libertà, 15
Paolo Dutto swing quartet: Paolo Dutto (clarinetto/sax) Gianni Torello (chitarra) Elia Lasorsa (contrabbasso) Giancarmine Mauro (batteria)
Vicolo di Bacco – Via San Martino, 20
Scagliarini – Favero Acoustic Project: 
Andrea Scagliarini (armonica e voce) Lorenzo Favero (chitarra)
Gasprin dal 1929 gelato e delizie – pJAZZa Vittorio,  8/b
Rhythm and Bones: Joe Burnam (trombone) Gianfranco Marchesi (trombone) 
Marco Parodi (chitarra) Silvio Albesiano (contrabbasso) Luca Rigazio (batteria)
Caffè Città – pJAZZa Vittorio, 10
Carola Cora e Francesco Tringali: Beat in 2 
Carola Cora (voce) Francesco Tringali (chitarra) 
Cafè Saturnio – pJAZZa Vittorio, 8
Squillace – Cavallero duo: Greta Squillace (voce) Luca Cavallero (pianoforte) 
Vineria Punto d’Ascolto Via Santa Croce, 28 
Denitto – Chiovarelli duo: Gianni Denitto (sax) Valerio Chiovarelli (fisarmonica)
Centro Storico
ore 20.30  
pJAZZa Vittorio Emanuele II:
Partenza ore 20,00 da Via San Martino – Arrivo in pJAZZa Vittorio Emanuele II
Marchin’ Band: FUNK OFF
Partenza ore 20,15 da pJAZZa Baden Baden – Arrivo in pJAZZa Vittorio Emanuele II
Marchin’ Band: FANTOMATIK ORCHESTRA
Centro Storico
ore 22.00  
pJAZZa Vittorio Emanuele II: Circleland Concert con: 
Albert Hera – Daniela Spalletta – Marco” 4g1” Forgione – Stefano Baroni
con la partecipazione dei corsisti di Circleland Reunion workshop da tutta Italia.
Partenza ore 22,15 da Via San Martino – Arrivo in pJAZZa Vittorio Emanuele II
Marchin’ Band: FANTOMATIK ORCHESTRA
Partenza ore 22,30 da pJAZZa Baden Baden – Arrivo in pJAZZa Vittorio Emanuele II
Marchin’ Band: FUNK OFF
Via Santa Croce, 28 : ore 23,30
Beppe Golisano “Post Jazz Project”
Beppe Golisano (sax alto e baritono – clarinetto basso)
Francesco Partipilo (sax alto e tenore e midi) Giorgio Alloatti (elettronica) 
Michele Anelli (basso elettrico) Nicolas Remondino (batteria) 
Via San Martino, 20 : ore 23,30
“GROOVITY&GROOVE”
Gian Luigi Carlone (Banda Osiris) (flauto, sax soprano, elettronica) 
Gianluigi Corvaglia (sax tenore) Ludovico d’Apollo (basso elettrico) 
Federico Ariano (batteria) 
pJAZZa Vittorio Emanuele II, 5A : ore 23,30
Luigi Tessarollo New SexTEX: 
Luigi Tessarollo (chitarra) Fulvio Chiara (tromba) Gledison Zabote (sax tenore)
Stefano Calcagno(trombone) Paul Zogno (basso) Francesco Parodi (batteria)
…E PER CONCLUDERE, SI CONTINUA AD ASSAPORARE LA BUONA MUSICA con il DJ set Jazz ad impatto ” ZERO “ attraverso cuffie Silent System NEL CENTRO STORICO…
 Corte Mario Tavella – Andrea Allione : Via Real Collegio, 20
ore 01,00
DJ set Jazz con Luciano Morciano 
MONCALIERI JAZZ – XXV Edizione
 Direzione artistica: Ugo Viola
 Dal 29 ottobre al 13 novembre 2022 – MONCALIERI (TO)
 Sito ufficiale: moncalierijazz.com
Infoline: +39 011 6813130 – [email protected]
Biglietti in vendita su Ticket.it
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demianblog · 4 years ago
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Otro Tavella y Los embajadores del buen gusto presentan su nuevo álbum
Otro Tavella y Los embajadores del buen gusto presentan su nuevo álbum
Santiago Tavella, en su proyecto paralelo al Cuarteto de Nos, no ha desperdiciado este desconcertante año y comenzó a componer material nuevo y retomar trabajos más viejos aún en proceso. Las canciones cuentan con textos propios y también de autores clásicos como Antonio Machado o Federico García Lorca, uruguayos como Mario Levrero o Gustavo Wojciechoski(Maca) y de autores más jóvenes como Marfa…
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fueradefocomagazine · 5 years ago
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CUARTETO DE NOS: JUEVES TOUR 2020
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DOMINGO 24 DE MAYO – 20:30HS
TEATRO GRAN REX – AV. CORRIENTES 857 Entradas a la venta ingresando en www.ticketek.com.ar y en sus puntos de venta en: https://www.ticketek.com.ar/locales GIRA ARGENTINA 2020
27/5/2020 – Río Cuarto – Elvis Bar
28/5/2020 – Córdoba – Quality Espacio
29/5/2020 – Mendoza – Teatro Plaza
30/5/2020 – Rosario – Sala de las Artes
31/5/2020 – Santa Fe – Tribus El JUEVES TOUR 2020 de CUARTETO DE NOS, los encuentra en un gran momento interno.
Ellos mismos han declarado que este show es el mejor de los últimos tiempos, debido a lo logrado de su set list y al perfecto amalgama de las canciones de sus últimos 6 discos.No es fácil en una banda siempre cambiante, que las canciones encajen como piezas de puzzle para lograr un show potente, variado, emotivo, reflexivo y también eufórico. Como tampoco lo es, que sus canciones seduzcan a niños de 9 y a sus padres de 45 o a sus hermanos de 17 o 28.Pero EL CUARTETO DE NOS logra eso y logra siempre sorprender, emocionar e inspirar a otros, algo que sin duda es muy halagador para ellos.
JUEVES detonó como una bomba en su lanzamiento en agosto del año pasado.Los fans no sabían que esperar y el público en general se encontró con un disco ecléctico, tanto como sus productores y sonidos.Curiosamente, un disco con tantas miradas y canciones tan disímiles unas de otras, generó un sentir particular entre sus seguidores. Declaran muchos de los fans, haber tenido “un viaje” cuando salió el icónico disco RARO, con el que el Cuarteto sorprendió en toda Latinoamérica como una banda nueva y original, cuando en el fondo ya tenía 20 años de trayectoria local. Muchas diferencias y quizás unas cuantas similitudes pueden generar ese vinculo invisible entre ambos discos, pero sin duda los efectos contagiosos son bastante similares. Cuando uno se encuentra con canciones como “Contrapunto”, “Tiburones en el bosque”, “Mario Neta” o “Punta Cana”, o las joyitas escondidas como “Fallaste Nostradamus” (que probablemente vea la luz en vivo en este 2020), puede sentir una adrenalina y emoción particular como lo fuera en su momento con “Yendo a la Casa de damián, “Ya no sé que hacer conmigo” o “Pobre Papá”.Pero JUEVES, es particular, adictivo y feliz. Un disco diferente de principio a fin, desde su gestación hasta los oídos populares y por eso lo vuelve tan disfrutable y tan bien recibido. Es difícil catalogar un disco o saber que va a pasar, por eso JUEVES, no fue pensado con ningún objetivo, ni mensaje, ni trasfondo, tan solo un JUEVES… JUEVES TOUR ya ha tocado varias ciudades de LATAM, habiendo generado SOLD OUT casi en todas ellas.En el 2020 le toca debutar en los países de Centroamérica, que vienen agotando las entradas  en tiempos record. También DF y varias ciudades de México, Colombia, Perú, Ecuador, Paraguay, Chile y muchas más, esperan ver JUEVES en vivo. Mientras que a unas les tocará encontrarse con el show de Jueves  por primera vez, a algunas otras, verán un show donde se nota el camino andado y que depara nuevas incorporaciones al set list. EN EL MEJOR MOMENTO de CUARTETO DE NOS, JUEVES llega a sus ciudades. GIRA 2020:25/1/2020 – Cuenca (Ecu)16/2/2020 – Paso de los Toros (UY)23/2/2020 – Atlántida (UY)12/3/2020 – Morelia (Mx)13/3/2020 – Querétaro (Mx)14/3/2020 – Vive Latino (Mx)15/3/2020 – León (Mx)17/3/2020 – San José de Costa Rica (CR)18/3/2020 – San José de Costa Rica (CR)20/3/2020 – Ciudad de Panamá (PAN)21/3/2020 – Santo Domingo (Rep Dom)28/3/2020 – Maldonado (Uy)17/4/2020 – Minas y abril (UY)18/4/2020 – San José (Uy)19/4/2020 – Nueva Helvecia (Uy)16/5/2002 – Quito (Ec)18/5/2020 – Lima (Pe)19/5/2020 – Lima (Pe)20/5/2020 – Arequipa (Pe) CUARTETO DE NOS:Roberto Musso – Guitarra y voz
Santiago Tavella – Bajo
Álvaro Pintos – Batería y percusiones 
Santiago Marrero – Teclados y programaciones
Gustavo Antuña – Guitarras 
Para más información del Cuarteto De Nos:
Facebook: https://www.facebook.com/cuartetodenos/
Twitter: https://twitter.com/cuartetodenos
Instagram: https://www.instagram.com/cuartetodenosok/Oficial 
Web: www.cuaretetodenos.com.uy
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retegenova · 6 years ago
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CINQUANTA ARTISTI LIGURI DONANO LE LORO OPERE A SOSTEGNO DELLA BANCA DEGLI OCCHI LIONS MELVIS JONES PER LA TERZA “TRIENNALE ARTISTICA DELLA SOLIDARIETÁ”
Una gara di solidarietà, riproposta attraverso un’ampia esposizione artistica fortemente legata al territorio. Le opere saranno esposte, dal 7 all’11 maggio, tra il Primo foyer e il foyer dell’Auditorium del Teatro Carlo Felice
Genova – Cinquanta artisti, cinquanta opere e un obiettivo comune: la solidarietà. In occasione della terza edizione della “Triennale Artistica della Solidarietà” questi artisti, attivi soprattutto a Genova ma provenienti da diverse latitudini geografiche e culturali, hanno deciso di donare una propria opera per raccogliere fondi a favore della Fondazione Banca degli Occhi Lions Melvin Jones che, dal 1996, è impegnata nella lotta alla cecità. L’iniziativa è ideata e realizzata dal Prof. Roberto Guerrini, ed è promossa dall’Associazione Amici della Banca degli Occhi e dal Teatro Carlo Felice, dove andrà in scena tra il 7 e l’11 maggio l’esposizione delle opere donate.
Una gara di solidarietà, riproposta attraverso un’ampia esposizione artistica fortemente legata al territorio. «Il senso e il significato della “Triennale Artistica della Solidarietà” – racconta Roberto Guerrini – è quello di portare avanti attraverso l’arte e l’amicizia una causa comune, sostenuta nel tentativo di alleviare le difficoltà o le sofferenze altrui. Anche quest’anno, i ricavati dell’iniziativa saranno interamente devoluti a beneficio della Fondazione Banca degli Occhi Melvin Jones, associazione che provvede a tutto quanto necessario per i trapianti di cornea: dal prelievo alla catalogazione, conservazione e infine alla distribuzione delle cornee agli ospedali che ne fanno richiesta». Le cinquanta opere, donate da altrettanti artisti, sono all’asta sul sito della Triennale Artistica della Solidarietà (www.bomj.it) e saranno esposte, dal 7 all’11 maggio, tra il Primo foyer e il foyer dell’Auditorium del Teatro Carlo Felice. Potranno inoltre essere formulate proposte di acquisto direttamente nel corso dell’esposizione. «Siamo arrivati alla terza edizione di questa manifestazione – aggiunge Maurizio Roi, Sovrintendente del Teatro Carlo Felice – alla quale abbiamo partecipato e collaborato fin dalla nascita. Accogliamo la Triennale Artistica della Solidarietà con la gioia e la voglia di essere parte di questa iniziativa, a conferma della vocazione del Teatro a proporsi come luogo aperto, disponibile a cogliere e accogliere linguaggi e proposte di valore».
Allestita nello stesso periodo in cui va in scena la “Tosca”, l’esposizione inaugura martedì 7 maggio (ore 17) nel primo foyer del Carlo Felice, mentre dall’8 all’11 è visitabile al foyer dell’Auditorium. «È sempre entusiasmante – concludono Renzo Bichi e Santo Durelli della Associazione Amici Banca degli Occhi Lions Melvin Jones – vedere tante realtà differenti del territorio fare rete con l’obiettivo unico della solidarietà. La Fondazione Banca degli Occhi Melvin Jones è da tempo in prima fila per migliorare la qualità della vita di chi è affetto da patologie corneali che compromettono la vista e iniziative come la Triennale Artistica della Solidarietà ci permettono, attraverso l’arte, di far prevenzione, di promuovere la ricerca e di aumentare il numero di donazioni». Inoltre, giovedì 9 maggio (ore 17) nella Sala Conferenze del Teatro Carlo Felice i professori Daniele Grosso e Roberto Guerrini terranno una lezione divulgativa.
Gli artisti partecipanti sono Marisa Bertolotti con “Trasparenze in giallo”, Matilde Bianchi con “Fontana del Tritone”, Agostino Boldrini con “Ichtys”, Gian Luigi Boleto con “Nous descendons les escalier”, Barbara Borello con “Presente”, Francesco Bruzzo con “Nudo femminile”, Daniela Cappa con “Il rugbista”, Marina Cella con “La finestra”, Francesco Cento con “Efebo”, Antonino Cerda con “Specchio”, Marina Chesi con “Riflessi di luce”, Maddalena Costella con “NO BORDER N°1”, Bruno Di Giulio con “Mareggiata in Liguria”, Anna Ferrari con “Memoria delle radici”, Giorgio Gatto con “Senza Turchese”, Paola Ginepri con “Piani di Praglia [galaverna]”, Giacomo Grasso con “Theft”, Corrado Guderzo con “Preludio”, Roberto Guerrini con “Sub” e “Tris (dvertissement)”, Silvio Intiso con “Natura morta”, Pia Inzirillo con “All’angolo della strada”, Rosella Lauretta con “Omaggio a Vasco”, Silvana Maisano con “Quattro studi per sculture in bronzo”, Stefania Maisano con “Labirinto – Studio per bassorilievo in bronzo”, Sergio Massetti con “Integrazione”, Maurizio Roman Melis con “Il violino”, Davide Merello con “Untitled”, Marcello Mula con “S.t”, Enrico Musenich con “Città vecchia, città nuova”, Riccardo Musenich con “La città invisibile”, Mimmo Padovano con “FRAGILE !?”, Riccardo Panusa con “Formella picta”, Paolo Lorenzo Parisi con “Senza titolo”, Danila Parodi con “San Valentino”, Adriano Pasqualini con “A Sassello”, Paola Pastura con “Fioritura”, Melissa Pestillo con “Anacronistica catastrofe: il prezzo pagato”, Franco Repetto con “Sette vaschi”, Luisa Rognoni Apedistri con “Le stelle, gli alberi e i Cercatori”, Lucia Rotta Falcone con “Pezzi a pezzi”, Enrica Sala con “Humus”, Fulvio Salvi con “Safu” “Insomnia”, Rachele Sansalone con “Pane e vino con zucca”, Angela Sciutto con “Untitled”, Alessandra Secci con “Leçon de Ténèbres”, Daniela Tavella con “Magie del deserto” e Marco Tonnicchi con “Autoritratto”. La terza edizione della Triennale Artistica della Solidarietà vede anche la partecipazione speciale di Edoardo Alfieri con “Studi per “Le piaghe d’Egitto”” e di Antonio Contrada con “Nudo”, opere donate dai rispettivi gestori del loro lascito artistico.         
«Un sincero grazie – conclude Gian Mario Moretti, Presidente della Fondazione Banca degli Occhi Melvin Jones – agli artisti, al Teatro Carlo Felice e a tutti coloro che si sono adoperati per realizzare la nuova edizione di questo importante evento a favore della Banca degli Occhi». L’esposizione della terza edizione della Triennale Artistica della Solidarietà inaugura martedì 7 maggio alle 17 nel Primo Foyer del Teatro Carlo Felice. Da mercoledì 8 a venerdì 10 maggio è visitabile nel foyer dell’Auditorium del Teatro Carlo Felice dalle 17 alle 19, mentre sabato 11 maggio dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 17.30. Per ulteriori informazioni sul regolamento dell’asta: https://www.bomj.it/regolam e www.banca-occhi-lions.it
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CINQUANTA ARTISTI LIGURI DONANO LE LORO OPERE A SOSTEGNO DELLA BANCA DEGLI OCCHI LIONS MELVIS JONES PER LA TERZA “TRIENNALE ARTISTICA DELLA SOLIDARIETÁ” CINQUANTA ARTISTI LIGURI DONANO LE LORO OPERE A SOSTEGNO DELLA BANCA DEGLI OCCHI LIONS MELVIS JONES PER LA TERZA…
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diegoricol · 6 years ago
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Diego Ricol Freyre recomienda: Diego Ricol Freyre recomienda: Los mejores discos argentinos de la última década (Parte 2)
Segunda entrega de esta selección de los mejores discos nacionales editados entre 2008 y 2018. Como ya mencionamos en la primera parte de este trabajo, no se trata de un ranking, sino que la lista está ordenada por fecha de salida.
“El mar de las almas”, Carajo (09/10)
Foo Fighters, Underoath y Sevendust fueron las influencias del trío liderado por Corvata Corvalán para este disco, tal como lo contaron en una entrevista con Rock.com.ar. El álbum sería el último que lanzarían con Universal Records, y tendría un significado muy especial para la banda.
“‘El mar de las almas’ es la vida misma: el mar a veces está revuelto y también hay días re calmos. Hay muchos destinos, y cada uno de nosotros tuvo distintos faros guiándolo cuando las aguas estuvieron movidas. Supongo que esta etapa representa nuestro carácter aventurero”, señalaba el vocalista en una nota con Conexión Under.
Producido por Ale Vázquez -aliado permanente del grupo-, el sonido del disco es posiblemente el más sólido que Carajo haya logrado. Canciones como “Humildad”, “Libres” y los cortes “Ácido” y “Luna herida” serían números casi fijos en sus conciertos de ahí en adelante, marcando la verdadera importancia del lanzamiento.
En el mismo diálogo con Rock.com.ar, Corvata agregaba: “Fue donde se concretó nuestra identidad, el sonido, ese power trío y mixtura que veníamos experimentando. Es uno de los más logrados, y le hace justicia al vivo de la banda”. Nada más que agregar.
Canciones destacadas: “Luna herida”, “Libres”.
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“El perfume de la tempestad”, Indio Solari (11/10)
Si “Porco rex” había sido una bisagra en la carrera del ex Redonditos de Ricota, este disco fue la consolidación de ese sonido. Con un feeling menos crudo y letras más crípticas que su antecesor, el Indio mostró que su carrera solista estaba más viva que nunca.
Al igual que el resto de sus lanzamientos, el álbum fue grabado en su estudio Luzbola. “Es un viaje de ‘Porco rex’ hacia la tormenta -explicaba el cantante en un reportaje con Rock & Pop-. A las maquetas las hice solo, y para este disco arranqué con cuarenta. Siempre quedan un montón de temas que no progresan de la misma manera, y que son escupidos rápidamente”.
En “El perfume…” Solari adoptaría el nick “Caballo loco”, y lo acompañaría una banda histórica: Gaspar Benegas y Baltasar Comotto en guitarras, Marcelo Torres en bajo y Hernán Aramberri y Martín Carrizo en baterías.
La solidez es clara desde el comienzo: “Todos a los botes” es quizás la mejor apertura que el vocalista presentaría en todos sus discos solista. La gira del disco tuvo como punto cúlmine un show en el Autódromo Ángel Pena de San Martín, Mendoza, con 150.000 personas. Chapeau.
Canciones destacadas: “Vino mariani”, “Torito es muerto”.
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“Ringo”, Massacre (08/11)
Aunque “El mamut” (2007) fue la llegada al mainstream para la banda de Walas, éste disco los presentaba con el audio más pulido de su carrera. “Después de un álbum tan exitoso, teníamos mucha presión -explicaba el vocalista en una entrevista con Rock.com.ar-. ‘Ringo’ podía ser un fracaso… o sostener el título. Los artistas que transan repiten la fórmula. Dicen ‘con esto la pegué’, y se plagian a sí mismos”.
Producido por Ale Vázquez y grabado en los estudios El Pie, Tónica y El Quincho entre marzo y junio de 2011, el nombre es un homenaje al boxeador Ringo Bonavena. En el disco, Massacre plantea algunas de sus letras más científicas… y más extrañas.
En la apertura con “La web del siglo”, Walas ya marca el tono: “Microsoft lo inhibió, todos quieren trabar su paso. Marco Polo, web del siglo… ¿hasta dónde va a llegar?”. Para “Celebrity”, que aparece casi en la mitad del álbum, el vocalista redobla la apuesta: “Voy a cuidarte y protegerte, llamarte por tu nombre. Voy a meterte en una cajita de Tic-Tac azules”.
En “Ringo” también hay temas radio-friendly (“Tanto amor”, “Tengo captura” y “El deseo”) y momentos espaciales en los que se luce el guitarrista Pablo Mondello (“El robot vs. la momia azteca” y “Lo mío no es tan grave”).
Con un disco con tantos matices y un audio tan pulido, era obvio que Massacre estaba creando uno de los momentos más destacados de su historia. Definitivamente, revalidaron el título conseguido con “El mamut” y ganaron por knock out.
Canciones destacadas: “Tengo captura”, “Luna elástica”.
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“Non stop”, Dancing Mood (09/11)
Después de más de una década de carrera, Hugo Lobo y sus secuaces ya habían conquistado un montón de escenarios como el Luna Park, el teatro Gran Rex y el Ópera. En este último, incluso habían grabado un DVD junto a una orquesta e invitados como Skay Beilinson y Guillermo Bonetto.
Pero con su espíritu siempre entusiasta, Dancing Mood decidió llevar la situación un poco más allá. Grabaron un disco triple… ¡con casi 50 temas! Todo un hito para una banda de ska y rocksteady instrumental, que encima, mostraba en este material sus primeras composiciones propias. Lobo explicó, en una entrevista con Rock.com.ar, que esos temas se generaron “desde el piano y no desde los vientos”.
“Non stop” fue grabado mayormente en los estudios MCL, pero el trompetista paseó por todo el mundo en busca de invitados estelares. Así conseguió a leyendas con nombre propio como Dennis Bovell (Matumbi), Pauline Black (The Selecter), Winston Francis, Rico Rodriguez, Lynval Golding (The Specials), Winston Reedy, Doreen Shaffer (The Skatalites) y Gazz Mayall (The Trojans).
La secuenciación de “Non stop” también es clave para que el álbum haya sido un éxito. Temas como el homónimo, “Man in the street”, “Song for my father”, “You can get it if you really want” y “Mr. PC” se convertirían en figuras centrales de sus conciertos. El disco le llevó a Hugo Lobo casi cuatro años de trabajo, pero como se ve, estuvieron más que justificados.
Canciones destacadas: “Non stop”, “Teenage ska”.
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“Volumen II”, Humo del Cairo (10/11)
Después de un debut orientado al desert rock, Humo del Cairo encontró su sonido definitivo con este lanzamiento. Con canciones más cercanas al post-metal, una banda en plena aceitadísima en vivo y la masterización de Mario Breuer, era imposible que la fórmula no diera resultado.
“Me despojé de muchos tabúes, y dije: ‘Somos un grupo pesado y punto’. Eso puede incluir a un tipo cantándote con una guitarrita. No pasa por el volumen ni el sonido, sino por la intensidad -explicaba el cantante Juan Manuel Díaz en una entrevista con la revista Soy Rock-. El hardcore fue el género que más interpreté en mi vida, me agarró justo en la adolescencia, así que me empapé bastante”.
Tales avances se notarían más en los siguientes lanzamientos del grupo, pero en “Volumen II” ya había pistas de esa búsqueda. Se vislumbraba en temas como “Fe”, “Crinas” y “Espada de sal”. Otras canciones todavía tendrían vestigios de un stoner puro, como “Los ojos”, “Tierra del rey” y el épico “El alba”, quizás el mejor tema que haya editado Humo del Cairo. Definitivamente, un antes y un después dentro del género.
Canciones destacadas: “El alba”, “Tierra del rey”.
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“Fábulas de la locura”, Zumbadores (03/12)
Con el décimo aniversario del grupo, la banda liderada por Alejandro “Coco” Fassi buscaba romper los moldes mediante un disco de estudio arriesgado. Y vaya si lo consiguió: en un lapso de dos años, grabaron canciones con invitados como Chizzo (La Renga), Fernando Ruiz Díaz (Catupecu Machu) y Jorge Serrano (Los Auténticos Decadentes).
Pero además hubo colaboraciones de artistas plásticos y escritores. En conclusión, casi 50 invitados. “Todos lo hicieron con alegría y muy amablemente. Estoy agradecido porque pudimos armarlo mediante la generosidad de cada uno”, explicó el cantante en una entrevista con El Bondi.
El ilustrador Juan Manuel Tavella, por su parte, creó videos con animaciones (además de los oficiales) para contar las historias de cada canción. El recurso tiene incluso más sentido si se considera que las composiciones navegan diferentes territorios: desde el hard rock de “Dios practica un tsunami”, pasando por la eufórica “Rata de puerto” y terminando con “Una noche como ésta”.
¿Lo más importante? Que al margen de contar con decenas de invitados y colaboradores, el álbum tiene una cohesión envidiable y suena homogéneo. Y eso es, sin dudas, lo más difícil de lograr. Bien por Zumbadores.
Canciones destacadas: “Un amor sofisticado”, “Rata de puerto”.
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“Lima”, Kapanga (10/12)
“No se puede manejar un barco desde el muelle”, explicaba el baterista Claudio Maffia en una charla con Rock.com.ar. Se refería a la partida de Marcelo “Balde” Spósito, uno de los miembros históricos de Kapanga. La salida del bajista y compositor se dio progresivamente: primero dejó de tocar en vivo y luego se dedicó exclusivamente a componer. Después, se alejó del todo.
Por eso, “Lima” era una oportunidad para que el grupo demostrara que seguía de pie, y que podría hacerle frente a la pérdida de uno de sus compositores más importantes. “El equipo se rearmó, con Maikel (guitarrista) como lider musical y Memo (nuevo bajista), que empezó a aportar muchas ideas”, agregaba Maffia, que también contaba que a la mitad del disco la había escrito Maikel “en solitario”:
El violero tomó protagonismo con aportes vocales “Lost” -usada para abrir los shows de la gira-, “Miles de ideas” -que tuvo a Hugo Lobo de invitado- y “Canción simple”. Gracias a la producción de El Chávez, Kapanga también pudo hacer que su estilo evolucione sin dar concesiones. Eso se nota en “La crudita”, “Jefe max” y “No me sueltes (es posible)”, algunos de los cortes con el sonido más tradicional de todo el álbum. Con “Lima”, Kapanga demostró que no sólo tenía el control del barco, sino que no les asustaba ir hacia nuevas aguas.
Canciones destacadas: “Lost”, “No me sueltes (es posible)”.
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“Chances”, IKV (10/12)
El estudio Unísono, de Gustavo Cerati, fue el lugar en donde el dúo de Dante Spinetta y Emmanuel Horvilleur decidió grabar su disco regreso. Como si eso fuera poco, la banda contrató al productor Rafael Arcaute -ganador de más de una decena de premios Grammy- y se dejó llevar por el funk, el pop y hasta el soul más progresivo de los años ‘70.
Uno de los grandes ejes conceptuales del disco es la pérdida, un sentimiento influenciado por la muerte de Luis Alberto Spinetta, padre de Dante. De hecho, la canción “Águila amarilla” es un tributo al Flaco. “Habla de cambiar de forma, porque de alguna manera nos vamos de este mundo pero seguimos estando espiritualmente”, fundamentaba Dante en una entrevista con Clarín. Incluso, en “Chances” se usaron algunas de las guitarras de su padre.
El momento más duro para el grupo fue el de tener que presentarse en el Cosquín Rock, a sólo horas de la muerte del Flaco. Allí versionaron “Post crucifixión” y demostraron algo: que ellos estaban más vivos que nunca. En el álbum -que saldría meses más adelante- también hay luminosidad, sobre todo gracias a los vientos que recuerdan al período de “Leche” (1999).
El lanzamiento los gratificó con cinco Premios Gardel, varias nominaciones a los Grammy y múltiples reconocimientos para el productor Rafael Arcaute. Más allá de las obvias comparaciones con su pasado, Dante se dejó una consigna clara en el mismo reportaje con Clarín: “No había nada que superar, era hacer algo nuevo”. Y vaya si lo lograron.
Canciones destacadas: “Funky futurista”, “Monta el trueno”.
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“Blanco”, Eruca Sativa (11/12)
“Somos de la idea de que las radios tienen que pasar la música que hacen los artistas, y que no hay que trabajar para sonar ahí”, decía la bajista Brenda Martin en un reportaje con la revista Soy Rock. “Para tratar de no imitar los errores, a veces nos ponemos a ver las experiencias de las otras bandas y por qué se separaron. Ojalá que nos siga saliendo bien”.
Quizás por esa búsqueda, “Blanco” marca una etapa. Ya desde los títulos de sus discos previos se cierra una trilogía: “La carne/Es/Blanco”, pero también desde lo sonoro. En los estudios MCL, Eruca Sativa se dio el lujo de experimentar con canciones más largas (como “El balcón”), temas sensibles (“Antes que vuelva a caer”) y por supuesto, su coyuntura de power trío (“Fuera o más allá”). El material también contó con la participación de Fito Páez en “Guitarras de cartón” y tuvo al cordobés Titi Rivarola, que fallecería poco tiempo más tarde, en “Amor ausente”.
A esto le seguiría una multitudinaria gira por el país y por el exterior, y hasta una presentación en el Teatro Ópera en formato electroacústico, que sería editada en CD + DVD. Está la creencia de que el tercer álbum de una banda es el que realmente demuestra si su legado se mantendrá en el tiempo. Con “Blanco”, Eruca Sativa dejó en claro que había llegado para quedarse. Por suerte.
Canciones destacadas: “El balcón”, “Antes de que vuelva a caer”.
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“Incandescente”, Richard Coleman (08/13)
Ale Vázquez, productor que ya apareció en este ránking gracias a su trabajo con Carajo y con Massacre, sería también responsable también del tercer LP solista del ex Siete Delfines.
Coleman, que ya había trabajado con Soda Stereo y Charly García, llamó a Skay Beilinson para que tocara la guitarra en “Corre la voz”, y a Alejandro Lerner para que dejara plasmado su Hammond en “Cuestión de tiempo”.
“Decidí grabar los primeros demos en cintas. En cassettes de 4 pistas, para ser más preciso. Era una grabadora restaurada igual a la que usé en 1985 con Fricción, sin nada de edición ni Pro Tools. Parte de la búsqueda del disco fue rescatar objetos de su obsolescencia”, señalaba Coleman en un comunicado de prensa.
La idea del disco fue básicamente esa: demostrar que es difícil negar el “sistema” en en el que se dan nuestras rutinas, pero dejar en claro que igualmente se puede estar enamorado de la vida. Un álbum realmente incandescente.
Canciones destacadas: “Como la música lenta”, “Corre la voz”.
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navigamus-blog-a-vela · 7 years ago
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SAIL 2015 - I DRAGONI A IMPERIA 2015 PER LA PIGATO REGATTA - 2015
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22 giugno 2015 – L'appuntamento di giugno delle West Ligurian Sail & Taste Series organizzate dal Porto Maurizio YC ha ancora una volta soddisfatto pienamente i concorrenti. Mare formato nella prima prova di sabato con onde incrociate e fresco vento da levante che è poi calato consigliando l'attento Comitato di regata a far rientrare in porto la flotta al termine della prima prova; nel pomeriggio il mare si spianava e il vento riprendeva a soffiare consentendo di portare a termine altre due prove.   Il classico de-briefing del sabato sera ha concesso un serrato scambio di impressioni e opinioni sulle opzioni tattiche adottate e sulle regolazioni messe in opera. Domenica quarta prova con 15-18 nodi da grecale, che però si riduceva nel corso della quinta prova, con un bel salto di direzione. Dopo il cambio di percorso sesta e conclusiva prova che confermava la supremazia di Little Diva, timonato da Michele Benvenuti, con Mario Quaranta alla tattica e Andrea Quaranta alle manovre (2,1,1,2,1,1). Secondo Fanfouette, di Tonino Viretti con Franco Lacqua e Daniele Tavella (1,2,4,1,2,2). Terzo Fafnir III (Maurizio Delbecchi, Luca Barbera e Cristian Barla)(4,3,2,3,3,4).
FROM http://www.navigamus.info/2015/06/i-dragoni-imperia-per-la-pigato-regatta.html
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eventicatanzaro-blog · 7 years ago
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Nuovo evento pubblicato http://eventicatanzaro.it/event/libreria-tavella-natale-sacca-presenta-volevo-ancora-giocare-ma-poi-2/
LIBRERIA TAVELLA - Natale Sacca presenta Volevo Ancora Giocare Ma Poi
Mario e Stefania sono sposati da un po’ di anni. Un matrimonio felice e affiatato, un amore forte testimoniato da una condizione di serenità, ma forse per questo un po’ incline al rischio della routine; situazione di stallo esistenziale che porterà Mario a struggersi nel sogno, occupando i luoghi del ricordo e provando ad abitare il mistero della giovinezza che si vorrebbe non finisse mai, fatto di giornate passate a giocare a pallone nei lunghi pomeriggi spensierati, fino alle prime cotte del liceo. Tutto ha inizio quando una strana scritta appare sulla saracinesca dell’edicola dove Mario lavora. Ci sono poi un gatto che parla, o almeno così sembra, e uno strano signore seduto al bar che osserva ogni cosa. Un libro sulla vita, sul rimpianto della gioventù passata e sulla sofferenza nell’accettare la propria realtà. Un libro da non perdere assolutamente.
Converseranno con l’autore: Anna Veraldi Pasquale Allegro
VI ASPETTIAMO!
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goricaro · 8 years ago
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Don Luigi Cazzaniga, artista ebanista que jerarquizó Salta
Por Lucía Solís Tolosa y Gregorio A. Caro Figueroa
Luigi Cazzaniga nació en Barlassina, que actualmente depende de la Provincia de Monza, Italia, el 4 de mayo de 1910, hijo de Carlo Cazzaniga y Felicita Molteni. Estudió en la Escuela de Disegno de Barlassina y obtuvo el título de Ebanista. En la vocación de Luigi influyó la larga tradición de maestros ebanistas de Barlassina, actividad ejercida y trasmitida por sus antepasados. Esto contribuyó a que Luigi abrazara esta profesión desde muy joven.  
Contrajo enlace con Adele Moltrasio el 14 de mayo de 1938, de cuyo matrimonio nacieron cuatro hijos: Carla, Beatriz y Ángela en Italia, y César Humberto en Salta, Argentina.
Formado en su pueblo en una escuela de ebanistas que hunde sus raíces en la Edad Media, Luigi ejerció en Italia su profesión realizando el tallado de muebles en distintos estilos; además, imágenes religiosas destinadas a santerías de su lugar natal y localidades vecinas.
El hecho de que Luigi Cazzaniga llegara a Buenos Aires a comienzos de 1949, lo sitúa formando parte de la última ola emigratoria de italianos en la Argentina, producida en la inmediata posguerra, entre 1947 y 1951. Los porcentajes del saldo inmigratorio italiano sobre el saldo inmigratorio extranjero total lo confirman: En el periodo 1921-1930: 42%; en el de 1941-1946 cayó al 7% y entre 1947 a 1951 se produjo una notable recuperación: 57%. Porcentaje que contrastará luego con el del periodo 1961-1970: -17,8%.
Según el historiador argentino Mario Nascimbene, “sus características fueron en ciertos aspectos, distintas de las anteriores”. Lo fueron porque entonces eran diferentes las aspiraciones laborales y económicas. En el caso de la Provincia de Salta, la llegada de Cazzaniga es casi simultánea al arribo de Juan Pablo Crivelli (1948), el primero de cinco hermanos que se radicaron en Salta y que, al igual que Cazzaniga, hicieron importantes aportes a la cultura local. Juan Pablo, en las artes gráficas y Benito, su hermano mayor, en la librería y la promoción de la plástica y la música.
“Cada migración lleva consigo inevitablemente dificultades, incomodidades y dolor, pero también activa necesariamente mecanismos de defensa y de protección que se traducen en verdaderas experiencias de solidaridad”, señala Ada Lonni en su libro editado en 1994, citado por la profesora Fulvia Lisi.
La emigración de una generación de artesanos se explica porque algunos antiguos oficios y la capacidad profesional de algunos de los mejores comenzaron a ser menos demandados en sus lugares de origen. Emigrar era una apuesta fuerte pero necesaria para abrir nuevos horizontes no sólo en Buenos Aires, principal centro de atracción, sino también en centros urbanos de algunas provincias con tradición cultural, como fue el caso de Salta.
Su llegada a Salta
La llegada de don Luigi a la Argentina se debió a una gestión de su tío Fray Francisco Molteni, de la congregación de los Hermanos Azules y fundador, junto con otros sacerdotes, del Colegio San Cayetano de Vaqueros, Salta. Fray Francisco se puso en contacto con los padres del Colegio Salesiano de Salta, y el director Emilio R. Norry le escribe una carta a Cazzaniga ofreciéndole el trabajo de maestro de talla en la carpintería del Colegio para que enseñe su oficio; lo invita a trasladarse a la Argentina y a Salta a fin de hacerse cargo de ese trabajo, según consta en carta de fecha 28 de julio 1947.
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El 19 de noviembre de 1948, los directivos del Colegio Salesiano le envían un contrato de trabajo por tres años –que luego serían nueve-  firmado por el Reverendo Padre Salvador Benenati, que ese año asumió como director del Colegio, cargo que ejerció hasta 1953; por César Rodríguez Dondiz, que era secretario general, y por el agente consular de Italia, Víctor Antonelli.
Cazzaniga aceptó los términos de ese contrato de trabajo, adoptó decisiones familiares para los tres años que estaría en Salta y organizó su viaje. Resuelto estos temas, partió del puerto de Génova el 12 de febrero de 1949 rumbo a la Argentina. Tenía 38 años cuando desembarcó en el puerto de Buenos Aires, el 5 de marzo de ese año. De inmediato se siguió camino a Salta por tren, para hacerse cargo del taller de carpintería del Colegio Salesiano, teniendo a su cargo jóvenes que querían aprender el oficio.
El ofrecimiento de contrato se hizo el año en que el Colegio Salesiano “Ángel Zerda” de Salta incorporó la Universidad Salesiana del Trabajo, iniciativa que tenía como objetivo incluir a sectores sociales vulnerables al hábito y a la cultura del trabajo. Sin educación, y sin educación en el trabajo, no era posible romper el círculo vicioso de la pobreza. En el caso del Colegio Salesiano de Salta, sus escuelas profesionales constituyeron, “por su finalidad, una concepción sociológica muy avanzada: la formación del técnico medio, el maestro, el oficial”.
En las especialidades de Artes y Oficios del Colegio Salesiano de Salta, don Luigui Cazzaniga ocupó el lugar de un eximio maestro ebanista, trasmitiendo sus conocimientos, heredados de antiguos maestros medievales, formando y capacitando alumnos de esas escuelas. Cazzaniga jerarquizó el taller de carpintería que funcionaba allí desde 1912. Se podría decir, literalmente, que lo elevó a los altares: el altar mayor de la capilla “María Auxiliadora”, los de la Virgen del Perpetuo Socorro y la Virgen del Milagro.    
Decide quedarse en Salta
Cumplido poco más de un año de su experiencia en Salta, don Luigi decidió que su familia –su esposa y tres hijas- se trasladaran a Salta para radicarse aquí. Los Cazzaniga llegaron al puerto de Buenos Aires en barco el 26 de julio de 1950, y a Salta el 1 de agosto. Durante los primeros años, la familia residió en calle España 1040. Fue en esa casa, tres años después de instalarse allí, el 3 de julio de 1953 nació su único hijo varón, César Humberto.
Aquel hogar fue una comunidad de afecto, esfuerzo, trabajo y sensibilidad artística. En ella el trabajo artístico –la ebanistería paterna- se entrelazaba con el trabajo manual de la huerta casera dentro del terreno que rodeaba la vivienda, a pocos metros de la plaza principal de la Ciudad de Salta. Los Cazzaniga Molteni tuvieron una vida privada recogida, dedicada al trabajo y la educación de los hijos.
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Después de trabajar varios años en el Colegio Salesiano, el maestro italiano se independizó y armó su taller de carpintería y talla en su domicilio de España 1040, teniendo como operarios a varios jóvenes a los que él había enseñado el oficio. Pocos años después de instalarse en Salta y trabajar aquí, con gran esfuerzo, Cazzaniga adquirió prestigio por sus obras, por su formalidad y su compromiso con “la ética del trabajo bien hecho”, para usar una expresión del escritor español Antonio Muñoz Molina. A su vocación y contracción al trabajo, añadió un talento artístico plasmado en una extensa obra que jerarquizó en Salta algunos de sus espacios públicos y privados.  
En su taller se realizaron muebles de distintos estilos y con creación propia tallados por él: camas, veladores, cómodas, bibliotecas, sillas, mesas, juegos de comedor, cuadros, marcos tallados, balcones y puertas. Las obras salidas de sus manos no se redujeron solo a las más importantes y costosas, demandadas por el sector social de mayor capacidad económica: también estaban destinadas a la clase media en ascenso.  
En Salta en aquella época era el único tallista en madera que realizaba sus trabajos a mano, con sus herramientas. Las familias importantes de Salta le encargaban sus obras: juegos de dormitorios, comedores. Entre ellas, se recuerdan algunos apellidos como ser Patrón Costa, Cornejo, Saravia, Caro, Paz Chaín, Durand, Di Pasquo, Di Lella, Francesco Pagliaro, Solá, Lisi, Preti, Barrantes, Del Pin, Binda, Lecuona de Prat y Gómez Naar, entre otros.
Al terminar cada una de sus obras, éstas eran fotografiadas, tarea que confío a don Miguel Llaó, uno de los mejores fotógrafos artísticos de Salta de la segunda mitad del siglo XX. La colección de esas fotos de Llaó y los bocetos a lápiz son la base para elaborar un catálogo que incluya parte de la vasta producción de Cazzaniga.
Cazzaniga también trabajó en la restauración de muebles antiguos en poder de antiguas familias de Salta, mobiliario de finales del siglo XVIII y del XIX, heredados de sus antepasados.
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Algunas de sus obras importantes
Entre los trabajos que realizó merecen un registro particular los de carácter religioso:
- La ya mencionada base de la imagen de Virgen del Milagro que se conserva en la Catedral Basílica de Salta. Esta obra tenía sus respectivas jardineras en madera que, luego, se hicieron en plata con la base que talló don Luigi. Desde 1692 el más importante y masivo culto religioso es el consagrado a la Virgen y al Señor del Milagro.  
- El marco tallado para la imagen del Niño de Aracoeli que fue encargado por el coronel Di Pasquo para la Iglesia San Francisco. En la actualidad el cuadro se encuentra en la biblioteca del dicho convento.
- El marco de la Virgen del Perpetuo Socorro de la Iglesia de San Alfonso, y también el cuadro que está al lado del altar de la Virgen donde están los recuerdos de las gracias que la gente recibe.
- También diseñó y talló el altar mayor de la Virgen María Auxiliadora de la capilla del Colegio Salesiano, colocada allí en el año 1954. Restauró y realizó sagrarios y otros trabajos en iglesias del interior de la Provincia. Pocos saben que es obra de Luigi Cazzaniga el catafalco de monseñor Roberto J. Tavella, sacerdote salesiano y primer arzobispo de Salta entre 1935 y 1963.  
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Artífice de los balcones de Salta
Un elemento que manifiesta la importancia de la obra de Luigi, lo constituyen sus balcones tallados. Podemos decir que Cazzaniga es el artífice de los balcones de Salta. Lo es dos de los significados de la palabra artífice: el que alude al artista que hace un trabajo delicado con sus manos, y al designa a la persona que realiza o ejecuta una obra.
Es pertinente señalar que un considerable número de soberbios balcones que integran la obra del arquitecto Lecuona de Prat, quien durante casi cuatro décadas construyó edificios de un estilo que se ha dado en llamar californiano-mallorquino. Nacido en 1911 en La Laguna (Santa Cruz de Tenerife, Islas Canarias), Lecuona de Prat llegó a Salta en 1933 y traía bajo el brazo su título de Aparejador, profesión que hoy equivale a de Arquitecto Técnico.
En los años ’90 del siglo XX, el Colegio Oficial de Aparejadores y Arquitectos Técnicos de Santa Cruz de Tenerife publicó “El balcón que llegó de las Islas”, obra dedicada a la vida y obra de Lecuona de Prat. Fue él quien, quizás siguiendo las líneas trazadas en 1938 por el arquitecto, ingeniero y urbanista Ángel Guido en su “Plan Regulador de Salta”, dotó a esta ciudad de un carácter neo colonial, ciertamente característico.
Los balcones, puertas, ventanas, dinteles y escaleras de Cazzaniga complementaron gran parte de los proyectos arquitectónicos de Lecuona y los realzaron. No hay que olvidar que esos balcones inspirados en los de Canarias y éstos en los moriscos, y también en los de Lima, son obra del maestro ebanista: son la conjunción del trabajo de un español de Canarias y un italiano.  En parte por mezquindades y envidias y, en parte, por la modestia de Cazzaniga, su destacado aporte no recibió todavía el reconocimiento que merece.
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Los balcones más importantes
Entre las más destacadas obras del maestro ebanista integradas a arquitectura, se pueden mencionar:
- El imponente balcón en la fachada del Club 20 de febrero, entidad que reúne a familias tradicionales y segundo de ese tipo más antiguo de la Argentina. La sede de este club, ubicada en el Paseo Güemes próxima al Monumento al General Güemes, es un edificio construido en 1948, que fue propiedad de Carlos Durand. Obra de Cazzaniga son también mesas y sillas del ese club.
- El balcón de la casa de la familia Bellini, en avenida San Martín al 400 frente a Plaza Francia.
- El extenso balcón, sumado a las puertas y escalera interior, de la casa de avenida Belgrano 1100, construida para la familia de Fernando Lecuona de Prat.
- El marco y la puerta de la casa de la familia Cornejo en avenida Belgrano al 600, entre 20 de Febrero y Balcarce, hoy propiedad de don Luis Uriburu Castellanos. Es una de las obras más importantes, en la que respeta y recrea el estilo de columnas y puertas de Salta del siglo XVIII.
Talento artístico en las manos
Los altares, sagrarios, marcos de imágenes y otras producciones religiosas, revelan no solo la maestría sino también el refinado y delicado gusto clásico, de indudable ADN italiano, de Cazzaniga. Revelan también la serenidad espiritual y la sensibilidad religiosa de este artesano-artista que dejó una estimada huella en la cultura material de Salta.
Clientes y amigos recuerdan su honestidad, su trato formal y amable; fue una persona respetada y apreciada en un medio que no hacía concesiones al respecto. Don Luigi se concentró en su trabajo. En cada una de sus obras cuidó el detalle, buscó la perfección, combinando viejas y nuevas técnicas, antiguos y nuevos estilos.
Luigi, como lo llamaban cariñosamente las personas que lo conocieron, falleció a los 59 años luego de una larga dolencia, el 21 de abril de 1970. Por sus manos derramó su talento artístico. A su familia y a su arte consagró su vida este hijo de Italia que salió de Barlassina para radicarse en Salta, morir aquí y perdurar también aquí en la madera, materia prima de su extensa e importante obra.-
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daniela-boni · 13 years ago
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Emanuele Cisi Good Ear in LaBLoft
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Elisa Perotti Photographer
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dijonbeaune · 3 years ago
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161e vente des vins des Hospices de Beaune : mode d'emploi en 5 points
161e vente des vins des Hospices de Beaune : mode d’emploi en 5 points
Les Hospices civils de Beaune et son domaine viticole ont choisi de confier leur vente aux enchères à un nouveau commissaire priseur. Un détail qui n’en est pas un, alors que le millésime 2021 sera rare en Bourgogne. Voici quelques repères pour en prendre la mesure avant le jour J du 21 novembre.  Les Hospices de Beaune, comment ça marche ? L’histoire des Hospices Civils de Beaune a commencé en…
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