#malgoverno italiano
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L'italia è il paese più bello del mondo. O meglio, potrebbe esserlo, senza gli italiani !
Senza i piromani calabresi, senza i contadini palermitani, senza chi appicca roghi nella macchia mediterranea del Gargano.
Un paese come il nostro con migliaia di chilometri di coste e boschi, sapete su quanti aerei canadair può contare?
Appena diciotto!
[ 18 ] Di-ci-ot-to !!
Avete capito bene.
Mentre spendiamo milioni di euro nella parte burocratica della progettazione del Ponte sullo Stretto di Messina, mentre buttiamo miliardi sull'aggiornamento dei sistemi d'armamento imposti dalla Nato, non investiamo nemmeno un euro del P.N.R.R. per rafforzare i mezzi per fronteggiare la ricorrente emergenza incendi che ogni estate vede andare in fumo migliaia di ettari di foreste e boschi.
Proprio quelli (i boschi, le foreste, il verde, la vegetazione) che dovrebbero salvarci dalla progressiva desertificazione del territorio italiano.
E il governo che fa?
DORME !!!!
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GIUSEPPE D’ALONZO & THE BOOGIE BOMBS
presenta
MATTINIERI DEL TEMPO
Guarda il video
youtube
Dopo un lungo periodo acustico Giuseppe D'Alonzo torna con un brano Rock, anzi dal sapore disco.
Non è proprio una novità per lui, in passato aveva già prodotto brani che strizzano l'occhio alla disco come “Non imitare mai” e “Tipico” ma questo è decisamente più ballabile, da qui l'idea del video con le bravissime ragazze del Boogie Bombs Crew girato dal videomaker Michele Macaluso.
“Boogie Bombs" è una crew tutta al femminile che nasce nel 2018 dall'unione di sei ballerine provenienti da diverse parti d'italia, conosciutesi e formatesi artisticamente a Roma, nella stessa accademia di danze urbane "urban dance academy".
Boogie bombs è l'insieme di sei linguaggi e personalità artistiche, sviluppatesi attraverso l'utilizzo e l'approfondimento di tecniche e stili di danza differenti unitesi con l'esigenza e la voglia di emanciparsi sotto lo stesso nome.
Affermate nella scena Romana ed italiana, prendono parte a diversi lavori teatrali, serate ed eventi di danza nazionali ed internazionali.
Ballerine per Redbull Dance your Style e Halfcourt.
Nel 2023 realizzano il primo evento che porta il loro nome "Dropping Bombs".
Tornando al brano il testo tratta un tema molto attuale, la cosiddetta guerra dei poveri, quella a cui stiamo assistendo sempre di più in questi anni.
La classe media è schiacciata verso il basso, ormai quasi sparita, l'inflazione ha fatto perdere molto potere di acquisto, quindi tutti, in un modo o nell'altro, cerchiamo di guadagnare di più. Ed ecco uscir fuori quelli che l'autore chiama i "mattinieri del tempo", quelli che vogliono arrivare sempre primi senza averne i titoli, gli arrampicatori sociali, i lecchini, chiamateli come volete, ma nei tempi di “magra” sono più attivi che mai, "si dispongono a corte come fanti che indossano sai". Fate attenzione quindi , sappiateli riconoscere e trattare nel modo opportuno perchè li troverete sempre nei corridoi della vita pronti a saltare la fila.
Il testo non risparmia nemmeno chi forse è responsabile di tutto questo, e si chiede anche perch�� siamo arrivati a tanto, da paese ricco, prospero e brulicante di persone capaci che eravamo..."forse il tempo non è più così, piegato, spezzato, umiliato da chi non risponde mai, dei propri guai"... una classe dirigente inappropriata, sia politica che amministrativa pubblica o privata che sia, decenni di guai senza un colpevole di cui non abbiamo fatto tesoro, ci dimentichiamo o ancor peggio ci abituiamo, siamo assuefatti alla corruzione e al malgoverno e quindi: di chi è veramente la colpa? Dei Mattinieri del tempo che arrivano nei posti di potere o di tutti noi che glielo permettiamo?
Tutto questo ballando e schitarrando a più non posso, è così che forse vanno dette le cose, con ironia, allegria ed un pizzico di pazzia!
Giuseppe D'Alonzo è un cantautore chitarrista di Pescara, fondatore dei Crabby's, band con cui ha pubblicato i singoli “L'uomo di Ieri”, “I was born yesterday” e “Free”.
Innamorato da sempre della musica Rock/Blues ha esordito come cantautore nel 2016 con il suo primo EP indipendente Bad Past, in lingua inglese.
A seguire ha pubblicato Realize (2017) e Mistake (2018) , Tornerà nel 2019 il suo primo album in Italiano, Strane Forme di Complicita' (2020) la conferma del suo nuovo amore per il cantautorato Italiano.
Vanta numerose collaborazioni italiane e internazionali, citiamo quelle con la singer songwriter di Londra Melanie Crew, la cantautrice italiana Patrizia Torrieri con cui ha pubblicato “Senza troppo mestiere” nel 2020.
“Decuisamente Labile” nasce invece nel 2021 da una collaborazione con Eleonora Toscani e prodotta dall'etichetta milanese Maninalto!
Nel 2022 pubblica “Fantasmi di Carta” EP di 16 brani che esce con un'anteprima video importante, realizzata da Michele Bernardi sul brano “Fantasmi di Carta”.
A seguire esce anche “Gravita'” accompagnato da un video in Puppet & Paper Cut Stop Motion.
Il 2023 è invece contraddistinto dall'uscita dal singolo “Come si fa”, accompagnato da un video in stop motion paper cut firmato da Gianni Donvito.
IL 2024 e' iniziato con la pubblicazione di “Canzoni per chi...” un featuring con Elisa Sandrini accompagnato da un video girato nella splendida Roma.
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Dopo un lungo periodo acustico Giuseppe D'Alonzo torna con un brano Rock, anzi dal sapore disco.
Non è proprio una novità per lui, in passato aveva già prodotto brani che strizzano l'occhio alla disco come “Non imitare mai” e “Tipico” ma questo è decisamente più ballabile, da qui l'idea del video con le bravissime ragazze del Boogie Bombs Crew girato dal videomaker Michele Macaluso.
“Boogie Bombs" è una crew tutta al femminile che nasce nel 2018 dall'unione di sei ballerine provenienti da diverse parti d'italia, conosciutesi e formatesi artisticamente a Roma, nella stessa accademia di danze urbane "urban dance academy".
Boogie bombs è l'insieme di sei linguaggi e personalità artistiche, sviluppatesi attraverso l'utilizzo e l'approfondimento di tecniche e stili di danza differenti unitesi con l'esigenza e la voglia di emanciparsi sotto lo stesso nome.
Affermate nella scena Romana ed italiana, prendono parte a diversi lavori teatrali, serate ed eventi di danza nazionali ed internazionali.
Ballerine per Redbull Dance your Style e Halfcourt.
Nel 2023 realizzano il primo evento che porta il loro nome "Dropping Bombs".
Tornando al brano il testo tratta un tema molto attuale, la cosiddetta guerra dei poveri, quella a cui stiamo assistendo sempre di più in questi anni.
La classe media è schiacciata verso il basso, ormai quasi sparita, l'inflazione ha fatto perdere molto potere di acquisto, quindi tutti, in un modo o nell'altro, cerchiamo di guadagnare di più. Ed ecco uscir fuori quelli che l'autore chiama i "mattinieri del tempo", quelli che vogliono arrivare sempre primi senza averne i titoli, gli arrampicatori sociali, i lecchini, chiamateli come volete, ma nei tempi di “magra” sono più attivi che mai, "si dispongono a corte come fanti che indossano sai". Fate attenzione quindi , sappiateli riconoscere e trattare nel modo opportuno perchè li troverete sempre nei corridoi della vita pronti a saltare la fila.
Il testo non risparmia nemmeno chi forse è responsabile di tutto questo, e si chiede anche perché siamo arrivati a tanto, da paese ricco, prospero e brulicante di persone capaci che eravamo..."forse il tempo non è più così, piegato, spezzato, umiliato da chi non risponde mai, dei propri guai"... una classe dirigente inappropriata, sia politica che amministrativa pubblica o privata che sia, decenni di guai senza un colpevole di cui non abbiamo fatto tesoro, ci dimentichiamo o ancor peggio ci abituiamo, siamo assuefatti alla corruzione e al malgoverno e quindi: di chi è veramente la colpa? Dei Mattinieri del tempo che arrivano nei posti di potere o di tutti noi che glielo permettiamo?
Tutto questo ballando e schitarrando a più non posso, è così che forse vanno dette le cose, con ironia, allegria ed un pizzico di pazzia!
Giuseppe D'Alonzo è un cantautore chitarrista di Pescara, fondatore dei Crabby's, band con cui ha pubblicato i singoli “L'uomo di Ieri”, “I was born yesterday” e “Free”.
Innamorato da sempre della musica Rock/Blues ha esordito come cantautore nel 2016 con il suo primo EP indipendente Bad Past, in lingua inglese.
A seguire ha pubblicato Realize (2017) e Mistake (2018) , Tornerà nel 2019 il suo primo album in Italiano, Strane Forme di Complicita' (2020) la conferma del suo nuovo amore per il cantautorato Italiano.
Vanta numerose collaborazioni italiane e internazionali, citiamo quelle con la singer songwriter di Londra Melanie Crew, la cantautrice italiana Patrizia Torrieri con cui ha pubblicato “Senza troppo mestiere” nel 2020.
“Decuisamente Labile” nasce invece nel 2021 da una collaborazione con Eleonora Toscani e prodotta dall'etichetta milanese Maninalto!
Nel 2022 pubblica “Fantasmi di Carta” EP di 16 brani che esce con un'anteprima video importante, realizzata da Michele Bernardi sul brano “Fantasmi di Carta”.
A seguire esce anche “Gravita'” accompagnato da un video in Puppet & Paper Cut Stop Motion.
Il 2023 è invece contraddistinto dall'uscita dal singolo “Come si fa”, accompagnato da un video in stop motion paper cut firmato da Gianni Donvito.
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Non è proprio una novità per lui, in passato aveva già prodotto brani che strizzano l'occhio alla disco come “Non imitare mai” e “Tipico” ma questo è decisamente più ballabile, da qui l'idea del video con le bravissime ragazze del Boogie Bombs Crew girato dal videomaker Michele Macaluso.
“Boogie Bombs" è una crew tutta al femminile che nasce nel 2018 dall'unione di sei ballerine provenienti da diverse parti d'italia, conosciutesi e formatesi artisticamente a Roma, nella stessa accademia di danze urbane "urban dance academy".
Boogie bombs è l'insieme di sei linguaggi e personalità artistiche, sviluppatesi attraverso l'utilizzo e l'approfondimento di tecniche e stili di danza differenti unitesi con l'esigenza e la voglia di emanciparsi sotto lo stesso nome.
Affermate nella scena Romana ed italiana, prendono parte a diversi lavori teatrali, serate ed eventi di danza nazionali ed internazionali.
Ballerine per Redbull Dance your Style e Halfcourt.
Nel 2023 realizzano il primo evento che porta il loro nome "Dropping Bombs".
Tornando al brano il testo tratta un tema molto attuale, la cosiddetta guerra dei poveri, quella a cui stiamo assistendo sempre di più in questi anni.
La classe media è schiacciata verso il basso, ormai quasi sparita, l'inflazione ha fatto perdere molto potere di acquisto, quindi tutti, in un modo o nell'altro, cerchiamo di guadagnare di più. Ed ecco uscir fuori quelli che l'autore chiama i "mattinieri del tempo", quelli che vogliono arrivare sempre primi senza averne i titoli, gli arrampicatori sociali, i lecchini, chiamateli come volete, ma nei tempi di “magra” sono più attivi che mai, "si dispongono a corte come fanti che indossano sai". Fate attenzione quindi , sappiateli riconoscere e trattare nel modo opportuno perchè li troverete sempre nei corridoi della vita pronti a saltare la fila.
Il testo non risparmia nemmeno chi forse è responsabile di tutto questo, e si chiede anche perché siamo arrivati a tanto, da paese ricco, prospero e brulicante di persone capaci che eravamo..."forse il tempo non è più così, piegato, spezzato, umiliato da chi non risponde mai, dei propri guai"... una classe dirigente inappropriata, sia politica che amministrativa pubblica o privata che sia, decenni di guai senza un colpevole di cui non abbiamo fatto tesoro, ci dimentichiamo o ancor peggio ci abituiamo, siamo assuefatti alla corruzione e al malgoverno e quindi: di chi è veramente la colpa? Dei Mattinieri del tempo che arrivano nei posti di potere o di tutti noi che glielo permettiamo?
Tutto questo ballando e schitarrando a più non posso, è così che forse vanno dette le cose, con ironia, allegria ed un pizzico di pazzia!
Giuseppe D'Alonzo è un cantautore chitarrista di Pescara, fondatore dei Crabby's, band con cui ha pubblicato i singoli “L'uomo di Ieri”, “I was born yesterday” e “Free”.
Innamorato da sempre della musica Rock/Blues ha esordito come cantautore nel 2016 con il suo primo EP indipendente Bad Past, in lingua inglese.
A seguire ha pubblicato Realize (2017) e Mistake (2018) , Tornerà nel 2019 il suo primo album in Italiano, Strane Forme di Complicita' (2020) la conferma del suo nuovo amore per il cantautorato Italiano.
Vanta numerose collaborazioni italiane e internazionali, citiamo quelle con la singer songwriter di Londra Melanie Crew, la cantautrice italiana Patrizia Torrieri con cui ha pubblicato “Senza troppo mestiere” nel 2020.
“Decuisamente Labile” nasce invece nel 2021 da una collaborazione con Eleonora Toscani e prodotta dall'etichetta milanese Maninalto!
Nel 2022 pubblica “Fantasmi di Carta” EP di 16 brani che esce con un'anteprima video importante, realizzata da Michele Bernardi sul brano “Fantasmi di Carta”.
A seguire esce anche “Gravita'” accompagnato da un video in Puppet & Paper Cut Stop Motion.
Il 2023 è invece contraddistinto dall'uscita dal singolo “Come si fa”, accompagnato da un video in stop motion paper cut firmato da Gianni Donvito.
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Dopo un lungo periodo acustico Giuseppe D'Alonzo torna con un brano Rock, anzi dal sapore disco. Non è proprio una novità per lui, in passato aveva già prodotto brani che strizzano l'occhio alla disco come “Non imitare mai” e “Tipico” ma questo è decisamente più ballabile, da queil'idea del video con le bravissime ragazze del Boogie Bombs Crew.
Il testo invece tratta un tema molto attuale, la cosiddetta guerra dei poveri, quella a cui stiamo assistendo sempre di più in questi anni. La classe media è schiacciata verso il basso, ormai quasi sparita, l'inflazione ha fatto perdere molto potere di acquisto, quindi tutti, in un modo o nell'altro, cerchiamo di guadagnare di più. Ed ecco uscir fuori quelli che l'autore chiama i "mattinieri del tempo", quelli che vogliono arrivare sempre primi senza averne i titoli, gli arrampicatori sociali, i lecchini, chiamateli come volete, ma nei tempi di “magra” sono più attivi che mai, "si dispongono a corte come fanti che indossano sai". Fate attenzione quindi , sappiateli riconoscere e trattare nel modo opportuno perchè li troverete sempre nei corridoi della vita pronti a saltare la fila. Il testo non risparmia nemmeno chi forse è responsabile di tutto questo, e si chiede anche perché siamo arrivati a tanto, da paese ricco, prospero e brulicante di persone capaci che eravamo..."forse il tempo non è più così, piegato, spezzato, umiliato da chi non risponde mai, dei propri guai"... una classe dirigente inappropriata, sia politica che amministrativa pubblica o privata che sia, decenni di guai senza un colpevole di cui non abbiamo fatto tesoro, ci dimentichiamo o ancor peggio ci abituiamo, siamo assuefatti alla corruzione e al malgoverno e quindi: di chi è veramente la colpa? Dei Mattinieri del tempo che arrivano nei posti di potere o di tutti noi che glielo permettiamo?
Tutto questo ballando e schitarrando a più non posso, è così che forse vanno dette le cose, con ironia, allegria ed un pizzico di pazzia!
Giuseppe D'Alonzo è un cantautore chitarrista di Pescara, fondatore dei Crabby's, band con cui ha pubblicato i singoli “L'uomo di Ieri”, “I was born yesterday” e “Free”.Innamorato da sempre della musica Rock/Blues ha esordito come cantautore nel 2016con il suo primo EP indipendente Bad Past, in lingua inglese. A seguire ha pubblicato Realize (2017) e Mistake (2018) , Tornerà nel 2019 il suo primo album in Italiano, Strane Forme di Complicita' (2020) la conferma del suo nuovo amore per il cantautorato Italiano. Vanta numerose collaborazioni italiane e internazionali, citiamo quelle con la singer songwriter di Londra Melanie Crew, la cantautrice italiana Patrizia Torrieri con cui ha pubblicato “Senza troppo mestiere” nel 2020.“Decuisamente Labile” nasce invece nel 2021 da una collaborazione con Eleonora Toscani e prodotta dall'etichetta milanese Maninalto! Nel 2022 pubblica “Fantasmi di Carta” EP di 16 brani che esce con un'anteprima video importante, realizzata da Michele Bernardi sul brano “Fantasmi di Carta”. A seguire esce anche “Gravita'” accompagnato da un video in Puppet & Paper Cut Stop Motion. Il 2023 è invece contraddistinto dall'uscita dal singolo “Come si fa”, accompagnato da un video in stop motion paper cut firmato da Gianni Donvito
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Il testo invece tratta un tema molto attuale, la cosiddetta guerra dei poveri, quella a cui stiamo assistendo sempre di più in questi anni. La classe media è schiacciata verso il basso, ormai quasi sparita, l'inflazione ha fatto perdere molto potere di acquisto, quindi tutti, in un modo o nell'altro, cerchiamo di guadagnare di più. Ed ecco uscir fuori quelli che l'autore chiama i "mattinieri del tempo", quelli che vogliono arrivare sempre primi senza averne i titoli, gli arrampicatori sociali, i lecchini, chiamateli come volete, ma nei tempi di “magra” sono più attivi che mai, "si dispongono a corte come fanti che indossano sai". Fate attenzione quindi , sappiateli riconoscere e trattare nel modo opportuno perchè li troverete sempre nei corridoi della vita pronti a saltare la fila. Il testo non risparmia nemmeno chi forse è responsabile di tutto questo, e si chiede anche perché siamo arrivati a tanto, da paese ricco, prospero e brulicante di persone capaci che eravamo..."forse il tempo non è più così, piegato, spezzato, umiliato da chi non risponde mai, dei propri guai"... una classe dirigente inappropriata, sia politica che amministrativa pubblica o privata che sia, decenni di guai senza un colpevole di cui non abbiamo fatto tesoro, ci dimentichiamo o ancor peggio ci abituiamo, siamo assuefatti alla corruzione e al malgoverno e quindi: di chi è veramente la colpa? Dei Mattinieri del tempo che arrivano nei posti di potere o di tutti noi che glielo permettiamo?
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Giuseppe D'Alonzo è un cantautore chitarrista di Pescara, fondatore dei Crabby's, band con cui ha pubblicato i singoli “L'uomo di Ieri”, “I was born yesterday” e “Free”.Innamorato da sempre della musica Rock/Blues ha esordito come cantautore nel 2016con il suo primo EP indipendente Bad Past, in lingua inglese. A seguire ha pubblicato Realize (2017) e Mistake (2018) , Tornerà nel 2019 il suo primo album in Italiano, Strane Forme di Complicita' (2020) la conferma del suo nuovo amore per il cantautorato Italiano. Vanta numerose collaborazioni italiane e internazionali, citiamo quelle con la singer songwriter di Londra Melanie Crew, la cantautrice italiana Patrizia Torrieri con cui ha pubblicato “Senza troppo mestiere” nel 2020.“Decuisamente Labile” nasce invece nel 2021 da una collaborazione con Eleonora Toscani e prodotta dall'etichetta milanese Maninalto! Nel 2022 pubblica “Fantasmi di Carta” EP di 16 brani che esce con un'anteprima video importante, realizzata da Michele Bernardi sul brano “Fantasmi di Carta”. A seguire esce anche “Gravita'” accompagnato da un video in Puppet & Paper Cut Stop Motion. Il 2023 è invece contraddistinto dall'uscita dal singolo “Come si fa”, accompagnato da un video in stop motion paper cut firmato da Gianni Donvito
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Tutto questo ballando e schitarrando a più non posso, è così che forse vanno dette le cose, con ironia, allegria ed un pizzico di pazzia!
Giuseppe D'Alonzo è un cantautore chitarrista di Pescara, fondatore dei Crabby's, band con cui ha pubblicato i singoli “L'uomo di Ieri”, “I was born yesterday” e “Free”.Innamorato da sempre della musica Rock/Blues ha esordito come cantautore nel 2016con il suo primo EP indipendente Bad Past, in lingua inglese. A seguire ha pubblicato Realize (2017) e Mistake (2018) , Tornerà nel 2019 il suo primo album in Italiano, Strane Forme di Complicita' (2020) la conferma del suo nuovo amore per il cantautorato Italiano. Vanta numerose collaborazioni italiane e internazionali, citiamo quelle con la singer songwriter di Londra Melanie Crew, la cantautrice italiana Patrizia Torrieri con cui ha pubblicato “Senza troppo mestiere” nel 2020.“Decuisamente Labile” nasce invece nel 2021 da una collaborazione con Eleonora Toscani e prodotta dall'etichetta milanese Maninalto! Nel 2022 pubblica “Fantasmi di Carta” EP di 16 brani che esce con un'anteprima video importante, realizzata da Michele Bernardi sul brano “Fantasmi di Carta”. A seguire esce anche “Gravita'” accompagnato da un video in Puppet & Paper Cut Stop Motion. Il 2023 è invece contraddistinto dall'uscita dal singolo “Come si fa”, accompagnato da un video in stop motion paper cut firmato da Gianni Donvito
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Sembra ormai retorico associare elezioni, campagna elettorale, immigrazione, sicurezza, ma è, purtroppo, un dato di fatto: non c’è tornata elettorale, di qualsivoglia Paese, soprattutto occidentale, in cui non si faccia riferimento al problema dell’ immigrazione. Così è stato in America dove, nel novembre 2016, è stato eletto Presidente Donald Trump il quale non ha mai nascosto la sua insofferenza nei confronti dell’ immigrazione, arrivando a proporre la costruzione di un vero e proprio muro, lungo centinaia di chilometri, con il Messico; la stessa cosa si è verificata, ad esempio, in Germania, dove, anche a causa delle politiche per far fronte all’ immigrazione, la CDU di Angela Merkel si è trovata indebolita (solo due giorni fa, a quattro mesi dal voto, è stato raggiunto l’ accordo di Grande Coalizione) mentre cresceva la destra estrema e xenofoba rappresentata dall’ AfD (Alternative fur Deutschland). [...]
A mio parere, in varie parti del mondo è stato creato ad arte una sorta di “caos funzionale” da parte di potentissime associazioni d’interessi finanziari, note o coperte, che stanno destrutturando l’economia a loro favore. Oltre alle guerre, alle scorrerie in borsa, ai terrorismi veri o inventati, si fa ricorso a un uso spregiudicato dei flussi migratori. Lo scopo é, ormai, palese: importare il terzo mondo nel primo per scardinare il mercato del lavoro italiano ed europeo, provocando serie conseguenze sociali, e per produrre a costi da terzo mondo e vendere a prezzi da primo mondo.
Inoltre, con l’immigrazione clandestina di massa si perseguono due obiettivi in particolare:
1) favorire l’esodo delle nuove generazioni acculturate dei Paesi del Sud perché temute come potenziali forze antagoniste al malgoverno locale e ai disegni di rapina delle multinazionali straniere;
2) usare gli immigrati irregolari nel lavoro nero per indebolire, vanificare le conquiste contrattuali dei lavoratori europei. Insomma, per alimentare la guerra fra immigrati e lavoratori e disoccupati europei.
Per quanto riguarda i nomi, da più parti, si fa quello del plurimiliardario Soros. Ma penso che non sia il solo. [...]
La mia ipotesi si basa, innanzitutto, sugli andamenti demografici italiani ed europei. Poiché in Italia preferiamo allevare cani e gatti invece che figli, l’immigrazione si è resa necessaria e va accolta con spirito di umanità e di solidarietà. Ma deve essere regolata con leggi appropriate, con accordi bilaterali e multilaterali, in base ai quali ai lavoratori immigrati (regolari) devono essere riconosciuti, sul serio, gli stessi diritti dei lavoratori italiani ed europei. Questa è la vera accoglienza, l’integrazione. [...]
Il problema non è solo di prima accoglienza, di assistenza più o meno precaria. Talvolta anche pelosa, speculativa. E nemmeno di un Paese solo. E’ l’Europa (UE) che deve farsene carico mediante un’iniziativa mirata a programmare, a regolarizzare i flussi e a garantire una degna accoglienza. Si potrebbe pensare a una “conferenza intergovernativa sulle migrazioni”, per delineare un quadro giuridico e politico di riferimento, per pianificare e armonizzare gli interventi globali e quelli dei singoli Stati d’origine e d’accoglienza.
Così come, si potrebbe (re) introdurre (accanto al permesso di soggiorno) l’istituto dell’atto di richiamo, aggiornato alle nuove condizioni, affinché l’immigrato possa trovare un’accoglienza sicura presso un parente o un amico già residente che garantisca di fronte agli enti locali e allo Stato e quindi evitare la clandestinità.
Agostino Spataro, ex deputato del PCI, autore del libro "Immigrazione - La moderna schiavitù".
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Baldini (Forza Italia): Giustizia, Occorre l’intervento del Presidente della Repubblica
Baldini (Forza Italia): Giustizia, Occorre l’intervento del Presidente della Repubblica
Tristemente si assiste ad un andamento parabolico della potere giudiziario italiano. Dopo la stagione della lotta alla mafia e di mani pulite, la considerazione in termini di solidità e affidabilità del magistrato era salita in un’impennata vertiginosa. L’essere magistrato di per sé importava una garanzia verso la lotta all’illegalità ed al malgoverno imperante, con inevitabili riverberi in…
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Il 16 aprile del 1856 al Congresso di Parigi Cavour pone alle potenze europee il problema “italiano”
Il Congresso di Parigi del 1856 Il Congresso di Parigi si riunì nella dal 25 febbraio al 16 aprile del 1856 al fine di ristabilire la pace dopo la guerra di Crimea, combattuta vittoriosamente dall'Impero Ottomano, Francia, Regno Unito e il Regno di Sardegna contro la Russia degli zar. Il congresso stabilì l'autonomia de Principato di Moldavia e del Priincipato di Valacchia che, liberate dal protettorato russo, rimanevano formalmente nell'Impero Ottomano al quale veniva anche assicurata l'integrità territoriale. Dispose la smilitarizzazione. Il 16 aprile del 1856 al Congresso di Parigi Cavour pone alle potenze europee il problema “italiano” del Mar Nero e la cessione da parte della Russia della zona della foce del Danubio a favore della Moldavia. Questo congresso determinò il declino della potenza russa in Europa e l'ascesa della Francia a prima potenza del continente. Il Primo ministro del Regno di Sardegna Cavour ottenne che per la prima volta in una sede internazionale si ponesse la questione italiana. I risultati del Congresso costituirono il Trattato di Parigi. Vinte le perplessità dell'Austria a far partecipare ai lavori i rappresentanti piemontesi senza limitazioni, Cavour Csi era preparato ad ottenere gli obiettivi per cui era partito: far prendere al congresso una posizione sulla questione italiana e ottenere ampliamenti territoriali per il suo Paese a compensazione dello sforzo bellico. L'importanza che aveva avuto l'Austria nella risoluzione del conflitto convinse Cavour che gli sarebbe stato impossibile ottenere territori nel Lombardo – Veneto, così come testimonia una lettera che scrisse a Walewski il 21 gennaiodel 1856. Né la questione dei Principati danubiani si rivelò utile allo scopo di raggiungere il medesimo obiettivo su Modena e Parma. Di conseguenza Cavour ripiegò su un tema espressamente italiano: le Legazioni pontificie, i territori i territori più settentrionali dello Stato Pontificio che erano difesi dal 1849 da truppe austriache. Il 27 marzo Cavour ne propose, in via preventiva a Francia e Gran Bretagna, la trasformazione in Stato laico, con esercito proprio e un debole legame politico con Roma. Per motivi religiosi gli inglesi ne furono entusiasti, per nulla invece i francesi che avevano assunto il ruolo di protettori dello Stato Pontificio e che bocciarono l'iniziativa. A Cavour non rimase che perseguire solo il primo dei due obiettivi, cioè far prendere al congresso una posizione finale sulla questione italiana. Le firme al Trattato di Parigi furono apposte il 30 marzo del 1856 e l'8 aprile, mentre i lavori volgevano alla conclusione, il ministro degli esteri francese Alexandre Walewski citò fra i vari problemi per il mantenimento della pace, l'occupazione straniera degli Stati pontifici i e il malgoverno del Regno delle Due Sicilie. Ancora più deciso fu l'intervento del ministro degli Esteri inglese Lord Clarendon che attaccò il regime pontificio per le truppe straniere che vi ospitava, e il Regno delle Due Sicilie al quale doveva essere imposto di intendere la voce della giustizia e dell'umanità. Dopo l'intervento, moderato, di Cavour, sugli stessi temi dei colleghi che l'avevano preceduto, Walewski chiese e ottenne, nonostante l'Austria, la registrazione del dibattito sull'Italia nel verbale del Congresso, testimoniando per la prima volta l'attenzione dell'Europa alla Questione italiana come legittimo problema di popolo.Il Congresso di Parigi si riunì nella dal 25 febbraio al 16 aprile del 1856 al fine di ristabilire la pace dopo la guerra di Crimea, combattuta vittoriosamente dall'Impero Ottomano, Francia, Regno Unito e il Regno di Sardegna contro la Russia degli zar. Il congresso stabilì l'autonomia de Principato di Moldavia e del Priincipato di Valacchia che, liberate dal protettorato russo, rimanevano formalmente nell'Impero Ottomanoal quale veniva anche assicurata l'integrità territoriale. Dispose la smilitarizzazioneIl 16 aprile del 1856 al Congresso di Parigi Cavour pone alle potenze europee il problema “italiano” del Mar Nero e la cessione da parte della Russia della zona della foce del Danubio a favore della Moldavia. Questo congresso determinò il declino della potenza russa in Europa e l'ascesa della Francia a prima potenza del continente. Il Primo ministro del Regno di Sardegna Cavour ottenne che per la prima volta in una sede internazionale si ponesse la questione italiana. I risultati del Congresso costituirono il Trattato di Parigi. Vinte le perplessità dell'Austria a far partecipare ai lavori i rappresentanti piemontesi senza limitazioni, Cavour Csi era preparato ad ottenere gli obiettivi per cui era partito: far prendere al congresso una posizione sulla questione italiana e ottenere ampliamenti territoriali per il suo Paese a compensazione dello sforzo bellico. L'importanza che aveva avuto l'Austria nella risoluzione del conflitto convinse Cavour che gli sarebbe stato impossibile ottenere territori nel Lombardo – Veneto, così come testimonia una lettera che scrisse a Walewski il 21 gennaiodel 1856. Né la questione dei Principati danubiani si rivelò utile allo scopo di raggiungere il medesimo obiettivo su Modena e Parma. Di conseguenza Cavour ripiegò su un tema espressamente italiano: le Legazioni pontificie, i territori i territori più settentrionali dello Stato Pontificio che erano difesi dal 1849 da truppe austriache. Il 27 marzo Cavour ne propose, in via preventiva a Francia e Gran Bretagna, la trasformazione in Stato laico, con esercito proprio e un debole legame politico con Roma. Per motivi religiosi gli inglesi ne furono entusiasti, per nulla invece i francesi che avevano assunto il ruolo di protettori dello Stato Pontificio e che bocciarono l'iniziativa. A Cavour non rimase che perseguire solo il primo dei due obiettivi, cioè far prendere al congresso una posizione finale sulla questione italiana. Le firme al Trattato di Parigi furono apposte il 30 marzo del 1856 e l'8 aprile, mentre i lavori volgevano alla conclusione, il ministro degli esteri francese Alexandre Walewski citò fra i vari problemi per il mantenimento della pace, l'occupazione straniera degli Stati pontifici i e il malgoverno del Regno delle Due Sicilie. Ancora più deciso fu l'intervento del ministro degli Esteri inglese Lord Clarendon che attaccò il regime pontificio per le truppe straniere che vi ospitava, e il Regno delle Due Sicilie al quale doveva essere imposto di intendere la voce della giustizia e dell'umanità. Dopo l'intervento, moderato, di Cavour, sugli stessi temi dei colleghi che l'avevano preceduto, Walewski chiese e ottenne, nonostante l'Austria, la registrazione del dibattito sull'Italia nel verbale del Congresso, testimoniando per la prima volta l'attenzione dell'Europa alla Questione italiana come legittimo problema di popolo.abilì l'autonomia de Principato di Moldavia e del Priincipato di Valacchia che, liberate dal protettorato russo, rimanevano formalmente nell'Impero Ottomanoal quale veniva anche assicurata l'integrità territoriale. Dispose la smilitarizzazioneIl 16 aprile del 1856 al Congresso di Parigi Cavour pone alle potenze europee il problema “italiano” del Mar Nero e la cessione da parte della Russia della zona della foce del Danubio a favore della Moldavia. Questo congresso determinò il declino della potenza russa in Europa e l'ascesa della Francia a prima potenza del continente. Il Primo ministro del Regno di Sardegna Cavour ottenne che per la prima volta in una sede internazionale si ponesse la questione italiana. I risultati del Congresso costituirono il Trattato di Parigi. Vinte le perplessità dell'Austria a far partecipare ai lavori i rappresentanti piemontesi senza limitazioni, Cavour Csi era preparato ad ottenere gli obiettivi per cui era partito: far prendere al congresso una posizione sulla questione italiana e ottenere ampliamenti territoriali per il suo Paese a compensazione dello sforzo bellico. L'importanza che aveva avuto l'Austria nella risoluzione del conflitto convinse Cavour che gli sarebbe stato impossibile ottenere territori nel Lombardo – Veneto, così come testimonia una lettera che scrisse a Walewski il 21 gennaiodel 1856. Né la questione dei Principati danubiani si rivelò utile allo scopo di raggiungere il medesimo obiettivo su Modena e Parma. Di conseguenza Cavour ripiegò su un tema espressamente italiano: le Legazioni pontificie, i territori i territori più settentrionali dello Stato Pontificio che erano difesi dal 1849 da truppe austriache. Il 27 marzo Cavour ne propose, in via preventiva a Francia e Gran Bretagna, la trasformazione in Stato laico, con esercito proprio e un debole legame politico con Roma. Per motivi religiosi gli inglesi ne furono entusiasti, per nulla invece i francesi che avevano assunto il ruolo di protettori dello Stato Pontificio e che bocciarono l'iniziativa. A Cavour non rimase che perseguire solo il primo dei due obiettivi, cioè far prendere al congresso una posizione finale sulla questione italiana. Le firme al Trattato di Parigi furono apposte il 30 marzo del 1856 e l'8 aprile, mentre i lavori volgevano alla conclusione, il ministro degli esteri francese Alexandre Walewski citò fra i vari problemi per il mantenimento della pace, l'occupazione straniera degli Stati pontifici i e il malgoverno del Regno delle Due Sicilie. Ancora più deciso fu l'intervento del ministro degli Esteri inglese Lord Clarendon che attaccò il regime pontificio per le truppe straniere che vi ospitava, e il Regno delle Due Sicilie al quale doveva essere imposto di intendere la voce della giustizia e dell'umanità. Dopo l'intervento, moderato, di Cavour, sugli stessi temi dei colleghi che l'avevano preceduto, Walewski chiese e ottenne, nonostante l'Austria, la registrazione del dibattito sull'Italia nel verbale del Congresso, testimoniando per la prima volta l'attenzione dell'Europa alla Questione italiana come legittimo problema di popolo. Read the full article
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Berlusconi, Renzi e il partito del ‘decido io’. E la chiamano democrazia
di Critica liberale ... D’altronde la classe politica – seguendo pedissequamente l’autorevole magistero di un pessimo Presidente della Repubblica – ha messo nel dimenticatoio tutto il recente passato e tollera che un pregiudicato abbia l’ardire di proporsi ancora come capo di una maggioranza di governo, tra gli ossequi generali. Come se fosse un nuovo Cincinnato e non un incallito pregiudicato che ancora oggi tesse pubblicamente le lodi del suo compare colluso con la mafia… Solo il liberale Economist lo annovera ancora tra i buffoni e i truffatori, forse ricordandosi della condanna definitiva per frode allo Stato, della sua ignominiosa cacciata dal Senato e del suo malgoverno ad personam, e ci pone una domanda cui è d’obbligo rispondere affermativamente. Ma torniamo alle due minutaglie dell’estate. La prima è una dichiarazione di Matteo Renzi, il quale con una faccia tosta che gli è permessa dal silenzio complice di tutti (avversari e amici) ha fatto saper alla stampa che «in ogni singola candidatura ci sarà il visto mio». Il Corriere titola: «I candidati? Li scelgo io». Così lo sconfitto al referendum costituzionale ci fa sapere che le Primarie, ancorché senza alcun controllo e manipolabili per come è abituato il Pd ad organizzarle, se le mette sotto i piedi. Eppure, se non sbaglio, il Pd incassa soldi pubblici, provenienti quindi dalle tasse di noi cittadini, cui non resta che assistere impotenti alle gesta autoritarie di un Cesare velleitario fino al ridicolo. E forse è anche utile rammentare che i candidati scelti personalmente dal Segretario saranno sicuramente parlamentari perché “nominati” tali, seguendo le norme del Grande Inciucio che – caso unico al mondo – solleva i cittadini dalla fatica di eleggersi i propri rappresentanti. La seconda minutaglia non è meno grave. Lo sfacciato gioco delle parti tra governo, Pd e Angelino Alfano sull’approvazione o meno della legge dello Ius soli è stato inquietante. E buffonesco: infatti ipocritamente si è detto che non erano sufficienti i voti al Senato, ma non si è capito perché, dopo aver posto la fiducia sul Jobs act, sulla scuola, addirittura sulla quella vergogna dei voucher e in anche troppe occasioni minori, non si poteva piegare, appunto, con il voto di fiducia il ricatto fatto porre da Alfano. … ma mi ha colpito una dichiarazione, sempre di Renzi che diceva candidamente che non era possibile approvare la legge prima delle elezioni, perché avrebbe potuto irritare l’elettorato e far perdere dei voti. Se traduciamo dal politichese in italiano vuol dire: «Cari elettori, ho deciso di prendervi per i fondelli, adesso andate a votare sereni. Agli eletti ci penso io e gli altri capi assoluti della Casta (arricchita dalla new entry dei grillini). E anche sui provvedimenti della prossima legislatura non vi preoccupate di far valere le vostre convinzioni: intanto, dopo, facciamo come ci pare».
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http://www.repubblica.it/politica/2017/08/26/news/se_la_poverta_e_una_colpa-173873845/
E. Mauro Il migrante si porta addosso il marchio dell’ultima mutazione del peccato originale: il peccato d’origine Dai casi di cronaca, anche minimi, si ricava il segno dei tempi più che dai manifesti politici, proprio per la spontaneità degli eventi e la meccanica delle risposte da parte del potere pubblico e dell’opinione generale. In questo senso è difficile non trovare un collegamento emotivo, culturale e infine politico tra l’ultimo atteggiamento italiano nei confronti dei migranti sui barconi e le Ong di soccorso (criminalizzate in una vera e propria inversione morale) e lo sgombero degli abusivi dal palazzo nel centro di Roma, a colpi di idrante. La questione di fondo è che la povertà sta diventando una colpa, introiettata nella coscienza collettiva e nel codice politico dominante, così come il migrante si porta addosso il marchio dell’ultima mutazione del peccato originale: il peccato d’origine. Unite insieme dalla realtà dei fatti e dal gigantismo della sua proiezione fantasmatica, povertà e immigrazione, colpa e peccato recintano gli esclusi, nuovi “banditi” della modernità, perché noi — i garantiti, gli inclusi — non vogliamo vederli mentre agitano nelle nostre città la primordialità radicale della loro pretesa di vivere. Il fatto è che questi esseri umani ridotti a massa contabile, senza mai riuscire ad essere persone degne di una risposta umanitaria, e ancor meno cittadini portatori di diritti, sono improvvisamente diventati merce politica oltremodo appetibile, in un mercato dei partiti e dei leader stremato, asfittico, afasico. Impossibilitati a essere soggetto politico in proprio, si trovano di colpo trasformati in oggetto della politica altrui, che vede qui, sui loro corpi reali e simbolici, le sue scorciatoie alla ricerca del consenso perduto. Contro di loro si può agire con qualsiasi mezzo, meglio se esemplare. Senza terra e senza diritti, sono ormai senza diritto, i nuovi fuorilegge. Ci sono due elementi che hanno determinato questo cortocircuito: il primo è il sentimento di incertezza e di smarrimento identitario che è cresciuto nella fascia più fragile, più periferica, più isolata e più anziana della nostra popolazione di fronte all’aumento dell’immigrazione nel Paese. Un sentimento di solitudine a casa propria, di perdita del legame collettivo di un’esperienza condivisa, e quindi di indebolimento comunitario: che è ormai mutato in risentimento, annaffiato e concimato per anni da una predicazione politica selvaggia e irresponsabile, che trae le sue fortune dalla paura dei cittadini più deboli, puntando a infragilirli ancora invece che a emanciparli. Poi si è aggiunto il secondo elemento, psicopolitico. La sensazione che il mondo sia fuori controllo, che i fenomeni che ci sovrastano — crisi del lavoro, crisi economica, crisi internazionale con gli attacchi dell’Isis — non siano governabili, e che dunque il cittadino sia per la prima volta nella storia della modernità “scoperto” politicamente, non tutelato, nell’impossibilità di dare una forma collettiva alle sue angosce individuali, e nell’incapacità dei partiti, dei governi e degli Stati di trovare politiche che arrivino a toccare concretamente il modo di vivere degli individui che chiedono rappresentanza e non la trovano. Stiamo assistendo semplicemente — e tragicamente — al contatto e all’incontro tra la domanda politica più spaventata e meno autonoma degli ultimi anni e un’offerta politica gregaria del senso comune dominante, opportunistica, indifferenziata. La prima chiede tutela quasi soltanto attraverso l’esclusione, il respingimento, il “bando”, accontentandosi di non vedere il fenomeno purché le città che abita siano ripulite e i banditi finiscano altrove, non importa dove. L’altra asseconda gli istinti e rinuncia ai ragionamenti, sceneggiando prove di forza con i più deboli, alla ricerca di un lucro politico a breve, che mette fuori gioco ideali, storie, tradizioni, identità politiche, e cioè quella civiltà italiana dei nostri padri e delle nostre madri che si vorrebbe difendere. È chiaro che una risposta al sentimento-risentimento dei cittadini spaventati va data, ma la si può e la si deve cercare dentro un governo complessivo della globalizzazione, non privatizzando i diritti a nostro esclusivo vantaggio e usando la nostra libertà a danno degli altri, spinti sulle nostre sponde da un’angoscia di libertà estrema la cui posta è addirittura la sopravvivenza. Siamo ancora in tempo per cercare insieme un pensiero democratico di governo che tuteli la libertà di tutti, unica vera garanzia politica: liberando la povertà dalla moderna colpa per restituirla alla dinamica sociale e sgravando il migrante di quel peccato collettivo che gli abbiamo caricato addosso, facendolo bersaglio di azioni “esemplari” che riempiono cinicamente il malgoverno delle città, il nullismo della politica.
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Giustizia: Serve intervento del Presidente della Repubblica
Il Responsabile Dipartimento Giustizia di Forza Italia Toscana Eros Baldini sottolinea l’importanza dell’ abbandonare il silenzio e la riservatezza che oggi rappresentano una debolezza nei confronti di una situazione doverosamente da disinnescare Tristemente si assiste ad un andamento parabolico della potere giudiziario italiano. Dopo la stagione della lotta alla mafia e di mani pulite, la considerazione in termini di solidità e affidabilità del magistrato era salita in un'impennata vertiginosa. L'essere magistrato di per sé importava una garanzia verso la lotta all'illegalità ed al malgoverno imperante, con inevitabili riverberi in ambito politico e amministrativo con massiccia occupazione dei ruoli: dagli scranni del Parlamento, fino alle poltrone dei sindaci. Questo ha comportato un enorme rafforzamento della categoria che, esorbitando dai limiti propri imposti dalla tripartizione dei poteri, l'ha condotta ad una autoreferenzialità e fino quasi ad un delirio di onnipotenza. Quantomeno in quei vertici che la rappresentavano associativamente. Da ciò l'inevitabile caduta non solo in termini di popolarità, che non può e non deve essere obbiettivo dei poteri dello Stato, ma finanche giungendo a minare la propria stessa credibilità. Con ricadute nell'ambito di operatività pratica e dequalifica di tutta la magistratura. Negli ultimi tempi, dall' “affaire Palamara”, fino alla vicenda di Verbania, un susseguirsi di tonfi hanno caratterizzato l'immagine pubblica del potere giudiziario. Gestione delle nomine, progresso delle carriere, esercizio del potere, indebite influenze, rapporti interni, scomode ingerenze; tutte vicende interne ed esterne dell'autorità giurisdizionale che hanno provocato e provocano continui colpi e contraccolpi in una progressione apparentemente senza fine. E' lo stesso complesso degli organi dello Stato istituiti per l’esercizio della giurisdizione, indubbiamente composto per la stragrande maggioranza di soggetti che indossano il grave peso della toga con responsabilità e giudizio, ha l'onere di ribellarsi a questa ignobile deriva. La consapevolezza, la coscienza dell'importanza del loro indispensabile ruolo e dell'alto compito che ne consegue è la migliore garanzia di una pronta ripresa. Deve però abbandonare il silenzio e la riservatezza che, usualmente cifra preziosa ed essenziale del buon Giudice, oggi rappresentano una debolezza nei confronti di una situazione doverosamente da disinnescare. E' obbligo del Presidente della Repubblica, non a caso anche Presidente del CSM, e della Guardasigilli intervenire prontamente al fine di evitare il precipitare nell'abisso, che sembra improvvisamente essersi aperto dopo che è stato squarciata l'immagine di perfetta efficienza. E' compito ineludibile del Parlamento conferire nuovo impulso alla legge di iniziativa popolare che ha visto raccolte 75mila firme per la separazione delle carriere. Attualmente giace addormentata in Commissione Affari Costituzionale della camera, in attesa di un volenteroso Principe che la risvegli. Mai momento potrebbe essere più indicato. Avv. Eros Baldini, Responsabile Dipartimento Giustizia Forza Italia Toscana Read the full article
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GIUSEPPE 'D’ALONZO & THE BOOGIE BOMBS
presenta
MATTINIERI DEL TEMPO
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Dopo un lungo periodo acustico Giuseppe D'Alonzo torna con un brano Rock, anzi dal sapore disco. Non è proprio una novità per lui, in passato aveva già prodotto brani che strizzano l'occhio alla disco come “Non imitare mai” e “Tipico” ma questo è decisamente più ballabile, da queil'idea del video con le bravissime ragazze del Boogie Bombs Crew.
Il testo invece tratta un tema molto attuale, la cosiddetta guerra dei poveri, quella a cui stiamo assistendo sempre di più in questi anni. La classe media è schiacciata verso il basso, ormai quasi sparita, l'inflazione ha fatto perdere molto potere di acquisto, quindi tutti, in un modo o nell'altro, cerchiamo di guadagnare di più. Ed ecco uscir fuori quelli che l'autore chiama i "mattinieri del tempo", quelli che vogliono arrivare sempre primi senza averne i titoli, gli arrampicatori sociali, i lecchini, chiamateli come volete, ma nei tempi di “magra” sono più attivi che mai, "si dispongono a corte come fanti che indossano sai". Fate attenzione quindi , sappiateli riconoscere e trattare nel modo opportuno perchè li troverete sempre nei corridoi della vita pronti a saltare la fila. Il testo non risparmia nemmeno chi forse è responsabile di tutto questo, e si chiede anche perché siamo arrivati a tanto, da paese ricco, prospero e brulicante di persone capaci che eravamo..."forse il tempo non è più così, piegato, spezzato, umiliato da chi non risponde mai, dei propri guai"... una classe dirigente inappropriata, sia politica che amministrativa pubblica o privata che sia, decenni di guai senza un colpevole di cui non abbiamo fatto tesoro, ci dimentichiamo o ancor peggio ci abituiamo, siamo assuefatti alla corruzione e al malgoverno e quindi: di chi è veramente la colpa? Dei Mattinieri del tempo che arrivano nei posti di potere o di tutti noi che glielo permettiamo?
Tutto questo ballando e schitarrando a più non posso, è così che forse vanno dette le cose, con ironia, allegria ed un pizzico di pazzia!
Giuseppe D'Alonzo è un cantautore chitarrista di Pescara, fondatore dei Crabby's, band con cui ha pubblicato i singoli “L'uomo di Ieri”, “I was born yesterday” e “Free”.Innamorato da sempre della musica Rock/Blues ha esordito come cantautore nel 2016con il suo primo EP indipendente Bad Past, in lingua inglese. A seguire ha pubblicato Realize (2017) e Mistake (2018) , Tornerà nel 2019 il suo primo album in Italiano, Strane Forme di Complicita' (2020) la conferma del suo nuovo amore per il cantautorato Italiano. Vanta numerose collaborazioni italiane e internazionali, citiamo quelle con la singer songwriter di Londra Melanie Crew, la cantautrice italiana Patrizia Torrieri con cui ha pubblicato “Senza troppo mestiere” nel 2020.“Decuisamente Labile” nasce invece nel 2021 da una collaborazione con Eleonora Toscani e prodotta dall'etichetta milanese Maninalto! Nel 2022 pubblica “Fantasmi di Carta” EP di 16 brani che esce con un'anteprima video importante, realizzata da Michele Bernardi sul brano “Fantasmi di Carta”. A seguire esce anche “Gravita'” accompagnato da un video in Puppet & Paper Cut Stop Motion. Il 2023 è invece contraddistinto dall'uscita dal singolo “Come si fa”, accompagnato da un video in stop motion paper cut firmato da Gianni Donvito
Il 2024 e' iniziato con la pubblicazione di “Canzoni per chi...” un featuring con ElisaSandrini accompagnato da un video girato nella splendida Roma.Presenza sui social media:https://www.instagram.com/gidalonzo/https://www.youtube.com/@Giuseppedalonzohttps://soundcloud.com/giuseppedalonzo
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Come è nato tutto questo odio verso Renzi, il Malaussène italiano?
Matteo Renzi, suo malgrado, è diventato una specie di signor Maulaussene, una specie di capro espiatorio che serve ad assolvere tutti gli altri, e la storia di questo paese
I problemi del nostro paese si sono accumulati in decenni di malgoverno (clientelismo, statalismo nepotistico, mancata costruzione di una pubblica amministrazione efficiente, consenso conquistato e mantenuto, soprattutto negli anni 80, con l’aumento del debito pubblico etc.etc. corruzione endemica, evasione fiscale altissima).
Eppure oggi il bersaglio principale per gli italiani si chiama Matteo…
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