#malessere mentale
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Sono esplosa ho urlato con tutto il fiato in gola il mio sentirmi inutile, non saper vivere, non trovare la mia strada e quanto ci sto male ogni cazzo di giorno, vedo i giorni passare senza senso e i giorni stanno diventando anni, anni di è tutto inutile, niente di questa vita ha senso. Mamma e papà meritavate una figlia migliore una figlia felice di essere viva e invece vi ritrovate questo mostro che non è capace di vivere, che piange di continuo, che non si sa semplicemente adattare al fatto che così si vive che così è tutto già stabilito ci sono sempre le stesse tappe in ogni vita che bisogna prima studiare, poi prendere la patente, poi trovare un lavoro, mettere su famiglia e invecchiare fino ad arrivare alla morte. Perché non riesco semplicemente a farmela andare bene questa vita terrena prenderla così com'è, no io mi devo interrogare su a cosa è servito studiare così tanto e poi non ricordare più niente, a cosa è servito imparare cose che ogni giorno cambiano, che non posso riutilizzare ciò che ho studiato per l'università perché nel frattempo sono sopravvenute riforme su riforme, allora azzera il tutto e ricomincia di nuovo da zero come se non avessi già fatto un gradino. Sono sempre allo stesso punto, appena riesco a fare a fatica un gradino c'è qualcosa che distrugge quel gradino e mi ritrovo di nuovo allo stesso punto di prima. Non riesco a trovare il senso di tutto questo e soprattutto non riesco semplicemente ad accettarlo. Sono sbagliata perché sono diventata questo ma che dico sono sempre stata la diversa e mi sono sentita sempre sbagliata proprio come ora, solo che ora crescendo tutto si è più complicato, tutto si è ingigantito e tutte quelle piccole preoccupazioni legate al futuro si sono concretizzate perché questo presente è quel futuro che tanto temevo ma tanto era lontano invece ora è il presente e nel frattempo non ho trovato nessuna soluzione, non è cambiato niente e questo non va bene.
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#pensieri#vivere#non so vivere#dolore#sfogo personale#malessere mentale#sto male#inutile#senza senso#niente ha senso#passa il tempo#tempo#vita#sbagliata#errore
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L'incoerenza di genere sfida la filosofia interpersonale
Post ad alto contenuto di imbarazzanti ovvietà da boomer e strafalcioni dettati da ignoranza becera dell'argomento riguardo i quali sono contento di discutere per saperne di più e per migliorarmi. Ne scrivo proprio per avere una discussione proficua. Abbiate pietà, sono nato e cresciuto negli anni ottanta del secolo scorso.
Seguitemi un attimo. Io sono Firewalker, ho una certa altezza, un certo peso, una certa capigliatura. Se cambio capigliatura, se ingrasso o dimagrisco, sono sempre Firewalker.
Ho avuto un incidente anni fa e ho cambiato il legamento crociato anteriore sinistro. Nonostante quel cambio, sono sempre io. Se perdo l'intera gamba continuo a essere io. Se perdo tutti gli arti sono comunque io. Se mi cambiano il cuore sono sempre io.
La leggenda vuole che ogni sette anni cambiamo tutte le cellule del nostro corpo (che poi dubito sia vera questa cosa, soprattutto per alcuni tipi di cellule, ma facciamo finta che). Comunque a 14 anni siamo sempre la stessa persona di quando avevamo 7 anni, giusto?
C'è una vecchia storiella che racconta che nel corso della manutenzione a una barca, questa piano piano vede sostituito tutto il suo legno con del legno nuovo.
E allora, quanti pezzi di me devo cambiare, quanto legno della barca devo sostituire, per fare sì che quella persona non sia più io, che quella barca non sia più la stessa barca?
Non so per le barche, ma la mia idea è che io risiedo nel mio cervello. Il mio cervello (la mia mente... la separazione tra cervello e mente è un altro paio di maniche. Per me sono la stessa cosa, facciamo finta che sia così per tutti per semplicità di discussione) decide come mi muovo, cosa faccio, come reagisco, decide il mio carattere, decide i miei interessi, decide le mie passioni, i miei amori, le mie antipatie. Io sono il mio cervello.
Probabilmente, se guardiamo la questione in maniera egoriferita, è lapalissiano, ed è per tutti così. Il problema è quando guardiamo gli altri. Se io conosco Marco, lo conosco con la sua altezza, col suo peso, con la sua capigliatura, oltre che con i suoi modi di fare e con i suoi interessi. Lo riconosco per il suo aspetto, e magari ho piacere a stare con lui per il suo cervello, ma non è quello che mi indica la sua identità, non è quello che me lo fa riconoscere. Per me Marco è un corpo esterno da me, per Marco lui è il suo cervello.
Ecco il punto del discorso.
Ci vuole un salto qualitativo da parte mia per riconoscere che Marco non è il suo braccio o il suo collo messi insieme a tutto il resto. Marco è il suo cervello. Questo salto qualitativo non è fatto da tutti, forse perché non ci pensano, forse perché non sono d'accordo con la mia affermazione "è così per tutti", ci hanno ragionato sopra e per loro ha importanza anche la corporeità. Forse è un problema culturale (inteso proprio come conoscenze delle varie sfaccettature di questo argomento).
Il fatto è che se Marco ha una incoerenza di genere e il suo cervello gli dice di essere Angela, ecco che potrebbe non accettare più le parti del corpo che ha, perché vive la sua realtà, il suo cervello, non è allineato. Qui si sfocia nella disforia di genere, che è un malessere generato da questa incoerenza di genere.
In qualunque modo la viva Angela, il fatto è che non vive da sola. È circondata da persone che gli dicono che si chiama Marco, che ha il corpo di Marco, e che magari non accetta il fatto che sia Angela a "pilotare" il corpo che vedono.
Gli altri devono far caso al fatto che Angela non è il suo corpo, ma il suo cervello. Devono improntare il rapporto con gli altri ad un livello superiore per poter notare questa cosa e, come detto, non tutti lo fanno. Anzi, per molti non è pensabile che Angela esista, esiste solo Marco, che è quello che loro vedono. E se Marco dice di essere Angela, allora ha un problema mentale (per alcuni è il demonio, per altri è una moda...), perché non è possibile che non si accorga di essere Marco, deve fare finta per forza.
Senza contare poi che, magari, la situazione è anche più complicata. Me li immagino pensare "sei Marco, cosa significa che non ti senti ne maschio né femmina?"
Non ho ancora trovato il modo migliore per rapportarmi con queste persone (quelle che non riconoscono Angela), so solo che la divulgazione è spesso osteggiata o marginalizzata in settori di nicchia, perché per capire certe cose (anche solo vagamente, come penso e spero di fare io) bisogna sbatterci la testa contro più e più volte, e non tutti c'hanno voglia di faticare su questo.
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oscillo tra stanchezza mentale e malessere fisico.
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Oggi mi sono alzata con una consapevolezza che in qualche modo mi ha rasserenata. Non sono come le altre persone, ho tempi, modi, pensieri e gusti diversi. Per timidezza e insicurezza trovo difficoltà a fare cose che per gli altri sono facili o normali e sono sempre stata additata come una persona stupida, incapace e senza voglia di fare niente. Ho una sensibilità e fragilità profonda e diversa da qualsiasi persona conosciuta, e cose che per gli altri sono indifferenti per me sono fonte di disagio e sofferenza e cose che per gli altri passano inosservate per me sono importanti. Ho sempre avuto difficoltà a integrarmi e fare amicizia perché non ho mai trovato persone simili e mi sono sempre sentita fuori luogo in quasi tutti i contesti e per questo ho sempre condotto una vita solitaria e non ho fatto le stesse esperienze delle altre persone negli stessi tempi delle altre persone, e sono sempre stata giudicata strana e diversa e ho sofferto molto per tutto questo. Sono diversa e finalmente riesco a dirlo senza sentirlo come una colpa, come una vergogna, come mi hanno sempre fatto credere per tutta la vita. Sono diversa e va bene così. Ho capito che parte del mio malessere nasce e cresce quando mi confronto con gli altri, quando tento di omologarmi e assecondare i condizionamenti sociali, quando tento di incastrarmi con persone o ambienti che non fanno per me. E come quando hai un sintomo di un malessere, lo descrivi al medico per capire la cura non lo ignori, così bisognerebbe imparare ad ascoltare ogni segnale che il corpo e la mente ci danno. Se una cosa non ci fa stare bene dovremmo smettere di farla, non dovremmo forzarci in luoghi, cose e persone che non fanno per noi. Il benessere mentale è una delle cose più importanti.
-laragazzadagliocchitristi
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Sono arrivato ad un periodo della mia vita in cui metto tutto in dubbio. La verità è che non ho più certezze. Mi sveglio la mattina e mi sento vuoto; ho sempre parlato di questo e più vado avanti nella vita, più vedo che il sentirsi vuoti può solo andare peggiorando. Ho l'ansia se studio e le volte in cui non sto studiando è perché l'unica forza che riesco a trovare è quella che mi permette di stare coricato con gli occhi aperti a guardare il soffitto, eh sì anche lì mi sale l'ansia per non star facendo niente di produttivo o buono nella vita. Prima mi tagliavo e il mio malessere lo sfogavo in qualche modo, avevo tanti sogni e riuscivo ancora ad aggrapparmici. Adesso ho smesso da 8 anni e ogni tanto ci penso. Penso a quanto fosse facile prima piangere per una ragione, sì una ragione che io stesso procuravo ma almeno era una valida ragione. Vorrei andare da uno psicologo ma il solo pensarci mi fa perdere tempo, ultimamente non riesco a trovare il tempo neanche per lavarmi i capelli o per fare le cose più stupide, anche mangiare è diventato difficile figurati parlare con qualcuno. La verità è che lo so quanto questi non siano i veri problemi della vita e so anche che sicuramente questa sensazione di vuoto sono in molti a provarla o che sicuramente tutto questo è solo svogliatezza e basterebbe solo impegnarsi di più. E allora perché se so queste cose non ci riesco comunque? Perché seppur me le ripeta ogni cazzo di giorno la mia mente si blocca e si risveglia dopo ore. A che scopo continuo a vivere se tutte le cose che mi impunto a fare non vanno mai a termine o finisco per rovinare i rapporti con chi ho intorno? Non devi rispondere per forza, volevo solo dire queste cose a qualcuno che forse può capirmi. Non ho detto tutto ma è quanto basta per sentirmi più leggero. Ho provato a parlarne con alcuni ma o mi bloccavo o non riuscivano a capire il mio sentimento, e lo capisco benissimo. Scusa per lo sfogo
Come posso non rispondere a questo sfogo quando percepisco benissimo quello che stai provando in questo preciso istante? Stai vivendo la tua vita tra la corsa e la pigrizia, dove ti sembra di fare troppo ma non stai facendo tanto. Dove il tempo sembra scorrere troppo veloce per le azioni che compi o che stai per compiere. Purtroppo quando arrivi ad uno stadio di malessere interiore così grande, cadi in questo limbo dove diventi una persona appesa tra la vita e la morte su un filo sottile. Il fatto che non riesci a comunicare perché senti di non essere capito, aggrava la situazione. Hai mai provato ad esprimerti in altri modi? Con dei disegni, delle fotografie, dei dipinti, delle canzoni, dei versi? La scrittura e il dialogo non sono sempre l'unico modo per avere vita salva. Non devi permettere alla società di metterti pressione su ciò che devi o non devi diventare nella vita, ricorda che basta già la tua singola esistenza a contribuire allo sviluppo nel mondo, sia nel bene che nel male. Sei riuscito da solo a dedurre la tua posizione e il tuo status mentale e questo non è da tutti, anzi. Hai già la chiave per guarirti, perché ti riconosci, conosci i tuoi errori e il tuo blocco mentale. Ora manca solo la tua forza di volontà nell'applicare il tuo sapere. Ti posso dare un consiglio per alleviare quella sensazione di vuoto. Vai in un parco dove ci sono dei bambini che giocano, o se riesci.. Sarebbe ancora meglio se ti circondassi per un attimo da loro. Osservali bene, cerca di studiare le loro azioni e prova a capire cosa c'è di diverso tra le tue emozioni e le loro. Scatterà qualcosa dentro di te, ne sono certo!
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In questi giorni il dolore fisico ha prevalso sul mio malessere mentale, ma stasera sono di nuovo un fiume in piena.
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Mettiamola così:
nel momento in cui ti comporti male l'Universo ti invia una sovratassa.
Raddoppia il tuo comportamento scorretto e te lo fa ricevere con un aumento. Questo dovrebbe far capire alle persone che essere stronzi o furbi peggiora anche la loro situazione, ma di solito i furbi attivano ancora più furbizia e gli stronzi diventano anche peggio.
In ogni caso se spargi roba nociva per uno, ti viene restituita per due (tre, quattro ecc), infatti di solito è attraverso l'incontro con l'altro che si sperimenta la crescita.
Dal punto di vista evolutivo serve a spronarti, a farti aprire gli occhi, a metterti davanti all'evidenza, perché devi renderti conto di quale stato d'animo hai, di cosa porti all'esterno, e correggerlo.
Dal punto di vista mentale questi processi sono visti praticamente come malattie: quasi nessuno è abituato a capire il motivo del malessere, ma vogliono le pillole magiche per porre una fine veloce e indolore.
Il risultato è che lo stato emotivo peggiora, come peggiora il malessere fisico.
Ogni persona che non capisce questo accumula la sua immondizia e questo crea una massa di spazzatura. Ovvero la società.
Questo accade anche quando il furbo si occupa soltanto del proprio orto, disprezzando il prossimo di cui non gli frega nulla. Quale stato emotivo può avere una persona così? Questo circolo vizioso inoltre gli fa incontrare soprattutto gente di merda e rafforza il suo pensiero nel ritenere tutti uno scarto. Il terrestre medio anziché riflettere sul motivo, continua a chiudersi nel suo fasullo angolo di paradiso.
Emana bruttezza, riceve bruttezza e bruttezza propaga.
#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#verità#schiavi#discernimento#responsabilità#crescita personale#mondo marcio#bruttezza#odio#crescita interiore#lavoro su di sè#auto osservazione#conosci te stesso#rincoglioniti#circoli viziosi#merda#universo#schemi#sovratassa#dare e ricevere
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se è vero che le esperienze di merda sono comunque fondamentali per crescere ed evitare errori simili in futuro, questi ultimi due anni di lavoro sono stati un piccolo tesoro d’insegnamenti. ma siccome in realtà non ne sono tanto convinta, scrivo una breve lista per dirmi che sì, tutto questo dolore questa rottura di coglioni mi sarà utlie:
- all’occorrenza, è necessario saper trasformare i capelli in aculei per non farsi mettere i piedi in testa; - il primo campanello d’allarme (che sia pure un lievissimo tintinnio) dev’essere sufficiente per rizzare le orecchie e prepararsi a tagliare la corda; - le persone tossiche, stronze, negative non vanno psicologizzate: vanno mandate a quel paese alla prima occasione disponibile; - mai scambiare una persona musona e frustrata per una persona seria e precisa; - delle belle persone battono un bel progetto 10-0; - essere ben consci del proprio ruolo e del proprio valore è assolutamente necessario per non farsi sopraffare dalle pretese altrui; - mostrarsi gentili e disponibili può portare a una serie infinita di fregature: meglio farsi i cazzi propri; la confidenza, se si creeranno le condizioni necessarie, nascerà naturalmente col tempo; - cercare di lavorare (e quindi di confrontarsi, di farsi capire, di proporre idee) con persone che non sono capaci di ascoltare serve solo ad aumentare il carico di stress e il senso di frustrazione e malessere; - una relazione lavorativa non deve essere mai mai mai analizzata attraverso le categorie di una relazione amorosa; - un ambiente che ti rende difficile dire di no è un pessimo ambiente; - avere uno stipendio è fondamentale, ma avere una buona salute fisica e mentale lo è di più.
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Ultimamente faccio pochi discorsi ispirati e sento come di muovermi in una gigantesca melassa che rendo i movimenti lenti e goffi. In uno degli ultimi discorsi che ricordo ero a casa con due ragazze, amiche di un amico che mi viene a trovare a casa con loro e poi poco dopo se ne va, e una di loro prende a causa la nausea di Sartre. Dico che quel libro mi ha cambiato la vita, mi chiedono il perché, cerco di rispondere dicendo che avere uno strumento per riconoscere quel malessere fisico/mentale che corrisponde alla nausea è più una maledizione che una salvezza, perché quando arriva so che è finita. Lei mi guarda e dice che non ci voleva Sartre a dirlo. Finiamo per insultarci velatamente mentre l'altra tizia sfogliava un libro di foto di Araki. Un altro discorso che ricordo è stato qualche giorno fa con tipello e ingiocabile (boh, provo a chiamarlo così, è una presenza fissa nella mia vita da più di un anno, come tipello quasi). Eravamo all'all you can eat e si parlava di musica, di evoluzione della stessa e di imbarbarimento della tecnica, poi a una certa tipello ha iniziato a dire cose per provocarci ed è finita lì.
Oggi ho rimesso le scarpe, qui è calato il freddo e già rimpiango i miei 2 mesi in ciabatte e mutande. Andare in uni con jeans e camicia mi ha messo tristezza. Ho un nuovo tatuaggio che mi piace un botto perché ci sono delle fiamme, ma appunto sono delle fiamme e non è che abbiano un vero significato. Quando le persone ti chiedono il significato e tu non c'è l'hai, ci restano male, cosa che fanno anche quando hai un significato e questo non matcha con il significato che gli hanno dato loro, quindi boh, valutate il disegno è ascoltate il significato (se c'è), non proiettateci le vostre cose.
Ho fatto un edit di 1 minuto di un film che mi piace molto, l'ho messo su tiktok e ho visto per qualche giorno questi numeri aumentare sempre più. Mai visti numeri del genere, mai messo nulla su quel social. Like su like, ricondivisioni, commenti, e tutti quello a cui pensavo era che fossero semplicemente numeri e non like specifici di persone che conosci a cui piacciono le cose che fai. Semplicemente numeri, e i numeri hanno sta cosa che si portano dietro. Ne vuoi di più.
In un intervista/introduzione/quello che è, Sorrentino dice che il film deve darti delle domande, che è quello che penso io dei libri, e non risposte. E da giorni cerco di capire quando ho iniziato a notare che le persone intorno a me (compreso me) cercano di proiettarsi nei ricordi degli altri, nelle discussioni, nelle cose di cui fruiscono. L'ho notato la prima volta e da quel momento catalogo le persone nel modo in cui si proiettano, nell'intensità con cui lo fanno e in che precisi momenti lo fanno.
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Ad oggi, preferiresti un'avventura di solo sesso senza freni (per anestetizzare ogni tensione, o malessere), oppure una storia intensa e meramente platonica (per ritemprarti nella profondità dell'anima) ???
Caro anon, ti ringrazio per la domanda che trovo stimolante. Vado a cercar di rispondere, anche se non semplice, non tanto per la scelta, quanto perché richiederebbe un trattato per avere una risposta adeguata.
Non so cosa sia un'avventura di sesso senza freni, poiché non mi sono mai trovata a "darmi" senza coinvolgimento totale, in termini di mentale e sentimentale. Io metto il cuore ovunque, mi ritengo per questo molto impegnativa e mi è davvero difficile avere approcci leggeri. Se la scelta, quindi, fosse tra le due opzioni proposte sceglierei sicuramente l'intensità e l'appagamento dell'anima (ma non certo per ritemprarmi, ché nelle profondità dell'anima ci vado spesso in un lavoro introspettivo continuo).
Se la domanda fosse stata: ad oggi, cosa preferisci? Avrei risposto che preferisco avventurarmi in una storia intensa, totalizzante e appagante a livello mentale, fisico, passionale e sentimentale.
E, forse, avrei anche un'idea, con chi...
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Il perfezionismo a tutti i costi porta a potenziali problemi mentali
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Malessere mentale che si manifesta nel dolore fisico. Da almeno 3 settimane non passa giorno che io non abbia qualche sorta di dolore da qualche parte.
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L’INVISIBILITÀ
Essere Invisibili è una qualità molto rara, che appartiene ad esseri speciali e antichi.
L’Invisibilità è la capacità di ritrarsi nell’Anima continuando ad essere Vigili al proprio interno, ma senza destare sospetti all’esterno.
Vuol dire Osservare attentamente ciò che accade senza farsi vedere, raggiungere il proprio obiettivo senza “fare rumore”.
Questo risultato è il frutto di una grande gestione dei corpi.
Serve molta disciplina fisica, emotiva, sessuale e mentale per evitare di emanare le reazioni inconsce dell’apparato psicofisico.
Evitare di lamentarsi per un mal di pancia è possibile, ma è più difficile riuscire ad omettere le micro-espressioni/reazioni del volto, legate al fastidio di stomaco. È più facile non dire sempre ciò che ci passa per la testa, ma è davvero raro non far trapelare il dissenso ed evitare di seguire i pensieri che ci vengono in mente.
Possiamo tutti imparare a sviluppare il Talento dell’Invisibilità, attraverso un’auto-disciplina costante e specifica.
Tutto ciò che riguarda la disciplina e la “ritenzione” va ad alimentare l’Invisibilità.
• Evitare di far trapelare il proprio dissenso o piacere
• Non dare per forza la propria opinione – soprattutto se non ci è stato richiesto
• Evitare di elemosinare l’approvazione altrui
• Non affermare sempre le proprie ragioni
• Omettere l’espressione di un proprio malessere o fastidio
• Non fare troppo rumore quando camminiamo, ci muoviamo o respiriamo
sono alcuni esempi che se attuati in Vigile Coscienza evitano la repressione e contribuiscono a non disperdere l’energia all’esterno, creando un primo approccio all’Invisibilità.
In altre parole, l’Invisibilità è la gestione dei corpi superiori dell’Anima poiché, se non si desidera, si potrà omettere l’emanazione della propria energia all’esterno, risultando dello stesso livello di coscienza degli altri; anche se così non è.
Un Maestro infatti può evitare di emanare il proprio odore della pelle se vuole, con lo scopo di camminare tra gli uomini senza essere visto ma portando comunque a termine la propria missione.
Fabio Pietro Iacontino - Intelligentia Solis
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Non so chi mi aspetto leggerà questo post, ma chissene. È un pensiero che mi ronza per la testa da un po' ed è ora di buttarlo in pasto a qualche presenza online a casuale.
È curioso come Prisoner 709 di Caparezza sia uscito lo stesso anno in cui ho fatto coming out ai miei genitori in quanto ragazzo trans.
Per quanto l'album non parli esplicitamente di tematiche trans, per me brani come prosopagnosia le centrano in pieno("e non aspetto altro/che avere un altro aspetto", "and if you call my name/I don't recognize it/and if I look at my face/I don't recognize it"), al punto che descrivono perfettamente la mia esperienza.
Dopotutto la base è pur sempre una crisi d'identità: rendersi conto di non essere quello che il resto del mondo vede, chiedersi fino a che punto tu sei effettivamente la persona che indossa la maschera, e non il contrario.
Michele era prigioniero del ruolo di Caparezza, io del ruolo di donna, e adoro come nell'album si possano sentire quegli attimi di puro malessere e disperazione (penso a Minimoog), fino ad arrivare a una velata follia. Autoipnotica in particolare è un brano che attiva qualcosa a livello interiore: il modo in cui viene cantata, le metafore, tutto ha l'aspetto di qualcuno che è a tanto così dal perdere la testa, eppure sta finalmente scappando dalla situazione che l'ha portato a tal punto.
È un fuggiasco -non sa cosa gli riserva il futuro- però è libero. Ha fatto il salto nel vuoto nella speranza che tutto vada bene, anche perché sta già andando male. Non è vero che non ha nulla da perdere, ma è inutile tenerselo stretto se questo ti costa non solo la tua felicità, ma anche la tua sanità mentale.
Quel periodo della mia vita è stato critico per me, con la paura di venire rinnegato da famiglia e amici solo per riuscire a stare un po' meglio nel corpo che mi toccava avere.
Ci sto ancora male se ci ripenso, e sono già passati cinque anni. All'epoca mi aggrappavo a questo album perché lo interpretavo come "anche se vivo qualcosa di diverso, capisco come ti senti", era una garanzia che avrei potuto venire compreso anche fuori dalla comunità trans.
E adesso che è uscito Exuvia sento che almeno questo arco narrativo si è concluso. C'è stata un'evoluzione, ci sono altri problemi, ma almeno questo si è risolto. C'è ancora altro da definire e scoprire, ma le fondamenta sono solide, ed è questo che conta per adesso.
#caparezza#Prisoner 709#lgbt#trans#Post in italiano#I'm sorry followers who can't understand#Exuvia caparezza#Sento il bisogno di fare un dipinto basandomi su sto concetto#Le vibes sono così specifiche
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PSICOLOGIA DELLA RESISTENZA
Gianpaolo Contestabile in dialogo con Maddalena Fragnito
Galleria Eroici Furori | 19 ottobre 2024
Sabato 19 ottobre alle 18.00, in via Melzo 30, Milano, presenteremo il libro “Psicologia della Resistenza” edito da @_effequ_ presso la galleria @glieroicifurori . Insieme all’autore, Gianpaolo Contestabile, e alla ricercatrice militante Maddalena Fragnito @maddalenafragnito , autrice di “Ecologie della cura”, parleremo di come la salute mentale può diventare un campo di lotta per la resistenza e la liberazione. Discuteremo anche del ‘modello Milano’ che nuoce gravemente al nostro benessere psicologico: speculazione, sgomberi, inquinamento e repressione sono all’ordine del giorno. Per stare meglio e curare il nostro malessere dobbiamo creare un’opposizione sociale alle politiche fasciste che ci stanno facendo ammalare. Nella galleria ci sarà il banchetto della @libreria_antigone_milano
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