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Novembre Azzurro 2024: La Prevenzione Maschile "Con i Baffi"
Il Rotary Club Gavi Libarna promuove la campagna “Novembre Azzurro” per sensibilizzare gli uomini sull'importanza della prevenzione delle malattie della prostata e del testicolo
Il Rotary Club Gavi Libarna promuove la campagna “Novembre Azzurro” per sensibilizzare gli uomini sull’importanza della prevenzione delle malattie della prostata e del testicolo. Mentre la prevenzione rosa ha compiuto grandi progressi, quella maschile è ancora indietro. L’iniziativa invita a rompere il silenzio e a superare le barriere che impediscono agli uomini di prendersi cura della propria…
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Dai (miei) libri
Un delizioso, piccolo libro (appena 100 pagine nell'edizione in inglese che ho letto), quello di Anne Fadiman, Ex Libris [1998]. Sottotitolato Confessions of a Common Reader, l'autrice stessa dichiara di aver voluto raccogliere nei diciotto brevi saggi una visione d'insieme della lettura quale se ne può creare, dice Virginia Woolf nel suo Common Reader [1925], anche un lettore non professionista che dedichi nella sua umile stanzetta tante ore a questo piacere solitario. Il testo passa dal come si tratta fisicamente l'oggetto libro a come si risolve il problema di far 'sposare' le biblioteche di due coniugi bibliofili, dall'uso di collettivi maschili invece che femminili o paritetici alla mania per il significato delle parole. E tocca, la Fadiman, anche malattie che mi affliggono e che me la fanno sentire amica e sodale: la passione per il significato delle parole, per i quiz culturali, quella per i cataloghi di qualsiasi natura e infine l'incessante e maniacale caccia, in qualunque tipo di espressione, verbale o scritta, alla TV, sui giornali, sulle pagine web, sui volantini pubblicitari, agli errori di grammatica, di sintassi, di consecutio temporum, di pronuncia. (È in queste pagine che ho scoperto che la malattia che ho da sempre è il compulsive proofreading). Soprattutto però nel libro c'è l'amore fanatico, indiscusso, cieco e a senso unico per la lettura.
Cosa c'entra adesso la copertina di Pinocchio? si chiederanno subito i miei pochi lettori. Non vedete, immediatamente, le correzioni con cui il progettista grafico della copertina ha evidenziato gli errori che il burattino ha tracciato sul muro? Ecco, questo è stato il primo libro che mi portò Babbo Natale e da cosa credete che venissi attratto, a colpo d'occhio, appena lo ebbi scartato? Tutto è cominciato lì.
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Di partenza, in assoluto, manca la sanità mentale dalle più alte poltrone nel Consorzio fino al personale che opera prevalentemente in ufficio.
GABRIELLA BON è la peggior FECCIA, criminale più spudorata, nullità, psicopatica, raccomandata, pezzo di ignorante bifolca assoluta e ladrona. Alla veneranda età di 70 anni si trova ancora a gambe aperte, anche in cooperativa sociale.
False malattie usate come scusanti per giustificare le violazioni diritti e di leggi.
L'avvocato, consigliere del Consorzio, che va a letto con la presidente Gabriella Bon, consiglia esattamente come violare diritti e leggi.
E la collaboratrice, malata mentale e criminale e corrotta, mente ed esegue il lavoro sporco della discriminazione e dell'atto fraudolento.
I PIÙ GRAVI PSICHIATRICI VERI E CRIMINALI COMPROVATI E RIPROVATI TALI, PERENNEMENTE IMPUNITI E ABILITATI.
IN ITALIA SI PUò TUTTO GRAZIE ALLA RACCOMANDAZIONE E ALLA CORRUZIONE, ANCHE ESSERE ABILITATI NEL SETTORE SOCIALE E SANITARIO DOPO ESSERSI PROVATI DISTURBATI PSICHIATRICI GRAVI E CRIMINALI INCONFUTABILMENTE.
RESTARE IMPUNITI COME SE NULLA FOSSE AVENDO VIOLATO DIRITTI E LEGGI, PER I PROPRI DISTURBI PSICHIATRICI CHE SIEDONO IN POLTRONA.
GABRIELLA BON E' LA PEGGIOR PSICHIATRICA DA MANICOMIO, CRIMINALE DA GALERA E MALATA DI CAZZO TANTO DA SCEGLIERE IL PERSONALE DA ASSUMERE NEL PERSONALE DELLA SUA COOPERATIVA SOCIALE ESCLUSIVAMENTE PER QUESTO, LE "DONNE" SONO ASSUNTE PER COMPENSARE E MANTENERE UNA FINTA FACCIATA PERBENISTA, MA LA PUTTANA E' PUTTANA 360 GRADI. 70ENNE PSICHIATRICA, RACCOMANDATA, CRIMINALE, VIZIATA, CAPRICCIOSA E ANCORA BISOGNOSA DI ATTENZIONI MASCHILI E DI CAZZI IN FACCIA.
VEDERE MORTI SGOZZATI CRIMINALI E PSICHIATRICI COME VOI SARà ASSOLUTA GIOIA E LIBERAZIONE.
#fvg#friuli venezia giulia#raccomandazione#corruzione#prostituzione#malata mentale#psicopatia#narcisismo#psicopatica#gabriella bon#francesca angelucci#confcooperative fvg#confcooperative#giampiero costantini#maria tudech henke#criminale#ladri#ladra#malati mentali abilitati#psichiatrici abilitati#trieste#cooperativa sociale tea#consorzio fhocus#malati mentali criminali#presidente gabriella bon#responsabile gabriella bon#puttane#FRODE#Frode#atti fraudolenti
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Di partenza, in assoluto, manca la sanità mentale dalle più alte poltrone nel Consorzio fino al personale che opera prevalentemente in ufficio. GABRIELLA BON è la peggior FECCIA, criminale più spudorata, nullità, psicopatica, raccomandata, pezzo di ignorante bifolca assoluta e ladrona. Alla veneranda età di 70 anni si trova ancora a gambe aperte, anche in cooperativa sociale. False malattie usate come scusanti per giustificare le violazioni diritti e di leggi. L'avvocato, consigliere del Consorzio, che va a letto con la presidente Gabriella Bon, consiglia esattamente come violare diritti e leggi. E la collaboratrice, malata mentale e criminale e corrotta, mente ed esegue il lavoro sporco della discriminazione e dell'atto fraudolento. I PIÙ GRAVI PSICHIATRICI VERI E CRIMINALI COMPROVATI E RIPROVATI TALI, PERENNEMENTE IMPUNITI E ABILITATI.
IN ITALIA SI PUò TUTTO GRAZIE ALLA RACCOMANDAZIONE E ALLA CORRUZIONE, ANCHE ESSERE ABILITATI NEL SETTORE SOCIALE E SANITARIO DOPO ESSERSI PROVATI DISTURBATI PSICHIATRICI GRAVI E CRIMINALI INCONFUTABILMENTE.
RESTARE IMPUNITI COME SE NULLA FOSSE AVENDO VIOLATO DIRITTI E LEGGI, PER I PROPRI DISTURBI PSICHIATRICI CHE SIEDONO IN POLTRONA.
GABRIELLA BON E' LA PEGGIOR PSICHIATRICA DA MANICOMIO, CRIMINALE DA GALERA E MALATA DI CAZZO TANTO DA SCEGLIERE IL PERSONALE DA ASSUMERE NEL PERSONALE DELLA SUA COOPERATIVA SOCIALE ESCLUSIVAMENTE PER QUESTO, LE "DONNE" SONO ASSUNTE PER COMPENSARE E MANTENERE UNA FINTA FACCIATA PERBENISTA, MA LA PUTTANA E' PUTTANA 360 GRADI. 70ENNE PSICHIATRICA, RACCOMANDATA, CRIMINALE, VIZIATA, CAPRICCIOSA E ANCORA BISOGNOSA DI ATTENZIONI MASCHILI E DI CAZZI IN FACCIA.
VEDERE MORTI SGOZZATI CRIMINALI E PSICHIATRICI COME VOI SARà ASSOLUTA GIOIA E LIBERAZIONE.
#italia#italy#gabriella bon#francesca angelucci#giampiero costantini#abusi#maria tudech henke#discriminazione lgbt#lgbtquia#raccomandazione#corruzione#prostituzione#friuli venezia giulia#psicopatica#trieste#udine#confcooperative fvg#confcooperative#malati mentali#ladri#raccomandati#inutili#puttane#frode#FRODE#atti fraudolenti#narcisismo#ninfomania
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Dal pianeta comunista arrivano solo storie orribili come quella di Heidi Krieger
Doveva diventare una protagonista internazionale nel lancio del peso e del disco. Per promuovere la DDR, per affermare la supremazia del comunismo nel mondo. Non solo nella politica o con gli eserciti ma anche nello sport. A soli 13 anni conobbe Manfred Ewald, il vero artefice del sistema doping tedesco orientale, colui che impartiva gli ordini allo staff medico: somministrare ai ragazzi e alle ragazze sostanze proibite e nocive per trasformarli/e in atleti-robot, perfetti e imbattibili. La Krieger fu oggetto di una vero e proprio cambiamento fisico: non solo perché a soli 15 anni riusciva già a lanciare il peso ad oltre 14 metri, ma anche perchè il suo aspetto diventava sempre più mascolino. Ma presto iniziarono i problemi, presto cominciò la decadenza fisica. Forti dolori muscolari la costrinsero a sottoporsi a delle cure fin quando nel 1991 decise di ritirarsi. Un dramma.
Scoprì poi che i guai le furono provocati da uno steroide che le era stato somministrato per anni: l’Oral-Turinabol. Qualche anno dopo, afflitta nel corpo e soprattutto nell’ anima (provò anche a suicidarsi), Heidi decise di cambiare sesso e diventò Andreas Krieger. In un’intervista Andreas disse che le sostanze che assumeva inconsciamente lo avevano trasformato in una persona in cui non si riconosceva più e perciò lottò strenuamente contro coloro che l’avevano ridotto così. Sino a quando ottenne la condanna di Manfred Ewald e dei suo sgherri. Oggi Andreas vive una vita normale con sua moglie Ute Krause, una ex nuotarice, ma di certo non dimenticherà mai il suo passato.
Il “carnefice” di Heidi Krieger si chiamava Manfred Ewald e per un trentennio è stato il numero 1 dello sport della Germania Orientale (o DDR). Membro del comitato centrale del Partito comunista e presidente del CIO nazionale, ha diretto a lungo (dal 1961 al 1988) il Gruppo di lavoro mezzi di sostegno per atleti, una specie di centrale del doping che ha coinvolto oltre un centinaio di persone. Fu lui, con il suo più stretto collaboratore Manfred Hoeppner, a provocare gravi lesioni a una ventina di giovani atlete, fra le quali anche delle minorenni, con la somministrazione, a loro insaputa, di ormoni maschili. E per questo motivo fu condannato a 22 mesi di prigione, sospesi con la condizionale, per il doping imposto
agli atleti del suo paese.
Alla base della sua incriminazione ci fu la denuncia di 22 ex atlete che testimoniarono poi al processo di aver riportato gravi e permanenti danni fisici a causa di un preparato a base di steroidi anabolizzanti imposto loro dai vertici dello sport tedesco-orientale. Effetti come il mutamento della voce, le malformazioni fisiche, le malattie gravi come il cancro.
I comunisti non hanno anima, sono bestie capaci di camminare sui cadaveri pur di affermare i loro disumani principi.
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I cosiddetti “catfish”, persone che creano una falsa identità online, per coinvolgere altre persone in relazioni online, anche di tipo sentimentale. Eventualità tutt’altro che rara: si stima che circa 87 milioni di profili Facebook siano falsi.
Cosa spinge una persona a creare un profilo falso, e soprattutto a instaurare e mantenere relazioni affettive e amicali nascondendosi dietro una falsa identità?
Una dei motivi più frequenti è poter esplorare ruoli e generi diversi dal proprio. Nella maggior parte dei casi, infatti, la falsa identità è del sesso opposto a quello reale. Può essere un modo per agire sentimenti omosessuali, per esprimere lati di sé che normalmente si nascondono per timore del giudizio, per sperimentare come si verrebbe trattati se si fosse del sesso opposto. Una donna potrebbe fingersi uomo per poter conversare senza subire avances sgradite, o per partecipare a gruppi tipicamente maschili; un uomo potrebbe fingersi donna per poter allacciare più facilmente amicizie con altre donne da cui poter ricevere attenzione, premura e tenerezza, essendo di solito i rapporti tra donne meno aggressivi e più cordiali.
In altri casi, si tratta di persone con gravi difficoltà di socializzazione, paura di non essere accettate, o con un disagio legato all’aspetto fisico. «Appena invio una mia foto, smettono di chattare con me…»: sperano, mostrandosi diverse da come sono, di aggirare il rifiuto immediato e avere l’occasione di farsi apprezzare per il modo di essere e per le loro qualità interiori. Una volta scoperte, infatti, possono cercare di sminuire l’inganno, attribuendo all’aspetto fisico, o addirittura al genere, su cui hanno mentito, un’importanza relativa: «In fondo cosa cambia? I miei sentimenti sono veri, quello che provo per te è reale».
Altri motivi sconfinano nella criminalità: instaurare una relazione affettiva per ottenere vantaggi economici come regali o aiuti in denaro; estorcere denaro ricattando la vittima, minacciandola di divulgare materiale imbarazzante; vendette personali e professionali; truffe.
Una volta avviata una relazione sentimentale online, diventa sempre più pressante, dall’altra parte, la richiesta di un maggiore contatto e di un incontro, ed è sempre più difficile, per il catfish, evitare telefonate, videochiamate e incontri di persona che svelerebbero la reale identità. Pur di proseguire e ritardare la fine del rapporto, l’inganno si amplia ulteriormente creando non solo profili personali falsi corredati di immagini rubate ad altri e di informazioni fittizie e false biografie, ma anche profili falsi di amici falsi, una spirale da cui è sempre più difficile uscire. Si inventano incidenti, malattie, viaggi, problemi di lavoro, webcam rotte, problemi alla linea telefonica, per procrastinare all’infinito il momento dell’incontro dal vivo.
Ma come è possibile cadere nella trappola? «Come si fa ad abboccare, a essere così stupidi?», «Come puoi innamorarti di uno che non hai mai visto?», «A me non succederebbe mai!»: nessuno accetta l’idea che possa accadere a un individuo mediamente intelligente, e deride chi si fa raggirare.
In realtà la comunicazione virtuale segue delle logiche diverse da quella vis-à-vis. Le relazioni online possono diventare facilmente e velocemente molto più intime e profonde di quelle reali. Da una parte ci si sente liberi di mostrarsi come si è, senza le consuete remore sociali e morali, a causa della disinibizione provocato dal web, potendo esprimere parti di sé che normalmente non emergono, o potendo sottolineare solo certi aspetti del carattere nascondendone altri. Dall’ altra parte, si tende a mostrare il meglio di sé, ciò che si vorrebbe essere, o che si pensa si dovrebbe essere, dando un’immagine idealizzata di sé. Soprattutto per le persone insicure, il web stimola la tendenza a costruire e mostrare un falso sé, che può finire per prendere il sopravvento su quello reale.
Apertura, grande vicinanza emotiva, distanza fisica e al contempo idealizzazione dell’altro: le frasi tipiche che ci si scambia in queste chat sono «Nessuno mi capisce come te», «Non mi sono mai aperto così tanto con nessuno». L’idealizzazione permette di proiettare sull’altro ciò di cui abbiamo bisogno e la distanza permette di evitare il confronto con la realtà e il ridimensionamento delle aspettative. L’attesa dell’incontro è eccitante ed è alimentata da dichiarazioni di desiderio: «Non vedo l’ora di vederti», «Finalmente tra poco potrò stringerti». Il fatto che l’altro sia in parte irraggiungibile risulta intrigante, tiene sulle spine e viene controbilanciato dalle promesse, dalle spassionate dichiarazioni di amore, dalle innumerevoli attenzioni, che possono fare presa soprattutto su persone sole o sofferenti. La comunicazione virtuale non permette di cogliere i segnali dell’inganno: manca la possibilità di vedere le espressioni dell’altro, il suo sguardo, manca la voce che tradisce le emozioni.
Dall’altra parte, anche chi inganna può sviluppare una dipendenza dalla relazione e non riuscire a smettere, pur sentendosi in colpa e riconoscendo che sta sbagliando. Il catfish non è sempre una persona malvagia e insensibile che si prende gioco degli altri: spesso, anzi, vittima e carnefice provengono dalla stessa condizione di marginalità e sofferenza.
Web
@afformus-blog
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Un defibrillatore cardiaco impiantabile serve a correggere i ritardi degli impulsi elettrici emessi all’interno del cuore; viene inserito nell’organismo dei pazienti affetti da malattie cardiache importanti e, sia nella sua forma miniaturizzata sia in quella piú grande (che avrete certamente visto in qualche serie televisiva ospedaliera), fa una specie di hard reset al muscolo cardiaco, costringendolo con una scarica elettrica a interrompere il battito irregolare e a ripartire con il giusto ritmo. Un medico con cui ho avuto occasione di parlare mi ha spiegato che, in sostanza, serve a controllare i sintomi. Non è una cura, ma riesce a evitare molti decessi; se il vostro cuore impiega 150 o piú millisecondi per completare un’onda elettrica, dovreste farvene impiantare uno; se il tempo di completamento è al di sotto dei 150 millisecondi, non ne avete bisogno. A meno che non siate – guarda caso – donne. La soglia dei 150 millisecondi funziona per gli uomini, ma per le donne è troppo alta di almeno 20 millisecondi. Non vi sembrerà un granché, ma la metanalisi della Fda ha scoperto che per le donne con un’onda elettrica compresa fra i 130 e i 149 millisecondi l’impianto di un defibrillatore cardiaco riduce del settantasei per cento il rischio di arresto cardiaco o morte, e del settantasei per cento il rischio di morte tout court. Eppure le linee-guida non consentivano l’impianto del dispositivo: trattare i corpi maschili come norma e quelli femminili come un accidente di poco conto ha condannato centinaia di donne a morire o a subire arresti cardiaci del tutto evitabili.
Caroline Criado Perez - Invisibili
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Dottor Giovanni Muto Urologo: La gente comune ha molte idee sbagliate sulle malattie. E questo è il motivo per cui tendono a giudicare male una condizione di salute. Questo errore di valutazione è più comune nelle malattie legate alle urine. Il tratto urinario di un essere umano è un organo sensibile e ci viene la pelle d'oca seria quando c'è un problema con esso. Non dobbiamo preoccuparci troppo, poiché ci sono esperti che hanno una grande esperienza su varie malattie urologiche e trattamenti moderni.
L'urologia è una branca medicinale che si occupa delle malattie delle vie urinarie maschili e femminili. Inoltre, l'urologia include anche i disturbi degli organi riproduttivi maschili. Gli organi che rientrano in questo ramo sono l'uretra, la vescica urinaria, le ghiandole surrenali, i reni e gli organi riproduttivi maschili. Ci sono molti organi coinvolti nell'urologia e, quindi, molte sotto-discipline vengono richieste per comprendere l'intero dominio.
Ecco l'elenco di 8 diverse sotto-discipline dell'urologia:
Endourologia
questa sottodisciplina si occupa della manipolazione chiusa del tratto urinario. La chirurgia delle vie urinarie non è aperta; gli endourologi usano piccoli strumenti e telecamere nell'ambulatorio. La chirurgia transuretrale è una parte importante dell'endourologia in quanto aiuta nel trattamento di altri casi come la chirurgia dei calcoli, la chirurgia dell'urotelio e la chirurgia della prostata.
Oncologia urologica
questa sottodisciplina si occupa di malattie come il cancro del pene, dei testicoli, dei reni, della vescica e delle ghiandole prostatiche. Poiché questi tumori sono normalmente troppo delicati per gli interventi chirurgici tradizionali, la maggior parte degli oncologi urologi usa i robot per aiutarli negli interventi chirurgici.
Laparoscopia
questa sottodisciplina si occupa anche di interventi chirurgici assistiti da robot. Di conseguenza, i processi chirurgici aperti stanno diventando meno popolari e la laparoscopia sta aumentando il tasso di successo degli interventi chirurgici su aree come l'uretere, i reni e la prostata. Tuttavia, l'uso estensivo della robotica rende anche questa sottodisciplina piuttosto costosa.
Neurourologia
questa sottodisciplina si occupa di casi di minzione anormale causati da disfunzioni nervose. Il tratto urinario inferiore può essere interrotto da condizioni neurologiche come lesioni spinali, morbo di Parkinson e sclerosi multipla. Le terapie in neurourologia comprendono la neuromodulazione sacrale, l'uso di farmaci anticolinergici e l'autocateterismo intermittente pulito della vescica.
Andrologia
questa sotto-disciplina si occupa dei disturbi urologici maschili come i disturbi eiaculatori, la disfunzione erettile e l'infertilità maschile. L'andrologia si sovrappone un po' all'endocrinologia, poiché la sessualità maschile è spesso un lavoro di ormoni. Le terapie in andrologia includono l'impianto di protesi peniene, inversioni di vasectomia e procedure di fecondazione.
Urologia femminile
questa sottodisciplina si occupa di disturbi urologici femminili come l'incontinenza urinaria, il prolasso degli organi pelvici e la vescica iperattiva. L'urologia femminile si sovrappone un po' all'uroginecologia, una sotto-disciplina della ginecologia. La diagnosi e le terapie dipendono da una particolare malattia.
Urologia pediatrica
questa sotto-disciplina si occupa di disturbi urologici nei bambini come reflusso vescico-ureterale, genitali sottosviluppati, enuresi e testicoli ritenuti. Un urologo con una formazione specifica in pediatria è adatto a contrastare questi problemi.
Urologia ricostruttiva
questa sottodisciplina si occupa del tratto genito-urinario. Questo tratto deve subire un intervento chirurgico se ci sono alcuni problemi urologici causati da parto, blocchi, ostruzioni, malattie, traumi o isterectomie.
Queste sono le 8 sotto-discipline dell'urologia. È meglio tenerli a mente, poiché la conoscenza precedente su di essi può aiutare in molti modi in futuro. Se pensi di soffrire di un disturbo urologico, controlla il tuo stato con l'aiuto del software EHR di urologia. Questo software è estremamente facile da maneggiare e correggere nelle sue misurazioni. Se i tuoi risultati sono positivi, non esitare a visitare un urologo.
I disturbi urologici, comprese tutte queste sotto-discipline, sono molto comuni nell'era odierna dell'inquinamento e dello stile di vita poco igienico. Quindi non devi avere paura se ti viene diagnosticata e consultare immediatamente un medico per ottenere un rapido recupero.
Giovanni Muto è un medico con sede a Torino, Italia. Sta parlando delle diverse sotto-discipline dell'urologia. Menziona anche l'uso del software EHR di urologia per tenere sotto controllo qualsiasi disturbo urologico.
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ALL’INTERNO SVEZIA- GRAN bRETAGNA-FRANCIA. sotto (per brevità) ITALIA. anche se l’articolo è datato, lo ritengo interessante....
Anche l’Italia è pronta ad “allinearsi”
Sulla scia delle grandi potenze dell’Occidente, anche la Scuola italiana pare essere sul punto di fare un irreversibile “aggiornamento” ideologico in chiave gender. Nel nostro Paese, tuttavia, tale cambiamento sembra essere proposto in maniera meno traumatica e più surrettizia, spesso giocando sui cavilli verbali e sulle ambiguità del linguaggio burocratico e, soprattutto, contando sull’enorme disinformazione delle masse rispetto a tali temi.
Già sotto il governo Monti, l’allora ministro del Lavoro con delega alle Pari opportunità Elsa Fornero ha approvato delle “linee guida” (presentate con l’impegnativo titolo di Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere) che successivamente sono state confermate e finanziate con 10 milioni di euro dal governo Letta.
Ma di cosa di tratta, esattamente?
In concreto, le “linee guida” (redatte, è bene evidenziarlo, con il contributo esclusivo di organizzazioni gay e lesbiche) prevedono dei “corsi di aggiornamento” per insegnanti di ogni ordine e grado, allo scopo di creare dei
«percorsi innovativi di formazione e di aggiornamento per dirigenti, docenti e alunni sulle materie antidiscriminatorie, con un particolare focus sul tema Lgbt e sui temi del bullismo omofobico e transfobico […]. In particolare la formazione dovrà riguardare: lo sviluppo dell’identità sessuale nell’adolescente; l’educazione affettivo-sessuale; la conoscenza delle nuove realtà familiari».
Legata a tale progetto, vi è anche la controversa vicenda della produzione degli opuscoli redatti dall’UNAR (sigla che sta per Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali) dall’accattivante titolo Educare alla diversità a scuola, una sorta di sussidi formativi per insegnanti.
Su questi testi, fra l’altro, si afferma che, per evitare la discriminazione, «gli insegnanti devono evitare […] analogie che facciano riferimento a una prospettiva eteronormativa (cioè che assume che l’eterosessualità sia l’orientamento normale)», dato che tali analogie potrebbero tradursi nella pericolosa assunzione che «un bambino da grande si innamorerà di una donna». Segue un vero e proprio vademecum per riconoscere «l’individuo omofobo», che di solito è di «età avanzata » ed è accecato da un alto «grado di religiosità» e di «ideologia conservatrice »; si andrebbe così dall’«omofobo di tipo religioso che considera l’omosessualità un peccato» a quello «scientifico, che la considera una malattia», fino ai «genitori omofobi». Si consiglia, inoltre, agli insegnanti di portare gli alunni “eterosessuali” a provare a immedesimarsi con gli “omosessuali” e di mettere gli alunni «in contatto con sentimenti ed emozioni che possono provare persone gay o lesbiche». Ci sono storielle, attività e strumenti anche per questo, e a tale scopo vengono proposti alcuni documentari come Kràmpack, in cui la masturbazione fra due ragazzi è presentata come esplorazione e “gioco”, e L’altra metà del cielo, che racconta «le vite di donne che amano altre donne» che «si sono scontrate con l’omofobia della propria famiglia».
Nel caso di questi opuscoli, tuttavia, la reazione tempestiva del FONAGS, il Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola, ha indotto il Ministero dell’Istruzione a ordinare il ritiro di questi testi, a cui ha addirittura fatto seguito una lettera ufficiale di scuse, inviata al Ministero dall’UNAR stesso, che riconosceva di avere portato avanti il progetto… senza aver pensato di presentarlo e condividerlo prima con il Ministero (cosa che, per legge, avrebbe dovuto fare).
Per una volta, dunque, la tipica strategia della lobby gay di “bruciare i tempi”, allo scopo di porre amici e avversari di fronte al “fatto compiuto”, sembra non avere pagato.
L’autoerotismo entra nel programma scolastico
Come se ciò non bastasse, in una scuola di Piacenza è stato inserito nel programma scolastico un corso di autoerotismo, obbligatorio per tutti i ragazzi, senza alcuna eccezione. I genitori di un tredicenne piacentino, che avevano chiesto l’esonero del figlio dal percorso di «educazione alla sessualità e all’affettività» Viva l’amore promosso dalla regione Emilia-Romagna, se lo sono visti negare dalla scuola.
Come sempre, quest���iniziativa, che avrebbe dovuto essere facoltativa, si basa sul contrasto alla discriminazione e sulla battaglia contro gli «stereotipi di genere». Come documenta però Giovanni Masini, che ha incontrato i genitori dello studente cui è stato negato l’esonero al corso,
«il libretto distribuito alle famiglie contiene istruzioni molto esplicite, con tanto di illustrazioni, sull’uso dei contraccettivi maschili e femminili, sezioni dedicate alla masturbazione e questionari sulle trasformazioni “gradevoli o sgradevoli” della pubertà. E Viva l’amore non si limita a spiegare come evitare malattie veneree o gravidanze indesiderate: affronta anche i temi dell’identità e delle discriminazioni di genere».
Trincerandosi dietro il “clima di serenità” in cui si svolgerebbe il corso, la preside avrebbe negato l’esonero al ragazzo in quanto, citando la Cassazione, «la scuola può legittimamente impartire un’istruzione non pienamente corrispondente alle convinzioni dei genitori».
Gli asili come terreno di conquista
Nemmeno gli asili, tuttavia, sembrano essere preservati dalla propaganda gender. Negli ultimi tempi, infatti, in molti istituti materni della Penisola hanno fatto la loro apparizione dei testi graficamente adattati a bambini in età prescolare, in cui vengono proposti i temi più cari alla cultura omosessualista: l’esistenza di “famiglie gay”, la possibilità di avere “figli” grazie agli “uteri in affitto” eccetera. Un esempio di questa “letteratura” è il libricino di Francesca Pardi dal titolo Perché hai due papà?, edito dalle edizioni Lo Stampatello. Nella presentazione del libricino sul sito della casa editrice, la finalità di questa produzione è esplicitamente quella di scrivere un racconto per chiarire le idee ai bambini, ma anche agli adulti.
Questa “fiaba gay” per bambini piccoli narra la storia di Tommaso e Franco, due uomini che si amano e vogliono mettere su famiglia (con bambini); siccome, però, in natura due uomini non possono rimanere “incinti”, Franco e Tommaso vanno in America, dove, afferma il testo, ci sono delle donne che possono decidere di far crescere nella propria pancia i bambini che non potrebbero nascere, e lo fanno perché pensano sia meraviglioso avere dei figli e aiutare chi non può averli. Al termine della gravidanza, quindi, nasce Lia, che ha due papà; nessuno di loro l’ha portata nella pancia, ma, insiste il testo, «entrambi insieme l’hanno messa al mondo». Nelle pagine successive, poi, Franco, Tommaso, Lia e Andrea (nel frattempo, infatti, un altro bimbo è arrivato con le stesse modalità) prendono una casa al mare e casualmente (!) si ritrovano come vicine una coppia di donne, Meri e Franci, con i loro “figli”. Particolare interessante, nella spiaggia delle vacanze disegnata nel libro sono presenti unicamente coppie omosessuali e una donna da sola con i figli: non vi è alcuna famiglia formata da un uomo e da una donna.
Ancora più recente è il “progetto” portato avanti negli asili del Comune di Trieste dal titolo Il gioco del rispetto, che, al di là del nome piuttosto “neutro”, come si legge sull’opuscolo informativo, mira
«a verificare le conoscenze e le credenze di bambini e bambine su cosa significa essere maschi o femmine, a rilevare la presenza di stereotipi di genere e ad attuare un primo intervento che permetta loro di esplicitare e riorganizzare i loro pensieri, offrendo ai bambini anche un punto di vista alternativo rispetto a quello tradizionale».
Estremamente espliciti sono i “giochi” proposti nell’ambito del progetto, che prevede, tra l’altro, un esperimento chiamato “Se fossi”, durante il quale i bambini, utilizzando dei costumi, si travestono. «I bambini e le bambine», è scritto nelle schede informative, «potranno indossare dei vestiti diversi dal loro genere di appartenenza e giocare così abbigliati».
Il progetto è stato parzialmente sospeso in seguito alle veementi proteste di molte famiglie per i suoi contenuti “ideologici” e per il fatto di non essere state sufficientemente informate dei contenuti di queste attività; si può però scommettere che progetti di questo tipo continueranno a essere proposti nelle scuole italiane, anche perché nel mondo del gender sembra sempre più affermarsi un atteggiamento esplicitamente autoritario che pare voler fare a meno del consenso delle masse e mettere tutti di fronte al fatto compiuto.
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ora purtroppo capisco anche dove andranno i tot miliardi..:-(
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Male Power Plus italia- Male Enhacement Pro Prezoo & Funziona
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Male Power Plus Italia recensioni è uno degli enormi chiarimenti dietro una cattiva esecuzione sessuale. Male Power Plus funziona uccidendo la spiegazione. Le guarnizioni ordinarie aumentano il livello di testosterone nel tuo corpo, di conseguenza la tua presentazione sessuale migliora così. Inoltre, ha guarnizioni che aumentano il tuo livello di imperatività e ti consentono di rimanere a letto per un periodo più ampio. Con il suo utilizzo, puoi anche ottenere le erezioni richieste. Migliora il livello di ossido nitrico nel sangue e dilata le vene. Ciò si traduce in un movimento prevalente di sangue nel corpo, comprese le parti intime. uno stile di vita più avanzato dà l'impressione di essere incredibile e affascinante. Allo stesso modo, attrae varie persone. Le persone hanno iniziato a seguirlo in modo imprevedibile e tutti conosciamo il risultato!
Male Power Plus Italia recensioni La mancanza costante è il suo dono più importante. Una terribile prosperità suggerisce che ti stai trasformando nel bersaglio più amato di una serie di malattie e l'orrenda forza sessuale delle persone è una di queste. Indipendentemente dal modo in cui suona accomodante, non lo è assolutamente. Mantenere un'incredibile prosperità sessuale è relativamente enorme in quanto può influire sulla tua convinzione a un livello senza precedenti. Il fissaggio è noto per il trattamento della prosperità generale della prostata e della disfunzione erettile. Adottare un programma alimentare sano; nessun cibo pronto e scarso sostentamento. Gli uomini hanno problemi sessuali che sono tipici e accade nella prossima età. L'aggiornamento in appello è la seconda posizione privilegiata che si traduce in un miglioramento del bisogno sessuale, responsabile della revisione della ricchezza maschile mediante la produzione dei prodotti chimici necessari. Migliora il flusso sanguigno e rende sana la struttura correlata allo stomaco. È una cosa ampiamente utilizzata nei miglioramenti suggeriti per migliorare il sesso diretto. È notevole per le persone che incontrano il problema della frattura erettile. Funziona migliorando la dispersione del sangue e aumentando il flusso sanguigno nei tuoi intimi. Un contenitore di Male Power Plus ha 60 custodie, che dovrebbero essere utilizzate per 30 giorni. Hai bisogno di mangiare due pillole in un giorno con acqua; uno nel segmento iniziale della giornata e uno intorno alla sera. Allo stesso modo, per estendere la fattibilità, dovresti rivelare alcuni miglioramenti nel tuo stile di vita per i quali vengono forniti suggerimenti di seguito. Continua con una vita serena. Lo stress ha un impatto reale sul tuo livello ormonale e un riposo di qualità sufficiente e straordinario è essenziale per essere sani. Per maggiori informazioni visita qui: http://www.italianiintegratori.it/male-power-plus/
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Non fiction: una selezione di saggi
Leggere più libri fuori dalla mia comfort zone è stato uno dei miei propositi per il nuovo anno, uno di quelli che faccio spesso e che cerco di mantenere nonostante tutte le possibili difficoltà che lo stress della mia vita mi mette davanti. È difficile perché sono un’abitudinaria cronica, la mia routine è quello che mi tiene salda di nervi e soprattutto oppongo una fiera resistenza ai cambiamenti. Li abbraccio alla fine della fiera, ma se dipendesse da me non farei nulla per cambiare il circo della mia vita. Ma mi rendo perfettamente conto che sono necessari e inevitabili e quindi bello strappo di cerotto e si salta nel vuoto. Al contrario di altri aspetti della mia vita però, le mie letture sono cambiate molto rispetto a quando ho aperto il blog, il mio modo di reagire alle storie è cambiato e a volte riguardo certe recensioni e mi chiedo che cosa avessi nel cervello. Quasi nove anni però mi sembrano un periodo ragionevole di tempo per rendermi conto che forse non tutte le storie sono dei capolavori, ecco (ho appena scritto davvero nove anni? Dal 2011 sono davvero passati nove anni? OMG! Chiudiamo immediatamente questa parentesi. Mayday! Mayday!).
Tutta questa premessa per dire che la quantità di non fiction che arriva tra le pile di libri che infestano il mio appartamento sta aumentando, e la lettura di saggi mi sta coinvolgendo molto. Ecco quindi perché oggi vi propongo una selezione degli ultimi saggi che ho letto, in quarantena e non:
I tre fratelli che non dormivano mai – Giuseppe Plazzi
Le disobbedienti: Storie di sei donne che hanno cambiato l'arte – Elisabetta Rasy
Manuale per ragazze rivoluzionarie: Perché il femminismo ci rende felici – Giulia Blasi
L'inferno è una buona memoria – Michela Murgia
Vita su un pianeta nervoso – Matt Haig
Enjoy!
I tre fratelli che non dormivano mai – Giuseppe Plazzi
Nulla è più misterioso della nostra mente quando dormiamo. Accadono infatti cose che neanche la fervida fantasia di un grande scrittore saprebbe immaginare, e molte sono le domande che tutti ci facciamo, senza però trovare risposta. Com'è possibile guidare una macchina, parlare lingue misteriose o camminare per ore durante il sonno? Da dove vengono quelle inquietanti visioni di demoni, folletti e spettri che infestano la nostra stanza? Che cosa spinge i bambini a gridare terrorizzati nel cuore della notte? Perché alcune volte abbiamo l'impressione di cadere da una sedia e ci svegliamo? Il neurologo Giuseppe Plazzi ci apre le porte del suo laboratorio, dove ogni giorno pazienti con disturbi del sonno rari e affascinanti - oppure molto diffusi, come il sonnambulismo, l'insonnia, il terrore notturno e la sindrome delle gambe senza riposo - riscrivono i limiti scientifici delle nostre conoscenze e, forse, della nostra realtà. Tre fratelli affetti da un'insonnia letale, un frate perseguitato dal diavolo, un uomo capace di volare, una donna tormentata da fantasmi col collo lungo, un giovane sonnambulo colpito da una mutazione genetica, le acrobazie sessuali di una coppia durante il sonno, un intero paese caduto in letargo: sono soltanto alcune delle molte storie raccolte in queste pagine dal dottor Plazzi, dalle quali emerge un universo notturno costellato di sogni, incubi, allucinazioni, capacità soprannaturali e imbarazzanti risvegli in cui ogni lettore, con sorpresa, non faticherà nel suo piccolo a riconoscersi. Un'opera dal ritmo romanzesco e dalla temperatura letteraria - nel solco della tradizione di Oliver Sacks -, spaventosa a volte, altre volte divertente, grazie alla quale scoprire gli angoli più bui delle nostre notti, capire i meccanismi segreti del sonno e acquisire una consapevolezza preziosa: neanche solcando tutti i mari, guadando tutti i fiumi, attraversando tutte le terre o arrampicandoci sulle più impervie cime che punteggiano questo mondo riusciremmo a vedere tante cose quante il nostro cervello è in grado di mettere in scena in una notte.
Una mia cara amica mi ha parlato di questo libro e quando Il Saggiatore lo ha messo a disposizione gratuitamente nell’ambito del progetto Solidarietà Digitale in quarantena ho colto la palla al balzo. In periodi particolarmente stressanti della mia vita soffro di insonnia, resto ore e ore a fissare il soffitto, a pensare, con la mente che va più veloce del mio respiro e i rumori della notte e ombre strane che si muovono per avvicinarsi alla mia mano a inquietarmi. Il sonno quindi è un argomento che mi ha sempre affascinata, vuoi perché spesso ne sono privata, vuoi perché è tanto fondamentale per la nostra salute. Più il sonno è frammentato e non continuo, più funzioniamo male. Il Dottor Plazzi è un esperto di disturbi del sonno e racconta alcuni dei casi più affascinanti e curiosi che ha incontrato nella sua esperienza pluriennale spiegandone le dinamiche e rassicurando il lettore che certi disturbi sono più comuni di quanto si pensi. Plazzi non scende nel tecnico e i casi clinici sono pienamente fruibili anche da chi non è un esperto in materia, e riesce sempre a tenere desta l’attenzione, anche quando sembra di leggere un romanzo e non una raccolta di casi clinici. Forse è questo che mi ha fatto perdere un po’ dell’entusiasmo iniziale, lo stile di Plazzi forse troppo divulgativo, ma che riesce sempre a descrivere in pieno l’argomento trattato. Un viaggio tra sogni e incertezze, diagnosi e sintomi, dolore e guarigione, in un dualismo che non sempre si risolve al meglio.
Le disobbedienti: Storie di sei donne che hanno cambiato l'arte – Elisabetta Rasy
Che cosa unisce Artemisia Gentileschi, stuprata a diciotto anni da un amico del padre e in seguito protagonista della pittura del Seicento, a un'icona della bellezza e del fascino novecentesco come Frida Kahlo? Qual è il nesso tra Élisabeth Vigée Le Brun, costretta all'esilio dalla Rivoluzione francese, e Charlotte Salomon, perseguitata dai nazisti? C'è qualcosa che lega l'elegante Berthe Morisot, cui Édouard Manet dedica appassionati ritratti, alla trasgressiva Suzanne Valadon, l'amante di Toulouse-Lautrec e di tanti altri nella Parigi della Belle Époque? Malgrado la diversità di epoca storica, di ambiente e di carattere, un tratto essenziale accomuna queste sei pittrici: il talento prima di tutto, ma anche la forza del desiderio e il coraggio di ribellarsi alle regole del gioco imposte dalla società. Ognuna di loro, infatti, ha saputo armarsi di una speciale qualità dell'anima per contrastare la propria fragilità e le aggressioni della vita: antiche risorse femminili, come coraggio, tenacia, resistenza, oppure vizi trasformati in virtù, come irrequietezza, ribellione e passione. Elisabetta Rasy racconta, con instancabile attenzione ai dettagli dell'intimità che disegnano un destino, la vita delle sei pittrici nella loro irriducibile singolarità.
Sono una grande appassionata di lettura, passerei il mio tempo a visitare pinacoteche, a rimanere incantata davanti alle pennellate di grandi artisti del passato. I maestri pittori, come gran parte delle figure di spicco del passato sono uomini ma esistono delle donne che si sono imposte in ambienti prettamente maschili regalandoci delle opere straordinarie. Di Artemisia Gentileschi ho un ricordo molto bello di una mostra che sono andata a vedere con C. una delle mie amiche più care e di cui ci siamo entusiasmate particolarmente. Artemisia è figlia d’arte, ma soprattutto è una di quelle donne che non si lasciano mettere i piedi in testa da nessuno e sfida una società intera a riconoscere la sua innocenza. Non si arrende finché non viene riconosciuta come una pittrice. Berthe Morisot è la dama dell’Impressionismo (una delle mie correnti preferite): la potevi trovare impressa nelle tele ma soprattutto a dipingere dietro le tele con la creatività e la forza di Monet e Degas. La forse troppo sfruttata Frida Kahlo una donna indomita dalla forza straordinaria, tormentata da malattie debilitanti è sempre riuscita ad emergere con i suoi colori sgargianti e la sua fantasia esplosiva. Ma anche donne come Charlotte Salomon che non si è lasciata mettere in silenzio dal boia nazista, affida la sua memoria ai disegni che raccontano tutta la sua esistenza. Élisabeth Vigée Le Brun e Suzanne Valadon in modi e in tempi diversi sfidano la società del proprio tempo per emergere fulgide con le loro opere e le loro vite. È una prospettiva molto interessante quella che regala la Rasy composta da aneddoti, sfumature, impressioni, contesto storico, dei ritratti di donne a tutto tondo che non si lasciano facilmente ostacolare, che nonostante le vite difficili, le difficoltà evidenti, la disperazione innata si ribellano a tutto anche a loro stesse.
Manuale per ragazze rivoluzionarie: Perché il femminismo ci rende felici – Giulia Blasi
Care lettrici (e cari lettori) di ogni età, questo appello appena lanciato da Giulia Blasi non è una boutade, ma un invito serio, formulato dopo anni passati a osservare come si muovono uomini e donne in Italia. Una società che oggi è tecnologica, in rapida evoluzione, ma purtroppo non ancora paritaria fra i sessi in termini di rispetto, opportunità, trattamento. Certo non si può dire che nel Novecento non siano stati fatti enormi passi avanti per le donne, basti pensare al diritto di voto o alle grandi battaglie per il divorzio e l'aborto. Ma dagli anni '80 in poi il femminismo si è come addormentato, mentre il successo nel lavoro (e in politica, nell'arte) ha continuato a essere per lo più riservato ai maschi e in tv apparivano ballerine svestite e senza voce. Per non dir di peggio: la violenza sulle donne non si è mai fermata e chi denuncia le molestie tuttora corre rischi e prova vergogna. Ecco perché oggi è giunto il momento che le ragazze di ogni età raccolgano il testimone delle loro nonne e bisnonne per proporre un cambiamento epocale, per fare una rivoluzione che ci porti tutti - maschi e femmine - a un mondo in cui ciascuno abbia le stesse occasioni per affermarsi secondo i propri talenti e non si senta più obbligato a aderire ai modelli patriarcali - cacciatori & dominatori vs angeli del focolare & muti oggetti di desiderio sessuale - che, spesso in forme subdole, continuano a esserci proposti. Sembra impossibile? Non lo è! In questo saggio profondo ed elettrizzante Giulia Blasi analizza con spietata lucidità le situazioni che le donne oggi quotidianamente vivono e offre, in una seconda parte pratica del libro, consigli concreti per mettere in atto un femminismo pieno di ottimismo e spirito di collaborazione (evviva la sorellanza!) che possa rendere tutti più sereni, rispettosi, appagati e felici. Anche gli uomini.
Siamo in una società che ancora non è riuscita a sradicare tutti i pregiudizi sociali di cui è affetta, intrinsecamente. Viviamo in una società in cui c’è ancora bisogno di parlare di accettazione delle minoranze, in cui è necessario mettere in luce i drammi che vivono le categorie meno protette di tutti gli strati sociali. Viviamo in una società in cui il femminismo è ancora un imperativo categorico. Un femminismo inclusivo, completo, che non lascia spazi a dubbi sulle motivazioni della lotta, che non si ferma a giudicare. La Blasi espone chiaramente situazioni e prospettive e poi si ferma a fornire consigli utili. Mettere in evidenza i comportamenti sbagliati, sensibilizzare su argomenti apparentemente banali o che alcuni giudicano come ormai superati. A cosa serve il femminismo se avete gli stessi diritti degli uomini? Beh non è proprio così, si continua a giudicare con due pesi e due misure ogni passo in avanti fatto ha una intercapedine in cui si infilano i precetti di consuetudini che sono dure a morire. C’è ancora bisogno di libri del genere, c’è ancora bisogno di spiegazioni, di discussioni, di volontà forti che non si lasciano intimorire, c’è ancora bisogno di puntare contro ai comportamenti maschilisti, ad un mondo che vede le donne ancora in una posizione di svantaggio. Questo mondo in cui viviamo e che dobbiamo proteggere a tutti i costi, deve essere costruito anche sulla collaborazione attiva di tutti. È un cane che si morde la coda, un circolo vizioso da spezzare, ma sono certa che prima o poi ce la faremo, inizierò a preoccuparmi quando non proverò più indignazione.
L’inferno è una buona memoria – Michela Murgia
Quanto somiglia Cabras, Sardegna, paese natale di Michela Murgia, ad Avalon, Britannia, luogo mitico di Re Artù e della spada nella roccia? Se Morgana, Igraine e Viviana, le “Signore del Lago”, hanno il potere di sollevare le nebbie con le parole e influenzare le vite dei cavalieri della Tavola Rotonda, Michela Murgia, nata in mezzo alle acque di Cabras, ha il potere di sollevare le nebbie intorno alle storie e alle idee che ci circondano, raccontandoci la versione delle donne, nel solco ideale di Ave Mary. In un viaggio che comincia in mezzo al mare e in mezzo al mare ritorna, una delle maggiori scrittrici italiane racconta come e perché è diventata femminista, come e perché ha cominciato a temere le gerarchie religiose, come e perché non ha mai smesso di giocare di ruolo nel mondo magico di Lot, come e perché certi libri che ci hanno fatto crescere, in effetti, li abbiamo mangiati più che letti, e soprattutto come e perché creare ogni giorno il mondo che ci circonda è un gesto politico.
Della Murgia ho parlato in un post intitolato “Michela Murgia: un ritratto”, ma avevo completamente dimenticato questo breve saggio. La scrittura della Murgia è lineare e incantevole e anche se parla di un argomento che apparentemente è lontano dal lettore, pure lo irretisce, e lo accompagna alla scoperta di un nuovo mondo. In questo caso è quello de “Le nebbie di Avalon” il libro di Marion Zimmer Bradley una delle pietre miliari della letteratura fantasy e del ciclo legato ai cavalieri della Tavola Rotonda. La Murgia racconta i personaggi femminili, la strega Morgana, Igraine e Viviana, le “Signore del Lago” e ne analizza i punti di forza in un mondo dominato da figure maschili che partono, viaggiano, combattono, salvo poi tornare sempre da dove sono partiti. Un cerchio che si riunisce nella storia personale della Murgia e nei temi che di solito accompagnano le sue storie. Il femminile che si distacca dalle sue radici per esplodere con una forza eccezionale nei momenti più impensabili. Ma non solo, si esplora il misticismo e la religiosità e si racconta un libro che qualcuno potrebbe definire di serie B, è solo un libro fantasy in fondo, ma che nasconde diverse chiavi di lettura per interpretare il reale e il nostro presente.
Vita su un pianeta nervoso – Matt Haig
Il mondo ci sta confondendo la mente. Aumentano ondate di stress e ansia. Un pianeta frenetico e nervoso sta creando vite frenetiche e nervose. Siamo più connessi, ma ci sentiamo sempre più soli. E siamo spinti ad aver paura di tutto, dalla politica mondiale al nostro indice di massa corporea. Come possiamo rimanere lucidi su un pianeta che ci rende pazzi? Come restare umani in un mondo tecnologico? Come sentirsi felici se ci spingono a essere ansiosi? Dopo anni di attacchi di panico e ansia, queste domande diventano questione di vita o di morte per Matt Haig. Che inizia a cercare il legame tra ciò che sente e il mondo intorno a lui. Vita su un pianeta nervoso è uno sguardo personale e vivace su come sentirsi felici, umani e integri nel ventunesimo secolo.
In quarantena Edizioni E/O ha messo scaricabile gratuitamente questo volume di Matt Haig ed è stato un volume illuminante. Haig ha raccontato la sua esperienza in un mondo che ci vuole sempre agili, scattanti, veloci, interattivi e di come questo atteggiamento abbia contribuito a peggiorare la sua salute mentale. Lo scrittore inglese non offre risposte, ma offre una prospettiva diversa e una serie di consigli su cosa ha funzionato per lui. Allontanarsi dalle situazioni di stress, fare un passo indietro, prendersi il proprio tempo, capire quando è arrivato il momento di alzare le mani e non andare oltre, perché non se ne hanno più i mezzi o le possibilità. Fermarsi non è una sconfitta, è solo il passo necessario per stare meglio, il passo necessario per rendersi conto che questo è si un pianeta nervoso, ma noi non siamo costretti ad esserlo. Haig esplora le situazioni più conflittuali, la presenza sui social network, lo sviluppo tecnologico che sta crescendo in maniera esponenziale, la società che vi vuole workaholic e sempre informati, il bisogno di non perdere la testa di fronte a questo mondo che si estende enorme di fronte ai nostri occhi. Prendersi il proprio tempo diventa la condizione senza la quale non possiamo davvero essere sereni. Non c’è niente di meglio che staccare tutto e rilassarsi per superare le situazioni terribili che si affastellano nella nostra quotidianità.
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Lavanda
“L’oro blu della profumeria”
La lavanda è entrata a far parte della tradizione popolare grazie al suo delicato, fresco e persistente profumo. Da sempre è, infatti, utilizzata per profumare la biancheria. Il nome lavanda deriva dal latino lavare: si riteneva che il profumo di lavanda “lavasse” ossia fosse in grado di eliminare alcune malattie. La coltivazione della lavanda si sviluppa nel XIX secolo a seguito della moda lanciata dalla Regina Vittoria che amava particolarmente il suo profumo; all'epoca le case inglesi profumavano di lavanda così come i fazzoletti portati da uomini e donne. Due sono le specie attualmente coltivate in Italia: la Lavanda vera (Lavandula officinalis) e il Lavandino (un ibrido tra la Lavandula officinalis e la Lavandula latifolia). Nel territorio dolomitico è sempre più frequente la coltivazione di entrambe le varietà di lavanda: vi sono piantagioni nei pressi di Brunico, in Alpago e nella più ampia fascia pedemontana bellunese. La lavanda è nota per varie proprietà: attenua lo stress, aiuta a migliorare il sonno ed è un rimedio naturale in caso di sintomi delle malattie da raffreddamento quali raffreddore o sinusite. Inoltre, calma e rilassa piacevolmente la psiche. La lavanda è una componente essenziale degli accordi fougére, raffinate espressioni imprescindibili per i grandi classici maschili in profumeria. Nei Profumi delle Dolomiti domina le note di fondo del grande classico maschile Dolomitico.
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L’Italia è letteralmente a p*****e e queste indignate a tempo pieno, ma solo ed esclusivamente contro il perfido maschilismo patriarcale, non hanno altro da fare che sfondare i cosiddetti con le loro fisime talebane del politicamente corretto.
E mai, sottolineo mai, che se la prendano con chi davvero degrada, umilia, segrega, copre, mutila sessualmente, tiene in stato di inferiorità, per motivi religiosi, le povere donne della religione di pace ed amore.
Basta, è ora veramente di finirla. Queste ignoranti perennemente incazzose ed assolutamente incapaci un minimo di senso dell'umorismo e del tutto ignare del vecchio detto “vivi e lascia vivere” vanno messe in condizione di non nuocere, soprattutto per quanto riguarda il repentino aumento delle dimensioni ed al pericolo di elevatissima rotazione dei pendenti (veri) maschili e virtuali (femminili).
TREVISO Si chiama The Kisses, baci, ed è un orinatoio a forma di bocca con tanto di rossetto rosso acceso. Ce ne sono centinaia nel mondo, uno anche nei bagni del «Flame’n Co», griglieria-pizzeria-ristorante in zona Fonderia a Treviso, solitamente frequentata da coppie e famiglie. E proprio alcuni frequentatori del locale trevigiano hanno trovato l’oggetto di design un po’ troppo hard per i loro gusti. Come spesso accade in questi casi l’indignazione della cliente (donna) ha seguito un copione ampiamente consolidato: foto postata d’impeto sui social; ira di altre donne altrettanto offese per il messaggio «sessista», «maschilista» e «di cattivo gusto»; notizia che conquista le pagine di un giornale locale e intervento immancabile del politico di turno (in questo caso si tratta del consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni) che si unisce al coro di indignazione e chiede a gran voce che la Regione Veneto intervenga per far rimuovere il «vomitevole» mostro dalle labbra rosse che «conferma che il sessismo e la misoginia, anche in Veneto, sono malattie dure da sconfiggere».
Le polemiche
Al netto dei gusti personali e della difesa d’ufficio dei gestori del locale, però, quella che è una polemica relativamente nuova per la città di Treviso, in realtà è una storia vecchia che va avanti da almeno vent’anni, cioè da quando The Kisses è stato creato e commercializzato (a un migliaio di euro a pezzo) dalla designer olandese Meike van Schijndel (donna pure lei) che - udite, udite - non ha rappresentato la bocca di una donna ma le labbra carnose di Mick Jagger, cantante, pezzo di storia della musica rock e, soprattutto, leader e fondatore dei Rolling Stones. D’altra parte, prima di travolgere i bagni del «Flame’n Co», le polemiche avevano investito aeroporti, bar, palestre e ristoranti di mezzo mondo spaziando da Amsterdam a New York, dalla sala vip della compagnia aerea Virgin al retrobottega di un McDonald. In tutti i casi era stata una foto del bagno a far scoppiare il caso e in quasi tutti i casi l’epilogo del dibattito è sempre stato lo stesso: gli orinatoi sono stati tolti dai gestori dei locali e sostituiti con vespasiani classici per evitare ulteriori polemiche. Non si sa se anche a Treviso la vicenda finirà con lo sradicamento dell’orinatoio o con l’altrettanto classico oblio, ma c’è da scommettere che i social si divideranno in due fazioni.
#italia#femminismo#femministe doppiopesiste#femminismo doppiopesista#violenza sulle donne#islam e diritti delle donne#islam e donne#mutilazioni femminili#femministe#odiatori#odiatori del web
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Please be aware that this list is made specially for male reproductive organs, their issues and sexual activity including them, and I want to include transgender women and any non-binary or intersex person which has a penis, testis etc… Here is the female reproductive organs vocabulary list made before!
[CW: sex]
As I am a cis girl I clearly don’t know much about male issues, so please if you feel something is important and should be listed here, tell me the words I have to translate ;) I did my best to feature as many words as possible but I may have missed important issues !
Also, if you think that I forgot something important, translated badly in italian or english, or something is not respectful, please tell me ♥
Français - Italiano - English
L’appareil génital masculin – l’apparato genitale maschile – male reproductive system
Les parties génitales masculines – I genitali maschili – male genitals
Le pénis – il pene – the penis
Le prépuce – il prepuzio – the prepuce (foreskin)
Le frein – la frenula – the frenulum
Base du pénis – base o radice dal pene – root of the penis
Le gland - il glande – the glans
Le corps spongieux – il corpo spugnoso – the corpora spongiosum
Les corps caverneux – i corpi cavernosi – the corpora cavernosa
La vascularisation artérielle – la vascolarizzazione arteria – the arterial vascularisation
Le scrotum – lo scroto – scrotum
Les testicules – i testicoli – the testicles, the testes
Une testicule – uno testicolo – a testicle, a testis
Les gonades – le gonadi – gonads
L’épididyme – l’épididimo – the epididymis
Le canal déférent – il dotto deferente – the vas deferent
Les vésicules séminifères – le vescicole seminali – the seminal vesicles
Le prostate – la prostata – the prostate
Les tubes séminifères – i tubuli seminiferi – the seminiferous tubules
L’urètre – l’uretra – the urethra
Une glande – una ghiandola – a gland
La glande bulbo-uretrale – le ghiandole bulbo-uretrali – the bulbourethral gland
Les glandes accessoires – le ghiandole accessorie – accessory glands
Les spermatozoïdes – i spermatozoi – sperm
Un spermatozoïde – uno spermatozoo – a spermatozoid
Le sperme – lo sperma – the semen or sperm
Le liquide séminal – il liquido seminale – the seminal fluid
L’érection – l’erezione – the erection
L’éjaculation – l’eiaculazione – the ejaculation
La masturbation – la masturbazione – the masturbation
La fellation – la fellatio – the fellatio
La pipe – la pompa – the blowjob
Sex oral – sesso orale – oral sex
Le lubrifiant – il lubrificante – lubricant
Le rapport sexuel – il rapporto sessuale – sexual rapport
L’orgasme – l’orgasmo – the orgasm
Impuissance – impotenza – impotence
Éjaculation précoce – eiaculazione precoce – premature ejaculation
Infertilité – infertilità – infertility
homme circoncis – uomo circonciso – circumsised man
La circoncision – la circoncisione - circumcision
L’andrologue – l’andrologo – andrologist
L’andrologie – l’andrologia – andrology
Hormones sexuelles – ormoni sessuale – sexual hormones
La testostérone – il testoterone – testosterone
La puberté – la pubertà – puberty
Maladies Sexuellement Transmissibles (MST) ou maladie vénérienne – Malattie trasmesse sessualmente (MTS) o malattie veneree – Sexually Transmitted Disease/Infection (STD/STI) or venereal disease
Symptômes – sintomi – symptom
La douleur – il dolore – pain
La contraception masculine – la contraccezione al maschile – male contraception
Le préservatif – il preservativo – condom
La stérilisation – la sterilizzazione – sterilisation
La vasectomie – la vasectomia – the vasectomy
La pillule contraceptive – la pillola anticoncezionale – contraception pill
Femme trans(genre) – Donna trans(gender) – trans(gender) woman
Mtf = male to female
Non-binaire – non binario – non-binary
Thérapie hormonale – terapia ormonale – hormonal therapy
Changer de nom/de genre – cambiare di nome/di genere – to change name/gender
Être en transition – essere in transizione – to be in transition
Dysphorie – disforia – dysphoria
Euphorie - euforia - euphory
#italian langblr#french langblr#langblr#vocabulary list#italian vocabulary#french vocabulary#vocabulary#male organs#translations
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Era una notte di Novembre quando ho preso svariate pasticche di psicofarmaci per congedarmi silenziosamente senza troppi spargimenti di sangue, e me ne stavo su di un letto scomodo con altre dieci persone persone nella stessa stanza, tutte persone vecchie e prossime alla morte ma io a questo allora non ci pensavo, pensavo solo quanto fosse brutta la vecchiaia e quanto fosse ingiusto che stessi lì.
Cominciavo già ad addormentarmi quando ho sentito una risata proveniente dal corridoio - una risata di una voce maschile e giovane, limpida e bella. Non mi ero mai troppo soffermata sulle caratteristiche delle risate altrui ma in quel momento m'accorsi della differenza. Mi era salita però una grande rabbia perché mi sono subito chiesta cosa ci fosse da ridere in un ospedale e soprattutto in un momento del genere, ché magari lui non conosceva ma doveva avere il buon gusto di rispettare uguale, perché il dolore si sa, ti rende egocentrico, e lui non conobbe mai il mio momento e però nemmeno il suo, e si mise a ridere.
Cinque minuti dopo ho sentito un gran trambusto e due voci adulte rispettivamente maschili e femminili piangere forte. Non mi ero mai troppo soffermata sulle caratteristiche dei pianti altrui ma in quel momento m'accorsi della differenza. Era il pianto di due genitori che hanno appena perso un figlio.
Il figlio che avevano perso era il ragazzo che cinque minuti prima aveva riso forte e che cinque minuti dopo era morto d'arresto cardiaco. Tutto quello che è successo dopo io non l'ho voluto né sentire né sapere, mi sono tappata le orecchie e quando il trambusto è cessato mi sono rivolta a un Dio a cui non mi rivolgevo da anni e a cui ho solo chiesto ingoiando le lacrime e battendo le mani sul letto di prendere me al suo posto, ché tanto lui era già bello che morto ed io viva e vegeta, ma a me bastava solo sapere che fosse fatta giustizia in qualche modo, che se quel ragazzo di 25 anni - dopo venni a sapere avesse 25 anni - era morto senza volerlo io che l'avevo voluto dovevo morire.
Dio però non mi ha ascoltato, io non sono morta e non sono morta nemmeno quando, caparbia, c'ho riprovato una seconda volta, e forse Dio s'era accanito con me, pensavo, forse la giustizia non c'è davvero a questo modo. E così ho passato l'esistenza per un due anni leggendo di bambini morti per gravi malattie, ragazzi morti per incidenti, catastrofi, negligenza altrui, sentendomi ogni volta più indegna in un mondo ancora più indegno.
Solo negli ultimi mesi mi è riuscito di capire - o di accettare - che la giustizia del mondo consiste proprio in questo, nel fatto che non esista alcun criterio di giusto o sbagliato, che muoiano indistintamente vecchi e giovani, buoni e cattivi, brutti e belli, e che nessuno è condannato a priori per una qualche legge divina, ma per qualche fastidiosa legge terrena.
In una notte indegna di Novembre l'unica cosa che ho compreso è che un tizio di cui non conosco nemmeno il nome è morto ridendo, e che forse questo è il miglior modo per andarsene.
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È divenuto un luogo comune parlare dell’amicizia tra Chiara e Francesco in termini di amore umano. Nel suo noto saggio su Innamoramento e amore Francesco Alberoni scrive che “il rapporto fra santa Chiara e san Francesco ha tutti i caratteri di un innamoramento trasferito (o sublimato) nella divinità”.
Come ogni uomo, anche se santo, Francesco può aver sperimentato il richiamo della donna e del sesso.
Le fonti riferiscono che per vincere una tentazione del genere una volta il santo si rotolò d’inverno nella neve. Ma non si trattava di Chiara!
Quando tra un uomo e una donna sono uniti in Dio, questo vincolo, se è autentico, esclude ogni attrazione di tipo erotico, senza neppure che ci sia lotta. È come messo al riparo. È un altro tipo di rapporto. Tra Chiara e Francesco c’era certamente un fortissimo legame anche umano, ma di tipo paterno e filiale, non sponsale.
Francesco chiamava Chiara la sua “pianticella” e Chiara chiamava Francesco “il nostro Padre”. L’intesa profonda tra Francesco e Chiara che caratterizza l’epopea francescana non viene “dalla carne e dal sangue”.
Non è, per fare un esempio altrettanto celebre, come quella tra Eloisa ed Abelardo, tra Dante e Beatrice. Se così fosse stato, avrebbe lasciato forse una traccia nella letteratura, ma non nella storia della santità.
Con una nota espressione di Goethe, potremmo chiamare quella di Francesco e Chiara una “affinità elettiva”, a patto di intendere “elettiva” non solo nel senso di persone che si sono scelte a vicenda, ma nel senso di persone che hanno fatto la stessa scelta. Antoine de Saint-Exupéry ha scritto che “amarsi non vuol dire guardarsi l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione”.
Chiara e Francesco non hanno davvero passato la vita a guardarsi l’un l’altro, a stare bene insieme. Si sono scambiati tra loro pochissime parole, quasi solo quelle riferite nelle fonti.
C’era una stupenda riservatezza tra loro, tanto che il santo veniva a volte rimproverato amabilmente dai suoi frati di essere troppo duro con Chiara. Solo alla fine della vita, vediamo questo rigore nei rapporti attenuarsi e Francesco cercare sempre più spesso conforto e conferma presso la sua “Pianticella”. È a San Damiano che si rifugia prossimo alla morte, divorato da malattie, ed è vicino a lei che intona il cantico di Frate Sole e di sorella Luna, con quell’elogio di “Sora Acqua”, “utile et humile et pretiosa et casta”, che sembra scritto pensando a Chiara.
Invece di guardarsi l’un l’altro, Chiara e Francesco hanno guardato nella stessa direzione. E si sa qual è stata per loro questa “direzione”.
Chiara e Francesco erano come i due occhi che guardano sempre nella stessa direzione. Due occhi non sono solo due occhi, cioè un occhio ripetuto due volte; nessuno dei due è solo un occhio di riserva o di ricambio. Due occhi che fissano l’oggetto da angolature diverse danno profondità, rilievo all’oggetto, permettono di “avvolgerlo” con lo sguardo. Così è stato per Chiara e Francesco.
Essi hanno guardato lo stesso Dio, lo stesso Signore Gesù, lo stesso Crocifisso, la stessa Eucaristia, ma da “angolature”, con doni e sensibilità propri: quelli maschili e quelli femminili.
Insieme hanno colto di più di quanto avrebbero potuto fare due Francesco o due Chiara. In passato si tendeva a presentare la personalità di Chiara troppo subordinata a quella di Francesco, appunto come “sorella Luna” che vive di riflesso della luce di “fratello Sole”.
L’ultimo esempio in questo senso è il libro uscito di recente su “l’amicizia tra Francesco e Chiara” (John M. Sweeney, Light in the Dark Age: the Friendship of Francis and Clare of Assisi, Paraclete Press 2007).
In una fiction televisiva di alcuni anni fa (“Francesco e Chiara”, di Fabrizio Costa) è da lodare la scelta di presentare Francesco e Chiara come due vite parallele, che si intrecciano e si svolgono in sincronia, con uguale spazio dato all’uno e all’altra. È la prima volta che avviene, in questa forma.
Ciò risponde alla sensibilità attuale tesa a mettere in luce l’importanza della presenza femminile nella storia, ma nel caso nostro corrisponde alla realtà e non è una forzatura.
La scena iniziale della fiction è quella che mi ha colpito di più, quasi fosse una chiave di lettura di tutta la storia.
Francesco cammina su un prato, Chiara lo segue mettendo i suoi piedi, quasi per gioco, sulle orme lasciate da Francesco e alla domanda di lui: “Stai seguendo le mie orme?”, risponde luminosa: “No, altre molto più profonde”.
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