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#malattia virale
medicomunicare · 2 years
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Aggiornamenti sul virus WNV: non c'è alcuna epidemia ma servizi trasfusionali e di sorveglianza restano attivi
Aggiornamenti sul virus WNV: non c’è alcuna epidemia ma servizi trasfusionali e di sorveglianza restano attivi
Cresce ancora in Italia il numero di casi umani di infezione da virus West Nile (WNV) nell’ultima settimana. Secondo il nuovo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), diffuso oggi, da inizio giugno 2022 sono 575 in totale i casi confermati (nell’ultimo report erano 566), con 37 morti. Le vittime sono state 6 in Piemonte, 7 in Lombardia, 17 in Veneto, 1 in Friuli Venezia Giulia, 4 in…
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3nding · 5 months
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Da scienziato che, ad Oxford, ha lavorato sul vaccino poi prodotto e distribuito da AstraZeneca, ecco cosa ne penso. Thread: 1) Secondo alcune stime questo vaccino ha salvato, solo nel primo anno di utilizzo, sei milioni di vite - più di qualunque altro vaccino nello stesso periodo. 2) come qualunque altro farmaco, il vaccino AZ ha effetti collaterali, alcuni gravi. Quelli gravi sono, in frequenza, molto rari e paragonabili a quelli di qualunque altro farmaco. Altrimenti non sarebbe stato utilizzato. 3) hanno fatto scalpore, dato il periodo storico e la particolare attenzione dei media, quelle famose trombosi associate a piastrinopenia. Queste sono simili, per natura, a quelle causate da un altro farmaco approvato, l'eparina. 4) La discussione è tornata alla ribalta perché AZ ha ammesso, per la prima volta in tribunale, che il vaccino può causare questi effetti collaterali rari e gravi. Nota: l'ha ammesso per la prima volta IN TRIBUNALE, ma se ne parla liberamente da anni. Non-notizia. 5) Non mi stupisco che
se ne parli di nuovo, ma questa è una non-notizia dato che della presenza di questi effetti collaterali, come per qualsiasi altro farmaco, si sa da anni, e sia l'azienda che gli enti regolatori ne hanno sempre parlato apertamente. 6) Il fatto che si sappia di questi effetti collaterali rarissimi in realtà è segnale che il famoso "sistema" funziona: - gli enti regolatori se ne sono accorti in farmacovigilanza - l'azienda e la comunità scientifica ne ha preso atto senza problemi 7) Dato che i vaccini a mRNA sono veramente eccezionali in termini di sicurezza (non avendo MAI effetti collaterali potenzialmente letali) ha avuto senso, aumentata la disponibilità di dosi e una volta ridotta la circolazione virale, concentrarsi solo su quelli. 8) Il vaccino AZ ha rappresentato uno strumento di primo soccorso durante le fasi iniziali di pandemia, dati i suoi ottimi profili di sicurezza e la sua efficacia particolarmente contro malattia grave. Ha salvato molte, ma molte, ma molte vite. 9) Quello che mi preoccupa è questo: Il grosso problema di PR è capitato proprio all'unico vaccino che veniva venduto a prezzo di costo. Alla prossima pandemia l'azienda che si rende disponibile a regalarci un vaccino a tali condizioni ce la scordiamo. 10) Chi odia la mia categoria, generalmente ritrae gli scienziati come dei manipolatori di masse, insabbiatori di effetti collaterali. I rari effetti collaterali del vaccino AZ sono stati segnalati proprio dagli scienziati, non da PippoSport69. 11) Ho scritto di più su questo vaccino, e su pandemie future, nel mio libro "Malattia Y". Libro sfortunato con i tempi, uscito 1 mese dopo l'invasione dell'Ucraina. Peccato, è un buon libro e a quanto pare ancora oggi c'è un gran bisogno di chiarezza. 12) Questo thread mi sembrava necessario, ma ora preferisco guardare in avanti. Di recente ho finalmente ottenuto un importante investimento da Oxford per individuare nuovi farmaci contro malattie oncologiche ed altro (vedi pin sul profilo) Non vedo l'ora di ripartire! Saluti:) Giacomo Gorini
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falcemartello · 2 years
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Posto che l'isolamento di chi ha una malattia virale è la norma che voi e il vostro mondo di /\/\5rd4 fatto di aperitivi e yoga avevate dimenticato, mi chiedo: da adesso in poi avremo una crisi isterica per ogni influenza stagionale?
@boni_castellane
59 notes · View notes
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La vecchia, la malattia e la morte non assolvono da tutti i mali. E la gente dovrebbe ricordare perché ha passato quasi 30 anni a odiarlo, al posto di santificarlo nella mortw
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stranotizie · 12 days
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Uno studio multicentrico coordinato dall'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma e dal San Raffaele di Milano ha rivelato un'importante associazione tra la carica virale del virus Mpox (precedentemente noto come vaiolo delle scimmie) e la gravità della malattia, pubblicato su eBioMedicine. L'analisi ha esaminato 541 pazienti, parte di un totale di 1.056 casi segnalati in Italia. Secondo Valentina Mazzotta, una delle autrici principali dello studio, una carica virale più alta nel tampone faringeo è correlata a un decorso clinico più grave. Altri fattori identificati come indicatori di maggiore gravità includono l'etnia caucasica, l'insorgenza iniziale di febbre, lesioni nel cavo orale e linfoadenopatia (sviluppo di linfonodi ingrossati). Mazzotta ha sottolineato che l'Mpox ha una prospettiva di durata più lunga in caso di localizzazione ano-rettale, oro-faringea ed eruzioni cutanee estese, soprattutto in pazienti con HIV e grave immunodeficienza. L'Mpox rappresenta un'emergenza di salute pubblica internazionale, diffondendosi prevalentemente attraverso contatti sessuali. Dopo un periodo di incubazione, la malattia presenta sintomi come febbre, forte mal di testa, linfoadenopatia e affaticamento, seguiti da un'eruzione cutanea che inizia tipicamente dal viso per poi estendersi ad altre parti del corpo. Il coinvolgimento delle mucose orali e genitali è comune e può portare a complicazioni gravi, incluso il rischio di cecità da ulcere corneali. Lo studio effettuato rappresenta una prima evidenza documentata in letteratura dell'effetto della carica virale sulla morbilità dell'Mpox, suggestiva di un impatto significativo della replicazione virale sulla gravità della malattia. Andrea Antinori, direttore del Dipartimento clinico dell'INMI Spallanzani, ha affermato che controllare la replicazione virale, come avviene con la vaccinazione, potrebbe offrire protezione dall'infezione e dalla malattia severa. Dopo la dichiarazione di emergenza globale per l'Mpox il 14 agosto 2024, si segnala la preoccupazione per un nuovo sottotipo emergente e la sua diffusione nella Repubblica Democratica del Congo e nei paesi circostanti. I risultati dello studio rappresentano una speranza per affrontare questa emergenza, evidenziando l'importanza dei centri di eccellenza in Italia nella gestione di tale epidemia.
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what-u-com · 1 month
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newsnoshonline · 3 months
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Gli americani affrontano un rischio maggiore di dengue quest’anno, avverte il CDC Gli Avvertimenti del CDC sull’Aumento del Rischio di Dengue negli USA Il CDC ha segnalato un aumento delle probabilità di contrarre la febbre dengue negli Stati Uniti quest’anno. Questa malattia virale, trasmessa dalle zanzare infette, è stata oggetto di un recente avviso sanitario emesso dall’agenzia. Forte Incremento di Casi di Dengue tra i Viaggiatori Statunitensi I medici americani sono stati esortati a tenere d’occhio la dengue, specialmente nei viaggiatori provenienti da zone a rischio. Il numero di casi diagnosticati, 745 soltanto dal 24 giugno, ha superato le previsioni. In confronto, gli anni precedenti hanno registrato mediamente circa 1.600 casi annui
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m2024a · 5 months
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Simona Ventura con il viso bloccato in tv, la malattia. Cos'è la paresi di Bell e cosa c'entra il freddo Simona Ventura con il viso bloccato in diretta tv a Citofonare Rai 2. Le immagini della conduttrice hanno colpito i telespettatori e fatto velocemente il giro dei social. A spiegare cosa è successo è stata la stessa conduttrice, che ha detto «è il freddo, mi sto curando», e dal suo profilo Instagram ha ribadito che è «assolutamente transitorio». Ma qual e la malattia che ha coolpito Simona Ventura? Una serie di teorie si sono sviluppate sull'emiparesi facciale che ha creato un effetto "bocca storta". La paresi di Bell, o del settimo nervo, è solitamente provocata da un'infezione virale provocata dalla famiglia herpes virus, le cui cause sono spesso sconosciute.  L’infiammazione al nervo facciale, si legge su La Stampa, è considerata un fattore di concausa: può scatenarsi con virus, traumi, raffreddore o stress. La paresi di Bell In caso di paralisi di Bell, può emergere difficoltà a chiudere l'occhio, sorridere o muovere la fronte. Il processo di guarigione non è rapido, e può richiedere da alcuni mesi a un anno. Solitamente si risolve da solo, ma possono essere assunti alcuni farmaci per velocizzare i tempi. Il freddo Simona Ventura ha spiegato in diretta che la causa della sua epiparesi è stata il freddo. Anche il dottor Carlo Gargiulo, esperto di medicina generale, lo ha annoverato tra le cause: «La paresi, aiutata dal freddo, esiste ed è data dallo sbalzo di temperatura, tipica dell’espressione di Simona Ventura con la rima boccale che scende. Componenti vere e proprie non si conoscono con precisione, noi curiamo con il cortisone e con antinfiammatori utili a formare nuovamente la guaina del nervo. Questo solo dopo aver escluso ipotesi di attacchi ischemici transitori o lesioni cerebrali. È consigliabile il riposo».
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scienza-magia · 7 months
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Maiali geneticamente modificati virus resistenti
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Questi maiali potrebbero essere i primi animali geneticamente modificati sulle nostre tavole. Sono resistenti a una malattia che provoca danni miliardari all’industria suinicola e secondo Science potrebbero invadere il mercato alimentare. In agricoltura il dibattito sugli organismi geneticamente modificati è ormai vecchio, per quanto sempre attuale. Se parliamo di animali, invece, inizia ad entrare nel vivo solo in questi anni. Fino a poco tempo fa, infatti, non esistevano animali geneticamente modificati (gm) approvati per il consumo umano. Le cose però stanno cambiando velocemente (almeno in America), e grazie alle nuove possibilità messe in campo da Crispr-Cas9, i tempi sembrano ormai maturi per l’arrivo della prima specie gm di rilevanza zootecnica destinata ad una diffusione mondiale: una razza di maiali modificata per resistere al virus della sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini, sviluppata dall’azienda inglese Genus con l’ambizione di eliminare nel giro di qualche decennio questa malattia, che provoca ogni anno danni miliardari all’industria del maiale. Vediamo meglio di cosa si tratta. La malattia La sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini (o Prrsv) è una malattia virale che colpisce i maiali ed affini, e provoca due sintomatologie principali: infertilità e problemi riproduttivi, e disturbi respiratori che possono colpire animali di tutte le età, ma che risultano particolarmente gravi (e spesso letali) nei cuccioli. È stata identificata negli anni ‘80, e nei decenni seguenti ha raggiunto praticamente ogni angolo del globo, fino a rappresentare il principale pericolo infettivo per gli allevatori di maiali, con danni per il comparto stimati intorno ai 2,7 miliardi di dollari l’anno. A causarla sono due virus, Prrsv-1 e Prrsv-2 appartenenti al gruppo degli Arteriviridae. Le strategie di prevenzione farmacologica attualmente consistono principalmente nell’utilizzo della vaccinazione, che però non risultano particolarmente efficaci, perché i due virus hanno un’elevata capacità di mutare, riducendo velocemente l’utilità dei vaccini. Ad oggi, quindi, un’epidemia di Prrsv in un allevamento procura quasi certamente grosse perdite, che richiedono tempi lunghi e il sacrificio di molti capi di bestiame per essere controllate. È per questo, che il mercato per una razza di maiali immuni alla malattia è considerato dagli esperti particolarmente promettente. Prevenzione genetica I due artesivirus che causano la Prrsv utilizzano un recettore chiamato CD 163 come porta d’ingresso per infettare le cellule dei maiali. E un esperimento dell’università del Missouri di qualche anno fa ha dimostrato che è possibile rendere immuni i maiali eliminando artificialmente il recettore in questione: fortunatamente, per farlo è sufficiente colpire un singolo gene, e questo rende quindi possibile effettuare facilmente la modifica (o più correttamente il knockout del gene, visto che basta silenziarlo) utilizzando Crispr-Cas9. Partendo da queste ricerche, Genus, un’azienda inglese specializzata nella selezione genetica di animali da allevamento, ha testato la fattibilità della tecnica sperimentata dai ricercatori dell’università del Missouri, su scala commerciale.
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Le modifiche genetiche sono state effettuate su quattro animali, e dopo le verifiche del caso, necessarie per accertarsi che la procedura fosse andata a buon fine e non avesse causato la comparsa di tratti indesiderati, questi sono stati fatti incrociare per ottenere un popolazione di partenza con cui produrre una nuova razza di suini adatti all’allevamento, e immuni alla sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini. Le loro fatiche sono descritte in un articolo pubblicato sul Crispr Journal, e stando agli esami effettuati dagli scienziati dell’azienda avrebbero prodotto esemplari perfettamente sani e indistinguibili da animali non geneticamente modificati, che presentano tutti il knockout (cioè l’inattivazione) di entrambe le copie di CD 163. A detta dei suoi creatori, i nuovi maiali gm hanno ottime chance di trasformarsi nei primi animali modificati geneticamente con ampia diffusione nel mercato zootecnico. Tutti gli allevatori – ragionano alla Genus – vorranno probabilmente mettersi al riparo dai rischi economici legati alla malattia, e le modifiche apportate potrebbero essere più “digeribili” per i consumatori rispetto ad altre viste in passato, perché in qualche modo mimano processi che possono avvenire naturalmente (il silenziamento di un gene) e non prevedono la creazione di organismi transgenici (cioè l’aggiunta di geni prelevati da altre specie). Resta da vedere quale opinione esprimerà al riguardo l’Fda, principale interlocutore dell’azienda in questa fase, che dovrebbe presentare la richiesta di approvazione per i suoi maiali nell’arco dei prossimi mesi. Altri esempi In Europa, per ora, non esistono ancora animali geneticamente modificati approvati per il mercato alimentare. Diversa invece la situazione negli Stati Uniti, dove i precedenti sono già due. Il primo è stato un salmone transgenico approvato nel 2015 per il consumo umano (primo animale al mondo) e sviluppato per incrementarne taglia e velocità di crescita, in modo da ridurre i costi di produzione e l’impatto ambientale degli impianti di acquacoltura. Il pesce è un salmone atlantico, modificato inserendo nel suo Dna un gene che regola la produzione dell’ormone della crescita prelevato da un’altra specie imparentata, il salmone reale, e un gene promotore proveniente da un pesce della famiglia delle Zoarcidae. Il risultato, è un salmone atlantico che raggiunge in metà del tempo la taglia utile per la vendita, e che però dal 2021, quando è iniziata effettivamente la produzione, non ha ancora ottenuto risultati apprezzabili sul mercato americano e canadese (i due paesi in cui è attualmente disponibile). Il secondo animale è un maiale conosciuto con il nome commerciale di Galsafe, approvato nel 2020 per il consumo umano e l’utilizzo nel campo degli xenotrapianti. I maiali Galsafe sono ingegnerizzati per bloccare la produzione di uno zucchero conosciuto come galattosio-alfa-1,3-galattosio (o alfa-gal) sulla membrana delle loro cellule, che può provocare reazioni allergiche anche gravi in persone che soffrono della cosiddetta allergia alla carne, o sindrome alfa-gal, associata alla puntura di alcuni tipi di zecche. Per ora, i maiali in questione sono stati utilizzati unicamente per il prelievo di organi indirizzati agli xenotrapianti (che spesso nel caso di organi di maiale provocano rigetto proprio per la reazione dell’organismo allo zucchero alfa-gal). Ma nel corso del 2024 dovrebbe iniziare anche la commercializzazione alimentare, indirizzata al mercato degli allergici alla carne. A fianco si due già approvati, la lista di quelli in attesa o in procinto di arrivare alla meta è relativamente affollata. Ci sono maiali modificati per essere sterili, in modo da potervi impiantare cellule staminali prelevate da un altro esemplare maschio con cui fargli produrre sperma (e quindi cuccioli) dalle caratteristiche genetiche desiderate (questa tecnologia sviluppata dalla Washington State University ha incassato per ora un’autorizzazione “investigazionale”). Una specie di vacche modificate per avere un pelo corto e un’elevata resistenza al caldo, in modo da prosperare anche con le temperature sempre più elevate dei prossimi decenni. Maiali che non hanno bisogno di essere castrati. Vacche che producono solo cuccioli di sesso maschile. E molti altri. La ricerca, al pari dell’industria, sembra pronta a sfruttare le nuove opportunità offerte da Crispr per rivoluzionare l’allevamento del bestiame, con la speranza di renderlo più economico, meno inquinante, e più resistente ai cambiamenti climatici e alle malattie. Non sempre, soprattutto in occidente, l’opinione pubblica condivide tanto ottimismo. Uno scetticismo che per ora si riflette nelle normative con cui sono regolati. In Europa, lo dicevamo, le leggi Ue, piuttosto stringenti, non hanno ancora permesso la commercializzazione di alcun animale modificato geneticamente. In America sono lievemente meno restrittive, ma prevedono comunque gli stessi step di approvazione richiesti ai farmaci. E questo allunga, e rende molto costosa, la strada da percorrere per giungere ad un’approvazione. Altri grandi mercati, come quello cinese o quelli di molte nazioni sudamericane, non si fanno gli stessi scrupoli, e potrebbero dare una spinta decisiva nei prossimi allo sviluppo di queste nuove tecnologie. Read the full article
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lamilanomagazine · 10 months
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Modena: giornata mondiale AIDS, test gratuiti in Piazza Grande
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Modena: giornata mondiale AIDS, test gratuiti in Piazza Grande. Venerdì 1 dicembre ricorre la Giornata Mondiale dell’Aids. Il giorno successivo, sabato 2 dicembre, dalle 17 alle 20, medici ed esperti saranno presenti all’Informagiovani di piazza Grande, a Modena, per eseguire i test gratuiti e fornire informazioni su Aids, epatite C e sifilide. L’appuntamento chiude il calendario di tre incontri organizzati nel 2023 dei Test days, l’iniziativa di sensibilizzazione contro l’infezione da Hiv e l’Aids dal titolo “Proteggi l'amore, Aids e non solo” di Comune, Ausl, Aou in collaborazione con  alcune associazioni di volontariato. Quest’anno si tratta della undicesima edizione e all’esame per l’Hiv è stata aggiunta anche la possibilità di fare il test per l’epatite (Hcv) e per la sifilide. Sul territorio provinciale di Modena, secondo gli ultimi dati pubblicati dalla Sorveglianza Malattie Infettive della Regione Emilia-Romagna, l'incidenza media di casi di Aids è di 3,4 casi ogni centomila abitanti nel quadriennio 2018-2022. Facendo un rapporto con il periodo 2013-2017 c’è stata una variazione di -2,4 casi ogni centomila abitanti. A livello regionale, nel 51,3% dei casi l’Hiv si contrae per rapporti eterosessuali, il 36,1% per rapporti bisessuali, il 4,4% per utilizzo di droghe iniettive e il resto per altre cause. La fascia più colpita è quella degli Over 50 ed è principalmente la popolazione maschile quella più vulnerabile. “Le persone che sono in terapia da Hiv hanno la possibilità di avere una sopravvivenza pari a quella della popolazione generale – spiega la professoressa Cristina Mussini, direttrice della Struttura Complessa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena – un quadro completamente diverso rispetto a quello che accadeva agli esordi della malattia. La persona che ha una carica virale nel plasma nel sangue non trasmette l'infezione da Hiv anche se ha rapporti non protetti. Tutto lo stigma che c’era stato con la cultura dell’alone viola va considerato ormai come superato: si possono infatti avere bambini per via naturale e si può partorire senza bisogno del cesario. Non ci sono più motivi per non fare il test. Oggi l’unica cosa che rappresenta un problema è la presentazione tardiva, ovvero il fatto per cui le persone non si sono sottoposte all’accertamento: una volta fatto il test si può affrontare una vita normale. L’infezione da Hiv si può prevenire nel 100% dei casi: quando una persona è a rischio esiste la PrEP (profilassi pre esposizione), si può assumere una pastiglia quotidianamente oppure on demand. Basta rivolgersi all’ambulatorio PrEP del Policlinico telefonando al reparto di Malattie Infettive. Invito la popolazione a venire sabato 2 dicembre a fare il test in piazza Grande”. “Sul nostro territorio i servizi di prevenzione, diagnosi e cura di Hiv e delle altre infezioni sessualmente trasmesse (Ist) - aggiunge il dottor Kahfian Zaynalabedin, medico igienista Responsabile Prevenzione Malattie Infettive del Dipartimento Sanità Pubblica dell’Azienda USL di Modena - sono integrati all’interno di una rete provinciale per le Ist, che vede coinvolti specialisti territoriali e ospedalieri e che garantisce percorsi gratuiti per tutti coloro che hanno rapporti sessuali a rischio o che hanno una diagnosi di Ist in ambito di prevenzione il Dipartimento di Sanità Pubblica promuove test di screening in alcune delle fasce più vulnerabili della popolazione e le vaccinazioni attualmente disponibili contro infezioni sessualmente trasmesse, quali papilloma virus, epatite B ed epatite A”. Sabato 2 dicembre infermieri professionali, medici e volontari saranno disponibili per eseguire i test gratuitamente e in forma anonima, per chiarire ogni dubbio sulla infezione Hiv e sull’Aids, e per fornire informazioni su prevenzione, cura e assistenza. Per sottoporsi al test sarà sufficiente presentarsi senza prenotazione all’Informagiovani e un infermiere eseguirà il prelievo del sangue garantendo la privacy di chi si sottopone all’esame. L'esito verrà inviato via email. All’interno dell’Informagiovani sarà anche disponibile materiale informativo sulle malattie che si trasmettono sessualmente e sui servizi di prevenzione, diagnosi e cura presenti a Modena e provincia. “I Test days all’Informagiovani, che da anni promuoviamo presso la cittadinanza – afferma l’assessora alle Politiche sociali del Comune di Modena Roberta Pinelli – oltre ad essere un’importante iniziativa di sensibilizzazione e di prevenzione, vanno letti anche nella prospettiva della promozione dei diritti e del superamento di ogni forma di discriminazione e pregiudizio. Per altro, aderendo dal 2021 alla rete Fast Track Cities, promossa da città e Comuni di tutto il mondo, Modena si è impegnata, insieme alle realtà che vi aderiscono, a combattere l’infezione da Hiv in modo efficace e mirato, ma anche a contrastare l’infezione da Hcv (Epatite C), la tubercolosi e a collaborare per il raggiungimento di una buona qualità della vita da parte delle persone con Hiv, anche garantendo la possibilità di partecipare in modo equo alla vita civile, politica, sociale, economica e culturale. L’adesione alla rete – conclude l’assessora – ci impegna inoltre a fornire un accesso duraturo ai test Hiv, terapie e servizi di prevenzione validi, sostenendo un approccio onnicomprensivo”. Per informazioni sull'iniziativa: www.comune.modena.it/informagiovani e www.helpaids.it.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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medicomunicare · 1 month
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I pericoli della dieta occientale al di là delle patologie indotte: il ruolo dei cambiamenti climatici e delle malattie "remora"
Il costo reale degli alimenti trasformati Al di fuori di nazioni come gli Stati Uniti e l’Europa occidentale, è stato osservato in tutto il mondo un aumento del consumo di prodotti alimentari trasformati ricchi di zuccheri raffinati, grassi e sali. Questo cambiamento nelle abitudini alimentari, spesso definito “occidentalizzazione delle diete”, è stato ampiamente attribuito all’accessibilità…
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Peste suina: quali sono i sintomi che devono allarmare
Quali sono i sintomi della peste suina? A monitorarli sono soprattutto, in queste ultime settimane, gli allevatori della Lombardia. In questa regione, infatti, i contagi sono in continua ascesa così come in controlli tesi a frenarli. Mentre le autorità competenti eseguono gli atti dovuti, le associazioni animaliste si oppongono all'abbattimento degli animali. Allarme peste suina in Lombardia Nelle ultime settimane sono stati scoperti ben 8 focolai di peste suina solo in provincia di Pavia. Una situazione che ha portato l'Unione europea a vietare la movimentazione di maiali, in ingresso come in uscita, in ben 172 comuni del pavese. Quando i dati arrivano a numeri preoccupanti è indispensabile procedere con l'abbattimento degli esemplari malati. Finora in Lombardia sono stati abbattuti 33.865 maiali malati. Lo scopo è infatti quello di evitare che il virus raggiunga anche altri allevamenti della regione. Perché la peste suina desta così tanta preoccupazione? Cos'è la peste suina africana La peste suina africana (PSA), come spiegato dal Ministero della Salute, è un'infezione virale innescata da un virus della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus. L'infezione colpisce i suini sia domestici che selvatici, dunque anche i cinghiali. La malattia è stata scoperta nel 1921 in Africa per essere ritrovata, nel corso del secolo, in Europa e in America. Negli anni Novanta era stata eradicata in molti Paesi, la Regione Sardegna era rimasta l'unica area al di fuori dell'Africa in cui se ne registrava una presenza endemica. Negli ultimi anni, invece, sono stati scoperti diversi casi di PSA in più regioni del nostro Paese. Come si sviluppa la malattia e quali sintomi presenta? Quali sono i sintomi della peste suina africana Iniziamo col dire che la peste suina non si trasmette da animale a essere umano. Pertanto l'uomo che ingerisce carne di maiale infetta non corre il rischio di contrarre la malattia. La contagiosità da animale ad animale, invece, è elevatissima. Il virus si diffonde con grande facilità e velocità grazie a: - contatto con suini infetti (la trasmissione può avvenire anche tra suini che pascolano insieme all'aperto) - ingestione di prodotti alimentari infetti - contatto con oggetti contaminati (attrezzi o capi di abbigliamento) - morsi di zecche infette. Il virus, inoltre, presenta una buona resistenza all'ambiente esterno, può restare attivo per mesi all'interno di salumi resistendo alle alte temperature. Nel sangue è riscontrabile anche per 18 mesi. Dulcis in fundo, gli animali che riescono a guarire dalla malattia restano portatori del virus per circa un anno. Gli animali che contraggono la malattia presentano, tra l'altro: - febbre - difficoltà respiratorie - andatura incerta data da una debolezza degli arti inferiori - emorragie interne ed esterne - aborti spontanei Da quanto illustrato si comprende che, pur non andando a impattare sulla salute dell'uomo, la peste suina rappresenta un grave pericolo per gli allevamenti, con risvolti economici non trascurabili. Per fermare l'avanzamento del virus è necessario, infatti, abbattere gli esemplari infetti prontamente mentre per eradicarlo da un allevamento occorre molto tempo. In copertina foto di Bodo Surmann da Pixabay Read the full article
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Peste suina africana, trovati cinghiali morti nel Salernitano
Le carcasse di cinque cinghiali sono state trovate dai Carabinieri forestali nel Salernitano: gli accertamenti hanno stabilito che gli animali avevano contratto la peste suina africana.  La Psa, sottolineano Regione Campania e ministero della Salute, è una malattia virale dei suini e cinghiali selvatici che causa un’elevata mortalità negli animali infettati. Il virus che la provoca è innocuo per…
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wdonnait · 2 years
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Quando fare il richiamo dei vaccini esavalente
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/quando-fare-il-richiamo-dei-vaccini-esavalente/115675?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=115675
Quando fare il richiamo dei vaccini esavalente
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In Italia, il richiamo dei vaccini esavalente, che comprende la vaccinazione contro la difterite, il tetano, la pertosse, l’epatite B, la poliomielite e l’Haemophilus influenzae tipo b (Hib), viene effettuato a distanza di 11-13 mesi dalla prima dose.
Il richiamo del vaccino esavalente viene effettuato per rafforzare l’immunità del bambino e proteggerlo dall’insorgenza di malattie infettive potenzialmente gravi. È importante rispettare le scadenze indicate dal calendario vaccinale per garantire una protezione efficace e duratura contro queste malattie.
Inoltre, è sempre consigliabile consultare il proprio pediatra di fiducia per verificare la corretta esecuzione delle vaccinazioni e per ricevere informazioni e consigli sulla prevenzione delle malattie infettive.
I vaccini esavalente sono un tipo di vaccinazione combinata che protegge dalle seguenti sei malattie infettive: difterite, tetano, pertosse, epatite B, poliomielite e Haemophilus influenzae tipo b (Hib). Questi vaccini vengono somministrati a bambini e adolescenti per proteggerli dalle malattie infettive potenzialmente gravi. In questo articolo, esploreremo cosa sono i vaccini esavalente, quando farli e a che età.
Cosa sono i vaccini esavalente?
I vaccini esavalente sono un tipo di vaccinazione combinata che contiene sei diversi vaccini contro le seguenti malattie infettive:
Difterite: una malattia batterica che può causare problemi respiratori, paralisi e addirittura morte. Tetano: una malattia batterica che può causare spasmi muscolari, insufficienza respiratoria e morte. Pertosse: una malattia batterica che provoca una tosse secca e forte che può durare settimane o mesi. Questa malattia può essere particolarmente grave per i neonati e può causare difficoltà respiratorie e morte. Epatite B: una malattia virale che può causare infiammazione del fegato, insufficienza epatica e cancro del fegato. Poliomielite: una malattia virale che può causare paralisi, deformità e addirittura morte. Haemophilus influenzae tipo b (Hib): una malattia batterica che può causare meningite, polmonite e altre infezioni gravi. Quando fare i vaccini esavalente? Il calendario vaccinale italiano prevede che i bambini ricevano la prima dose del vaccino esavalente a 3 mesi di età, seguita da una seconda dose a 5 mesi e una terza dose a 11 mesi. Successivamente, viene effettuato il richiamo del vaccino esavalente a 15-18 mesi di età e a 5-6 anni di età.
A che età fare i vaccini esavalente?
I vaccini esavalente vengono somministrati ai bambini a partire dai 3 mesi di età. La prima dose viene somministrata a 3 mesi, seguita da una seconda dose a 5 mesi e una terza dose a 11 mesi. Successivamente, viene effettuato il richiamo del vaccino esavalente a 15-18 mesi di età e a 5-6 anni di età.
È importante rispettare le scadenze indicate dal calendario vaccinale per garantire una protezione efficace e duratura contro queste malattie infettive. Inoltre, è sempre consigliabile consultare il proprio pediatra di fiducia per verificare la corretta esecuzione delle vaccinazioni e per ricevere informazioni e consigli sulla prevenzione delle malattie infettive.
In conclusione, i vaccini esavalente sono un tipo di vaccinazione combinata che protegge dalle seguenti sei malattie infettive: difterite, tetano, pertosse, epatite B, pol
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⭕ Molte persone, ai primi sintomi influenzali o di raffreddore, pensano di stroncare il problema sul nascere assumendo un qualsiasi 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐛𝐢𝐨𝐭𝐢𝐜𝐨 disponibile a casa.
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👩‍⚕️ Gli antibiotici non sono efficaci contro qualsiasi malattia infettiva. Questi farmaci, infatti, agiscono solo sui 𝐛𝐚𝐭𝐭𝐞𝐫𝐢, mentre sono inutili contro i virus, responsabili del comune raffreddore, dell'influenza e di molti altri malanni. Non è facile distinguere un'infezione virale da una batterica. Peraltro, #batteri diversi si curano con antibiotici diversi!
🦠 Esistono tre ottime ragioni per 𝐧𝐨𝐧 assumere antibiotici ai primi segni di febbre, raffreddore o per mal di gola.
1️⃣ La prima è che assumere #antibiotici scorrettamente espone inutilmente al rischio di 𝐞𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐢𝐧𝐝𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐚𝐭𝐢 (come disturbi intestinali e reazioni allergiche) che possono essere anche estremamente gravi. Ad esempio, per l'amoxicillina, uno dei principi attivi più prescritti in Italia, sono state segnalate più di cinquemila sospette reazioni avverse nell'ultimo anno (dati della banca dati europea delle segnalazioni di sospette reazioni avverse ai farmaci).
2️⃣ L'uso improprio, inoltre, contribuisce all'insorgenza della 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐛𝐢𝐨𝐭𝐢𝐜𝐨-𝐫𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚, fenomeno per cui i batteri non sono più suscettibili all'azione degli antibiotici rendendo le cure inefficaci per tutti.
3️⃣ Gli antibiotici funzionano solo se sono presi nelle 𝐝𝐨𝐬𝐢 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐞 e nei tempi stabiliti per cui, prima di assumerli, è sempre necessario consultare il proprio medico.
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Fonte: Issalute
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